27 April, 2024
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Nella seduta odierna, il Consiglio regionale ha approvato l’inno ufficiale della Regione sarda e Nanni Lancioni (Psd’Az) ha giurato in Consiglio ed è subentrato al senatore Christian Solinas (Psd’Az).

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la Proposta di legge n. 503/A (Cocco Pietro e più), sottoscritta da numerosi consiglieri di maggioranza ed opposizione, istitutiva dell’inno ufficiale della Regione.

Il presidente ha dato quindi la parola al capogruppo del Pd Pietro Cocco, relatore della legge, per illustrarne il contenuto.

Prima dell’intervento di Cocco, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha richiamato l’attenzione dell’Aula sul fatto che da questa mattina hanno iniziato sciopero della fame 7.000 lavoratori della scuola, insegnanti abilitati con diploma magistrale che, in base ad una legge dello Stato, rischiano di essere esclusi dalle graduatorie e dal lavoro. Di questi, ha ricordato Gianfranco Congiu, 1.200 sono sardi e 102 sono già di ruolo, ed è necessario che il Consiglio regionale intervenga urgentemente presso il governo

Il presidente Ganau ha assicurato che il problema sarà affrontato nella prossima riuniond dei capigruppo.

Sempre sull’ordine dei lavori il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha ringraziato il collega Congiu per aver sollevato il problema ed espresso molta preoccupazione per il rischio concreto che 1.200 insegnanti sardi perdano il lavoro. Un rischio, ha aggiunto, che dobbiamo scongiurare con una azione molto determinata presso il governo centrale.

Successivamente è intervenuto il relatore della legge Pietro Cocco, capogruppo del Pd, che ha messo l’accento in apertura sulla coincidenza simbolica della giornata di Sa Die, festa dei sardi, dei 70 anni statuto e infine dell’istituzione del nuovo inno. La legge istitutiva dell’inno, ha poi ricordato, «fu proposta per la prima volta dal presidente Ganau in sede di conferenza dei capigruppo dove si registrò un consenso quasi unanime, dando il via ad un percorso che ha coinvolto la commissione Autonomia». Il brano melodico tradizionale prescelto, ha proseguito, «ci propone contenuti estremamente attuali come l’esigenza di cambiamento e di una svolta, l’appartenenza al proprio territorio e la lingua, che devono ispirare ogni azione di governo contro ingiustizie, soprusi e disuguaglianze, mettendo le istituzioni al servizio del bene comune». Quasi tutti i gruppi hanno riconosciuto questo inno come quello che rappresenta meglio la nostra terrea, ha concluso, «poi è naturale che ci siano opinioni differenti e tuttavia auspico che una riflessione unitaria porti ad un voto unanime».

Christian Solinas, esponente del Psd’Az, ha dichiarato che «l’inno esprime con i suoi simboli i più autentici valori fondanti di una comunità antica, riconosciuti per l’impegno del Partito Sardo d’Azione, scritti nel suo statuto e poi in quello della Regione, a conclusione di un percorso che viene da lontano ed appartiene tanto ai sardi che ai sardisti, grazie ad un lavoro che viene dalla migliore esperienza di generazioni di sardisti fin dagli anni ’80». Solinas, eletto senatore, ha poi annunciato dimissioni da Consiglio, e ha detto di sentire su di se «tutto l’onore e l’onere di riportare il Psd’az dopo 22 anni in Parlamento per restituire ai sardi (anche quelli del mondo) orgoglio e speranza». Il nuovo sardismo, ha sostenuto, «punta oggi ad un ampio progetto di auto governo della Sardegna, seguendo una idea che affonda le sue radici nella Costituente, insomma ci siamo ancora oggi e contiamo di esserci anche quando arriveremo alla nazione sarda». Oggi abbiamo di fronte nuovi feudatari da affrontare e nuove emergenze, ha continuato il consigliere: «continuità territoriale, entrate, zona franca ed autogoverno e, come diceva Mario Melis, affermare un nuovo concetto di democrazia che passa attraverso il diritto al lavoro, perché l’economia è importante ma quelli che contano sono i valori». In proposito, Solinas ha fatto un riferimento alla legge sulla lingua «che ancora non c’è ma non deve prestare il fianco a nuove divisioni». Infine il neo senatore ha ringraziato tutti, dal presidente Ganau al personale del Consiglio,  per la collaborazione fornitagli durante i suoi due mandati.

Paolo Zedda, consigliere di Art. 1 – Mdp, ha parlato di un simbolo che completa nostra comunità con musica e parole ed ha ricordato il significato profondo del componimento di Ignazio Francesco Mannu:  «Procurad’e moderare incita il popolo sardo ad alzarsi e a combattere un regime intollerabile. I sardi hanno capito da subito che questo era il canto che li poteva rappresentare».

Secondo Paolo Zedda, le alternative proposte da altre forze politiche non avrebbero lo stesso valore della poesia del Mannu: «Non poto reposare, proposto dai Riformatori, è un canto d’amore. “Dimonios”, suggerito dal Gruppo Sardegna, è una marcetta militare. C’è un inno musicato da Rachel con le parole di Montanaru, o “Salvet deus sa reina” che ha le stesse parole dell’inno corso. Il popolo sardo però vuole come simbolo della sua unità questo canto che stiamo proponendo».

Il consigliere di Art1-Mdp ha poi ricordato che l’inno non si compone di soli versi ma è anche musica. «La melodia di Procurad’e moderare ha un profondo legame con la tradizione musicale sarda. E la stessa dei goccius, i canti sacri della Sardegna accompagnati dalle launeddas, e del ballo cantato a tenore. Quando sentiamo le prime note capiamo che è un canto sardo».

Zedda, infine, rispondendo al consigliere Christian Solinas, ha rivendicato la bontà della proposta di legge sulla lingua sarda. «Non è vero che la legge 26 è ancora valida, è la prima legge per la lingua scritta in Italia ma non ha mai funzionato. La lingua infatti sta morendo, i bambini non la parlano più. Vi prego di non lasciar passare la legislatura senza l’approvazione di una legge che può essere la salvezza del sardo».

Per i Riformatori il consigliere Michele Cossa, riprendendo i principali temi del dibattito, ha affermato che «il confronto ha fatto emergere posizioni differenti come era logico avvenisse in Sardegna, nazione senza Stato dove è presente un forte sentimento identitario, una appartenenza profonda che deve essere rappresentata, perché come la bandiera l’inno tocca le corde dei nostri sentimenti». La proposta di oggi, a suo avviso, «incarna certamente la ribellione dei sardi ma ce ne sono anche altre compresa l’ipotesi di scriverlo ex novo (in Russia, per esempio, hanno lasciato la musica sovietica cambiando le parole); la legge in effetti dice che l’inno lo deve scegliere il Consiglio ma forse non è la strada migliore non è quella di confinarla nel palazzo». In Sardegna, ha proseguito Cossa, «ci sono tante idee ma anche tanta passione; noi comunque non faremo barricate anche se la nostra proposta, quella presentata per prima, non è stata nemmeno presa in esame; inoltre, oggi che siamo impegnati a livello nazionale sull’insularità anche col contributo dei sardi nel mondo, sarebbe stato meglio coinvolgere l’opinione pubblica sarda».

Il consigliere Gennaro Fuoco (Fdi), premettendo di non voler fare polemiche che sarebbero fuori luogo su un argomento come l’inno, ha però lamentato anche come vice presidente della commissione Autonomia che «la commissione non ha esaminato nulla e nemmeno votato e, quanto al merito, per noi la legge parte da premesse sbagliate perché noi sosteniamo l’inno della Brigata Sassari che riporta alla memoria dei sardi una epopea in cui si sono imposti con il loro sacrificio all’attenzione di tutto al popolo italiano». L’inno “Dimonios”, ha ricordato, «non parla di guerra e comunque non siamo convinti che sia l’unica proposta ma la migliore, fermo restando che è sbagliato il metodo perché l’argomento meritava e merita una condivisione maggiore; forse sarebbe bastato servirsi di internet, noi in ogni caso non voteremo contro perché su certe cose non ci si deve dividere».

Emilio Usula, dei Rossomori, ha sostenuto che «la festa di Sa Die non deve essere la commemorazione rituale dei moti insurrezionali del ‘700 ma l’occasione per riflessione sulla condizione attuale della nostra terra». Per questo, ha protestato, «denuncio oggi qui che mentre si approva un inno contro la tirannia si manca di rispetto alla Sardegna e le si impedisce di avere i suoi spazi di autogoverno». Spetta poi alla politica utilizzare al meglio la democrazia, ha continuato, «ed anche il voto non può essere ridotto ad un rito ingannevole, la nostra legge elettorale è una porcheria che ha escluso oltre 120.000 sardi che hanno votato, tradendo la loro volontà». In questi mesi, ha detto ancora Usula, «molti hanno preso le distanze dalla legge proponendo questo o quel cambiamento ma alla fine non si è fatto nulla; la verità è che i grandi partiti sono d’accordo per difendere le loro quote di rappresentanza ma Rossomori denuncia questo sopruso oggi lanciando appello a cittadini ed istituzioni per cambiare una legge che va contro la volontà popolare».

Annamaria Busia (Misto) ha messo in evidenza che «le date che oggi ricordiamo hanno come denominatore comune la volontà del popolo sardo di avere maggiori spazi di governo e, sotto questo profilo, oggi c’è la stessa insoddisfazione di tanti orsono contro piemontesi e aragonesi». Spero tuttavia, ha auspicato, «che il nuovo inno arrivi ai tanti giovani che non lo conoscono e partecipino ad una nuova stagione che, come quella dei moti anti feudali in cui i sardi chiedevano impieghi e poteri per le scelte locali, si caratterizzi per nuovi poteri alla Sardegna anche all’interno della nuova cornice costituzionale». La Regione non è stata in grado di esercitare pienamente la sua autonomia, ha proseguito la Busia, «come dimostra lo scarso utilizzo di uno strumento importante come le norme di attuazione: in 70 anni la Sardegna ne ha approvate solo 29 a differenza delle 182 del Trentino-Alto Adige».

A nome di Fdi, il consigliere Paolo Truzzu si è dichiarato «soddisfatto del dibattito, sia per la nostra provocazione che per le posizioni espresse dai Riformatori, segno che esistono sensibilità diverse e segno, soprattutto, che questa discussione dovevamo farla molto prima anche per arrivare ad una scelta unitaria». Rispondendo al collega Zedda, Truzzu ha respinto la sua interpretazione, precisando che «Dimonios non è affatto una marcetta militare e se qualcuno lo pensa vuol dire che non conosce la storia; è vero che è stato scritto nel ’94 ma dietro c’è la storia antica della brigata Sassari ed una bandiera che vide 108.000 sardi per la prima volta uniti e ben 13.000 furono i caduti». Una comunità che non ricorda il passato non ha futuro, ha ammonito Truzzu, «il dibattito sul nuovo inno ha occupato più i giornali che il Consiglio regionale, che fra l’altro ha dimenticato che fino a pochi anni fa la festa della Regione era il 28 gennaio, giorno della battaglia dei Tre Monti che avviò la riscossa italiana dopo Caporetto, sono grandi imprese note in tutto il mondo e dovremmo anche rendere giustizia a tutti i nostri antenati, proprio con Dimonios che identifica tutta la Sardegna».

Dopo l’on. Paolo Truzzu ha preso la parola l’on. Gianfranco Congiu (Pds), che ha detto: “E’ davvero una giornata particolare: da un lato c’è l’enfasi propria della ricorrenza dei 70 anni dell’Autonomia e dall’altro con un inno ci riconosciamo nazione. I sardi oggi vivono la loro sardità e vorrebbero che i figli la ricevessero in eredità ma io come sardo nel 2018 non mi riconosco in una protesta ribellista. Chi può essere oggi il feudatario? Chi esercita oggi la tirannide contro i sardi? Al di là delle celebrazioni l’autonomismo mostra le sue rughe e il nuovo modello della Sardegna deve portarci a riappropriarci dei diritti statuali originari. In questo senso i moti ribelli del passato, l’inno baronale alla rivolta, nulla c’entrano col mondo che conosciamo.

Noi non abbiamo una visione cupa e pessimistica e non ce ne facciamo nulla: la nostra sardità è inclusiva, ci consente di riconoscerci gli uni con gli altri. “Adiosa”, ovvero “No potho reposare”, è il messaggio di solidarietà e di fratellanza di cui abbiamo bisogno per la Sardegna: sono personalmente stufo di piangermi addosso. L’inno del Mannu ha senso solo se riconosciamo che il feudatario di oggi è lo Stato italiano”.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) “al termine di questo dibattito è giusto essere uniti, ma solo dopo che abbiamo sviscerato sino in fondo questo tema. Mi fa piacere aver ascoltato il discorso appena pronunciato dall’avvocato Congiu ed è giusto chiedersi oggi chi sia il padrone più cattivo che si schiera contro i sardi. E forse il barone più cattivo siamo proprio noi stessi, che non siamo capaci di metterci tutti d’accordo per riaffermare davanti allo Stato i valori dello Statuto come l’articolo 8 e l’articolo 13”. Per l’oratore “la Sardegna di oggi è quella dei sindaci abbandonati a se stessi e la fretta che ci state mettendo nel presentare questa proposta di legge dedicata all’inno del Mannu vi farà fare i gattini ciechi. Non arriveremo così a una soluzione che unisca tutti e questo non è giusto per tutti i sardi che in Italia e in Europa hanno conquistato posizioni e fatto grandi cose”.

Il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli e poi gli articoli. Approvato il primo. Sul secondo articolo sono stati presentati emendamenti, favorevole il parere del relatore Cocco sull’emendamento 1. Conforme il parere della Giunta.

Per l’on. Gianni Lampis (Fdi) “oggi qualcuno dentro la maggioranza ha voluto forzare la mano con un metodo che è stato privo di dialogo e di condivisione. Quando si sente l’inno della Sassari la gente riconosce che arrivano i sardi ed è questo il nostro inno. Quello che dovremmo adottare oggi per la Sardegna. Vi chiediamo dunque un momento ulteriore di riflessione”.

Per l’on. Francesco Agus (Campo progressista Sardegna) “il testo è stato messo all’ordine del giorno della prima commissione per tre volte e i colleghi dell’opposizione lo hanno avuto, ovviamente, da subito. In queste tre sedute si è discusso di tutte le proposte in campo”. L’on. Annamaria Busia (Centro democratico) ha affermato invece che “la contrapposizione fra le fazioni in campo si può affrontare pensando che l’Inno del Mannu è quello che più rappresenta la nostra storia e il nostro presente. Non un inno militare né una canzone d’amore”.

E’ intervenuto in campidanese l’on. Zedda, che ha spiegato. “Non c’è dispregiativo nella parola marcetta che ho impiegato, perché è un termine musicale. Mi suscita una grande emozione ma non è la musica che più rappresenta la nostra isola”.

L’Aula ha respinto l’emendamento 5 (Brigata Sassari) con 30 contrari.

Approvato, invece, l’emendamento 1 (“patriota”) con parere favorevole del relatore e della Giunta.

L’on. Pietro Cocco (Pd) ha dato parere favorevole anche all’emendamento 2 e l’Aula si è conformata.

Approvato, poi, il testo dell’articolo 2 come emendato. Ritirati, invece, gli emendamenti 3 e 4.

Approvato poi senza discussione l’articolo 3, il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione il testo della legge. L’on. Paolo Truzzu (Fdi) ha annunciato l’astensione: “Non è stata sentita la popolazione sarda e non vorrei che accadesse che non tutti i sardi si riconoscano nell’Inno del Mannu”.

Favorevole, invece, l’on. Angelo Carta a nome del Psd’Az: “Se andassimo a Orgosolo, ad esempio, probabilmente gli orgolesi vorrebbero che Pratobello fosse l’inno sardo. Ma è difficile che troviamo oggi l’accordo, forse lo saremo col tempo portando nelle scuole il nuovo inno dei sardi”.

Anche il gruppo di Forza Italia ha annunciato l’astensione con la capogruppo Alessandra Zedda: “Non abbiamo nulla da osservare ma forse è stata persa l’occasione di poter fare un minimo di confronto. Invitiamo il presidente Pigliaru a chiedere ai sardi se l’inno che stiamo scegliendo oggi è gradito davvero. Proviamo ad arrivare all’ultimo dei cittadini della nostra regione”.

L’on. Roberto Desini (Pds) ha detto che “anche dentro il nostro gruppo ci sono state posizioni differenti ma quello che è accaduto a Ottana la scorsa settimana noi abbiamo coniato uno slogan che rappresenta una svolta. “Mai più divisi”: ecco perché voterò a favore di questo inno. Se davvero vogliamo dare un futuro ai nostri figli dobbiamo avere il coraggio di sperimentare l’unità”.

Per i Riformatori l’on. Luigi Crisponi ha detto che “quando il testo di un inno non fa venire il brivido e non una volta richiama il fortza paris probabilmente la decisione è affrettata. Per questo alla fine ci asterremo e perché è mancato quel dibattito che probabilmente avrebbe acceso le luci su questo tema”.

Anche il capogruppo del Pds, on. Gianfranco Congiu, ha annunciato il voto di astensione ma ha detto: “No potho reposare cantato da Andrea Parodi  suscita quei brividi che l’Inno non dà ma da oggi sarà l’Inno del Mannu il simbolo della nazione di Sardegna. Dunque, anche da parte nostra ci sarà un voto di astensione”.

Per l’on. Mariano Contu (FI) “noi siamo abituati a riconoscere un inno nei suoi contenuti ma anche nella musica. Qual è esattamente la versione dell’inno che stiamo approvando? Non si sa. Ecco perché la nostra astensione”.

“Voglio parlare in sardo, nella lingua del mio Goceano”, ha esordito l’on. Daniele Cocco. E ha detto: “Le posizioni possono essere differenti, io avrei preferito Bella ciao, per rispondere al collega Truzzu. Ma questa non è una decisione di una parte sola ma di tutto il Consiglio. In questo periodo storico valgono ancora le cose che diceva Mannu e il feudatario contro i sardi c’è sempre, è lo Stato italiano. Alla fine, tutti i nostri figli e nipoti canteranno quest’inno e ora il prossimo passo è la legge sulla lingua sarda, che sarà un fatto molto importante per il nostro popolo”.

Il relatore, on. Pietro Cocco, ha dato parere favorevole anche a nome del Pd. “Oggi abbiamo un inno ufficiale e dico chiaramente che la proposta era ed è condivisa. Certo sapevamo che potevano esserci opinioni differenti ma abbiamo ritenuto importante andare in Aula oggi per dare appunto oggi alla Sardegna il suo inno. Quale parte dell’inno utilizzeremo nelle manifestazioni ufficiali lo deciderà con decreto il presidente della Regione e fino ad allora utilizzeremo il testo integrale. Ma le parole di questo testo sono assolutamente attuali e sono quelle che meglio rappresentano la situazione odierna”.

Anche il presidente Francesco Pigliaru ha preso la parola e ha detto: “Intervengo a titolo personale, non della Giunta, e vi dico che adoro “Dimonios” ma è questa la scelta giusta perché l’Inno ha un bel messaggio: ribellarsi contro chi ci impone ingiustizie è sempre giusto. Ecco il valore dell’Inno che stiamo adottando oggi: ribellione contro ogni oscurantismo, contro i rischi di chiusure e di nuovi pericolosi oscurantismi”.

L’Aula ha approvato la legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha formulato gli auguri all’on. Christian Solinas a seguito delle sue dimissioni, delle quali l’Aula ha preso formalmente atto. Al posto dell’on. Christian Solinas è stato surrogato dalla Giunta per le elezioni il primo dei non eletti nel collegio di Cagliari per il Psd’Az, Nanni Lancioni, che ha giurato davanti al presidente Gianfranco Ganau e si è dunque insediato in Consiglio regionale. La seduta è stata poi dichiarata chiusa.

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Proseguono gli incontri didattici del CNSAS della Sardegna nelle scuole volti alla sensibilizzazione dei più piccoli sulle tematiche della sicurezza in montagna e della prevenzione degli incidenti nelle attività a contatto con la natura.

Si è concluso ieri il secondo appuntamento del progetto didattico, realizzato nell’ambito del tempo prolungato, con i ragazzi della Prima B della Scuola Media dell’Istituto Comprensivo Sant’Antioco-Calasetta, tenutosi a Domusnovas, nell’affascinante scenario naturale circostante le Grotte di San Giovanni.

Dopo il primo incontro in aula, nel quale si è parlato delle buone pratiche per vivere la montagna in sicurezza e prevenire gli incidenti, nonché come comportarsi quando accade un incidente durante le attività a contatto con la natura, questo secondo appuntamento ha coinvolto oltre venti ragazzi direttamente sul campo per scoprire le attività tecniche del Soccorso Alpino in ambiente naturale.

I ‘Giovani soccorritori per un giorno’ si sono cimentati in divertenti prove di arrampicata su roccia, movimentazione con l’utilizzo di una teleferica e, materia ancor più interessante, operatività in un simulato di intervento per apprendere come comportarsi di fronte a un ferito in montagna e utilizzare la barella per il trasporto.

Protagonisti assoluti della giornata sono stati i ragazzi, affiancati dai tecnici del CNSAS della Sardegna e dalla sportività delle docenti che hanno vissuto con loro l’emozione dell’arrampicata e dell’utilizzo della teleferica.

La promozione della sicurezza in montagna e la prevenzione degli incidenti nelle attività outdoor all’interno degli istituti scolastici, oltre a far parte dei compiti istituzionali del CNSAS, rappresenta la trasmissione del corretto approccio con l’ambiente naturale e, per i più piccoli, l’apprendimento del rispetto per la montagna.

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Grave fatto di sangue presso la miniera di Barega. I carabinieri della Stazione e del Nucleo Operativo di Carbonia sono intervenuti per un accoltellamento. Un 71enne del posto è stato colpito con un coltello alla gola da un uomo non ancora identificato che si è dato alla fuga, ricercato dai carabinieri.
La vittima è stata ricoverata all’ospedale Sirai di Carbonia. La prognosi riservata è riservata.
Dai primi accertamenti, pare che i due uomini oltre a conoscersi bene, si siano recati sul posto insieme, con la vettura del ferito, poi data alle fiamme e completamente distrutta dal feritore, prima di allontanarsi a piedi, facendo perdere (per ora) le sue tracce.
I carabinieri, hanno avviato ricerche e indagini.

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Il paziente di circa 40 anni, trasferito con diagnosi di sepsi da meningococco, dall’Ospedale Sirai di Carbonia al reparto di malattie infettive dell’Ospedale SS. Trinità di Cagliari, si trova in buone condizioni e decorre in apiressia (privo di febbre). Lo precisa, in una nota stampa, l’ATS ASSL Carbonia.

Il Servizio di prevenzione e sanità pubblica dell’ATS ha già avviato le indagini previste in questo caso: non risultano contatti con precedenti contagi, né connessioni con discoteche o locali cagliaritani.

L’ATS rende noto inoltre che, a seguito di indagine epidemiologica, sono stati sottoposti a profilassi i contatti più stretti del paziente – circa una ventina – presso i locali messi a disposizione dei medici di continuità assistenziale che l’Azienda ringrazia per la preziosa collaborazione.

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Dopo il grido l’allarme lanciato la settimana scorsa dalla CIA del nord Sardegna sul malfunzionamento del Sistema informatico agricolo nazionale (Sian), che ha messo a rischio la campagna PAC 2018, ieri il Comitato di Gestione dei pagamenti diretti dell’UE, riunito a Bruxelles, ha prorogato al 15 giugno il termine per la presentazione delle domande.

Il risultato ottenuto, per quanto rappresenti una prima vittoria di grande importanza per l’intero comparto agricolo isolano, non appaga i vertici della Confederazione italiana agricoltori nord Sardegna che rilanciano la lotta contro un sistema burocratico obsoleto che frena lo sviluppo del settore: «La Cia ora vigilerà per l’immediato recepimento della proroga da parte del Ministero e della Regione e continuerà comunque la sua battaglia per la semplificazione delle procedure in ogni sede e circostanza, perché il settore primario della nostra economia non può ancora essere vessato da una burocrazia sempre più asfissiante – dichiara il presidente Michele Orecchioni -. Sebbene la proroga non sia risolutiva delle difficoltà di sistema riscontrate e che ancora oggi ci preoccupano molto, attendiamo la modifica degli atti Nazionali e soprattutto l’aggiornamento del sistema informatico per far sì che si possano presentare le domande entro il nuovo termine stabilito», conclude il presidente.

La scorsa settimana la Direzione provinciale della Cia nord Sardegna, aveva denunciato chiaramente che a causa del malfunzionamento del Sian, migliaia di aziende agricole rischiavano di non poter presentare entro il 15 maggio la domanda premio unico e le domande PSR 2018: «Abbiamo chiesto l’intervento urgente del ministero dell’Agricoltura e l’interessamento della Regione, visto che siamo la regione Italiana con il maggior numero di domande a valere sul Piano di Sviluppo Rurale – spiega il direttore provinciale, Fabio Chessa -. Abbiamo da subito coinvolto anche la CIA nazionale, ben consapevoli che il problema ha una valenza generale su tutto il territorio nazionale, e ora salutiamo con favore questo primo risultato».

Lo slittamento della scadenza arriva in sostegno del settore e a supporto delle aziende, fornendo più tempo utile all’inserimento dei dati nel sistema informatico e, soprattutto, tenendo conto del ritardo con cui l’Italia ha recepito le novità normative della riforma di medio termine contenuta nel cosiddetto Regolamento Omnibus, approvato dal Parlamento europeo nel dicembre scorso.

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Entra nel vivo, a Macomer, la Mostra regionale del Libro in Sardegna e, nella sua terza giornata di oggi, sabato 28 aprile, offre alle ex Caserme Mura uno straordinario programma con ben undici appuntamenti. Se nel corso della mattinata il tema centrale sarà quello della giustizia (con gli interventi del magistrato Mario Pusceddu, dell’avvocato-scrittore Massimiliano Battagliola e del giornalista Mario Guerrini), di pomeriggio spazio ai libri sardi (con un interessante focus dedicato a Giuseppe Garibaldi), e a quattro grandi ospiti: la danzatrice Simona Atzori, capace di superare i limiti della sua disabilità e diventare esempio di talento e tenacia, l’esperto di relazioni internazionali Vittorio Emanuele Parsi (autore del volume “Titanic, il naufragio dell’ordine liberale”), lo scrittore Pietro Caliceti (suo il legal thriller “Bitglobal”) ed il regista Andrea Segre che presenterà il suo film “L’ordine delle cose”. La serata si concluderà in musica con lo straordinario incontro organizzato dall’AES con il maestro delle launeddas Luigi Lai, che sarà protagonista di un concerto con il quale la Mostra vuole celebrare Sa Die de Sa Sardigna.

La terza giornata della Mostra è stata aperta al Padiglione Filigosa con l’appuntamento “Giustizia e Libertà”, dedicato all’approfondimento di uno dei temi più scottanti, quello sui rapporti tra cittadini e magistratura. Dopo i saluti del presidente dell’Ordine degli Avvocati di Oristano Donatella Pau, sarà il magistrato del Tribunale di Nuoro Mauro Pusceddu a presentare il libro di Giacomo Ebner (magistrato del Tribunale di Roma) “Dodici qualità per sopravvivere in tribunale”. A seguire, il tema della giustizia verrà approfondito dall’incontro con Massimiliano Battagliola, autore del volume “Saverio De Sario: un clamoroso caso giudiziario” e che dialogherà con il giornalista Vito Biolchini. 

Seppur inserito nella sezione “Tra Isola e Mondo”, l’appuntamento delle 12.00 (sempre al Padiglione Filigosa) si inserirà nello stesso filone tematico. “Banditismo” è, infatti, il libro scritto dal giornalista Mario Guerrini, edito dalla Gia, che ripercorre gli anni più duri del fenomeno delinquenziale che sconvolse l’isola. L’autore dialogherà con il giornalista Vito Biolchini. 

Ben sette appuntamenti caratterizzeranno invece il pomeriggio di sabato. Al Padiglione Filigosa, per la sezione “Tra Isola e Mondo”, con il coordinamento del giornalista Salvatore Taras si parte alle 16.30 con la presentazione di “Eva canta” di Maria Tiziana Putzolu Mura, Aipsa Edizioni. Partecipa con l’autrice il musicologo Ignazio Macchiarella, mentre gli interventi musicali del coro “Su Concordu Ortigalesu” di Bortigali arricchiranno l’incontro.

Per gli appassionati di fotografia e di paesaggi sardi, alle 17.15 Domenico Ruiu presenta “Sardegna. 20 fotografi di natura”, Carlo Delfino Editore, un’opera che attraverso sensazionali immagini scattate in momenti e luoghi particolari, descrive le mille sfaccettature di un’isola straordinaria.

Alle 18.00, nell’appuntamento dal titolo “Racconti di cultura e libertà”, la figura di Giuseppe Garibaldi sarà al centro di due pubblicazioni edite da Paolo Sorba. Annita Garibaldi Jallet presenta “Manlio. Romanzo contemporaneo”, di Giuseppe Garibaldi e “Garibaldi. Orizzonti mediterranei”, a cura di Annita Garibaldi Jallet e Annamaria Lazzarino.

Ricca anche l’offerta presso il Padiglione Tamuli. Qui, alle 16.30, arriva uno degli ospiti più attesi della Mostra: Simona Atzori. Una grave disabilità non le impedisce di essere una danzatrice e pittrice di fama internazionale, e ora anche autrice di volumi di successo. A Macomer, in un appuntamento organizzato in collaborazione con il Cedac, Simona Atzori condurrà il pubblico attraverso un percorso motivazionale dal tema “Cosa ti manca per essere felice?”.

Alle 17.30 spazio invece a Pietro Caliceti, autore di “Bitglobal” (Baldini&Castoldi). Caliceti appassiona il lettore con un legal thriller di grande efficacia, un romanzo segnato da un ritmo mozzafiato che offre un dissacrante spaccato del mondo della finanza e dei grandi studi legali, e un’affascinante analisi delle origini e delle contraddizioni irrisolte del sistema monetario attuale. Pietro Caliceti dialogherà con il giornalista Vito Biolchini.

Docente di Relazioni internazionali nell’Università Cattolica di Milano, Vittorio Emanuele Parsi è l’autore del volume “Titanic, il naufragio dell’ordine liberale” (Il Mulino), in cui si esamina la difficile situazione geopolitica internazionale. A dialogare con l’autore a partire dalle 18.30 saranno Rodolfo Ragionieri e Giovanni Cocco.

Due straordinari appuntamenti di cinema e musica chiuderanno la giornata di sabato 28 aprile. Alle 19.00 al Padiglione Filigosa, alla presenza del regista Andrea Segre, si proietta il film “L’ordine delle cose”, presentato all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia e incentrato sulle drammatiche vicende che vedono protagonisti i migranti che, partendo dalla Libia, raggiungono le nostre coste. L’appuntamento è organizzato in collaborazione con l’associazione Sardegna-Palestina.

Alle 21.00 la giornata si chiuderà al Padiglione Tamuli con lo straordinario incontro-concerto che vedrà protagonista il maestro delle launeddas Luigi Lai. L’appuntamento, a cura di Edizioni Beranu e dell’AES, vedrà in scena anche Fabio Vargiolu e sarà l’omaggio della Mostra di Macomer ad un gigante della cultura sarda proprio nel giorno di Sa Die de sa Sardigna.

 

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Il 19 aprile 2017, nel tardo pomeriggio, una notizia terribile arrivò in città: «In un incidente stradale, sulla provinciale n° 83 che collega Iglesias a Buggerru, nei pressi della miniera di Acquaresi, è morto Mauro Frongia, 35 anni, noto ed apprezzato chef del Ristorante Tanit. Mauro stava rientrando a Carbonia alla guida della sua BMW S 1000 RR quando, nell’affrontare una curva, ne avrebbe perso il controllo, andando a sbattere violentemente contro una parete rocciosa. Sbalzato dalla potente moto, è morto praticamente sul colpo».

Tre giorni dopo, il 22 aprile 2017, Carbonia ha dato l’estremo saluto a Mauro Frongia, nella chiesa della Beata Vergine Addolorata, nel quartiere di Rosmarino che, com’era prevedibile, non è riuscita a contenere le diverse centinaia di persone che sono arrivate da tutto il Sulcis e non solo. In tanti si sono fermati sul sagrato, tra loro diverse decine di motociclisti che, al termine della cerimonia, hanno accompagnato l’auto funebre verso il cimitero.

Un anno dopo, il 22 aprile 2018, centinaia di amici motociclisti, si sono ritrovati sul piazzale del ristorante Tanit per il 1° Memorial Mauro Frongia, per un meraviglioso motoraduno fortemente voluto ed organizzato dalla famiglia (il padre Pietro, la madre Bruna, il fratello Maxwell ed i figli Viola e Pietro Mauro), dai suoi amici capitanati da Igino e dall’A.S.D. Bikers.

In corteo, hanno raggiunto il luogo della terribile tragedia, dove il padre Pietro ha deposto una composizione floreale sulla lapide. Sono stati momenti molto difficili, durante i quali l’anno trascorso è stato cancellato e tutti i presenti hanno rivissuto il dramma della tragica, prematura scomparsa di Mauro.

Al rientro a Carbonia, tutti i partecipanti al motoraduno sono stati ospitati per il pranzo offerto dalla famiglia al Tanit, il ristorante nel quale Mauro ha lavorato con tanta passione e la sua scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile.

L’intero ricavato del 1° Memorial Mauro Frongia, 2.700,00 euro, è stato donato all’associazione di volontariato onlus “Le Rondini”, da anni impegnata nel sostegno di pazienti colpiti da malattie rare ad alto impatto sociale.

Mauro Frongia.

 

Mauro Frongia e la sua moto.

 

https://www.facebook.com/TanitHotelRistorante/videos/1503114199815142/

Video di Ivan Masala.

 

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Superando la Rappresentativa del Comitato di Cagliari per 2 a 1 nella partita di ritorno dei quarti di finale, la Rappresentativa allievi del Comitato provinciale di Carbonia Iglesias, allenata da Claudio Sanna, si è qualificata per le semifinali del 2° trofeo “Cenzo Soro”, torneo che vede protagoniste le otto squadre dei Comitati provinciali dell’Isola. Nella gara d’andata, disputata sul campo in erba sintetica dello Stadio Comunale di Giba lo scorso 19 aprile, la Rappresentativa del Comitato provinciale di Carbonia Iglesias si era imposta per 1 a 0. Il risultato raggiunto è stato accolto con particolare soddisfazione, perché la Rappresentativa di Carbonia Iglesias non superava il primo turno di una competizione regionale dalla fine degli anni ’80.

La semifinale vedrà la squadra allenata da Claudio Sanna impegnata contro la Rappresentativa del Comitato provinciale dell’Ogliastra, che ha superato la Rappresentativa del Comitato provinciale di Nuoro, in gare di andata e ritorno, la prima il 9 maggio.

Questi i convocati della rappresentativa provinciale allievi Carbonia Iglesias (nati dal 01-01-2002 al 31-12-2002): Mirko Aresti e Francesco Carboni dell’Atletico Narcao; Maurizio Pusceddu e Kevin Milanovic della Don Vito Sguotti; Federico Bullegas, Marco Littera e Mario Steri degli Ex Biancoblu Carbonia; Manuel Argiolas della Fermassenti di San Giovanni Suergiu; Alberto Angioni, Davide Cancedda e Federico Repole della Mineraria di Carbonia; Simone Cogotti, Cristian Jones e Simone Piga del Portoscuso Calcio; Alessio Cocco dell’Antiochense 2013 di Sant’Antioco; Andrea Valentino del Carbonia; Giovanni Boi del Carloforte; Alessandro Flumini dell’Isola di Sant’Antioco; Davide Pucci della Marco Cullurgioni Giba.

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E’ in programma domani, domenica 29 aprile, il 1° Memorial Tullio Saiu, gara nazionale di bocce a coppie, organizzata dalla famiglia del compianto Tullio Saiu con l’ASD Circolo Bocciofilo Comunale Carbonia, nell’ambito delle iniziative per l’80° anniversario della città di Carbonia. Sono previsti 11 gironi formati da 8 coppie ciascuno, con 6 coppie provenienti dalla Penisola, tra i quali alcuni ex campioni italiani e mondiali.

Le eliminatorie avranno inizio alle 9.00 su tutti i campi della vecchia provincia di Cagliari. Le finali, dalle ore 15.00, sui campi del Circolo Bocciofilo Comunale, a Carbonia.

Tra gli iscritti figurano anche i fratelli Sandro e Massimo Deias, tornati all’attività agonistica a buoni livelli dopo diversi anni di interruzione. Ricordiamo che nei primi anni ’80, quando erano giovanissimi, i fratelli Deias hanno raggiunto i vertici nazionali, laureandosi campioni italiani.

Oggi è in programma una gara a inviti, con 16 formazioni suddivise in due gironi da 8 coppie ciascuno.

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Arrivano segnali incoraggianti per il mercato immobiliare sardo. In Sardegna, nel 2017 sono stati registrati ben 12.462 contratti di compravendita per immobili residenziali, con un incremento del 6,1% rispetto al 2016.

Con questi dati, l’Isola si piazza al terzo posto per crescita in Italia, subito dopo Campania (+8,1%) e Calabria (+6,5%) contro una media nazionale del +4,9%.

E’ ciò che dimostra il dossier “Dinamica compravendite residenziali” elaborato dall’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato i dati del 2017 dell’Agenzia delle Entrate.

L’analisi evidenza anche una sensibile frenata rispetto al 2016, periodo in cui si registrò un incremento del 18,3% rispetto al 2015.

I dati, per la maggior parte dei casi, segnalano tipologie di immobili usati, quindi da ristrutturare e valorizzare con interventi manutentivi specifici, o già ristrutturati, con un’elevata classificazione energetica.

«Questi sono, in ogni caso, numeri positivi anche se non paragonabili a quelli pre-crisi – afferma Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – nel quale si registravano costanti crescite a due cifre. La leggera frenata rispetto al 2016 ci fa capire come sia necessario uno sforzo per rendere maggiormente appetibile e valorizzare il patrimonio immobiliare sardo – sottolinea Giacomo Meloni – un contributo potrà arrivare anche dalla prossima Legge Urbanistica, soprattutto nella semplificazione delle procedure, nel taglio dei tempi di approvazione dei progetti, nella certezza della loro regolarità amministrativa e nella riduzione del consumo del suolo attraverso la riqualificazione dell’esistente. Senza dimenticare – precisa il Presidente – l’introduzione del meccanismo dei bandi per l’attuazione dei nuovi insediamenti e la possibilità del miglioramento delle strutture turistiche esistenti ricordando che verrebbero facilitati anche gli interventi di demolizione, anche parziale, e ricostruzione per il miglioramento della qualità edilizia e ambientale.»

L’analisi dell’Osservatorio di Confartigianato Sardegna, osserva anche come nel 2017 Cagliari abbia registrato un + 9% contro il 16,9% del 2016, Oristano un + 6,2% contro l’8,4% del 2016, Sassari un +3,6% rispetto al +19,4% del 2016 e Nuoro +3,2% contro l’incredibile 26,4% del 2016.

«Dietro queste crescite ci sono due fattori -aggiunge Giacomo Meloni – i tassi favorevoli a cui vengono concessi oggi i mutui, con un ruolo importante anche del mutuo regionale e gli incentivi del Governo per le ristrutturazioni e il risparmio energetico che spingono a comprare l’usato e riqualificarlo

Gli ultimi dati sui bonus casa, ricordano come le detrazioni più richieste in Sardegna siano quelle connesse agli interventi di recupero del patrimonio edilizio (ristrutturazioni) che ammontano a 74 milioni di euro, pari al 79,9% dell’ammontare delle detrazioni che interessano la filiera della casa. Seguono le detrazioni connesse a interventi per l’efficientamento energetico, 15 milioni di euro, pari al 16,5% delle detrazioni. Importanti anche le detrazioni per l’arredo di immobili ristrutturati, che interessano esclusivamente il comparto dell’arredamento e ammontano a 3 milioni di euro, pari al 3,7% dell’ammontare delle detrazioni.

Da Giacomo Meloni, infine, l’ennesimo appello per una veloce approvazione del disegno di legge sull’Urbanistica: «Crediamo che questa possa essere un valido strumento per la pianificazione dell’intero territorio regionale per dare la possibilità a chi intende investire, di farlo in un quadro normativo chiaro e stabile e non soggetto alle mutazioni dello scenario politico».