30 April, 2024
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I consiglieri del gruppo Pd in Consiglio regionale Franco Sabatini, Daniela Forma e Rossella Pinna, ha presentato una proposta di modifiche alla legge elettorale con l’introduzione della doppia preferenza e di tre soglie di sbarramento.

I sette articoli di cui si compone il testo introducono la parità della rappresentanza di genere nelle liste e si chiarisce che, qualora il numero dei componenti la lista sia dispari un genere non può essere rappresentato in numero maggiore di una unità (esempio: una lista di cinque candidati potrà essere formata da tre di genere maschile o femminile e di genere femminile o maschile).

L’elettore potrà esprimere una o due preferenze e se opta per la seconda ipotesi deve votare un candidato di genere maschile e uno di genere femminile. Qualora dovesse esprimere due preferenze per candidati dello stesso genere, vale il voto alla lista e la preferenza al primo candidato mentre si deve considerare nulla la seconda preferenza.

Si introduce inoltre la soglia di sbarramento al 3% per le liste all’interno delle coalizioni, queste ultime che per partecipare all’attribuzione dei seggi devono superare la soglia del 10%: Resta fermo lo sbarramento al 5% per le liste non coalizzate ma la novità riguarda la possibilità di accedere alla ripartizione dei seggi per quelle liste che ottengono il 5% dei voti anche se all’interno di una coalizione che non supera il 10%.

Alla luce del recente pronunciamento del Consiglio di Stato nella proposta di legge si precisa che sono considerati resti i voti delle liste che non hanno conseguito seggi a quoziente pieno.

«Ci proponiamo – hanno dichiarato i primi firmatari Sabatini e Forma – di garantire la rappresentanza paritaria delle donne nella competizione elettorale e favorirne la rappresentanza nel Consiglio regionale con l’introduzione della doppia preferenza che ha registrato positivi risultati negli Enti locali; vogliamo inoltre scongiurare i dubbi interpretativi alla legge elettorale regionale, che sono tali da provocare ricorsi e pronunciamenti dei giudici, a distanza di due anni dalle ultime elezioni.»

Franco Sabatini 2 copia