20 April, 2024
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Con uno speciale omaggio agli straordinari pani di Sardegna è stata inaugurata stamani a Fonni la manifestazione “Libri in Barbagia”, ultima tappa della mostra diffusa regionale dell’editoria libraria sarda organizzata dall’AES e finanziata dalla Regione. Al centro Ceas, di fronte ai ragazzi delle scuole e un pubblico numeroso, l’assessore regionale alla Cultura, Giuseppe Dessena ha dato il via ai lavori al fianco della sindaca di Fonni Daniela Falconi e della presidente AES Simonetta Castia.

Quella dei pani è una rappresentazione simbolica che unisce bellezza e ricchezza al contempo, un elemento quindi altamente rappresentativo delle manifestazioni di promozione della lettura, nelle quali il valore aggiunto sta da un lato nella crescita culturale in senso intrinseco, e dall’altra nell’indotto economico interconnesso.

Di fronte a una suggestiva esposizione di pani rituali di Fonni e del territorio barbaricino, l’operatrice culturale Serena Meloni ha illustrato le particolarità di un pane tipico del luogo, “Su coccone ‘e flores”, cioè il pane rituale di San Giovanni, tra i più rappresentativi della comunità, e ne ha descritto alcune icone come sos pugioneddos, che «potrebbero in qualche modo essere collegate ai riti di fondazione del paese».

È proseguita una approfondita prolusione a tema in collaborazione con la Ilisso. Anna Pau ha spiegato quanto sia importante conoscere il pane per meglio comprendere la comunità in cui è prodotto. Per comprendere meglio questo concetto, ha illustrato ai ragazzi alcune narrazioni letterarie sulla magia del pane presenti negli scritti di Costantino Nivola, e quindi il carattere evocativo attribuito a questo alimento in uno dei passi più drammatici del Macbeth.

Antonello Cuccu ha invece ricordato l’importanza delle donne nella realizzazione del pane, capaci di realizzare esemplari con una maggiore cura e attenzione rispetto agli uomini, menzionando il rapporto di grande trasporto verso il pane di una grande artista come Maria Lai.

Il programma di domani. Sabato 15 dicembre, alle 11.00, la sala conferenze CEAS accoglierà il dibattito “Bilinguismo e comunità, una lingua alla portata di tutti. I riflessi sull’editoria del nuovo testo unico sulla lingua e cultura sarda”, moderato da Antonello Garau. Parteciperanno gli editori Diego Corraine di Papiros, Francesco Cheratzu di Condaghes e Maria Marongiu di Alfa Editrice.

Gli incontri con gli autori prenderanno il via alle 17.00, con l’intervento dell’autrice Francesca Pau, che presenta “Giorgio Asproni, una vita per la democrazia” (Paolo Sorba Editore) realizzato assieme a Tito Orrù,

Alle 17.45 Isabella Mastino presenta “Ma io non vedevo quella luna. Breve antologia di Grazia Deledda” (Alfa Editrice). L’ultima presentazione, alle 18.30 vedrà impegnato Diego Corraine nell’illustrazione del libro “In mesu de amigos” di Amos Oz  (Papiros). Alle 20 sarà il momento dell’attesa proiezione del film “A tenore”, prima esperienza cinematografica di Gavino Murgia, che subito dopo si esibirà in concerto.

Domenica 16 dicembre, la sala conferenze CEAS ospiterà,alle 11.00, il dibattito “Corpora delle antichità della Sardegna. Archeologia e territorio in età prenuragica e nuragica”. Dopo il saluto della sindaca Daniela Falconi interverranno l’assessore regionale Giuseppe Dessena, lo storico Attilio Mastino, l’archeologo Alberto Moravetti, l’archeologa Gianfranca Salis e l’editore Carlo Delfino.

Si riprende nel pomeriggio con l’anteprima di “Adotta un libro sardo”, speciale sezione dedicata alle scuole.

Alle 16.30, per “I libri si raccontano”, con un accenno alle loro pubblicazioni per ragazzi, interverranno Francesco Cheratzu (Tre maghi alla deriva, Nemici, Porci e principesse, Volo nel passato, Janàsa, Rossoblù chestoria!) e Diego Corraine (Sas aventuras de Pinocchio, Càntigu de Nadale, Librigheddu pro pitzinnos de cada colore).

Alle 18.00, per la prima volta sarà proiettato in pubblico il teaser del film “Iskìda dalla terra di Nurak” (Condaghes), a corollario dello speciale per i ragazzi sulla trilogia fantasy ad ambientazione nuragica di Andrea Atzori. Assieme all’autore parteciperanno le illustratrici Dany & Dany, alcuni protagonisti del film e l’editore Francesco Cheratzu.

La manifestazione si conclude alle 20.00, con un reading concerto dal titolo “Un paese ci vuole”, un viaggio letterario e musicale dentro le pagine della letteratura sarda che vedrà protagonisti Giacomo Casti e Chiara Effe.

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Il Circolo Culturale Sardo “Logudoro” di Pavia, nel pomeriggio di sabato 22 settembre 2018, nella sede sociale, ha presentato il libro-intervista con Manlio Brigaglia “Tutti i libri che ho fatto”, pubblicato postumo a cura di Salvatore Tola e Sandro Ruju presso le edizioni Mediando di Sassari.

Ed è stato proprio Salvatore Tola l’ospite d’onore per questa commemorazione celebrativa del professor Manlio Brigaglia (Tempio Pausania, 12 gennaio 1929 – Sassari, 10 maggio 2018), doverosa indiscutibilmente nei confronti di una delle figure più rappresentative dell’intellettualità sarda del secondo Novecento e del primo decennio del Terzo Millennio.

Non poteva peraltro esimersi da un ricordo riconoscente il mondo dell’emigrazione, al quale Manlio Brigaglia è sempre stato vicino sia come firma di prestigio del mensile “Il Messaggero Sardo” (con articoli divulgativi che hanno fatto conoscere gli eventi e i personaggi più significativi della storia sarda anche a sos chi non aiant istudiadu), sia come oratore affascinante in occasione di iniziative culturali dei Circoli della Lega Sarda poi Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (F.A.S.I.).

Manlio Brigaglia ha espresso la sua solidarietà agli emigrati  per tutte le loro battaglie (pro sa limba; contro le scorie nucleari; per la continuità territoriale; per il riconoscimento dell’insularità) e in occasione dei Congressi della federazione dei circoli sardi dell’Italia continentale non ha mai fatto mancare un suo messaggio di incoraggiamento.

Con Pavia Manlio Brigaglia ha avuto un legame particolare, testimoniato da quanto ha scritto nella presentazione del libro di Gianni De Candia: “Sardegna: la grande diaspora. Memorie e ricordi dei 40 anni della cooperativa ‘Messaggero sardo’, 1974-2014” (Sassari, Delfino, 2016).

«L’insegnamento e altri impegni mi hanno impedito di accettare molti degli inviti che mi venivano rivolti dai circoli degli emigrati sardi. Invidiavo il mio amico Tito Orrù, che da Cagliari volava dappertutto ogni volta che lo chiamavano: gli invidiavo quello spirito di servizio che la gente gli riconosceva riconoscente. Credo che nessun sardo di quelli  che stavano in Sardegna e andavano nei circoli sia mai stato tanto voluto bene quanto lui. Praticamente ho finito per andare quasi soltanto al Circolo “Logudoro” di Pavia, quando presidente della FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) era Filippo Soggiu, che abitava proprio lì a Pavia. In realtà ci andavo chiamato come a un obbligo da Paolo Pulina, prima grande organizzatore di manifestazioni nel circolo, poi eletto a responsabile nazionale per i problemi della cultura. Paolo Pulina, ploaghese di nascita e di affetti (difficile dimenticarsene con tutti i libri e le pagine di storia e memorie che ci ha scritto sopra) era stato mio alunno al Liceo “Azuni” di Sassari alla metà degli Anni Sessanta. Nei primi mesi lavorava sui libri con una durezza d’impegno che ricordava la fatica di chi lavora la terra. L’intelligenza, motore di quell’indomabile afficcu, lo portò a buoni risultati scolastici sassaresi e l’accompagnò agli studi milanesi in via Festa del Perdono nei “meravigliosi” anni dei grandi movimenti studenteschi. Laureato in Lettere, lo ritrovai (anche se non ci eravamo mai persi di telefono) funzionario del Sistema bibliotecario della Provincia di Pavia. Con lui ho ritrovato, andando a Pavia, Gesuino Piga, a lungo anche presidente del circolo, che ricordavo autorevole direttore amministrativo dell’Università di Cagliari e grande amico del mio maestro Alberto Boscolo. A Pavia, l’inesauribile fantasia e, perché no, lo speciale attaccamento alla sua terra suggerivano a Pulina convegni e iniziative a nastro, tutti targati Sardegna. Pavia dovrebbero farla, per questo, una specie di città onoraria dell’emigrazione sarda. Qui del resto veniva spesso Tito Orrù, ispirato forse anche dall’aura risorgimentale che si respira nella città dei Cairoli.»

Dopo i saluti della presidente del “Logudoro” Paola Pisano, orgogliosa di poter onorare la memoria di una personalità così importante per la cultura sarda, ha preso la parola  Salvatore Tola, che dagli inizi degli anni Settanta del Novecento è stato il più stretto collaboratore di Manlio Brigaglia.

Il relatore ha sottolineato il fatto che «spesso intento a rivedere dattiloscritti e bozze che gli venivano affidati e impegnato a tutto campo sul fronte culturale, Manlio Brigaglia ha lasciato pochi e scarni scritti autobiografici. Per fortuna questa intervista (svolta a più riprese e da lui attentamente rielaborata fino agli ultimi giorni) getta luce sulla sua attività di collaboratore di riviste e giornali e, soprattutto, di “facitore” di libri. Attraverso questa lunga testimonianza, che pure non affronta altri aspetti importanti della sua vita di studioso e di insegnante, emerge il quadro di una complessa personalità di uomo di cultura e anche, più semplicemente, di uomo».

Salvatore Tola ha raccontato numerosi divertenti aneddoti riferiti alla sua pluridecennale frequentazione con il professore che gli hanno permesso di conoscerlo come grande uomo, esempio straordinario certamente di impegno culturale e moralità, ma anche campione per doti di spirito (per questo volume aveva concepito il sottotitolo: “Storia di uno che voleva fare l’editore ed è finito correttore di bozze”), la cui capacità affabulatoria era proverbialmente nota e attirava masse di ascoltatori  perché era condita con gli ingredienti di una verve inimitabile.

Salvatore Tola ha voluto soffermarsi su una delle tante opere cui Manlio Brigaglia ha legato il suo nome e che a Lui era particolarmente cara: “L’Enciclopedia della Sardegna” in tre poderosi volumi (PaoloPulina ha ricordato che, presentandola, Manlio Brigaglia aveva usato questo “comincio”: «“Questo l’ho fatto io”, come dice il titolo di una famosa rubrica della “Settimana enigmistica”»).

Ha detto Salvatore Tola: «Gli interessi del prof. Manlio Brigaglia erano sempre concentrati sulla Sardegna, la sua storia in primo luogo, ma poi anche tutti gli altri aspetti, dall’economia alle tradizioni, al paesaggio, al crescente sviluppo turistico. Fu da questa conoscenza capillare che nacque in lui l’idea di distribuirla, insieme a una squadra di bravi collaboratori, in una vera e propria enciclopedia: un’opera che, uscita in tre volumi tra il 1982 e il 1988 (concepita e curata da lui in collaborazione con i suoi allievi Antonello Mattone e Guido Melis, pubblicata dalle Edizioni Della Torre), può essere considerata il suo capolavoro nel campo della divulgazione. Non si tratta di un dizionario enciclopedico ma di un’opera a temi: i diversi aspetti dell’isola sono esposti in 156 saggi organicamente accostati e organizzati. Tutti i pezzi sono stati sottoposti a quel lavoro di revisione del quale era grande specialista: sempre con l’intento primario di renderli quanto più possibile leggibili».

Assente, perché ancora in Sardegna, Filippo Soggiu, presidente emerito del “Logudoro” e della FASI, dopo quello di Salvatore Tola sono seguiti altri intervenuti.

Il presidente onorario del “Logudoro”, Gesuino Piga ha ricordato la comune amicizia sua e di Manlio Brigaglia con il professor Alberto Boscolo ed il sentimento che lo ha sempre accomunato a Manlio Brigaglia per le sorti della Sardegna e per la necessità del riscatto economico e sociale dell’Isola.

Il professor Ettore Cau (che è stato docente di Paleografia e poi anche Preside per un anno della Facoltà di Magistero a Sassari nel periodo 1976-1980) ha rievocato i tempi in cui è stato frequentatore assiduo sia del prof. Brigaglia sia del comune amico, il gesuita prof. Raimondo Turtas, autore di una monumentale “Storia della Chiesa in Sardegna”.

Un ricordo è stato portato anche dal prof. Lucio Casali, pavese amante della Sardegna (fa parte della commissione cultura del “Logudoro”) e da Antonello Argiolas (presidente onorario  del Circolo “Grazia Deledda” di Magenta e componente del Comitato Esecutivo della FASI).

Paolo Pulina ha distribuito ai presenti copia del suo articolo apparso su questo sito: https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/2018/07/il-libro-postumo-di-manlio-brigaglia-curato-da-salvatore-tola-e-sandro-ruju/

Edoardo Ruiu

edf