29 April, 2024
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«Gli organici delle strutture sanitarie in Sardegna sono ridotte all’osso. Inaccettabile il fatto che la sanità pubblica continui ad essere smantellata e si faccia passare il tempo senza porre in essere una programmazione concreta e realizzabile a brevissimo termine. Mi chiedo se, a questo punto, il presidente Christian Solinas e l’assessore Mario Nieddu facciano finta di nulla.»

La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Carla Cuccu, segretaria della VI Commissione consiliare, punta il dito contro quello che definisce «l’immobilismo della politica sanitaria della Giunta Solinas davanti alla vergognosa campagna acquisti del personale di eccellenza da parte del Mater Olbia».

«Le nostre eccellenze ospedaliere pubbliche come il Brotzu e il SS. Trinità – ad esempio – sono state letteralmente sabotate e svuotate di personale, affossandone specialità e competenze – evidenzia Carla Cuccu -. La sanità pubblica non deve essere smembrata da quella privata. Non ci sono infermieri e ostetriche sufficienti per soddisfare le richieste di pazienti, e al momento il personale medico e paramedico che resiste deve essere ringraziato perché lo fa solamente per senso di coscienza, senso del dovere e amore per il proprio lavoro e per i pazienti. Tutto questo tra l’indifferenza della Giunta che continua a incartarsi su nomine di direzioni generali, e davanti alle richieste di aumentare la dotazione organica, con le stabilizzazioni di personale medico e paramedico, e la conseguenza che ad oggi i vari reparti degli ospedali sono in pieno caos.»

Una soluzione-tampone – secondo la consigliera del M5S – potrebbe essere mutuata da quanto hanno stabilito le Forze Armate: «Far sottoscrivere ai medici nel contratto di rinnovo del CCN il vincolo di prestazioni per minimo 10 anni e, qualora intendano andare via alla scadenza, darne avviso con un minino di 5 anni di preavviso, il tempo necessario per formare un nuovo specialista».

«Troppi i turni da coprire per pochi professionisti disponibili: tutto questo non può non causare gravi conseguenze non solo al personale stesso, ma anche ai pazienti che hanno necessità di cure puntuali e urgenti. Il governatore Christian Solinas non può più aspettare. Ci auguriamo – conclude Carla Cuccu – che intervenga immediatamente per porre fine a questa situazione pericolosa per la salute di tutti.»

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«In politica alle parole devono necessariamente seguire i fatti, concreti: il governatore Christian Solinas e l’assessore competente per materia, Mario Nieddu, rispondano e intervengano riguardo la loro proclamata volontà di destituire l’ATS ed il contemporaneo agire del dottor Fulvio Moirano, direttore generale ATS, che va invece in tutt’altra direzione, a livello politico e di indirizzo.»

Desirè Manca, capogruppo in Consiglio regionale del Movimento Cinque Stelle, pesate sul piatto della bilancia le dichiarazioni sul tema della sanità rilasciate dal nuovo Governo regionale e le azioni poste in essere dal dirigente a capo dell’ATS, pone il problema e ne chiede repentina soluzione: «Nelle linee programmatiche del Governatore Solinas, più volte ostentate fra conferenze stampa e dichiarazioni dell’assessore Mario Nieddu, è stata espressa la chiara volontà politica di destituire quello che ad oggi rappresenta l’ATS, con il dichiarato intento di ridare competenza ai territori andando a riconfermare le ASL territoriali».

Alle parole, però, non corrispondono i fatti: «Stando così le cose, ci chiediamo come mai però contemporaneamente il dottor Fulvio Moirano, direttore generale ATS, continui a procedere con delibere e atti di approvazione di conferimento di incarichi funzionali – afferma Desirè Manca -. Come è possibile, chiediamo al governatore Christian Solinas e all’assessore Mario Nieddu, che l’espressione della volontà di una parte politica continui a portare avanti un disegno politico riferibile alla vecchia legislatura nel momento in cui al timone della Regione Sardegna c’è una nuova maggioranza? Come è possibile che la Regione permetta e consenta tutto questo senza bloccare definitivamente i processi in atto alla luce della tanto decantata intenzione di destituire l’ATS? Servono fatti, non parole».

 

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Si è svolto stasera, a Villa Devoto, l’incontro tra il presidente della Regione, Christian Solinas ed il ministro degli Esteri ucraino, Pavlo Klimikin, giunto in visita istituzionale in Sardegna in occasione dell’inaugurazione della sede del consolato onorario d’Ucraina a Cagliari.

Al centro del colloquio, al quale hanno partecipato anche l’ambasciatore ucraino in Italia, Yevhen Perelygin e il console onorario per la Regione Sardegna, Anthony Grande, le opportunità di collaborazione con l’Isola per quanto riguarda iniziative di natura economica, culturale e sociale.

«L’incontro di oggi rappresenta un importante momento di confronto con i rappresentanti istituzionali della comunità ucraina che con le sue oltre seimila presenze in Sardegna costituisce il secondo gruppo di stranieri più numeroso. Apprezziamo la loro presenza pacifica e laboriosa e siamo persuasi che ci possano essere nel futuro importanti occasioni di collaborazione e scambio culturale», ha dichiarato il Christian presidente Solinas.

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Un esplicito sollecito ai ministri dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, e dell’Ambiente, Sergio Costa, per prevedere la presenza della Regione Sardegna sin dai prossimi incontri sul Phase out del carbone al 2025. E’ questo il senso della comunicazione inviata dal presidente Christian Solinas, dopo che il primo incontro del tavolo tecnico, convocato al Mise lo scorso 17 aprile alla presenza dei tecnici dei Ministeri e di Terna, oltre che dei tre produttori (Enel, Ep produzione e A2A) proprietari delle otto centrali ancora attive a livello nazionale, si era svolto senza la presenza delle Regioni maggiormente interessate agli interventi.

Per la Sardegna, le decisioni del Governo, definite nel Piano nazionale energia e clima (Pniec) e confermate nel Rapporto preliminare ambientale, riguardano il Phase-out dal carbone nella produzione elettrica, da completare entro il 2025, e l’elettrificazione per fronteggiare il Phase-out e contenere esigenze dell’utilizzo del gas. «La Regione – ha scritto Solinas – ritiene di avere un interesse specifico e diretto a partecipare attivamente ai tavoli nei quali si sta definendo l’uscita dal carbone, in primis, in quanto ‘la produzione e distribuzione dell’energia elettrica’ è, statutariamente, materia di legislazione concorrente”». Anche perché «la decisione di un Phase out dal carbone al 205 va adeguatamente supportata ed accompagnata da interventi che siano tali per caratteristiche, livelli dl investimento e tempi di realizzazione, da assicurare una transizione in sicurezza del sistema energetico regionale».

A supporto della richiesta, il presidente Christian Solinas ha evidenziato come «una decisione di tale portata non può essere operata in maniera unilaterale, senza un confronto che tenga conto anche dalla pianificazione energetica regionale» ed ha ricordato che «l’indirizzo del Pniec costituisce un allontanamento dell’obiettivo della metanizzazione indicato nella SEN attraverso un sistema integrato di depositi/gassificatori small scale basato sul Gas naturale liquido (Gnl) in grado di alimentare, tra l’altro, mediante la realizzazione di una rete interna di trasporto, una capacità di generazione a gas di 400 Mw». Obiettivo studiato appositamente per superare l’impiego del carbone, ridurre gli impatti ambientali e garantire la sicurezza del sistema elettrico regionale. La richiesta di partecipare ai prossimi incontri del tavolo, per un confronto diretto tra Regione Sardegna e Governo, serve anche per «valutare con attenzione costi e benefici delle eventuali strade alternative e come queste impattino sul sistema energetico regionale», tenendo conto degli iter autorizzativi in corso e degli investimenti in essere per la metanizzazione dell’Isola. Inoltre, «la sicurezza del sistema energetico regionale ha effetti diretti sui programmi di riqualificazione industriale di alcune aree produttive che ci vedono direttamente e reciprocamente impegnati: per esempio, l’area di Portovesme, coi progetti di Alcoa ed Euroallumina, dove la disponibilità dl energia elettrica e termica in quantitativi e costi adeguati costituisce un presupposto fondamentale per la sostenibilità degli investimenti».
Christian Solinas ha anche ricordato ai Ministri gli effetti legati a sviluppo ed occupazione: «Il più generale sviluppo economico della Regione dipende delle scelte energetiche che si andranno e definire a livello nazionale. Senza dimenticare che le misure che si vanno definendo potrebbero avere un impatto diretto sul fronte occupazionale del due impianti che, in Sardegna, dovrebbero essere oggetto dl riconversione o chiusura».

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«Buon lavoro alla nuova Giunta. Sono sicuro che questa legislatura si caratterizzerà anche per il rapporto costante e leale tra il Consiglio e l’esecutivo Solinas.»
E’ l’augurio che il presidente del Consiglio regionale Michele Pais invia ai nuovi assessori che giureranno martedì in Aula.

«I problemi della Sardegna non possono attendere oltre – ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale – definita l’architettura di Consiglio e Giunta ora ci attendono impegni pressanti per dare finalmente risposte al popolo sardo che aspetta una vera svolta per un futuro certo e proficuo.»

Per il presidente Michele Pais è necessario lavorare insieme per costruire quell’identità politica ed istituzionale illustrata nelle dichiarazioni programmatiche del presidente Christian Solinas che tenga conto delle peculiarità dell’Isola, dando alle Istituzioni un assetto estensivo che favorisca anche la sopravvivenza delle comunità locali.

«Auspico – ha concluso il presidente Michele Pais – rinnovamento, riforme, un nuovo Statuto più adatto a una Sardegna moderna e una rivendicazione sempre più serrata con lo Stato in materia di entrate e di accantonamenti.»

 

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«Lo Stato ha preso atto della disparità di trattamento portata avanti in questi anni nei confronti della Sardegna rispetto ad altre Regioni ed stato un incontro transitorio nel quale gli aspetti prettamente tecnici sono stati suffragati dal riconoscimento oggettivo dello svantaggio subìto dall’Isola. Queste affermazioni, seppure nel rispetto del regime di ristrettezze e dei vincoli del bilancio dello Stato, devono guidare d’ora in avanti le azioni per la definizione delle somme che oggi sono dovute alla Sardegna.»

È quanto ha dichiarato il presidente della Regione Christian Solinas a margine dell’incontro che si è appena svolto oggi a Roma alla presenza del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Erika Stefani, e del vice ministro dell’Economia, Massimo Garavaglia.

«E’ stato un primo riscontro positivo che ha visto tutti i rappresentanti partecipanti al tavolo riconoscere la valenza dei principi alla base della sentenza della Corte costituzionale in relazione proprio agli svantaggi strutturali permanenti, ai costi dell’insularità e ai livelli di reddito pro capite. Se per un territorio come la Sardegna, che in questi anni ha ricevuto meno risorse, ce ne saranno sicuramente stati altri che hanno necessariamente avuto di più. Serve quindi il massimo impegno del Governo per colmare questo svantaggio che nel futuro non deve più sussistere», ha osservato il presidente Christian Solinas. «In attesa che si perfezioni l’accordo definitivo tra Stato e Regione è estremamente rilevante che i principi alla base della sentenza 6/2019 vengano tenuti nella massima considerazione dai rappresentanti del Governo. Ora serve una corretta definizione del “quantum” dovuto e delle modalità operative per il recupero delle risorse – ha affermato l’assessore regionale al Bilancio, Giuseppe Fasolino, presente al vertice -. A breve, presumibilmente già la prossima settimana, si potrebbe svolgere un nuovo incontro tecnico con alla base alcune proposte tangibili che ci consentiranno da un lato di tenere in cassa le risorse della Regione Sardegna e usarle per programmi di crescita e di sviluppo e, dall’altro, e recuperare le somme che ci sono dovute per i mancati versamenti del passato.»

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Ieri mattina, in apertura di seduta, il presidente del Consiglio regionale, Christian Solinas, ha iniziato a esporre le sue dichiarazioni programmatiche rivolgendo un tributo all’assemblea legislativa, ricordando la recente commemorazione di Sa die e “la frontiera paradiso della nazione sarda”, come pensata dal compianto professor Giovanni Lilliu, accademico dei Lincei.

A seguito, però, di contestazioni dai banchi dell’opposizione verso il presidente Christian Solinas, il presidente Michele Pais ha sospeso la seduta ed ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa l’on. Massimo Zedda ha chiesto al presidente Michele Pais: «Perché il presidente Christian Solinas non presenta la Giunta prima di presentare le dichiarazioni programmatiche visto che i decreti di nomina sarebbero già state firmati?»

Il presidente Michele Pais ha replicato affermando che i decreti di nomina non sono stati firmati ma l’on. Francesco Agus (Progressisti) ha detto che «in conferenza dei capigruppo la nomina degli assessori è stata annunciata e sarebbe meglio iniziare la legislatura con tutti gli organi costituzionali ritualmente composti».

Il capogruppo del Psd’Az, on. Franco Mula, ha detto: «Noi vogliamo lavorare e questo è l’accordo che abbiamo preso. Se volete perdere altro tempo, ditemelo».

Per l’on. Stefano Tunis (Sardegna 20/20) «sarebbe opportuno dare un’immagine più alta di questa assemblea legislativa. Ma oggi conta ascoltare le proposte del presidente Christian Solinas per risolvere i problemi dei sardi».

Ancora sull’ordine dei lavori il presidente Michele Pais ha il percorso della conferenza dei capigruppo ed ha invitato il Consiglio, «in un esercizio di democrazia alta, di consentire al governatore di esporre le proprie dichiarazioni programmatiche rinviando ogni discussione e dibattito a una data non troppo vicina a oggi».

L’on. Daniele Cocco (Leu) ha detto. intervenendo sull’ordine dei lavori: «E’ vero che abbiamo chiesto noi il rinvio della discussione a martedì prossimo e ci sta bene ricevere le dichiarazioni integrali del presidente Solinas. Ma se parliamo di perdita di tempo, non è da questa parte che dovete guardare». Anche l’on. Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, ha detto che «non si può spacciare come ostruzionismo la nostra azione per avere una giunta dopo 74 giorni».

Per l’on. Giorgio Oppi (Udc) «il presidente può tranquillamente dare i nomi degli assessori e nessuno qui è santo. Ma all’opposizione dico di ascoltare le dichiarazioni dell’on. Solinas e le commissioni devono iniziare a lavorare».

Dalla maggioranza è intervenuto anche l’on. Paolo Truzzu (Fdi), che ha detto: «Abbiamo fatto un dibattito prima ancora di sentire le dichiarazioni del presidente Christian Solinas».

La capogruppo Cinque Stelle, on. Desirè Manca, ha detto: «In quest’Aula si vive in un continuo distacco tra la realtà e l’istituzione. Noi abbiamo sottoscritto l’accordo per ascoltare le linee programmatiche e la gente aspetta che noi iniziamo a lavorare”».

Anche l’on. Pierluigi Saiu (Lega) ha sollecitato l’Aula per consentire all’on. Christian Solinas, di presentare il programma di governo.

Successivamente ha preso la parola il presidente della Regione Christian Solinas.

Illustrando al Consiglio il programma di legislatura, il presidente della Regione ha ribadito il suo ringraziamento rivolto al Consiglio, respingendo però le critiche, a suo avviso strumentali, per un presunto”blocco dell’attività della Regione” che non esiste nei fatti e va inquadrato, con onestà intellettuale, nel sistema dell’elezione diretta del presidente attraverso la quale, superando il passaggio della fiducia previsto dal precedente sistema parlamentare, consente al Consiglio di essere da subito pienamente operativo.

«Con queste dichiarazioni programmatiche – ha aggiunto Solinas – intendo avviare una stagione di dialogo, confronto e collaborazione proficua con l’Assemblea, superando una certa liturgia fondata sulle appartenenze» anche perché, «essendo stato sia al governo che all’opposizione, ricordo che in occasione della presentazione del programma da oltre 50 anni si dicono più o meno le stesse cose senza un filo conduttore organico e la nostra storia autonomistica ci dice che i nostri problemi strutturali sono diventati storici, senza riuscire ad arrivare ai risultati attesi.»

«Ritengo quindi che oggi si debba cambiare prospettiva – ha continuato il presidente – per raccogliere una sfida nuova sull’idea di Sardegna che vogliamo costruire, con una prospettiva ed una visione che tiene dentro tutto, perché le rapide trasformazioni della società da una parte non consentono facili entusiasmi e dall’altra impongono responsabilità differenti da quelle del passato».

«L’idea centrale – ha poi sostenuto – è quella della sardità, di un’identità sarda che attraversa e comprende ogni politica di settore: identità politica ed istituzionale con un nuovo modello di governance, economica, territoriale ed ambientale, culturale, industriale, artigianale, rurale; tante identità che bisogna affermare come risposta complessiva ed originale alla domanda del come essere sardi oggi, al nostro interno e nel confronto con altre realtà Italiane ed europee; su questo mi sento di rivolgere un appello al parlamento di un popolo che non vuole più essere oppresso ma essere, semmai, all’altezza della propria storia.»

La situazione economica, in particolare, richiede secondo Solinas «politiche nuove che non siano né di sopravvivenza né di ordinaria amministrazione o peggio di rassegnazione, consapevoli del fatto che proprio in questi momenti difficili di deve riaccendere la speranza con una nuova tensione ideale e con un nuovo slancio per orientato ad una grande progettualità fondata sul fare».

Affrontando poi la declinazione delle diverse identità, il presidente della Regione è partito da quella politica che deve esprimere un nuovo modello aderente alla storia della Sardegna ed attento alle comunità locali, all’interno della cornice di un nuovo Statuto elaborato da una Assemblea costituente, che allargando gli spazi di autogoverno consente di affrontare in modo efficace le tante vertenze aperte con lo Stato con in più quella sulle accise. Sul piano interno Christian Solinas ha prefigurato uno schema istituzionale che metta al centro gli Enti locali, semplifichi il quadro superando le Unioni dei Comuni e riporti in superficie le Province come unici Enti intermedi. Per quanto riguarda la Regione, il governatore ha annunciato una riforma organizzativa dell’intero sistema compresi enti ed agenzie, fondata sulla semplificazione e la riqualificazione (anche motivazionale) del personale. Sempre in tema istituzionale, il presidente si è espresso a favore di una nuova legge statutaria elettorale che assicuri la rappresentatività di tutti i territori ed insieme governabilità e stabilità, e di una soggettività internazionale della Regione nel rapporto con la Ue fondata sul riconoscimento degli svantaggi permanenti dell’insularità e su una riforma della programmazione europea attenta alle periferie del continente e non centralista.

Il problema del centralismo, ha inoltre osservato, va affrontato e risolto anche sul piano interno sulla strada tracciata dall’art.44 dello Statuto (molto sottovalutato nella sua applicazione concreta), attribuendo alla Regione alcune funzioni fondamentali e decentrando il più possibile al sistema delle Autonomie, nel rispetto del principio di sussidiarietà, anche attraverso una revisione degli strumenti di Enti ed Agenzie regionali.

Inoltre, ha continuato il presidente, «occorre operare una radicale semplificazione legislativa, perché oggi abbiamo troppe leggi non coordinate fra loro e di difficile interpretazione, e la faremo col supporto di apposite commissioni di esperti per arrivare a testi unici».

Sull’identità economica, Christian Solinas ha fatto riferimento sia allo scenario macro-economico, ricordando che il Pil regionale è calato, determinando il declassamento della Ue che ha inserito la Sardegna da Regione in transizione a  Regione in ritardo di sviluppo che a quello delle imprese, quasi tutte con poco più di 3 addetti in media, con bassa specializzazione e basso livello tecnologico, questo perché sono mancate scelte forti di programmazione, si è trascurato il nostro patrimonio materiale ed immateriale e si sono fatti molti bandi a basso impatto sul sistema (i bandi sulla competitività, ad esempio, sono partiti nel 2015 e ai destinatari non è ancora arrivato un euro).

«Nessuno ha in mano ricette facili – ha riconosciuto il governatore – ma è evidente che è necessario cambiare per agire con più concretezza; penso ad un piano industriale della Sardegna che contenga una serie di misure, dall’accesso al credito alla formazione, dalla diffusione della cultura manageriale all’organizzazione di reti finalizzate all’apertura ai mercati»

Soffermandosi sull’idea di identità territoriale ed ambientale Solinas l’ha collegata alla specificità della Sardegna, al modo di abitare la terra ed al territorio come risorsa per sviluppo. Il paesaggio sardo, ha detto, «è un unicum ma oggi rappresenta per molti aspetti anche il volto della Sardegna sfigurato da interessi esterni, dalla monoculture industriali del passato fino alla chimica verde dei giorni nostri, per continuare con le energie rinnovabili ma senza regole. L’industria è necessaria, in altre parole, se è ma compatibile con identità, ed il turismo deve essere aperto ai capitali stranieri solo se va a beneficio dei sardi, facendo della qualità architettonica il caposaldo della nuova legge urbanistica».

Allargando il suo ragionamento sul turismo, il presidente della Regione ha sottolineato anche la marginalità della Sardegna rispetto al mercato globale del settore, frutto di una identità turistica non pianificata e spesso ostacolata dalla burocrazia, di una politica dei trasporti insufficiente, da una rete di mobilità interna di basso livello, da un grande sommerso commerciale, dalla mancanza di dati di analisi, di una strategia digitale.

Avviandosi alla conclusione, il presidente ha indicato i contenuti principali della nuova identità sociale, del lavoro e della salute, affermando che «il nuovo modello dovrà essere fondato sulle peculiarità regionali, dovrà essere, capace di declinare tradizione e innovazione investendo sulle nuove professioni e sulle produzioni tipiche, sui marchi e sulla formazione, rivedendo il sistema dei cantieri comunali puntando sulla occupabilità e l’attenzione ai beni archeologici, secondo la lezione di Giovanni Lilliu».

Sulla sanità, il governatore ha ricordato che «è molto cambiata ma in negativo, perché ha di fatto allontanato i cittadini dalla stessa idea di servizio sanitario; oggi siamo fra le Regioni peggiori d’Italia secondo tutti gli indicatori ed abbiamo il maggiore disavanzo, di qui la volontà di cambiare modello con più qualità, una medicina più vicina ai cittadini, con la collaborazione degli Enti locali ed una forte spinta all’innovazione tecnologia riconquistando per migliorare il servizio e riconquistare la fiducia degli utenti». Infine, l’identità rurale che va valorizzata riavvicinando gli operatori del settore alla Regione con provvedimenti mirati come istituzione di zone a burocrazia zero, il riutilizzo dei beni immobili, il potenziamento dei Caf agricoli, il completamento dell’iter istitutivo del pagatore regionale superando, la trasformazione del latte ovino da ingrediente a prodotto.

Giunto alle battute finali, il presidente della Regione ha rivolto al Consiglio ed idealmente ai sardi un messaggio di fiducia e speranza, senza enfasi ma con volontà ed impegno, invitando tutti a «credere nel cambiamento e nella forza di volontà del popolo sardo, con la cui identità ci apriamo al presente e guardiamo a testa alta il futuro. Fortza Paris!».

Subito dopo, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere di Leu Eugenio Lai, ha ricordato al governatore l’impegno di annunciare i nomi dei nuovi assessori prima della fine della seduta, assunto nella conferenza dei capigruppo.

Il presidente Solinas, dopo aver ricordato che i decreti di nomina sono ancora in fase di registrazione, ha comunicato i nomi dei nuovi componenti della Giunta: Valeria Satta (Affari generali), Gabriella Murgia (Agricoltura), Quirico Sanna (Urbanistica), Roberto Frongia (Lavori pubblici), Andrea Biancareddu (Pubblica istruzione), Giorgio Todde (Trasporti). Per ora la delega all’Industria resta al presidente ad interim.

Dopo quest’ultima comunicazione, il presidente Michele Pais ha tolto la seduta tolta. Il Consiglio tornerà a riunirsi martedì 14 maggio, alle 15.30.

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«Le dichiarazioni programmatiche sono in linea col pensiero dei Riformatori sardi, recepiscono i punti salienti del programma elettorale e impegnano il nuovo Governo dell’Isola a camminare verso il cambiamento. Non può che essere un giudizio positivo quindi quello dei Riformatori sardi rispetto a quanto espresso dal presidente della Regione Christian Solinas in Aula, che nell’esplicitare il programma ha puntato un faro sui temi dell’insularità e delle accise. Temi che hanno caratterizzato il programma elettorale della colazione che ha vinto le elezioni, condivisi e ritenuti necessari per pianificare un reale e concreto sviluppo economico della Sardegna. Sulla consapevolezza che la condizione di insularità pone la Sardegna in una posizione di oggettiva minorità rispetto a tutte le altre regioni italiane si è infatti realizzata una convergenza che raramente si era vista prima e che oggi risulta centrale nell’azione di governo dell’Isola.»

Lo scrivono, in una nota, i Riformatori sardi.

«Non ci stancheremo di dire che dal riconoscimento del principio di insularità dipende lo sviluppo economico e sociale della Sardegna», ribadiscono i Riformatori sardi, secondo cui, in un momento storico nel quale le regioni del Nord chiedono più autonomia e risorse, sarebbe un errore imperdonabile aspettare il corso degli eventi senza muovere i dovuti passi verso Roma. «Essere realmente coscienti dell’importanza di portare avanti questa battaglia (il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione) a cui è strettamente legata quella delle accise, è elemento imprescindibile per governare la nostra Isola nei prossimi cinque anni». Tuttavia «ovviamente non cambia la nostra posizione sulle province: riteniamo che rivitalizzarle sia un errore. Su questo punto siamo pronti a confrontarci con il presidente e con tutta la maggioranza». 

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Le segreterie regionali FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, hanno chiesto un incontro all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, sulla vertenza AIAS. Nella richiesta. inviata per conoscenza al presidente della Giunta regionale, Christian Solinas ed al presidente della commissione Sanità Domenico Gallus, i segretari Roberto Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru «visto l’approssimarsi della conclusione dei lavori del tavolo tecnico da Lei istituito in occasione dell’ultimo incontro con il Prefetto di Cagliari, chiedono un incontro per avere contezza delle risultanze del percorso da Lei scelto per prendere visione dello stato dell’annosa vertenza».

«È sconcertante – aggiungono Roberto Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru – come si continui a consentire che l’ingente quota di risorse economiche pubbliche impegnate nei servizi forniti dal soggetto accreditato AIAS, che opera in una condizione monopolista, da molti anni non venga destinata in via prioritaria ad onorare i crediti dovuti a chi svolge quei servizi, mandando sul lastrico intere famiglie.»

«Crediamo sia giunto il momento di dare una soluzione definitiva alla vertenza, poiché nessuna giustificazione può essere addotta e nessun sotterfugio deve essere più accettato perché in Sardegna nessun altro lavoratore ha dieci mesi di stipendi non pagati – concludono Roberto Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru -. Si chiede pertanto un incontro urgente per discutere delle eventuali decisioni assunte dall’Assessore per il superamento della crisi che ricade da anni sui lavoratori e sui servizi erogati.»

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Il Consiglio regionale si riunirà martedì 14 maggio alle 15,30. All’ordine del giorno la discussione sulle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione Christian Solinas. Ogni consigliere, a norma di Regolamento, potrà intervenire per un tempo massimo di 15 minuti. Nel corso della seduta presteranno giuramento cinque dei sei nuovi assessori nominati ieri dal presidente della Giunta Christian Solinas. Il sesto, Andrea Biancareddu, consigliere eletto, ha già prestato giuramento il giorno dell’insediamento del nuovo Consiglio regionale.