26 April, 2024
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Giorgio Angius, consigliere comunale di Cagliari del gruppo dei Riformatori sartdi, solleva dubbi sulla validità della scelta fatta dal Consiglio comunale che oggi ha approvato il progetto preliminare del collegamento della metropolitana leggera tra le due principali stazioni, quella di piazza Matteotti e quella di  piazza Repubblica.

«Abbiamo votato contro – spiega Giorgio Angius -. Il collegamento deve essere senz’altro realizzato per gli indiscutibili vantaggi della chiusura dell’anello ferroviario tra le due principali linee che uniscono Cagliari con l’hinterland ed il resto della Sardegna, ma andava realizzato sotto terra. Un passaggio ferroviario lungo la via Roma e, attraverso la piazza Matteotti, creerà un’ulteriore cesura tra la città ed il mare, una barriera che affonda definitivamente il sogno di una grande piazza sul mare. Certamente realizzare un’infrastruttura sotterranea costa molto di più rispetto alla superficie, ma questi fondi c’erano già: questo progetto poteva essere ricondotto all’interno dei lavori per il tunnel sotto la via Roma, con le opportune varianti. Purtroppo, quel progetto, già finanziato e pronto a partire, è stato bocciato da quest’amministrazione. Cagliari può vivere di turismo – conclude Giorgio Angius – solo riconquistando il suo rapporto col mare, oggi abbiamo in via Roma 13 corsie di lamiere e domani, grazie al voto di oggi, avremo 10 corsie di lamiere ed una ferrovia.»

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Dopo tanto tempo si riprende a parlare di stadio, grazie alla meritevole iniziativa della nuova dirigenza del Cagliari Calcio, che ha presentato un nuovo progetto. Gli ingredienti sembrano gli stessi che hanno caratterizzato anche altre proposte del passato: un impianto completamente nuovo, spettatori ad un passo dal campo, negozi sportivi e palestre per altri sport all’interno della struttura. Come in passato, anche oggi ci esprimiamo a favore di una soluzione di questo tipo, avendo sempre presente che l’obiettivo deve essere quello di dare vantaggi alla collettività. Se per un numero importante di anni un’area di grandissime dimensioni, strategica per la città, viene data in concessione ad una società privata, deve essere garantito un uso frequente della stessa e non solo per un pomeriggio ogni due settimane! Dev’essere, soprattutto, una struttura adatta ad ospitare grandi spettacoli, in grado di far dimenticare presto l’oscenità della cosiddetta Arena Grandi Eventi. Ci aspettiamo che su questo punto il sindaco sia ben vigile nella trattativa con la società e che al più presto si possano conoscere gli aspetti patrimoniali della vicenda, quelli su cui sono caduti tutti quelli che si sono avventurati su questo campo. Il Cagliari Calcio avrà il diritto di superficie? Per quanti anni? Pagherà un canone? 

Giorgio Angius

Riformatori Sardi

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aDSC_0911aDSC_0924Hotel Cervo 1 Porto Cervo copia Porto Cervo 2 copia

Franco Mulas, area manager Starwood Costa Smeralda, ha illustrato questa mattina, a Porto Cervo, il bilancio turistico del 2014 e anticipato le previsioni per il 2015 nei 4 alberghi di proprietà del Qatar e gestiti dalla Starwood.

Il bilancio 2014 per i quattro alberghi di proprietà del Qatar gestiti dalla Starwood hotels è positivo. Il Cala di Volpe, il Pitrizza, il Romazzino e il Cervo lo scorso anno hanno confermato il trend positivo del 2013 e incrementato i dati relativi all’occupazione delle camere. Nel 2014 sono state circa 50mila le presenze complessivamente registrate nei quattro hotel di proprietà del Qatar in Costa Smeralda durante la stagione iniziata a maggio e conclusasi a ottobre. Le camere occupate sono state 27 mila 300. Il Cervo è rimasto aperto tutto l’anno; il Romazzino ha lavorato a pieno regime fino al 24 ottobre; il Pitrizza e il Cala di Volpe hanno terminato la stagione il 27 settembre. Per il 2015 è prevista un’ulteriore crescita in termini di occupazione delle camere e dunque una stagione decisamente positiva.

In un mercato sempre più internazionale quello italiano continua a mantenere il primato in termini di presenze con il 13%, seguito da quello russo (11%) e Stati Uniti (11%) con quello a stelle e strisce in netta crescita con un miglioramento del 21% rispetto all’anno precedente.

Nel 2014, grazie all’andamento positivo della stagione, l’attività dei quattro alberghi Starwood ha generato un indotto rilevante nell’economia del territorio sardo. La spesa in Sardegna, per l’acquisto di cibo e bevande (carne, pesce, frutta, verdura, vino, formaggi, per cui alimenti di consumo immediato), è stata di 2,5 milioni di euro. Starwood ha poi speso altri 4,7 milioni di euro per altri servizi sempre offerti da aziende sarde.

Un altro dato importante è quello relativo al numero dei coperti preparati nei quattro hotel e nei cinque ristoranti e locali della Starwood in Costa Smeralda: nella stagione turistica 2014 sono stati offerti 260mila pasti per un numero equivalente di persone.

Starwood ha pagato stipendi per un ammontare complessivo di circa 14 milioni di euro con un aumento di 750mila euro rispetto al 2013. I dipendenti assunti nel picco stagionale sono stati 842 il 91% dei quali residenti in Sardegna.

L’indotto totale generato nel 2014 in Sardegna dal settore ricettivo Starwood ha sfiorato i 20 milioni di euro.

A Porto Cervo per il ponte pasquale saranno aperti, oltre all’hotel Cervo, i due locali Portico e Sole e diverse boutique. Nel contesto dei flussi turistici rilevati dalla Starwood in Costa Smeralda, l’hotel Cervo rappresenta un paradigma fondamentale per valutare l’andamento della stagione turistica. Per quanto riguarda i flussi di Pasqua, il trend del Cervo è estremamente positivo: le stanze occupate saranno oltre 50 su 80, quindi l’indice di riempimento si attesta intorno al 70 per cento per una media di tre notti per ciascuna prenotazione. «Per il sesto anno di fila manteniamo l’hotel Cervo aperto per dodici mesi – sottolinea Franco Mulas, area manager Starwood – riteniamo sia un nostro dovere per dare un contributo all’economia del territorio».

La previsione per il 2015 è di 6.500 camere occupate in più rispetto al 2014. Questo trend di crescita porterà un incremento nell’occupazione dei dipendenti con una trentina di assunzioni in più nel picco stagionale. La Starwood erogherà un milione di euro in più ai dipendenti rispetto all’anno precedente.

Gli alberghi della Costa Smeralda puntano anche su nuovi mercati, oltre al consolidamento di quelli tradizionali.  Si investirà sulla crescita delle presenze dei mercati indiano, brasiliano e turco oltre che sui flussi turistici di altri Paesi del sud America. Resta sempre forte l’interesse per la Cina attraverso l’elaborazione di una politica a medio e lungo termine. Si inserisce in questo contesto la strategia di promozione dell’immagine della Sardegna nelle riviste di bordo in business class già sperimentata sugli aerei di Qatar Airways e British Airways e che verrà sviluppata su Air China e Air India.

«Ritengo sia più utile e realistico parlare di differenti target turistici in rapporto ai mercati di riferimento – spiega Franco Mulas – piuttosto che dividere l’anno di attività in alta e bassa stagione. Esistono diversi tipi di turisti da intercettare, alcuni sono interessati esclusivamente all’offerta balneare, altri sono attratti anche da un’offerta più completa: dall’ippica al trekking, dal benessere al biking passando per la valorizzazione del turismo culturale con le straordinarie ricchezze archeologiche del territorio.»

Nella previsione di budget per il 2015 gli alberghi Starwood valutano con grande attenzione il mercato Medio Orientale. In questo senso è stato tenuto in considerazione i fatto che il Ramadan sarà osservato dal 17 giugno al 17 luglio prossimi. Presumibilmente i clienti di fede mussulmana, cominceranno a viaggiare dal 20 luglio e questo potrebbe avere un impatto positivo sugli alberghi della Costa Smeralda.  Riveste un ruolo importante anche la variabile relativa al conflitto russo-ucraino dal momento che una fetta importante dei flussi turistici proviene dai due Paesi.

Per quanto riguarda invece la vetrina mondiale dell’Expò di Milano 2015, sarà «un appuntamento importante per far conoscere la Sardegna – spiega Franco Mulas – e una occasione favorevole per migliorare la promozione di una meta turistica che, al di fuori dei confini europei, in alcuni casi non è abbastanza conosciuta». La Starwood Costa Smeralda punta anche sulla promozione della Sardegna come meta turistica internazionale attraverso il messaggio de “L’isola della longevità” legato agli studi scientifici che dimostrano come in Sardegna ci sia una aspettativa della vita fuori dal comune.

Infine, nell’ambito del progetto Taste of Sardinia che punta a portare i prodotti sardi in giro per il mondo, dal 12 dicembre al 29 marzo il ristorante Cala di Volpe con 10 cuochi e 10 camerieri si è trasferito a Courchevel, rinomata località turistica sulle Alpi francesi. Inoltre, la Starwood sta pianificando un’iniziativa simile (ma con durata annuale) a Londra. Anche nella capitale londinese ci saranno i prodotti e le maestranze griffate Cala di Volpe.

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A Cagliari si riparla del progetto Betile, lanciato qualche anno fa dalla Giunta Soru e poi accantonato, e i Riformatori sardi intervengono per esprimere la loro posizione.

«Fa piacere che il centrosinistra comunale esca dal torpore della normale amministrazione dei marciapiedi per pensare finalmente allo sviluppo – scrivono in una nota Giorgio Angius consigliere comunale, Noemi Migliavacca, coordinatrice cittadina e Franco Meloni, presidente del Centro Studi Riformatori Sardi -. Certo queste iniziative ad un anno dalle elezioni fanno pensare più ad una boutade da campagna elettorale, piuttosto che ad una effettiva volontà di cambiamento, ma facciamo finta di niente.

I Riformatori sardi sono più che d’accordo sull’opportunità di realizzare a Cagliari un grande museo che possa ospitare manufatti d’arte sarda di ogni periodo, ma anche d’arte moderna di qualsiasi parte del mondo. Se ne gioverebbe la città e la Sardegna come punto di riferimento culturale di formazione per i sardi, ma anche e soprattutto come volano per allungare la stagione e completare l’offerta turistica.

La conduzione di un grande museo non è banale e ha senso affidarsi a grandi gruppi, così come potrebbe essere sufficiente selezionare un direttore artistico di valore internazionale. Naturalmente se si pensa alle sceneggiate che hanno caratterizzato la scelta dei sovrintendenti dell’Ente lirico di Cagliari, non possiamo che augurarci che questo centrosinistra si tenga lontano da questo campo.»

Due punti essenziali sembrano però non sfiorare i nuovi fautori del Betile – fanno notare i Riformatori sardi: 

«1. l’aspetto economico. Parlano di 90 milioni di euro come se fosse niente. Ne basterebbero un paio per sistemare alla grande uno dei cento grandi edifici abbandonati della città, anche attraverso un recupero di fabbricati che possa consentire soluzioni architettoniche di prestigio. Il mondo è pieno di architetture avvenieristiche di archistar di moda, ormai esse stesse diventate “non luoghi”. Un recupero di qualità consentirebbe di coniugare l’identità di edifici unici della nostra città con la creatività di nuove soluzioni funzionali ed estetiche.

2. la realizzazione di nuovi metri cubi di cemento in riva al mare. Se non è necessario, perchè continuare a costruire in aree che ovunque in Sardegna si sta cercando di tutelare? Non erano a sinistra i difensori più intransigenti delle coste.

Possiamo dare dei suggerimenti? Il capannone Nervi è un esempio di architettura del Novecento e si presterebbe perfettamente per la posizione e per gli elementi al contorno ad un recupero che lo metta in relazione sia con la città, che con il mare, magari attraverso elementi aggiuntivi che ne possano accrescere la capacità. La caserma Ederle rivissuta come città della cultura, sull’esempio dell’Arsenale di Venezia, diventerebbe un esempio di riconversione per le centinaia di aree militari in via di dismissione in Italia.»

Riformatori al mercato di San Benedetto 2 Riformatori al mercato di San Benedetto 1

Più attenzione ai mercati civici, anzi un vero e proprio master plan per dei luoghi che rappresentano la storia gastronomica di Cagliari. È quanto chiedono la coordinatrice cittadina dei Riformatori sardi di Cagliari, Noemi Migliavacca, è il consigliere comunale dei Riformatori, Giorgio Angius, che ieri mattina hanno promosso la manifestazione “Facciamo la spesa” che ha visto coinvolti un centinaio di militanti del partito, che si sono riversati all’interno del mercato di San Benedetto per dare solidarietà agli operatori del mercato e facendo la spesa. Sul tema Giorgio Angius ha anche presentato un’interrogazione al sindaco.

« La manifestazione “Facciamo la spesa al mercato” – spiega Noemi Migliavacca – pone l’attenzione sul problema dei mercati civici (la seconda azienda cittadina dopo l’ente lirico) e quindi del settore alimentare, anche se questi fanno parte del più ampio e complesso mondo del commercio al dettaglio, per il quale, assieme al Centro Studi, abbiamo già proposto un piano di incentivazione nel dicembre 2014. L’Amministrazione comunale si è distinta per aver chiuso per lavori alcune strade del centro commerciale cittadino (via Garibaldi, via Sassari, parte di largo Carlo Felice), riuscendo là dove neanche Equitalia e le tasse statali erano riuscite, come si legge nel cartello esposto nei giorni scorsi in via Sassari da un’ortolana; cosa pensano di fare? dobbiamo ancora aspettare sino a che il bubbone scoppierà?»

La manifestazione “Facciamo la spesa al mercato” si concentra sul problema dei mercati civici e quindi del settore alimentare, anche se questi fanno parte del più ampio e complesso mondo del commercio al dettaglio, per il quale, assieme al Centro Studi, i Riformatori sardi hanno già proposto un piano di incentivazione nel novembre 2014.

Cagliari ha 5 mercati cittadini:

San Benedetto: il principale per numero di addetti e di clienti

Sant’Elia : mezzo vuoto, con molti box inutilizzati

Via Santa Chiara: piccolo e disagevole; 6 box attivi su 15, in via di chiusura

Via Quirra: circa 80 box; alcuni già chiusi, molti in ritardo nel pagamento del canone di mesi nei confronti del Comune

Is Bingias Pirri: nella stessa situazione di via Quirra

I Riformatori sardi propongono di favorire l’occupazione dei box rimasti ormai vuoti all’interno dei mercati, e quindi anche la “regolarizzazione” degli abusivi; agevolare l’occupazione dei box abbassando i canoni di concessione: ognuno pagherebbe meno ma il numero di operatori crescerebbe e, quindi, il ricavo totale aumenterebbe; oppure rilasciando delle licenze per commercio itinerante, in osservanza alle norme di settore (registratore di cassa, formazione degli ambulanti, ecc.).

«Un altro piccolo passo da fare è far rispettare la legge negli immediati dintorni dei mercati: il Sindaco, in quanto capo dei Vigili Urbani, faccia intensificare i controlli almeno nel raggio di 500 metri. Non dimentichiamo, infatti, che, dal canto loro, quelli che stazionano a distanza dai mercati civici rendono in qualche modo un servizio alla popolazione soprattutto quella anziana o comunque “a mobilità ridotta” anche temporanea (donne incinte o con passeggini, per esempio); difatti questo genere di commercio urbano è sempre stato tollerato.»