29 April, 2024
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Nuova presa di posizione della Rete sarda in difesa della Sanità pubblica (coordinamento Sulcis Iglesiente) sulle lunghe attese alle quali viene sottoposta l’attuale e prevista impennata dei contagi da Covid-19.
«Di fronte a questa nuova incontrollabile ondata epidemicasi legge in una nota –  ad oggi non è ancora attivo il centro Covid con annessa terapia intensiva e sub intensiva prevista all’ospedale Santa Barbara di Iglesias, approvata con delibera regionale a luglio 2020! Lo stesso assessore regionale dott. Mario Nieddu affermava che questa soluzione avrebbe permesso un leggero decongestionamento sulle altre strutture presenti nell’isola dedicate a contrastare il Covid-19. La reale carenza di personale Medico Infermieristico e Oss si aggiunge alle difficoltà presenti nella riorganizzazione della Rete Ospedaliera.»

«Il macchinario per processare i tamponi non può sopperire alle altre carenze, quale il personale dedicato in forte carenza, nella necessità oggettiva di tenere liberi il CTO ed il SIRAI, nel rispetto delle altre patologie croniche e non. La Sanità già fortemente in agonia da anni, non è in grado di contrastare l’ondata di contagi nel sud Sardegna, e la mancata attivazione dei suddetti servizi, crea un ulteriore tracollo delle strutture sulcitaneaggiunge il coordinamento Sulcis Iglesiente della Rete sarda in difesa della Sanità pubblica -. L’impossibilità di tracciare tutti i casi in esponenziale aumento mette ancora di più in evidenza tali difficoltà! L’apertura del reparto Covid ad Alghero, Ozieri ed Oristano avvenuto nel rispetto della delibera regionale, pone il Sud Sardegna in una situazione di svantaggio rispetto alla non applicazione della delibera regionale, imputando le responsabilità alla Giunta regionale e all’ATS. L’incontrollabile situazione sanitaria ci porta a toccare un punto a nostro avviso chiave, la mancanza di unione di tutte le forze politiche che amministrano la Regione e l’unione dei Sindaci dei territori, questi ultimi con responsabilità dirette nei confronti della salute dei cittadini. Vanno evidenziate le difficoltà per la tutela e le cure per le fasce più deboli.»
«Pur consapevoli delle responsabilità politiche preferiamo soffermarci alle forti e indiscriminate carenze di personale e posti letto depotenziati prima della pandemia, oggi è tempo di accelerare le falle che la Sanità presenta. La posa in essere non si costruisce con interrogazioni recriminazioni ma con l’unione delle forze politiche e direzione ATS, la Rete Sarda ha spesso evidenziato più volte le falle che si creavano tra le delibere della Regione e la messa in opera delle stesse conclude il coordinamento Sulcis Iglesiente della Rete sarda in difesa della Sanità pubblica -. La Rete sarda in difesa della Sanità pubblica rivolge a tutte le forze politiche, sociali, associazioni ai rappresentanti istituzionali siano essi Sindaci, consiglieri regionali di maggioranza ed opposizione, a fare quadrato per l’immediata attivazione del punto Covid nel presidio ospedaliero del Santa Barbara di Iglesias previsto, al fine di salvaguardare il corretto e continuo funzionamento dei Servizi già in sofferenza dei Presidi ospedalieri.»

 

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A causa dell’emergenza Coronavirus, la commemorazione dei Caduti di tutte le Guerre – così come quella di oggi in ricordo dei defunti – avverrà in forma diversa rispetto alla tradizione consolidatasi nel corso degli anni e non potrà ovviamente contare sulla consueta massiccia partecipazione delle autorità civili, associazioni e scuole.

In ottemperanza alle prescrizioni dei recenti DPCM in tema di prevenzione e contrasto dell’epidemia da Covid-19, non sarà possibile svolgere alcuna cerimonia ufficiale.

Sarà, pertanto, una celebrazione quasi simbolica in cui il sindaco Paola Massidda, in rappresentanza di tutta la cittadinanza, delle autorità e associazioni locali, deporrà una corona d’alloro in ricordo dei Caduti di tutte le Guerre.

Questo il programma dettagliato: mercoledì 4 novembre, alle ore 10.00, il sindaco deporrà una corona d’alloro in Piazza Rinascita – in prossimità del monumento dei Caduti di tutte le Guerre – accompagnata dalla benedizione religiosa a cura di don Cristian Lilliu, parroco della Chiesa di San Ponziano.

A seguire, verrà collocata una corona d’alloro presso la lapide sita all’esterno della chiesa di Serbariu, con benedizione a cura di don Luigi Sulas, parroco della Chiesa di San Narciso.

Successivamente, ai piedi del monumento ai Caduti di Piazza Chiesa, a Bacu Abis, il sindaco Paola Massidda deporrà una corona d’alloro che riceverà la benedizione di don Giuseppe Tilocca, parroco della Chiesa di Santa Barbara.

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Riapre, su appuntamento, lo sportello Abbanoa di Iglesias. Da questa settimana si estende il servizio di assistenza clienti nel Sulcis Iglesiente con un nuovo metodo approntato nel pieno rispetto delle disposizioni anti Covid-19.

I clienti potranno prenotare online l’appuntamento dal sito www.abbanoa.it dove è stata creata un’apposita sezione. Basteranno pochi e semplici passaggi.

  1. Seleziona la sede: Iglesias, Tortolì, Tempio, Arzachena, Macomer, Isili e Ozieri;
  2. Seleziona il servizio: attivazione fornitura, dilazione pagamenti, modifiche contrattuali, disattivazione fornitura;
  3. Seleziona una data e gli orari disponibili;
  4. Compila con i propri dati personali.

Dopo aver confermato, arriverà una mail di avvenuta registrazione e le istruzioni per verificare i dati della prenotazione ed eventualmente annullarla. Sarà attivato anche un servizio di prenotazione telefonica per venire incontro alle persone, soprattutto gli anziani, che hanno poca dimestichezza con internet.

L’apertura degli sportelli su appuntamento è la seconda fase di riavvio dei servizi di assistenza diretta della clientela. Dal 5 ottobre era già stato attivato (senza prenotazione) anche lo sportello di Carbonia nella nuova sede ospitata nel Municipio d’intesa con l’Amministrazione comunale.

Servizi a km zero. L’Azienda ha comunque potenziato tutti i servizi disponibili per offrire assistenza senza doversi muovere da casa:

  • Sportello online.Direttamente dal sito internet www.abbanoa.it si possono presentare quasi tutte le tipologie di richiesta (attivazione, subentro, reclamo, etc.) verificare la situazione contabile, visualizzare e scaricare le fatture, procedere al pagamento tramite carta di credito o carta prepagata, verificare le letture effettuate dai nostri operatori e caricare le tue autoletture.
  • App Abbanoa. È il servizio per smartphone e tablet con sistemi operativi IOS e Android. Tramite l’App si può verificare, ovunque e in qualunque momento, la situazione contabile, visualizzare e scaricare le fatture, procedere al pagamento tramite carta di credito o carta prepagata, verificare le letture effettuate dai nostri operatori e caricare le tue autoletture.
  • Servizio mail. Per avere qualsiasi tipo di informazione, richiedere una rateizzazione o qualsiasi operazione commerciale (voltura, subentro, prima attivazione, cessazione, etc.) basta scrivere a info@abbanoa.it

 

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«Ho ricevuto direttamente dalla persona interessata comunicazione di un ulteriore caso di positività al Covid-19 a Teulada. Sta bene ed è in isolamento in casa. Sta bene anche la persona di cui ho dato comunicazione ieri 31 ottobre.»

Lo comunica il sindaco di Teulada, Daniele Serra, che aggiunge: «Ho avuto modo di parlarci personalmente e mi ha informato che sta seguendo l’isolamento domiciliare in un comune diverso dal nostro. A loro vanno i nostri migliori auguri di pronta guarigione».

Antonio Caria

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«Aspettiamo notizie dall’ATS circa le mappature dei contatti dei nuovi sette positivi individuati nell’attività di screening di martedì scorso e delle verifiche dei tamponi antigenici, eseguiti da alcuni nostri concittadini nei laboratori convenzionati, risultati positivi, che hanno necessità di essere confermati dal tampone molecolare. Non escludiamo quindi, che possano essere individuate altre persone risultate positive al Covid-19. Domani ne sapremo sicuramente di più. Aspettiamo fiduciosi.»
Lo ha annunciato qualche minuto fa, con un post pubblicato sulla pagina facebook istituzionale, il sindaco di Carloforte, Salvatore Puggioni.
«Approfitto per fare delle considerazioni, in risposta ai malumori che mi sono stati manifestati, da alcuni famigliari dei nostri anziani ospiti della nostra Casa dell’Amiciziaha aggiunto Salvatore Puggioni -. Oltre a ricordare a tutti quanto questa struttura sia importante per la nostra Comunità, ritengo doveroso che la tutela della salute di chi oggi ne è ospite, sia una nostra priorità. Lo sentiamo tutti i giorni in TV che le persone anziane sono le più vulnerabili al virus, anche perché spesso affette da altre gravi patologie. Le case di riposo per anziani dove il virus è riuscito ad entrare, hanno subito gravi perdite in termini di vite umane. Proprio per questo i DPCM consentono ai gestori di queste strutture, la possibilità di organizzarsi autonomamente a tutela dei loro ospiti.»
«Capisco quanto sia importante per un anziano la visita di un familiare, di un figlio o di una figlia, ma penso che a tutela della loro salute, oggi è preferibile evitare di andare a visitarli nella struttura. Non sappiamo se noi stessi possiamo essere portatori del virus. Oggi è meglio fargli sentire la nostra vicinanza con una telefonataha concluso il sindaco di Carloforte -. Essere prudenti in questo caso è un vero atto di amore. Spero domani di avere dati più confortanti da comunicarvi.»

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«L’invasione non si ferma, con altri quattro differenti sbarchi che nelle ultime ore hanno interessato la costa Sud della Sardegna, dove i carabinieri hanno fermato quarantanove uomini adulti di diverse nazionalità che sono stati trasferiti nel centro di Monastir, aggravandone ancor di più i problemi di congestionamento. Peraltro, alla luce del terribile attentato di Nizza perpetrato da un clandestino sbarcato in Italia, la necessità di chiudere i nostri porti e difendere i confini è diventata sempre più evidente anche come misura di prevenzione del terrorismo fondamentalista. A tal fine chiederò al Viminale di fornire i necessari strumenti di monitoraggio dei clandestini del centro di Monastir, dove al momento mancano le minime condizioni per garantire ai cittadini sicurezza e rispetto delle regole.»

Cosí Eugenio Zoffili, deputato e coordinatore regionale Lega Sardegna, presidente del Comitato Bicamerale di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol e di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, insieme a Michele Ennas, consigliere regionale e responsabile territoriale Lega Sulcis Iglesiente, che sul centro di accoglienza denuncia come «la Regione sia stata completamente ignorata negli scorsi mesi, sia per quanto riguarda le sommosse e i disordini, sia nel contrastare il fenomeno degli sbarchi, fantasma e non, che hanno contribuito nel compromettere la stagione turistica appena lasciata alle spalle. Non da meno l’aumento di carico sul sistema sanitario, perché ogni migrante deve essere obbligatoriamente sottoposto ai controlli previsti per il contrasto al Covid-19».

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Ormai è chiaro il fallimento del piano di protezione della salute pubblica dal Coronavirus. Le istanze provenienti dai Sindaci cadono nel vuoto, proprio adesso che ci servono dei leaders locali che coordinino un gabinetto di crisi. Mentre oggi a Vuhan la gente va a fare shopping senza mascherina e tutte le attività civili hanno ripreso in pieno, noi stiamo sprofondando nel nuovo lockdown. In Cina, recentemente, per un focolaio di 9 casi di Covid hanno fatto un tracciamento con 9 milioni di tamponi. I sospetti sono stati isolati dal resto della popolazione e tutto è rientrato nella norma. Noi invece siamo entrati in una fase talmente grave che oggi, fare il tracciamento e i tamponi a tappeto, non è più possibile. Ci dobbiamo limitare a fare il tampone ai casi sintomatici. Il motivo? «Pochissimo personale addetto al tracciamento e all’esecuzione dei tamponi». Il fallimento è evidente, soprattutto, negli ambiti familiari.

Questi sono i dati sulla distribuzione dei focolai:

  • In famiglia: 82,6% dei focolai;
  • In ambito lavorativo: il 3,2%;
  • In attività ricreative: il 2,6%;

I ragazzi trovati positivi a scuola avevano contratto il virus in ambito familiare.

Dei restanti focolai non si è capita l’origine.

Visto che abbiamo dimenticato la lezione impartitaci dalla prima ondata e, vista la crisi in cui sta entrando il Sistema Sanitario pubblico, non ci resta che prepararci ad una difesa individuale, studiando di nuovo il virus per scoprire i suoi punti deboli.

Questo Virus è difficile. Ha un unico scopo: riprodursi. Il luogo ideale che ha trovato per farlo, siamo noi esseri umani. I Virus sono antichissimi. Esistevano già 3 miliardi di anni prima degli ominidi, quando iniziò la vita sulla Terra. Essi sono strutture semplici di Acido Ribonucleico (RNA) o di acido Desossiribonucleico (DNA) che, probabilmente, associandosi ed assommandosi in masserelle più grandi, hanno dato luogo ai Batteri. Batteri e Virus, sommandosi, hanno dato luogo ai Protozoi. Questi, mettendo insieme il DNA virale, batterico e protozoario, hanno dato luogo ai metazoi, e così via fino agli animali di grandi dimensioni. Il problema sta qui: i Virus ci conoscono da sempre e, nella loro infinita semplicità, ci dominano perché sono il nostro antecedente biologico nella scala dei viventi.

L’Uomo moderno iniziò a percepire l’esistenza dei virus circa 1 secolo fa quando scoprì, in una malattia chiamata “mosaico del tabacco” che esistevano esseri infinitamente più piccoli dei microbi. Nel 1910, venne scoperto il Virus polio (quello della Poliomielite). Successivamente, in tutto il 1900, si scoprirono tutti gli altri virus che oggi conosciamo; tuttavia, il numero reale delle loro varietà è enorme e sconosciuto.

Per ora non abbiamo farmaci disponibili, tranne gli Anticorpi Monoclonali (impiegati per curare Donald Trump), e il Remdesevir. I primi sono irraggiungibili: una cura costa centinaia di migliaia di dollari. Il secondo viene prodotto in scarsa quantità ed è efficace in meno della metà dei casi. Di fatto non abbiamo difese.

Stando così le cose ci chiediamo: «Che differenza c’è tra noi Uomini del 21° secolo e gli Uomini del Medio Evo? Risposta: «Non c’ è differenza sostanziale».

Dobbiamo evitare la presunzione e prendere coscienza che siamo tutt’oggi ridotti alla stregua di Uomini medioevali e dobbiamo usare gli stessi metodi che usavano i nostri antenati per difendersi, e cioè.

  • Distanziamento,
  • Isolamento,
  • Barriere fisiche.

All’inizio dell’Epidemia si pensava che il contagio avvenisse da malato a sano attraverso le “droplets”, cioè le goccioline di secrezioni delle vie aeree che vengono emesse con la tosse e gli starnuti. Poi si è scoperto che il Virus si diffonde benissimo anche in assenza di tosse e starnuti. Lui usa l’aerosol dell’alito che emettiamo quando parliamo. L’Uomo è l’animale più garrulo che esista, anche più degli uccelli. Ed è l’unico animale che trasmette infezioni dall’uno all’altro attraverso la parola.

I suoni vengono emessi dalla bocca dopo essere stati modulati dalle corde vocali, dalla lingua e dalle labbra. Inoltre la potenza della voce viene regolata dalla forza con cui si contrae il diaframma e la cassa toracica per espirare  l’aria dai polmoni.

E’ evidente che un individuo infetto irrora l’ambiente circostante con l’aerosol, emesso dal suo apparato vocale, proveniente dai polmoni, dai bronchi, dalla trachea, dalla glottide, dalla bocca e dal naso. E l’aerosol emesso contiene miliardi di Virus. Il numero dei Virus e la distanza a cui vengono proiettati è direttamente proporzionale alla forza di emissione del fiato e al tono della voce.

Pochi giorni fa ho ricevuto da un collega un articolo della rivista “Science” che contiene i risultati delle ultime ricerche sulla diffusione della Pandemia. Questa rivista viene pubblicata a Washington D.C. dall’American Association for the Advancemente of Science “ fin dal 1880. E’ la più prestigiosa al mondo assieme alla rivista inglese “Nature” del 1869 ed ha il merito di aver posto molte basi alla scienza medica moderna. I loro articoli sono particolarmente attendibili.

Ambedue le riviste nacquero dopo le pubblicazioni di Darwin sulla evoluzione delle specie, di Pasteur sulla teoria dei microbi, e di Mendelejeev sulla tavola periodica degli Elementi chimici. Quelle pubblicazioni, apparse nel trentennio fra il 1850 e il 1880, posero le basi dello sviluppo scientifico del 1900 e 2000.

Nella seconda metà del 1800 si misero a punto le tecniche della disinfezione e sterilizzazione. Ciò dette grande impulso alla Chirurgia. La Medicina Interna ebbe, nella prima metà del 1900, un grande impulso con l’applicazione delle scoperte della Genetica, della l’Immunologia, dei vaccini, dei sulfamidici e degli antibiotici. La Medicina fece un balzo in avanti nel 1953 quando James Watson e Francis Crick, genetisti, dimostrarono la struttura del DNA e dello RNA. Quando la loro scoperta venne capita nella sua grandezza si affermò che era stato scoperto il linguaggio con cui Dio aveva creato la Natura Vivente. Dopo la scoperta del fuoco, della ruota e della macchina a vapore quella di Watson e Crick fu la quarta scoperta più importante della Storia dell’Uomo.

Negli anni ’90 la Genetica esplose, soprattutto, tra gli scienziato americani ed il 26 giugno 2.000 Francis Collins e Craig Venter, presentati al mondo intero da Bill Clinton, dichiararono d’aver decodificato l’intera sequenza del DNA umano. Quegli apparecchi che misero a punto per decodificare il DNA erano i progenitori degli apparecchi che oggi si usano per decodificare l’RNA dei tamponi eseguiti per cercare il Coronavirus.

Craig Venter scoprì che il corredo genetico dell’Uomo è compreso in una piccolissima parte del DNA totale che si trova nelle cellule: il 5%. Il restante 95% di DNA umano non si sa a cosa serva e vien chiamato “DNA spazzatura”. Cos’è?

La teoria più accreditata è che si tratti di DNA e RNA virale che si è accumulato nei millenni dentro le cellule umane.

Se questo è vero si comprende anche quanto i Virus hanno abitato, e continuano ad abitare, dentro di noi, e quanto il materiale virale contenuto nelle nostre cellule sia abbondantemente preponderante rispetto al DNA umano. E’ difficile distinguere se siamo noi ad ospitare agenti estranei, oppure se siamo noi stessi ospiti di altri progenitori genetici. In futuro la Scienza chiarirà.

Alla luce delle attuali conoscenze possiamo capire quanto sia insidioso l’attacco di questo Coronavirus, che sta cercando domicilio nel nostro serbatoio genetico e che lo sta usando per riprodursi.

Oggi, data l’evidente inferiorità dell’Uomo rispetto all’attacco virale ed il fallimento nel controllo dell’Epidemia, dobbiamo ripartire da “zero”, e ridare importanza alle regole basilari per la difesa individuale. E cioè:

Primo: «Mantenere le distanze».

Secondo: «Interporre barriere tra noi e i possibili contagiati” (esempio: le mascherine).

Terzo: «Lavarsi le mani frequentemente” per impedire che esse ci portino alla bocca i Virus che abbiamo captato toccando gli oggetti dell’ambiente.

Quarto: «Evitare gli ambienti a rischio».

Quinto: «Evitare i comportamenti a rischio».

Questi due ultimi punti sono accomunati dall’intento di prevenire il meccanismo di contagio che è rappresentato da: «L’espulsione forzata di Virus dalle nostre bocche verso il prossimo».

L’articolo su “Science” che ho prima citato riporta i risultati di svariati milioni di tamponi eseguiti in tutto il mondo. Questi hanno dimostrato un fatto interessantissimo, e cioè: «Presi 100 soggetti portatori del Virus, l’80% non contagerà nessuno, mentre il 20%  diffonderà il contagio”.

Per spiegare questo  fenomeno si è pensato alla genetica degli individui, ai gruppi sanguigni, e anche all’immunologia. Si è visto che la verità è più semplice. Oggi tutti gli studi, eseguiti soprattutto in Corea del Sud, in Giappone, in India, e negli Stati Uniti, hanno dimostrato che in realtà il contagio è legato alle due circostanze elencate prima (ambienti e comportamenti).

Secondo lo studio Indiano, eseguito su 500mila portatori di Coronavirus, si scopre che il 60% delle persone contagiate è riconducibile all’8% degli infetti. Sorge la  domanda: «Perché il restante 92% degli infetti indiani non è contagioso?”.

Un altro studio concluso a Hong Kong dimostra che il 10-20% delle persone positive è responsabile di almeno l’80% dei contagi. Qui ci si deve porre la stessa domanda che ci si pone per gli Indiani.

La risposta data fino ad oggi era che “esistono i superdiffusori”. Questo termine è stato coniato dopo la pubblicazione di uno studio della Corea del Sud intorno al tracciamento di un “cluster” di 5.000 persone contagiate da 50 fedeli di una chiesa, contagiati a loro volta da una donna che cantava nel coro.

Un Cluster molto noto e studiato è quello avvenuto alla Casa Bianca il 26 settembre scorso quando Donald Trump, e altri si infettarono nel corso della cerimonia per la nomina di Amy Coney Barrett a Giudice della Corte Suprema. I presenti che indossavano la mascherina e rispettavano le distanze non si infettarono.

Cosa accomuna questi Cluster?

Sono tutti accomunati da circostanze simili, e cioè:

  • Assembramenti in luoghi affollati, chiusi e poco ventilati.
  • Componenti che cantavano o parlavano a voce alta per farsi sentire dagli altri.

Con questo abbiamo definito le caratteristiche del “luogo a rischio” e del “comportamento a rischio”.

Il luogo a rischio” con “comportamenti a rischio” è lo “spazio chiuso, affollato, con scarsa ventilazione”, in cui i presenti:

  • Non indossano la mascherina per poter bere e mangiare o per loro scelta;
  • Parlano a voce alta per farsi capire in quanto l’ambiente ha un rumore di fondo elevato.
  • Cantano in coro,
  • Fanno attività fisica.

Dai nuovi studi si è capito che la Biologia conta poco. Non esistono soggetti “superuntori”. Piuttosto esistono “ omportamenti  super-untori  in ambienti a rischio”.

La maggior parte dei contagi avvenuti nel mondo  si è verificata su mezzi di trasporto affollati, in bar e ristoranti dove si parla e si discute animatamente, si racconta eccitando gli astanti, si ride, si conversa a voce alta. Inoltre avviene in palestre dove si compiono sforzi estremi e si inspira ed espira con forza l’aria dai polmoni. Avviene nelle riunioni di lavoro dove si discute animatamente. Avviene ancora nei luoghi di culto dove si prega e si canta a voce alta. Avviene nel Cal Center, dove gli operatori, per farsi sentire in un contesto rumoroso, devono alzare la voce. Nei matrimoni, dove si canta, si ride, si urla per farsi sentire da ospiti distanti e per inneggiare agli sposi. Nei funerali durante i canti corali e i riti di condoglianza. Nelle feste private dove, tra musiche e canti il rumore di fondo è alto e si deve comunicare alzando la voce.

Da  questi studi emerge che le scuole sono molto meno a rischio. In effetti a scuola si parla uno per volta, con sobrietà  e nel rispetto dei ruoli.

E’ difficile diffondere i Virus se si parla con tono di voce normale o basso, e le distanze sono  rispettate.

Il Coronavirus si diffonde in modo stocastico, cioè casuale, e non dipende dal numero di contagiati ma dal numero  di persone che hanno un comportamento a rischio in un ambiente a rischio. Queste persone, la cui presenza e comportamento sono imprevedibili, rappresentano il 10-20% della popolazione degli infetti.

Esiste un interessante studio coreano che invece riesce a distinguere con precisione i “diffusori” dai “non diffusori”. E’ stato condotto su una palestra in cui si esercitavano di mattina i sollevatori di peso e i body builder, mentre la sera si esercitavano gli allievi di una scuola di Yoga. Quelli della mattina si sono contagiati. Quelli dello Yoga, no. La differenza sta nei diversi comportamenti.

In attesa del Vaccino, degli Anticorpi Monoclonali e dei farmaci antivirali dobbiamo trarre una lezione da questi studi, e cioè:

  • Mascherina,
  • Distanziamento,
  • Evitare luoghi chiusi ed affollati,
  • Stare lontani da gente che parla e canta a voce alta, o sbuffa in palestra o allo stadio,
  • Applicare le buone regole nell’ambito familiare, massimamente se c’è un sospetto,
  • Preferire la frequentazione di persone che bisbigliano e non alzano il tono della voce,
  • Stare lontani dagli entusiasti simpaticoni e grandi parlatori.

Ne può andare di mezzo la vita. Meglio applicarsi ad un lockdown di silenzio.

Mario Marroccu

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L’Arzachena di Raffaele Cerbone ha imposto lo 0 a 0, in trasferta, alla capolista Savoia di Salvatore Aronica, nell’unica partita disputata oggi nel girone G della serie D, valida per la sesta giornata del girone di andata.

Qualche giorno fa, ben 123 delle 166 società dei 9 gironi, hanno deciso di non fermare il campionato per l’emergenza Coronavirus, ma ci ha pensato il virus a fermare quasi tutte le partite. Per il Carbonia di Marco Mariotti, quella odierna, prevista dal calendario a Giugliano, è la seconda partita rinviata, dopo quella casalinga della terza giornata con la Gladiator di Santa Maria Capua Vetere, riprogrammata due volte ma sempre rinviata. E, a questo punto, il rischio che venga rinviata anche la prossima partita casalinga, in programma domenica 8 novembre al Comunale “Carlo Zoboli” con un’altra squadra campana, il Nola, è molto concreto, così come non è da escludere, se si dovesse arrivare a fermare gli spostamenti tra regioni, che possa essere fermato il campionato, decisione che, probabilmente. sarebbe la più sensata.

 

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Cresce ancora il numero di nuovi positivi al Covid-19 in Sardegna, 399 nelle ultime 24 ore, 2.959 i tamponi eseguiti. Sono 9.830 i casi di positività al Covid-19 complessivamente accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. Dei 399 nuovi casi, 218 sono stati rilevati attraverso attività di screening e 181 da sospetto diagnostico. Si registrano 7 vittime (234 in tutto): tre residenti nel nord Sardegna, una donna e due uomini rispettivamente di 65, 73 e 92 anni, tre della Città Metropolitana di Cagliari, due donne e un uomo di 54, 82 e 74 anni, e un uomo di 84 anni residente nella provincia del Sud Sardegna.
In totale sono stati eseguiti 270.574 tamponi. Sono invece 336 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (tredici in meno rispetto al dato di ieri), mentre è di 43 (+4) il numero dei pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 5.999. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 3.152 (+53) pazienti guariti, più altri 66 guariti clinicamente.
Sul territorio, dei 9.830 casi positivi complessivamente accertati, 1.971 (+86) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 1.579 (+70) nel Sud Sardegna, 861 (+15) a Oristano, 1.252 (+41) a Nuoro, 4.167 (+187) a Sassari.

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La Giunta Regionale, su indicazione dell’assessore della Pubblica Istruzione, Andrea Biancareddu, ha approvato le linee guida per la ripartizione dei contributi a favore delle scuole dell’infanzia non statali paritarie per le spese di gestione e funzionamento.

In considerazione dell’emergenza determinatasi a seguito della pandemia Cavid-19, sono state apportate alcune modifiche rispetto alla prima applicazione delle regole approvate lo scorso anno, volte a semplificare ulteriormente le procedure.

«Le proceduresottolinea Andrea Biancareddu – con le nuove Linee guida, si differenziano soprattutto per quanto riguarda gli orari di servizio, a seconda che sia istituito oppure no il servizio mensa. Le verifiche sull’effettivo numero di bambini iscritti e sui titoli posseduti dal personale docente. Nel caso delle scuole composte da una sola sezione, si riduce a otto il numero minimo di bambini. Si incrementa da 8 a 10 euro l’importo orario per gli insegnati di sostegno e si istituisce un contributo economico per l’abbattimento delle rette in favore delle famiglie che iscrivono i bambini in scuole dell’infanzia paritarie ubicate in Comuni privi di altre scuole dell’infanzia statali e paritarie. Inoltreprosegue Andrea Biancareddusi incrementa il massimale riconosciuto per l’affitto dei locali utilizzati in favore delle scuole che dichiarano di sostenere tale spesa. Sono riconosciute le spese per la sanificazione dei locali e, nel caso di una nuova chiusura forzata, tutte le spese non comprese nelle precedenti Linee guida.»

I beneficiari dei contributi in oggetto sono i soggetti gestori delle scuole dell’infanzia non statali, operanti nel territorio regionale, in possesso del riconoscimento di parità rilasciato dal ministero dell’Istruzione. Gli stessi soggetti beneficiari devono inoltre aver operato, in regola con le vigenti disposizioni, come scuola dell’infanzia non statale paritaria almeno per tutto il precedente anno scolastico. Devono garantire la gestione dell’attività scolastica mediante l’impiego della necessaria dotazione minima di personale. Per ciascuna sezione, personale docente necessario per garantire il regolare svolgimento delle 25 ore (per le scuole senza servizio mensa) o delle 40 ore settimanali (per le scuole con il servizio mensa) minime previste per il funzionamento della scuola dell’infanzia, oltre ad un segretario impiegato amministrativo, un coordinatore, per le scuole con più di una sezione, un assistente ausiliario con compiti di vigilanza, pulizia e sanificazione, ogni quattro sezioni.

La dotazione minima di personale dovrà, in ogni modo, rispettare quanto previsto in merito dalle prescrizioni normative adottate per la prevenzione del contagio da Covid-19, in caso queste prevedano incremento della dotazione organica. A decorrere dall’anno scolastico 2020/2021, le risorse regionali destinate annualmente all’erogazione dei contributi a favore delle scuole dell’infanzia non statali paritarie per le spese di gestione e funzionamento, sono assegnate ai Comuni privi di ulteriori scuole dell’infanzia.