1 May, 2024
Home2018Maggio (Page 8)

[bing_translator]

21 aprile 2018, ore 9.30 circa…

Arrivo al P.S. dell’Ospedale Sirai di Carbonia seguendo un’ambulanza che porta mia madre in codice rosso.

Rasserenata e fiduciosa, grazie al pronto intervento serio, professionale ed attento, da parte dell’equipe dell’associazione Auser di Carbonia, mi accingo a seguire mia madre, preciso sorda e cardiopatica, all’interno del reparto dove riceverà le prime cure… faccio un solo passo appresso ai volontari, quando una voce acida e stridula mi blocca dicendo che non posso entrare perché la mia presenza disturberebbe il loro lavoro, c’è troppa gente, non capisco, prima di me erano appena entrati tre parenti di tre pazienti diversi, loro passerebbero io no!!! Non mi lascio certo intimorire, rivendico i miei diritti e rimango a fianco di mia madre.

La classe non è acqua e la signora in questione cerca di intavolare una discussione da mercato del pesce… io ovviamente lascio cadere e mi concentro sull’assistenza a mia madre.

Il resto della mattinata passa tra le cortesie e la professionalità di personale medico ed infermieristico, qualificato ed umanamente stupendo… il sorriso che cura prima della medicina non manca ed è veramente terapeutico. Per fortuna l’acidità non è contagiosa…

Ringrazio tutti e seguo mia madre in medicina dove verrà ricoverata per alcuni giorni…

Ed in quel momento che si aprono le porte del Paradiso…

La dottoressa che prende in cura mia madre, decide che la paziente, anche se sorda, debba essere visitata senza la presenza della figlia. Dopo aver visitato mia madre, la stessa dottoressa che, forse a causa dello stress lavorativo, non aveva neanche salutato, mi chiama al suo cospetto per farmi una serie di domande a cui devo rispondere molto velocemente anche se non capisco cosa voglia sapere, perché, parole testuali: «Non ha tempo da perdere con i parenti»!

Il tutto senza mai guardarmi in faccia, eppure mi rivolgo a lei molto educatamente…

La bellissima esperienza continua in reparto, tra due ore di lenzuola bagnate di pipì e mia madre coricata sopra, o pranzo con la puzza di cacca, poco edificante per la signora che la porta addosso ed umiliante per chi deve subire l’olezzo.

Se poi una signora anziana, nei pressi della sala medici, osa chiedere a che ora sono le visite, ecco che si sente rispondere, sempre dalla stessa dottoressa: «Gli orari se li vada a leggere all’ingresso, io sono una dottoressa!».

Ma il massimo della signorilità lo raggiunge la domenica sera successiva al 21 aprile, quando, entrando in camera sgarbatamente, manda via tutti i parenti aggiungendo con voce soave verso di me: «Si tolga da mezzo le palle!».

Ecco che allora ti chiedi a cosa serva, combattere per cercare di salvare un servizio, se poi devi farti curare da certi “personaggi”...

Senza poi contare il “figo” che ti riceve senza camice, stravaccato sulla sedia e che ti ride in faccia screditando ogni tua parola… a difesa della collega… magicamente diventata uno zuccherino in sua presenza…

Ora, comprendo il fatto che, per via dei tanti innumerevoli tagli non si lavori poi bene ma, quel che non capisco è perché prendersela con i parenti dei pazienti, che, giorno dopo giorno vedono venir meno la dignità del proprio caro costretto a subire umiliazioni in dosi a volte veramente esagerate.

Dopo circa trent’anni di “frequentazione ospedaliera” al Sirai di Carbonia, posso dire che ci lavorano medici, infermieri, oss, addetti alle pulizie, etc., etc., per cui sarebbe necessario stendere tappeti rossi per professionalità, serietà, puntualità ed umanità… Tanto di cappello al loro lavoro quotidiano, spesso reso difficilissimo da lungaggini burocratiche o “capi” poco qualificati.

Mi rendo perfettamente conto che tutti possano avere “una giornata storta”, ma questo non li autorizza a “far del male” a titolo gratuito a chi già di suo sta soffrendo personalmente o di riflesso.

Era importante per me farvi vivere questa esperienza per dar voce a chi non ha coraggio di “raccontare” o a chi, uscito dall’ospedale, non ha voglia di raccontarlo e vuole solo dimenticare, ma anche per far riflettere tutte quelle persone che ogni tanto dovrebbero «lasciare la divisa o il camice per mettersi il pigiama» e trascorrere qualche ora da paziente, senza aiuto dei loro parenti.

Credo proprio che nel loro “cuore” qualcosa cambierebbe… anche se, come diceva un famosissimo artista… «Signori si nasce… non si diventa!»

Nadia Pische

[bing_translator]

«È stata una bella iniziativa in cui amministratori locali, operatori dell’asilo nido e genitori si sono confrontati tra loro e hanno condiviso buone pratiche legate all’importanza di seguire uno stile di vita sano ed equilibrato, fin dalla più tenera età.»

del comune di Carbonia Loredana La Barbera, ha commentato le risultanze del convegno svoltosi ieri presso l’Asilo nido comunale “I Colori dell’Arcobaleno”, organizzato dalle operatrici della struttura dell’infanzia di via Manzoni, in collaborazione con il SIAN (Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione) dell’Area socio-sanitaria di Carbonia, rappresentato nell’occasione dalla biologa Cecilia Guaita e dall’infermiera Maria Paola Corsini.
Oltre all’assessore Loredana La Barbera, era presente il consigliere comunale Maurizio Soddu, membro della IV commissione consiliare permanente (Servizi Sociali, Pubblica Istruzione, Politiche della Casa, Patrimonio).
Tutte le persone intervenute hanno concordato sulla necessità di mangiare sano, mantenendo uno stile di vita equilibrato e regolare fin dai primissimi anni di vita. In questo contesto giocano un ruolo determinante i genitori, i nonni e gli operatori dei servizi per l’infanzia: attraverso un percorso di educazione è possibile trasmettere ai bimbi le corrette abitudini alimentari necessarie per garantire il loro benessere e sviluppo negli anni successivi.

[bing_translator]

Mare e Miniere prosegue la sua programmazione con un evento straordinario che rinnova la sinergia con L’Officina delle idee di Sarroch, associazione culturale che promuove iniziative ed attività volte a perseguire la valorizzazione del territorio. Dopo il grande successo di pubblico dello scorso anno, sabato 2 giugno 2018, alle ore 12,00, nella splendida cornice del teatro naturale de Is Liscinus de Is Maurreddus nel Parco di Gutturu Mannu, andrà in scena il nuovo allestimento di “Muidas”, suggestivo concerto in cui saranno protagoniste le musiche originali composte ed eseguite da Mauro Palmas (liuto e mandole), accompagnato da un gruppo di eccellenti strumentisti composto da Marcello Peghin (chitarra), Silvano Lobina (basso), Marco Argiolas (clarinetti). Il suggestivo dialogo tra corde e fiati accompagnerà le coreografie curate da Mvula Sungani e portate in scena da Emanuela Bianchini, Giulia Francescotti e Damiano Grifoni, accompagnando gli ascoltatori attraverso fascinosi quadri sonori di grande potenza evocativa nel quale protagonista sarà l’incanto del connubio con la maestosità e la bellezza della natura.

«Torniamo in questo luogo di grande suggestione – sottolineano Mauro Palmas (Mare e Miniere) ed Angelo Dessì (L’Officina delle Idee) – per portare in scena il nuovo allestimento di Muidas che rinnova e rafforza la collaborazione tra Mare e Miniere e L’Officina delle Idee per la valorizzazione del territorio e delle sue bellezze naturalistiche».

Dopo il concerto, per quanti vorranno, l’organizzazione ha previsto la possibilità di pranzare in loco al costo di 10,00 euro.  Le prenotazioni dovranno essere effettuate al n. 338 5836873. 

Sono aperte le iscrizioni ai Seminari di Musica, Canto e Danza Popolare che si terranno a Portoscuso dal 26 giugno 2018 al 1 luglio 2018 nella suggestiva cornice della Vecchia Tonnara Su Pranu. E’ possibile iscriversi all’indirizzo mareminiere@gmail.com . 

[bing_translator]

Domani, mercoledì 30 maggio, le squadre di Abbanoa effettueranno un nuovo intervento di efficientamento della rete idrica di Iglesias. Nel dettaglio, i tecnici installeranno una nuova valvola motorizzata nel nodo di rete di via Isonzo: l’apparecchiatura consentirà di monitorare e regolamentare il servizio idrico nella zona servita tramite un sistema di controllo da remoto.

Per eseguire l’intervento, tra le 8.00 e le 14.00, sarà necessario sospendere l’erogazione nelle vie Crocifisso, Roma, Isonzo, Cairoli, Lubich, Giotto, Terni, Metalla, Caduti sul Lavoro e Santa Barbara. Il servizio verrà ripristinato anticipatamente in caso gli interventi dovessero essere completati in tempi minori rispetto a quelli previsti.

Eventuali fenomeni di torbidità in fase di riavvio, dovuti allo svuotamento e successivo riempimento delle reti, saranno contrastati con operazioni di spurgo e pulizia dei tratti interessati. Qualsiasi anomalia può essere segnalata al servizio di segnalazione guasti di Abbanoa tramite il numero verde 800.022.040 attivo 24 ore su 24.

Ieri, invece, le squadre di Abbanoa hanno collegato le nuove condotte realizzate in via della Decima. L’intervento è stato realizzato con un investimento di 43mila euro che ha consentito di sostituire 120 metri di vecchie tubature colabrodo.

[bing_translator]

«Le modifiche e i tagli paventati al servizio di assistenza domiciliare per i malati di Sla sono inaccettabili. Un atto che colpisce non solo le persone affette da Sindrome laterale amiotrofica ma anche le loro famiglie.»

A dirlo è il vicepresidente del consiglio regionale Antonello Peru (Forza Italia) che palesa «grande preoccupazione per l’effetto della riduzione delle prestazioni aggiuntive. Una sforbiciata che può portare all’interruzione della convenzione con gli operatori specializzati». Un’equipe che assicura la copertura delle prestazioni indispensabili alla vita dei pazienti: «Un sostegno fondamentale che fornisce un gioco di squadra per arginare una patologia che annienta il corpo – aggiunge Antonello Peru -. Dalla professionalità di tutti gli operatori sanitari (figure specialistiche come fisioterapisti, infermieri e logopedisti) arriva un aiuto concreto che, insieme ad una cooperativa, assicurano amorevoli cure a questi pazienti. Un lavoro portato avanti con la sinergia delle famiglie, altro tassello fondamentale nell’inferno della Sla». Queste prestazioni aggiuntive, svolte dagli operatori della rianimazione, potrebbero essere soppresse dall’Ats.

«Un progetto che oggi rappresenta un’eccellenza per il territorio del Sassarese – conclude Peru, che ha portato il caso all’attenzione dell’assemblea di via Roma -. Un corpo imprigionato da questa patologia avrebbe necessità non solo di un’attenzione continua, ma anche di un sentimento profondo. Sarebbe quindi auspicabile assicurare la continuità dell’attività portata avanti dagli specialisti e garantire l’assistenza domiciliare, con un servizio che non può essere scaricato solo sulle famiglie. La cancellazione del servizio rischia infatti di tradursi in un passo indietro, con la riduzione di prestazioni vitali per i pazienti.» 

                 

[bing_translator]

Oggi, martedì 29, e domani, mercoledì 30 maggio, alle 21.00, al Teatro delle Saline di Cagliari – va in scena l’opera “Miseria e nobiltà” di Eduardo Scarpetta. Coordinamento scenico di Alfredo Ruscitto e regia di Giampiero Cubeddu. Lo spettacolo della Compagnia Teatro Sassari, è in calendario per “1 €uro festival” 2018, curato dalla compagnia Akròama.

Per festeggiare i 40 anni dal debutto, avvenuto il 14 ottobre 1977, al Teatro Civico, ora Palazzo di Città, con i due atti unici di Giovanni Enna “Ziu Luiginu e li tempi nobi” e “Paj vinzì vi bò la strumbadda”, la Compagnia Teatro Sassari ripropone la commedia in tre atti “Miseria e nobiltà”, rappresentata per la prima volta, con grande successo di pubblico e critica, al Teatro Civico il 26 marzo 1983, con numerose repliche e poi ripresa nel 1994, ora in un nuovo allestimento, parzialmente rinnovato nel cast, ma con la medesima impostazione registica di Giampiero Cubeddu. La trama è nota e l’adattamento del testo alla realtà sassarese nulla toglie alla felice commedia di Scarpetta, scritta nel 1887, resa ancora più popolare dalla trasposizione cinematografica del 1954 a colori di Mario Mattoli con Totò, Sophia Loren, Carlo Campanini e Carlo Croccolo, che offre una visione più fresca della commedia di Scarpetta. Il protagonista è Felice Sciosciammocca, celebre maschera di Eduardo Scarpetta, sempre senza soldi, che vive con la compagna Luisella, il figlio Peppiniello e l’amico Pasquale, anche lui poverissimo, Concetta, moglie di Pasquale e lo loro figlia Pupella. La trama ruota attorno all’amore del giovane nobile Eugenio per Gemma, figlia di Gaetano Semolone, un cuoco arricchito. Il ragazzo è però ostacolato dal padre, il marchese Ottavio Favetti, che è contro il matrimonio del figlio per via del fatto che Gemma è la figlia di un cuoco. Invece il padre di Gemma, Don Gaetano, apprezzerebbe molto un matrimonio che nobiliterebbe la sua famiglia. Eugenio si rivolge quindi allo squattrinato Felice per trovare una soluzione. Felice e Pasquale, assieme alle rispettive famiglie, si introdurranno a casa del cuoco fingendosi i parenti nobili di Eugenio. La situazione si ingarbuglia poiché anche il vero Marchese Favetti è innamorato della ragazza, al punto di frequentarne la casa sotto le mentite spoglie di Don Bebè. Il figlio, scopertolo e minacciatolo di rivelare la verità, lo costringerà a dare il suo consenso per le nozze.

[bing_translator]

L’Associazione TDM 2000 International comunica che domenica 3 giugno a partire dalle ore 15.00, nel campo da hockey del centro sportivo C.U.S. a Cagliari, si terrà la manifestazione per la promozione della sana pratica sportiva e del contrasto all’uso del doping “Sport Village”.

L’evento, che si rivolge a giovani, atleti e società sportive, è parte delle attività del progetto internazionale “Get Addicted to Sport Values”, ideato e realizzato da TDM 2000 International in collaborazione con il comune di Bari, la Federazione Italiana di Atletica Leggera, il Governatorato di Istanbul, l’organizzazione turca Ihsan Zakiroglu Ortaokulu, l’associazione rumena Eurodemos, il Direttorato per lo sport e le politiche giovanili della città rumena di Iasi, il Direttorato per la pubblica istruzione dell’isola di Creta, le organizzazioni maltesi TDM 2000 e Youth Football Association. 

Le attività della manifestazione consisteranno in workshop, laboratori, animazioni e in una fiera dello sport realizzata da venti società sportive sarde di varie discipline. All’incontro sono stati invitati a intervenire l’assessore regionale della Pubblica Istruzione, Cultura e Sport, il sindaco di Cagliari e il rettore dell’Università di Cagliari. L’evento si svolgerà in collaborazione con  le olimpiadi universitarie di “Ateneika” e il C.U.S. Cagliari.  

Il progetto “Get Addicted to Sport Values” è realizzato nell’ambito dell’asse sport del programma europeo per la mobilità culturale “Erasmus Plus”.

[bing_translator]

Domani 30 maggio, alle ore 17.00, presso l’Aula Magna del Polo universitario di via Salaris 18, a Nuoro, si terrà la presentazione del libro “La specialità sarda, alla prova della crisi economica globale”.

Dopo i saluti del sindaco di Nuoro e presidente del Consiglio delle Autonomie Locali Andrea Soddu, interverranno: Pietro Ciarlo, Università di Cagliari; Gianmario Demuro, Università di Cagliari; Antonio Fadda, SmartLab – Spin-off Università di Cagliari; Francesco Mola, Università di Cagliari; Carlo Pala, Università di Sassari; Pietro Pinna, Università di Sassari. Modera: Fabrizio Mureddu, Commissario Consorzio Universitario Nuoro.

Il libro raccoglie e analizza le preferenze dei sardi sulle politiche pubbliche d’attuazione della specialità e, servendosi dall’elaborazione e analisi statistica dei dati, affida ad autori di diversa provenienza scientifica e geografica una lettura critica. I temi trattati vanno dalla partecipazione democratica alla difesa della lingua; dalla sostenibilità delle politiche di sviluppo, all’espansione delle politiche pubbliche in realtà territoriali a economia debole di fronte alla crisi globale. Dal lavoro emerge che le politiche definiscono, in concreto, l’identità delle istituzioni pubbliche e tracciano i confini reali dell’autonomia regionale. Nell’analisi delle politiche pubbliche emerge, anche, che la specialità autonomistica ha un’identità plurima che potrebbe diventare un paradigma replicabile per l’interpretazione, in concreto, di altre autonomie regionali.

 

 

[bing_translator]

Dal primo giugno cambiano i requisiti di accesso al REI, Reddito di Inclusione Sociale. Fino ad oggi potevano presentare istanza solo gli ultracinquantacinquenni e le famiglie con minori a carico. Da venerdì 1/06/2018 non sarà più necessario il requisito familiare (figli minori), e i nuovi requisiti di accesso saranno:      

 valore Isee in corso di validità non superiore a € 6.000,00;

 un valore Isre ai fini REI non superiore a € 3.000;  

 un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a € 20.000,00;

 un valore del patrimonio mobiliare non superiore a € 10.000,00, ridotto a € 8.000,00 per 2 persone e 6.000,00 per una persona;

Per accedere al REI è inoltre necessario che ciascun componente del nucleo familiare non percepisca Naspi o ammortizzatori sociali di sostegno al reddito, e non possieda autoveicoli o motoveicoli immatricolati per la prima volta nei 24 mesi antecedenti alla richiesta. Infine non è possibile possedere imbarcazioni da diporto.   

I cittadini di Sant’Antioco interessati potranno rivolgersi presso la sede dei Servizi Sociali, in via Risorgimento 37, il lunedì e il mercoledì, previo appuntamento telefonico (tel. 0781/8030305). Il Giovedì è invece prevista l’apertura al pubblico dalle 11.00 alle 13.00.  

Fino ad oggi sono pervenute 230 domande, di queste  ne sono state caricate nel sistema, e quindi in fase di elaborazione da parte dell’Inps, 139. Numerose istanze sono state caricate dagli uffici ma, a causa di errata compilazione da parte dei cittadini, il sistema Inps non permette la conclusione della procedura di invio. A tal fine, si invitano i cittadini che hanno presentato l’istanza e non hanno ottenuto risposta da parte dell’Inps, a rivolgersi agli uffici dei Servizi Sociali contattando il numero 0781 8030305. 

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha approvato il rendiconto generale della Regione. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione della Dl n. 509 – Giunta regionale – Approvazione del rendiconto generale della Regione per il 2016 e del rendiconto consolidato. Il presidente ha quindi dato la parola al presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd), relatore di maggioranza, per illustrarne il contenuto.

Nel suo intervento, Franco Sabatini ha ricordato l’approvazione del documento in commissione, il 16 maggio scorso, la parificazione della Corte dei Conti, e la soluzione della Vertenza entrate sancita dal dlgs n.114 che recepiva le disposizioni sulle quote di gettito spettanti alla Regione dopo la riforma dell’art. 8 dello Statuto. Tuttavia, ha dichiarato, «i risultati del 2016 evidenziano conseguenze negative per l’ammontare degli accantonamenti collegati al concorso della Regione per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica che hanno un peso insopportabile per il nostro bilancio: in pratica la Sardegna deve avere dallo Stato 1 miliardo ma è stata costretta ad un mutuo dopo che gli accantonamenti hanno superato i 400 milioni, un paradosso non più sostenibile che impone una nuova regolamentazione dei rapporti fra Stato e Regione». Un nuovo quadro normativo, ha sostenuto, «all’interno del quale dovremo prestare attenzione ai principi fissati in alcune recenti sentenze della Corte Costituzionale nel 2017 e nel 2018, attraverso accordi da recepire nello Statuto e norme di attuazione di valore quinquennale con il congelamento di norme peggiorative tranne il caso, predeterminato, di un specifico accordo come ha fatto il Trentino-Alto Adige». Senza questo tipo di accordo, ha concluso Sabatini, «si deve comunque prendere atto che lo Stato può determinare anche se in via provvisoria l’entità del contributo delle Regioni nel quadro della manovra di stabilità; si tratta di un tema importante e delicato sul quale dobbiamo lavorare a fondo coinvolgendo tutto il Consiglio».

Per la minoranza il relatore Paolo Truzzu, capogruppo di Fdi, ha dato atto all’assessore Raffaele Paci della parificazione del rendiconto da parte della Corte dei Conti e però, ha osservato, «dalla relazione emergono alcuni fattori politici vanno analizzati e non lasciati cadere. Primo, a due anni di distanza dalle nuove norme sul bilancio armonizzato la Corte dice che siamo in ritardo ed abbiamo agito con leggerezza, senza un lavoro preparatorio all’interno della Regione sulle procedure contabili. Secondo, la maggioranza aveva detto di voler risolvere la vertenza entrate e liberare risorse dalla sanità per la programmazione unitaria per non disperdere risorse, invece viene fuori che la sola cosa parzialmente realizzata è la vertenza con lo Stato che deve 1 miliardo alla Sardegna, mentre poi viene richiamato l’accordo del Trentino che ha contenuti del tutto diversi da quello della la Sardegna, la sanità ha conti fuori controllo con costi di produzione sono cresciuti dell’1,3% fra 2015 e 2016, c’è ancora un alto indebitamento con più di 800 euro pro capite dal 2014 al 2016, e il volume delle entrate ha molti residui attivi che a fine anno non corrispondono, per cui o non c’è capacità di incassare o le previsioni sono gonfiate. Terzo, sulla programmazione unitaria la Corte dei Conti dice che nel 2016 sul ciclo 2014-2020 non è stato certificato manco un euro compresi fondi comunitari e nel 2017 la situazione non è migliorata perché viene certificato appena il 7%, per cui c’è il rischio che a fine anno prendiamo una multa, cosa che forse riguarderà la prossima Giunta ma comunque abbiamo il dovere di vigilare e controllare».

Aprendo la discussione generale il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha dichiarato che «è evidente che il rendiconto presenta fortissime criticità, certificate sia dalla Corte dei Conti che dal Crenos, per cui le questioni che poniamo sono suffragate dai dati; l’equilibrio di bilancio a pareggio è frutto del ricorso all’indebitamento per oltre 1 miliardo, 800 euro a sardo, in aumento dal 2015, ed inoltre la spesa sanitaria evidenzia un aumento di corsi di produzione così come la, spesa farmaceutica, per cui l’apparente riduzione del disavanzo deriva solo dall’immissione di risorse fresche». In definitiva, ha proseguito, «i costi del sistema sanitario sono più alti della media nazionale 3.2 miliardi pari al 10% del Pil contro il 6-7% della media nazionale, 1981 euro per sardo, cifra più elevata dell’ultimo decennio». Dal punto di vista economico generale, ha aggiunto Tedde, «il Crenos segnala che la Sardegna è l’unica regione del Mezzogiorno in fase recessiva e figura fra le 65 Regione più povere della Ue, sono dati che contraddicono la propaganda di alcuni assessori perché siamo in pieno area del sotto sviluppo, abbiamo meno investimenti (noi meno 2%, gli altri più 4.5%) il grafico della nostra disoccupazione è piatto e comunque siamo agli ultimi posti, siamo molto indietro anche per quanto riguarda la disponibilità di capitale umano qualificato, il turismo cresce ma per cause indotte e siamo in ritardo su tutto, dall’attuazione della legge che risale all’inizio 2017, al piano strategico, dal piano attuativo per la destinazione Sardegna all’osservatorio, dal bando di destagionalizzazione ai trasporti, in sintesi molta incertezza e molti annunci e zero risultati».

Sempre per Forza Italia la capogruppo Alessandra Zedda che ricordato che «il rendiconto ovviamente è già chiuso ma, proprio in quell’anno, discutemmo a fondo su qualche percorso avviare per lo sviluppo per la Sardegna e sotto questo profilo bisogna riconoscere che i risultati sono totalmente negativi: il bilancio armonizzato era obbligatorio ma sono stati sbagliati i tempi ed anzi il bilancio 2016 è stato addirittura impugnato dalla Corte Costituzionale, sul patrimonio ci sono poste quantificate erroneamente e comunque finora non abbiamo venduto nulla, alla fine è stato l’anno in cui si sono registrate le maggiori criticità». Fra queste, «la programmazione unitaria incagliata nonostante dovesse abbattere la burocrazia, i crediti dallo Stato per 1 miliardo, il mutuo per investimenti che non ha mostrato alcuna spinta keynesiana, i costi insostenibili a totale carico della Regione per sanità e trasporti, la macchina regionale imballata mentre si continua a reclutare dirigenti esterni, attivando nuove collaborazioni che sfondano i parametri di rapporto col personale, l’andamento della disoccupazione». Tutti gli indicatori economici vi danno torto, ha concluso la Zedda, «comprese le misure  molto propagandante come buone soluzioni, per esempio garanzia giovani».

Replicando a nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci, soffermandosi brevemente sui contenuti del rapporto Crenos ha sostenuto che non è corretto fare un raffronto con l’Italia, perché si rivela certamente più adatto un confronto con la Regioni del Mezzogiorno con dati che, in questo caso, diventano significativamente diversi. Stiamo lavorando su infrastrutture, capitale umano ed innovazione tecnologica, ha detto Paci, «ma i temi sono necessariamente lunghi anche se arrivano alcuni buoni risultati come quelli sull’abbandono scolastico che ci vedono al primo posto in Italia per la sua riduzione». Per questo riguarda la parificazione del rendiconto della Regione questo risultato è arrivato, ha continuato Raffaele Paci, «ma questo non significa che va tutto bene ed anzi alcune osservazioni ci devono far riflettere; davanti alla Corte dei Conti c’è stato un dibattito in cui ho difeso le prerogative del Consiglio sottolineando alcuni risultati importanti che sono oggettivi: la gestione delle partite attive e passive nel 2013 era negativa per 5 miliardi ed attiva per 4 miliardi, oggi quelle negative sono scese da 5 a 3 miliardi e quelle attive ammontano a 3.7 miliardi, quindi con un avanzo di 500 milioni; le perenzioni sono passate da 2.3 miliardi del 2015 ad 1.3 del 2016 e sono ancora in calo, abbiamo fatto pagamenti per 1.3 miliardi, e la percentuale di questi flussi è passata dal 76 all’82% del 2016 collocandosi all’interno della media dell’Italia e della Ue». Parlare di fallimento con questi numeri, ha detto ancora il vice presidente della Regione, «mi sembra eccessivo ed oltretutto può dare all’esterno una ide distorta della realtà che, nell’incertezza delle origini di questi fenomeni complessi, potrebbe travolgere politica ed istituzioni». Dopo aver ribadito che, a suo avviso, i risultati stanno arrivando, l’assessore Raffale Paci ha riconosciuto che «che c’è ancora molto da fare a cominciare da accantonamenti relativi al 2017 con una nuova vertenza che affronteremo con molta determinazione per ottenere una risposta della politica». Nel frattempo, ha concluso con alcuni dati dell’attività di governo, «la nostra economia cresce anche se ad un ritmo non soddisfacente, sui fondi Ue abbiamo chiuso la rendicontazione 2013 molto positivamente e al 31.12.2018 affronteremo il primo traguardo intermedio del nuovo ciclo di programmazione mentre sul patrimonio abbiamo qualche perché la Corte dei Conti chiederà, a noi come agli Enti locali, una accurata contabilità patrimoniale anch’essa soggetta a parifica, una cosa che non la fa nemmeno lo Stato: noi abbiamo censito circa 15.000 proprietà e la maggior parte valorizzata tranne 1500 che però non potranno entrare nel rendiconto 2017».

Dopo la replica  dell’assessore al bilancio, la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha chiesto 5 minuti di sospensione. Alla ripresa dei lavori  è stato  votato il passaggio agli articoli con votazione elettronica: è stato approvato (votanti 33, sì 22, no 11). Senza discussione sono stati approvati anche i nove articoli della legge: l’1 (votanti 34,sì 23, no 10), il 2 (votanti 33, sì 23, no 10), il 3 (votanti 38, sì 28, no 10) il 4 (votanti 38, sì 28, no 10), il 5 (votanti 38, sì 28, no 10), l’art 6 (votanti 39, sì 28, no 11), l’articolo 7 (votanti 39, sì 28, no 11), l’articolo  8 (votanti 40, sì 28, no 12) e l’ articolo 8 bis (votanti 39, sì 27, no 12). Per dichiarazione di voto è intervenuto Marco Tedde (Forza Italia) che ha detto che l’assessore Raffaele Paci ha ben poco da difendere. Ancora una volta è dimostrato che questa giunta regionale, nonostante le grandi promesse, non è riuscita a mantenere neanche un impegno. Avrei preferito – ha aggiunto – un atteggiamento da parte dell’assessore di maggiore difesa di questo rendiconto. Il disegno di legge è stato approvato (votanti 42, si 28, no 14)

La mozione 401 sulle procedure di stabilizzazione del personale presso le amministrazioni del sistema Regione finalizzate al superamento del precariato e sulle modalità di attivazione da parte della Giunta regionale è stata illustrata dal primo firmatario Valter Piscedda (Cristiano Popolari Socialisti) che ha sottolineato l’importanza di richiamare l’attenzione  sulla necessità di superare il  precariato interno nella Regione Sardegna. A distanza di un anno e mezzo dall’approvazione della legge regionale n. 37 del 2016  – ha sottolineato – si registra che è stata ampiamente disapplicata o sorvolata. Per questo la mozione presentata impegna il presidente della regione a garantire l’applicazione della legge regionale n. 37 del 2016 ai lavoratori precari entrati nel sistema Regione attraverso selezioni poste in essere con modalità analoghe a quelle del programma operativo nazionale 2000/2006 PON ATAS (misure 1.1, 1.2, 2.2) e dell’Accordo di programma quadro (APQ), così come attestato dalla documentazione rilasciata e in possesso della stessa Amministrazione regionale. Il consigliere Valter Piscedda ha illustrato le varie situazioni di ambiguità che ci sono nell’applicazione della legge ed ha chiesto alla Giunta di sanare tali situazioni. Come si può mantenere credibilità – ha chiesto – se siamo di fronte a un apparato amministrativo che non ottempera alle disposizioni del Consiglio regionale? Invito l’Assemblea – ha concluso – a reiterare la richiesta alla giunta di rispettare la volontà del Consiglio e superare le situazioni di precarietà in essere.

L’interpellanza 293/A è stata illustrata da Augusto Cherchi (Partito dei Sardi) che ha rimarcato il mancato rispetto  della volontà dell’aula e ha invitato a una riflessione  sull’utilizzo che si fa del precariato.

Nella discussione generale è intervenuto Marco Tedde (Forza Italia) che ha detto che anche in materia di superamento del precariato la  Regione è inadempiente e ha ricordato i vari provvedimenti legislativi approvati e non applicati. Mentre nella maggior parte delle regioni italiane si applicano le norme di superamento del precariato – ha concluso – in Sardegna si fa il contrario: si continua ad assumere i lavoratori interinali e non aumenta il personale stabile. Le norme devono essere applicate, basta con la precarietà.

L’assessore regionale agli Affari generali Filippo Spanu ha ricordato l’innovatività della legge 37 del 2016, una legge  tesa a superare le forme di precariato e evitare che se ne creino ulteriori. L’applicazione della legge – ha detto l’assessore – ha avuto delle difficoltà in materia di interpretazione, ma la Regione ha fatto di tutto per superarle firmando, per esempio, un accordo  sui rapporti di lavori coordinati e continuativi che  ha consentito di cominciare l’attività di stabilizzazione. Sono stati stabilizzati 106 ex lavoratori precari “a domanda”. Il vero problema – ha ammesso l’assessore – è la stabilizzazione di alcune figure professionali che sono entrate con il tirocinio. Qui il problema nasce dalla natura degli atti dell’accesso perché il tirocinio formativo non costituisce rapporto di lavoro.»

Il consigliere Valter Piscedda, nella controreplica, ha detto di non condividere la posizione dell’assessore. «La 37 è chiara – ha affermato – anche i tirocinanti devono essere stabilizzati a domanda. Queste persone stanno lavorando da oltre 10 anni e il tirocinio è stato solo lo strumento attraverso il quale loro sono stati selezionati. Poi sono stati contrattualizzati. Io non vedo nessuna differenza con altri lavoratori».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto una breve sospensione.  Alla ripresa ha proposto all’aula di aggiungere alla mozione un impegno per  il presidente della Regione e per la giunta di verificare la possibilità di far rientrare nell’applicazione della legge anche i lavoratori entrati a lavorare con un  tirocinio formativo.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha dichiarato il voto favorevole del suo gruppo alla mozione. La Regione – ha detto – tolga il precariato dappertutto questo serve per dare dignità ai lavoratori.

Alessandra Zedda ha chiesto di apporre la firma alla mozione dei consiglieri del gruppo di Forza Italia.

Il consigliere Francesco Agus (Misto) ha dichiarato voto favorevole per la mozione e l’emendamento ed ha ricordato l’iter seguito per l’approvazione delle norme per il superamento del precariato nel sistema regionale (legge n. 37 del 22 dicembre 2016). Voto favorevole anche dai consiglieri Augusto Cherchi (Pds) e Angelo Carta (Psd’Az-La Base) che ha chiesto anche di apporre la firma alla mozione, dichiarazione analoga a quella del capogruppo Psd’Az-La base, Gaetano Ledda e del consigliere Pd, Roberto Deriu.

Posta in votazione la mozione Piscedda e più ha ottenuto 38 voti favorevoli su 38 votanti e il presidente del Consiglio ha quindi comunicato la convocazione della conferenza capigruppo (15.30) e dell’Aula (16.00).