19 April, 2024
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Il Cagliari, dopo undici anni, retrocede in serie B. Il goal realizzato dal talento italo-argentino Vasquez al 9′ del primo tempo, ha ufficializzato un destino segnato ormai da tempo, in una stagione iniziata male e finita peggio. Con l’addio di Massimo Cellino, la scorsa estate, era finito un ciclo societario durato 20 anni; a distanza di dieci mesi, finisce anche un ciclo tecnico che per diversi anni ha regalato alla Sardegna più gioie che sofferenze sportive, ma da qualche tempo lanciava segnali di sofferenza che non sono stati raccolti per tempo ed hanno finito per segnare in maniera irrimediabile la stagione.

L’addio di Massimo Cellino, un anno fa, probabilmente, non era stato analizzato fino in fondo. Sulla decisione dell’attuale presidente del Leeds hanno influito sicuramente le lunghe traversie burocratiche e giudiziarie che hanno caratterizzato le vicende legate al progetto di costruzione del nuovo stadio, ma non vanno trascurate le motivazioni economiche e, conseguentemente, tecniche.

Oggi fare calcio in Italia è molto difficile. Per una squadra di medio-piccola dimensione qual è il Cagliari, una sana gestione può garantire una lunga permanenza in serie A con bilanci sani e persino utili per chi lo dirige (Massimo Cellino ha più volte ammesso di aver avuto anche utili personali nelle stagioni migliori del lunghissimo ciclo alla guida della società rossoblù, attraverso un contenimento del monte ingaggi e oculate operazioni di mercato), ma quando certi equilibri saltano (a Cagliari è accaduto soprattutto con le operazioni legate al nuovo stadio, tra Sant’Elia, Elmas e Quartu Sant’Elena), i conti non tornano più e condizionano inevitabilmente i risultati in campo.

Nel calcio finiscono i cicli societari e anche quelli tecnici. Il Cagliari ha dovuto spesso “sacrificare” i suoi “pezzi migliori”, quasi sempre costruiti in casa, e lo ha fatto anche alla vigilia di questo campionato di serie A. Le sirene arrivate da più parti per Radja Nainggolan e Davide Astori, respinte per alcuni anni, alla fine sono state accolte ed entrambi sono stati ceduti alla Roma. A metà stagione, anche Victor Ibarbo ha raggiunto la Capitale.

Il problema del Cagliari non è mai stato quello di cedere i migliori, quanto quello di rimpiazzarli con qualche giocatore di esperienza e giovani talenti da valorizzare. Per anni questa formula ha funzionato bene, talvolta benissimo. Quest’anno, sotto la nuova gestione di Tommaso Giulini, erede di Massimo Cellino, questo non è successo. I tanti nuovi acquisti arrivati la scorsa estate si sono rivelati inadeguati a coprire, almeno in parte, il “gap” negativo creato dalle partenze e quelli seguiti al cambio tecnico tra Zdenek Zeman e Gianfranco Zola, non hanno fatto il miracolo, nonostante le concorrenti, Atalanta in testa, abbiano atteso a lungo un’impennata del Cagliari, prima di innestare la marcia giusta (nel caso dei bergamaschi, sotto l’esperta guida dell’ex tecnico rossoblù Eddy Reja) verso la salvezza.

La retrocessione del Cagliari in serie B ha anche altre ragioni tecniche. Le prime riguardano il lento ma ormai evidente calo di rendimento di due “senatori” che hanno dato tanto al Cagliari, Daniele Conti (36 anni, da 16 stagioni a Cagliari) e Andrea Cossu (35 anni, nove stagioni a Cagliari, le ultime otto consecutive), e negli ultimi mesi sono stati impiegati poco. I loro sostituti, purtroppo, in alcuni casi per ragioni anagrafiche e quindi di esperienza, in altre per limiti tecnici, non si sono rivelati all’altezza, almeno nell’immediato, e il rendimento della squadra e i risultati ne hanno risentito.

Altre ragioni riguardano le scelte dei tecnici, tre, per quattro gestioni. Tommaso Giulini, al suo arrivo a Cagliari, ha accarezzato il sogno di ricreare il sogno “Zemanlandia”, con l’ex tecnico della Roma che tre anni fa si rese protagonista di una stagione straordinaria alla guida del Pescara, trascinato in serie A contro ogni pronostico con un calcio spettacolare e redditizio, e lanciò nel calcio italiano ed internazionale tre grandi talenti in erba: Marco Verratti (oggi al Paris Saint Germain, laureatosi ieri campione di Francia al fianco di Zlatan Ibrahimovic ed Edinson Cavani, inseguito dai più grandi club al mondo, Bayern Monaco e Real Madrid in testa), Ciro Immobile (oggi al Borussia Dortmund) e Lorenzo Insigne (oggi al Napoli), tutti e tre nel giro della Nazionale. Il sogno è durato alcune settimane, con alcune gemme (4 a 1 sull’Inter di Walter Mazzarri a San Siro, 4 a 0 all’Empoli di Maurizio Sarri in Toscana e 3 a 3 a Napoli con la squadra di Rafael Benitez) e tante, troppe delusioni. La classifica precaria, determinata probabilmente dalle scelte e dal sistema di gioco del tecnico boemo ma anche e, soprattutto, dalla modestia tecnica dell’organico, e la paura della retrocessione, hanno spinto la società a tentare il cambio, chiamando un ex tanto amato dalla piazza qual è Gianfranco Zola, ma già dalla prima uscita a Palermo (umiliante 0 a 5) si capì che il miracolo sarebbe stato difficilmente realizzabile e, sulla spinta della piazza che non aveva ancora dimenticato il “sogno Zeman”, Tommaso Giulini ha cambiato nuovamente, richiamando il boemo. Ma ben presto anche Zdenek Zeman s’è arreso, lasciando questa volta lui l’incarico ed il terzo tecnico stagionale, Gianluca Festa, quando ormai era tutto compromesso, ha accettato di guidare il “suo” Cagliari nelle ultime giornate, con il proposito di chiudere dignitosamente questa stagione “disgraziata”. Il Cagliari, grazie al lavoro serio e competente del 46enne tecnico di Monserrato, effettivamente, lascia la serie A con due giornate di anticipo ma a testa alta ed ora la società è chiamata a ricostruire tutto per tornare presto in serie A con un nuovo progetto.

Difficilmente il nuovo Cagliari ripartirà da Gianluca Festa che, comunque, con questa breve esperienza probabilmente ha posto le basi per una sua carriera da tecnico e forse un giorno ritroverà la panchina del “suo” Cagliari. Oggi, per ripartire, il Cagliari ha bisogno di una guida esperta, un tecnico che conosce la serie B come le sue tasche e, al tempo stesso, sa lavorare con i giovani. I tecnici che rispondono a queste caratteristiche sulla piazza non sono tanti ed uno di questi, forse il nuovo “sogno numero 1” di Tommaso Giulini, si chiama Giampiero Ventura, 67 anni, una carriera quasi quarantennale alle spalle, oggi al Torino, già a Cagliari dal 1997 al 1999 e dal 2002 al 2004. Dopo quattro promozioni (la prima alla guida del Lecce, con il 3° posto al termine della stagione 1996/97, seguita ad una promozione dalla serie C1; due alla guida del Cagliari, la prima raggiunta con il terzo posto al termine della stagione 1997/98, seguita da un 12° posto in serie A e la seconda con il secondo posto al termine della stagione 2003/2004, dopo l’8° posto della stagione precedente; la quarta alla guida del Torino con il 2° posto al termine della stagione 2011/2012), il tecnico genovese potrebbe essere tentato di concludere la carriera con una nuova promozione, la terza, in una città che lo ha tanto amato e che lui ha amato quasi quanto la sua Genova.

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La coppia formata da Gianluca Festa e David Suazo (l’ex difensore è abilitato a guidare una squadra di serie A, l’ex attaccante ancora no) siederanno sulla panchina del Cagliari nelle ultime 7 giornate del campionato di serie A, al posto del dimissionario Zdenek Zeman. La conferma ufficiale della società rossoblù è arrivata pochi minuti fa con un breve comunicato.

«La guida tecnica della prima squadra – si legge nel comunicato pubblicato nel sito della società rossoblù – è stata affidata fino al termine della stagione a Gianluca Festa. Lo staff sarà composto dai collaboratori tecnici David Suazo e Gustavo Aragolaza, dal preparatore atletico Gianfranco Ibba e dal preparatore dei portieri Giomaria Ruiu.»

Gianluca Festa e David Suazo avranno il compito di concludere dignitosamente il campionato che la squadra ha ormai compromesso con un ritardo di ben 10 punti dalla quota salvezza (i punti di ritardo rispetto all’Atalanta sono 9 ma i bergamaschi sono avanti anche nei confronti diretti, entrambi vinti per 2 a 1).

Zdenek Zeman questo pomeriggio ha salutato la squadra ed ha spiegato la sua decisione nel corso di una breve conferenza stampa. Il tecnico boemo ha detto di aver scelto di lasciare dopo aver constatato che la squadra ormai non lo seguiva più ma non ha confermato le voci su presunti contrasti con alcuni calciatori. Il presidente Tommaso Giulini ha ammesso di aver commesso molti errori, in particolare nella scelta dei tecnici, sottolineando che forse, nella sua prima stagione a Cagliari, avrebbe dovuto fare una scelta più “conservatrice”.

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Il nuovo ko subito sabato nell’anticipo del Marassi di Genova con la Sampdoria, dovrebbe essere stato fatale a Gianfranco Zola che quasi certamente ha concluso la sua esperienza alla guida del Cagliari, durata dieci giornate. Nelle prossime ore, la società rossoblù potrebbe ufficializzare la nuova rivoluzione tecnica, con il ritorno di Zdenek Zeman. Già dalla scorsa settimana, dopo la sconfitta interna con il Verona, i tifosi hanno chiesto a larghissima maggioranza il ritorno del tecnico boemo, ma la società ha preferito dare ancora fiducia al tecnico di Oliena, sperando in una reazione d’orgoglio del gruppo. A Genova, purtroppo, anche per le numerose assenze, la squadra non ha dato i segnali sperati e la situazione è precipitata. Sono così circolati tanti nomi per la successione in panchina, ma la scelta attesa dalla tifoseria, anche perché la più logica sotto ogni punto di vista, anche tecnico, è sempre quella del ritorno di Zdenek Zeman.

La squadra oggi ha un organico diverso rispetto a quello lasciato da Zeman, sicuramente più completo e competitivo. Dopo l’arrivo di Zola, la società ha migliorato l’organico, con giocatori che probabilmente avrebbero fatto comodo a Zeman fin dall’inizio. Un esempio su tutti: oggi con Zeljko Brkic il Cagliari ha un ottimo portiere e anche se non esiste prova contraria, probabilmente con lui tra i pali, sotto la gestione Zeman qualche risultato sarebbe stato diverso e la classifica meno precaria di quanto lo sia oggi (e forse non ci sarebbe stato il primo avvicendamento in panchina).

Non si può certamente affermare che il ritorno di Zdenek Zeman garantirà al Cagliari la salvezza, ma se c’è un tecnico che in 12 giornate, quante ne mancano alla conclusione del campionato, può avere delle chances di salvare la squadra rossoblù dalla retrocessione, questo è certamente il boemo. Ed anche in prospettiva, nella malaugurata ipotesi di una retrocessione, con Zeman si potrebbe costruire una rapida risalita, sulla falsariga di quanto è accaduto al Pescara tre stagioni fa (la squadra abruzzese tornò sorprendentemente in serie A, lanciando tre giovani talenti finiti insieme in Nazionale ai Mondiali brasiliani: Marco Verratti, oggi al Paris Saint Germain, campione di Francia; Ciro Immobile, oggi al Borussia Dortmund, impegnata in Champions League nell’ottavo di finale contro la Juventus; Lorenzo Insigne, oggi al Napoli, terzo in classifica in serie A).

Sarà sufficiente attendere qualche ora per conoscere le decisioni del presidente Tommaso Giulini.

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Archiviata “Zemanlandia”, un sogno estivo tramontato con l’arrivo dell’inverno, il Cagliari ha deciso di ripartire con Gianfranco Zola al timone. Una scelta ragionata quella della società guidata dal presidente Tommaso Giulini, che ha sicuramente un fondamento tecnico ma, al tempo stesso, porta con sé connotati d’amore verso un campione che ha fatto grande il calcio sardo in Italia e in Europa ed ha dedicato al Cagliari e alla Sardegna l’ultima parte di una carriera assolutamente straordinaria.

Da tecnico Gianfranco Zola non ha avuto fino ad oggi grandi fortune, alla guida di due squadre inglesi, West Ham e Watford, e della Under 16 azzurra. Il Cagliari e Cagliari rappresentano una grande quanto rischiosa scommessa che potrebbe lanciarlo nel gotha dei tecnici italiani ed europei, così come frenarne lo slancio verso una carriera quanto più possibile vicina a quella straordinaria vissuta da calciatore, prima in Italia, Nuorese, Torres, Napoli, Parma; poi in Inghilterra, con il Chelsea, squadra con la quale ha accumulato 229 presenze e 59 reti, per chiudere la carriera nel Cagliari (74 presenze e 22 reti).

A Cagliari il tecnico di Oliena trova una squadra in evidente difficoltà che necessita di una scossa per rimettersi in carreggiata e puntare al campionato tranquillo che era nei programmi societari di inizio stagione. L’organico necessita di alcuni ritocchi, soprattutto in difesa (un difensore e un centrale) e in attacco (manca un vice Sau). I tifosi hanno accolto positivamente il suo arrivo ma non hanno mancato di presentare le loro rimostranze alla società per l’esonero di Zednek Zeman, un tecnico che ha spesso diviso tra suoi estimatori convinti e suoi detrattori altrettanto convinti. Ora, per voltare realmente pagina, occorrono alcuni risultati positivi, perché diversamente gli oppositori alla “cacciata” di Zeman ritroverebbero vigore e la strada verso la salvezza diverrebbe sempre più in salita.

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Zdenek Zeman non è più l’allenatore del Cagliari. La notizia, nell’aria ormai da ieri mattina, è stata ufficializzata dalla società guidata dal presidente Tommaso Giulini con un comunicato di tre righe.

«Il Cagliari Calcio comunica che da oggi Zdenek Zeman lascia la guida tecnica della prima squadra – si legge nella nota -. La Società ringrazia il tecnico e tutto il suo staff per il lavoro svolto in questi mesi con grande professionalità e dedizione.»

La società non ha ancora sciolto le riserve sulla scelta del sostituto, decisione che potrebbe arrivare già nelle prossime ore.

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L’avventura di Zdenek Zeman in Sardegna sembra già al tramonto, il tecnico boemo è a un passo dall’esonero. Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, sta valutando in queste ore la situazione, insieme ai suoi più stretti collaboratori, e le voci che rimbalzano dai media nazionali danno ormai per certa una decisione drastica con l’avvicendamento in panchina. La svolta è maturata all’improvviso, dopo che la società rossoblù aveva rinnovato la fiducia al tecnico il giorno dopo la nuova pesante (e prevedibile) sconfitta interna con la capolista Juventus dell’ex Massimiliano Allegri.

Il Cagliari oggi è terz’ultimo in classifica, a tre punti dalla quota salvezza, occupata dall’Atalanta, davanti solo al Cesena e al Parma di un altro ex, Roberto Donadoni (anche il Cesena ad inizio stagione era guidato da un ex rossoblù, Pierpaolo Bisoli, già esonerato). Ciò che pesa maggiormente sulla classifica e sulle valutazioni della società sull’operato del tecnico, è la mancanza di vittorie interne. Le uniche due vittorie di questo primo scorci0 di stagione sono maturate in trasferta e con risultati e prestazioni esaltanti, prima a Milano con l’Inter di Walter Mazzarri, travolta per 4 a 1, poi sul campo dell’Empoli, travolto con un altro poker di goal realizzati nel primo tempo. A Milano ed Empoli il Cagliari di Zeman ha dato spettacolo, tanto da riportare d’attualità la cosiddetta Zemanlandia, ma purtroppo non ha saputo poi confermarsi, subendo cocenti sconfitte anche con squadre che sulla carta dovrebbero essere alla sua portata, vedi il Chievo.

Se la società, come in questo momento appare assai probabile, deciderà per l’esonero, si tratterà dell’ennesimo fallimento di un tecnico che ha fatto spesso sognare le tifoserie con il suo calcio offensivo ma altrettanto spesso ha depresso gli ambienti in cui ha operato, per un’infinità di rovesci determinati soprattutto dall’inadeguatezza del sistema difensivo. Il calcio zemaniano, purtroppo, annovera pochi successi (i più brillanti il ciclo di Foggia e, più recentemente, la straripante promozione di Pescara, dove alla sua corte sono sbocciati i talenti di Lorenzo Insigne, Ciro Immobile e Marco Verratti, finiti in Nazionale, tutti e tre ai recenti Mondiali, ed oggi rispettivamente al Napoli, al Borussia Dortmund e al Paris Saint Germain) e molti fallimenti, a conferma della sua inadeguatezza al calcio italiano, fatto di risultati assai più che di bel calcio.

Ancora poche ore o forse anche solo minuti, e si conoscerà il destino di Zdenek Zeman a Cagliari. La sensazione è che, in ogni caso, che il divorzio maturi oggi o venga congelato, l’avventura di Zdenek Zeman in Sardegna, sia già finita!

Giampaolo Cirronis

 

Goal e spettacolo allo stadio San Paolo di Napoli, tra la squadra di Rafa Benitez, terza forza del campionato, e il Cagliari di Zdenek Zeman, squadra che, pur puntando alla salvezza, non perde occasione per dare spettacolo su tutti i campi. In questo primo scorcio di stagione era già accaduto a San Siro, dove i rossoblù hanno travolto i nerazzurri seppellendoli di goal, 4 a 1; si è ripetuto prima ad Empoli, dove la matricola toscana è stata annichilata sotto un pesantissimo 4 a 0 ed oggi al San Paolo di Napoli, dove Ibarbo e compagni hanno rimontato due volte, dalle 0 a 2 e dal 2 a 3, sfiorando alla fine persino una clamorosa vittoria!

E’ il Cagliari di Zdenek Zeman, la nuova Zemanlandia del calcio italiano! Il tecnico boemo sta dimostrando ancora una volta di saper insegnare calcio e di riuscire a dare spettacolo con un materiale umano certamente non dei migliori, confermando anche i limiti di un sistema difensivo audace e rischioso. Quando una società non ha grandi mezzi economici e vuole tentare un’avvenuta rischiosa ma ricca di fascino, non può che affidarsi a Zdenek Zeman, certa di fare un investimento sullo spettacolo anche a scapito della certezza del risultato finale. Tommaso Giulini lo ha capito e fin qui, gioco ed entro certi limiti anche i risultati, stanno dando ragione sia a lui sia a Zdenek Zeman!

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Non si placano le polemiche sulla decisione adottata dall’Agenzia regionale Sardegna Promozione con la risoluzione della convenzione che la legava al Cagliari Calcio.

«Alla Regione non basta che la nuova gestione del Cagliari calcio sia riuscita a restituire lo stadio ai suoi tifosi, che abbia riacceso l’interesse dei sardi verso i colori rossoblù e, soprattutto, che con la maglia della squadra promuova l’isola portando in giro per l’Italia il brand Sardegna – dichiara Ignazio Locci, consigliere regionale del Gruppo Forza Italia Sardegna -. Evidentemente no, dato che in maniera del tutto inaspettata e ingiustificata l’Agenzia regionale Sardegna promozione, oggi commissariata, ha risolto la convenzione che la legava alla società rossoblù, negandole i milioni di euro (1,9 milioni di euro relativi alla stagione 2013/2014 e 1,3 a quella in corso), su cui la nuova dirigenza faceva affidamento.»

«Si tratta di una beffa a tutti gli effetti, che vale sia per il sodalizio calcistico, sia per un’isola intera, da sempre legata alla squadra che milita nel massimo campionato nazionale – aggiunge Ignazio Locci -. Ma per la dirigenza costerà cara, considerato che su quei fondi contava per contribuire al progetto di rilancio della società, già alle prese con la crisi che ha colpito il settore.»

«Ricordo al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore del Turismo Francesco Morandi che hanno tutto il potere per intervenire presso Sardegna promozione e scongiurare una decisione che avrebbe ripercussioni gravissime. Mi auguro che se ne convincano e agiscano quanto prima. A meno che – conclude il consigliere regionale di Forza Italia – non intendano far scappare anche il volenteroso presidente del Cagliari Tommaso Giulini.»

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L’incontro tra l’Ussi Sardegna e il Cagliari calcio, tenutosi ieri, è stato incentrato sulla prosecuzione dello spirito di collaborazione per la stagione in corso. In particolare, sono state trattate alcune criticità emerse, non solo durante la settimana di lavoro ad Assemini, ma anche quelle relative allo stadio sant’Elia. L’Ussi ha incassato la piena disponibilità del Cagliari a intervenire per rendere ancora più agevole il lavoro dei cronisti.

Erano presenti: per l’Ussi, Mario Frongia, Andrea Frailis, Francesco Porceddu, Giuseppe Amisani; per il Cagliari, il presidente Tommaso Giulini, il suo vice Stefano Filucchi, il direttore commerciale e marketing Mario Passetti, il team manager Marcello Sanfelice e l’addetto stampa Alessandro Steri.

Centro sportivo di Assemini

– presenza dei giornalisti a un allenamento settimanale;

– inserire, oltre a quella con l’allenatore, un’intervista settimanale con alcuni giocatori;

– momento di formazione, due-tre incontri all’anno con il tecnico e il suo staff per consentire ai giornalisti di “leggere” la partita con maggiori nozioni tecniche.

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– migliorare e/o inserire la cartellonistica per consentire un più facile ritiro degli accrediti e, soprattutto, le giuste indicazioni per l’accesso riservato alla stampa;

– accesso anche ai giornalisti alla zona riservata al “caffè dell’intervallo” mostrando semplicemente il pass (accredito);

– distribuzione in tribuna stampa una bottiglia d’acqua ai giornalisti accreditati;

– verifica del funzionamento delle prese elettriche e miglioramento dell’illuminazione per le gare in notturna;

– accesso in tribuna stampa solo ai giornalisti;

– distribuzione delle formazione attraverso la collaborazione del delegato Ussi solo ai giornalisti accreditati;

– nelle interviste dopo gara, soprattutto per quelle in notturna, prevedere un moderatore degli interventi a cura del Cagliari Calcio o di un delegato Ussi sia nella tribuna stampa che nella mix zone;

– possibile creazione di un’area di parcheggio riservato ai giornalisti.