8 May, 2024
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Il Segretario Regionale dell’UGL Sandro Pilleri ha inviato al presidente regionale Christian Solinas un documento nel quale si invita la Regione Sardegna a utilizzare i fondi che residuano nei Programmi Operativi Regionali (POR) per sostenere le politiche di sostegno al reddito già messe in campo dal Governo per mitigare i disastrosi effetti economici che l’emergenza Coronavirus sta producendo in tutto il paese.

«Auspico un incontro con le parti sociali – ha dichiarato il segretario Sandro Pilleri – per poter verificare l’entità delle risorse e il loro più efficace utilizzo. Tenendo presente che l’attuale programmazione comunitaria 2014/2020, a seguito delle regole N+3, prevede la spesa nei tre anni successivi al corrente, se ne deduce che le azioni di seguito elencate possono essere sostenute nel prossimo triennio a seconda della disponibilità finanziaria presente in ogni Programma Regionale. Inoltre, trattandosi di azioni finalizzate all’inclusione sociale e alla crescita e mantenimento delle imprese – ha concluso Sandro Pileri -, sono in linea con gli obiettivi della prossima programmazione 2021-2027, così da garantire nel settennale seguente la necessaria continuità.»

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

«Con la trasformazione dell’Ente foreste nell’Agenzia Forestas il bosco torna al centro dell’azione di governo della Regione, come bene pubblico capace di generare sviluppo e lavoro in un quadro di sostenibilità ambientale e tutela delle biodiversità.»

Lo ha dichiarato il Commissario straordinario dell’Ente foreste Giuseppe Pulina, aprendo il ciclo della audizioni della quarta commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd), sulla nuova legge forestale della Sardegna.

«Le novità principali del provvedimento – ha aggiunto Pulina – sono la trasformazione dell’Ente in Agenzia, che inquadra le attività tradizionali dell’Ente in una missione più ampia, l’apertura a filiere produttive finora poco sviluppate come il turismo, la semplificazione della governance con la figura dell’amministratore unico affiancato da un direttore esecutivo, ed il rapporto più stretto con gli Enti locali per quanto riguarda la programmazione.»

«Con la riforma – ha poi spiegato il direttore generale dell’Ente foreste Antonio Casula – sarà possibile far emergere una serie di attività di silvicoltura attiva che possono garantire ritorni economici molto interessanti sui territori, tenendo presente che operiamo su una superficie di 220.000 ettari (la più grande area boschiva d’Italia) e che, attualmente, oltre il 40% del lavoro è dedicato alla prevenzione degli incendi; i margini di sviluppo ci sono tutti.»

Nel dibattito sviluppatosi dopo le relazioni dei vertici dell’Ente foreste hanno preso la parola i consiglieri regionali Daniela Forma, Giuseppe Meloni e Salvatore Demontis del Pd ed Oscar Cherchi di Forza Italia.

Il presidente della commissione Antonio Solinas, in particolare, ha ricordato che «dopo il rinnovo del contratto dei dipendenti regionali, è necessario che la nuova legge forestale intervenga anche sull’inquadramento giuridico ed economico del personale, percorrendo una strada nuova rispetto alla legge 31». Sul punto, il commissario straordinario dell’Ente foreste Giuseppe Pulina ha manifestato la sua disponibilità, tenendo conto sia della natura di ente pubblico che assumerà la nuova Agenzia Forestas che della recente approvazione della c.d. riforma Madia che, da una parte, semplifica la disciplina normativa della pubblica amministrazione e, dall’altra, introduce nuove figure contrattuali.

Uno specifico approfondimento è stato dedicato alla filiera del sughero, su proposta del consigliere Giuseppe Meloni (Pd) che ha sollecitato fra l’altro l’individuazione di nuove risorse per il settore.

La parte della legge che si occupa del sughero, ha affermato il commissario straordinario Pulina, «può essere senz’altro migliorata, anche perché gravi fenomeni di erosione naturale rischiano di far scomparire il sughero da tutto il Mediterraneo nei prossimi 100 anni; quindi dobbiamo seminare oggi e lavorare molto per evitare di perdere una risorsa importante per il nostro settore manifatturiero e per l’indotto».

Successivamente le audizioni sono proseguite con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.

A nome della Confederdia, il segretario regionale Ugo Tanchis ha sostenuto che «c’è sicuramente bisogno di una riforma, ma il disegno di legge 218 trascura alcuni dati molto importanti per l’Ente foreste, dove ci sono pochissime figure amministrative e moltissimi operai; l’età media complessiva di 52 anni, inoltre, appare inadeguata per una struttura che richiede molto impegno fisico, spesso in condizioni difficili». «Il contratto dell’Ente – ha concluso – va poi armonizzato con quello del sistema-Regione».

Per l’Ugl, il responsabile regionale Sandro Pileri ha definito il disegno di legge di riforma «tardivo e  comunque poco originale rispetto al quadro normativo nazionale». Pileri ha poi espresso preoccupazione sia per i difficili problemi legati al contratto del personale che per la volontà di “privatizzazione” che sembra ispirare il progetto di riforma.

Secondo lo Snaf, rappresentato dal segretario regionale Mario Foltz «l’Ente foreste doveva continuare ad esistere, mentre la nuova Agenzia poteva essere creata con un percorso separato». «A nostro giudizio – ha aggiunto – non ci sono grandi cambiamenti e non è chiaro il nuovo modello organizzativo; restano aperte, invece, tutte le questioni che riguardano il personale, cui viene applicato un contratto di dubbia legittimità non negoziato fra le parti”.

Le audizioni sulla legge forestale della Sardegna proseguiranno, compatibilmente con i lavori dell’Aula, con gli interventi dell’Anci Sardegna e delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil.

Sono iniziate ieri mattina, nella commissione Programmazione e Bilancio, le audizioni della parti sociali sul Programma regionale di sviluppo (Prs) che era stato illustrato al parlamentino presieduto da Franco Sabatini (Pd), dall’assessore Raffaele Paci, nella seduta dello scorso 11 novembre.

In apertura dei lavori il presidente Sabatini ha sottolineato la scelta del presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, di far precedere l’esame del Prs alla Legge Finanziaria (al contrario di quanto era accaduto nelle due legislature precedenti) per consentire in Consiglio la specifica discussione sul principale documento della programmazione regionale, redatto in coerenza con il programma di governo della iegislatura.

Sabatini ha inoltre rivolto ai sindacati un accorato appello perché non considerino “una formalità di rito” il confronto in commissione ed ha definito “fondamentale” il rapporto con il sindacato per la condivisione delle azioni e dei programmi utili ad affrontare la situazioni di crisi che investe la Sardegna. Il presidente della commissione ha quindi invitato Cgil, Cisl e Ugl a trasmettere il loro contributo per migliorare i contenuti del Prs ed ha ricordato che la commissione non può modificare il documento oggetto dell’audizione ma che procederà con l’approvazione di una relazione contenente le eventuali modifiche da sottoporre all’attenzione dell’Assemblea sarda.

Il segretario regionale della Cgil, Michele Carrus, ha rimarcato l’importanza del “confronto sociale” ed ha dichiarato che la singolarità sta nel fatto che qualcuno possa negarlo, dimostrando così «una certa idea di autosufficienza da parte di chi sta nel palazzo e di chi governa». «Apprezzo – ha dichiarato il leader Cgil – che il Consiglio regionale riaffermi in questa sede l’importanza della concertazione ed accolgo l’invito del presidente Sabatini per offrire un contributo non formale nel confronto sul Prs».

Michele Carrus ha definito «sostanzialmente condivisibile l’impostazione generale del Piano regionale di sviluppo» ma ha sottolineato con tono critico «la debolezza del documento per quanto riguarda le politiche settoriali». «Non c’è una strategia di sviluppo per il settore manifatturiero e industriale – ha incalzato il rappresentante della Cgil – e in Sardegna non si può fare a meno delle attività manifatturiere che incidono per il 10% sul Pil dell’Isola».

Michele Carrus ha inoltre lamentato come il corposo documento della Regione manchi di indicazioni precise in ordine ad alcune scelte strategiche, ad incominciare da quelle per il metano. «Non basta affermare  che bisogna colmare il gap che ci deriva dall’assenza del gas metano – ha dichiarato il segretario Cgil – serve dire come si intende procedere per colmare questa lacuna». Carrus ha quindi definito “scellerata” l’ipotesi dei depositi costieri di metano ed ha sottolineato come le diverse scelte per l’approvvigionamento del gas, producano effetti differenti sui territori e sui diversi comparti produttivi.

L’ulteriore lacuna del Prs – a giudizio di Carrus – è rappresentata dalle “politiche per l’occupazione”. «Il modello di “garanzia giovani” che sta dentro il Prs – ha spiegato il sindacalista – offre una prospettiva di medio-lungo periodo mentre l’attuale situazione richiede azioni immediate rivolte ai giovani e meno giovani che non hanno un lavoro». Gli interventi immediati proposti dalla Cgil sono: la tutela del reddito delle famiglie; incentivi all’occupazione che devono essere “mirati, selettivi, duraturi e consistenti”; il rilancio degli investimenti con un meccanismo volto al reimpiego dei lavoratori in ammortizzatori sociali nelle opere che saranno realizzate con le risorse pubbliche.

«All’interno del Piano regionale di sviluppo – ha concluso Michele Carrus – non c’è un piano per il lavoro e il sindacato è insoddisfatto del Prs e del mancato confronto con la giunta regionale».

Ignazio Ganga ha sottolineato la critica della Cisl per il mancato confronto con la Giunta regionale per la predisposizione del Programma regionale di sviluppo. Ganga, pur dichiarando una generale condivisione nella strategia che sottende al Prs ha evidenziato la debolezza del documento per quanto attiene i progetti. «Serve aggredire la crisi – ha dichiarato il rappresentante della Cisl – e il Prs non considera prioritario, ad esempio, il piano energetico e il piano della mobilità».

Ganga ha inoltre lamentato un “depotenziamento” del negoziato con la Ue per il riconoscimento dell’insularità ed ha indicato gli altri temi prioritari per l’economia sarda: il lavoro («ma servono interventi urgenti per i servizi per l’impiego e l’occupazione»); la riforme istituzionali con particolare riferimento al dimensionamento scolastico («bisogna dimensionare la nostra scuole alle esigenze della nostra isola se davvero si vuole combattere il 27% di dispersione scolastica»); la riduzione del precariato (anche in ottica del mantenimento degli equilibri sociali); piano socio sanitario («ma ci sono diverse sinergie tra le politiche sanitarie e il welfare»).

Ignazio Ganga ha quindi definito “deficitario” il Prs sul tema cruciale delle “zone interne” («è evidente che chi ha redatto l’apposita scheda non vive e non conosce la realtà delle zone interne della nostra Isola»). Il rappresentante della Cisl ha quindi auspicato un “patto federativo interno” con i territori della Sardegna al fine di garantire le poste ad essi destinati dalla Regione. Ganga ha concluso con l’invito alla giunta e al Consiglio «perché non si abbandoni la strada dell’industria nell’Isola».

Il segretario regionale dell’Ugl, Sandro Pileri, pur condividendo la schematizzazione contenuta all’interno del Prs ha definito il documento “mastodontico e dispersivo” ed il tutto penalizzerebbe «l’immediata operatività degli interventi che il momento di crisi impone».

Le riflessioni dell’Ugl hanno interessato la dispersione scolastica («non esiste un problema relativo alla dispersione scolastica ma esiste la necessità di adeguare le conoscenze rispetto alle richieste che vengono dalla società e dai mercati») ed hanno rappresentato la preoccupazione che la riforma dei servizi per l’impiego con “garanzia giovani” produca un eccessivo «accentramento alle strutture pubbliche delle dinamiche del lavoro».

Pileri, a proposito della creazione di opportunità di lavoro, ha definito «elemento vincente per lo sviluppo» l’innovazione ma ha denunciato, in via generale, «l’impressione di un eccesso di governo pubblico di quei fenomeni per i quali esiste, invece, la necessità di concedere più libertà di azione e di percorso».

Un ulteriore accento dell’Ugl ha riguardato la necessità di interventi urgenti per la semplificazione burocratica e lo snellimento delle procedure e l’esigenza di azioni concrete per il settore della pesca («negli ultimi anni sono andati perduti circa il 40% dei posti di lavoro»).

La commissione Bilancio ha quindi proceduto con l’audizione dei rappresentanti di Confindustria, Cna e Confapi.

Il presidente di Confindustria Sardegna, Alberto Scanu, ha espresso apprezzamento sul metodo, sugli obiettivi e sulla strategia complessiva del programma regionale di sviluppo ed ha evidenziato come i temi del Prs della giunta Pigliaru siano i medesimi di quelli della Giunta Soru e della Giunta Cappellacci («cambiano soltanto le priorità e le sensibilità»). Scanu ha quindi dichiarato di condividere la priorità attribuita all’investire sulle persone ed ha definito “opportuna” la riforma del sistema dei servizi per il lavoro e la riforma della formazione professionale. Il numero uno degli industriali in Sardegna ha quindi sottolineato l’importanza del programma “garanzia giovani” ma ha rimarcato come «non risolve di per sé il problema di una economia che non tira con una domanda che permane inadeguata e in regresso».

Quanto alle opportunità di sviluppo, il presidente di Confindustria ha sottolineato l’assenza di “un’idea dell’industria”, settore che dovrà raggiungere il 20% del Pil col manifatturiero, se si vuol restare in linea con gli obiettivi fissati in sede di Unione Europea.

«Bisogna promuovere una nuova politica industriale e manifatturiera – ha dichiarato Alberto Scanu – mentre il Prs non rivolge attenzione al mondo industriale, dalla chimica al metallurgico, dal lapideo al sughero, dall’impiantistico alle costruzioni».

Giudizio positivo, invece, per le azioni rivolte all’internazionalizzazione, ai Confidi, all’innovazione tecnologica. Confindustria auspica un «approccio integrato di filiera per lo sviluppo del settore agricolo» in relazione all’agroindustria, così come invita la Regione a considerare il comparto turistico in maggiore collegamento con quello dei trasporti.

In materia urbanistica, il leader di Confindustria nell’Isola ha rimarcato l’esigenza di un adeguamento del Piano paesaggistico regionale e definito “urgente” una disciplina e una gestione organica del territorio «che non può prescindere da una nuova legge urbanistica».

Scanu ha inoltre invitato la Regione ad esplicitare le scelte per l’approvvigionamento del gas metano, non precludendosi l’opportunità di riscontrare l’eventuale disponibilità di risorse dal sottosuolo.

Da evidenziare inoltre la posizione espressa a proposito delle servitù militari: «Bisogna evitare gli estremismi e ricordare che sono una opportunità di occupazione per 10mila lavoratori in Sardegna».

Il presidente di Confindustria ha quindi concluso dichiarando il giudizio “positivo” sul Prs.

Il presidente di Cna Sardegna, Francesco Porcu, ha sottolineato in positivo la struttura del Prs «perché supera lo schema antistorico che vedeva le politiche di programmazione e sviluppo come somma derivata delle singole politiche di settore». Porcu ha inoltre espresso apprezzamento per l’impostazione generale del documento e definito “innovativa” la parte dedicata alla gestione dei “beni comuni” («fondamento di una nuova dimensione culturale capace di generare valore e promuovere sviluppo economico e crescita civile»).

La critica della Cna ha riguardato l’assenza nel Prs di riferimenti all’artigianato artistico («è una imperdonabile dimenticanza») e la necessità di sostenere la “visione” di medio e lungo periodo con «politiche industriali che con forza poggi su un ordine di priorità che tenga conto delle realtà produttive esistenti, delle vocazioni territoriali e dei settori innovativi su cui investire».

Francesco Porcu ha sottolineato la centralità del ruolo delle città ai fini dello sviluppo ed ha avanzato la richiesta perché i fondi strutturali siano impiegati in un grande programma di riqualificazione ed efficientamento energetico in ambito urbano.

In conclusione del suo intervento il presidente di Cna ha così sintetizzato le tre carenze del Prs: non c’è alcun riferimento all’artigianato artistico, nel comparto del credito serve rivedere gli strumenti creditizi rivolgendoli a tutte le imprese; non è presente il piano di riqualificazione e riuso delle realtà urbane.

Silvana Manurita in rappresentanza della Confapi ha definito il Prs «un documento esaustivo e completo, nonché un lavoro approfondito che evidenzia un cambio di prospettiva».

Le priorità di intervento a giudizio della Confapi riguardano gli interventi in materia di semplificazione; quelli per favorire i mercati innovativi e per la valorizzazione ambientale e culturale. Manurita ha sottolineato inoltre l’urgenza del piano energetico sardo e ha definito “centrale” il tema dell’incremento dei livelli occupazionali.

L’esponente Confapi ha concluso con l’auspicio che il Prs possa essere integrato con un’apposita scheda con l’indicazione dei risultati che la giunta si prefigge di ottenere, così da poterli valutare e comparare.

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