16 April, 2024
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Ieri sera il Parco Riola, a Fluminimaggiore, ha ospitato la presentazione del libro

La biografia, scritta dallo stesso Lino Cianciotto, per Edizioni Enrico Spanu, con il prezioso editing di Aldo Brigaglia, è ricca di autorevoli contributi da parte di illustri rappresentanti del mondo paralimpico e dello sport.

La serata, sviluppatasi alla presenza di un folto pubblico, circa 200 persone, è stata presentata da Marco Corrias, giornalista-scrittore e sindaco di Fluminimaggiore che ha dialogato con Lino Cianciotto insieme a Manolo Cattari, psicologo della Nazionale italiana di tiro con l’arco, su storie “diversamente disabili”.

Lino Cianciotto, 59 anni, è diversamente abile dal 2013, quando durante un’escursione a Buggerru, venne travolto da una roccia calcarea di 800 kg che gli schiacciò una gamba. La sua vita, con una gamba artificiale, non è cambiata e Lino Cianciotto nel libro spiega come è riuscito a superare ogni limite.

Al termine della presentazione, ho intervistato Lino Cianciotto. Allegati anche alcuni video della serata.

 

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La mostra regionale del libro Qui c’è aria di Cultura, promossa dalla RAS ed organizzata dall’Amministrazione comunale di Tempio di concerto con l’AES, e in collaborazione con la libreria Bardamù, è stata inaugurata stamattina con uno speciale omaggio alla memoria di Manlio Brigaglia: l’intitolazione della Sala convegni del Palazzo degli Scolopi.

La targa, che porta il nome dell’“illustre docente e intellettuale sardo”, ricoperta dalla bandiera dei quattro mori, è stata svelata al pubblico dalle mani dall’assessore regionale della Cultura Andrea Biancareddu assieme al vicesindaco di Tempio, Gianni Addis.

La cerimonia si è svolta di fronte a una salone gremito di pubblico, alla presenza di numerose autorità civili, militari e religiose, nonché gli amici e i familiari del compianto intellettuale, la moglie Marisa e il fratello Aldo.

«Intendiamo rendere omaggio al nostro insigne concittadino – ha affermato Gianni Addis – con l’intitolazione di questa sala Convegni nell’antico e prestigioso edificio che un tempo ospitava il convento degli Scolopi e il collegio di studi, luogo dove hanno ricevuto la loro educazione culturale generazioni di Galluresi, vogliamo tributare un riconoscimento, un riconoscente atto di ossequio dell’amministrazione comunale e della città per il ricco patrimonio culturale di cui ha fatto dono all’intera Sardegna attraverso una brillante carriera.»

Evidente la soddisfazione di Simonetta Castia, presidente dell’Associazione Editori Sardi, alla quale Brigaglia era particolarmente legato: «Siamo felici di iniziare la manifestazione giustamente con un tributo a professor Manlio Brigaglia – ha affermato – non solo perché questa è la sua città, ma anche perché tutti sappiamo quale amore nutrisse per l’editoria e per il libro sardo, verso il quale riversava un impegno quotidiano e costante». Simonetta Castia ha ricordato che la manifestazione si chiuderà domenica con la proiezione del documentario “Manlio Brigaglia”, contenuto extra del film “Uno sguardo alla terra” del regista Peter Marcias, distribuito da Istituto Luce Cinecittà.

Andrea Biancareddu si è detto onorato ed emozionato per il suo primo intervento in questa sede in qualità di Assessore regionale: «Avrei voluto che Manlio Brigaglia fosse al mio fianco, oggi, per potermi dare ancora i suoi preziosi consigli. Ma cercherò di seguire i suoi insegnamenti. Di lui ricordo tante doti, la bravura, l’intelligenza la cultura, però c’è una dote in particolare che lo ha caratterizzato: la simpatia. Aveva questa capacità di insegnare facendoci sorridere. E questo insegnamento non lo potrò mai dimenticare».

A impreziosire la cerimonia è stata la presentazione del libro “Manlio Brigaglia. Ricordi di una vita” (Soter), di Franco Fresi che, con la voce rotta dall’emozione lo ha definito un personaggio “meraviglioso”, ricordandone un lato poco conosciuto, quello poetico. Sono seguiti gli interventi di Salvatore Tola e di Sandro Ruiu, autori del libro “Manlio Brigaglia. Tutti i libri che ho fatto” (Mediando), di monsignor Giovanni Maria Pittorru e di Aldo Brigaglia.

La manifestazione prosegue nel pomeriggio alla Spazio Faber, dove è anche allestita la vetrina completa dell’editoria libraria sarda, che raccoglie i volumi di ben 31 case editrici aderenti all’iniziativa. Dalle 16 è in corso l’inaugurazione della mostra Noi e il mondo, che lascerà spazio alle presentazioni degli autori.

Nel corso della mattinata si sono svolti anche gli incontri con le scuole che proseguiranno sabato.

Sabato 23 novembre, la libreria Bardamù alle 10.00 darà spazio al dibattito “Editore, libraio: un mestiere difficile”, con la partecipazione di Simonetta Castia, Giuseppe Podda, Paolo Sorba, Massimo Dessena ed Elia Cossu.

Allo Spazio Faber, Giuseppe Pulina introdurrà ben sette volumi editi in Sardegna. Alle 12.00, per Carlo Delfino Editore, l’autore Umberto Oppus presenta “La spada e la Gloria” confrontandosi con Fabio Marcello. Alle 16.00 Paolo Sorba Editore propone “Poesie e rime che raccontano” di Andrea Muzzeddu, che sarà affiancato da Zelindo Pucci. Alle 16.45 Nanni Falconi, con la moderazione di Emiliano Deiana presenta “Su grodde bos at a contare de me”, edito dalla NOR. Alle 17.30 la Taphros Editrice dà spazio a “Nulla nasca più per morire” di Francesco Carbini, che dialoga con Andrea Muzzeddu.

Per Condaghes, alle 18.15 l’autore Roberto Deriu presenta “La pantera di Bultei” assieme ad Alberta Zancudi. Per Arkadia, alle 19.00 Ilario Carta propone “Espiazioni collettive”. Infine alle 19.45 Carlo Delfino presenta “Il marchio del ginepro” di Gabriella Ghisu, con letture e interventi di Antonella Masala seguite in chiusura dalle esibizioni del balletto di Sassari “Emmeleia”.

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“Il cieco di Ortakos”, il nuovo libro di Salvatore Niffoi, edito dalla Giunti Editore, verrà presentato sabato prossimo, 27 aprile 2019, a Cagliari, alla presenza dell’autore.

L’incontro, che avrà inizio alle 10.00, si terrà nell’Aula Magna “Giovanna Salaris” di Ierfop onlus – organizzatrice dell’evento -, in via Platone 1.

Con Niffoi saranno presenti Bachisio Zolo, presidente nazionale dell’Unione Ciechi d’Europa, Duilio Caocci, docente di Letteratura italiana all’Università di Cagliari, Pietro Paolo Murru, vicepresidente vicario di Ierfop ed il giornalista Aldo Brigaglia. Momenti musicali sono affidati al Coro di Villanova con Rossella Faa.

Modera l’incontro Stefania Piredda, giornalista de L’Unione Sarda.

«Abbiamo promosso la presentazione del nuovo libro di Salvatore Niffoi – spiega il vice presidente di Ierfop, Pietro Paolo Murru – perché l’autore ha scelto un tema che ci ha intrigato, essendo il nostro un centro che nasce per ciechi e ipovedenti. La storia di un non vedente in una società agropastorale come la nostra, rappresenta un’ importante occasione di confronto, un tema da approfondire alla stregua di qualsiasi processo di crescita e invecchiamento. Questa è la prima di una serie di iniziative che Ierfop metterà in campo – conclude Pietro Paolo Murru – per aprire i suoi spazi alla cittadinanza e soprattutto, in un’ottica di formazione allargata, ospitare le scuole a presentazioni ed eventi di carattere letterario e culturale.»

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Che sia stata una grande XII edizione non ci sono dubbi. Ma il “terre di confine”, oltre a essere un intrigante festival cinematografico, è stato anche un’importante occasione di confronto e riflessione sul cinema e la società, uno spunto di riflessione collettiva nella quale sono entrati in contatto il pubblico e gli autori.

Al di là delle visioni di opere difficilmente reperibili altrove, e degli incontri con registi come Orlando Lübbert, José Maria Gonzales, Pancho Hervé e tanti altri, la manifestazione è stata capace di creare emozioni e di traghettare il pubblico all’interno di una vicenda politica e storica tanto drammatica, quella della dittatura in Cile. Tracciando al contempo un ponte immateriale verso questo Paese sudamericano, incuriosendo ed aprendo alla voglia di conoscerne il territorio e i suoi abitanti, e visitare le sterminate lande che vanno dalla Patagonia alla città di Santiago.

Ed è proprio questo l’intento della manifestazione organizzata dall’associazione Su Disterru: incontrarsi, dialogare e discutere attraverso il cinema, ma soprattutto, abbattere i confini e avvicinare le culture. Culture che spesso si rivelano di una insospettabile ricchezza.

In questa seconda volta di Marco Antonio Pani alla direzione artistica, affiancato nella conduzione da Enrico Pitzianti, molto apprezzati sono stati anche i corti e i lungometraggi degli autori sardi, tra i quali quelli di Francesca Lixi, Bonifacio Angius, Paolo Carboni e Sergio Naitza. Una carta vincente è stata senz’altro l’apertura alla declinazione del tema di quest’anno, La libertà, nelle sue infinite sfaccettature tra poesia, pittura, videoart, musica e incontri con gli studenti.

Di forte impatto è stata la performance di Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia dedicata a Violetta Parra, il concerto di musica andina del “Grupo Nazca”, la presenza del poeta Antonio Arévalo con il suo libro “Le terre di nessuno” ed Aldo Brigaglia in “Intillimanìa”. Quindi le installazioni artistiche a cura di Bianca Laura Petretto e le esposizioni di Alejandro Robles e Lea Gramsdorff e le letture di Isabella Orchis.

Significativo è stato inoltre il gemellaggio del “terre di confine” con il Festival de cine de Santa Fe de Antioquia, in Colombia, suggellato dalla presenza del direttore artistico Alejandro Alzate Giraldo.

Altro importante tassello è stato l’incontro e la collaborazione con l’associazione Cilenos de Sardigna, che ha permesso di conoscere un’importante pagina poco conosciuta della nostra storia, quella di ben cinquecento sardi che, cileni di nascita, furono adottati da famiglie sarde in tenera età, soprattutto durante i vent’anni della dittatura di Pinochet, e oggi fanno parte integrante del tessuto sociale dell’isola.

Notevole supporto è stato dato dalla Regione Autonoma della Sardegna, dalla Cineteca Sarda, dalla Filmcommission, dalle diverse amministrazioni comunali e dal consorzio “Sa perda ‘e Iddocca”, in collaborazione con Lo Teatrì di Alghero, l’Accademia delle Belle arti Mario Sironi, il Cityplex Moderno di Sassari e il MEA di Asuni. E un’altra carta vincente forse è stata proprio la scelta itinerante della manifestazione, in un tour che ha abbracciato le comunità di Cagliari, Alghero, Sassari, Solarussa ed Asuni.

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I registi Orlando Lübbert e José María González sono stati i protagonisti internazionali della prima giornata del “terre di confine filmfestival”, che ha preso il via ieri (8 marzo) in Casa Sanna di fronte a un pubblico numeroso, sotto la direzione artistica di Marco Antonio Pani coadiuvato da Enrico Pitzianti. Grande attenzione è stata riservata al drammatico “Taxi para tres” di Lübbert, che oggi replicherà alle 18.30, con “Cirqo”, la storia di due uomini in fuga dalla polizia segreta di Pinochet che trovano riparo in un circo itinerante, nel quale si trasformano per caso in clown di successo.

Orlando Lübbert è nato in Cile nel 1945 e, a causa della dittatura, dal 1973 ha vissuto un lungo esilio prima in Messico e poi in Germania, dove ha insegnato alla Freie Universität Berlin ed ha girato numerosi documentari. Nel 1995 è ritornato nella sua terra dove ora, oltre all’attività di regista, ha l’incarico di docente di cinema all’Istituto di Comunicazione e Immagine (ICEI) dell’Università del Cile.

A inaugurare la serata sono stati Mario Tendas, sindaco di Solarussa, e Sandro Sarai, presidente dell’associazione “Su Disterru” che organizza l’evento. Molto applauditi sono stati il film “L’uomo con la lanterna” dell’autrice sarda Francesca Lixi, e l’installazione artistica “Il bosco delle trasparenze” che ha accolto le poesie di Giovanni Bernuzzi, accompagnate dall’intensa recitazione dell’attrice Isella Orchis. All’iniziativa è collegato “Words resound” di Bianca Laura Petretto, opera di videoarte sul ritmo e la musicalità delle parole. Stasera c’è grande attesa anche per la proiezione alle 21.00 di “Ovunque proteggimi” di Bonifacio Angius, con la presenza dell’attore protagonista Alessandro Gazale.

Domani (domenica 10 marzo) sarà la giornata conclusiva di questa prima tappa di Solarussa, che prenderà il via alle 11.00, in Casa Sanna, con l’incontro “Percorsi formativi col cinema nelle scuole dell’obbligo” organizzato e moderato da Andrea Mura (videomaker e formatore). Interverranno Matteo Incollu, Alessandra Patti, Alessandra Piras, Ottavia Pietropoli, José María González, Orlando Lübbert, Alessandra Sento della Società Umanitaria, Cineteca Sarda, Sergio Scavio e Mariangela Bruno, responsabile Film literacy della Fondazione Sardegna Film Commission. Ad introdurre i lavori sarà Enrico Pitzianti. I relatori proietteranno degli estratti video di laboratori svolti nelle scuole.

In chiusura proiezione dei corti “Alla ricerca di madre natura” della classe 5ªD – Scuola Primaria dell’I.C. “Gramsci-Rodari”, vincitore Cinemambiente di Torino 2018; quindi “About the sea” esito della residenza artistica per ragazzi “Cosa ci porta il mare” progetto del Muma/Museo del Mare, Marco Antonio Pani e Michela Anedda; “Coins” di Matteo Incollu e “La notte di Cesare” di Sergio Scavio.

Alle 15.30, per i più piccoli, sarà proposto “Selkirk, el verdadero Robinson Crusoe” di Walter Tournier. Alle 16.50 per la Finestra sul cinema sardo “Cine Yagoua” progetto cine solidale di Andrea Mura e Chiara Andrich, saranno proiettati i documentari “Une dimanche au Village” di Zamandje Roger, Haranga Laurent, Soupoursou Dieudonne e “Fati” di Hamaita Soumai Celestine.

Alle 17.30, Marco Antonio Pani presenta José María González ed il suo “Darío en toma”. Alle 19.00, appuntamento con Paolo Zucca che presenterà una clip in esclusiva anteprima assoluta, il trailer del suo film “L’uomo che comprò la luna” di prossima uscita in sala. Alle 19,15 l’appuntamento è con “Intillimania, Cile-Sardegna andata e ritorno”, incontro con Aldo Brigaglia. La serata si conclude in bellezza con la proiezione di “Machuca” di Andrés Wood, uno dei film più famosi della storia del cinema cileno.

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Sarà presentato martedì 19 luglio, alle ore 19.00, presso il MUMA, Museo del Mare di Sant’Antioco (Lungomare Colombo, 25) Emozioni calasettane (Tema, 2016), il libro di poesie di Giorgio Tellan.

La scelta dell’isola di Sant’Antioco non è casuale, è proprio Calasetta “angolo remoto e singolare di Sardegna” che con il suo paesaggio e la sua gente ha ispirato l’animo del poeta Giorgio Tellan.

Le poesie sono accompagnate dalle foto della fotografa amatoriale e moglie dell’autore Anna Davidova.

Partecipano la giornalista Michela Seu, l’editore Aldo Brigaglia, l’autore Giorgio Tellan.

L’attore Mario Faticoni leggerà alcune poesie.

 La critica ha definito Giorgio Tellan “… una delle voci più alte della poesia europea contemporanea”. Nato a Roma nel 1938, è poeta, scrittore, conferenziere e critico d’arte. Membro dell’Accademia Tiberina di Roma e altre, commendatore OMRI, è ideatore e presi- dente del Movimento Int.le Neoumanista – III Millennio con sede a Roma. Ha pubblicato sei raccolte di poesie che hanno ottenuto ampi con- sensi di critica (E. Montale, R. Mandel, G. Arcidiacono, G. Falossi ecc.) e di pubblico. Nel 2003 ha presentato la sua raccolta di liriche Nuova Versione – Poesie, ed. Nuova Impronta, con traduzione russa a fronte a cura di Anna Davidova. Inoltre, dopo la pubblicazione dell’Antologia italo-russa di Lettere ed Arti Dal Tevere alla Moscova di cui è stato l’ideatore ed il curatore italiano, ha curato la pubblicazione dell’Antologia italo-brasiliana Dal Colosseo al Corcovado. Sue liriche sono state tradotte, pubblicate o radiotrasmesse, anche in Svezia, Finlandia, Germania, Russia, Gran Bretagna, Grecia ecc.

Vincitore di numerosi premi nazionali e inter- nazionali: “Dante Alighieri”, “Città di Roma”, “La Lupa d’Oro”, “Prometeo-Bassano” e altri. Nel 1983 ha ottenuto il prestigioso “Premio della Cultura” della Presidenza della Repubblica Italiana.

Inserito in varie Antologie e Dizionari, è anche prefatore di numerose monografie d’arte, di libri e sillogi poetiche. È membro e/o presidente di varie Giurie letterarie e artistiche. Convinto assertore dell’unicum delle arti, espresso in varie conferenze tenute presso l’Accademia Tiberina e altre Associazioni culturali, ha in programma le pubblicazioni di un originale Saggio didattico illustrato dal titolo Vagavolando, di un’Antologia letteraria-pittorica Alla Ricerca di un Nido d’Amore in tre lingue e del mini-romanzo Un Amore a Roma.

Copertina_Emozioni Calasettane

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ll Crogiuolo, centro di intervento teatrale diretto da Mario Faticoni, ha inaugurato una nuova stagione di “Teatro da Camera”, a cura di Rita Atzeri, otto appuntamenti che fino all’11 dicembre 2015, animeranno l’Arco Studio, il poetico spazio di via Portoscalas 17, a Cagliari.

La stagione di “Teatro da Camera” nasce per offrire agli affezionati de Il crogiuolo la possibilità di un incontro intimo con gli artisti ospiti della stagione, i quaranta posti a disposizione, infatti, favoriscono un contatto e uno scambio comunicativo non filtrato dal palcoscenico e rendono semplice il crearsi di un dialogo familiare post spettacolo.

Gli interpreti di questa stagione sono tutti talenti della scena regionale, protagonisti da oltre un decennio della vivace produzione che caratterizza il panorama teatrale: Elena Pau de La Fabbrica Illuminata, Monica Zuncheddu, Fausto Siddi, Angelo Trofa, Daniele Pettinau, Riccardo Montanaro e Giorgia Uccheddu, Rita Atzeri e Andrea Congia. Ciascuno, a seconda della propria propensione, indaga la scena contemporanea attraverso la scrittura creativa di grandi attori/autori, come nel caso di Elena Pau con Franca Valeri, o la scrittura originale propria, Angelo Trofa, Daniele Pettinau, Riccardo Montanaro e Gloria Uccheddu, o di un compagno di lavoro, Fausto Siddi e Monica Zuncheddu con Alessandro Muroni. Sempre di scrittura originale nata dall’adattamento di un romanzo possiamo parlare invece nel caso di Rita Atzeri e Andrea Congia.

Giovani presenze a cui si affianca la solida esperienza di due grandi mattatori Mario Faticoni e Aldo Brigaglia.

Il 2 ottobre, alle ore 21.00, “Filastrocca, messa di arcani archetipi e filastrocche”, di e con Daniele Pettinau: «Quando faccio un’ improvvisazione mi sento davvero vivo… Gianni Rodari trascriveva le parole del Professor Grammaticus così: “Chi sbaglia inventa!”… Sono cresciuto grazie alle sue filastrocche e recentemente, scriverne di originali è diventato un modo per far circolare la creatività in me. Questa “Messa” tra arcani e archetipi , vuole essere l’occasione per condividere questo piacevole fluire , messo in “ordine” dall’ordine sacro che solo uno strumento come i tarocchi possono permettersi di scandire. Durante la celebrazione avremo modo di consultare i Tarocchi insieme e di farli “Vivere” attraverso gli archetipi che essi incarnano…»

Il 9 ottobre, ore 21.00, “Come sto, di Angelo Trofa, con Valentina Fadda e Angelo Trofa, produzione Batistera. “Come sto” è un dialogo sconnesso, un fiume di parole dove stati d’animo, sensazioni, eventi e accidenti concorrono a dare risposta alla domanda “Come stai?”. Mille risposte possibili, tutte insieme, mescolate, in contraddizione. Un quadretto assurdo e definitivo, un fluire di parole per definirsi almeno per un attimo, per recintare temporaneamente il caos dilagante, tutto quel rumore che concorre a rendere difficile la risposta all’eterna domanda “Come sto?”

Di scena il 23 ottobre, alle ore 21.00, “All’ombra della pensilina”, racconto in musica di Alessandro Muroni, con Fausto Siddi e Alessandro Muroni al pianoforte, musiche e canzoni di Alessandro Muroni.

L’impossibilità di rendersi autonomo e credibile in una società dai ritmi frenetici e insostenibili per un carattere fragile e labile fa di Luigi il bersaglio preferito delle stesse persone che la costituiscono. Persi i genitori, si trova libero nell’aspettare un autobus che non prenderà e di vagare per l ipermercato più vicino in cerca di quel calore umano perso nei ricordi di casa sua.

Ancora un’opera i Muroni il 30 ottobre, alle ore 21.00, “Puppenspiel, interpretata questa volta da Monica Zuncheddu, sempre accompagnata al pianoforte dello stesso Muroni, autore anche delle musiche. Le voci registrate sono di Rita Anedda, Laura Cubeddu, Giorgia Lai, Claudia Mandas, Veronica Puddu, Monica Zuncheddu e i suoni sono stati registrati da Alessandro Fulvio Bordigoni.

La solitudine dell’essere donna consapevole in una società come la nostra, riflesso del maschilismo imperante e della difficoltà di mettersi (e di mettere tutto ciò che ci circonda) in discussione, annienta l’esistenza di Laila che percepisce sempre più stretto e ingiusto il suo ruolo scontato di madre e moglie, riscoprendosi donna in un rapporto autentico con se stessa.
Ribaltati i ruoli, la donna odierna, sempre più indipendente ed organizzata, si trova a far fronte alla rapida trasformazione del proprio ruolo di donna, madre e moglie. Una figura femminile che manifesta nuove esigenze affermando la propria individualità e autonomia. E’ così che Antonia, con sprezzante scetticismo, prende le distanze dalle relazioni false, nelle quali ci si confronta attraverso le maschere sociali, per giungere ad una profonda consapevolezza di sé stessa e del proprio ruolo.

I decani del panorama culturale sardo sono in scena il 20 novembre, ore 21, con “I colori della neve”, da “Neve” di Maxence Fermine, adattamento Aldo Brigaglia, recital Mario Faticoni, al pianoforte Giancarlo Salaris.

Yuko è un giovane poeta giapponese. Nei suoi Haiku sa cantare solo lo splendore e la bianchezza della neve. Soseki è un anziano pittore divenuto cieco. Vive nel ricordo di un amore perduto. Neve è una ragazza bellissima. Il suo corpo giace per sempre tra i ghiacci.

A legare i loro destini, un filo, disperatamente teso tra le cime di due montagna, come simbolo di un esercizio funambolico impossibile da eseguire. Una favola senza tempo, che parla al lettore di vita e di poesia, di amore e di morte, e di un fiocco di neve che cade leggero dal cielo.

Continuano i padroni di casa, il 4 dicembre, alle ore 21.00, con La Pelle intera” da Giulio Angioni, con Rita Atzeri, Andrea Congia chitarra classica, Francesca Romana Motzo clarinetto, coproduzione Il crogiuolo / Casa di Suoni e Racconti

Tre Voci per una Polifonia dell’Ultima Guerra, dal libro dell’intellettuale, scrittore e antropologo sardo Giulio Angioni. Un’avvincente narrazione musicale ambientata in uno dei più difficili periodi storici del nostro paese: oltremare, un giovane sardo è scaraventato nel caotico epilogo del Secondo Conflitto Mondiale. Tra indefiniti Eserciti e Stati lacerati, i Liberatori avanzano. Nottetempo la piccola sentinella sarda osserva l’immenso freddo di un’Italia sfilacciata. Un’Identità incerta, che rovescia la Realtà, è rivelata dalla trama della Parola e dall’ordito della Musica. Una storia di Resistenza, di Salvezza, di Vinti e Vincitori, di Vittime Mutanti.

Chiude la stagione l’11 dicembre, alle ore 21.00, “Diritto di precedenza” Omaggio a Stefano Benni, con Gloria Uccheddu e Riccardo Montanaro, Marco Pittau alla tromba e Matteo Costa al basso, regia di Gloria Uccheddu, produzione Nefos – artisti associati.

Ispirato ai testi di Stefano Benni, lo spettacolo mette in luce temi di carattere sociale quali razzismo, morti bianche e corruzione. Gli attori Gloria Uccheddu e Riccardo Montanaro, accompagnati dalle note della tromba di Marco Pittau e del basso di Matteo Costa, con pungente ironia, daranno voce, esistenza e “precedenza” a questi argomenti.