28 March, 2024
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«Con la Giunta Pigliaru la Sardegna ha fatto il passo del gambero su tutti i fronti: l’economia è peggiorata e siamo tornati nell’obiettivo 1 della Ue, l’offerta di lavoro è insufficiente, il ciclo formazione/istruzione ha fallito nonostante l’impiego di risorse ingenti.»

Lo ha dichiarato la capogruppo di Forza Italia Sardegna Alessandra Zedda in un incontro organizzato dal partito sui temi del lavoro al quale hanno preso parte il prof. Severino Nappi, responsabile del settore Mezzogiorno, il sen. Emilio Floris componente della commissione Lavoro ed il consigliere regionale Stefano Tunis.

Alessandra Zedda ha quindi espresso la sua profonda preoccupazione per il futuro della Sardegna perché, a fronte dei dati fortemente negativi della Regione, «i recenti provvedimenti del governo nazionale come il c.d. Decreto dignità rischiano di determinare una ulteriore battuta d’arresto dell’economia».

«A 10 anni dalla crisi del 2008 – ha osservato il consigliere Stefano Tunis – la situazione della Sardegna presenta un saldo prima/dopo molto negativo con il calo verticale degli occupati nell’industria e nell’edilizia ed una live ripresa solo nel settore dei servizi». Questo significa due cose: «Che non siamo stati in grado di intercettare nemmeno i segnali minimi di ripresa e che, al netto delle 30.000 persone che andranno in pensione ogni anno, scenderemo ben presto al di sotto della soglia dei 500.000 occupati».

Il prof. Severino Nappi si è poi soffermato in particolare sulle conseguenze del decreto dignità sull’economia meridionale, affermando che «dopo gli sprechi di Renzi le elezioni politiche hanno trasmesso al Sud il messaggio negativo che ci può essere un reddito (di cittadinanza) senza lavoro, e con il nuovo decreto ci sarà ancora meno lavoro mentre il reddito è già scomparso nel nulla. Siamo preoccupatissimi per il futuro dei 20 milioni di italiani del Sud e delle Isole – ha aggiunto – perché se è chiaro che non possono vivere di assistenza è altrettanto vero che non possono accontentarsi di pizza e mare ma serve un grande progetto di sviluppo delle competenze e di potenziamento dei ciclo istruzione/formazione».

Il senatore Emilio Floris ha annunciato il massimo impegno del partito, a partire dall’incontro fissato per domani con il ministro Luigi Di Maio, per cambiare il decreto in due punti significativi: l’aumento del termine da 24 a 36 mesi per la trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato e la reintroduzione dei voucher. «Il primo intervento – ha spiegato – è di buon senso perché aderisce ai fondamentali dell’economia che adesso e in prospettiva indicano una quota maggioritaria di contratti a tempo determinato, il secondo viene incontro alle esigenze di alcuni settori in crescita, come agricoltura e turismo, che possono consolidare più di altri alcuni segnali di ripresa». Il dato di fondo, ha detto, infine, «è che non si può creare lavoro per legge, mantenendo oltretutto (come fa il decreto) una inaccettabile disparità fra privato, obbligato a trasformare i contratti entro 24 mesi a pena di sanzioni, ed il pubblico dove tutto rimane come prima».

«Nell’incontro con Luigi Di Maio – ha concluso Emilio Floris – parleremo anche dei siti di Porto Torres e Portovesme, luoghi simbolo di una Sardegna più povera che ha bisogno di credere in un futuro concreto.»

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Problemi del mercato del lavoro, impatto del Job Act sul sistema dopo la crisi del 2008, prospettive del cosiddetto “Decreto Dignità” recentemente varato dal governo, che fra breve sarà esaminato dalla commissione Lavoro della Camera. Sono i tempi al centro di un incontro di Forza Italia Sardegna che si terrà domani 10 luglio, alle 10.30, nella Sala Gruppi del Consiglio regionale della Sardegna.

Interverranno il prof. Severino Nappi, docente di Diritto del Lavoro all’Università di Napoli ed ex assessore regionale del Lavoro in Campania, il senatore Emilio Floris, capogruppo di Forza in Italia in commissione Lavoro, ed i consiglieri regionali di Forza Italia Sardegna.

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E’ iniziata in tutta Italia la raccolta di firme a sostegno dell’inserimento dell’insularità in Costituzione.

«Vogliamo che il tema dell’insularità in Costituzione entri di prepotenza nell’agenda della politica italiana!», ha detto il presidente del Comitat Roberto Frongia.

Lo sforzo organizzativo è stato grande, ma il primo bilancio della giornata inaugurale della raccolta firme è davvero entusiasmante.

Com’era prevedibile, c’è stata la fila per firmare nel banchetto di Cagliari, animato dai volontari guidati dal consigliere comunale Raffaele Onnis, così come ai tavolini di Carloforte (Pasquale Grosso), Iglesias (Paride Reale), San Gavino (Anastasia Meloni), Tortoli (Franco Sabatini), Oristano (Veronica Cabras), Nuoro (Pierluigi Saiu) Sassari (Michele Saba), La Maddalena (Fabio Lai), Olbia (Giovanni Pileri).

Ma la sorpresa più grande è stata nell’affollamento dei punti di raccolta allestiti nelle principali città italiane: A Milano (Tonino Mulas), in piazza della Scala, di fronte a Palazzo Marino, a Lecco (Giuseppe Tiana), in piazza Garibaldi, a Torino (Mario Sechi e Michele Cossa) in Piazza Castello, ad Aosta (Enrico Martial) in Avenue di Conseil de Commis, a Pordenone (Anna Maria Poddighe) in piazzetta Cavour, a Vicenza (Luciana Sedda), in piazza Matteotti, a Mestre (Saverio Vidili), in piazza Mercato, a Genova (Alessandra Zedda) in Via XX Settembre, a Piacenza (Bastianino Mossa), in piazza Cavalli, a Pesaro (Luciano Zucca), in piazza Collenuccio, a Roma (Antonio Mascia e Attilio Dedoni), in Piazza di Torre Argentina, a Napoli (Severino Nappi e Stefano Tunis), in Piazza Plebiscito, a Bari (Antonio Di Staso e Salvatore Matarrese), in piazza Umberto, a Cosenza (Michele Solinas), in piazza 11 settembre, a Palermo (Rino Piscitello e Salvatore Grillo), di fronte al Palazzo dei Normanni.

«Molti si sono fermati per curiosità, davanti allo sventolio delle bandiere dei quattro mori – ha dichiarato Frongia, riferendo le impressioni generali – con tutti, è stato poi relativamente facile ottenere la sottoscrizione della proposta di legge, quando si è spiegato che il tema dell’insularità rappresenta una emergenza di tutta la comunità nazionale, chiamata a garantire pari diritti e pari dignità agli italiani che risiedono nelle Isole.»

«La Sardegna – ha concluso Roberto Frongia – vuol definitivamente chiudere con la cultura dell’assistenzialismo, che ha generato soltanto clientelismo e rassegnazione. All’Italia intera chiediamo invece l’azzeramento degli svantaggi che ci hanno sinora impedito di competere ad armi pari con tutti gli altri cittadini italiani.»