18 April, 2024
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Nella sua terra di nascita, a quarantasei anni dalla scomparsa, l’Università di Aarhus, grazie all’impegno del professor Peter Crawford, dedica all’antropologo danese Andreas Fridolin Weis Bentzon un convegno di due giorni (1-2 giugno 2017) sulla “ricerca audio-visuale sulla musica”.

Il giovane antropologo, morto ad appena 35 anni, ha lasciato un vuoto nella disciplina e un ritardo nello studio pionieristico, da lui intrapreso, delle launeddas, lo strumento a fiato tradizionale della Sardegna. Negli anni Cinquanta e Sessanta, infatti, Bentzon fece più viaggi nell’Isola, si innamorò del loro suono, e decise di studiare “sul campo” i maestri e i costruttori: dal Sarrabus all’Oristanese. Il suo straordinario metodo di ricerca era quello della “semplice” osservazione, indispensabile per capire il senso della musica, ancor più di quella isolana che raggiungeva picchi di raffinatezza in contesti estremamente poveri. Fu lui che per primo produsse centinaia e centinaia di registrazioni audio, foto e video: un repertorio prezioso e in parte inedito. Nessuno fino ad allora aveva pensato di studiare, osservare un pezzo fondamentale di identità culturale e antropologica. Così è nato un legame che va avanti nei decenni tra l’Isola e la Danimarca, un proficuo rapporto di scambi curato dall’Associazione culturale Iscandula e dal suo presidente Dante Olianas.

Uno sguardo al passato, dunque, e uno al futuro: con questo spirito è stato organizzato il convegno dal titolo “Da Fridolin Bentzon all’età digitale: un convegno sulla ricerca audio-visuale della musica del mondo”. A supportare l’Università danese di Aarhus, il Moesgaard Museum è la stessa associazione Iscandula con il patrocinio della Regione Sardegna. Protagonisti i progetti dei ricercatori nel campo dell’etnomusicologia ed etnografia musicale, con testimonianze che arrivano da tutto il mondo, per questo la due giorni non sarà un evento accademico in senso “convenzionale”. Due le aree di sviluppo: la prima è l’antropologia dei sensi, la seconda è il contributo del film antropologico.

Il convegno durerà due giorni fitti di appuntamenti e interventi multimediali, tutti in lingua inglese. Si inizia alle nove del primo giugno con il benvenuto del professor Peter I. Crawford, dalle 10.00 a mezzogiorno l’intervento di Dante Olianas, etnomusicologo e presidente dell’associazione Iscandula. Nel suo intervento, Il lavoro di Fridolin ha illuminato le antiche launeddas: presentazione della vita e del lavoro di A.F.W. Bentzon preceduto dalle launeddas di Gianluca Piras – parlerà della vita e dell’opera di Bentzon e racconterà come ha scoperto le pellicole che l’antropologo danese aveva girato con una macchina da presa asincrona la “Agfa Movex”, e di come, con il coinvolgimento di Fiorenzo Serra – uno dei registi sardi più importanti, nonché amico dello stesso Bentzon – è riuscito a realizzare il documentario “Is Launeddas, la musica dei sardi”. La presentazione di Olianas, sarà anche supportata dalla presenza della vedova di Bentzon, Sara (Ruth) Zedeler, che ha collaborato con lui in Sardegna negli anni Sessanta, e di Christian Ejlers, noto editore danese, amico del Bentzon e suo compagno di viaggio, in Sardegna nel 1955, quando lavorarono come garzoni nel Circo Zanfretta.

Dopo la pausa pranzo e il trasferimento nella sala Nobelasen Eva Fock, un’etnomusicologa indipendente e insegnante, parlerà al pubblico di come “Attraversare il mondo attraverso Google”. Dopo una pausa, alle 16.30, il compositore, pianista e ricercatore musicale italiano Mauro Patricelli, presenterà il suo ultimo lavoro teatrale-multimediale “Dansejægeren” (Il cacciatore di danze: un lavoro interamente dedicato alla figura di Bentzon che ha documentato una delle più antiche musiche popolari tradizionali in Europa). Dalle 18.00 inizia la serata con la musica tra cui anche le launeddas suonate da Gianluca Piras – la vera protagonista – e il vino. Alle 20.00 la cena al ristorante Olive.

Il secondo giorno i lavori partono alle 9.00 con il caffè, Maria Mendonça, professore associato in musica e cultura asiatica al Kenyon College nell’Ohio, apre i lavori. Parlerà dell’esperienze delle orchestre indonesiane Gamelan in Gran Bretagna: tra incontri e suggestioni. Alle 11.00 segue Balz Andrea Alter, dottore in antropologia visuale tra gli atenei di Aarhus e di Basilea: al centro della presentazione il progetto per la realizzazione di un film in stretta collaborazione con Otu Bala, intellettuale, cantante e compositore del Camerun. Nel pomeriggio altre storie ed esperienze musicali extra europee: Peter I. Crawford, antropologo e regista, parla della sua esperienza con i cantanti e la comunità delle isole Salomone. Infine, chiude il convegno Sebastian Lowe, musicista, antropologo visuale, sull’importanza dell’inchiesta sul campo, nel suo caso un lavoro in Nuova Zelanda, sulla musica tradizionale del Maori, il Taonga Pūoro.

 

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Una vera culla per la musica popolare sarda e per le launeddas: nel Sarrabus, a Villaputzu, la casa dell’indimenticato maestro Antonio Lara ospita oggi un incontro organizzato dall’Associazione culturale Iscandula. È qui che un giovane antropologo danese, tra gli anni ’50 e ’60, iniziò il suo straordinario lavoro di ricerca in un territorio praticamente inesplorato. Andreas Fridolin Weis Bentzon, tuttora considerato il più importante studioso della materia, conobbe di persona i suonatori e costruttori di launeddas e fu ospitato dalle loro famiglie. Un’esperienza unica, anche a Villaputzu, in cui raccolse testimonianze preziose: le prime registrazioni audio, video d’epoca e fotografie. Tutto questo patrimonio inestimabile è stato conservato e divulgato dall’associazione Iscandula grazie al suo impegno che dura da oltre trent’anni.

L’evento odierno nella casa originaria del maestro Lara si inserisce nell’ambito di questa attività. Spazi semplici e carichi di storia: un cortile, l’albero delle arance affianco alla porta di ingresso. La casa è stato il set per buona parte delle immagini di Is launeddas – La musica dei sardi, il documentario realizzato tra il 1993 e il 1998 dal regista Fiorenzo Serra su materiale originale girato dallo stesso Bentzon nel 1962. Ed è stata la scuola dove hanno studiato e suonato quelli che poi sarebbero diventati a loro volta maestri, tra tutti Luigi Lai e Aurelio Porcu.

Ora chiunque, appassionato o semplice curioso, potrà visitare la casa comodamente seduto al proprio pc o direttamente dallo smartphone ovunque nel mondo. Il tutto grazie al progetto Tour virtuale della casa Lara, ideato sempre da Iscandula: si tratta, come spiegherà in conclusione il presidente dell’associazione culturale, Dante Olianas, del primo esempio di esperienza virtuale di un sito in cui ha vissuto e lavorato un maestro delle launeddas.

L’evento di Villaputzu sarà arricchito dalla presenza della nipote dell’antropologo, Nina Bentzon, che ha conosciuto lo zio – scomparso a soli 35 anni – quando era ragazza. Con il suo intervento testimonierà il ricordo che la famiglia danese conserva della sua opera a livello scientifico e umano. Si inizia alle 18.00, con il saluto ufficiale del sindaco, Sandro Porcu. Poi il presidente dell’associazione, Olianas, introdurrà il racconto della nipote di Bentzon, scrittrice e psicologa. A seguire un’illustrazione nel dettaglio del progetto digitale dedicato alla casa del maestro; in conclusione ci sarà la proiezione di un breve e interessante documentario che illustra i luoghi danesi dell’antropologo.

I racconti e le testimonianze saranno accompagnate dalla musica della launeddas: i suonatori Andrea Pisu, Giancarlo Seu, Gianfranco Maxia, Tore e Antonio Trebini offriranno alcuni saggi del repertorio tradizionale di Villaputzu.

I partecipanti, poi, potranno visitare la casa Lara: dove, dal 2013, è allestita una mostra permanente con le fotografie, i filmati e altri materiali che Bentzon raccolse durante le sue ricerche con Antonio Lara tra il 1957 e il 1965.

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Andreas Fridolin Weis Bentzon - Processione a Villaputzu (m) Andreas Fridolin Weis Bentzon intervista Antonio Lara (1962) (m) Andreas Fridolin Weis Bentzon sulla sua Nimbus a (Cagliari 1958) (m)