23 April, 2024
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Accordo raggiunto in Conferenza delle Regioni sui costi standard in sanità con la Sardegna che ha confermato il suo trend virtuoso nel percorso di risanamento e lotta agli sprechi nel settore della salute pubblica. L’organismo, riunitosi oggi a Roma, ha stabilito che le Regioni “benchmark” (cioè di riferimento) saranno il Veneto, l’Emilia Romagna e l’Umbria. I costi standard saranno applicati dal 2014 e consentono di uniformare acquisti e costi delle prestazioni e dei servizi sanitari (ad esempio acquisto siringhe, cure intermedie, costi pasti mense ospedaliere etc.).
Per l’anno prossimo la stima prevista di risparmi è di circa 30 miliardi di euro.
«È stata una decisione condivisa – ha commentato l’assessore della Sanità, Simona De Francisci, presente alla Conferenza – che tra l’altro consente di evitare i tagli lineari in sanità puntando su un miglioramento qualitativo dei servizi a costi adeguati e controllati. Un percorso che la Regione Sardegna, che ovviamente vede bene il ricevere la collaborazione di amministrazioni virtuose come quelle individuate oggi, sta attuando nell’ottica di un risanamento finanziario e dei servizi grazie, ad esempio, alla centralizzazione delle gare, ai risparmi sulla spesa farmaceutica, alla digitalizzazione delle prestazioni. Senza trascurare il fatto che, sulla sanità, noi siamo fuori dai piani di rientro e ci autofinanziamo.»
Soddisfatto anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che nel pomeriggio ha partecipato alla Conferenza Stato Regioni presieduta dal ministro per gli Affari regionali Graziano Del Rio. Il ministro Lorenzin ha auspicato che questo risultato possa essere utile per riordinare il sistema sanitario non solo dal punto di vista dei costi ma anche della programmazione sanitaria, una volta che si raggiungerà l’intesa sul nuovo Patto per la Salute.
La Conferenza delle Regioni è stata aggiornata alle prossime settimane e l’auspicio è di arrivare a un’intesa entro Natale per il riparto del fondo sanitario nazionale, pari a 109,9 miliardi di euro.
Simona de Francisci 34

 

L’ANAP Confartigianato condivide lo scenario futuro prospettato dalla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, in merito alla sanità pubblica poiché sono in linea con quanto l’Associazione va sostenendo da sempre. «C’è da augurarsi soltanto – spiega Paola Montis, Presidente dell’ANAP Sardegna, l’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato – che i programmi non restino ‘buone intenzioni’. È indispensabile, al riguardo, il convincimento anche degli altri attori: la Regione, il Governo e il Parlamento.»

«Una volta che dovessero divenire realtà – aggiunge la Montis – è essenziale che, per quanto riguarda la operatività e, soprattutto, la definizione dei nuovi modelli vi sia il coinvolgimento anche delle Associazioni dei Pensionati e che si abbattano gli sprechi: dalle liste d’attesa ai macchinari molto costosi, utilizzati solo per poche ore al giorno; dal cibo spazzatura fino alla giungla degli appalti.»

«Proprio nella salvaguardia dei pensionati e delle fasce più deboli della società – sottolinea ancora Paola Montis – come Anap Confartigianato Sardegna siamo solidali con la Ministra nel sottolineare la necessità, in aggiunta al mancato aumento, già deliberato, dei ticket che sarebbe dovuto scattare dal 1° gennaio, di 2 miliardi (se verrà mantenuto il previsto andamento dei conti pubblici) per investire in infrastrutture, nell’adeguamento degli ospedali, nella tecnologia, nella sicurezza e per rendere più competitivo il Sud.»

«Come è importante, altresì, l’attuazione di un sistema sostenibile che assicuri, ad una popolazione sempre più anziana come quella della Sardegna, cure appropriate e un’adeguata assistenza socio-sanitaria. Confidiamo – conclude la Montis – nella Ministra, che attivi entro
Natale, come promesso il ‘Patto-Salute’ con la programmazione nazionale di best practice dagli ospedali al sistema farmaceutico, alle cure h24, alla prevenzione, a partire da quella primaria.»

Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge presentato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, all’interno del quale, tra i diversi punti approvati va sottolineata la modifica all’art. 61 c.p. (prevista dall’art. 6 del ddl) che introduce l’aggravante, e il conseguente aumento di un terzo delle pene detentive, per i reati contro la persona commessi in danno di persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture sociosanitarie residenziali o semiresidenziali.

Un plauso a questo disegno di legge arriva da Paola Montis, presidente dell’ANAP Sardegna, l’Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato, che afferma di come si tratti «di una prima risposta ai numerosi episodi di maltrattamento verificatisi negli ultimi tempi nei confronti degli anziani e dei pazienti più fragili e che fa seguito alla intensificazione dei controlli disposti dal Ministero della Salute ed eseguiti dai NAS in tutto il Paese, sulle strutture che ospitano anziani e disabili, in alcuni casi rivelatisi veri e propri lager nei quali i pazienti venivano sottoposti a violenze e vessazioni di ogni genere».

«Purtroppo i casi di strutture in cui gli anziani sono maltrattati, segregati e lasciati in condizioni inumane, non sono pochi – continua la Montis – tanto che numerosi controlli disposti dal ministro della Salute hanno portato i carabinieri e i NAS a effettuare 153 ispezioni in strutture ricettive per disabili non autosufficienti e anziani, a seguito delle quali sono state accertate 9 infrazioni penali e 23 di tipo amministrativo.»

«Sosteniamo fermamente la proposta del ministro Lorenzin di intensificare le pene per chi maltratta gli anziani e i disabili degenti nelle ospizi – riprende la presidente dell’Anap Sardegna – e siamo favorevoli a un sistema di controlli sempre più intensificati nelle strutture sociosanitarie residenziali e semiresidenziali

«L’introduzione di un aumento della pena di un terzo, per qualsiasi reato commesso a danno di queste persone ricoverate – conclude la Montis – è l’unica soluzione plausibile per garantire e migliorare la qualità della vita di questi pazienti e il rispetto della dignità della loro persona

Sono iniziate lunedì 8 luglio le iniziative di protesta nella sanità pubblica che culmineranno nello sciopero nazionale del 22 luglio quando, dalle 8.00 alle 12.00, incroceranno le braccia 115mila medici e veterinari dipendenti insieme ai 20mila dirigenti sanitari, amministrativi, tecnici e professionali del Ssn, senza contratto dal 2009 e con la prospettiva, ventilata dal Governo, di prorogare il blocco almeno fino al 2014. Fino al 22 luglio sono previsti blocco degli straordinari, astensione da tutte le attività non comprese nei compiti di istituto, avvio di contenziosi legali, richiesta di pagamento e/o recupero delle ore effettuate in turni di guardia eccedenti il debito orario contrattuale, richiesta di godimento delle ferie arretrate; il 15 luglio, assemblee in tutti gli ospedali e luoghi di lavoro. L’obiettivo è quello di rendere esplicite le preoccupazioni per lo stato di un servizio, quello sanitario, sempre più vicino al collasso.

«Ad essere penalizzata, oltre al personale è anche, e soprattutto, l’utenza – afferma Paola Montis, Presidente dell’ANAP Sardegna (Associazione Nazionale Anziani e Pensionati) di Confartigianato – nelle sue componenti più deboli, anziani e indigenti, che risentiranno maggiormente della riduzione dei servizi; cosa, peraltro, che avrà come contraltare un maggiore affidamento degli stessi ai privati, con evidente aggravio di oneri sia per lo Stato che per i cittadini

«A ciò si aggiunge la preoccupazione per la prossimità della scadenza del 25 ottobre   continua la Montis – giorno dal quale, in esecuzione della Direttiva Europea 2011/24, i pazienti della UE  potranno liberamente scegliere dove farsi visitare, curare, operare

«La precarietà della situazione della sanità pubblica e dei suoi lavoratori – aggiunge la Presidente – i ritardi nell’armonizzazione del nostro sistema con quello degli altri Paesi in vista della nuova “assistenza transfrontaliera”, rischiano anche per le nostre strutture di eccellenza, di diventare un ultimo e insormontabile ostacolo per l’attuazione del diritto alla salute sancito in Costituzione.»

«L’agitazione del personale medico, se non risolta, non solo ci preoccupa come Associazione che tutela gli interessi degli anziani, ma – conclude la Presidente dell’ANAP Confartigianato Sardegna –  farebbe perdere al nostro Paese una possibilità concreta di sviluppo, rendendo una cattiva immagine del nostro sistema sanitario nazionale, universalmente è apprezzato per le sue eccellenze, proprio nel momento di avvio della direttiva. Per questo chiediamo al Governo, al ministro Beatrice Lorenzin ed al sottosegretario Paolo Fadda, di intervenire affinché possano essere tutelati gli utenti,  salvaguardato il personale e preservate le strutture