Il messaggio di Natale del vescovo di Iglesias mons. Mario Farci
Il messaggio di Natale del vescovo di Iglesias mons. Mario Farci
Seme di fratellanza, unità e corresponsabilità
Per Natale tutti scrivono messaggi. Si rischia l’inflazione e anche la banalità. Volendo indirizzare gli auguri alla nostra Chiesa, mi sono chiesto: “Ma cosa ho in particolare da dire, così che si legga il mio messaggio e non quelli di altri, che sono certamente più bravi e importanti di me?” Ha senso che io scriva qualcosa solo se in riferimento alla nostra Chiesa di Iglesias. Ho pensato perciò a quel che abbiamo vissuto di particolare in questo Avvento nella nostra comunità locale. Del resto, se nel Natale Dio viene a condividere la nostra umanità, il miglior modo di accoglierLo è guardare alla nostra vita concreta! Ho pensato perciò a due “visite” – tra le tante – che il Signore ci ha fatto, molto diverse tra loro: l’inizio degli incontri della Scuola per l’Evangelizzazione e i Ministeri Ecclesiali (SEME), e la vertenza sul polo industriale di Portovesme.
Mi soffermo anzitutto sulla prima “visita”: il nome SEME ci parla già del Natale. Dio sceglie di farsi “seme piccolo” affidato alla nostra terra. Nasce nella povertà, nascosto agli occhi del mondo, eppure portatore di una forza che trasforma la storia. Il Natale ci ricorda che non siamo chiamati a compiere grandi imprese, ma a custodire ciò che Dio semina. Maria lo accoglie nel silenzio; Giuseppe custodisce nella fedeltà; i pastori lo annunciano con stupore. Anche noi, come comunità di Iglesias, vogliamo accogliere questo dono, lasciando che la luce di Cristo illumini i nostri percorsi di evangelizzazione, rianimi le nostre parrocchie e trasformi i nostri ministeri in segni credibili della sua presenza. Il Natale e la nostra Scuola sono semi piantati nella nostra storia: ora spetta a noi farli germogliare e crescere.
La seconda “visita” è stata la vertenza sul polo industriale di Portovesme, questa volta in modo particolare sulla situazione della Eurallumina. In occasione del Natale, ho pensato di chiedere un messaggio a Davide, Emiliano, Enrico e Simone, cioè i quattro operai che hanno iniziato questo avvento sul silo (uno di essi – spero non mi denunci per violazione della privacy – è guarito dal raffreddore solo l’altro ieri), e a Nicola che faceva loro da supporto. Ci hanno scritto così:
«Nel tempo di Avvento, che ci accompagna dall’attesa alla speranza, come lavoratori Eurallumina abbiamo vissuto giorni difficili di lotta e responsabilità, dal 17 al 29 novembre, per difendere il lavoro e il futuro del Sulcis. Dalla cima del silo n.3, a quaranta metri di altezza, abbiamo sentito accanto a noi un territorio intero, dalle istituzioni regionali a quelle provinciali e comunali, nonché la sentita vicinanza della stessa Diocesi e autorità religiose, uniti assieme al fianco dei lavoratori. Questo sostegno, pur tra tante sofferenze, ci incoraggia a credere che con l’impegno e la solidarietà di tutti possano arrivare risultati concreti per restituire dignità alle famiglie del Sulcis. Un pensiero speciale e una sincera vicinanza vanno a chi lotta ogni giorno con problemi di salute, di lavoro e con le difficoltà dell’indigenza economica».
Nelle loro parole traspare coraggio, speranza, lotta, gratitudine, impegno… Soprattutto, mi colpisce l’invito alla solidarietà. In fondo è il messaggio del Natale: Dio manda il suo Figlio perché noi diventiamo tutti fratelli e sorelle. E viviamo così.
Questo allora è l’augurio che voglio rivolgere alla mia Chiesa: che questo Natale per noi sia SEME di fratellanza, di unità e di corresponsabilità. Se saremo in grado di farlo crescere, vivremo il Vangelo di Gesù e… risolveremo tanti problemi della nostra terra e della nostra Chiesa. Soprattutto saremo felici! Auguri di cuore.
don Mario, con Davide, Emiliano, Enrico, Simone e Nicola
La seconda “visita” è stata la vertenza sul polo industriale di Portovesme, questa volta in modo particolare sulla situazione della Eurallumina. In occasione del Natale, ho pensato di chiedere un messaggio a Davide, Emiliano, Enrico e Simone, cioè i quattro operai che hanno iniziato questo avvento sul silo (uno di essi – spero non mi denunci per violazione della privacy – è guarito dal raffreddore solo l’altro ieri), e a Nicola che faceva loro da supporto. Ci hanno scritto così:
«Nel tempo di Avvento, che ci accompagna dall’attesa alla speranza, come lavoratori Eurallumina abbiamo vissuto giorni difficili di lotta e responsabilità, dal 17 al 29 novembre, per difendere il lavoro e il futuro del Sulcis. Dalla cima del silo n.3, a quaranta metri di altezza, abbiamo sentito accanto a noi un territorio intero, dalle istituzioni regionali a quelle provinciali e comunali, nonché la sentita vicinanza della stessa Diocesi e autorità religiose, uniti assieme al fianco dei lavoratori. Questo sostegno, pur tra tante sofferenze, ci incoraggia a credere che con l’impegno e la solidarietà di tutti possano arrivare risultati concreti per restituire dignità alle famiglie del Sulcis. Un pensiero speciale e una sincera vicinanza vanno a chi lotta ogni giorno con problemi di salute, di lavoro e con le difficoltà dell’indigenza economica».
Nelle loro parole traspare coraggio, speranza, lotta, gratitudine, impegno… Soprattutto, mi colpisce l’invito alla solidarietà. In fondo è il messaggio del Natale: Dio manda il suo Figlio perché noi diventiamo tutti fratelli e sorelle. E viviamo così.
Questo allora è l’augurio che voglio rivolgere alla mia Chiesa: che questo Natale per noi sia SEME di fratellanza, di unità e di corresponsabilità. Se saremo in grado di farlo crescere, vivremo il Vangelo di Gesù e… risolveremo tanti problemi della nostra terra e della nostra Chiesa. Soprattutto saremo felici! Auguri di cuore.
don Mario, con Davide, Emiliano, Enrico, Simone e Nicola
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