29 April, 2024
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«Le modifiche apportate alla legge sul marchio di qualità dei prodotti sardi, è un atto di debolezza.»

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

I consiglieri d’opposizione Modesto Fenu (Zona Franca), Gianlugi Rubiu (Udc) e Angelo Carta (Psd’Az) hanno tenuto una conferenza stampa per contestare la scelta dell’Assemblea sarda di procedere alla modifica della legge su agro-biodiversità e marchio collettivo dei prodotti sardi, approvata lo scorso 7 agosto ed impugnata dal Governo davanti alla Corte Costituzionale.

«Il Consiglio regionale – sostengono i tre consiglieri – ha abdicato alle sue prerogative rinunciando ad esercitare le potestà espressamente previste dallo Statuto in materia di agricoltura.»

«Le correzioni introdotte snaturano il provvedimento – ha sottolineato Modesto Fenu – la maggioranza ha accettato le imposizioni dell’avvocatura dello Stato che impediranno di tutelare e valorizzare i nostri prodotti tipici.» Secondo Fenu, la normativa votata dal Consiglio nei giorni scorsi consentirà alle aziende non sarde di ottenere l’uso del marchio per la produzione di prodotti nostrani senza che la Sardegna possa opporsi. «L’Assemblea sarda aveva due strade alternative: applicare il regolamento comunitario 1169/2011 (che offre la possibilità di mettere in etichetta l’ingrediente principale dei prodotti anziché le materie prime) o creare un marchio di qualità da dare in uso a un soggetto privato. In questo modo si sarebbe scongiurata l’impugnativa dello Stato – ha rimarcato Fenu – purtroppo l’emendamento da noi proposto è stato respinto dall’Aula che ha deciso di accettare supinamente le imposizioni dello Stato italiano».

Il concetto è stato ribadito dal consigliere sardista Angelo Carta che ha ricordato il percorso della legge approvata all’unanimità dal Consiglio il 7 agosto scorso. «Quella legge è stato il primo esercizio di sovranità dell’Assemblea sarda in questa legislatura. Allora maggioranza e opposizione decisero insieme di approvare una legge per tutelare e valorizzare i propri prodotti tipici. Accettando del diktat romano la Sardegna si è inchinata all’avvocatura dello Stato con il silenzio delle forze indipendentiste e sovraniste presenti in Aula».

Secondo Gianluigi Rubiu, capogruppo Udc, le modifiche alla legge introdotte nei giorni scorsi non risolvono il problema. «La legge subirà ulteriori contestazioni perché incompleta ed inadatta – ha rimarcato Rubiu – la Regione doveva invece resistere davanti alla Corte Costituzionale facendo leva sull’art. 3 dello Statuto che riconosce alla Sardegna la potestà esclusiva in materia di agricoltura e foreste».

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Ignazio Locci (Forza
Mercoledì 10 dicemb

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