28 April, 2024
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Lunedì 16 gennaio, alle ore 17.00, a Barbusi, presso la piazzetta antistante la Chiesa, si svolgerà il “3° Falò di Sant’Antonio Abate”, un’iniziativa organizzata dal Comitato spontaneo Falò di Sant’Antonio Abate, in collaborazione con la Parrocchia Beata Vergine delle Grazie ed il comune di Carbonia.
«L’evento, giunto alla terza edizione, rappresenta un importante momento di partecipazione e condivisione per la comunità di Barbusi nel ricordo di Sant’Antonio, protettore degli animali domestici, in cui onore verrà acceso un grande fuoco, alla presenza di musica, balli e folklore”, ha affermato il sindaco Pietro Morittu.
Nella mitologia sarda, Sant’Antonio Abate rubò il fuoco ai demoni con un bastone di ferula, dopo essere entrato nell’inferno per recuperare il suo maialino.
Il programma:
– alle ore 17,00, la Santa Messa presso la Chiesa Beata Vergine delle Grazie di Barbusi, a seguire la benedizione ed accensione del falò e benedizione degli animali;
– alle ore 18.00, un momento di fraternità con la partecipazione del gruppo Folk “Is Messaius” Barbusi e lo spettacolo per bambini a cura della Pro Loco Carbonia.
Per consentire lo svolgimento in sicurezza della manifestazione, per lunedì 16 gennaio, dalle ore 17.00 alle ore 23.30, il comandante della Polizia locale del comune di Carbonia, Andrea Usai, ha disposto la chiusura temporanea del traffico veicolare nella via Santa Maria delle Grazie, nel tratto compreso tra via Madre Teresa di Calcutta e la via San Simone.

Il Budoni di Raffaele Cerbone è un’autentica corazzata. Costruita per vincere il campionato e tornare in serie D, la squadra gallurese dopo 23 giornate conduce la classifica insieme al Sassari Calcio Latte Dolce con 52 punti ed un margine di 14 punti sulla terza, il Taloro Gavoi. L’organico è super competitivo, ricco di calciatori con lunga esperienza in categorie superiori, ulteriormente rinforzato al recente mercato invernale. E tra tanti calciatori di qualità, ce n’è uno che il Carbonia conosce molto bene, Giuseppe Meloni, protagonista tre anni fa di quattro mesi super con la maglia del Carbonia, nel corso dei quali ha messo la sua firma con una dozzina di goal alla promozione in serie D e con il goal partita alla finale di Coppa Italia di Eccellenza, vinta contro l’Atletico Uri di Massimiliano Paba. Ce ne sarebbe abbastanza per ritenere il Budoni favorito per la conquista di quella che sarebbe la sua prima Coppa Italia.

Il Carbonia dei giovani di Diego Mingioni, settimo in classifica in campionato, una posizione non pronosticabile in avvio di stagione dopo l’amara retrocessione dalla serie D, non ha alcuna intenzione di recitare il ruolo di vittima predestinata e, nonostante l’assenza per squalifica di due calciatori importanti quali sono Fabio Porru e Jesus Prieto, il primo espulso nella semifinale di ritorno con la Tharros, il secondo appiedato per recidività in ammonizioni dopo il giallo rimediato ad Oristano, intende giocarsela con la convinzione di poter centrare l’impresa. Diego Mingioni conta di recuperare Ayrton Hundt, pilastro della difesa che ha subito 22 goal, solo 2 più del Budoni, sul cui impiego deciderà poco prima del fischio d’inizio e per il resto ha tutti a disposizione, compreso Fabio Mastino, impiegato per prudenza solo in uno scampolo di partita domenica scorsa a Ghilarza.

La fiducia della squadra e dell’ambiente, trova forza nel precedente vissuto in campionato, a fine ottobre, quando al Comunale “Carlo Zoboli” si rese protagonista di una partita straordinaria, andando in vantaggio con un grande goal di Andrea Porcheddu al 2′ della ripresa, dopo aver colto un palo a portiere battuto con Nicola Muscas nel primo tempo, e raggiunto da un goal di Sandro Scioni all’87’, ha sciupato un’occasione da goal colossale per vincere la partita con Gabriele Dore al 97′.

Vediamo nell’intervista realizzata questo pomeriggio, al termine dell’ultimo allenamento, con l’allenatore Diego Mingioni (oggi ha festeggiato il suo 32° compleanno), come il Carbonia vive la vigilia della finale.

Giampaolo Cirronis

Nella foto di copertina la formazione del Carbonia che ha pareggiato con il Budoni 1 a 1 la partita di campionato disputata il 30 ottobre 2022 allo stadio Comunale “Carlo Zoboli”.

 

E’ in programma domani pomeriggio, alle 15.00, sul campo Comunale Anton Giulio Cabras, ad Abbasanta, la finale della Coppa Italia di Eccellenza regionale, tra Carbonia e Budoni. Dirigerà Salvatore Fresu di Sassari, assistenti di linea Giacomo Sanna di Cagliari e Daniele Marcello Bognolo di Olbia.

In caso di parità al termine dei tempi regolamentari, sono previsti due tempi supplementari da 15 minuti ciascuno e, in caso di ulteriore parità, i calci di rigore secondo le norme vigenti. La vincitrice della finale, acquisirà il diritto di partecipare alla fase nazionale organizzata dalla Lega Nazionale Dilettanti. Carbonia e Budoni si sono qualificate eliminando in semifinale rispettivamente la Tharros (3 a 3 in casa, 5 a 2 ad Oristano) ed il Latte Dolce (0 a 0 in trasferta e 3 a 1 in casa).

E’ un feeling speciale quello che il Carbonia mantiene da 13 anni con la Coppa Italia, di Eccellenza o di Promozione. Dal 2010 quella con il Budoni è la quinta finale, finora tre perse ai calci di rigore, una in Eccellenza e due in Promozione, ed una vinta, la più recente, in Eccellenza, contro l’Atletico Uri, l’8 febbraio 2020.

Nel 2010, a Nuoro, il Carbonia di Graziano Mannu si arrese ai calci di rigore al Porto Torres, dopo essere passato in vantaggio in avvio di partita con un goal di Federico Trogu, nella finale della Coppa Italia di Eccellenza regionale. Tempi regolamentari e supplementari si erano conclusi sull’1 a 1.

Nel 2016, ad Oristano, il Bosa conquistò la Coppa Italia di Promozione regionale, superando ai calci di rigore il Carbonia di Andrea Marongiu, dopo che sia i tempi regolamentari sia quelli supplementari si erano conclusi sull’1 a 1 (al goal bosano di Mattiello rispose Demontis).

Nel 2018 stesso film ad Oristano, con il Carbonia di Andrea Marongiu sconfitto ai calci di rigore dalla Dorgalese, nella finale della Coppa Italia di Promozione regionale, dopo che sia i tempi regolamentari sia quelli supplementari, si erano conclusi sul 3 a 3. Grande rammarico per il Carbonia che dopo soli 7′ era già avanti sul 2 a 0 con i goal di Cogotti e Loi e dopo il 2 a 1 di Malatesta, poco dopo la mezz’ora aveva realizzato il goal del 3 a 1 con Giovagnoli; di Piras e Cadau, nel secondo tempo, i goal della Dorgalese per il 3 a 3 finale.

L’8 febbraio 2020 il Carbonia di Andrea Marongiu conquistò la Coppa Italia di Eccellenza regionale, la prima della sua storia, superando 1 a 0 l’Atletico Uri con un goal di Giuseppe Meloni (avversario domani con la maglia del Budoni) nella finale disputata sul campo del Centro federale di Sa Rodia, ad Oristano.

Qualora riuscisse a riconquistare la Coppa Italia, il Carbonia con due vittorie raggiungerebbe Carloforte, Arbus, Atletico Elmas, Porto Torres e Tavolara. Quella di domani è la terza finale, avendo perso quella del 2010, con il Porto Torres, ai calci di rigore, a Nuoro.

Per il Budoni una vittoria domani sarebbe la prima.

Al fine di consentire lo svolgimento della finale della Coppa Italia sabato 14 gennaio, le partite di campionato Carbonia Calcio-Monastir Kosmoto e Pol. Calcio Budoni-FBC Calangianus 1905 in programma domenica 15.01.2023 per la quinta giornata del girone di ritorno, sono state posticipate a mercoledì 18.01.2023, alle ore 15.00.

Giampaolo Cirronis

 

Sono aperte le iscrizioni per la partecipazione a “Promemoria Auschwitz 2023. Il Viaggio della Memoria”, progetto finanziato dal Comune di Iglesias e gestito da ARCI Sardegna in collaborazione con l’Associazione Deina, che consentirà a 10 giovani di visitare i campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

“Promemoria Auschwitz” è un progetto di educazione alla cittadinanza europea, pensato per accompagnare le giovani generazioni alla scoperta e alla comprensione della complessità del mondo che ci circonda a partire dal passato e dalle sue narrazioni, affinché possano acquisire lo spirito critico necessario per essere protagonisti come cittadini nel mondo d’oggi.

Guardare alla storia della Seconda Guerra Mondiale, della deportazione e della Shoah in chiave europea, significa costruire la consapevolezza che i processi che ne sono alla base sono parte di un passato comune, così come lo sono le conseguenze sociali, politiche e culturali che quella storia ha prodotto.
La costruzione di una società civile non può che fondarsi su questi presupposti, e i viaggi della memoria contribuiscono ad educare una generazione di giovani europei che siano in grado di afferrare il senso profondo e complesso delle sfide del presente.

L’obiettivo generale di Promemoria Auschwitz è quello di educare a una partecipazione libera, critica e consapevole, proponendo un percorso strutturato in grado di alimentare una relazione continua tra Storia, memoria e cittadinanza.

È uno spazio in cui i partecipanti hanno l’opportunità di incontrarsi e approfondire tematiche storiche e sociali relative a quegli anni, in un periodo in cui le testimonianze dirette di quei terribili accadimenti cominciano a scomparire.

La tappa più importante e intensa del progetto è il viaggio a Cracovia che si svolgerà presumibilmente nei giorni 9/14 marzo 2023. I momenti centrali saranno rappresentati dalla visita al Museo Fabbrica di Oscar Schindler, dalla visita guidata al quartiere e all’ex ghetto ebraico di Cracovia, e da quella ai campi di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau, a cui è dedicata un’intera giornata.

Promemoria Auschwitz si configura come un’esperienza molto forte, che coinvolge i giovani partecipanti in riflessioni profonde che si pongono l’ambizioso obiettivo di stimolare nei ragazzi una partecipazione attiva e una conoscenza che, partendo dalle tragiche vicende storiche della Seconda Guerra Mondiale, arrivi ad analizzare in modo critico e costruttivo il presente che li circonda.

Possono partecipare al progetto esclusivamente i giovani:
– residenti nel comune di Iglesias;
– di età compresa tra i 18 e i 25 anni;
– che si impegnino a partecipare a tutte le fasi del progetto, compresi gli incontri di formazione;
– che si impegnino a contribuire con una quota di 100,00 euro, che dovrà essere versata all’atto di accettazione della selezione per la partecipazione.

Gli interessati dovranno compilare – esclusivamente on-line – la domanda di partecipazione entro e non oltre le ore 24.00 di mercoledì 25 gennaio 2023, allegando il proprio documento di riconoscimento (carta d’identità o passaporto).

Successivamente, i giovani che avranno compilato la domanda di partecipazione, riceveranno (all’indirizzo mail indicato in fase di registrazione) la convocazione contenente tutte le indicazioni per la partecipazione al successivo colloquio motivazionale di selezione tenuto dagli educatori ARCI.

L’avviso con il link per la partecipazione, è disponibile nel sito internet del comune di Iglesias e nella pagina Facebook istituzionale.

«Ritengo molto importante spiega l’assessore della Cultura, Claudia Sanna – che si dia la possibilità a 10 ragazzi di vivere l’esperienza di “Promemoria Auschwitz. Il viaggio rappresenta un’opportunità di arricchimento personale e consente di conoscere in maniera diretta uno degli spaccati di storia più tragici dell’umanità. Solo la strada della conoscenza può essere utile per non ripetere più gli stessi errori.»

«Il Paese ha bisogno di autonomia energetica e la Sardegna ne ha ancora di più. L’isola in questione senza risposte al proprio fabbisogno energetico rischia il fermo totale. Lo abbiamo detto e ripetuto più volte: prima di tutto, per rispondere a questa esigenza primaria, ci vogliono i rigassificatori e, poi, ogni forma utile a garantire l’approvvigionamento energetico.»
Lo ha detto Daniela Piras, segretaria generale della Uiltec, che ha sollecitato la Regione Sardegna a battere un colpo rispetto a questa delicata vicenda.
«Il governo della Regione sardaha aggiunto Daniela Piras mai come ora deve decidere in tempi celeri delle infrastrutture energetiche utili allo sviluppo insulare. E’ in gioco, prima di tutto lo sviluppo industriale della Regione, ma anche quello dell’economia intera della realtà sarda. Insomma, occorre che si determini un vero e proprio piano di approvvigionamento a partire dalla fornitura e dall’utilizzo del gas. Solo così si potranno abbassare le tariffe energetiche dei sardi e colmare il gap infrastrutturale che penalizza la Regione. Ma è ora che il governo regionale faccia sentire la propria voce e che compia scelte precise in tal senso.»

Si è svolto questa mattina a Vallermosa, nella Sala Teatro in Piazza Don Aldo Piga, il seminario regionale “Le Comunità Energetiche Rinnovabili: il ruolo degli Enti Locali”, organizzato dall’assessorato dell’Industria, l’Anci Sardegna ed il CAL Sardegna.

L’evento, che segue la firma del protocollo d’intesa mirato all’aggiornamento del Piano Energetico e Ambientale Regionale della Sardegna (PEARS), sottoscritto dall’assessorato dell’Industria insieme all’assessorato della Difesa dell’Ambiente, Anci, Cal e alle Università di Cagliari e Sassari lo scorso 20 dicembre, fa da apripista ad una serie di iniziative, dedicate ai temi della transizione energetica,  promosse dall’assessorato dell’Industria della Regione.

“Il seminario di oggi afferma l’assessore dell’Industria, Anita Pili inaugura una serie di incontri sul tema delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) che verrà seguito da altri incontri informativi, rivolti agli alunni delle scuole elementari e medie, dedicati a diffondere e promuovere la cultura della sostenibilità e dell’autonomia energetica. Le Comunità rappresentano un tassello fondamentale della transizione energetica, che è a sua volta un percorso da intraprendere in maniera sistemica per consentire alle nostre  comunità di coglierne tutte le opportunità”.

Le comunità energetiche rappresentano oggi uno strumento indispensabile per permettere ai comuni di dotarsi autonomamente di energia autoprodotta e metterla a disposizione del proprio territorio, delle attività produttive e dei cittadini. «La Regionericorda l’assessore dell’Industria ha già investito e metterà in campo nuove risorse per questo strumento che sta già dando notevoli risultati e che rappresenta un’opportunità importante anche in termini di sviluppo futuro.»

Al seminario, cui sono intervenuti il sindaco di Vallermosa Francesco Spiga, il presidente di Anci Emiliano Deiana, la presidente del Cal Paola Secci, insieme ai rappresentanti del Gestore dei Servizi Energetici-GSE SpA, sono stati affrontati tutti i temi relativi alla pianificazione e programmazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), dagli aspetti cogenti alla specificità delle comunità. È stata inoltre discussa la centralità degli enti locali per la nascita delle comunità energetiche e sono stati indagati i possibili strumenti di finanziamento e incentivi.

«Le Comunità Energetiche Rinnovabilispiega ancora l’assessore Anita Pili sono lo strumento che permette di produrre, consumare e condividere energia da fonte rinnovabile. A livello nazionale il recepimento della Direttiva europea 2018/2001 e l’introduzione di un sistema incentivante, oggetto di decreti attuativi, aprono la strada a un rapido sviluppo di queste configurazioni. La CER attua quindi un modello virtuoso di gestione dell’energia che, come abbiamo sempre sottolineato,  non può tuttavia prescindere da un processo di valorizzazione del territorio, attraverso il perseguimento di opportuni obiettivi condivisi dai partecipanti alla Comunità. In questo contesto i Comuni dotati di adeguata progettualità possono accedere ai fondi del PNRR e/o intercettare allo stesso tempo risorse dai fondi regionali.»

«Il processo di costituzione di una comunità energeticaconclude l’assessore dell’Industriarappresenta un’importante opportunità sotto differenti profili e per i soggetti che andranno a costruirla. Dall’altro lato si tratta di un processo complesso e articolato in cui le amministrazioni locali giocano un ruolo fondamentale, che si esplicita in azioni che afferiscono alla sfera tecnica, sociale ed economica. L’incontro di oggi è stato dedicato a fornire ai Comuni della Sardegna una visione sul tema delle CER e sul ruolo centrale che gli Enti locali ricoprono proprio nella costituzione e nella gestione delle stesse comunità.»

E’ stata presentata stamane, al Teatro Massimo di Cagliari, la Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa | Musica e Danza al Teatro Centrale di Carbonia, organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna al Teatro Centrale di Carbonia con il patrocinio ed il sostegno del comune di Carbonia, della Regione Sardegna e del MiC/Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna. Sono intervenuti:  il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, che ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione per offrire a cittadine e cittadini, di concerto con il CeDAC e con il sostegno della Regione, una Stagione ricca di eventi interessanti e di alto livello culturale e artistico, con protagonisti di spicco del panorama italiano – per una città come Carbonia, punto di riferimento per il territorio; Antonio Cabiddu, presidente CeDAC Sardegna, che ha messo l’accento sulla “ripartenza” della Stagione di Carbonia, dopo gli anni difficili della pandemia, secondo una tradizione ormai consolidata, con un cartellone ricco e variegato, che comprende (per la prima volta) anche una residenza artistica, di respiro nazionale, per la realizzazione di uno spettacolo che debutterà al RomaEuropa Festival; Valeria Ciabattoni, direttrice artistica CeDAC Sardegna, che ha illustrato il programma della nuova Stagione de La Grande Prosa | Musica e Danza 2022-2023 al Teatro Centrale di Carbonia.

Nove titoli (per dieci recite) in cartellone da febbraio a maggio, dopo l’anteprima con “Una ragazza come io” di e con Chiara Francini lo scorso sabato 3 dicembre alle 21.oo, tra riletture di classici e testi di autori contemporanei, accanto a raffinate e intriganti coreografie e intrecci di parole e note, oltre a un progetto originale di “mappatura” del territorio attraverso una residenza artistica culminante in uno spettacolo e in un’installazione, tra memoria e futuro.
Tra i protagonisti artisti del calibro di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, registi e interpreti, con Raffaella d’Avella e Giovanni Moschella, de “i Macbeth”, riscrittura del dramma shakespeariano firmata da Francesco Niccolini, accanto all’eclettico attore, comico e musicista Stefano Masciarelli in scena con Fabrizio Coniglio (volto noto del grande e soprattutto del piccolo schermo, grazie a serie tv come “L’allieva”) per un singolare “amarcord” sul Belpaese con “Stavamo meglio quando stavamo peggio?”. Il regista argentino César Brie, tra i fondatori della Comuna Baires, firma drammaturgia e regia di “Raccontami di domani” con Vera Dalla Pasqua e Rossella Guidotti, su due vite allo specchio, mentre si ispira alla figura biblica della donna moabita emigrata in terra d’Israele, antenata del Re Davide, “Rut” di Cristoph Nix, con Chiara Murru, diretta da Nicola Bremer, in una storia d’amicizia e solidarietà femminile che sfida regole e convenzioni.
Una brillante commedia sulla ricerca de “L’Uomo Ideale”, scritta da Toni Fornari, Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli ed interpretata da Simone Montedoro, Emanuela Fresi e Noemi Sferlazza, oltre allo stesso Toni Fornari (sua anche la regia) per una riflessione sull’amore nel terzo millennio.

Uno sguardo attento sul rapporto tra uomo e natura in “Uomini e Virus / Uno scomodo equilibrio” di e con il geologo Mario Tozzi e il jazzista Enzo Favata, alla luce delle recenti epidemie e degli effetti collaterali dell’inquinamento e dei disastri ambientali; e si sofferma sui cambiamenti del paesaggio e sulle conseguenze a breve e lungo termine della presenza antropica anche “Cartografie”, il progetto di Paola Di Mitri e Cranpi che si snoda attraverso quattro regioni italiane – Puglia, Sardegna, Liguria e Piemonte – per comporre una narrazione collettiva sul territorio, da Sud a Nord.
Un duplice appuntamento nel segno della danza con “Astor / Un secolo di Tango” del Balletto di Roma, con le musiche eseguite dal vivo da Mario Stefano Pietrodarchi (bandoneón e fisarmonica) per un omaggio ad Astor Piazzolla e “Le Quattro Stagioni” di COB / Compagnia Opus Ballet sulle note di Antonio Vivaldi, per un immaginifico racconto per quadri con coreografia di Aurelie Mounier che rievoca, attraverso geometrie di corpi in movimento, le varie fasi del ciclo della natura.
Focus sulla nuova drammaturgia con la Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa | Musica e Danza organizzata dal CeDAC Sardegna a Carbonia, che affronta temi importanti e attuali, dal rispetto dell’ambiente al ruolo e alla condizione della donna nella società, dalla libertà di amare e seguire le proprie inclinazioni alla ricerca della propria identità, tra un affresco del Belpaese negli Anni Sessanta e Settanta e una indagine sulle radici della violenza e dell’odio, tra antichi e nuovi delitti, oltre a un tributo al grande compositore argentino, inventore del Tango Nuevo, in unaprogrammazione ricca e variegata che spazia fra teatro, musica e danza mettendo l’accento su intrecci e “contaminazioni” tra le diverse arti, secondo la “mission” del Circuito Multidisciplinare, che promuove la diffusione della cultura e dei linguaggi della scena. Tra le novità il progetto di una residenza artistica, per un lavoro di studio e documentazione, con il coinvolgimento degli abitanti in una ricostruzione della storia dell’antica zona mineraria, in modo da restituire attraverso le testimonianze dei protagonisti la memoria “viva” dei luoghi.

 

Sono 269 i nuovi positivi al Covid-19 in Sardegna su 2.028 tamponi eseguiti, 97 diagnosticati da molecolare, 172 da antigenico, nessun decesso.

E’ rimasto invariato il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva, 10.

I pazienti ricoverati in area medica sono 99 (+5).

Sono 5.318 le persone in isolamento domiciliare (+84).

La lettura dei giornali dei primi giorni del 2023 è stata sconfortante. Farmaci introvabili, intere comunità prive di medici di medicina generale e pediatri. I media hanno riportato il caso di una famiglia costretta a trasferire la madre 91enne, con ambulanza privata, da Carbonia verso un Ospedale cagliaritano e quello di un giovane fratturato costretto al trasferimento a Cagliari. E ancora il miserevole stato delle nascite nel Sulcis Iglesiente.

Merita molta attenzione il fatto che, poche settimane prima, ben 22 Sindaci del Sulcis Iglesiente avevano chiesto una più decisa presenza dello Stato per assicurare al nostro territorio la Sanità Ospedaliera e di base.
Su una testata nazionale, Italiaoggi.it, l’ex Premier Mario Monti accusa il Governo di voler distruggere la Sanità Pubblica: proprio lui che iniziò la stagione dei tagli (nel 2012). Mario Monti paventa il pericolo della fine del Sistema Sanitario Pubblico italiano a favore di una privatizzazione di tipo americano.
Trent’anni fa, quando l’Italia era più povera di oggi, tra Carbonia e Iglesias avevamo una dotazione di circa 700 posti letto ospedalieri, e circa 2.000 dipendenti, nelle due ASL. Allora nascevano almeno due mila bambini per anno e gli ospedali erano in piena efficienza. Cosa avvenne dopo il 1990 che ci ridusse nello stato descritto dai giornali?
Dei primi anni ‘90 tutti ricordano che uscì nelle sale cinematografiche il film di fantascienza di Steven Spielberg – Jurassic Park- che parlava di un’isola abitata da dinosauri mangiatori di uomini. Rimase famosa la frase del matematico del caos che disse: «Dio crea l’uomo; l’uomo crea i dinosauri; i dinosauri mangiano l’uomo».
Invece quasi nessuno ricorda che in quegli stessi giorni le ASL (Aziende Sanitarie Locali) vennero trasformate da aziende pubbliche, amministrate dai Sindaci, in Aziende Pubbliche di Diritto Privato, affidate alla gestione autonoma dei Manager. Lo Stato, con le leggi 502 del 1992 e la legge 517 del 1993, rinunciò al diretto controllo sulla Sanità per darlo ad amministrazioni autonome gestite come aziende private. I Sindaci vennero estromessi dalle ASL, nelle cui amministrazioni li aveva collocati la legge di Riforma Sanitaria 833/78.
Il sottile filo che collega i fatti dei primi anni ‘90 con l’attuale disastro del mercato dei farmaci è difficile da descrivere. Provo a raccontarlo attraverso la nostra esperienza a Carbonia sull’uso di un importante presidio anti-cancro vescicale che iniziammo ad impiegare alla fine degli anni ‘70. Nel 1979 al Sirai si iniziarono a trattare i carcinomi vescicali superficiali, oltre che con la chirurgia, con un metodo innovativo e ancora sperimentale. A Parigi, nell’Istituto Gustave Roussy, avevano appena scoperto che immettendo batteri della tubercolosi, vivi ma attenuati, nella vescica ammalata di tumore in pazienti vaccinati contro la TBC, si creava una risposta infiammatoria vescicale che distruggeva le cellule tumorali sfuggite alla resezione, perché invisibili, e anche i nidi tumorali microscopici che avrebbero dato luogo alla comparsa precoce di un altro tumore. Gli unici a detenere quel particolare ceppo di batteri tubercolari selezionati per quell’uso erano i francesi. Lo producevano nello Istituto Pasteur di Parigi. Tramite la nostra Farmacia ospedaliera riuscimmo a dotarcene, a caro prezzo, e iniziammo ad avere risultati terapeutici straordinari.
Nei pazienti ammalati di cancro alla vescica il tumore rallentava oppure scompariva per sempre. Negli anni ‘90 comparve sul mercato un concorrente belga che produceva un ceppo simile di batteri tubercolari a prezzo più basso. Per le regole del risparmio il nostro Ospedale cambiò fornitore; l’Istituto Pasteur parigino, col calo della richiesta, ridusse la produzione limitandosi alla quantità necessaria per la Francia.
Nel 2.000 comparve un altro concorrente che vendeva un prodotto simile ad un prezzo ancora più basso. Stavolta era canadese. Lasciati i Belgi, iniziammo a comprarlo dai canadesi. Del laboratorio belga non si sentì più parlare. Intorno al 2005 comparvero in vendita colture di batterio TBC per instillazioni vescicali prodotte in India. Il prezzo era ancora più basso di quello canadese. Fermati dalla concorrenza, i canadesi cessarono la distribuzione mondiale di BCG (nome tecnico del prodotto) e la limitarono al consumo nazionale. Gli Stati Uniti lo producevano e lo producono tutt’oggi come prodotto strategico per il proprio consumo.

Da allora il produttore mondiale più conveniente per l’Europa è l’India. Ciò che è successo col BCG è avvenuto anche per molti farmaci generici come gli antibiotici, i cortisonici, gli antinfiammatori FANS, gli ormoni, gli anti-ipertensivi, gli anticoagulanti, etc. L’India, e la Cina, avevano investito nella produzione industriale, a basso prezzo, di farmaci generici che avevano perso l’esclusiva. L’Europa, trovando conveniente acquistarli dall’India e dalla Cina ridusse fortemente la produzione di quei farmaci rendendosi dipendente dalle fabbriche farmaceutiche dei due paesi orientali. Adesso, con la carenza lamentata dai giornali stiamo scoprendo che, oltre a soffrire di dipendenza energetica dallo straniero, soffriamo anche della dipendenza farmaceutica. L’India, sfruttando la sua posizione di forza nel mercato farmaceutico ha aumentato i prezzi dei sui prodotti. Le nostre amministrazioni non ci stanno e l’India non ci dà farmaci. Da qui l’improvvisa penuria di farmaci: gli indiani ci hanno chiuso i rubinetti. Questo è il lato amaro della delocalizzazione delle fabbriche europee avvenuta nella euforia della globalizzazione e della finanziarizzazione dell’economia.
E’ avvenuto che la politica fatta con lo slogan della «efficienza ed efficacia, al minor prezzo possibile» ci ha resi dipendenti dal mercato e ci ha fatto dimenticare che esistono prodotti strategici e servizi strategici (come quello sanitario) che non sono cedibili. Invece abbiamo rinunciato alle industrie strategiche del farmaco e stiamo cadendo nello stesso errore con la Sanità pubblica.
E’ un fenomeno simile a quanto avvenuto nel mercato del grano, dei fertilizzanti, dei microchip, dei prodotti minerari, etc. Per effetto di questa strana concorrenza asimmetrica la globalizzazione mostra difetti per cui il calcolo ragionieristico della temporanea convenienza finanziaria ci ha portati alla penuria alimentare, farmaceutica, energetica e di sicurezza.
Proprio il calcolo puramente ragionieristico basato su una temporanea convenienza finanziaria fece perdere di vista l’esistenza di altri parametri da utilizzare nel calcolo economico come: la sicurezza, la soddisfazione, la fiducia, etc.; tutti valori non monetizzabili ma alla base della aggregazione sociale e della democrazia.
Per coincidenza, contemporaneamente al film Jurassic Park sui dinosauri, fu applicata la legge 142 del 1990. All’articolo 51 essa avviava una rivoluzione nelle amministrazioni dei Comuni. I poteri di gestione della spesa passavano totalmente nelle mani dei Direttori degli uffici a cui veniva garantita autonomia ed indipendenza. Alla parte politica, cioè ai Sindaci e ai Consigli comunali rimaneva la funzione di indirizzo e di controllo. La funzione amministrativa era passata alla Burocrazia.
Questa legge fu l’inizio di tutte le leggi che seguirono.
Contemporaneamente alla legge 142/90, che regolamentava i Comuni e le Province, vennero prodotte, con lo stesso spirito, le leggi che portarono all’“aziendalizzazione” degli Ospedali Pubblici. Anche in quel caso i Sindaci perdettero totalmente le precedenti funzioni avute nella gestione delle ASL (aziende sanitarie locali), e venne loro lasciata la sola possibilità di formulare pareri “non vincolanti”. A questo punto, l’apparato amministrativo sanitario, capeggiato dal Manager, rispondeva al solo controllo regionale.
Oggi l’apparato amministrativo sanitario regionale è costituito da un ente pubblico autonomo che gestisce tutte le contrattazioni: da quelle per l’acquisto di farmaci a quelle per l’aggiornamento strumentale e l’assunzione del personale. La burocrazia per sua natura ragiona con i numeri, con i regolamenti e con gli algoritmi, e cerca di ottenere il massimo risultato gravando il meno possibile sul bilancio. Con queste regole negli anni ‘80 non saremmo stati in grado di approvvigionarci di farmaci innovativi per il cancro e curare nei nostri ospedali patologie difficilissime.
Purtroppo, con il nuovo sistema i risultati sono quelli che stiamo vedendo e che la gente lamenta sui media sperando d’essere ascoltata.
E’ difficile, quasi impossibile, trovare una colpa per la carenza di farmaci, per la carenza di personale, per le lunghe file d’attesa nei Pronto soccorso, per la fuga di medici e infermieri dagli ospedali, etc.
Tutto, nelle norme dettate dalle leggi e dai programmi sanitari, è perfetto. Corrisponde esattamente ai fini che si posero gli autori delle riforme sanitarie, dal 1992 in poi, che istituirono la privatizzazione delle aziende. Tuttavia, con l’estromissione dalle ASL dei Politici, che sono l’unica possibile cinghia di trasmissione con i cittadini, qualcosa si è guastato ed i calcoli matematici non corrispondono alla soddisfazione popolare.

Ecco, questo è il parallelismo con Jurassic Park: Dio ha creato la Politica, la Politica ha creato la Burocrazia, la Burocrazia ha mangiato la Politica.
La Burocrazia ha bisogno della Politica dei territori.

Mario Marroccu

A Carbonia è partita la macchina organizzativa del Carnevale 2023. Al fine di definire la data e coinvolgere tutte le associazioni, i sodalizi ed i soggetti che intendono collaborare e partecipare attivamente alla riuscita dell’evento, l’Amministrazione comunale di Carbonia ha organizzato un incontro che si terrà domani, venerdì 13 gennaio, alle ore 15.30, nella sala riunioni della Torre Civica.

Saranno presenti l’assessora alla Cultura, Sport, Spettacolo, Patrimonio, Decentramento Giorgia Meli, l’assessore delle Attività produttive, Turismo, Sviluppo economico Michele Stivaletta ed i componenti della Prima Commissione Consiliare Permanente.