4 October, 2024
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La figlia di Ilham Tohti, Jewher Ilham, ha ricevuto oggi il premio Sacharov per la libertà di pensiero in nome del padre, attualmente in carcere in Cina per il suo attivismo.

Tohti è un accademico uiguro che si batte per i diritti della minoranza uigura in Cina. Si trova in carcere dal 2014, con accuse di separatismo, sebbene sia sempre stato una voce moderata per la convivenza pacifica: «Da oltre vent’anni lavora instancabilmente per promuovere il dialogo e la comprensione reciproca tra gli uiguri e gli altri popoli cinesi. Ciononostante, è stato condannato all’ergastolo con l’accusa di ‘separatismo’», ha ricordato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, nel discorso di premiazione.

«Oggi dovrebbe essere un giorno di festa per celebrare la libertà di pensiero, e invece è un giorno triste. Ancora una volta questa sedia è vuota, perché nel mondo in cui viviamo essere liberi di pensare non significa sempre essere realmente liberi», ha aggiunto David Sassoli ricordando i tanti vincitori che non hanno potuto ritirare il Premio, perché in prigione o perseguitati.

Jewher Ilham ha ritirato il premio in nome di suo padre a Strasburgo: «E’ un onore essere al Parlamento europeo oggi per ricevere il Premio in nome di mio padre. Sono grata di poter raccontare la sua storia, perché lui non lo può fare. A dir la verità, non so dove sia mio padre. La mia famiglia ha ricevuto sue notizie per l’ultima volta nel 2017».

«Oggi non c’è libertà per gli uiguri in Cina: non c’è libertà a scuola, in pubblico, e neanche a casa. Mio padre come molti uiguri è stato etichettato come un violento estremista, con una malattia da curare e un cervello che deve essere ripulito», ha raccontato Ilham. Sotto la pretestuosa accusa di estremismo il governo cinese ha internato almeno un milione di persone in «campi di concentramento dove gli uiguri sono obbligati a rinunciare alla propria religione, lingua e cultura, dove le persone vengono torturate e alcuni sono morti».

Da aprile 2017 più di un milione di uiguri sono detenuti in una rete di campi di concentramento dove vengono obbligati a rinunciare alla propria identità culturale e alla propria religione e a giurare fedeltà al governo cinese.

Jewher Ilham ha chiesto un sostegno attivo e concreto per suo padre: «Chiedo a voi in questa sala e a tutti quelli che stanno ascoltando: pensate che ci sia un problema nel modo in cui il governo cinese tratta gli uiguri? Se pensate che ci sia un problema, lavorate per trovare una soluzione».

Il presidente del Parlamento europeo Sassoli ha chiesto il rilascio immediato e senza condizioni di Ilham Tohti, con un pensiero anche ad altri attivisti detenuti nel mondo: «Vorrei ricordare la sorte dei vincitori delle scorse edizioni del premio, che sono attualmente in carcere e sono perseguitati per aver difeso i diritti umani e le libertà fondamentali».

Il vincitore

Ilham Tohti è un economista uiguro che lotta per i diritti della minoranza uigura in Cina. Tohti è un sostenitore del dialogo e delle leggi sull’autonomia regionale in Cina. Nel 2014 è stato condannato all’ergastolo per accuse di separatismo. Anche dalla prigione resta una voce moderata della riconciliazione.

La cerimonia di premiazione

Il premio, un certificato e la somma di 50.000 euro, è stato consegnato a Jewher Ilham durante la cerimonia che si è tenuta a Strasburgo il 18 dicembre 2019, in presenza anche degli altri finalisti al Premio Sacharov 2019 – o di loro rappresentanti.

I finalisti

Gli altri due finalisti del 2019 sono stati gli attivisti brasiliani Marielle Franco (candidatura postuma), Raoni Metuktire e Claudelice Silva dos Santos e le studentesse keniane The Restorers che lottano contro le mutilazioni genitali femminili. I due gruppi sono stati entrambi invitati e rappresentati a Strasburgo. Ecco come vengono selezionati i vincitori.

Le origini del Premio Sacharov

Il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, dedicato alla memoria del fisico e dissidente sovietico Andrej Sacharov, viene conferito ogni anno dal Parlamento europeo. È stato istituito nel 1988 e viene assegnato agli individui o alle organizzazioni che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali nel mondo.

Il vincitore del 2018 è stato il regista ucraino Oleg Sentsov che, al momento della premiazione, era detenuto in Russia. Ha finalmente potuto ricevere il Premio a novembre 2019, dopo il suo rilascio.