2 May, 2024
HomeAmbienteIl 13 e il 14 luglio è in programma un nuovo sciopero nazionale del settore igiene ambientale.

Il 13 e il 14 luglio è in programma un nuovo sciopero nazionale del settore igiene ambientale.

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Per mercoledì 13 e giovedì 14 luglio, le organizzazioni sindacali del settore igiene ambientale hanno indetto lo sciopero nazionale per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di categoria (lo sciopero era stato fissato inizialmente per l’11 e il 12 luglio).

La società Devizia che, nel comune di Carbonia, gestisce i servizi di igiene urbana (tra cui la raccolta e il trasporto dei rifiuti) ha comunicato che, in ragione di questo sciopero, nei giorni 13 e 14 luglio, potrebbero verificarsi alcuni ritardi o interruzione nell’esecuzione dei servizi ordinari di igiene urbana.

Saranno comunque garantiti i servizi minimi essenziali: raccolta e trasporto rifiuti provenienti da scuole, ospedali, case di cura, comunità terapeutiche, centri di accoglienza, stazioni ferroviarie e caserme; pulizia, spazzamento e rifiuti dei mercato, aree di sosta attrezzate, aree di grande interesse turistico museale, in misura non inferiore al 20% delle aree del centro storico; interventi urgenti – contingenti su segnalazione dell’Autorità Sanitaria e oggetto di ordinanza emessa dall’Autorità di Sicurezza.

Le strutture territoriali e aziendali FP-CGIL, FIT-CISL e UILT-FIADEL in una nota spiegano che «lo sciopero, come confermato dalla Commissione di Garanzia, è assolutamente legittimo e che la regolamentazione vigente, che disciplina il diritto di sciopero nel settore dell’igiene ambientale, è stata valutata idonea al contemperamento tra il diritto di sciopero e gli e deve essere rispettata da tutti i destinatari della legge 146/90 – compresa la stessa Commissione di Garanzia».

Le Segreterie Nazionali hanno fatto ancora presente che:

«• non vi sono ragioni per introdurre ulteriori limiti all’esercizio del diritto di sciopero e non può essere negato ai lavoratori del comparto di esercitare il proprio diritto di sciopero garantito dalla Carta Costituzionale;

• siamo in assenza di una concreta ipotesi di rinnovo del contratto nazionale di settore, scaduto da 30 mesi;

• siamo in assenza di una concreta sintesi dalle controparti datoriali alla sottoscrizione di aumenti contrattuali rispettosi del principio costituzionale di cui all’art. 36;

• nel corso dell’audizione le parti non hanno affatto convenuto “sull’avanzato stato della trattativa” ma hanno, al contrario, evidenziato le concrete ed oggettive difficoltà di portare avanti la trattativa, in un contesto giuridico sempre più gravoso per i lavoratori.»

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