5 December, 2025
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Nuovo libro in lingua sarda per Giuseppe Corongiu. Sabato 26 luglio la prima presentazione ufficiale a Carbonia

Nuovo libro in lingua sarda per Giuseppe Corongiu. Una raccolta di racconti sul tema del conflitto e dei conflitti. Sabato 26 luglio la prima presentazione ufficiale a Carbonia.

Un’opera unitaria innervata di racconti brevi e lunghi (otto) che esplora su varie dimensioni, attraverso la narrazione, il tema del conflitto. Dalle guerre planetarie più celebri che sono sempre d’attualità, fino alle tensioni più comuni con un filo rosso di violenza che attraversa la nostra società, la famiglia, gli individui. Si parla di invasioni, di stupri, di omicidi, di mondi distopici e contemporanei funestati dal dominio e dal confronto armato. Ma anche della società attuale, logorata dalla disunione e dall’individualismo conflittuale senza senso e senza speranza. Come nella questione linguistica. L’affresco, a tinte forti, di una Isola-Mondo, dipinto in lingua sarda, che lascia spazio però alla catarsi della liberazione. Ognuno troverà la sua. A suo modo con le proprie forze: risvegliandosi dall’incubo, ironizzando sulle false contrapposizioni, liberando i prigionieri, trovando i colpevoli o raccontando con lieve sarcasmo le sconfitte di un’intera generazione.
Si può raccontare in sardo lo stupro di guerra ai danni delle donne ucraine? Si può parlare di Hamas e Israele tra le nebbie alcoliche del bar dello sport come metafora di tutti i conflitti insensati e folli?
Si può dipingere la sagoma di un impero del futuro che opprime i mondi, come oggi gli imperi terrestri dominano i popoli? Si può usare la fantascienza per immaginare paesi sconvolti dalla ricerca delle tanto ambite terre rare?
Si può leggere con disincanto la nostra vicenda politica e culturale recente, le delusioni, le sconfitte, le idee, i personaggi dando un senso anche ai fallimenti?
Nell’opera si esplora il tema del conflitto in tutte le sue sfumature, dal bellicismo all’attrito silenzioso delle relazioni quotidiane. La violenza è il filo che lega tutto e non si limita a quella fisica, ma scava nell’anima, lasciando cicatrici.
Il dolore è la cifra di una società vittima della sua stessa ipercomunicazione dove tutto è frantumato e liquido e le grandi organizzazioni e istituzioni non esistono più se non per apparenza.
L’Isola diventa simbolo di questa condizione universale, un microcosmo che riflette un mondo più grande, immerso in conflitti senza fine. La lingua sarda diventa strumento di identità e di liberazione in un’espressione nativa straordinaria. Un lessico ricco, una sintassi ostinatamente identitaria tesa però alla contemporaneità e al futuro.
La narrazione, pur dipingendo un mondo realistico e crudo, lascia intravedere uno spiraglio di speranza, una soluzione che si fa strada lentamente, come un cammino di redenzione per le nuove generazioni.
Ogni racconto offre al lettore l’opportunità di confrontarsi con le proprie paure e speranze. Ogni parola è una chiave per comprendere il mondo e se stessi.
L’individuo è chiamato a lottare con i propri conflitti interiori e con quelli esterni, in un viaggio di scoperta
dell’animo umano e della sua eterna ricerca di speranza e salvezza. L’esperienza della Sardegna attraverso il suo idioma comune può essere un’astronave che serve per viaggiare nei mondi sconosciuti dell’oggi e del domani.

 

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