19 April, 2024
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La Procura di Cagliari ha chiesto tre rinvii a giudizio per il tragico infortunio sul lavoro costato la vita, a Iglesias, al 45enne Claudio Milia. La richiesta riguarda il committente, il datore di lavoro e l’addetto di un’altra ditta: l’operaio era caduto dal tetto di un capannone a Iglesias da oltre 4 metri.
L’ennesima morte bianca frutto di gravi e fatali violazioni delle più elementari norme di sicurezza e a tutti i livelli. A chiusura delle celeri indagini preliminari il Pubblico Ministero della Procura di Cagliari, dott. Enrico Lussu, titolare del procedimento penale per l’infortunio sul lavoro costato la vita a Claudio Milia, ha chiesto il rinvio a giudizio per il committente dell’intervento finito in tragedia, per il datore di lavoro della vittima e per un addetto dell’altra ditta che operava nel cantiere. Riscontrando la richiesta, il Gip del Tribunale, dott. Giuseppe Pintori, ha fissato per il 29 ottobre 2021, alle 9.45, l’udienza preliminare di un processo dal quale i familiari dell’appena quarantacinquenne operaio di Iglesias, e Studio3A che li assiste, si aspettano delle risposte.
L’incidente è accaduto alle 8.15 del mattino del 13 novembre 2020, nella zona industriale Sa Stoia di Iglesias. Claudio Milia, carpentiere, che lavorava per conto della CQ NOL Srl, impresa del posto che effettua pulizie industriali, noleggio di mezzi industriali e di cantiere, produzione, installazione e manutenzione di lavori di carpenteria metallica e manutenzione di impianti in genere, era salito sul capannone della ditta LO.CI Traporti Srl per verificarne la copertura in vista di alcuni lavori di ristrutturazione della campata sinistra dell’edificio che erano stati appunto affidati all’impresa di
cui era dipendente. All’improvviso, però, il tetto ha ceduto sotto il suo peso e il lavoratore è precipitato giù da un’altezza di 4,20 metri; una caduta che, purtroppo, gli ha causato politraumi troppo gravi e che gli è stata fatale, inutili i soccorsi dei sanitari del 118: sul posto sono intervenuti per i rilievi anche i carabinieri di Iglesias e i tecnici dello Spresal, il Servizio di Prevenzione e Sicurezza del Lavoro dell’Assl di Cagliari.

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Tragedia ieri pomeriggio nelle acque antistanti la spiaggia di Cala Domestica, dove ha perso la vita Antonio Tiddia, un giovane sub di 20 anni residente a Iglesias. Il giovane si era immerso in compagnia di un amico per una battuta di pesca in apnea quando, a causa di un malore, non è più risalito. L’amico, si è subito accorto del problema e ha dato l’allarme alla sala operativa della Guardia Costiera di Portoscuso che ha inviato immediatamente sul posto una propria motovedetta S.A.R. ed il personale del nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Cagliari, assumendone il coordinamento. E’ stato anche disposto l’intervento di alcuni diportisti che si trovavano in zona e che hanno prestato la loro collaborazione nelle ricerche.

Alle ore 17.30, il corpo del giovane è stato individuato grazie anche alle indicazioni fornite dall’amico ed è stato recuperato da parte dei sommozzatori dei vigili del fuoco di Cagliari, a circa 25 metri di profondità. Il medico legale, intervenuto nel porto di Buggerru al momento del trasbordo, non ha potuto fare altro che confermarne il decesso, avvenuto per asfissia da annegamento, senza riscontrare alcun trauma o segni riconducibili a cause diverse da quelle naturali.

E’ stato quindi informato dell’accaduto il magistrato di turno, il dott. Enrico Lussu, il quale ha messo la salma a disposizione dei familiari, che ancora non si capacitano di quanto successo.

Sul posto anche i carabinieri della stazione di Fluminimaggiore e Buggerru, che hanno collaborato con il personale della Guardia Costiera durante tutto l’evento e nello svolgimento delle indagini di rito.

Cala Domestica.

Cala Domestica.