6 May, 2024
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Il Consiglio regionale si riunirà domani, martedì 13 marzo, alle ore 16.00. Primo punto all’ordine del giorno il Disegno di legge 492 “Disposizioni in materia di pesca”. Seguirà l’esame del DL 440 “Istituzione dell’Anagrafe regionale degli studenti” e del documento  n. 19 del Corecom che riguarda il programma di attività per il 2018. L’Aula discuterà inoltre sette mozioni: la 374 (Forma e più)  sul piano di riorganizzazione delle sedi INPS e sulle ripercussioni nel territorio regionale con particolare riferimento alla Sardegna centrale; la 392 (Congiu e più) in merito alla grave situazione in cui si trovano i dipendenti dell’ARAS; la 370 (Pizzuto e più) sulla situazione dei lavoratori ex Sa.Re.Mar. e sull’applicazione della clausola di salvaguardia; la 139 (Rubiu e più) sulla situazione di crisi del sistema industriale in Sardegna, con la chiusura di diverse aziende e la cassa integrazione di molti lavoratori; la 238 (Tedde e più) sulle illegittime richieste di conguagli inviate da Abbanoa agli utenti sardi relativamente alle annualità dal 2005 al 2011; la 163 (Tedde e più) sui tagli delle risorse destinate a finanziare i piani personalizzati di sostegno previsti dalla legge 21 maggio 1998, n. 162, e sull’introduzione di un meccanismo a punteggio che misura l’importanza e la rilevanza delle diverse forme di disabilità; la 399 (Peru e più) sulla rimozione delle cause che determinano il diniego della fornitura dei dispositivi medici necessari per il monitoraggio continuo della glicemia ai pazienti affetti da diabete.

Giovedì 15 marzo si riuniranno invece la seconda e la sesta Commissione convocate entrambe per le 10,00.

Il parlamentino della Cultura, presieduto da Gavino Manca, sentirà i audizione l’assessore al Lavoro Virginia Mura sul Programma “Lavoras”. All’ordine del giorno anche l’elezione di un nuovo segretario e l’esame del Testo Unico sulla lingua sarda.

Nutrito il programma della Sesta Commissione. I lavori dell’organismo consiliare guidato da Raimondo Perra si apriranno con l’audizione dell’assessore alla sanità Luigi Arru sui Plus e sul tariffario unico regionale per le prestazioni sanitarie dei veterinari. Seguirà l’audizione dell’assessore al Lavoro Virginia Mura sul Piano triennale per l’emigrazione. Chiuse le audizioni, la Commissione si occuperà del Testo unico sulla dislessia e delle proposte di legge n. 164 Interventi per la promozione e la valorizzazione dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli”; n. 280 e n. 56 “Gioco d’azzardo”; n. 453 “Disciplina normativa sulla disabilità uditiva”; nn. 116 e 317 “Sport” e n. 472 “Istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza”.

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Il 2018 sarà l’anno in cui le aziende sarde riprendono ad assumere giovani e meno giovani. È questo l’auspicio che ha guidato la costruzione del solido programma delle Politiche attive per il Lavoro varate oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro Virginia Mura e presentate alla stampa dal presidente Francesco Pigliaru, la stessa Mura e l’assessore Raffaele Paci. Le misure approvate, con gli incentivi all’assunzione e gli assegni formativi, costituiscono il terzo capitolo di LavoRas, il piano per il lavoro della Regione da quasi, complessivamente, 128 milioni di euro (e di ulteriori 70 all’anno per il 2019 e il 2020). Contano su una dotazione di 43,1 milioni di euro per incentivi all’occupazione e assegni formativi, 18,3 milioni per interventi specifici – compresi 4,8 milioni per rimodulazioni. Nelle precedenti sedute, la Giunta Pigliaru aveva già dato via libera ai primi due pilastri del Piano: la prima parte (nella seduta del 6 febbraio) dedicata alla prosecuzione dei Cantieri occupazionali già operativi e finanziata con 21,26 milioni; la seconda (nella riunione del 20 febbraio), relativa ai Cantieri occupazionali di nuova attivazione, che può contare su uno stanziamento di 45,2 milioni di euro.

Le politiche attive approvate oggi, come accennato, sono suddivise in due linee di attività: un piano di incentivi all’assunzione, per i quali sono disponibili 34 milioni, e un programma di assegni formativi, che può contare su uno stanziamento di 9,1 milioni. Si tratta di misure disegnate per agganciarsi in modo organico, senza sovrapposizioni ed anzi con la possibilità di sommarsi, agli sgravi contributivi contemplati dalla legislazione nazionale, in modo da accrescere i vantaggi per i destinatari con l’obiettivo di ottenere la massima efficacia in termini di risultati occupazionali.

L’incentivo regionale consiste in un finanziamento per ogni lavoratore assunto, destinato alle imprese che hanno almeno una sede operativa nel territorio regionale. Per i contratti a tempo indeterminato (stipulati entro il 31 dicembre) il contributo massimo su base annua è pari a 4 mila euro per ogni assunto. Nel caso di contratti a tempo determinato, (della durata minima di 12 mesi), il finanziamento è pari a 3 mila euro a lavoratore, rimodulabile proporzionalmente in caso di contratto di lavoro part time.

Il contributo regionale può cumularsi con gli sgravi contributivi previsti – per le assunzioni – dalla legislazione nazionale. Per ogni assunto a tempo indeterminato, in pratica, un’azienda potrebbe godere sia dei 4 mila euro del contributo regionale, sia degli 8 mila euro (massimi) dello sgravio contributivo previsto dalle misure nazionali. Vantaggi cumulabili, per rendere conveniente assumere, e in particolare assumere giovani. Della dotazione complessiva di 34 milioni, infatti, 22 milioni sono riservati all’assunzione di disoccupati di massimo 35 anni, 10 milioni all’assunzione di over 35, e 2 milioni all’assunzione di lavoratori disabili. In ognuno di questi segmenti, il 25% viene destinato alle aziende che assumano a seguito di un tirocinio e il 15% alle aziende che assumeranno dopo o a condizione di una formazione complementare.

Accanto agli incentivi occupazionali, e agganciabile ad essi, è l’assegno formativo, misura che ha come obiettivo colmare i disallineamenti tra le competenze richieste dalle imprese e quelle possedute dai lavoratori. Per gli under 35, l’intervento mira all’acquisizione di competenze in particolare nei settori dell’innovazione e digitali. Per i soggetti over 35, l’obiettivo è favorire l’occupazione di soggetti con maggiore difficoltà di inserimento lavorativo. A gestire la misura sarà l’ASPAL, per il tramite dei Centri per l’Impiego territorialmente competenti che individueranno anche situazioni in cui le competenze richieste dall’azienda non sono reperibili immediatamente all’interno dell’offerta formativa disponibile nel sistema della formazione regionale accreditata. In questi casi verrà erogato al disoccupato un assegno formativo individuale, che l’interessato potrà indirizzare verso una struttura formativa di proprio interesse, per acquisire la competenza mancante.

Per situazioni di particolare criticità, ad esempio quelle che riguardano bacini di lavoratori disoccupati e privi di ogni forma di sostegno del reddito, LavoRas prevede un piano di interventi finanziato complessivamente con 18,3 milioni di euro.

Di queste risorse, quasi 7 milioni saranno riservati per politiche attive per i lavoratori che provengono da situazioni di crisi aziendale e che non beneficiano di ammortizzatori sociali, con l’obiettivo di avviarli al reingresso nel mercato del lavoro o alla creazione d’impresa. 5 milioni sono riservati ad incentivare l’occupazione dei lavoratori over 55: un target di popolazione che, quando viene espulsa dal mercato del lavoro, riscontra elevate difficoltà di rioccupazione e spesso si avvicina pericolosamente alla soglia della povertà. A livello sperimentale, la misura sfrutta le opportunità offerte dalla tipologia contrattuale del lavoro intermittente, che a livello nazionale e regionale sta riscontrando una crescita rilevante. Essa è rivolta sia ai datori di lavoro che già occupano lavoratori over 55, (con l’obiettivo di incrementare il numero delle giornate lavorate), sia a datori di lavoro che intendano effettuare nuove assunzioni con questa tipologia contrattuale. Ciò consentirà, inoltre, ai lavoratori più prossimi alla pensione di maturare utili contributi previdenziali. Inoltre, è previsto uno stanziamento di 1,2 milioni per servizi di accompagnamento alla creazione d’impresa.

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Lavoras

LavoRas, il piano per il lavoro da 128 milioni, è arrivato alla volata finale. Dopo gli ultimi incontri svoltisi a Villa Devoto con sindacati, associazioni datoriali, Anci, Cal e la condivisione con la maggioranza, martedì prossimo LavoRas sarà presentato in Giunta. Subito dopo, il piano sarà portato all’attenzione delle commissioni consiliari per raccogliere eventuali osservazioni e integrazioni, e sarà infine approvato definitivamente dall’Esecutivo. Durante gli incontri, convocati dal presidente della Regione Francesco Pigliaru con gli assessori del Lavoro Virginia Mura e della Programmazione Raffaele Paci, sono state illustrate le linee portanti del Piano approvato dal Consiglio attraverso la Finanziaria 2018. Due le tipologie di intervento previste, i cantieri diretti per garantire risposte alle situazioni di emergenza e gli incentivi alle imprese per favorire le assunzioni, misura con un respiro più strutturale. È previsto un Osservatorio che monitorerà costantemente l’andamento e l’efficacia di LavoRas.

«Il lavoro è una priorità e siamo perfettamente consapevoli che la disoccupazione è uno dei problemi più gravi che la Sardegna si trova a dover affrontare. Fin da subito ci siamo impegnati per risolverlo lavorando con serietà e concretezza, e i dati finalmente incoraggianti ci dicono che siamo sulla strada giusta – spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Questo vogliamo fare anche con LavoRas, un piano innovativo di estremo rilievo, che mette insieme un importante finanziamento regionale straordinario con finanziamenti nazionali ed europei ancora liberi che stiamo programmando su politiche utili a tutte le categorie attualmente in difficoltà – aggiunge il presidente Pigliaru -, con una particolare attenzione per i giovani ma anche per chi il lavoro l’ha perso e non riesce a reinserirsi, per le donne, per chi ha competenze più specifiche e per chi invece è meno specializzato. È un altro, cruciale tassello nelle politiche che portiamo avanti per abbattere la disoccupazione e creare nuove opportunità per i nostri ragazzi, perché possano costruire in Sardegna il loro presente e il loro futuro.»

LavoRas ha una dotazione finanziaria per il 2018 che ammonta precisamente a 127 milioni e 760mila euro. Quattro le macromisure previste: cantieri di nuova attivazione, 45 milioni e 200mila euro; cantieri già operativi, 21 milioni e 260mila euro; politiche attive, 48milioni divisi fra incentivi assunzionali e assegni formativi; altri interventi specifici (13,2 milioni). La misura cantieri di nuova attivazione dà la possibilità ai Comuni, direttamente o tramite le cooperative sociali, di assumere lavoratori con difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro per un periodo di 8 mesi. Finanziando i cantieri già operativi si confermeranno gli interventi avviati con fondi regionali negli anni scorsi sui cantieri verdi, i lavoratori in utilizzo e quelli socialmente utili (LSU), i cantieri affidati a Forestas. All’interno delle politiche attive sono previsti interventi per incentivare le imprese ad assumere personale qualificato, a tempo determinato per almeno 12 mesi o a tempo indeterminato, a tutele crescenti e in aggiunta alle misure nazionali attraverso un mix combinato di azioni: si punta a sostenere giovani, disoccupati e inoccupati over 35, persone con disabilità, lavoratori coinvolti in situazioni di crisi, disoccupati over 55. Particolare attenzione ai giovani, con azioni a sostegno della trasformazione dei tirocini in contratti a tutele crescenti o, quando non possibile, almeno a tempo determinato e con assegni formativi per garantire i profili professionali richiesti dalle imprese. Infine, con gli altri interventi specifici si agirà su specifiche situazioni di crisi e categorie di lavoratori e se necessario, sul potenziamento delle altre misure.

«I confronti che abbiamo avuto con le parti sociali sono stati molto proficui, e ci hanno permesso di definire gran parte degli interventi che compongono LavoRas – dice l’assessore regionale del Lavoro -. Non solo: anche le misure sulle quali si è concordato di svolgere alcuni ulteriori approfondimenti , sono in avanzato stato di definizione, in particolare quelle che riguardano gli incentivi e le politiche attive. In pochissimo tempo – conclude l’assessore del Lavoro – potremo disegnare in maniera ottimale anche i particolari di questa parte del Piano LavoRas, in modo da collegarlo nel modo più efficace con le misure nazionali e assicurare così le migliori opportunità ai lavoratori e alle imprese sarde».

Gli importi destinati ai cantieri saranno gestiti dai Comuni, direttamente se hanno spazi assunzionali oppure attraverso le cooperative sociali. Sei le tipologie dei cantieri previsti da LavoRas. Ambiente e dissesto idrogeologico: per esempio progetti di valorizzazione e messa in sicurezza del patrimonio ambientale, sistemazione di aree di particolare pregio ambientale, prevenzione di calamità naturali e rischio idrogeologico, sistemazione dei reticoli idrici. Beni culturali e archeologici: dunque campagne di scavo, potenziamento della fruibilità dei siti per esempio con i boxoffice. Edilizia: manutenzione straordinaria di edifici pubblici. Reti idriche: censimento, digitalizzazione e monitoraggio delle reti idriche. Valorizzazione attrattori culturali ovvero progetti di salvaguardia e fruizione di beni culturali e siti archeologici. Patrimonio pubblico e miglioramento delle procedure comunali, per esempio efficientamento energetico e catalogazione dei beni.

«Sono molto soddisfatto di quello che abbiamo fatto in questi mesi, rispettando i tempi previsti e incontrando più volte i sindacati, le imprese, i rappresentanti degli enti locali e tutti i soggetti interessati a LavoRas, di cui abbiamo accolto richieste e suggerimenti. È un piano importante e fortemente condiviso – sottolinea l’assessore della Programmazione Paci -, un punto davvero qualificante della nostra azione di governo, su cui stiamo lavorando moltissimo concentrando tutto il nostro impegno. Ora siamo alle battute finali, il passaggio in Giunta è fondamentale per arrivare rapidamente al varo definitivo del piano, con cui offriamo interventi emergenziali ma anche strutturali e un ventaglio di possibilità per le imprese che va dal tempo determinato all’indeterminato. L’attenzione alla creazione di lavoro stabile da parte della Giunta è massima, come dimostrano le tante azioni messe in campo a cominciare dai bandi per le imprese che rendono disponibili 250 milioni in due anni. Proseguiremo in questa direzione – conclude Raffaele Paci – mettendo in campo ogni intervento utile.»

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lavoro, servizi

«Mi fa particolarmente piacere partecipare a questa iniziativa, finanziata con risorse del Fondo Sociale Europeo all’interno del nostro programma “Green & Blue Economy”, rivolto alla formazione professionale di qualità – ha detto Virginia Mura -. Questo è un chiaro modello di innovazione nella formazione: disegna nuovi percorsi professionali tenendo conto degli spazi che si aprono nel mercato e converte, quasi in “tempo reale”, quella che viene raccontata solo come ‘emergenza’, i rapporti col mondo islamico, in opportunità per le nostre aziende.»

«Le imprese e i professionisti che conseguiranno la qualifica per realizzare e commercializzare prodotti con la certificazione “Halal” – ha aggiunto Virginia Mura -, potranno accedere alle enormi opportunità legate al commercio estero verso i paesi del Nord Africa, un bacino di centinaia di milioni di abitanti, ma anche sviluppare il mercato interno, costituito in larga parte dagli immigrati di prima e seconda generazione che sono qui da anni, a cui si sono aggiunti coloro che si sono integrati, dopo essere giunti da noi con i flussi migratori di questi anni. Un progetto come questo – ha concluso l’assessore del Lavoro -, contribuisce inoltre all’avanzamento culturale del nostro mondo imprenditoriale ed economico e, più in generale, della nostra società: la buona integrazione si realizza anche assicurando a ciascuno prodotti garantiti in ossequio ai propri dettami religiosi.»

Halal è una parola araba che significa “lecito”, cioè tutto quanto permesso dalla religione musulmana. Le certificazioni Halal sono quindi associate alle prescrizioni islamiche e attestano la conformità dei prodotti ai dettami religiosi. Esse, disciplinate dagli standard di qualità ISO, sono fondamentali per il commercio in tutti i paesi della cosiddetta Halal Economy e, in generale, per tutti i consumatori di fede musulmana.

Il progetto “Commercio e Produzioni Halal in Sardegna” svilupperà la formazione degli operatori orientata ai mercati della “Halal Economy” e alla creazione di imprese sarde specializzate nel settore nei comparti agroalimentare, cosmetico, farmaceutico e turistico, sviluppando innovativi processi di produzione e commercializzazione per un mercato locale ed internazionale sempre più attento alle certificazioni Halal.

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Sono stati prorogati fino alle 18.00 del 28 febbraio 2018, i termini per la presentazione delle domande di mobilità in deroga per i lavoratori delle aree di crisi complessa di Portovesme e di Porto Torres.
«La proroga si rende necessaria – spiega l’assessore del Lavoro Virginia Mura – sia perché richiesta dalle organizzazioni sindacali, sia per consentire la presentazione della domanda da parte degli oltre 200 lavoratori che, come risulta dal sistema, non l’hanno ancora fatto e che rischiano di rimanere esclusi. Tutti coloro che hanno i requisiti, ovvero chi lavora nelle aree di crisi complessa ed era percettore di mobilità ordinaria o in deroga al 1° gennaio 2017, sono invitati a presentare al più presto l’istanza.»
 

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15 febbraio 2018, ministero dello Sviluppo economico. Quella di domani sarà una giornata che resterà nella storia del polo industriale di Portovesme, con il passaggio di proprietà dello stabilimento di produzione di alluminio primario dall’Alcoa Trasformazioni alla Sider Alloys, attraverso Invitalia. Il passaggio avverrà in due fasi, a distanza di alcune ore l’una dall’altra: intorno a mezzogiorno la prima, che porterà all’acquisizione dello stabilimento da parte di Invitalia; nel pomeriggio la seconda, con la cessione definitiva alla Sider Alloys.

Arriva a conclusione, dunque, la procedura annunciata lo scorso 22 dicembre a Portovesme dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, alla presenza dell’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri e dell’amministratore delegato della Sider Alloys Giuseppe Mannina, oltreché del governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, degli assessori Maria Grazia Piras (Industria), Donatella Spano (Ambiente), Virginia Mura (Lavoro) e Cristiano Erriu (Urbanistica ed Enti locali); i parlamentari Francesco Sanna ed Emanuele Cani, i consiglieri regionali Pietro Cocco e Luca Pizzuto; il coordinatore del Piano Sulcis Salvatore Cherchi; e numerosi sindaci dei comuni del territorio.

«Il passaggio di domani era atteso da tempo e va valutato molto positivamente – ha detto Roberto Puddu, segretario generale della Camera del Lavoro CGIL del Sulcis Iglesiente – perché per assicurare un futuro alla fabbrica, è indispensabile l’uscita di scena di Alcoa, ed è importantissimo che questo avvenga con la garanzia del Governo, attraverso Invitalia, per i prossimi tre anni. Ciò che ci lascia perplessi – ha aggiunto Roberto Puddu – è che non ci sia ancora stato, come concordato ed annunciato, il confronto preventivo tra la Sider Alloys e le organizzazioni sindacali sul piano industriale e sugli organici necessari per la ripresa della produzione a pieno regime.»

Il progetto di rilancio della produzione di alluminio primario prevede un investimento iniziale di 135 milioni di euro, 80 dei quali saranno coperti da un finanziamento del Governo da restituire a tasso agevolato, mentre sono previsti una quota di una decina di milioni a fondo perduto ed un concorso della Regione Sardegna per altri 8 milioni di euro.

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istruzione-scuole-scuola-013

È stato convocato oggi il primo tavolo dell’Osservatorio regionale sulla dispersione scolastica: nella sala ex CREL di via Roma a Cagliari si sono riuniti questa mattina gli assessori della Pubblica Istruzione e del Lavoro Giuseppe Dessena e Virginia Mura, Francesco Feliziani per l’Ufficio scolastico regionale (USR), i rappresentanti dell’Anp (associazione nazionale presidi), dell’Anci, della Cgil Cisl e Uil comparto scuola, e il prorettore dell’Università di Cagliari Efisio Putzu.
L’Osservatorio è uno degli strumenti attraverso i quali si vuole ridurre il tasso di dispersione scolastica, migliorare le competenze e potenziare l’offerta formativa per gli studenti. L’attività dell’Osservatorio è stata pensata per tavoli tematici che si riuniranno per migliorare i processi connessi sia all’istruzione che alla formazione e creare in questo modo politiche efficaci, monitorare con precisione le dinamiche dei percorsi di studio e formativi, integrare le politiche dell’istruzione con quelle della formazione tecnica e professionale.
«Oggi abbiamo dato vita a un altro importante pezzo della filiera dell’istruzione e della lotta alla dispersione scolastica – ha detto l’assessore Dessena -, l’Osservatorio è uno strumento interistituzionale che servirà a monitorare il percorso di studio di ogni singolo studente e aiuterà a capirne difficoltà e problematiche. I dati rilevati aiuteranno noi amministratori nel pensare e nel mettere in campo politiche mirate delle quali gli studenti possano beneficiare, perché il loro percorso di studi sia completo e li renda competitivi nel mondo del lavoro. L’Osservatorio sarà inoltre uno strumento aggiuntivo che andrà anche a qualificare ulteriormente il grande lavoro che si sta portando avanti attraverso i programmi di Iscol@ e Tutti a Iscol@.»

L’assessore Dessena ha inoltre ricordato come l’Osservatorio si sia occupato oggi anche del tema dei dirigenti “carenti al fronte di 280 autonomie”. 
Il primo Tavolo creato è stato quello dell’IEFP (Istruzione e formazione professionale). «Un tavolo assolutamente prioritario – ha commentato l’assessora Virginia Mura – che servirà a creare sinergia tra l’istruzione e la formazione, rispondendo a criteri ministeriali, e a garantire una offerta formativa che sia articolata e soddisfacente anche con le esigenze dei territori. L’istruzione e la formazione professionale sono due canali attraverso i quali lo stato riconosce l’assolvimento dell’obbligo formativo con pari dignità. È inoltre necessaria la massima condivisione dei dati reperiti, tra Miur e Regione, per una programmazione quanto più efficace sul territorio regionale».

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La commissione Lavoro, presieduta da Gavino Manca (Pd) ha esaminato, in due distinte audizioni, l’attività svolta dal Corecom nel 2017 e le nuove linee-guida sui tirocini formativi scaturite dall’accordo Stato-Regioni del 25 maggio scorso.

Sul primo punto ha riferito il presidente del Corecom Sardegna Mario Cabasino che ha parlato del 2017 come «un anno importante per i risultati raggiunti ed utile per sviluppare il lavoro del 2018». «Per quanto riguarda l’anno scorso – ha affermato Mario Cabasino – va sottolineato il dato delle 1.500 conciliazioni effettuate dai cittadini-utenti su contenziosi relativi alla telefonia mobile e le Tv a pagamento e quello, in particolare, della sede decentrata di Sassari, attivata grazie ad un accordo col Comune e l’Università, che ha incrementato le pratiche istruite del 30%».

«Il 2018 – ha proseguito Mario Cabasino – impegnerà il Comitato in una serie di iniziative molto significative: acquisizione di nuove deleghe da parte dell’Agcom che consentiranno l’emanazione di sentenze definitive nei casi di mancate conciliazioni (finora di competenza dell’Agcom nazionale), la tenuta del registro delle emittenti televisive locali, l’intensificazione del contrasto al cyber-bullismo in collaborazione con il Garante per l’infanzia ed altri soggetti pubblici, l’attivazione di uno sportello sulla web reputation e l’organizzazione della Conferenza regionale sulla comunicazione.»

Nella seconda parte dell’audizione l’assessore del Lavoro, Virginia Mura ha illustrato i punti principali delle linee-guida sui tirocini formativi e di orientamento, fornendo in apertura un dato abbastanza incoraggiante per la Sardegna, dove i tirocini, in 1 caso su 3, si trasformano in un vero e proprio rapporto di lavoro. Le novità per il 2018 riguardano soprattutto la durata minima del tirocinio (si potrà partire da 1 mese), la possibilità di effettuarlo anche in una piccola impresa senza dipendenti, l’orario di lavoro massimo pari all’80% di quello contrattuale, il rafforzamento dell’azione del tutor e la certificazione finale.

L’assessore Virginia Mura ha poi richiamato l’attenzione su alcuni elementi specifici che riguardano la Sardegna. «In primo luogo – ha dichiarato – la gestione di questi procedimenti affidata ai centri per l’impiego, per qualificarli maggiormente come luoghi di incontro fra domanda e offerta di lavoro ed inoltre la ripartizione delle indennità di 400 euro per i tirocinanti, di cui 300 a carico del sistema pubblico e 100 a carico del datore di lavoro».

Attualmente in Sardegna (ma i numeri sono in continuo movimento) sono impegnati 4.500 tirocinanti, 2.000 dei quali sul progetto “Garanzia giovani”, e 2.500 selezionati dal bando “over 29”. Soffermandosi sui problemi di “Garanzia giovani”, l’assessore ha riconosciuto che nel pagamento delle indennità ci sono molti ritardi, dovuti però alla gestione dei fondi accentrata presso l’Inps, nonostante le richieste di trasferire le risorse direttamente alla Regione.

Nei dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp), Rossella Pinna e Gianmario Tendas (Pd), Angelo Carta (Psd’Az-La Base) e Paolo Dessì (Misto).

 

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Lavoro

La Giunta regionale ha stanziato 14,3 milioni di euro per cantieri occupazionali ed ex Lsu. Si tratta dei primi interventi per “LavoRas”, il Programma integrato plurifondo approvato con la Legge di stabilità 2018: la Giunta, su proposta dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ha stanziato 14,3 milioni per l’attuazione dei Cantieri occupazionali destinati ai lavoratori già in utilizzo, e per le Politiche di stabilizzazione ed esodo dei lavoratori socialmente utili.
L’intervento, essendo rivolto a categorie di lavoratori particolarmente fragili, anticipa l’approvazione complessiva del Programma “LavoRas”, di cui resta comunque parte integrante e consentirà agli uffici di impiegare subito 7,5 milioni per l’attuazione nel 2018 dei cantieri occupazionali, e di 6,8 milioni per favorire la stabilizzazione degli ex Lavoratori Socialmente Utili rimasti nel bacino regionale, che potranno comunque anche essere coinvolti negli stessi cantieri occupazionali.
Rivolti a lavoratori che hanno perso il sostegno economico degli ammortizzatori sociali in conseguenza delle modifiche legislative intervenute in materia (ai sensi della legge regionale 5 del 2015), i cantieri impiegano 374 addetti in 77 Comuni (nei cosiddetti “cantieri verdi” per la prevenzione di incendi, dissesto idrogeologico e discariche abusive) e nelle Aziende sanitarie locali di Carbonia, Oristano e Sanluri. Questi lavoratori hanno come unico sostegno economico l’impiego nei cantieri occupazionali, i quali costituiscono un’azione positiva di inserimento nel contesto del mondo del lavoro, con l’impegno in attività che, in molti casi, preservano il loro patrimonio di competenze professionali, e in altri casi contribuiscono ad un accrescimento di conoscenze. Non solo: data l’età anagrafica di diversi dei lavoratori utilizzati, il loro inserimento nei cantieri occupazionali permette il conseguimento di contributi utili al raggiungimento del traguardo pensionistico: l’intervento, dunque, almeno in questi casi, può anche essere considerato un utile strumento di accompagnamento attivo alla pensione.
Ridottisi negli anni da alcune migliaia a poche decine e destinato a esaurirsi (in base alla normativa nazionale), il bacino degli ex Lsu della Sardegna nel corso del 2017 si è ulteriormente assottigliato, passando da 52 a 32 unità grazie alle azioni messe in campo dalla Giunta. Esse agiscono, attraverso un corposo piano di incentivi, tanto per favorire la stabilizzazione dei lavoratori presso le pubbliche amministrative, quanto per stimolare l’esodo volontario dei lavoratori. Proprio in forza dei progressi ottenuti, e con un risultato finale che è ormai a portata di mano, la Regione ha potuto ottenere dal ministero del Lavoro la prosecuzione delle attività socialmente utili anche nel 2018. In attesa dunque di giungere ad una soluzione definitiva della loro situazione, potranno avere un altro anno di attività garantito.

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La Seconda Commissione del Consiglio regionale si riunirà domani, martedì 6 febbraio, alle 15.30. All’ordine del giorno le audizioni dell’assessore del Lavoro Virginia Mura sul  P/186 Disciplina dei Tirocini formativi e di orientamento” e del presidente del Corecom Mario Cabasino sul programma di attività per il 2018.

Successivamente la Commissione esaminerà il P/184 “Integrazione della rete scolastica” ed il Testo unico sulla Lingua sarda.