19 April, 2024
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Taglio del nastro, a Sant’Antioco (Sud Sardegna), per la quindicesima edizione di “Passaggi d’Autore”: intrecci mediterranei. Domani, martedì 3 dicembre, il festival del cortometraggio organizzato dal Circolo del Cinema “Immagini” apre i battenti per la prima di sei giornate, fino a domenica 8 dicembre, sul cinema in forma breve, quest’anno rappresentato da diciassette Paesi: in programma oltre sessanta film (in lingua originale, con sottotitoli in italiano e in inglese), con selezioni provenienti anche dai cartelloni dei prestigiosi Sarajevo Film Festival (SFF) e Festival international du court métrage de Clermont-Ferrand, incontri con i registi (atteso, tra gli altri, Daniele Luchetti, in arrivo sabato 7) ed eventi dedicati alle webseries, ai video musicali, al cinema d’animazione, oltre a laboratori e a concerti.
 
L’apertura è alle 17.00, nell’Aula consiliare del Comune, sede di tutte le proiezioni; poi, alle 17.30 si comincia con i primi otto dei ventisei cortometraggi che fanno parte della sezione più corposa del festival: Intrecci mediterranei. La serata, arricchita dalla presenza dei registi di tre dei corti in visione, il tunisino Younes Ben Slimane, l’albanese Erenik Beqiri e il sardo Sirio Sechi, vede anche la partecipazione di Claudio De Pasqualis, tra i conduttori della celebre trasmissione di Radio3 “Hollywood Party”, e Angela Prudenzi, giornalista, produttrice e sceneggiatrice, membro del comitato Esperti della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
 
Apre il ciclo di proiezioni “Mano a mano” (Francia, 2018, 23′), diretto dalla francese Louise Courvoisier, primo premio Cinéfondation allo scorso festival di Cannes: protagonista una coppia di acrobati circensi, in giro di città in città e in crisi di relazione.
 
Un fumo nero invade la città e la distrugge; l’unico uomo rimasto in vita cerca di ricostruirla e di tenere viva la fiamma della vita: questa la sinossi di “All come from dust” (2019, 9′), il cortometraggio con cui il tunisino Younes Ben Slimane – presente alla proiezione – ha partecipato al concorso “Pardi di domani” dello scorso Locarno Film Festival. Classe 1992, architetto, appassionato all’arte contemporanea e al cinema, utilizzando medium diversi Younes Ben Slimane ha sviluppato una riflessione e un approccio che lui descrive come “esistenziale”.
 
Propone invece una riflessione poetica e tragica sulle fatiche quotidiane e la dura condizione dei capofamiglia palestinesi, il cortometraggio “Oslo” (Israele, 2019, 15′), di Shady Srour: al centro del racconto, Ziad, un lavoratore a giornata che, un giorno, si vede negata la possibilità di entrare in Israele per lavorare.
 
“Abbassa l’Italia” (2019, 15′), è il successivo film in programma: un mockumentarydi Alfredo Fiorillo e Giuseppe Cacace sulle fake news, i media, la politica, il Belpaese e l’immigrazione. Nel cast, il giornalista Luca Telese e Claudio De Pasqualis, altro ospite della serata insieme ad Angela Prudenzi, produttrice nonché coautrice (a sei mani con i due registi) della sceneggiatura e dello script del cortometraggio.
 
Il tema delle migrazioni attraversa come un filo rosso anche altri film in visione in questa serata inaugurale del festival. In “Frontiera” (2018, 14′), di Alessandro Di Gregorio, vincitore del David di Donatello 2019 per il miglior cortometraggio, troviamo così due ragazzi alle prese con il recupero e la sepoltura dei corpi dei naufraghi a Lampedusa, in una sorta di balletto fra la vita e la morte, l’innocenza e la sua perdita.

Nello stesso mare è ambientato Rosso: la vera storia falsa del pescatore Clemente” (2018, 28′), del trapanese Antonio Messana, selezionato per il concorso Cinéfondation del Festival di Cannes dello scorso maggio: protagonista un vecchio pescatore siciliano che si ostina a lavorare, nonostante l’età, finché un giorno la sua vita viene sconvolta quando trova nelle reti il cadavere di un giovane migrante.
 
“The van” (2019, 15′) ha invece per protagonista un giovane che, partecipando a gare di combattimento, mette da parte i soldi per pagare la sua via d’uscita, e quella del padre, dall’Albania. Presente alla proiezione, il regista Erenik Beqiri (classe 1987) mette in mostra nei suoi film le lotte interiori dei personaggi a confronto con lo spazio sociopolitico in cui abitano, per arrivare a decisioni inquietanti, che li definiscono come ritratti comici, tragici o grotteschi della società.
 
Altri contenuti e atmosfere in “I claustrofili” (2019, 25′), cortometraggio speleologico del sardo Sirio Sechi, anche lui ospite della serata. «Rari sono i film speleologici e lo sono ancora più rari nell’ambito cinematografico destinato ad un pubblico normale. Questo perché la speleologia è un mondo chiuso a se, impermeabile a chi non è del settore – spiega il filmaker nelle note di regia -. La mia sfida, da regista e da speleologo, è quella di realizzare un film che interessi anche gli spettatori non-speleologici. Per questo ho scelto di non prendere come soggetto la grotta, ma chi la esplora. Ovvero, l’unico elemento al quale lo spettatore può immedesimarsi.»
 
Mercoledì (4 dicembre), la seconda giornata di Passaggi d’Autore prende il via la mattina, alle 10.30, con l’evento dedicato alle scuole CortoAmbiente. L’iniziativa, organizzata in collaborazione con UNICEF – Italia, propone per gli studenti dell’istituto IPIA “Emanuela Loi” e al Liceo “Emilio Lussu” di Sant’Antioco la visione di Antropocene – L’epoca umana, di Jennifer BaichwalEdward Burtynsky e Nicholas de Pencier (Canada, 2018, 87 minuti). A seguire un incontro con Renata Corona (UNICEF Italia), Carlo Milia (CEAS Isola di Sant’Antioco) e il meteorologo Matteo Tidili.
 
Nel pomeriggio, dalle 16.30, di nuovo spazio alla sezione Intrecci Mediterranei, con la presenza del regista veronese Federico Spiazzi e dei giovani filmaker sardi Andrea Murgiae Riccardo Cara. Sette i corti in programma: lo spagnolo Zapatos de tacon cubano” (2018, 17′), di Julio Mas Alcaraz; Barê Giran”, ovvero “il pesante fardello” (2019, 14′), del turco Yilmaz Özdil; Refuge” (2018, 10′), di Federico Spiazzi; “Turning ten” (2019, 12′), dell’egiziana Jaylan Auf; “Sad Park” (2019, 3′), di Andrea Murgia; “Joy” (2019, 3′), di Riccardo Cara; “The silence of the dying fish” (2018, 20′), del greco Vasilis Kekatos.
 
Ultimo appuntamento in scaletta, alle 18.30, Music Video d’Autore. La videomusica del Mediterraneo, una selezione di videoclip a cura di Bruno Di Marino, teorico dei media e studioso di sperimentazione audiovisiva, con un focus della regista Alessandra Pescetta.

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La seconda giornata cagliaritana del LIFE AFTER OIL International Film Festival inizia venerdì 13 settembre, alle 16.30, con una breve introduzione alle proiezioni in programma sino alla pausa all’orario di cena.

Il rullo delle proiezioni parte alle 16.40 con BOMI (NATIVE) di Kiumars Sarshar (IRAN, 2018, 15′) che ritrae un uomo, ormai di una certa età, lavoratore in una miniera di sale. Cinema d’osservazione,

fatto di silenzi e dei gesti quotidiani del protagonista di questo documentario.

Spazio quindi alle 17.00 a PRISONERS OF COAL diretto da Vibor Juhas (CROAZIA, 2017, 8’57”) che con un semplice quanto efficace film d’animazione mostra il devastante impatto sul pianeta della

catena del carbone.

Alle 17.15 è il momento di LUNA DE SANGRE MINERA di Jaime García Parra (SPAGNA, 2019, 11′) che porta lo spettatore nel passato, a un secolo fa, quando i lavoratori del bacino minerario di Serón, comune dell’Andalusia, organizzarono uno storico sciopero.

Il lungometraggio PRESCRIBING DEATH di Sophie Przychodny (FRANCIA, 2018, 71′), in programma alle 17.30, racconta invece una vicenda recente indagando sulle cause di un grave problema di salute pubblica negli Stati Uniti: l’epidemia di oppioidi in Oklahoma.

A chiudere la prima parte della giornata alle 18.50 il brevissimo SIMPERING di Murshidul Alam Bhuiyan (BANGLADESH, 2018), che in appena un minuto e mezzo condensa in immagini l’importanza del sorriso, ed alle 18.55 ASHENG di Mohammad Sadegh Esmaily (IRAN, 2018, 29’56”) che si concentra su un gruppo di donne di un villaggio iraniano che collaborano tra loro per andare avanti mentre i mariti sono in prigione.

Dopo la pausa nell’orario di cena, si riprende alle 21:00 con la presentazione delle proiezioni della serata. Alle 21.15 è in programma un viaggio nelle terre dei Gwich’in, popolo nativo dell’Alaska che ha combattuto lo sviluppo di petrolio e gas per proteggere lo stile di vita tradizionale e la fauna locale, grazie al documentario WELCOME TO GWICHYAA ZHEE di Greg Balkin e Len Necefer (STATI UNITI, 2019, 13’24”).

Alle 21.35 ABBASSA L’ITALIA di Alfredo Fiorillo e Giuseppe Cacace (ITALIA, 2019, 15′), che si presenta come un originale mockumentary sulle fake news, i media, la politica del nostro Paese, ea seguire W.A.D.E. (SLOVENIA-REGNO UNITO, 2019, 3’40”), videoclip di Enya Belak Gupta che utilizza immagini di qualche anno fa sull’accampamento di rifugiati e migranti nelle vicinanze di Calais.

In chiusura, alle 22.05, l’atteso BEDAAD di Anil Ramchandra Sharma (INDIA, 2018, 115′), lungometraggio di finzione introdotto dallo stesso regista accompagnato per l’occasione dall’attrice Pandey Ritu e dal produttore Shridhar Sriram Iyengar. Un film psicologico che riflette su realtà, apparenza, le maschere delle persone.