1 May, 2024
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La commissione Urbanistica, presieduta da Antonio Solinas (Pd) presenterà alcuni emendamenti migliorativi sulla disciplina degli ambiti rurali contenuta nella legge (Dl 409) che da martedì prossimo sarà discussa dal Consiglio.

Le proposte di modifica, che recepiscono osservazioni del mondo agricolo e dei territori, sono illustrate dal prof. Giuseppe Pulina, coordinatore del gruppo di lavoro sull’agro, alla presenza dell’assessore Cristiano Erriu e dei consulenti tecnici dell’assessorato.

La prima riguarda l’art. 73 che verrà integrato con la definizione di attività agricola in ambito “familiare o hobbystico” che consentirà la realizzazione di fabbricati al servizio di tale attività nelle aree interne, mentre quelle costiere restano disciplinate dal Ppr.

Gli altri interventi guarderanno le tabelle nn. 7 ed 8, nelle quali saranno introdotti elementi di flessibilità nella dimensione dei fabbricati destinati alle colture (serre ad altre di tipo intensivo), alla zootecnia, con particolare riferimento ai bovini da latte, ed alla trasformazione e valorizzazione delle produzioni aziendali.

Il presidente della commissione, nelle sue conclusioni, ha auspicato fra l’altro che gli emendamenti (che dovranno ora essere definiti nella loro formulazione tecnica) possano essere espressione unitaria della commissione.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri Alessandro Collu e Valerio Meloni del Pd, Pier Mario Manca del Pds ed Oscar Cherchi di Forza Italia.

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Le locazioni e le concessioni per l’utilizzo di terreni e fabbricati della Regione destinati o da destinare ad attività sportive, potranno essere rilasciate con procedure ad evidenza pubblica in favore delle associazioni sportive dilettantistiche o società sportive senza scopo di lucro, per una durata massima di 30 anni in ragione degli interventi di valorizzazione, ammodernamento e manutenzione straordinaria che i sodalizi si impegneranno ad eseguire a proprie spese. Lo prevede la delibera presentata l’altro ieri dall’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ed approvata dalla Giunta.

«Le associazioni e le società, per fare gli interventi di ammodernamento e valorizzazione degli impianti, generalmente fanno ricorso al Credito sportivo, dunque necessitano di garanzie in merito alla continuità della disponibilità del compendio regionale – sottolinea Cristiano Erriu -. La normativa per la relativa fruizione applicata sino ad oggi, ha imposto limiti di durata temporale dei relativi titoli, che risultavano incompatibili con le tempistiche richieste dal Credito sportivo per l’ammortamento dei necessari finanziamenti. Questa condizione ha determinato l’impossibilità da parte dei richiedenti di poter accedere al mutuo agevolato e di realizzare gli interventi previsti, con la conseguente perdita dei relativi benefici in termini di miglioramento ed efficientamento dell’impianto regionale gestito e del servizio reso nei confronti degli associati e della collettività.»

«La delibera – precisa ancora Cristiano Erriu – stabilisce che, nelle procedure ad evidenza pubblica, siano adottati criteri oggettivi e i requisiti soggettivi di preferenza, il cui peso sarà proporzionale ad alcuni parametri specifici: entità dell’investimento e tipologia dell’intervento preventivato, anche in ragione delle ricadute in termini di maggiore fruibilità dell’impianto da parte degli associati e della cittadinanza; radicamento nel territorio. Inoltre, le associazioni o società devono essere costituite da almeno 10 anni e possedere un settore giovanile certificato dalla Federazione di appartenenza, per l’avviamento allo sport degli under 18; infine, devono svolgere attività con finalità sociali e di prevenzione dalle devianze. In generale, con questa delibera la Regione intende porre rimedio a una situazione di grave disagio delle associazioni e società sportive, che svolgono un’importante ruolo sociale e vanno tutelate e aiutate, soprattutto quando affrontano impegni economici rilevanti.»

La Giunta ha dato mandato ai servizi Demanio e Patrimonio della Direzione generale degli Enti locali e Finanze di procedere alla ricognizione dei terreni e dei fabbricati regionali destinati o da destinare ad attività sportive ed avviare le procedure di gara per l’assegnazione degli stessi.

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, ha approvato lo stanziamento delle risorse per la redazione degli strumenti urbanistici generali e attuativi. Per il triennio 2018-2020 saranno disponibili 5 milioni 461mila euro a favore degli enti locali che non siano ancora stati beneficiari di contributi regionali a tale scopo. Il contributo da assegnare a ciascun Comune non potrà essere superiore al 90% delle spese ammissibili, e costituirà per i beneficiari un’entrata con destinazione specifica e vincolata.

«Come annunciato da tempo – spiega l’assessore Cristiano Erriu – la Regione intende facilitare in tutti i modi la redazione dei Piani urbanistici da parte degli enti locali. Ai sensi della normativa vigente in materia urbanistica e paesaggistica, i Comuni il cui territorio ricade interamente negli ambiti di paesaggio di cui all’articolo 14 delle norme tecniche di attuazione del Piano Paesaggistico Regionale, sono tenuti ad adeguare i propri strumenti urbanistici generali ai piani sovraordinati, con particolare riferimento proprio al PPR e al Piano di assetto idrogeologico.»

«I Comuni, per poter dare corso ad una corretta pianificazione territoriale, propedeutica ad un corretto utilizzo del territorio, devono dotarsi al più presto di tutti i Piani urbanistici necessari. Due milioni di euro saranno destinati ai Comuni costieri, purché ancora non siano stati beneficiari di tali contributi dal 2006 ad oggi, e comunque soltanto per la redazione del Piano particolareggiato del centro di antica e prima formazione, fino al 90% della spesa ammissibile. I restanti 3 milioni 461mila euro – conclude Cristiano Erriu – andranno invece ai Comuni delle zone interne, con una quota fissa uguale per tutti e una quota che terrà conto della superficie del territorio comunale.»  

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Sarà il presidente della Regione a indire, con decreto, l’elezione dei presidenti e dei consigli provinciali. Le elezioni inoltre dovranno svolgersi in una data compresa tra il 45esimo giorno successivo alla data del primo turno del voto per l’elezione diretta dei sindaci e dei consiglieri comunali e non oltre il 15 ottobre 2018. L’esecutivo ha inoltre approvato i seguenti indirizzi e modalità operative: i presidenti delle province e i consigli provinciali sono eletti dai sindaci e dai consiglieri comunali dei rispettivi comuni di appartenenza, in base della Legge regionale n.2 del 2016; per l’elezione degli organi provinciali si applicano le disposizioni delle leggi regionali in materia e le linee guida per lo svolgimento del procedimento elettorale.

Su proposta dell’assessore Cristiano Erriu, la Giunta ha autorizzato l’eliminazione del vincolo di destinazione di due immobili regionali ceduti a un prezzo simbolico al comune di Porto Torres. La cessione è avvenuta con l’imposizione a carico dell’amministrazione comunale dell’onere di destinare gli immobili alla finalità di interesse pubblico e sociale rispettivamente di Ostello della Gioventù e Casa dello Studente. In un’ottica di gestione ottimale del patrimonio comunale, l’ente locale ha rappresentato la necessità di procedere alla locazione degli immobili in oggetto per finalità turistico-alberghiere attraverso la modifica il contratto di compravendita sottoscritto dalle parti.

Su proposta dell’assessora Virginia Mura, è stata approvata la delibera che recepisce le linee interpretative, fissate da un accordo dello scorso 21 dicembre tra il Governo, le Regioni, le Province Autonome e gli Enti locali, della legge 12 marzo 1999 n.68, che disciplina il diritto al lavoro dei disabili. In particolare, si superano i dubbi interpretativi rappresentati, anche attraverso l’ANCI, da diverse amministrazioni sulle modalità di computo della quota d’obbligo del personale con disabilità da assumere. Il recepimento dell’accordo è un passo indispensabile anche per consentire la piena e regolare attività dell’Agenzia Sarda per il Lavoro, ASPAL, sul collocamento mirato delle persone con disabilità.

Su proposta dell’assessore Luigi Arru, la Giunta ha approvato il pagamento di 800 euro all’ Autorità Nazionale Anti Corruzione come contributo obbligatorio previsto per legge. Via libera anche all’integrazione delle Linee di indirizzo regionali sulla sicurezza in chirurgia: saranno aggiunte schede per la sicurezza del paziente chirurgico (SISPaC) relativamente al percorso di cardiologia interventistica e oculistica, per la sicurezza della paziente in sala parto; la scheda contagarze. La Giunta ha adottato le linee di indirizzo per la gestione diretta del sinistro, che mirano ad assicurare una tempestiva risposta alle richieste del cittadino mediante l’adozione di una procedura di gestione unica per l‘intero Servizio Sanitario Regionale. In tema di formazione, è stata accolta la proposta di affidare all’Ats la definizione delle modalità di accentramento delle procedure di organizzazione dei percorsi di formazione ECM per tutti i provider del Servizio sanitario Regionale e di accentrare le procedure di organizzazione dei percorsi.

Come proposto dall’assessore del Personale Filippo Spanu, d’intesa con l’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, l’esecutivo ha conferito l’incarico di direttore generale dell’Agenzia Forestas a Giuliano Patteri, ingegnere, che ha ricoperto ruoli dirigenziali nella stessa agenzia ed è stato direttore del Servizio antincendio della Protezione Civile. La designazione è avvenuta in condivisione con la proposta di nomina formulata dall’amministratore unico di Forestas Giuseppe Pulina. Con l’intesa con l’assessore della Programmazione Raffaele Paci, la Giunta ha poi ha stabilito di procedere alla stipulazione del contratto integrativo riferito al periodo 2016/2018 per il personale che presta la propria attività presso l’Ufficio stampa della Regione.

Su proposta dell’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano, via libera all’intesa con la Capitaneria di Porto di Oristano sull’aggiornamento, per il periodo 2018-2021, del Piano di raccolta e di gestione dei rifiuti e dei residui del carico prodotti dalle navi che fanno scalo nel porto turistico di Torregrande.

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Anche nel Sulcis si attua il programma Sardegna in 100 chiese. Con 2 milioni e 100mila euro per 12 chiese, lo stanziamento complessivo, ma non definitivo del programma, in quanto ancora in corso, arriva a 7 milioni e 380mila euro (metà fondi europei Fesr e metà della Conferenza episcopale sarda attraverso i soldi dell’8permille). In totale sono finora coinvolte 39 chiese in tutta la Sardegna: oltre all’ultima approvazione della Giunta per il Sulcis su proposta dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci, gli interventi già operativi riguardano anche 6 chiese in Ogliastra, 8 in Gallura, 1 nel Marghine, 9 in Anglona e Bassa Valle del Coghinas, 3 Monte Acuto Riviera di Gallura. Obiettivo finale è restituire a nuova vita un centinaio di chiese, per farne testimoni di storia e attrattori architettonici anche in chiave turistica, per visitatori interessati in particolare al filone religioso.
«L’accordo sottoscritto dalla Regione, dalla Conferenza episcopale sarda e dall’Anci è un esempio virtuoso di cooperazione interistituzionale che raggiunge l’obiettivo di valorizzare in modo più efficace i territori attraverso un pieno coinvolgimento di attori locali pubblici e privati – spiega l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu -. Percorsi che valorizzano il rapporto tra aspetti religiosi e turistici e risposte logistiche alle esigenze degli uomini di fede, recupero di importanti testimonianze architettoniche e culturali: sono risultati concreti di un accordo che si sviluppa anche su altri importanti versanti come quello della coesione sociale, della formazione e delle politiche giovanili.»
«Cultura, tradizione, storia della nostra terra, di cui anche le chiese secolari sono una testimonianza: con questi interventi valorizziamo le chiese della Sardegna che sono una parte importante del nostro enorme patrimonio culturale, per rendere questi luoghi di nuovo vivi, restituendoli alle comunità e a chi vorrà visitarli», dice l’assessore Raffaele Paci. Gli interventi sulle Chiese rientrano, con fondi dedicati, negli accordi di programmazione territoriale e ne seguono esattamente lo stesso metodo. Le comunità locali sono protagoniste assolute, come voluto fortemente dalla Regione: individuano una serie di chiese di grande interesse da valorizzare proprio come attrattori del territorio e, una volta approvato l’intervento e definito lo stanziamento, la Ces raddoppia il finanziamento regionale assicurando la stessa cifra messa a disposizione dall’amministrazione pubblica. «Abbiamo così un duplice risultato: luoghi storici e di culto che rinascono e nuovi cantieri di lavoro», conclude il vicepresidente della Regione.
Gli interventi riguardano Iglesias: Cattedrale Santa Chiara di Assisi (300mila euro), Chiesa della purissima (400mila), Chiesa di Sant’Antonio Abate (75mila), Chiesa di San Giuseppe (250mila), Chiesa di San Domenico (200mila), Iglesias Nebida Chiesa di Santa Barbara (200mila), Buggerru Chiesa San Giovanni Battista (100mila), Villaperuccio Chiesa di Santa Lucia (200mila), San Giovanni Suergiu (Chiesa Santa Maria di Palmas, 75mila), Giba Villarios (chiesa di Santa Marta 50mila), Masainas (Chiesa di San Giovanni Battista 150mila), Domusnovas (chiesa di Santa Barbara, 100mila).
1,4 milioni in Ogliastra per 6 chiese (Sant’Elena a Lotzorai, Sant’Andrea a Tortolì, San Giovanni Battista ad Arzana, San Leonardo a Barisardo, Santa Susanna a Osini, Sant’Erasmo a Jerzu); 1,5 milioni in Gallura per 8 chiese (San Simplicio e Sant’Andrea a Luogosanto, San Pietro di Silonis a Luras, San Giovanni Battista e SS. Trinità a Tempio Pausania, Sant’Antonio da Padova a Trinità d’Agultu e Vignola, San Pancrazio ad Aglientu, San Gavino di Petra Baina a Viddalba); 150mila euro nel Marghine per la chiesa di San Pantaleo a Macomer; 1 milione e 730mila euro in Anglona e Bassa Valle del Coghinas per 9 chiese (Santa Maria in Contra a Cargeghe, SS. Trinità di Saccargia a Codrongianos, San Leonardo del Cuga a Ittiri, Sant’Antonio Abate a Nulvi, Spirito Santo a Perfugas, San Michele di Salvennor a Ploaghe, Santa Anastasia a Tissi, Santa Croce a Usini e Sant’Antonio Abate Ossi a Florinas); 500mila euro per 3 chiese di Monte Acuto con l’Unione di Comuni Riviera di Gallura (Santo Stefano e Beata Vergine Immacolata a Oschiri, Chiesa del Rosario a Berchidda).
Gli accordi vengono firmati all’interno dei progetti di programmazione territoriale. Poiché per il Sulcis non c’è programmazione territoriale (essendo già in atto il piano Sulcis), è stata predisposta una delibera apposita, che prevede però l’identico percorso delle altre: forte concertazione e messa a punto degli interventi per la valorizzazione del patrimonio culturale – religioso del Sulcis Iglesiente. Non c’è una somma predefinita: di volta in volta la Ces propone e la Regione valuta il cofinanziamento. Il protocollo d’intesa tra la Regione Autonoma della Sardegna e la Conferenza Episcopale Sarda è stato sottoscritto il 22 settembre 2016, e prevede l’attivazione di reciproche forme di collaborazione nei settori dei beni culturali, dell’istruzione, della formazione, della promozione sociale e della sanità. Il 27 giugno 2017 la Regione, la Ces e l’Anci regionale hanno poi sottoscritto uno specifico “Protocollo di intesa per l’attuazione degli interventi di recupero e restauro degli edifici di culto aventi valore storico culturale proposti dalla Ces nel quadro del programma Sardegna in 100 chiese”, che disciplina appunto gli aspetti più tecnici relativi alla fase di realizzazione degli interventi e di rendicontazione delle risorse tra le diocesi e le Unioni di Comuni.
L’obiettivo finale è quello di procedere alla riqualificazione di circa 100 chiese di tutta l’Isola inserite all’interno di percorsi di valorizzazione e fruizione culturale, turistica e religiosa con il coinvolgimento e l’attiva partecipazione di Comuni e Unioni di Comuni su base territoriale. Un progetto ambizioso che coinvolge tutta la Sardegna e ha mobilitato territori, Diocesi e associazionismo culturale. Con i prossimi accordi da chiudere in autunno si stima di poter intervenire con altri 6 milioni circa su una ventina di chiese, dalla Rete metropolitana del nord Sardegna alla Marmilla, da Meilogu-Villanova a Montiferru Planargia, Sinis ed Oristano.

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«La polemica sollevata in questi giorni non ha ragione di esistere e ha lo squallido sapore della strumentalizzazione politica a spese della suinicoltura sarda».

A sostenerlo è Cristiano Erriu, assessore regionale dell’Urbanistica e degli Enti locali, in un post pubblicato nella sua pagina Facebook.

«Relativamente alla LR 28/2018 sul comparto suinicolo sardo è stata sollevata una polemica che alla luce dei dati della realtà sarda non ha ragione d’essere e si basa su presupposti non veritieri – spiega Cristiano Erriu -. In Sardegna esistono al 31/07/2018 (fonte Anagrafe Nazionale Zootecnica) n. 15.788 allevamenti di suini. Di questi n. 15.025 sono definiti a ciclo chiuso, cioè con animali da riproduzione, e n. 314 sono definiti con orientamento produttivo di tipo familiare. Soltanto a questi ultimi fa riferimento il comma 2 dell’articolo 4 della LR 28/2018 mentre non sono interessati da tale comma tutti i 15.025 allevamenti sardi registrati, piccoli o grandi che siano, come a ciclo chiuso o completo che possono cioè produrre e vendere maialetti come ritengono più opportuno.»

«Il comma 2 riguarda solo chi vuole per propria scelta allevare maiali da ingrasso senza riproduttori secondo la tradizione “de su mannale” – aggiunge Cristiano Erriu -. Chi vuole invece passare da allevatore ”familiare” ad allevatore produttore anche di maialetti con qualsiasi dimensione dell’allevamento deve solo registrarsi come tale, così come hanno fatto oltre 6.000 allevamenti dal 2010 ad oggi con l’entrata in vigore Del DLgs 200/2010 sulla identificazione e registrazione dei suini.
La legge regionale 28 quindi non cambia nulla per chi oggi voglia allevare maiali e produrre maialetti – conclude Cristiano Erriu – purché siano regolarmente registrati come lo sono ben 15.025 allevamenti sardi di qualsiasi dimensione.»

 

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Assessorato Enti Locali

La Regione, con l’approvazione del disegno di legge ‘Gestione e valorizzazione del patrimonio regionale’, si dota di nuovi e più agili strumenti per ottimizzare l’amministrazione dei numerosi beni immobili di sua proprietà, in modo tale da avere maggiori benefici e ricadute in termini economici, culturali e sociali. Il Testo Unico semplifica le procedure: in tal modo i possibili fruitori potranno calibrare i propri investimenti e piani economici previsti per le varie tipologie di beni e destinazioni.

«Il disegno di legge – spiega l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu – si propone di assicurare la gestione del patrimonio immobiliare secondo i principi di efficacia, trasparenza, economicità, produttività, redditività e razionalizzazione delle risorse disponibili; promuove il recupero e la riconversione del patrimonio in un’ottica di rilancio economico e dell’imprenditoria, specie quella giovanile, di inclusione sociale e di sostegno alle Autonomie locali, alle organizzazioni no profit e del terzo settore; infine, valorizza le misure a sostegno della creazione di cooperative di comunità e di servizi di prossimità negli enti locali. Il recupero produttivo e la creazione di nuove opportunità di lavoro, specialmente per le nuove generazioni, è garantito mediante il ricorso a forme particolari di affidamento e gestione dei fabbricati e delle aree agricole, con metodologie di riuso finalizzate a conservare i valori fondativi di paesaggio.»

Sulla base dei dati riportati nello stato patrimoniale al 31 dicembre 2017, la Regione risulta proprietaria di 12.682 cespiti del valore complessivo di un miliardo 135 milioni 680mila 162 euro, come di seguito meglio ripartiti:

Fabbricati
Numero beni: 3.831
Valore in euro: 872.153.540

Terreni
Numero beni: 8.851
Valore in euro: 263.526.622

Le tipologie dei beni sono le più variegate: abitazioni, uffici, terreni agricoli, aree urbane edificabili, aree verdi, foreste, fortini, chiese, scuole, depositi, magazzini, impianti sportivi, strutture alberghiere, capannoni industriali. Nel patrimonio figurano strutture che rappresentano testimonianze del passato, più o meno recente, e costituiscono beni di interesse culturale, ambientale e paesaggistico quali, a titolo esemplificativo, le ex fortezze militari di La Maddalena, l’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari, l’ex Carcere di Castiadas, la Colonia penale di Tramariglio, Villa Pozzo a Sassari, le isole dell’Asinara e di Caprera.

La dislocazione diffusa e capillare degli immobili sul territorio regionale costituisce un valore aggiunto poiché la relativa riqualificazione e messa a reddito può costituire un volano per l’economia isolana ed una opportunità di rilancio, specialmente per i territori dell’interno.

La legge principale in materia di patrimonio regionale è la n. 35/1995, ormai obsoleta, che si occupa esclusivamente delle alienazioni e delle cessioni in favore degli enti locali. Il DDL racchiude tutti gli strumenti di gestione e valorizzazione del patrimonio, regolamentando le modalità e le procedure connesse a:

– assegnazione per usi istituzionali agli enti del sistema Regione;
– trasferimenti;
– cessione in favore di altre Amministrazioni pubbliche;
– alienazioni;
– conferimento in fondi immobiliari;
– sdemanializzazioni finalizzate all’acquisto;
– concessioni e locazioni a canone ordinario, agevolato e di valorizzazione;
– permuta;
– concessioni a titolo gratuito, usufrutto e comodato per finalità di pubblico interesse;
– valorizzazione e salvaguardia dei beni ferroviari dismessi, della rete regionale della mobilità verde e dell’archeologia industriale.

Il disegno di legge, inoltre, introduce una serie di atti pianificatori per la più efficace gestione e valorizzazione dei beni, tra cui: Piano di razionalizzazione; Piano delle alienazioni e delle valorizzazioni; Programmi unitari di valorizzazione territoriale.

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Dopo l’approvazione della nuova legge urbanistica, il presidente della commissione Antonio Solinas (Pd), l’assessore Cristiano Erriu ed il presidente della Regione Francesco Pigliaru ne hanno spiegato in dettaglio i principali contenuti in una conferenza stampa, sottolineandone la portata fortemente innovativa.

Antonio Solinas ha parlato di una legge «mai così condivisa sia con le comunità locali che con gli amministratori comunali», respingendo le accuse di mancanza di confronto, «formulate soprattutto da chi non ha partecipato ai numerosi incontri che si sono svolti nel territori». «C’è stato invece – ha sostenutoun grande ascolto della società sarda e di tutti i portatori di interesse, che ha prodotto fra l’altro una legge più snella (da 114 articoli a 90) in grado di produrre grandi risultati positivi a cominciare dai tempi di approvazione dei Puc (piani urbanistici comunali) che potranno essere completati in 3 anni rispetto agli 8-10 necessari secondo la normativa vigente».

Sugli interventi riguardanti le strutture ricettive nella fascia dei 300 metri, uno punti più contestati della legge, Antonio Solinas ha spiegato che «saranno consentiti solo per i servizi e nella misura del 25% per chi non ha mai usufruito del cosiddetto Piano casa e a copertura della differenza fra quanto già realizzato ed il limite fissato dalla legge per chi ha già effettuato un precedente ampliamento». «Inoltre – ha aggiunto – per le strutture al di sotto dei 100 posti letti sarà possibile anche aumentare il numero delle stanze, restando sempre all’interno dell’incremento volumetrico previsto».

«Per quanto riguarda le costruzioni nell’agro – ha spiegato il presidente della commissione Urbanistica – la nuova legge ha modificato le dimensioni dei lotti, da 2 a 15 ettari a seconda delle colture, stabilendo un legame forte fra la residenza e l’esercizio dell’attività agricola, anche se non a titolo principale.»

«In definitiva – ha concluso Antonio Solinas – riteniamo di aver raggiunto un buon risultato, partendo da posizioni diverse ma con l’obiettivo comune di fare una buona legge per la Sardegna.»

L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, dopo aver ricordato che la precedente legge risale al 1989 «quando ancora non si parlava di temi oggi molto attuali come ambiente, paesaggio, riduzione del consumo di suolo, sviluppo sostenibile, rischio idrogeologico e politiche di governo del territorio», ha sostenuto che si tratta di «una legge moderna che assegna un ruolo centrale ai Comuni, che potranno contare su nuovi strumenti: approvazione dei Puc nel quadro di un procedimento amministrativo unico cui parteciperanno tutti gli uffici pubblici chiamati a pronunciarsi in base ai diversi livelli di competenza, condivisione di figure professionali specialistiche a disposizione delle piccole realtà, pianificazione di area vasta per gli ambiti sovra comunali e la Città metropolitana».

Altro elemento qualificante, a giudizio di Erriu, «sarà quello della cosiddetta urbanistica negoziata dalla quale scaturirà meno consumo del suolo e meno rendita fondiaria improduttiva, con più opportunità di adattare la pianificazione urbanistica alle dinamiche del mercato».

«Nel settore turistico – ha proseguito l’assessore – riteniamo di aver raggiunto un equilibrio nuovo e positivo, rivedendo alcune posizioni della Giunta, lavorando con molto impegno senza mai sottrarci ad un confronto senza rete su questioni concrete, con le quali si sarebbero dovute misurare qualunque maggioranza in qualunque territorio.» «Noi però – ha precisato – abbiamo scelto di pensare alla Sardegna, soprattutto con la volontà di semplificare una materia oggettivamente complessa».

L’assessore Cristiano Erriu, infine, si è soffermato sugli allegati della legge, «che saranno fondamentali per il lavoro quotidiano degli uffici tecnici dei Comuni e contengono indicazioni di grande importanza sugli ambiti urbanizzati, le zone di potenziale trasformazione e quelle di interesse turistico».

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, rispondendo ad alcune domande, ha da un lato respinto le critiche rivolte alla legge definendole «ingenerose nei toni e nei contenuti perché possiamo sostenere che i numeri sono sbagliati, e dobbiamo però dimostrarlo, ma se i numeri dicono che gli interventi possibili nei 300 metri riguardano lo 0.01% del costruito il discorso cambia: comunque sono convinto che dalle critiche possano nascere cose buone». «Con la nuova legge urbanistica – ha concluso – abbiamo voluto puntare ad uno sviluppo sostenibile fondato sulla qualità coinvolgendo un maggior numero di aree della Sardegna rispetto agli insediamenti storici e in questa ottica va inquadrato l’art.43 che poi abbiamo deciso di cancellare perché ci siamo resi conto che poteva rappresentare un disincentivo, sia pure involontario, alla predisposizione dei piani urbanistici comunali, che invece sono uno dei pilastri della legge».

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La Commissione “Governo del Territorio” ha approvato in tarda serata la nuova legge urbanistica.

Domani, mercoledì 8 agosto, alle ore 9.00, nella sala stampa del Consiglio regionale, il presidente della Commissione Antonio Solinas e l’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, presenteranno ai giornalisti il testo finale della legge .

A seguire, sullo stesso argomento, si terrà una conferenza stampa del gruppo di Forza Italia e dei consiglieri di minoranza componenti della Quarta Commissione.

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Sono 5 i Sì di Confartigianato Edilizia Sardegna per sollecitare l’approvazione della Legge Urbanistica.

Sì per dare certezze amministrative e normative a cittadini e imprese, SI per eliminare, ora e in futuro, ogni dubbio interpretativo, SI per affrontare le nuove necessità del mercato, SI per tagliare i tempi di approvazione dei progetti e burocrazia, SI per migliorare e riqualificare, con più facilità, il patrimonio esistente riducendo il consumo del suolo.

«I nostri Sì per la nuova Legge Urbanistica sono forti, concreti, motivati – afferma Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna e li diciamo con convinzione per scongiurare altri anni di incertezze, di impossibilità di lavorare con serenità e per non perdere l’occasione storica, forse unica e ultima, di mettere insieme, seppur nelle rispettive diversità, particolarità e necessità, maggioranza e opposizione, imprese e ambientalisti, cittadini e amministrazioni. Questi SI sono anche un impegno verso le imprese che continuano a soffrire e combattere la crisi verso i lavoratori che, ogni giorno nelle proprie aziende, lottano per il proprio posto di lavoro, e verso i territori che credono in un futuro migliore e in uno sviluppo che non sia fatto solo di promesse e parole

«Vogliamo essere più concreti e ribadire che siamo favorevoli alla proposta dell’Assessore Regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu – aggiunge il presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – che stabilisce regole chiare per un ordinato sviluppo urbanistico. Gli ampliamenti delle strutture ricettive, che necessitano di nuovi e più adeguati servizi da offrire alla clientela – precisa Giacomo Meloni – non comportano, come non lo è stato finora, un automatico deturpamento dell’ambiente o la sua cementificazione. Certamente è necessario rispondere concretamente alle necessità di un turismo chiamato a proporre strutture con standard adeguati alle aspettative di un target medio alto, sempre più esigente. Accogliamo con favore l’approvazione in Commissione Urbanistica dell’articolo che prevede gli incrementi volumetrici nella fascia dei 300 metri dal mare perché prevede delle regole equilibrate e finalizzate alla qualità urbanistica. Siamo inoltre favorevoli all’articolo 43 della Legge che riteniamo non debba essere stralciato

Confartigianato Edilizia Sardegna ricorda i numeri del comparto e della crisi dell’edilizia che continua ininterrottamente dal 2008.

Attualmente nell’Isola sono 22.378 le imprese attive delle costruzioni, di cui il 58,1% sono artigiane (13.011 realtà), che impiegano oltre 40mila addetti. Tra il 2008 e il 2017, il comparto ha perso il 34,4% della sua forza, con oltre 22mila imprese che hanno cessato definitivamente l’attività, lasciando per strada più di 45mila addetti.

Crollo verticale anche del valore aggiunto: tra il 2007 e il 2016 è calato del 27,7%, corrispondente a un mancato giro d’affari di 652 milioni di euro. Infatti, se nel 2007 era di 2 miliardi e 351milioni nel 2015 è passato a 1 miliardo e 657 milioni. Netta ripresa, invece, nel 2016 con +42 milioni di euro di crescita (+2,5%) rispetto all’anno precedente attestandosi a 1 miliardo e 699milioni di euro. Nel 2017 l’incidenza sul valore aggiunto delle Costruzioni sull’economia regionale della Sardegna è stata del 5,6%.

Secondo recenti calcoli, nell’Isola la riforma andrebbe a interessare circa 120mila persone, tra diretto, indotto e famiglie.

L’indotto coinvolgerebbe le imprese produttrici di materie prime e semilavorati (sabbie, cementi, malte ma anche marmi e graniti), quelle dell’autotrasporto merci, della lavorazione del ferro, degli infissi, dell’impiantistica e dei mobili, non dimenticando professionalità quali ingegneri, architetti, geometri e periti edili. Le famiglie interessate, invece, sarebbero quelle degli imprenditori e dei lavoratori.

«Crediamo non siano da sottovalutare anche gli investimenti che, con la nuova Legge, potrebbero arrivare da oltre Tirreno – riprende il presidente di Confartigianato Edilizia – piccole o grosse società che investirebbero, oltre che nella ristrutturazione o nella costruzione, anche in servizi e infrastrutture come, per esempio, strade e porti o attività legate alla salvaguardia del paesaggio, del rimboschimento, della tutela della flora e della fauna

Da Giacomo Meloni anche un passaggio sulle prossime elezioni. «Presto ci saranno le elezioni Regionali e sarà necessario far sapere a chi si candiderà, e ci rappresenterà, che occorrono norme urbanistiche che ci consentano di svolgere e far crescere la nostra economia, la nostra società e il nostro territorio, i quali sono “naturalmente” e fortemente orientati verso il turismo moderno e sostenibile, in sintonia con quanto il mercato ci chiede. Anche su questo ci sarà il nostro forte impegno di sensibilizzazione.»

Infine l’appello: «Per approvare la legge, che le nostre imprese attendono da 30 lunghi anni, il Consiglio ha solamente 200 giorni. Quindi, siamo alla vigilia di scelte che, a distanza di parecchi decenni, rappresenteranno un’importante sfida per il futuro dell’Isola, e che, in ogni caso, metteranno il comparto delle costruzioni della Sardegna al centro di un generale processo di revisione del sistema costruttivo. Ai Consiglieri diciamo: fate presto e scongiuriamo, insieme, la prosecuzione della paralisi dell’edilizia sarda.»