23 April, 2024
HomePosts Tagged "Fabio Tore"

[bing_translator]

Il coordinamento del Piano Sulcis, d’intesa con l’assessorato regionale della Programmazione, ha organizzato un incontro nella sala convegni della Sotacarbo che si terrà venerdì 30 giugno, dalle 9.30 alle 13.30, che vedrà coinvolti i principali soggetti di ricerca che hanno ricevuto, nel corso degli ultimi anni, un importante impulso alla crescita delle attività, grazie alle risorse rese disponibili attraverso il Piano Sulcis.

Il Piano Sulcis veicola, su base pluriennale, oltre 43 milioni di euro verso la ricerca e 5 milioni di euro per lo sviluppo delle competenze. A questi si aggiungono altri rilevanti stanziamenti per investimenti in ricerca, localizzati nel Sulcis, per esempio per il progetto ARIA, non compresi nel Piano ma estremamente affini a questo per contenuti ed obiettivi.

L’obiettivo della riunione è fare il punto sulle attività in corso, confrontare le esperienze, realizzare sinergie, prospettare sviluppi e possibili spin off. E’ opportuno valutare l’opportunità della costituzione di una consulta della ricerca Sulcis: un organismo snello ed operativo che possa prevedere una piattaforma condivisa di scambio di esperienze ed informazioni con un programma di due incontri plenari all0anno.

L’incontro verrà coordinato da Francesco Mola, pro-rettore dell’Università di Cagliari e prevede il saluto del sindaco di Carbonia, Paola Massidda; l’intervento del Magnifico rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo; un’introduzione del coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi; gli interventi di Fabio Tore del Centro regionale di Programmazione – coordinatore delle politiche per la ricerca, del presidente della Sotacarbo Alessandro Lanza e del presidente della Carbosulcis Antonio Martini.

Sono stati invitati i soggetti vincitori o partecipanti al bando per la ricerca di base gestito dal CRP, l’Ausi, Sardegna Ricerche, il CRS4, l’Enea, Igea Spa e le aziende del territorio.

Sono previsti, inoltre, partecipazione e interventi delle istituzioni locali, delle organizzazioni sociali e delle direzioni scolastiche del territorio.

Chiuderà i lavori Raffaele Paci, assessore della Programmazione e vicepresidente della Giunta regionale.

Al termine, verrà effettuata una visita del Centro Sotacarbo.

[bing_translator]

Hakka-Tulou-Fujian-square shibam_square Agadez minar-square

Domani, martedì 11 ottobre, dalle 10.45 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 17.30, l’aula magna del dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura (Dicaar) – via Corte d’Appello, Cagliari – ospita la giornata di studio su “Analisi e progettazione statica e sismica delle costruzioni in terra cruda”.

Nel mondo vivono in costruzioni in terra cruda oltre 1,5 miliardi di persone. Gran parte di esse è in zone sismiche (Arabia Meridionale, Persia, Himalaya, Ande). Vari centri abitati in terra cruda situati in zona sismica sono stati colpiti da terremoti che hanno causato decine di migliaia di morti (Bam, in Iran, distrutta nel 2003, 30mila morti). Ma in alcune zone sismiche edifici plurisecolari hanno invece resistito a vari sismi (la “Manhattan del deserto”, dieci piani a Shibam in Yemen; le case Hakka, Fujian in Cina). «Si deve indagare – spiega Luigi Fenu, curatore dei lavori – sulle costruzioni in terra cruda con le metodologie dell’ingegneria sismica partendo dalle conoscenze sui comportamenti dinamico del materiale e sismico degli edifici». Ma non solo. «La normativa italiana prevede che il territorio nazionale sia da considerarsi sismico, Sardegna inclusa, con edifici da sottoporre in fase di progetto alle verifiche di resistenza al sisma» precisa il docente al Dicaar. I passaggi da completare non mancano. «Le norme di paesi quali Germania e Nuova Zelanda comprendono le costruzioni in terra cruda ma in Italia non la si include fra i materiali da costruzione, tagliando le gambe, specie nell’isola, allo sviluppo di queste costruzioni». Questi edifici resistono a terremoti di media entità se progettati e realizzati a regola d’arte con, se necessario a seconda dell’azione sismica, adeguati rinforzi rispettosi della eco-sostenibilità di queste costruzioni. La scarsa resistenza del materiale si supera con un adeguato dimensionamento dei muri, mentre rispetto ad altre murature, la tenacità e l’elevata duttilità della terra rinforzata con paglia e/o altre fibre vegetali (vero e proprio materiale composito, il primo concepito dall’uomo) rende gli edifici in muratura più deformabili, ovvero più resistenti al sisma.

Gli studiosi insistono sull’aggiornamento del quadro normativo delle costruzioni in terra cruda. «Avremmo opportunità di sviluppo e occupazione nell’edilizia e non solo, da un settore delle costruzioni intrinsecamente “bio” e massimamente ecosostenibile, le cui case offrono altissimi livelli di confort. Va fornito – rilancia il professor Fenu – l’apporto necessario di ricerca scientifica, specie sul comportamento sismico, come richiesto dalla peculiarità del territorio e dalle norme». Con un progetto finanziato dalla Regione Sardegna il Dicaar di Cagliari ha coordinato un team che ha coinvolto le Università Federico II di Napoli e la Sipsi di Lugano. Gli studi degli specialisti cagliaritani si sono svolti con la collaborazione dei colleghi del dipartimento di Ingegneria meccanica e chimica dei materiali. È stato studiato il comportamento a frattura e la tenacità della terra cruda in condizione statica e dinamica: in questa fase si è affiancato il laboratorio DynaMat della Supsi di Lugano, in grado di testare il materiale a velocità di deformazione anche al di là di quelle sismiche. L’unità locale ha indagato su come modellare numericamente il comportamento sismico degli edifici in terra cruda facendo i confronti con i risultati di prove sperimentali eseguite su piastra vibrante su modelli fisici di edifici rinforzati e no. L’effetto dei vari tipi di rinforzo anti-sismico degli edifici in terra cruda (da realizzarsi anch’essi in modo ecosostenibile, per esempio con catene, reti di canapa ecc., in accordo con i principi della bio-edilizia, da anni oggetto di studio al Dicaar) è stato indagato dagli studiosi cagliaritani con quelli della Federico II. Di pregio, peraltro, il coordinamento nel modellare numericamente il comportamento sismico di alcuni edifici in terra cruda realizzati secondo la tradizione della Sardegna meridionale, portando avanti una campagna di prove su pannelli murari sollecitati e rinforzati, e sulla parete di un edificio intestata sui muri di controvento e sollecitata da carichi ciclici. In breve, un bel gol anche sul piano di relazioni scientifiche nazionali e internazionali di pregio, con esperienze nella sperimentazione sismica delle strutture e nelle prove dinamiche sui materiali.

Ai lavori partecipano Antonello Sanna, Maddalena Achenza e Luigi Fenu, (Dicaar), Fabio Tore (Centro programmazione regionale), Andrea Prota, Fulvio Parisi e Domenico Asprone, (Università Napoli), Ezio Cadoni, (Supsi- Lugano), Daniela Ducato (imprenditrice).