24 April, 2024
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La commissione Sanità presieduta da Raimondo Perra (Cps-Psi) ha proseguito la verifica sullo stato di attuazione della riforma, con una seduta dedicata al confronto fra la stessa commissione ed i direttori generali dell’Ats Fulvio Moirano e dell’Azienda Brotzu di Cagliari Graziella Pintus.

Molti i temi al centro delle domande rivolte ai due tecnici dai commissari: oncologia, Aias, Mater Olbia ed attività intramoenia (Luca Pizzuto, Art. 1 – Mdp), organizzazione amministrativa e gestione delle forniture (Fabrizio Anedda, Misto-Sinistra Sarda), ricambio generazionale, potenziamento della formazione e liste di attesa (Mariano Contu, Forza Italia), creazione dei dipartimenti, accorpamenti, oncologia e stabilizzazioni dei precari (Luigi Ruggeri, Pd), funzionamento ed orari al pubblico del sistema di prenotazioni presso i Cup e i poli-ambulatori (Rossella Pinna, Pd), tempistica dell’entrata in vigore della nuova governance e Mater Olbia (Giorgio Oppi, Udc), requisiti per la stipula dei contratti con le strutture private accreditate (Lorenzo Cozzolino, Pd), linee-guida per la formalizzazione della rete ospedaliera e blocco parziale del turn-over del personale (Augusto Cerchi, Pds), strutture per il trattamento urgente della patologie dell’apparato digerente (Emilio Usula, Misto-Rossomori), prosecuzione volontaria del rapporto professionale della prof.ssa Maria Giovanna Marrosu, ora in pensione, con il centro per la lotta alla sclerosi multipla (Domenico Gallus, Psd’Az-La Base).

Nel suo intervento Graziella Pintus dell’Azienda Brotzu di Cagliari si è soffermata in particolare sul lavoro svolto nel settore oncologico che, ha premesso, «va considerato come una rete cui collaborano specialisti di diverse discipline che possono lavorare assieme valorizzando al meglio conoscenze ed esperienze proprio perché, a monte, sono stati definiti nuovi protocolli terapeutici e messe a punto infrastrutture tecnologiche di grande efficienza». Graziella Pintus si è detta poi ottimista sulla imminente pubblicazione del Piano nazionale esiti (il report generale sull’andamento di tutte le strutture sanitarie nazionali previsto per la fine della settimana) ed ha annunciato a breve la pubblicazione di numerosi bandi per l’individuazione di figure apicali in settori strategici che metteranno fine a lunghi periodi di interim e rafforzeranno la solidità organizzativa dell’Azienda.

Il direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano, dopo aver ricordato che la riforma della Sardegna si inserisce in un quadro nazionale in cui la sanità (seconda voce del bilancio dello Stato dopo le pensioni) ha pagato un prezzo molto elevato per il risanamento dei conti pubblici ha affermato che, in questa fase, «il passaggio più importante riguarderà le nuove linee-guida per la nuova rete ospedaliera, che dovranno essere emanate dalla Giunta dopo le modifiche dell’atto aziendale introdotte dal Consiglio regionale». «Dall’assetto della nuova rete – ha specificato Moirano – dipenderanno anche le scelte che la stessa Giunta dovrà fare in materia di stabilizzazioni dei precari perché, con il provvedimento del giugno scorso, il turn-over del personale è stato sbloccato ma in modo parziale nel senso che, a fronte di 100 uscite, possono esserci non più di 66 nuovi ingressi.»

Sul sistema delle prenotazioni il dg dell’Ats ha riconosciuto i problemi di efficienza, aggiungendo però di aver chiesto ai sindacati «di poter ridefinire gli orari del personale addetto gli sportelli con l’inserimento di due rientri pomeridiani, nell’ottica di un ampliamento dei servizi per l’utenza che arriverà anche dal potenziamento degli Urp».

Fulvio Moirano ha inoltre commentato positivamente la recente sentenza del Tar sul contenzioso che vedeva contrapposte Regione ed Aias: «Dobbiamo leggerla bene ma mi sembra chiarissima e riconosce fra l’altro che abbiamo onorato in modo tempestivo e puntuale gli impegni con l’azienda, nell’interesse dei pazienti e dei lavoratori».

Per quanto riguarda il Mater Olbia il responsabile dell’Ats ha preferito non esprimersi, limitandosi a riconoscere che «tenuto conto della ripartizione dei posti-letto operata con la rete ospedaliera la struttura di Olbia risulta sottodimensionata». Infine, rispondendo alla domanda del consigliere Domenico Gallus sulla possibilità di autorizzare la prosecuzione volontaria del lavoro di Maria Giovanna Marrosu al “Binaghi” di Cagliari, Fulvio Moirano ha ribadito la sua posizione contraria.

Sul piano politico, il consigliere di Art.1-Mdp Luca Pizzuto ha manifestato la posizione contraria del suo gruppo sul Mater Olbia che, a suo giudizio, «senza il coinvolgimento del Consiglio e senza il supporto tecnico dei direttori, rischia di trasformarsi in una nuova struttura privata oncologica che avrà un impatto fortemente negativo sul sistema pubblico».

Fulvio Moirano.

Fulvio Moirano.

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Il Consiglio regionale ha approvato il bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio. 

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le dichiarazioni di voto finali sulla manovra finanziaria.

Prima degli interventi dei consiglieri il relatore del provvedimento Franco Sabatini (Pd) ha sollecitato in base all’art.89 del Regolamento alcune modifiche a due emendamenti approvati in precedenza, riguardanti le procedure dei Resi (reddito di inclusione sociale) e la scadenza dei corsi destinati alle guide turistiche. Le proposte di modifica sono state accolte.

Aprendo la serie delle dichiarazioni di voto, il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra sarda), favorevole, ha parlato di «un bilancio appesantito per il 98% dalle spese correnti, mentre il resto è stato lasciato ad iniziative di singoli consiglieri, ad eccezione delle misure del Piano lavoro che ha una dotazione finanziaria pari al doppio di quanto destinato a pastori». Ma più che alla quantità delle risorse, ha suggerito Anedda, «è necessario rivolgere molta attenzione all’utilizzo corretto delle risorse perché nel sistema regionale ci sono ancora sprechi ed inefficienze, solo in questo modo si libereranno risorse vere per sviluppo e lavoro».

Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, ha sostenuto che quella in esame «non è certo la nostra finanziaria purtroppo lacunosa in settori molto importanti per la Sardegna come trasporti, risorse idriche e programmazione territoriale». Forse, ha proseguito, «gli unici interventi positivi sono quelli sul lavoro perché voluti dal Consiglio; per il resto abbiamo una sanità vicina al collasso nel silenzio della maggioranza e della Giunta mentre proliferano le nuove strutture che determineranno molto probabilmente altri 150 milioni di euro di costi aggiuntivi per tacere dei soldi spesi per appetiti personali di consiglieri o amici».

Roberto Deriu, vice capogruppo del Pd, ha detto di non capire perché la manovra non possa appartenere «anche all’opposizione che ne ha condiviso e votato molte parti; nel documento, a nostro giudizio, c’è finalmente la risposta a problemi antichi dell’Isola, a partire dagli studenti poveri ma meritevoli che potranno accedere agli studi universitari, mentre durante la giunta Cappellacci la metà degli idonei è rimasta fuori; ora da 2 anni tutti i beneficiari hanno le borse di studio e per l’anno prossimo ci saranno 1000 borse di studio in più, risultato eccezionale merito di tutto il Consiglio».

Emilio Usula (Misto-Rossomori), contrario, ha affermato che avrebbe preferito avere qualche dubbio a fronte di un giudizio sulla manovra totalmente negativo a parte i tempi di approvazione. Il problema, ha affermato, «è che comunque gli interventi saranno molto limitati su povertà estreme e famiglie ai margini della vita sociale, lavoro e disoccupazione ancora troppo alte per giovani e donne con molti ragazzi costretti in un quadro in cui è ancora altissimo l’ed abbandono scolastico». Sarebbe stato meglio, ha concluso, «ascoltare di più la Sardegna per capire la realtà e rendersi conto che la Regione è in condizioni drammatiche, il divario con la penisola resta preoccupante e lo stesso piano lavoro è una polverizzazione di misure senza strategia».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha sostenuto che «questa finanziaria è la migliore possibile in questo momento difficile e si danno finalmente alcune risposte concrete nonostante l’atteggiamento negativo dello Stato sugli accantonamenti che grida ancora vendetta con la risposta inaccettabile di appena 15 milioni». Credo molto al progetto LavoRas, ha aggiunto, «che ha visto aumentare le risorse ed auspico che una regia efficiente garantisca la spesa dei fondi disponibili con la massima celerità».

Per Forza Italia Edoardo Tocco ha messo in evidenza che «si tratta di una finanziaria che lascia una profonda amarezza perché manca di una prospettiva convincente ed è piena di contraddizioni come quella dell’assessore che vuole impiegare i fondi per il lavoro in attività di integrazione dei migranti». Resta, ha concluso, «il problema strategico di una Giunta incapace di guardare avanti; i sardi hanno capito ed un primo acconto arriverà il prossimo 4 marzo».

Il consigliere del Pd Walter Piscedda, favorevole, «l’intervento del Consiglio è stato molto significativo rispetto alla proposta originaria, in piena collaborazione con la Giunta e l’intera maggioranza, e contiene interventi tutt’altro che banali, misure strutturali su lavoro, istruzione e sulle politiche sociali».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, contrario, ha parlato di una manovra «non all’altezza delle aspettative e delle esigenze dei sardi, che non ha convinto nemmeno la maggioranza, una manovra che con la corsa agli emendamenti ha corretto solo parzialmente l’impianto della legge, senza tracciare un nuovo modello di sviluppo per la Sardegna dove lavoro, disoccupazione e continuità restano i grandi mali della Sardegna». La nostra percezione, ha concluso, «è la stessa delle categorie produttive, delle forze sociali, di associazioni e dei semplici cittadini: in sintesi pochi soldi, troppa burocrazia, niente coraggio».

Il consigliere Paolo Zedda di Art. 1 – Mdp ha osservato sul piano generale che «approvare la finanziaria entro l’anno sarà un fatto positivo che determinerà una profonda differenza rispetto al passato; inoltre quest’anno si è data attuazione, sia pure parziale, ai principi del bilancio armonizzato, cioè il Consiglio ha svolto il suo ruolo di indirizzo lasciando alla Giunta la definizione di dettaglio ed inoltre è positivo l’impegno sull’istruzione con una dispersione scolastica calata dal 25 al 18%, dato eccezionale che fra l’altro apre spazi importanti per diminuire la disoccupazione».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha parlato di una finanziaria «che lascia poco spazio alla fantasia con troppe rigidità, fondi a destinazione vincolata e troppe marchette, perché è vero che le risorse sono poche ma questo è frutto di un rapporto sbagliato con lo Stato a causa della decisione di Soru nel 2006 di mettere a carico della Regione spese ingenti come la sanità, che quest’anno crescerà ancora». Occorre invece una inversione di tendenza nei rapporti Stato-Regione, «per ribaltare, fra gli altri, anche l’accordo-porcheria sulle servitù militari che non ha alcuna ricaduta positiva su nessun fronte, ad esempio la Sardegna ha un indotto della presenza militare di circa 140 milioni mentre la Sicilia più di 600».

Per Gianmario Tendas (Pd), favorevole, «prima di tutto va sottolineato che è stato scongiurato l’esercizio provvisorio ma poi, nel merito, vedo una manovra coerente con le linee politiche e programmatiche dell’amministrazione di centro sinistra su scuola con infrastrutture ammodernamento e didattica, lavoro con un programma di ampio respiro e politiche sociali con un forte incremento delle risorse disponibili: tuttavia serve molta attenzione sulle procedure tecnico-burocratiche per assicurare qualità e velocità della spesa».

Il consigliere dell’udc Giorgio Oppi, contrario, dopo essersi detto meravigliato  per le troppe mancette, ha accusato la Giunta di scarsa autorevolezza e di aver più volte disatteso le scelte del Consiglio a cominciare dalla sanità, «settore molto malato con le persone peggiori collocate nelle posizioni migliori, con un deficit in aumento e con il rebus del Mater Olbia dove bisogna ripartire da capo perché tutto è scaduto il 31 dicembre e forse i posti non ci sono più».

Il capogruppo del Cps Pierfranco Zanchetta, favorevole, ha espresso soddisfazione per la tempistica nell’approvazione, senza enfasi ma con realismo, «di una manovra che assicurerà prospettive migliori ai sardi, respingendo visioni catastrofistiche che non fanno che peggiorare il clima della comunità regionale». Questa finanziaria, ha aggiunto, «è in sintonia con i sardi per sviluppo, lavoro con un provvedimento concreto come LavoRas, istruzione ed attenzione alle fasce più deboli, fermo restando che il 2018 dovrà essere quello della rinegoziazione degli accantonamenti con lo Stato».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), contrario, ha detto che «la legge non può essere la nostra perché ancora una volta il Consiglio ha perso una buona occasione per sganciarsi dalla competizione elettorale, pur avendo approvato interventi su alcuni temi importanti come diritto allo studio ed agricoltura senza però affrontare i veri nodi dello sviluppo». La stessa spesa sociale in aumento, ha lamentato Truzzu, «non è cosa di cui essere contenti perché vuol dire che non ci sono prospettive di crescita; inoltre si è sbagliato nel non ascoltare le nostre proposte in materia di spopolamento e sostegno alla natalità, lasciando spazio a tesi bizzarre come quella dell’assessore Arru che sbaglia anche concettualmente perché i migranti sono tutti uomini e non possono dare alcun contributo positivo alla lotta contro lo spopolamento».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, contrario, ha messo l’accento «su un fatto nuovo che la Giunta ha trattato come sempre, cioè che è iniziato l’ultimo anno della legislatura ed il prossimo 4 marzo ci saranno le elezioni politiche». Purtroppo, ha continuato, «la pioggia di emendamenti dimostra che ha prevalso la volontà di tornare sul territorio con qualcosa in tasca dalla ristrutturazione di una chiesa o dal sostegno ad un premio di poesia; gli stessi ordini del giorno in coda alla finanziaria (quasi tutti della maggioranza) su temi importantissimi per la Sardegna sono il segnale che le risposte davvero importanti non sono arrivate».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, contrario, ha definito «la finanziaria senza risultati che lascerà tutto come prima, se non peggio, con cittadini di serie A e di serie B, questi ultimi sacrificati e dimenticati per l’ennesima volta come quelli di Ottana; e poi famiglia, povertà, giovani, politiche sociali, componenti della società sarda che confermeranno la posizione della nostra Regione come fanalino di coda incapace di far rialzare la schiena alla comunità regionale».

Sempre per i Riformatori il capogruppo Attilio Dedoni, contrario, ha criticato la scarsa attenzione della Regione nella ricerca di nuove forme di finanziamento da parte Stato, «anzi abbiamo assistito ad una ritirata generale e ad una resa senza condizioni con la rinuncia ai ricorsi». E’mancata insomma, secondo Dedoni, «la capacità di una programmazione forte capace di guardare al futuro con fiducia e si è preferito ripiegare su piccoli favori a piccoli gruppi di interesse trascurando sviluppo, trasporti e soprattutto sanità che, come dicono tutti i sardi, fa schifo».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Fi) ha annunciato voto contrario ed ha definito la finanziaria “deludente e senza strategia politica, influenzata dal clima elettorale”. «Mi sarei aspettato politiche più importanti per i giovani, i trasporti e il turismo – ha aggiunto l’esponente della minoranza – ed invece avete ricercato solo il consenso a breve». Fasolino ha dichiarato di apprezzare il piano “Lavoras” ed i tempi con i quali si è proceduto nell’approvazione della manovra: «Ma questa manovra non è la “nostra” perché la nostra manovra la faremo il prossimo anno». Mariano Contu (Fi) ha annunciato voto contrario («questa finanziaria di fine legislatura avrebbe dovuto elencare risultati piuttosto che proposte») ed ha lamentato ritardi nelle politiche del lavoro e dello sviluppo.

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha espresso soddisfazione per lavoro svolto in commissione e in Consiglio («abbiamo migliorato una manovra già bene impostata dalla Giunta») ed ha evidenziato in termini positivi i dati Istat sul lavoro  e l’economia. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato alcuni significativi stanziamenti per il diritto allo studio, il Reis (45 milioni), l’agricoltura (90 milioni complessivi in pochi mesi) e  100 milioni di nuove risorse per il lavoro. «Abbiamo fatto molto per la Sardegna – ha concluso Sabatini – e moltissimo per aiutare chi è più in difficoltà».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha salutato con favore i tempi di approvazione della manovra («bene il mancato ricorso all’esercizio provvisorio») ed ha definito la manovra “un  documento di bilancio in linea con l’esigenze della società sarda”. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato i postivi giudizi espressi dai rettori delle Università e dai sindacati ed ha evidenziato i “segnali di ripresa che si registrano nell’Isola” ad iniziare dal Pil e dall’occupazione.

«Via autopromuovete e vi incensate ma dimenticate di dire che cosa hanno prodotto di positivo le vostre  quattro finanziarie approvate dall’inizio della legislatura». Così il capogruppo Fi, Pietro Pittalis, ha preannunciato il voto contrario del gruppo ed ha insistito sui ritardi nella ripresa che si registrano in Sardegna. Per il lavoro, l’esponete della minoranza, ha parlato di “dati drogati dal lavoro stagionale e turistico” ed ha insistito sulla drammatica situazione occupazionale ad Ottana. «Descrivete una Sardegna che non esiste – ha concluso il capogruppo – e il giudizio sul vostro operato lo daranno i sardi il prossimo 4 di marzo».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha posto in votazione la legge di Stabilità  2018 e successivamente il bilancio di previsione triennale 2018-2020 e la Manovra 2018-2020 è stata approvata con 28 favorevoli e 16 contrari.

Si è quindi passati all’esame del bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio regionale che è stato illustrato dal questore Fabrizio Anedda (Misto) che ha rimarcato l’avanzo di 11 milioni di euro nel 2017. Il consigliere del Pds, Piermario Manca ha chiesto lumi sulla mancata spendita di tale consistente cifra ed il presidente Ganau ha evidenziato che si tratta di somme accumulate anche nelle passate legislature.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, annunciando voto favorevole al bilancio del Consiglio non ha mancato di rappresentare  una serie di criticità in ordine al personale ed alla mancata espletazione di bandi e gare. Oppi ha inoltre denunciato il mancato riconoscimento ai consiglieri regionali in aspettativa dei contributi lavorativi. Una lamentazione ripresa anche dai consiglieri Mario Tendas (Pd) («chi è qui in aspettativa deve percepire i contributi previdenziali, come accade a qualunque altro lavoratore») e Roberto Desini (Pds) che ha auspicato nuove formule per il reperimento dei collaboratori dei consiglieri regionali ed ha annunciato un voto di astensione. Il questore Alessandro Unali (Pds) ha assicurato l’impegno del collegio dei questori per risolvere il problema contributivo ed ha rimarcato al restituzione delle somme alla Regione perché non spese. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha invece denunciato il paradosso che vede l’associazione degli ex consiglieri regionali disporre di risorse per l’organizzazioni di incontri e convegni mentre ai gruppi consiliari non è riconosciuto alcuno stanziamento per la promozione dell’attività politica («sono contrario ad un ritorno ai sistemi di gestione del passato ma si possono ipotizzare soluzioni adeguate alle necessità dei gruppi politici»). Pittalis ha concluso auspicando tempestivi interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio “così da restituire dignità alla casa di tutti i sardi”.

Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha quindi fornito alcune delucidazioni assicurando interventi in sede di contrattazione sindacale “per porre fine alla discrepanza stipendiale tra categorie paritarie di lavoratori in Consiglio” ed ha concordato sulla necessità di un’idonea collocazione per gli autisti. Il presidente ha anche annunciato la dotazione di defibrillatori semi automatici ed ha ricordato che sul tema dei contributi per i Consiglieri è già incardinato un provvedimento che potrà essere esitato in tempi brevi. Gianfranco Ganau ha quindi ricordato l’attivazione di alcuni concorsi per l’assunzione di nuovo personale ed ha rassicurato sugli interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio regionale.

Il consigliere Pds, Piermario Manca, si è detto “non completamento soddisfatto” ed ha confermato il voto di astensione. Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il quadro riepilogativo delle entrate; quindi il quadro riepilogativo delle spese e la tabella riassuntiva e poi si è tenuta la votazione finale che ha sancito l’approvazione del documento con 28 voti favorevoli. 

Il presidente ha quindi dichiarato chiusa la seduta ed ha convocato il Consiglio per martedì 16 gennaio, alle 16.00.

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Stamane il Consiglio regionale ha approvato l’articolo 4 ed ha iniziato la discussione sull’articolo 5 della Manovra finanziaria 2018/2020.

In apertura il Consiglio ha approvato per alzata di mano il testo dell’articolo passando successivamente all’esame degli emendamenti aggiuntivi. Sono stati approvati, in particolare, i seguenti emendamenti: il n. 31 (Forma e più) che prevede il sostegno alle attività tradizionali di panificazione sul quale il relatore Franco Sabatini ha corretto (in riduzione) lo stanziamento a 200.000 annui per il triennio 2018-2020, il n. 810 (Gaia) che assegna un finanziamento di 110.00 euro al Consorzio industriale di Nuoro per l’installazione di un sistema di controllo del depuratore di Ottana, il n.1015 (Giunta regionale) che prevede lo stanziamento complessivo di 20 milioni a favore delle aziende agricole e zootecniche colpite da siccità e calamità naturali, ed il n. 58 (Lotto) che sostiene le manifestazioni fieristiche agricole di Arborea, Ozieri e Macomer.

Sull’emendamento n.156 riguardante l’economia digitale il proponente Stefano Tunis (Forza Italia) ne ha sottolineato l’importanza perché, ha detto, «si tratta di un settore che una enormi potenzialità di sviluppo anche con l’utilizzo leva fiscale».

L’assessore della programmazione Raffaele Paci, nella replica, ha ribadito che «l’economia digitale è compresa nel pacchetto lavoro, mentre l’intervento sull’Irap appare problematico perché potrebbe essere considerato “aiuto di stato” ed una soluzione potrebbe essere trovata o in sede di accordo fra Regioni o con un apposito disegno di legge».

Il proponente Stefano Tunis, annunciando il ritiro dell’emendamento, ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno in sede di approvazione finale della legge.

Sull’emendamento n. 158 (Rubiu e più) il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sollecitato maggiori stanziamenti per il comparto agro zootecnico che, ha ricordato, «deve affrontare una gravissima crisi anche per i forti ritardi nel pagamento della domande legate alle legge del Consiglio con cui sono stati stanziati  45 milioni». Su questo punto, ha sostenuto, «occorre capire lo stato dell’arte e le ragioni delle mancate erogazioni» auspicando nello stesso tempo una grande campagna della Regione a favore dell’acquisto e del consumo di agnelli sardi.

Alle argomentazioni di Pietro Pittalis si è associato il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) citando in proposito un suo emendamento di contenuto analogo.

L’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria ha fornito al Consiglio i dati relativi ai pagamenti degli aiuti: al 18 dicembre, data di scadenza delle domande, sono pervenute 10.942 richieste di cui 1.700 negli ultimi 15 giorni; al 15 dicembre sono state pagate 4.482 richieste per un controvalore di e 17 milioni, mentre il 19% sono soggette a verifica Inps in corso, 1.000 sono state sospese perché i proponenti hanno chiesto la modifica dell’Iban dove accreditare le somme. Gli uffici hanno fatto un buon lavoro e siamo intervenuti anche sulla tesoreria, ha concluso l’assessore Caria, «e rispetto al monte-domande le richieste sono state quasi tutte istruite».

Sull’emendamento n. 337 che prevede interventi a sostegno del settore artigiano il consigliere di Forza Italia Mariano Contu ha ricordato la cancellazione del 10% delle partite Iva in Sardegna, dato che segnala la necessità di nuove risorse.

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha replicato che, rispetto alle esigenze del settore artigiano, un emendamento della maggioranza prevede uno stanziamento di 4.5 milioni. Messo ai voti, l’emendamento n.337 è stato respinto.

Con l’emendamento n. 349 il consigliere Paolo Truzzu ha proposto lo stanziamento di 10 milioni a favore dell’Arst per il rinnovo del parco automezzi che, ha lamentato, «è in pessime condizioni».

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha riconosciuto che si tratta di un tema importante «sul quale si sta intervenendo con i fondi coesione e sviluppo sulla base di un programma che sarà concretizzato nelle prossime settimane e nello stesso tempo è stato assegnato ad un finanziamento di 3.4 per chiudere alcune vecchie pendenze».

La consigliera Alessandra Zedda si è dichiarata insoddisfatta della replica dell’assessore perché, ha evidenziato, «non si vede concretezza e mancano anche quelle buone pratiche che consentirebbero di migliorare la mobilità interna».

Messo ai voti, l’emendamento n.349 è stato respinto.

Il Consiglio ha poi approvato l’emendamento n. 350 (Truzzu e più) che prevede il finanziamento di 100.000 euro ai micro birrifici artigianali operanti in Sardegna. Il relatore Franco Sabatini, illustrando il parere favorevole della commissione, ha però ridotto lo stanziamento, appunto, a 100.000 euro rispetto alla previsione iniziale di 300.000.

Sull’emendamento n. 808 (Piermario Manca e più), contenente la proposte di abbattere il carico degli interessi per i mutui delle aziende agricole colpite da calamità naturali, si è sviluppato un ampio dibattito.

Nel dichiararsi favorevole, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato fra l’altro le recenti proteste di numerose aziende agricole di Bono esclude dai benefici  della legge, ha criticato i dati forniti dall’assessore che non sono confortanti perché su 45 milioni disponibili ne sono stati spesi solo 17 ed inoltre si chiede per giunta certificato anti mafia ai pastori, fatto grave e assurdo che accade nel silenzio della politica». Le pratiche, secondo Pietro Pittalis, «dovevano essere istruite prima del 15 dicembre perché le tesorerie delle banche sono chiuse e riapriranno il 15 gennaio, ed anche questa è l’ennesima ingiustizia consumata a danno di migliaia di pastori».

Annunciando la volontà di mantenere l’emendamento, il proponente Piermario Manca (Pds) ha affermato che «la richiesta di 5 milioni è motivata dal fatto che un settore primario è stato totalmente sconvolto dai cambiamenti climatici ed inoltre si tratta non di soldi a pioggia ma di un programma articolato in 5 anni che permetterà alle aziende di ricostituire il proprio capitale».

Il relatore Franco Sabatini (Pd) ha ricordato gli stanziamenti di 20 milioni per il comparto agricolo e di 45 per i pastori in corso di liquidazione, precisando che si tratta di un lavoro molto difficile e smentendo la richiesta del certificato anti mafia. C’è al contrario l’impegno con categorie agricole, ha sostenuto, «per decidere come spendere le risorse disponibili e la proposta del collega Manca sui mutui sarà certamente recepita come decideremo insieme subito dopo la finanziaria».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha messo l’accento sulla «grandissima emergenza del settore anche per problema costi carburante», affermando che «bisogna fare molto di più ed avere più coraggio, anche alzando la voce con il Governo».

Il consigliere Gaetano Ledda (Pasd’Az-La Base) ha parlato di «un intervento necessario per i gravissimi danni provocati dalle gelate e, sotto questo profilo, l’esclusione delle aziende di Bono è ingiusta; in generale i 45 milioni nono sono stati una vittoria e i risultati dei pagamento non sono positivi perché i soldi arriveranno a marzo-aprile».

Il presidente della commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto (Pd) ha espresso il suo dispiacere perché, su un tema così importante, «vengono sminuiti i risultati senza precedenti dell’assessorato dell’Agricoltura come dicono i numeri».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha evidenziato che «la proposta colma una lacuna evidente; il collega Lotto e l’assessore sbagliano a non ascoltare la voce del mondo agro pastorale che non ha interesse ad alimentare polemiche, che peraltro sarebbero ben motivate adesso che è comparsa la mafia delle pinnette che manifesta una visione ottusa e burocratica della realtà sarda».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, riprendendo il tema dello stanziamento di 45 milioni a favore dei pastori, ha ricordato che «una somma così elevata non si era mai vista prima ed i ritardi non sono della Giunta o della struttura mentre, sui Comuni colpiti da gelate esclusi, si può assumere un impegno per recuperare le domande tardive».

L’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, dopo aver assicurato una verifica sulle domande tardive, ha precisato che la richiesta del certificato anti-mafia deriva da una norma nazionale e comunque riguarda solo Psr. Successivamente ha fornito dati ulteriormente aggiornati sui pagamenti: le pratiche pagate sono 5200 per un controvalore di 20 milioni «e non c’è stato nessun ritardo perché le richieste finora non pagate riguardano le mancate comunicazioni sulla produzione di latte, quelle presentate in cartaceo e quelle i cui presentatori hanno chiesto la modifica dell’Iban hanno influito; inoltre abbiamo chiesto una deroga alla tesoreria per proseguire nei pagamenti».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, confermando che il suo gruppo non discute i risultati raggiunti nelle procedure di pagamento, ha messo in evidenza che «come abbiamo più volte sostenuto, sarebbero state preferibili procedure diverse cominciando a lavorare a giugno ed agendo sui consorzi». Con i certificati anti-mafia, ha aggiunto, «stiamo esponendo la categoria ad un cuneo burocratico molto negativo mentre, sul punto specifico dell’emendamento, attendiamo dall’assessore rassicurazione sugli strumenti finanziari».

Prima del voto il primo firmatario Piermario Manca ha annunciato il ritiro dell’emendamento rimarcando però che i problemi restano, non per le risorse ma per le regole ed il peso degli interessi sui muti.

L’emendamento è stato però recepito dal gruppo di Forza Italia e quindi messo ai voti. Il Consiglio lo ha respinto con 31 voti contrari e 15 favorevoli.

All’emendamento 833 (guide turistiche e contributi per consorzi turistici tra enti locali) sono stati presentati alcuni emendamenti aggiuntivi. Tra questi il 1308 (primo firmatario Lotto), è stato giudicato “più adeguato dagli uffici”, come ha riferito l’assessore Paci sollecitandone il voto favorevole.

I capigruppo di maggioranza e opposizione hanno sottoscritto l’emendamento 1308 che è stato dunque approvato all’unanimità mentre gli altri emendamenti all’833 sono stati ritirati.

Approvato poi anche l’emendamento 833. Ritirato l’emendamento 837 (primo firmatario Gavino Manca) a favore di coop ambientali dei cantieri verdi, che sarà inserito all’interno delle misure del piano per il lavoro e, a detta dell’assessore Paci, «troverà anche risorse finanziarie superiori, intorno ai tre milioni di euro, dentro il Piano Lavoras».

L’on. Daniele Cocco (Sinistra) ha sollevato perplessità sulla richiesta di ritiro dell’emendamento mentre il primo firmatario ha spiegato il senso della misura proposta e ha accettato l’invito sotto la garanzia del Piano Lavoras.

L’on. Pietro Pittalis (FI) ha esordito: «Il Piano Lavoras che enunciate ai quattro venti come la soluzione della disoccupazione è in realtà fumo, come ha detto l’on. Cocco poco fa, perché è finalizzato al mantenimento degli occupati e non a generare nuova occupazione. Finalmente è tutto chiaro».

Approvato l’emendamento 1078 (Sabatini), sostitutivo totale dell’emendamento 838 sulle agevolazioni dell’articolo 23 della legge 240 del 1981.

Respinto l’emendamento 860 e così 861, 862, 863.

Approvato con il sostegno della maggioranza l’emendamento 864 (Crisponi) che prevede 30 mila euro a sostegno della rassegna “Autunno in Barbagia”.

Respinto l’emendamento 865, ritirato 866; respinti 867, 868.

Sull’emendamento 923, a sostegno degli alberghi diffusi e degli enti locali per riqualificare i centri storici, ha preso la parola l’on. Peru (FI), primo firmatario. «Sosteniamo questa norma per recuperare i centri storici e per rafforzare il turismo in Sardegna nelle zone interne al di là della stagione estiva». Per Forza Italia si sono espressi favorevolmente anche gli on. Tunis, Tedde, Zedda e l’on. Truzzu (Sardegna). Il primo firmatario ha ricordato all’assessore Paci che sul tema era stato garantito dalla Giunta un impegno preciso in passato, “finalizzato a recuperare il turismo identitario”. L’on. Alessandra Zedda ha ricordato in particolare che il provvedimento a sostegno dell’albergo diffuso “era stato votato nel 2016 all’unanimità da quest’Aula e non capiamo, perché nessuno ce lo dice, perché non abbia avuto attuazione”. Per l’on. Fasolino (FI) «l’albergo diffuso sarebbe un investimento strategico per i territori delle zone interne, un moltiplicatore keynesiano come ha detto prima il collega Peru». Per il riformatore Dedoni «una volta che i turisti arrivano possiamo attirarli con l’albergo diffuso verso le zone interne».

Per l’on. Alessandro Collu (Pd) «è necessario riconoscere che con due milioni di euro non si fa gran che. Esistono altre forme di turismo diffuso efficaci come il bed and breakfast, molto più economico».

L’Udc ha parlato con l’on. Giuseppino Pinna, che ha annunciato il voto favorevole e ha detto: “In Sardegna c’è il peggior dato sulle imprese artigiane”. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha detto che «l’albergo diffuso è davvero alla portata delle persone che abitano nelle zone interne ed è un’opportunità per il recupero di immobili che altrimenti rischiano di crollare. Avete occhi soltanto per alberghi a cinque stelle».

L’emendamento 923 è stato respinto.

Con distinte e successive votazioni, l’Aula non ha approvato gli emendamenti n. 927 e 943. Decaduto l’emendamento 953, il presentatore dell’emendamento 962, Marco Tedde (Fi) è intervenuto per auspicarne l’approvazione («il sostegno al commercio meriterebbe il favore dell’Aula ma si approvano solo le proposte “del tavolo del manuale Marchetti”»), supportato dalla sua collega di gruppo e di partito Alessandra Zedda («nella finanziaria non c’è attenzione né per il commercio, né per l’artigianato») ma il Consiglio non ha dato il via libera. Stessa sorte è spettata al 998 e al 999 sul quale è intervenuta la consigliera Alessandra Zedda («non c’è un solo intervento a favore dell’imprenditoria femminile»).

Decaduto l’emendamento n. 1000 non è stato approvato il 1001. Approvato, invece, con 38 favorevoli e 9 contrari l’emendamento n. 1006 (Giunta regionale) che stabilisce lo stanziamento di 70.000 euro in favore della Camera di commercio di Cagliari per l’affidamento di un “supporto tecnico-specialistico” nell’ambito del tavolo di indirizzo per la riqualificazione della Fiera internazionale della Sardegna.

Approvato (30 favorevoli e 5 contrari) lo stanziamento di 300.000 euro a favore di Laore per l’organizzazione in Sardegna del concorso enologico “Mondiale di Bruxelles” (emendamento 1010-Giunta), il presidente ha dichiarato inammissibile l’emendamento 1063.

L’assessore Raffaele Paci ha quindi invitato al ritiro i presentatori degli emendamenti 1060 e 1080 e si è detto a favore dell’emendamento 1061 (Paolo Dessì- Misto) aggiuntivo all’emendamento 1022 (Giunta) in ordine alle deroghe per il completamento degli interventi programmati ed alle imprese beneficiarie delle agevolazioni del Fse-Por 2000/2006. Dopo il ritiro degli emendamenti 1060 e 1080, l’Aula ha approvato l’emendamento 1061 (41 sì, 4 no) e l’emendamento 1022 (31 sì, 14 no).

Approvato (28 sì, 14 no) l’emendamento 1033 (Pietro Cocco e più) che stanzia 250.000 euro per l’attuazione del progetto sperimentale per il recupero delle antiche vocazioni agricole pre-industriali nel Basso Sulcis, previa precisazione da parte del relatore Sabatini sullo stanziamento solo nel 2018 delle somme su indicate.

Ritirato l’emendamento n. 1034 dopo che, su invito del presentatore Antonio Solinas (Pd), l’assessore dell’Agricoltura ha dichiarato che rispetto al 2017 le somme destinate ai consorzi di bonifica si sono ridotte di un milione di euro.

Ritirato anche il 65, inammissibile il 98, ritirato l’emendamento n. 114, dopo che il presentatore, Salvatore Denmontis (Pd), ha ricevuto rassicurazioni dall’assessore Raffaele Paci sul possibile impiego delle risorse eventualmente risparmiate sulla continuità territoriale aerea, in favore delle agevolazioni nel costo del trasporto a favore degli studenti. 

Non approvati gli emendamenti 347, 822 e 869, si è passati all’esame dell’articolo 5 (disposizioni in materia di sanità e politiche sociali) e degli emendamenti presentati. I gruppi della minoranza hanno quindi confermato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi e sostitutivi parziali a suo tempo presentati ed il presidente del Consiglio ha quindi elencato le proposte modificative rimaste in votazione: il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha espresso il parere di competenza, seguito dall’assessore Raffaele Paci.

Ha aperto la discussione il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde che nel ricordare l’importanza delle disposizioni su sanità e politiche sociali ha dato lettura, con tono polemico, dell’emendamento firmato dal consigliere della maggioranza, Fabrizio Anedda (Misto) che propone lo stanziamento di 120.000 euro all’associazione “Intrepidi Monelli”. A giudizio del consigliere di Fi, tale proposta è l’esempio di come il centrosinistra ha affrontato e continua ad affrontare il tema della sanità («commissariamenti, proroghe su proroghe ed il tutto con un’aurea di clientele») nonostante i proclami del presidente Pigliaru sull’estraneità della politica dalle scelte in sanità. «Le logiche politiche – ha affermato l’esponete della minoranza – hanno invece permeato la sanità sarda ed i ritardi nella nomina del direttore dell’Areus sono l’emblema». Marco Tedde ha parlato di “errori marchiani” da parte della Giunta regionale ed ha criticato le riforme dell’assessore Luigi Arru: «Intanto i costi della Sanità sarda non sono diminuiti e sono aumentate le sperequazioni nei confronti del nord ovest dell’Isola».

Il consigliere del Pds, Augusto Cherchi, ha evidenziato che la commissione Sanità non ha espresso il parere sulle parti della manovra di interesse del parlamentino presieduto da Perra (Upc-Socialisti) ed ha incentrato il suo intervento sulla opportunità di procedere con una “puntuale verifica dei risultati ottenuti dall’Ats, ad un anno dalla sua istituzione”. «La relazione annuale sulle attività – ha precisato l’esponente della maggioranza – è stabilita in legge e chiedo che i direttori generali dell’azienda unica vengano in Aula per riferire sull’attuazione delle riforme approvate dal Consiglio regionale». Augusto Cherchi ha quindi chiesto lumi sull’approvazione del programma sanitario triennale ed ha lamentano “la non coincidenza dei piani di dotazione organica” sulla base di tabelle in suo possesso.

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola alla consigliera Alessandra Zedda (Forza Italia) che ha chiesto di poter intervenire dopo la pausa pranzo. Richeista di interruzione appoggiata dal capogruppo azzurro Pietro Pittalis che ha invitato la maggioranza a un ulteriore esame degli emendamenti: «La tutela della salute è un tema importante vediamo però emendamenti non congrui come quello presentato dall’on. Anedda che prevede un finanziamento di 120mila euro a favore dell’Associazione “Intrepidi monelli”. Se dobbiamo trattare la sanità in questo modo staremo qui anche a Natale. Vi invito a una riflessione».

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E’ proseguito questa sera, in Consiglio regionale, l’esame dei primi articoli della Manovra finanziaria 2018-2020.

Il Consiglio ha approvato numerosi emendamenti presentati dalla maggioranza: il n.793 (Sabatini e più) che finanzia con 200.000 per gli anni 2018, 2019, 2020 gli uffici dei Giudice di pace, il n.794 (Sabatini e più) integrato da una correzione orale dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci per gli anni 2019 e 2020 che stanzia 300.000 a favore dell’Agenzia Forestas per il ripristino della foresta pietrificata dell’Anglona, il n.796 (Cozzolino) che assegna un finanziamento di 50.000 all’Associazione internazionale “Città della terra cruda”.

Sull’emendamento il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «la manovra finanziaria, al di là della proposta in esame, sta diventando uno zibaldone dove entra di tutto, smentendo l’assessore Paci che aveva parlato della finanziaria come strumento non interventi specifici ma come contenitore di norme generali; molti passaggi di questa legge, invece, sono invece strumenti di campagna elettorale o di operazioni al ribasso».

Il consigliere del Pd Gianmario Tendas ha invece sostenuto che l’Associazione “Comuni della Terra Cruda” svolge una attività di grande rilevanza, perchè «mette in rete amministrazioni del centro Sardegna per valorizzare antiche abitazioni,».

Approvato anche l’emendamento n. 802 (Sabatini) che assegna al comune di Bari Sardo 84.000 per la realizzazione di uno strumento urbanistico. Il provvedimento è stato modificato da un emendamento orale dello stesso Franco Sabatini, con cui è stato eliminato il riferimento ai residui presenti nel bilancio regionale. Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha però chiesto quale sia la finalità della proposta perché, ha osservato, «se c’era necessità di recuperare fondi per Bari Sardo bisognava farlo anche per tutti i Comuni con lo stesso problema». Il consigliere Sabatini ha replicato ricordando che provvedimenti analoghi sono stati inseriti in altre leggi finanziarie ed inoltre, nello specifico, «nel caso di Baris Sardo le opere sono state già realizzate ed occorre solo fare un pagamento».

Via libera del Consiglio, inoltre, all’emendamento n. 804 (Sabatini e più) che dispone un finanziamento di 363.000 euro all’Agenzia Agris per attività di ricerca in agricoltura, di 300.000 per l’erogazione di servizi di artieri ippici e di 63.000 per i servizi di custodia nella Foresta Burgos.

Voto favorevole dell’Aula, ancora, per l’emendamento n. 835 (Deriu) che proroga alla fine del 2018 una scadenza amministrativa del comune di Aritzo e n. 849 (Cossa) che dispone uno stanziamento di 20.000 euro per l’edizione di un volume sulla storia di Sestu.

Approvati inoltre gli emendamenti n. 888 (Agus-Busia) che prevede un finanziamento di 100.000 euro per il 2018 finalizzato alla custodia degli immobili delle ex caserme delle servitù militari acquisiti dal demanio regionale; n. 899 (Lai e più) che ridetermina la collocazione di alcuni stanziamenti all’interno della programmazione regionale, n. 64 (Pizzuto e più) che contiene un programma di abbattimento dei costi da e per le isole minori della Sardegna e, infine, il 1047 (Sabatini) che consente ai Comuni di utilizzare fabbricati di loro proprietà di in attesa di essere acquisiti dagli aventi diritto, di utilizzarli per scopi di micro-ricettività turistica.

Sull’articolo 3 e sugli emendamenti il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la discussione.

Sull’emendamento 217 ha preso la parola l’on. Marco Tedde (FI), che ha detto: “Quando parliamo di ambiente e territorio non possiamo non parlare di urbanistica e del fatto che nonostante tutte le vostre promesse ancora non siete riusciti a fare la revisione del Ppr né la nuova legge urbanistica. E non possiamo dimenticare nemmeno i forestali e i loro problemi, lavoratori pubblici che vengo trattati contrattualmente come i lavoratori del privato”.

Per l’on. Mariano Contu (FI) “ci sarebbe bisogno non di una seduta pomeridiana per affrontare questa norma ma di ben altro tempo a disposizione. Ieri sotto la Regione c’erano duemila persone che rappresentano il mondo dell’edilizia sardo, che dal 2007 a oggi ha subito un danno da oltre 35 mila posti di lavoro. Davvero pensiamo che riusciamo a riassorbire questi lavoratori con otto milioni di euro per finanziare un po’ di forestazione in qualche Comune?”.

L’on. Roberto Deriu (Pd) ha annunciato la “sottoscrizione dell’emendamento 114 con i colleghi Moriconi e Meloni” mentre sull’emendamento l’on. Alessandra Zedda (FI) ha detto: “Sta diventando sempre più in disuso entrare in un ente pubblico con un concorso ma non è cambiando la natura giuridica dei lavoratori che si risolvono i problemi. Mi spiace ma la partita dei forestali è stata affrontata con leggerezza e così la partita dei lavoratori di Ati Ifras, che una volta per tutte va definita. E così il Piano Sulcis”.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) “non mi pare che ci sia stata sinora una politica organica in materia ambientale, dalla raccolta dei rifiuti urbani all’assetto idrogeologico della Sardegna. Non abbiamo altro pensiero che non siano i forni, io li chiamo così i vostri inceneritori dove si bruciano anche quote di raccolta differenziata”.

L’emendamento 217 è stato respinto mentre il 1011 (sulla valutazione di impatto ambientale) presentato dalla Giunta è stato approvato e dà mandato all’esecutivo di individuare “i criteri di quantificazione e corresponsione del contributo per la Via a carico dei richiedenti”.

Approvato anche l’art. 3, respinti gli emendamenti 45, 950,  223, 227, 228 e 229.

L’on. Alessandra Zedda (FI) ha illustrato l’emendamento 951 e ha  ricordato che “in queste settimane si è posto tra i problemi della pesca anche quello della raccolta dei ricci, che è sempre stato un mercato storico a Cagliari.  L’emendamento 951 è stato respinto.

Approvati gli emendamenti di giunta 1025 (gestione dei rifiuti) , 1028 (Giunta) 3.415.000 euro a favore dell’Arst per rimozione materiali pericolosi, e emendamento n. 790: seicento milioni per lavori alle casermette di Paulilatino, a firma on. Gallus.

L’emendamento 11 è stato respinto mentre sulla continuità territoriale con la Corsica (emendamenti 30 e 936) il presidente Sabatini (Pd) ha annunciato a breve un disegno di legge organico chiedendo il ritiro degli emendamenti.

L’on. Giuseppe Fasolino (FI) ha replicato: “A febbraio risolverete il problema, bene. È ancora colpa della giunta precedente? O sono quattro anni che governate voi? Provate a fare un biglietto per Milano o chiedete cosa ne pensano quelli che dalla Corsica devono venire a lavorare a Santa Teresa”. L’emendamento 30 è stato ritirato, il 936 (a firma Zedda, FI) respinto.

Approvato l’emendamento 59 (Lotto e più) che prevede uno stanziamento di 100.000 euro al comune di Alghero per studi urbanistici poi il 71 (50 mila euro nel 2018 per la bonifica terreni con la coltivazione della canapa). Su quest’ultimo l’on. Pietro Pittalis (FI) ha detto: “L’assessore dovrebbe spiegarci quali risultati sinora ha prodotto la coltivazione della canapa per la bonifica dei terreni. E soprattutto: cosa ne facciamo della canapa una volta che l’abbiamo coltivata? Io non prenderei sottogamba la questione”.

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto: “Da tempo ci sono proposte di modifica sulle agenzie dell’agricoltura. Credo che Agris potrebbe fare sperimentazione anche su questo aspetto”. L’on. Pizzuto (Sinistra) ha replicato ironizzando: “Purtroppo non è la canapa che io vorrei ma ci accontentiamo. La sperimentazione sta dimostrando che le fibre della pianta e i semi non assorbono le sostanze inquinanti come i metalli pesanti mentre le foglie assorbono i metalli ma possono andare in discarica senza diventare rifiuto speciale”.

L’on. Mariano Contu (FI) ha aggiunto: “Davvero pensate che con 50mila euro si possano bonificare i terreni inquinati per renderli fertili? Vagheggiate pure con le sperimentazioni, lasciano il tempo che trovano”.

Per l’on. Piermario Manca (PDS) “bisogna distinguere tra cannabis  sativa e cannabis indica, che hanno una bella differenza di principio attivo. Le evidenze scientifiche dicono che la cannabis sativa è capace di assorbire i metalli presenti nel terreno. Trovo giusto che si faccia sperimentazione nei terreni inquinati del Sulcis Iglesiente”.

Favorevole alla ricerca anche l’on. Salvatore Demontis (Pd): “Anche l’elicriso, oltre alla canepa, assorbe i metalli pesanti e si tratta di sperimentazioni interessanti e dai costi sostenibili”.

Dunque, anche l’emendamento 71 (col parere favorevole della commissione) è stato approvato e prevede lo stanziamento di 50.000 euro annui “per la bonifica dei terreni inquinanti attraverso la coltivazione della canapa”.

L’aula è poi passata all’esame dell’emendamento 83 (Desini e più) che proponeva un finanziamento di 35mila euro al comune di Sorso per la rimozione e lo smaltimento della carcassa di una balenottera dalla spiaggia di Platamona. Su richiesta del presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini l’emendamento è stato ritirato. «Prendo atto dell’impegno della Giunta e lo ritiro – ha detto il consigliere del Pds Roberto Desini – l’emendamento puntava a segnalare il caso della balenottera spiaggiata a Platamona per la cui rimozione si sono pronunciati ben sedici enti».

L’assessore all’ambiente Donatella Spano, vista l’eccezionalità del caso, ha annunciato l’imminente presentazione di una delibera di Giunta per trovare una soluzione: «C’è l’impegno ad intervenire – ha detto Spano – il cetaceo giace sulla spiaggia da parecchio. Le procedure per lo smaltimento sono complicate, ci sono stati rimbalzi di responsabilità. Occorre inquadrare il caso nell’ambito della gestione dei rifiuti».

Antonello Peru (Forza Italia) presentatore di un emendamento analogo, il n.924, ha annunciato anche lui il ritiro della proposta. «Ormai per salvare il cetaceo non si può fare più niente – ha detto Antonello Peru – mi preoccupa di più invece lo stagno di Platamona per il quale è stato bocciato il mio emendamento che proponeva un intervento per la liberazione dei canali, oggi occlusi, in modo da garantire l’ossigenazione. Il problema è serio, già da quest’anno c’è stata un’invasione di zanzare, c’è il pericolo malaria. Le attività ricettive della zona chiedono interventi rapidi, i turisti dei campeggi quest’estate hanno dormito in auto». Gli emendamenti 83 e 924 sono stati quindi ritirati.

Via libera invece all’emendamento all’emendamento n.1312(Sabatini e più) che stanzia 5 milioni di euro per il triennio 2018-2020 a favore dei consorzi di bonifica per le attività previste dall’art.31 della legge n. 5 del 2015.

L’aula ha quindi respinto in rapida successione gli emendamenti nn. 133, 134, 136, 308, 336.

Sull’emendamento n.345 è intervenuto il primo firmatario Paolo Truzzu (FdI) per spiegarne il contenuto: «L’obiettivo è ricominciare a parlare di bellezza – ha detto Paolo Truzzu – ci siamo dimenticati di avere cura delle nostre comunità. Vogliamo recuperare una situazione di decoro. La proposta mira a creare un primo fondo di 5 milioni per intervenire sul concetto di “non finito”». Messo in votazione l’emendamento è stato respinto con 27 voti contrari e 14 a favore.

Stessa sorte per l’emendamento n.346 presentato dallo stesso Paolo Truzzu che puntava a ottenere un fondo di 5 milioni di euro da utilizzare per l’incentivazione dell’acquisto di automobili ibride o elettriche: «Siamo l’unica regione d’Italia che non prevede incentivi – ha detto il consigliere di minoranza – noi proponiamo un contributo di 5000 euro ai privati che decidono di acquistare veicoli ibridi o elettrici. L’obiettivo è far diventare conveniente l’uso di auto non inquinanti».

D’accordo con l’emendamento si è detto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha voluto precisare il voto a un emendamento precedente che stanziava 84mila euro a favore del Comune di Barisardo: «Non sono contrario al contributo ma al modo con cui si legifera in questo Consiglio».

L’assessore Raffaele Paci, in risposta a Paolo Truzzu, ha ribadito la volontà della Giunta di intervenire sul tema: «Abbiamo in corso incontri con il presidente dell’Ente gestore del servizio elettrico. Vogliamo incentivare l’uso di auto elettriche. In questo momento non abbiamo però a disposizione 5 milioni di euro».

Preso atto dell’impegno dell’assessore, il consigliere Truzzu ha ritirato l’emendamento: «Speriamo che entro l’anno si possa fare qualcosa di concreto».

Dopo aver bocciato gli emendamenti 358, 359 e 360, l’Aula ha dato il via libera agli emendamenti nn. 788 e 789 (primo firmatario Sabatini). Il primo stanzia 400mila euro per garantire l’apertura a uso portuale delle stazioni marittime di nuova realizzazione ancora inagibili, il secondo dispone un finanziamento di 1,5 milioni di euro per il triennio a favore dei comuni montani per far fronte alle spese del Piano neve.

Sull’emendamento n. 792 Sabatini ha comunicato la decisione di ridurre da 2 a 1 milione di euro i finanziamenti per il 2018 destinati alla realizzazione, completamento e manutenzione straordinaria di opere pubbliche di interesse comunale. Confermati invece i finanziamenti per gli anni successivi, 10 milioni di euro per il 2019 e 15 per il 2020. Posto in votazione l’emendamento 792 è stato approvato.

Sull’emendamento 823 (Zedda Paolo e più) che propone un finanziamento di 100mila euro per lo studio di fattibilità relativo al prolungamento della tratta della metropolitana leggera da Settimo San Pietro a Sinnai, è intervenuto Michele Cossa (Riformatori sardi): «Vorrei capire di più – ha detto Michele Cossa – ci sono comuni che si finanziano e altri invece che non ottengono nulla». Stesso giudizio da parte del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Esiste un capitolo per gli studi di fattibilità che possa interessare tutti i comuni? Niente in contrario contro Sinnai ma ci avete sempre detto che bisogna procedere per interventi di carattere generale. Qui si sta andando per comuni sì e comuni no, a seconda del colore della casacca».

Anche Paolo Truzzu (FdI) ha contestato il modo di procedere: «Il clima natalizio ci sta abituando ai regali – ha detto – la vulgata dice che il centrosinistra si sta impegnando a risollevare le sorti dell’isola e poi si arriva a situazioni come questa. Sinnai ha bisogno di collegamenti migliori come Pula. Occorre ragionare in termini complessivi. Non è possibile che si continui a fare la divisione della torta solo nell’interesse di alcuni».

Pronta la replica di Paolo Zedda, primo firmatario dell’emendamento: «Questo intervento era programmato nel piano regionale dei trasporti del 2008 e poi è improvvisamente scomparso. Si chiede di far proseguire la tratta da Settimo a Sinnai. Lo stanziamento è davvero minimo, non è una marchetta».

Di parere diverso Marco Tedde (Forza Italia): «Quali sono gli elementi che devono stare alla base della scelta dei comuni fruitori di mancette. Sono elementi oggettivi o tratti dal manuale Marchetti? E’ un precedente bruttissimo. Non è tollerabile scegliere i comuni a seconda del colore politico. Avete necessità di crescere di fronte all’elettorato». Posto in  votazione l’emendamento è stato approvato.

Ritirati il n.824 (Zedda e più) l’Aula ha respinto il n. 858.

Approvato subito dopo l’emendamento all’emendamento n.1301 (Sabatini e più) che recepisce la direttiva europea sull’efficienza energetica in edilizia. Le linee guida saranno stabilite dall’assessorato competente entro 90 giorni dall’approvazione delle manovra finanziaria.

Disco verde anche per il n. 890 (Agus-Busia) che stanzia 600mila euro per il triennio 2018-2020 per la prosecuzione del progetto “Neptune” finalizzato alla valorizzazione ambientale e alla fruizione turistico-didattica del Poetto.

Ritirati invece gli emendamenti 894, 895, 896, mentre sull’897 è intervenuto il primo firmatario Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «L’emendamento segnala un problema serio: il dissesto della strada Sp 188 Gergei-Isili. Sono disponibile a ritirarlo ma chiedo che venga previsto un intervento. Non è pensabile che una strada ad altissima densità di traffico sia in queste condizioni».

L’assessore Raffaele Paci ha garantito l’impegno della Giunta: «Ci sono nuove risorse da programmare nei prossimi giorni per la rete viaria a valere sui fondi di coesione. Si terrà conto della segnalazione». L’emendamento è stato ritirato.

Pietro Pittalis (Fi) ha espresso imbarazzo: «Non c’è dialogo tra Giunta e maggioranza. C’è un modo singolare di interpretare i rapporti tra esecutivo e Consiglio. Se è questa la tendenza della nuova sinistra che avanza… auguri!»

L’aula ha quindi preso in esame l’emendamento n. 903 (Busia-Agus) che stanzia 200mila euro a favore dei comuni per la raccolta dei rifiuti abbandonati in aree di proprietà comunali. 

Il consigliere di Forza Italia Marco Tedde si è congratulato con i presentatori: «Così si fa, si individuano gli interessi generali e si fissano criteri obiettivi per la spendita dei soldi». Giudizio condiviso dal collega di partito Giuseppe Fasolino: «L’accoppiata Busia-Agus presenta emendamenti corretti. L’intervento di Pietro Pittalis questo voleva dire, non si mira ad accontentare un comune ma ad affrontare problemi che riguardano tutti. Anche un sindaco che non fa parte della maggioranza si sente rappresentato».

Annamaria Busia (Cp) ha ringraziato i colleghi: «Gli emendamenti sono proprio finalizzati a risolvere le problematiche dei comuni con modesti interventi di spesa. Prestate attenzione anche agli altri». L’emendamento, al quale si è aggiunta la firma del consigliere Paolo Dessi(Misto), è stato approvato all’unanimità.

Subito dopo sono stati respinti gli emendamenti n. 921, 925, 928, 929, 931, 932, 933, 934, 935, 966.

Sul n.971, il primo firmatario Marco Tedde ha nuovamente contestato la linea della maggioranza: «Questo emendamento sarà bocciato non perché riguarda Alghero ma perché proposto dalla minoranza. Se fosse stato presentato da un consigliere del centrosinistra avrebbe avuto altra sorte. Questo non è il modo di operare e di fare leggi. E’ un modo abnorme che impone una riflessione profonda. Se si operasse sempre così le finanze regionali sarebbero dissipate». Posto in votazione l’emendamento è stato bocciato.

Respinto anche il n. 973, mentre ha ottenuto voto favorevole l’emendamento della Giunta regionale 1005 che stanzia 300mila euro, per il triennio, per attivare un’assistenza tecnica finalizzata all’accelerazione dei processi di valutazione ambientale».

Via libera anche agli emendamenti 1012, 1024 e 1026 presentati sempre dalla giunta regionale. Il primo stanzia un milione e 260mila euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020 per la gestione delle discariche di rifiuti solidi urbani, il secondo invece prevede un finanziamento complessivo di 6 milioni di euro per l’interconnessione dei bacini idrografici e la riqualificazione delle reti di drenaggio in area urbana con priorità per le zone ad alto rischio idraulico; il terzo, infine, autorizza la spesa di 1,87 milioni di euro per mezzi e attrezzature da utilizzare per interventi di soccorso o ripristino ambientale.   

Bocciato il 1049, il presidente della commissione Bilancio ha invitato i presentatori a ritirare l’emendamento n.904.

La consigliera Annamaria Busia, firmataria dell’emendamento con il consigliere Francesco Agus, ha illustrato il contenuto della proposta: «L’obiettivo è la sicurezza e la pulizia delle spiagge. Ogni anno si verificano diverse tragedie in mare per mancanza di servizi di salvamento. C’è inoltre il problema di utilizzo della poseidonia. E’ un intervento importante per aiutare i comuni. Prima del ritiro chiedo di indicare una via alternativa».

D’accordo con la proposta si è espresso il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «E’ un emendamento interessante, legge nell’anima dei sindaci. Darebbe risposte a due problematiche: la rimozione della poseidonia che non può essere toccata ma nessuno dice cosa si deve fare. Per salvaguardare le spiagge ora diamo le risorse alle amministrazioni. Questo sarebbe un bel modo di dimostrare di essere una grande amministrazione regionale». Giuseppe Fasolino ha rivolto un plauso ai presentatori anche per la proposta sui servizi di salvamento a mare: «Finora si è trovato un escamotage con i cartelli, cosa diversa sarebbe se ci fossero bagnini in ogni spiaggia. Questo modo di lavorare deve essere alla base della finanziaria».

Marco Tedde (Forza Italia) dopo aver rinnovato i complimenti ai presentatori ha annunciato il suo voto favorevole: «L’emendamento ha una valenza oggettiva sia per gli interventi di salvamento che per la poseidonia. E’ un modo per stare vicino ai sindaci che non riescono ad assolvere ai propri compiti per mancanza di mezzi finanziari».

Franco Sabatini dopo aver annunciato all’aula la conferma dello stanziamento governativo a favore delle province di 125 milioni di euro per il triennio 2018-2020, ha avanzato la proposta di votare l’emendamento per parti: «Mettiamo 100mila euro a carico del fondo sul turismo per garantire le attività di informazione sulla tutela delle spiaggia – ha detto Sabatini – sugli altri due punti (salvamento a mare e poseidonia) prendiamo l’impegno ad intervenire nella prima variazione di bilancio utile. Il tema è concreto, tutti i paesi costieri hanno problemi quando ci sono le mareggiate».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha invocato un ragionamento più ampio. «E’ vero che i cetacei finiscono spesso sulle nostre spiagge. Siamo il terminale del santuario delle balene. Il Ministero dell’Ambiente deve considerare con più attenzione gli interventi straordinari della Regione per rimuovere i cetacei spiaggiati così come quelli per la rimozione della poseidonia. Siccome a noi impongono la tutela è giusto che il Ministero riconosca gli sforzi e destini risorse alla Sardegna».

Francesco Agus (Cp) si è detto d’accordo con la proposta di un voto per parti: « Per il primo e secondo punto dell’emendamento è opportuno un supplemento di attenzione. E’ urgente intervenire perché è tema centrale per la tutela delle spiagge. Serve una programmazione e una visione strategica. Si va verso un allungamento della stagione balneare, le nostre spiagge subiscono una pressione per più mesi all’anno. Da tempo  si riscontra un peggioramento dell’ecosistema marino dovuto alla presenza antropica e al prelievo non corretto della poseidonia».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) ha segnalato  all’assessore che la poseidonia rappresenta una risorsa per l’agricoltura: «E’ utile per la pacciamatura e come fertilizzante. Non si può però raccogliere e la Forestale crea problemi»

Stessa considerazione da parte di Fabrizio Anedda (Misto): «La poseidonia è una risorsa per l’agricoltura. Ci sono progetti per utilizzarla nelle serre. Il problema è che viene acquistata da chi la raccoglie nelle spiagge ma l’attività non è regolamentata». L’assessore Donatella Spano condividendo le valutazioni dell’aula si è detta disponibile a lavorare a una normativa ad hoc: «La problematica è importante. La poseidonia è un elemento distintivo per la conservazione della spiaggia. Occorre trovare un equilibrio tra conservazione e fruizione della spiaggia».

Messo in votazione per parti, sono state approvate le disposizioni del punto n. 3.

Annunciata la discussione sull’articolo 4 (disposizioni in materia di sostegno alle attività economiche) i gruppi di minoranza hanno comunicato il ritiro di una serie di emendamenti, a partire dal n. 170 fino al n. 550, e il presidente del Consiglio ha elencato tutte le proposte di modifica rimaste in votazione sulle quali il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd) ha espresso il parere di competenza. L’assessore Paci ha dichiarato parere conforme a quello del relatore ma ha precisato che per gli emendamenti riguardanti le guide turistiche e l’imprenditoria femminile deve “essere ricercata una più idonea formulazione”. Non essendoci iscritti a parlare nella discussione generale, il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’emendamento n. 93 (Comandini e più) che con il parere favorevole di commissione e Giunta è stato approvato dall’Aula ed incrementa da 300.000 euro a 500.000 euro il contributo per gli apicoltori.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi tolto la seduta e ha convocato il Consiglio domani alle 10.00.

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Il Consiglio regionale stamane ha approvato l’articolo 1 con il piano per il lavoro “LavoRas” della Manovra 2018-2020.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con gli emendamenti collegati all’art. 1 (Disposizioni in materia finanziaria e contabile) del Dl n. 455/A – Giunta regionale – Legge di stabilità 2018.

In apertura sono stati respinti numerosi emendamenti soppressivi presentati dalla minoranza e successivamente sono iniziate le dichiarazioni di voto sul testo dell’articolo.

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, ribadendo il voto contrario, ha detto che «speravamo che la finanziaria si potesse migliorare mentre invece, l’articolo rimane sterile; speriamo che non ci siano brutte notizie sugli accantonamenti ed auspichiamo che con gli emendamenti successivi si possa ancora migliorare il testo».

L’altro vice capogruppo Marco Tedde ha affermato che «la programmazione delle risorse comunitarie segna il passo e necessita di una decisa sterzata e sotto questo profilo il governo regionale deve mettersi le mani sulla coscienza, impegnandosi di più sulle cose concrete, evitando di fare annunci e verificando le strozzature dell’apparato burocratico»

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), contrario, ha sostenuto che «oltre alla programmazione delle risorse comunitarie c’è quella sugli accostamenti che si sta valutando con un po’ di sufficienza, stiamo mettendo a bilancio oltre 600 milioni ma in realtà lo Stato ce ne deve molti di più; su questo punto dovremmo tornare perché con una legge di stabilità sub iudice potrebbero verificarsi sgradevoli sorprese, mettendo a rischio l’impianto della legge di stabilità».

Il consigliere di Forza Italia Mariano Contu, contrario, ha messo l’accento sui 10 milioni stanziati attraverso l’Insar per la ricollocazione numerosi soggetti espulsi dal mondo del lavoro dopo la chiusura delle imprese. In passato, ha ricordato, «il percorso ha richiesto non meno di 3 anni ed è evidente che certi meccanismi devono essere accuratamente verificati e non riproposti tali e quali».

Sempre per Forza Italia il consigliere Edoardo Tocco ha osservato che «occorre evitare che molti fondi comunitari tornino al mittente, i problemi non sono stati risolti, bisogna fare di più e rispoindere concretamente alle tante aspettative dei sardi».

Il consigliere dell’Udc Peppino Pinna, contrario, ha evidenziato ancora una volta la criticità del sistema dei trasporti, che «si rivela incapace di garantire una accettabile mobilità ai sardi, mentre a fronte di stanziamenti ingenti della Regione lo Stato aumenta i costi per i passeggeri; è urgente ridefinire la questione della continuità e riorganizzare il sistema per lo sviluppo della Sardegna».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis ha detto che «con gli emendamenti aggiuntivi e soprattutto con gli interventi in materia di lavoro si vedrà se davvero nella manovra c’è qualcosa di buono per i sardi; in questo momento più che quanto si può spendere sono importanti selezione e qualità della spesa». Abbiamo avuto interlocuzioni con la maggioranza, ha concluso, «e ci aspettiamo un approccio diverso e migliore».

Il capogruppo Pietro Pittalis ha ribadito la posizione contraria del gruppo al provvedimento nel suo complesso, «non rispondente alle reali esigenze dei sardi di fronte alle quali a nostro giudizio la maggioranza continua a navigare a vista». Sul lavoro, ha aggiunto, «bisogna capire se il testo è solo della Giunta o ad esso hanno contribuito anche le forze del centro-sinistra perché, in caso affermativo, non si capisce come possa essere sottoscritto un progetto di aria fritta».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha dichiarato che «le politiche economiche delle ultime anni hanno puntato al rafforzamento delle capacità imprenditoriali ma i risultati, a cominciare dal Piano Sulcis, non sono stati all’altezza delle aspettative a causa di insopportabili ritardi burocratici». La finanziaria, a suo avviso, «sotto questo profilo è poco vigorosa e poco innovativa, con un impianto condizionato dalla spesa sanitaria e dall’assistenzialismo, senza azioni davvero incisive, appesantita da troppa spesa corrente»

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco ha detto che «non vogliamo prendere in giro nessuno, crediamo molto in questo Patto per il lavoro e su risorse che dovrebbero essere destinati a molti sardi rimasti esclusi dalle opportunità di occupazione; chiediamo però garanzie perché vogliamo, a fronte di una aspettativa forte, che le risorse disponibili siano spese in modo rapido ed efficace»

Il consigliere Francesco Agus (Misto-Campo progressista), soffermandosi sul progetto LavoRas ha affermato di non credere nei miracoli «ma in un utilizzo migliore di risorse che già facevano parte della programmazione regionale, capace di organizzare meglio la spesa con una cabina di regia efficiente; questa visione è mancata negli anni passati spesso con risultati molti negativi, fra i fondi riprogrammati ci sono quelli Insar ed anche questa è una buona notizia per i disoccupati sardi».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha ribadito la posizione contraria del suo gruppo sulla manovra, sottolineando che «l’obiettivo comune del progetto sul lavoro deve appartenere all’intero Consiglio, per cui molti fondi si potevano convogliare nel Fondo unico per gli Enti locali, dato che i Comuni già svolgono alcune funzioni contenute nel progetto a favore della fasce più marginali della società sarda».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha messo l’accento sul progetto-lavoro, giustamente «al centro dell’attenzione perché pilastro portante della manovra perchè agisce sul contingente e sulle prospettive, facendosi carico di una sofferenza di diffusa e migliorando anche alcune misure di flex-security che non hanno dato i risultati sperati». Soprattutto nella catena di governo della spesa, ha sostenuto, «noi riteniamo che al vertice di debba essere una figura commissariale, proposta che ci riserviamo si dettagliare meglio in seguito».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione il testo dell’articolo che il Consiglio ha approvato con 27 voti favorevoli e 18 contrari.

L’aula è poi passata all’esame dell’emendamento 813 (Dedoni e più) che ripropone la storica battaglia dei Riformatori sulle accise (la previsione, tra le entrate spettanti alla Regione, delle imposte di fabbricazione sui prodotti generate in Sardegna anche se riscosse nel restante territorio dello Stato).

Secondo Michele Cossa «la rinuncia della Regione a questa partita è stato un errore. La Corte Costituzionale ha avuto un atteggiamento diverso nei nostri riguardi rispetto alla Sicilia. C’erano i margini per difendere la Sardegna – ha affermato Michele Cossa – oggi riproponiamo questo tema, consapevoli che si tratta di una forzatura. La Sardegna sconta un handicap naturale rappresentato dall’insularità, lo Stato deve riconoscerlo».

A favore della proposta si è schierato Mariano Contu (Forza Italia): «E’ un argomento importante e lo sosteniamo – ha detto Mariano Contu – per questo, insieme al collega Truzzu, abbiamo presentato un altro emendamento su un tema specifico: la tassazione delle birre artigianali prodotte in Sardegna».

Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi e primo firmatario dell’emendamento,  ha ribadito la necessita di reperire nuove risorse per finanziare le politiche del lavoro e dello sviluppo: «La Giunta sa che ci mancano danari, le risorse stanziate per il Piano del Lavoro arrivano da altri capitoli, non si tratta di fondi aggiuntivi. Servono altre finanze, per questo è necessario ricercare altre fonti di finanziamento. L’accordo Prodi-Soru prevedeva un miliardo e 700milioni di euro all’anno per la Sardegna. Quanti ne abbiamo incassati? C’è un arretrato ingente. Di queste risorse la Sardegna ha un bisogno vitale. Fate un tentativo, inserite questo emendamento».

Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha evidenziato il senso della battaglia sulle accise iniziata dal suo partito nel 2013: «Non è solo una questione ideale, le ragioni di questa battaglia sono anche economiche – ha affermato Luigi Crisponi – vogliamo rilanciare un tema importante e profondo che permetterebbe di realizzare i diritti dei cittadini sardi. Le accise devono essere riconosciute per sistemare un deficit del territorio e compensare i danni ambientali causati dalla presenza dell’industria petrolifera in Sardegna».

Marco Tedde (Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha invitato l’Aula a sostenere la proposta: «La battaglia sulle accise è giusta e va sostenuta da tutti. Va fatto un braccio di ferro con lo Stato che si tiene 674 milioni all’anno,  la vittoria di questa battaglia ci consentirebbe di incassare un miliardo di euro. Lo Stato non riconosce le accise ma le interpreta come imposte di consumo. E’ un errore, un atto odioso e doloso. Questo atteggiamento crea alla Sardegna dei danni incommensurabili».

Voto favorevole ha annunciato anche Gennaro Fuoco (FdI): «E’ una battaglia di correttezza anche nei confronti dello Stato. C’è stato un trattamento diverso per la Sicilia dove sono state riconosciute condizioni migliori sulla distribuzione delle accise – ha detto Gennaro Fuoco – non si possono tollerare comportamenti diversi nei confronti di territori che hanno problemi simili come lo svantaggio dell’insularità e la mancanza di lavoro».

Giudizio condiviso da Paolo Truzzu (FdI): «Bisogna credere in questa battaglia – ha affermato Truzzu – è una strada assolutamente percorribile. La cifra potenziale da incamerare è di circa un miliardo, consentirebbe di garantire alcune soluzioni al problema del territorio. In questi anni ci siamo resi conto come sia difficile sostenere le politiche di sviluppo.  I soldi delle accise libererebbero altre risorse e, per esempio, permetterebbero di azzerare l’Irap. E’ una sfida che va colta. Su questo tema ho presentato un emendamento a favore dei birrifici regionali che consentirebbe loro di recuperare l’accise pagata allo Stato».

Messo in votazione l’emendamento 813 è stato respinto con 24 voti contrari e 17 favorevoli .

Successivamente è stato annunciato il ritiro dell’emendamento n. 887 (Busia) mentre sul 1029 (Congiu e più) è arrivato un invito al ritiro da parte della Commissione e della Giunta. 

L’Aula è quindi passata all’esame del 1052. Stefano Tunis (Forza Italia) ha illustrato i contenuti della proposta: «L’obiettivo è quello di intervenire nei confronti di quelle risorse umane che potrebbero subire gli effetti negativi di una profonda automazione delle aziende. Molte figure professionali potrebbero essere messe in seria difficoltà. Noi chiediamo che la Regione partecipi ai progetti di welfare aziendali integrando gli ammortizzatori sociali o partecipando alla formazione». Tunis ha quindi manifestato la disponibilità al ritiro dell’emendamento e ne ha proposto uno orale al 1027 che prevede un fondo di 500mila, nell’ambito delle risorse assegnate all’Aspal, destinato ai progetti di welfare aziendale all’interno della contrattazione di secondo livello.

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci ha espresso parere favorevole: «I progetti di welfare aziendali sono una tematica importante. Per questo propongo un ulteriore emendamento orale per la costituzione di un apposito osservatorio con la partecipazione delle organizzazioni sindacali. Vogliamo che ci sia il coinvolgimento di tutti sull’andamento del Piano del lavoro»

Non essendoci obiezioni, i due emendamenti orali sono stati acquisiti.

Subito dopo il consigliere Stefano Tunis ha annunciato il ritiro dell’emendamento 1052 e la disponibilità a ritirare anche il 1053 a fronte di un impegno della Giunta per investire sul digitale.

L’assessore Raffaele Paci si è detto favorevole: «Siamo interessati a sviluppare qualunque forma di incentivazione al lavoro. Il digitale, sul quale stiamo investendo molto, rientra in quest’ottica». L’emendamento 1053 è stato quindi ritirato.

Paolo Truzzu (FdI) ha poi illustrato l’emendamento 1054. «Non ha un impatto finanziario – ha affermato – mira a trovare soluzioni per persone inoccupate di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Finora la legislazione nazionale e regionale ha previsto bonus per il lavoro fino ai 29 anni. C’è una categoria di persone esclusa dagli incentivi in conto occupazione. E’ opportuno un ragionamento su questa fascia di persone nel Piano del lavoro».

Favorevoli anche il consigliere di FdI, Gennaro Fuoco («E’ una misura che favorirebbe anche i soggetti espulsi dal mercato del lavoro») e Luigi Crisponi dei Riformatori («Un segnale bipartisan sarebbe accolto con favore da lavoratori e imprese»).

L’assessore Raffaele Paci ha espresso parere favorevole: «E’ una proposta condivisibile, come le altre presentata da Truzzu sul lavoro delle donne e su quello degli over 50. Tutte queste categorie saranno prese in esame all’interno del Piano del lavoro. Sono però contrario alla presentazione di emendamenti ad hoc. Saranno previste misure specifiche per tutti quanti. Per questo invito i presentatori a ritirarli». Richiesta accolta dal consigliere Paolo Truzzu che ha ritirato gli  emendamenti 1054 e 1055.

Sul 1056 Paolo Truzzu ha invece voluto spiegare il senso della sua proposta: «E’ un emendamento che punta alla ripresa dell’incremento demografico. Prevede un bonus per chi assume donne con figli di età inferiore a 15 mesi. Chi ha figli piccoli viene sistematicamente escluso dal mercato del lavoro. Dobbiamo cambiare questa logica per due motivi: incrementare il lavoro femminile e allo stesso tempo la natalità. Serve una svolta culturale, rimettiamo le famiglie al centro delle politiche per il lavoro. Diventare mamma non deve essere una condanna, è un investimento per la comunità».

Stessa considerazione da parte di Gennaro Fuoco (FdI): «La Regione ha necessità di intervenire perché su questo fronte non interviene lo Stato. Un pronunciamento dell’Assemblea sarebbe importante per fissare un principio».

D’accordo anche Annamaria Busia (Campo progressista): «E’ un tema importantissimo – ha detto Busia – gli ultimi dati dimostrano che la Sardegna è il fanalino di coda, l’occupazione femminile  è al 48,9% contro la media europea del 72,5. Le poche donne che fanno figli battono in ritirata Altro dato allarmante: nel 2016, il 78% delle richieste di dimissioni ha riguardato lavoratrici madri per l’impossibilità di conciliare il lavoro con la famiglia. Mi aspetto risposte da parte della Giunta, si prenda atto di una situazione gravissima».

L’assessore Raffaele Paci, dopo aver riconosciuto “la grande importanza del tema” e ricordato che per le politiche di conciliazione sono disponibili oltre 22 milioni di euro di fondi Fse e Fsc, ha preso l’impegno per una previsione specifica nel Piano del Lavoro invitando i presentatori a ritirare l’emendamento.

Paolo Truzzu, nell’annunciare il ritiro dell’emendamento, ha offerto la sua disponibilità a collaborare per l’attivazione delle misure a favore delle donne madri: «Se riusciamo ad avviare questo processo creiamo un volano positivo. Lo stipendio alle donne consentirà di mandare il bambino alla scuola materna garantendo lavoro alle maestre. E’ un investimento a lungo termine».

L’Aula ha poi affrontato l’emendamento di maggioranza 1057 (Pietro Cocco e più), che prevede otto milioni di euro per incentivare le ristrutturazioni dell’edilizia privata nell’ambito del Piano Sulcis. Il primo firmatario ha detto: “Si tratta di incentivi addizionali a quelli fiscali esistenti e in questo modo si potranno generare un volume di lavoro di 40 milioni di euro”.

Per l’on. Giuseppe Fasolino (FI) “sarebbe opportuno che l’edilizia in generale, e non solo nel Sulcis, fosse intesa come una risorse per l’economia della Sardegna. Aspetto che discutiamo di urbanistica, a questo punto”.

Secondo l’on. Michele Cossa (Riformatori) “l’emendamento introduce un elemento interessante nella politica regionale, il sostegno diretto all’edilizia dei privati in una zona particolare della Sardegna. Mi chiedo se questo intervento non sia un po’ strano e discutibile, sarebbe meglio destinare le risorse a incrementare il fondo di rotazione dei mutui della Regione. Su questo vorrei anche sentire l’opinione dell’assessore”.

Della stessa opinione l’on.Luigi Crisponi (Riformatori), che si è detto “preoccupato che fondi destinati alle filiere produttive possano venire politicamente distratti, consentitemi il termine, verso l’edilizia privata. Mi sembra francamente difficile che un emendamento alla Finanziaria possa permettere tutto questo. Ci vorrebbe un approfondimento per capire la reale portata di questa norma”.

Per l’Udc ha parlato l’on. Gianluigi Rubiu, che ha detto: “Questo emendamento certifica se ce ne fosse bisogno il fallimento del Piano Sulcis, che a distanza di sette anni dall’approvazione del patto col Governo, stiamo rimodulando denari non spesi. Ma come mai ci sono denari non spesi nonostante il Sulcis sia un’area martoriata? Questi soldi dovrebbero rimanere vincolati al settore per il quale sono stati stanziati”.

L’on. Paolo Truzzu (Sardegna) “non è chiaro perché sia legittimo sostenere l’edilizia privata del Sulcis e non si possa fare altrettanto altrove. E mi preoccupa anche il trasferimento di risorse che avevano un’altra destinazione, non quella di risanare l’edilizia privata dei centri storici”. Perplesso anche l’on. Gennaro Fuoco (Sardegna), che ha ricordato: “Ciò che genera ricchezza in un territorio è la produzione e dunque le filiere produttive. Il nostro compito non è dare contributi a un determinato territorio invece che a un altro”.

Contrario all’emendamento anche l’on. Marco Tedde (FI): “Certo che l’edilizia è importante per la Sardegna, il nostro piano casa ha prodotto 46 mila pratiche. Ma non è questo il modo di affrontarlo, soprattutto in assenza di una legge urbanistica che, nonostante le vostre promesse, non riuscite a portare in aula. Il vostro emendamento introduce un meccanismo pericoloso”.

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az), «prima di attuare misure come queste, che certificano il fallimento del Piano Sulcis, bisognerebbe uscire dall’assistenzialismo che riguarda il Sulcis come Ottana».

Meravigliato l’on. Giorgio Oppi (Udc): “E’ capitato anche altre volte di dare contributi straordinari, a Sassari come a Iglesias. Ma il fatto che non si riesca a spendere le risorse finanziarie la dice lunga. E sono contrario anche alle fotografie, come quella scritta in questo emendamento”. Contrario anche l‘on. Fabrizio Anedda, che ha puntato il dito contro gli sprechi del Piano Sulcis mentre l’on. Pietro Pittalis (FI) ha affermato “dubbi sull’ammissibilità dell’emendamento: non è possibile modificare unilateralmente un patto, senza che sia stata negoziata la modifica del patto, nemmeno con le organizzazioni sindacali. Non tutto è consentito ed ammesso: se passa questa logica ogni patto è scardinabile. Cosa ne pensa il presidente Tore Cherchi? Lo avete interpellato?”.

Anche l’on. Francesco Agus (Cp) ha sollevato perplessità: “Gli interventi di ristrutturazione hanno un effetto volano, se compiuti nel rispetto dei contesti. Ma questo emendamento mi lascia molti dubbi e suggerisco il ritiro dell’emendamento”.

Per l’on. Luca Pizzuto (Sinistra) “i fondi possono essere utilizzati perché ci sono state interlocuzioni ed è stato concordato con le organizzazioni di categoria. La non approvazione di questo emendamento manda invece in perenzione i fondi del Piano Sulcis: chi vota contro questa norma fa perdere otto milioni a quelle categorie”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione l’emendamento 1057 ma l’on. Pietro Pittalis (FI) ha ribadito la richiesta di un parere circa l’ammissibilità dell’emendamento “visto che si interferisce su materia pattizia”.  L’on. Crisponi (Riformatori sardi) ha chiesto all’assessore Raffaele Paci se “tutti gli attori istituzionali siano stati sentiti per questa diversa destinazione dei fondi non spesi”. L’on. Alessandra Zedda (FI) ha sollecitato ancora un volta il ritiro dell’emendamento: “Se vi fermate a pensare a chi devono andare davvero i sostegni del Patto Sulcis dovete ritirare questo emendamento”.

L’emendamento 1057 è stato approvato con 24 voti a favore e 15 contrari.

Ritirati, invece, gli emendamenti 1058 (Pietro Cocco) e 1029 (Congiu).

Sull’emendamento 1027 “programma integrato plurifondo per il lavoro LavoRas” della Giunta regionale l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha proposto un emendamento orale che è stato accolto.

L’on. Pietro Pittalis (FI) ha chiesto la votazione per parti, dal punto 1 al punto 3, poi il 3 bis con il 3 ter.

Il presidente della Commissione, Franco Sabatini, parlando della norma in discussione ha detto: “Qui ci sono 100 milioni di risorse riprogrammate per le politiche del lavoro. E altri 27 milioni già programmati che nessuno intende toccare. Dunque, si tratta di un provvedimento che ci rende orgogliosi e che andremo a presentare in tutta la Sardegna. Dopo la Finanziaria avremo 30 giorni per confrontarci e attivare politiche che aggancino la ripresa”.

Il capogruppo di Forza Italia ha replicato: “Per le stesse ragioni, invece, noi andremo in giro in Sardegna a spiegare che avete creato false aspettative in chi attende di trovare un lavoro. Per il resto si tratta di risorse già programmate: non state aggiungendo nulla, non sono risorse aggiuntive. Questo è il gioco delle tre carte”.

L’on. Paolo Truzzu (Sardegna) ha detto: “Le cose che ho appena sentito dalla maggioranza mi hanno fatto pentire di aver ritirato una serie di emendamenti. Tutti siamo d’accordo per incentivare l’occupazione ma come si crea e come si racconta fa la differenza”.

Per il Pd ha preso la parola il capogruppo, Pietro Cocco: “Abbiamo dettagliato il nostro piano e l’alternativa e far cadere tutte le risorse, perdere quei denari e perdere il Piano per il lavoro che abbiamo elaborato per questo anno e per gli anni a venire. Prendiamo atto che la minoranza è contraria a mettere 128 milioni di euro in Sardegna”.

Michele Cossa (Riformatori sardi) ha dichiarato voto contrario: «L’emendamento propone misure di carattere assistenziale come è tradizione del centrosinistra». L’esponente della minoranza ha auspicato politiche con ricadute occupazionali “durature e positive”. Fabrizio Anedda (Misto) ha annunciato voto a favore e confermato piena fiducia al presidente della Regione, invitandolo però a scongiurare il rischio di interventi assistenzialistici. Il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino, ha rimarcato che il piano “LavoRas” prevede l’impiego di risorse già destinate in precedenza per il lavoro “e che quindi non sono state spese”. «È fondamentale – ha concluso l’esponete della minoranza – investire questi fondi per creare posti di lavoro “veri” e non impiegarli per fare assistenzialismo».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) si è detto convintamente a favore dell’emendamento presentato dalla Giunta («diamo risposte a migliaia di disoccupati») ed ha così concluso il suo intervento: «È una misura importante e l’opposizione si ravveda, dimostri di essere più comunista di noi». Annamaria Busia (Misto-Cd) non ha nascosto alcune perplessità sulla proposta emendativa dell’esecutivo ma ha annunciato voto a favore: «Non posso votare contro un emendamento che ha come obiettivo il riconoscimento del diritto al lavoro».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni ha annunciato voto contrario: «Ma nessuno di noi è contrario ad un piano per il lavoro, vogliamo un piano serio del lavoro che porti reale occupazione con lo stanziamento di ulteriori cento milioni di euro». Il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu (Pds) ha dichiarato voto favorevole e compiacimento per il dibattito sviluppatosi in Aula sul tema del lavoro («è il riconoscimento che è il pilastro fondante della nostra finanziaria») ed ha anche mostrato apprezzamento per la volontà della minoranza di procedere con la votazione per parti. Mariano Contu (Fi) si è detto contrario ed ha accusato la maggioranza di centrosinistra “di discutere di minuzie” e di avere commissariato, nei fatti, l’assessore regionale del Lavoro.

Posto in votazione per parti, (dal comma 1.3 e successivamente commi 3bis e 3 ter) l’emendamento 1027 è stato approvato (28 favorevoli e 16 contrari per la prima parte e 41 favorevoli su 41 votanti la seconda parte). La minoranza ha votato a favore sia alle modifiche introdotte dalla proposta del consigliere Tunis (Fi) e che riguardano la finalizzazione di una parte delle risorse per l’economia digitale, sia a quelle avanzate dal capogruppo del Partito dei sardi, Gianfranco Congiu, che introducono il principio della cosiddetta “perequazione” per le zone maggiormente svantaggiate.

In sintesi, con l’emendamento 1027 e le successive modificazioni introdotte, il Consiglio ha approvato il piano per il lavoro “LavoRas” che per il 2018 ha uno stanziamento di 127.960.000 euro mentre per il 2019 e 2020 le risorse sono pari a 70.110.000 euro\anno. Tali fondi (regionali, statali e comunitari) sono dedicati “all’incremento e alla salvaguardia dei livelli occupazionali attraverso politiche di attivazione, conciliazione, incentivazione e altre misure di rafforzamento dell’occupabilità”.  L’emendamento prevede inoltre che “la Giunta, entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge, su proposta della cabina di regia della programmazione unitaria, previo pare delle commissioni consiliari, approva gli ambiti di intervento e le modalità organizzative del programma integrato plurifondo e le conseguenti variazioni di bilancio”.

A conclusione della votazione il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha tolto la seduta ed ha convocato l’Aula per martedì 19 dicembre alle 10.00.

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Il Consiglio regionale ha esaminato questo pomeriggio gli emendamenti all’articolo 1 della Manovra Finanziaria.

Sull’emendamento 105 l’on. Edoardo Tocco (FI) ha annunciato il voto favorevole e ha detto: «Non c’era fretta di approvare a tappe forzate questa manovra, sarebbe stato opportuno dare più tempo alla commissione».

Sempre per Forza Italia l’on. Marco Tedde ha ribadito: «Il giudizio sulla manovra è sempre più negativo, visto che in commissione avete appena approvato gli emendamenti mancetta, le cosiddette marchette pre elettorali. Molte delle quali pesantissime e gridano vendetta. Vi abbiamo chiesto di valutare le esigenze dei Comuni e ve lo ha chiesto il Cal: voi avete speso 40 milioni di euro in mancette».

L’on. Giuseppe Fasolino (FI) ha detto: «Non voglio credere alle mancette elettorali né ai contributi solo per certi territori. Ma è la finanziaria tutta che è sbagliata e il Cal vi sta dicendo come devono essere spese queste risorse negli enti locali».

Per l’on. Paolo Truzzu (Sardegna), invece, «si è persa l’occasione di sfruttare al meglio questa finanziaria e invece ancora una volta vi state attivando su una distribuzione a pioggia e a soddisfare interessi particolari. Lo abbiamo visto anche questo pomeriggio in commissione: persino emendamenti importanti della maggioranza sono stati respinti». 

Anche l’on. Mariano Contu (FI) ha criticato il provvedimento ed ha citato il primo intervento di Gavino Carta, nuovo segretario regionale della Cisl, secondo cui «la massa manovrabile del bilancio è bassa a causa dei costi obbligati della sanità». Secondo l’on. Mariano Contu «l’importante è anche mettere a disposizione in fretta le risorse stanziate per il piano del lavoro, perché i sardi hanno bisogno di interventi duraturi ma anche rapidi».

Per l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) «il voto all’emendamento 105 sarà favorevole perché questa manovra ha una visione distorta della realtà e non centra il vero obiettivo: cioè il lavoro, che è la madre di tutti i problemi della Sardegna. Questa maggioranza è troppo lontana dai problemi della gente».

L’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha esordito così: «Sembra che il centrosinistra abbia una sorta di psicosi per le elezioni. E’ meglio se invece le si affronta con calma, evitando le mancette da elezioni e l’ansia di arrivare a marzo prossimo temendo di presentarsi in braghe di tela. State evitando di andare a una discussione franca e serena con l’opposizione».

Sempre per i Riformatori l’on. Cossa ha annunciato il voto favorevole alla soppressione dell’articolo 1 e ha denunciato il rischio di un blocco dei voli aerei su Cagliari e della stagione turistica 2018.

Per il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, «si stanno destinando risorse del bilancio ordinario per il cofinanziamento di programmi dell’Unione europea ma se fossi in un consigliere regionale del centrosinistra mi preoccuperei del tipo di delega che state dando all’assessore alla Programmazione, senza che il Consiglio regionale possa esercitare il controllo».

Sullo stesso argomento ha preso la parola l’on. Angelo Carta (Psd’az) che ha illustrato i dati di questa partita finanziaria in capo all’assessore al Bilancio: «Dell’efficacia di questi fondi ha parlato questa mattina l’assessore Paci, rilevando che soltanto la metà delle somme impegnate in passato è stata spesa».

Per l’on. Stefano Tunis (FI) «sarebbe bello sentire l’assessore Raffaele Paci spiegarci com’è andata sino a oggi la spesa dei fondi comunitari», mentre per l’on. Attilio Dedoni «non si capisce perché il Consiglio regionale non debba occuparsi della programmazione dei fondi, posto che la gestione in capo alla giunta e alla burocrazia regionale ha mostrato soltanto ritardi della spesa. E in agricoltura ne sanno qualcosa di  erogazioni ritardate».

L’emendamento 105 è stato respinto.

Sull’emendamento 106 il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, ha chiesto al presidente Gianfranco Ganau: «Approvando la disposizione stiamo approvando anche le tabelle A, B e C: è corretto? Non verranno dunque modificate successivamente le tabelle?».

Il presidente Gianfranco Ganau ha risposto: «Le tabelle si votano a parte e sono emendabili. Dunque, nulla osta ora alla discussione dell’articolo e dei suoi commi».

Per l’on. Edoardo Tocco (FI) «è necessario che la Giunta si faccia dare dallo Stato e dal Governo quel che è dei sardi» mentre per l’on. Giuseppe Fasolino (FI) «viene quasi la voglia di fare ostruzionismo a questa finanziaria davanti al vostro menefreghismo. Avete una fretta assurda: state gestendo i soldi dei sardi. Riportate in commissione la manovra».

Anche l’on. Marco Tedde (FI) ha stigmatizzato «il silenzio plastico della maggioranza e non riusciamo a capire se voi della maggioranza non avete argomenti o se siete satolli dopo aver lanciato la rete e pescato tanti emendamenti».

Sull’ordine dei lavori l’on. Luca Pizzuto (Sinistra) ha detto: «Lo straordinario riavvio dello stabilimento Alcoa, sancito oggi dal governo, è un risultato straordinario e insperato. Per questo esprimo la mia gioia per questo e chiedo al presidente di informare l’Aula su questo».  

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis ha replicato al consigliere Luca Pizzutto (Art.1-Sdp) “il risultato di cui di compiace non è in ogni caso una sua vittoria ma di tutti coloro che si sono impegnati nella vertenza Alcoa”. Pittalis ha inoltre escluso intenti ostruzionistici da parte della minoranza ed ha rilanciato l’accusa all’onorevole Pizzutto: «Di fatto introducendo un argomento diverso dalla finanziaria cerca di provocando una serie di interventi fuori tema». Il consigliere di Fi, Stefano Tunis, ha invitato il presidente della Giunta a riferire sulle eventuali novità sulla vicenda Alcoa.

Il presidente Francesco Pigliaru ha raccolto l’invito ed ha spiegato che si registrano positivi passi in avanti per la definizione della vertenza e che “si è dinanzi ad una prospettiva più positiva di quella trovata quattro anni fa”. Il presidente ha quindi informato l’Aula che è in programma una deliberazione apposita della Giunta in vista di un accordo di programma.

Il consigliere Tunis ha quindi ringraziato il presidente Francesco Pigliaru ed ha affermato: «Ringrazio per la precisazione che di fatto smentisce le dichiarazioni dell’onorevole Luca Pizzuto sulla riapertura della fabbrica dell’Alcoa a Portovesme».

Il capogruppo di Forza Italia, Pittalis, è ritornato sul secondo comma dell’articolo 1 e sulle tabelle a,b, e c ed ha evidenziato l’esiguità dei fondi a disposizione per l’edilizia abitativa: «Stanziate solo 8 milioni di euro contro uno stanziamento storico di oltre 20 milioni di euro».

Il capogruppo di “Sardegna”, Paolo Truzzu, ha dichiarato voto a favore dell’emendamento ed ha espresso solidarietà al sindaco di Desulo nei confronti del quale è stata richiesta una condanna di sei mesi per al nota vicenda del pascolo brado nella lotta contro la peste suina.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha dichiarato voto favorevole ed ha confermato la volontà di “entrare nel vivo della manovra”. «Non puntiamo a rallentare i lavori – ha affermato l’esponente della minoranza  ma cercare di comprendere a fondo la finanziaria che la maggioranza ha esaminato per conto proprio».

Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha dichiarato voto ed ha segnalato alcuni voci delle tabelle a, b, e c, per evidenziarne l’esiguità delle risorse: «Cito ad esempio il capitolo relativo ai passeggeri non residenti delle isole minori e lo zero nelle risorse destinate alla fetopatia alcolica per la quale è stata approvata un’apposita legge in questa legislatura». A giudizio di Michele Cossa sono modesti anche gli stanziamenti per il servizio radiotelevisivo e i programmi in lingua sarda.

Posto in votazione l’emendamento 106=305=684 non è stato approvato con 28 contrari e 16 favorevoli.

Annunciata la votazione dell’emendamento sostitutivo parziale n. 206 è intervenuto il consigliere Marco Tedde (Fi) per mettere l’accento sulla questione della programmazione ricordando le critica in proposito rivolte anche dal Cal. L’esponente della minoranza ha denunciato inoltre “l’inserimento di risorse senza specifica destinazione”. «È inconcepibile – ha concluso Marco Tedde – che mettiate da parte 40 milioni in un portafoglio senza che si sappia cosa volete farne». A favore dell’emendamento anche Alessandra Zedda (Fi) che ha chiesto all’assessore paci di indicare “almeno una delle opere realizzate con il muto da 700 milioni contratto in avvio di Legislatura per le opere pubbliche”. Mariano Contu (Fi) ha dichiarato voto favorevole ed ha lamentato il ritardo nella spendita e nella programmazione dei fondi europei. Stessa posizione è stata espressa dal capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, che ha stigmatizzato la lentezza nei processi di spesa e l’assenza di un efficace crono programma degli interventi. Paolo Truzzu (Sardegna) ha insistito sulla quantità e sulla qualità della spesa delle risorse comunitarie ed ha auspicato maggiore collaborazione tra le amministrazioni pubbliche, la Regione e gli Enti locali. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha spiegato che l’emendamento riporta ad una cabina di regia regionale la programmazione dei fondi ed ha affermato: «Continuiamo a lamentarci dell’Europa dei burocrati senza però che rispetto a questo stato di cose ci sia un atteggiamento reattivo della classe politica sarda». A favore, anche Luigi Crisponi (Riformatori): «L’emendamento merita l’attenzione di tutto il Consiglio perché vuole riscrivere l’utilizzo dei fondi comunitari per una migliore spesa». Angelo Carta (capogruppo Psd’Az) ha rimarcato l’importanza del comma 2 («introduce un argomento importante, i fondi europei e il rapporto tra la Sardegna e l’Europa») ed ha sottolineato la spesa record che in agricoltura vanta la Regione Veneto per confrontarla con quella assai più ridotta della Sardegna.

Il consigliere Michele Cossa, dei Riformatori, ha messo in evidenza che «c’è un problema enorme nei processi di spesa per l’agricoltura perché da anni si verifica che, dopo la pubblicazione dei bandi, le pratiche si ingolfano e non si riesce ed erogare le risorse, col risultato che in alcuni anni non arriva un euro e in altri si accelera moltissimo».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha ricordato che «l’opposizione ha rivolto alla finanziaria una serie di critiche soprattutto sulla destinazione di 40 milioni definiti da qualcuno mancette, ma al di là delle definizioni è comunque preoccupante che le risorse siano distribuite a seconda delle indicazioni di alcuni consiglieri di maggioranza; lo stesso Cal ha suggerito la distribuzione di queste risorse per aree strategiche e noi condividiamo questa impostazione seria, privilegiando le aree della Sardegna più in sofferenza».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, riprendendo il tema sollevato dal collega Pittalis di certi comportamenti istituzionalmente non corretti, ha criticato «l’eccessivo accentramento delle procedure presso l’assessorato della Programmazione e la marginalizzazione del Consiglio, un modo di procedere che va assolutamente modificato».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha affermato che «il sistema della programmazione va decisamente snellito e semplificato istituendo per esempio uno sportello per le imprese all’interno dell’assessorato, soprattutto per le pratiche che riguardano l’agricoltura, in modo da assicurare la migliore spesa dei fondi ed un impatto positivo sul sistema regionale».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra sarda) ha detto fra l’altro che «parlando di marchette indubbiamente ci sono alcuni maestri». Nel merito della proposta, ha sostenuto che «il problema non è tanto l’accentramento presso l’assessorato della Programmazione quanto che le risorse siano destinate realmente allo sviluppo ed all’occupazione».

Messo ai voti l’emendamento è stato respinto.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’emendamento n. 439.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, sempre in tema di programmazione, ha sostenuto che «nella manovra emerge l’aumento delle entrate tributarie per circa 120 milioni di euro e riteniamo, a differenza della maggioranza, che una parte di questi fondi debbano andare ad aumentare la dotazione del Fondo unico degli Enti locali».

Sempre per Forza Italia il consigliere Giuseppe Fasolino ha messo in luce l’importanza dell’efficacia della spesa regionale «perché, nel sistema attuale, le risorse non arrivano a destinazione o arrivano molto tardi con risultati del tutto negativi per la comunità e soprattutto per le fasce più deboli; c’è un deficit della programmazione sul quale occorre intervenire altrimenti i fondi finiranno nelle aree più forti».

Ancora per Forza Italia, il consigliere Mariano Contu ha lamentato che «nell’ambito del Fondo sociale europeo, con una dotazione di 444 milioni di euro, è stato programmato solo il 65% ma non si capisce quanto effettivamente sia stato speso né si conoscono i risultati ottenuti con le risorse assegnate; anzi l’esperienza insegna che questi fondi potrebbero essere un bluff».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha messo l’accento sul fatto che «non si possono migliorare le procedure di spesa con inutili appesantimenti burocratici, i progetti sono coperti da risorse regionali e nazionali che però non arrivano a destinazione determinando una attesa che in alcuni casi dura anche tre o quattro anni, un periodo nel quale molte aziende spariscono addirittura dal mercato».

Il consigliere Edoardo Tocco, di Forza Italia ha ricordato che «purtroppo di risorse non spese la Sardegna è piena anche quando certi progetti dovrebbero avere priorità come nel caso del programma Garanzia giovani, o quando iniziative di formazione come quelle per alcune professioni sanitarie si rivelano inutili perché non garantiscono sbocchi occupazionali».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha ricordato che «il raffronto con le altre Regioni dell’Unione europea è impietoso per la Sardegna che le ultime rivelazioni segnalano nelle ultime posizioni ed in ulteriore arretramento; il tema della velocità della spesa è quindi centrale ma, nella manovra, è stato ignorato e sottovalutato questo fondamentale punto di debolezza del sistema regionale».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha detto che «l’emendamento cerca di aggredire il nervo scoperto della programmazione europea, certamente meno efficace rispetto al recente passato; ciò dipende dalla debolezza dei progetti e dalla loro distanza dalle reali esigenze dei territori, sarebbe stato meglio che il Cal si fosse potuto esprimere su questo tema per poter rilanciare i sistemi locali».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha collocato l’emendamento nell’ambito della riflessione complessiva proposta dall’opposizione che la maggioranza finora non ha accolto. Prevale, ha affermato, «un alone di vergogna in alcuni consiglieri di maggioranza che stanno facendo finta di non vedere cosa sta succedendo nella manovra a proposito dei fondi europei».

Messo ai voti, l’emendamento è stato respinto.

Successivamente il presidente ha tolto la seduta. I lavori riprenderanno domattina alle 10.00.

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Il Consiglio regionale stamane ha approvato il passaggio agli articoli della Manovra finanziaria 2018/2020.

Il primo intervento della mattinata è stato quello del consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) che ha parlato di «una finanziaria senza grandi vedute e senza un disegno ben preciso del futuro della Sardegna, disegno che invece dovrebbe essere tracciato dalla classe dirigente con una prospettiva ampia nell’arco di 5-10 anni, altrimenti non si riesce ad uscire dalle solite forme di assistenzialismo come il Reis che fra l’altro sta dando enormi grattacapi a tutti gli uffici comunali della Regione». Tutti i giorni, ha ricordato Tocco, «assistiamo a mobilitazioni contro le istituzioni nonostante i sardi non siano un popolo con la vocazione dello scontro ma cercano invece il dialogo ricevendo purtroppo in cambio solo pacche sulle spalle». La Sardegna, ha sostenuto il consigliere, «ha soprattutto bisogno di trovare il coraggio di imporsi contro le scelte del Governo centrale, meglio se in un clima unitario fra maggioranza ed opposizione, per far sentire alta la voce della comunità, come hanno fatto altre Regioni». Perché non basta più, ha protestato Tocco, «spostare numeri e poche risorse da una colonna all’altra del bilancio, chi sta sul territorio si chiede da dove venga la ripresa annunciata dall’Istat, perché in giro si vede solo malessere e disappunto; ultimo episodio la protesta dei medici proprio perché si sono resi conto che in questa finanziaria non c’è un programma forte nemmeno per la sanità ma solo buchi da tappare». «La Sardegna però ci guarda», ha concluso, «e non possiamo deluderla».

Sempre per Forza Italia, il vice capogruppo Marco Tedde ha definito la finanziaria «del tutto inadeguata anche se non disperiamo di riuscire a modificarla in qualche parte con gli emendamenti mirati che abbiamo proposto nel quadro di un clima nuovo fra maggioranza ed opposizione». Nel metodo, ha aggiunto Marco Tedde, «abbiamo visto la maggioranza impegnata in una corsa contro il tempo non per rispondere meglio ai problemi di famiglie ed imprese ma solo per ragioni elettorali, per appuntarsi sul petto una medaglietta e distribuire le solite mancette elettorali». La fretta ha prodotto però una cattiva legge, secondo Marco Tedde, «una legge incompleta dalla quale manca la programmazione di 40 milioni di euro segnalata puntualmente dal Cal con motivazioni che noi condividiamo perché vogliamo che siano destinati ad esigenze reali della Sardegna». I problemi reali della nostra Regione erano e restano immensi, ha continuato il vice capogruppo di Forza Italia, «ma non sono stati nemmeno sfiorati nel recente incontro fra il leader del Pd Matteo Renzi ed il fedele presidente Francesco Pigliaru, che fa il paio con quello tenuto il 9 novembre scorso nell’incontro con il premier Paolo Gentiloni, che non ha prodotto niente fatta eccezione per un po’ di propaganda, perchè la Sardegna è stata umiliata col fallimento delle trattative fra Governo e Regione su tutti i fronti, dagli accantonamenti all’insularità». La legge di stabilità risente in negativo di questo clima, ha concluso, «e dell’arrendevolezza di chi, a fronte di oltre 1 miliardo di maggiori costi per l’insularità, si fa bastare 15 milioni».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra Sarda) ha espresso in apertura il suo apprezzamento sull’operato del presidente Francesco Pigliaru in materia di servitù militari, «con novità importanti per la Sardegna soprattutto per le ottime prospettive della ricerca scientifica anche se serve maggiore attenzione alla tutela della salute dei cittadini. Il presidente Francesco Pigliaru ha avuto coraggio, ha proseguito, «nelle servitù come nella riforma sanitaria che ha tutti i numeri per combattere gli sprechi e mettere al centro il cittadino-paziente e quindi, anche sulla finanziaria sarebbe stato necessario lo stesso coraggio ma purtroppo siamo di fronte ad una legge scontata e priva di orizzonti». Le politiche attive del lavoro non si percepiscono, ha sottolineato, «ma si percepiscono solo sfiducia e malessere mentre assistiamo alla continua chiusura di aziende con l’unica prospettive di accedere agli ammortizzatori sociali». Sotto questo profilo, ha poi lamentato Fabrizio Anedda, «le audizioni in commissione Bilancio non sono state di grande aiuto: il mondo imprenditoriale ha chiesto meno burocrazia e più credito, ma non ha parlato né di banda larga né della sofferenza del tessuto delle pmi o delle difficoltà del porto canale di Cagliari che perde mercato, neè del comparto del sughero né della crisi industriale di Ottana, mentre i sindacati hanno chiesto risorse per lavoro attivo ma non hanno esposto un progetto, sollecitando la spesa di 100 senza criterio come i 45 per i pastori che, alla fine, premiano gli industriali». In sintesi, ha concluso il consigliere, «si continua a privilegiare solo l’assistenzialismo, fatto di cantieri e bonus senza progetti industriali; l’assistenza in molti casi è necessaria ma è cosa diversa dallo sviluppo, per questo bisogna avere il coraggio dire no a queste politiche e puntare sulla crescita della Sardegna».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis è partito dall’analisi sulle differenze nella valutazione del quadro economico ed occupazionale, dichiarando che «servono invece convergenze sui dati fondamentali dell’economia per contenere una certa bulimia della comunicazione che spesso trae in inganno, ed occorre soprattutto calarsi invece a fondo dentro la realtà sarda per la quale tutti devono fare lo sforzo di ascoltarsi e individuare terreni possibili di condivisione». Entrando nel merito dell’esame del documento, Tunis lo ha definito «abbastanza orizzontale nel senso che non appare in grado di individuare le stesse strategie della Giunta, per cui va fatto da tutto il Consiglio uno sforzo di concretezza in materia di entrate, di razionalizzazione della spese, di selezione delle priorità». Noi proponiamo, ha spiegato, «misure che riteniamo siamo sostenibili da tutti anche perché c’è un pericolo oggettivo, la diffusione dell’economia digitale. che nelle prossime due annualità impatterà sul sistema sardo con un esodo di massa dal mondo del lavoro di migliaia di persone poco specializzate; in altre parole la nostra economia fragile è ancora più a rischio nella capacità di trattenere risorse umane qualificate e non c’è il tempo di aspettare ma la necessità di fare presto qualcosa». Illustrando alcuni emendamenti del suo gruppo per arginare fenomeno Stefano Tunis ha parlato di incentivi alle aziende che investono nel digitale, bonus assunzioni del 50% per chi impiega risorse umane specializzate e specializzabili, sostegno alla contrattazione di secondo livello. Su questi punti, ha concluso, «siamo disposti a lavorare con la massima serietà e con apertura al dialogo, a condizione che si metta al centro delle strategie della Regione l’economia digitale».

Per il Pd il consigliere Lorenzo Cozzolino ha ricordato che, in qualche modo, «anche questa finanziaria è figlia di un lungo periodo di crisi che ovviamente la penalizza, per cui in questi momenti difficili, a prescindere dai ruoli, ognuno deve dare il massimo per consentire il varo di una manovra adatta ad affrontare i problemi attuali, dallo sviluppo al sostegno dei più deboli». Si intravedono, a giudizio di Lorenzo Cozzolino, «i primi segnali di ripresa economica e proprio per questo dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi in questa difficile risalita perché la Sardegna guarda alle istituzioni in attesa di un impulso decisivo». Soffermandosi sui problemi della sanità appena riformata, l’esponente del Pd non ha nascosto le perplessità che ha suscitato chiarendo però che «l’intervento era necessario per cambiare un sistema che accusava il peso degli anni, in un contesto reso ancora più complicato dall’invecchiamento della popolazione, dalla diffusione di alcune patologie, dalla morfologia dell’Isola e dall’aumento del disagio economico». La tutela della salute, in altri termini, «secondo Lorenzo Cozzolino «non può subire involuzioni da una politica troppo rigorosa di risparmio ed i tagli non devono incidere sulla qualità dei servizi e l’aggiornamento degli operatori,  senza dimenticare che le politiche sociali soffrono di una forte insufficienza di mezzi finanziari che va corretta per evitare ricadute negative sulle persone non autosufficienti, correzione tanto più auspicabile se si tiene conto della finanziaria nazionale che, al contrario, ha incrementato i fondi che hanno questa destinazione». Da sempre, ha concluso il consigliere, «la finanziaria è terreno di scontro ma credo che dobbiamo adoperarci per il dialogo: noi abbiamo rispettato i tempi evitando esercizio provvisorio ma occorre che la Giunta dimostri capacità di ascolto in vista dell’interesse comune di servire il popolo sardo».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, dopo aver ribadito che «la minoranza ha sempre tenuto un atteggiamento costruttivo come è stato dimostrato anche nel percorso che ha accompagnato la finanziaria», ha osservato che «anche alcuni interventi della maggioranza hanno espresso alcune riserve che coi condividiamo». Il documento, ha affermato la Zedda, «evidenzia per noi alcune gravi lacune che risalgono al 2014, soprattutto per quanto riguarda la programmazione integrata ed il sostegno al sistema economico perché i dati parlano chiaro: a fronte della spesa di risorse ingenti sono stati sottoscritti solo 5 accordi sottoscritti e solo 2 convenzioni, l’innovazione in cui si parla di tanti passi avanti ma senza conoscere il reale apporto economico e tecnologico di partner dal nome altisonante, la burocrazia ancora troppo pesante perché ogni anno, compreso questo, si vive il dramma dei sardi che non riescono a vedere i contributi della spesa sociale cui hanno diritto». Se lo scopo è quello di approvare per tempo la finanziaria, ha detto ancora Alessandra Zedda, «bisogna concentrarsi sullo snellimento di queste procedure, perché il Reis va avanti troppo a rilento, la sanità è bloccata da una riforma che non porterà risparmi ma produrrà più spesa e più inefficienza». I nostri emendamenti, ha concluso, «tendono ad aumentare le risorse per il lavoro, le politiche sociali e le attività produttive; se è vero che c’è ripresa economica questo è il momento di renderla più solida».

Per i Riformatori sardi il consigliere Luigi Crisponi ha lamentato che «nei giorni scorsi si è assistito a fantastici annunci sui alcuni dati positivi dell’economia, esposti con largo spazio sui media, che sono privi di riscontri nella realtà e c’è poco da cantare vittoria come dimostra il report 2017 della Banca d’Italia: attività economica presenta una crescita modesta di appena il 0.4%, c’è calo verticale delle esportazioni di 11 punti in meno rispetto al 2007». Sono cifre strutturali molto preoccupanti, ha ammonito Luigi Crisponi, «perché il segno meno è diffuso dappertutto a parte il turismo che però viene preso a schiaffi e depredato, come il commercio, l’artigianato ed il tessuto delle piccole e medie imprese; parlando con gli imprenditori, inoltre, ci si rende conto che gli imprenditori sono lasciati soli mentre nel sistema del credito, nel silenzio più totale, stanno chiudendo decine di sportelli territoriali soprattutto nei centri più piccoli». Soprattutto le piccole comunità, ha detto il consigliere, «sono le più minacciate dallo spopolamento e sono quelle ancora più in sofferenza eppure non hanno l’attenzione della Regione, per cui occorre chiedersi di fronte a questa finanziaria vuota quali siano le prospettive per la Sardegna che soffre e chiede infrastrutture, innovazione, formazione, decisioni incisive sul futuro: veniamo da quattro anni neri e non vediamo speranza, come non la vedono nemmeno le famiglie numerose che credono in un progetto di vita fortemente legato alla nostra identità più profonda».

Dopo l’on. Luigi Crisponi ha preso la parola l’on. Giuseppe Fasolino (FI), che ha detto: “Oggi ci accingiamo a discutere l’ennesima manovra finanziaria, adeguata al periodo che stiamo vivendo. Altro che dati positivi: è vero che l’economia sarda sta migliorando ma siamo sempre l’ultima ruota del carro. E non è questa Finanziaria, così poco coraggiosa, a rappresentare un’opportunità né sotto il profilo del lavoro né sotto quello dei trasporti. Ci si riempie sempre la bocca sull’allungamento della stagione turistica ma poi non si fa nulla per questo. E non parliamo del sistema ferroviario, dove non ci sono le infrastrutture come testimonia lo studio dell’Istituto Tagliacarne. E non parliamo nemmeno della continuità territoriale, che è sotto gli occhi di tutti. Il punto di fondo è che non avete un progetto di sviluppo della Sardegna in testa e questa manovra lo certifica in pieno. Ma vogliamo prendere per buone le vostre parole e cercheremo di migliorare con gli emendamenti questa manovra”.

Per la maggioranza ha preso la parola l’on. Piero Comandini (Pd), che ha citato Andreotti: “Meglio vivere poco poco tutti i giorni che morire subito. Ecco, è sempre più difficile far quadrare i conti e dobbiamo fare delle scelte per poter vivere tutti i giorni. Abbiamo fatto le nostre scelte, così come abbiamo fatto con la riforma delle riforme, ovvero quella della Sanità, che negli anni futuri ci porterà benefici. Io ne sono convinto. Noi non abbiamo aumentato le tasse in tutti questi anni, né per le imprese e né per le famiglie: c’è poco da banalizzare, andiamo orgogliosi di questo. E siamo anche quelli che approveranno questa Finanziaria entro l’anno corrente. Mai nessuno lo aveva fatto prima e noi lo faremo, aumentando così la capacità di spesa del denaro della Regione. Lo facciamo per agevolare la ripresa economica, che c’è ed è rivelata da un aumento del Pil e dei posti di lavoro. E aggiungo che sotto il profilo degli investimenti, specie sotto il profilo della sicurezza ambientale e delle scuole, non ricordo da molto un’azione simile. Non siamo del tutto soddisfatti ma è ingiusto dire che questa manovra non sia attenta verso la Sardegna”.

E’ intervenuto poi l’on. Emilio Usula (Rossomori), che ha detto: “Certo, è un buon risultato evitare l’esercizio provvisorio ma siamo di fronte a un bilancio predisposto in solitaria dalla Giunta e portato avanti da una maggioranza supina e silente. Tutto per arrivare al risultato di questa approvazione, fatta di accordi trasversali già preparati per non avere intoppi nel percorso. Fate da soli e votate da soli questa manovra: Rossomori non ci sarà e già quando faceva parte della maggioranza noi venivamo snobbati. Il fondoschiena dei sardi riceve in questi giorni calci dolorosi da un governo che dà 15 milioni di euro, dal 2019, a fronte di quello che lo Stato fa nel territorio della nostra Isola. Altro che inversione di rotta sul fronte dell’economia: siamo ultimi tra le Regioni che crescono di meno, anche sotto il profilo dell’occupazione, tanto che i sindacati a gran voce chiedono un piano straordinario per il lavoro”.

Dai banchi di Forza Italia ha preso la parola l’on. Mariano Contu, che ha detto: “Siamo al rito che si ripete, ognuno che dà il suo contributo. Noi daremo il nostro di opposizione, a fronte di una crisi che si è abbattuta in questi anni e che non abbiamo potuto affrontare con i nostri strumenti. I timidi segnali di ripresa resi noti dal governo nazionale e dalla Giunta, parlo di uno 0,6 per cento, sono in gran parte derivanti dalla trasformazione del petrolio alla Saras. C’è dunque poco da essere ottimisti, non siamo purtroppo davanti a un nuovo percorso per la nostra isola, nonostante l’enfasi dell’assessore al Lavoro e di quello al Bilancio. Nel corso degli ultimi due anni sono emigrate più di 24 mila persone: lo dico ai professori di economia che sono qui perché vorrei conoscere cosa ne pensano di tutti questi indici negativi e come pensano di affrontare questo problema e quello rappresentato dallo spopolamento dei piccoli comuni sardi”.

L’on. Michele Cossa ha preso la parola per i Riformatori sardi e ha subito denunciato “note trionfalistiche sulla presunta crescita della Sardegna. Che cresce sì ma nettamente meno di quanto cresca il Paese. Eppure ce ne sarebbero tutte le condizioni per avere un passo ben diverso: la verità è che non riusciamo a cogliere tutte le opportunità. Lo vediamo anche dai flussi turistici del nord Africa, che potrebbero arrivare in parte qui in questo periodo ma se non ci sono aerei è del tutto impensabile che i turisti riescano ad arrivare da noi. I ritardi poi degli assessorati nell’erogazione delle risorse e nella valutazione delle pratiche producono il risultato che le imprese in attesa, non ottenendo risposta, nel frattempo falliscono. Altro che snellimento delle procedure”. Sulle politiche del lavoro l’oratore ha detto: “Abbiamo mai fatto una verifica su cosa hanno prodotto i mille miliardi del piano straordinario del lavoro del compianto onorevole Luigi Cogodi? No. In compenso state promuovendo le stesse politiche, che hanno generato qualche opera pubblica nei paesi, spesso piscine dove non nuota, destinate a una popolazione che non c’è più. Ma soprattutto riproponete modelli di politiche che hanno generato molto precariato.  Noi dobbiamo fare qualcosa che generi opportunità: solo questo inviterà le persone a rimanere nei loro Comuni delle zone interne”.

Per Fratelli d’Italia è intervenuto l’on. Paolo Truzzu, che ha detto: “A leggere questo documento finanziario si ha un’idea della Sardegna differente, di tasse non aumentate e di economia in ripresa. Invece un sardo su tre è a rischio di esclusione sociale nonostante siamo la Regione che spende di più sul sociale. Eppure non c’è nessuna politica verso i papà separati, che vivono a volte un vero dramma. Stiamo spendendo bene questi denari del sociale? E’ il caso che ci interroghiamo su questo e su tanto altro: come mai un bando da 70 milioni di euro per il primo inserimento in agricoltura è fermo a marzo 2017? Quei giovani hanno aperto una partita iva eppure sono in attesa di risposte e non lavorano”. Per l’esponente di FDI “anche l’ambiente e il paesaggio della Sardegna sono un problema del quale dobbiamo occuparci concretamente”.

Secondo il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta la legge di stabilità riafferma la linea della Giunta illustrata nelle dichiarazioni programmatica del 2014. «L’esecutivo sembra avulso dalla realtà sarda – ha detto Angelo Carta – la Giunta dovrebbe chiedersi perché il Pil non cresce, perché i poveri sono in aumento, perché i paesi si spopolano, perché proseguono le proteste sotto il Consiglio, perché i giovani emigrano e perché i trasporti non funzionano».

Angelo Carta ha poi rilevato che rispetto al 2014 è calato anche il numero delle imprese operanti in Sardegna: «Allora si contavano 66 attività ogni mille abitanti, oggi sono scese a 62 – ha sottolineato il capogruppo sardista – si sono perse 6339 imprese in questa legislatura e 18.883 posti di lavoro».

Angelo Carta ha quindi puntato l’indice contro sull’esecutivo per la mancata istituzione delle zone franche nei territori colpiti dall’alluvione del 2013: «La Giunta non ha attuato le previsioni delle leggi nazionali – ha affermato l’esponente della minoranza – in compenso avete firmato lo scellerato patto del 21 luglio 2014 che si è dimostrato una sonora fregatura per la nostra Isola». Negativo anche il giudizio sulla vertenza entrate: «Mancano 4,5 miliardi di euro nelle casse regionali, l’accordo con lo Stato si è rivelato un boomerang. Questa finanziaria dimostra che amministrare è difficile, ci avete provato ma non ci siete riusciti».

Daniele Cocco, capogruppo di Art. 1 – Mdp, dopo aver criticato l’atteggiamento del governo nei confronti dell’Isola nella definizione della vertenza entrate, si è concentrato sulla manovra finanziaria: «Stiamo cercando di dare risposte sui temi del lavoro, delle politiche sociali e dell’istruzione – ha detto Daniele Cocco – ci sono 130 milioni di euro per il piano del lavoro, 45 per le politiche sociali, 20 milioni aggiuntivi per l’agricoltura, 17 milioni per le università e l’istruzione. Ci sono però altri problemi in campo che abbiamo il dovere di non tralasciare. Su fronte della Sanità non vediamo accendersi una luce in fondo al tunnel. I problemi continuano ad essere irrisolti, la riforma non ha dato ancora i suoi frutti». Daniele Cocco ha quindi ricordato le liste di attesa ancora troppo lunghe, la difficoltà a curarsi adeguatamente, il caso della donna di La Maddalena costretta ieri notte a prendere il traghetto per andare a partorire. «Su questo noi dovremmo porre grandissima attenzione. La sanità è ancora un problema irrisolto».

Sul tema del lavoro e del contrasto delle povertà, Daniele Cocco ha invitato Giunta e maggioranza a concentrarsi sull’accelerazione della spesa: «Non basta dire che abbiamo la disponibilità di 130 milioni, occorre rendere le risorse immediatamente esigibili. Il tasso di disoccupazione è ancora troppo alto rispetto al resto d’Italia, c’è un miglioramento del Pil ma gli occupati non aumentano. La disoccupazione giovanile al 54% non è più sopportabile».

Un giudizio nettamente negativo sulla finanziaria della Giunta è arrivato dal capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «L’Isola è oppressa dal dramma della povertà e della disoccupazione, una situazione allarmante sotto gli occhi di tutti. Per il 2017 serviranno 66 milioni di euro per contrastare la povertà, un fenomeno che riguarda 21mila nuclei familiari. Il fenomeno è preoccupante, la recessione ha colpito soprattutto bambini e ragazzi, l’indice di vecchiaia è in aumento. La politica della Giunta in materia di lavoro è fallimentare».

Gianluigi Rubiu si è poi concentrato sull’azione dell’esecutivo sul fronte finanziario. «Quali sono i risultati raggiunti sulla vertenza entrate? – ha chiesto il capogruppo dell’Udc – la politica di leale collaborazione con il Governo si è rivelata dannosa».
L’esponente della minoranza ha quindi invocato un cambio di rotta: «Servono più risorse per l’istruzione, l’assetto del territorio e l’agricoltura – ha affermato Gianluigi Rubiu – 
8 milioni di euro per il patrimonio boschivo sono insufficienti, così come quelli sulla famiglia».

Gianluigi Rubiu ha poi segnalato l’assenza di risorse per contrastare la siccità e dare un aiuto concreto al settore agropastorale: «Non mi riferisco agli indennizzi destinati alle imprese, parlo di programmazione per evitare che le aziende rimangano senz’acqua – ha detto Gianluigi Rubiu – invece di dar loro il pesciolino occorre fornirle di una canna da pesca. La Giunta pensi a interventi di ricerca idrica per rendere le aziende autosufficienti».

Il capogruppo dell’Udc ha concluso il suo intervento con un riferimento alle politiche per il lavoro: « L’esecutivo ha messo in campo misure inadeguate come la flex security, uno strumento che non ha creato opportunità per gli inoccupati e i disoccupati».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo dei Cristiano popolari socialisti, si è detto d’accordo con il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco che aveva segnalato i disservizi della sanità a La Maddalena «Abbiamo fatto una riforma ma occorre riflettere quando crolla il livello dei servizi – ha detto Pierfranco Zanchetta – altrimenti è inutile destinare risorse se viene meno la sicurezza. La Maddalena sconta lo svantaggio di una doppia insularità»

Entrando nel merito della manovra, Pierfranco Zanchetta ha invitato tutti i componenti dell’Aula ad accogliere l’appello del presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini: «Ha detto che il 2018 dovrà essere l’anno della chiamata di tutta la Sardegna alla battaglia sugli accantonamenti. Mi auguro che il suo invito possa essere accolto dall’Aula. C’è un ritardo colpevole dello Stato nei nostri confronti, speriamo di poter concludere le battaglia».

Nell’ultima parte del suo intervento Pierfranco Zanchetta si è soffermato sul sistema dei trasporti: «Le difficoltà non riguardano solo i collegamenti con la penisola – ha detto il capogruppo di Cps – occorre potenziare anche i collegamenti con la Corsica, questa finanziaria non prevede niente per la tratta Santa Teresa-Bonifacio. Spero che l’impegno per un disegno di legge ad hoc possa essere mantenuto»

Gianfranco Congiu, capogruppo del Pds, ha invitato l’Aula a non leggere la manovra in modo scontato o convenzionale. «Nei lavori preparatori e nelle audizioni in Commissione è emersa un’esigenza: la velocità della spesa – ha sottolineato Gianfranco Congiu – far arrivare in fretta le risorse è un tema decisivo e importante. Condivido la lettura di Art. 1 – Mdp: l’agricoltura, il lavoro e l’istruzione possono essere i pilastri di questa manovra  al pari dell’individuazione di procedure snelle per la spendita delle risorse. Per questo abbiamo proposto l’attivazione di un fondo rotativo che immetta danari nel mondo del lavoro. Ci stiamo confrontando con l’esecutivo, c’è la disponibilità della Giunta a discutere. Auspico che la manovra possa essere esitata nei termini previsti».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha ricordato in apertura del suo intervento i numeri della manovra 2018: «E’ una finanziaria da 7,7 miliardi, gran parte delle risorse è destinata alla Sanità. Un settore che stiamo cercando di riformare. Altri fondi importanti saranno messi a disposizione per la lotta alla povertà e per le politiche sociali, per la scuola e l’università».

Pietro Cocco ha quindi invitato maggioranza e opposizione a un diverso metodo di discussione: «La finanziaria va raccontata senza enfasi così come vanno raccolti con cautela i dati positivi sull’andamento del mercato del lavoro – ha detto Pietro Cocco – ci sono però dei dati di fatto come la pressione fiscale inalterata. Irpef e irap rimangono invariati. E’ un dato che va evidenziato».

Il capogruppo del Pd è poi sceso nel dettaglio della manovra: «Mettiamo a disposizione 130 milioni per il lavoro, le parti sociali ne chiedevano 100 – ha rimarcato Pietro Cocco – ci sono poi 20 milioni per le università che si aggiungono ai 70 milioni già previsti per l’edilizia scolastica e ai 20 per i programmi didattici. L’agricoltura avrà altri 20 milioni che integrano i 25 nazionali. Soldi che si aggiungono ai 45 milioni dei mesi scorsi per il settore ovicaprino».

Cocco ha poi rivendicato l’azione della maggioranza per il contrasto della povertà: «Lo stanziamento per il Reis è di 45 milioni di euro. Sono risorse che andranno ai comuni per destinarli a persone in difficoltà. La legge sul Reis l’abbiamo fatta noi, non esisteva prima. Una vera amministrazione si giudica dal grado di interesse che dimostra per le fasce più deboli della società».

L’esponente della maggioranza ha quindi annunciato la presentazione di alcuni emendamenti (5 milioni per il trenino verde, 4 per il piano neve, 6,5 per i cantieri verdi comunali) e difeso le politiche della Giunta per gli enti locali: «Confermiamo lo stanziamento di 600 milioni euro per il fondo unico – ha concluso Cocco – misuriamoci sui numeri e lasciamo perdere le questioni di parte».

Di diverso avviso il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Raccolgo l’invito di Pietro Cocco e cerco di concentrarmi sui numeri – ha detto – non si possono pertanto sminuire i dati Svimez sull’andamento del mercato del  lavoro perché altrimenti si rischia di alimentare l’antipolitica. I numeri che snocciolate non sono veri, i sardi si ritrovano il nulla in tasca».

Sulla dotazione finanziaria destinata alle politiche attive per il lavoro, il giudizio di Pittalis è stato netto: «Leggo che 127 milioni vengono destinati al lavoro ma è tutto rimandato a protocolli d’intesa. Non c’è un’azione concreta, state creando illusioni e aspettative. La Sardegna è tra le regioni più povere dell’Europa, questa è la realtà – ha sottolineato Pietro Pittalis – è l’effetto di una crisi che viene da lontano, la Sardegna è ancora oggi in recessione. Lo Svimez dice che il Pil crescerà nel 2017 dello 0,6% : è un’inezia rispetto all’aumento del Mezzogiorno che segna un +1,3%. In Campania è del 2,4%, in Calabria dello 0,9%. C’è qualcosa che non ha funzionato nelle politiche economiche che avete messo in campo in questi 4 anni».

Il capogruppo  di Forza Italia ha quindi ricordato i numeri sulla disoccupazione: «In Sardegna il tasso complessivo raggiunge il 17,3%, quella giovanile il 56,3% – ha aggiunto Pietro Pittalis – eppure l’assessore al Lavoro smentisce questi dati richiamando gli impieghi stagionali nel settore turistico. Si enfatizza un dato che nella realtà non esiste. L’unica notizia vera è che è calata la cassa integrazione: questo perché sono stati espulsi dal mercato del lavoro centinaia di lavoratori che non hanno più diritto agli ammortizzatori sociali».

Rivolto all’assessore Raffaele Paci, Pietro Pittalis ha poi concluso: «Deve essere lei a dare risposte sulle cose che non hanno funzionato. Le riforme che avete posto in essere sono funzionali all’apparato burocratico e poco utili all’interesse dei sardi. E’ quello che è successo con la riforma sanitaria che non ha portato a una contrazione dei costi e non ha migliorato i servizi».

Stessa considerazione sugli enti locali: «Vi vantate di aver previsto lo stesso stanziamento dello scorso anno senza però tener conto dei mutati bisogni. I comuni si fanno carico del sociale e delle disabilità. State lasciando i sindaci da soli a contrastare la povertà, un fenomeno in costante aumento».

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ha ricordato il quadro di riferimento in cui si inserisce la manovra e che, a suo giudizio, delinea una tendenza in miglioramento per l’occupazione. «Non è tutto risolto – ha dichiarato Raffaele Paci – però c’è la consapevolezza del lavoro che facciamo e che beneficiamo di una migliore condizione del Paese e dell’Europa».

L’assessore, anche con riferimento alle dichiarazioni rese in proposito dal capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha evidenziato il dato del Pil sardo nel 2016 (+0.6%) non tanto per dirsi soddisfatto dell’incremento percentuale del prodotto interno lordo della Sardegna quanto per sottolineare che “si tratta del primo segno più dopo sette anni consecutivi di recessione”. «Posso dire che i segni meno sono responsabilità di chi governava allora? – ha affermato Paci – No, non posso affermarlo ma posso salutare con favore un segno di ripresa dopo che nel 2013 abbiamo registrato un meno 3.3% di Pil, nel 2015, meno 0.6% e poi un più 0.6%».

«Le stime per il 2017 – ha proseguito il vice presidente della Giunta – indicano un più 1,3% di Pil e se così sarà vuol dire che registriamo un crescita per il secondo anno di fila, un evento che in Sardegna manca da quindici anni».

L’assessore ha quindi ribadito l’opportunità di proseguire con le politiche che dal 2014 sono state messe in campo («sono quelle di stampo keynesiano con investimenti infrastrutturali») ma ha riconosciuto che la “velocità” delle misure non è quella attesa («dal muto pensavamo di “tirare” 150 milioni ma ci fermiamo a 70») ed ha indicato nel “sistema” burocratico e amministrativo le ragioni di tale lentezze («per fare un appalto servono anni e poi bisogna aspettare i ricorsi»). 

Paci ha quindi sommariamente illustrato le iniziative contenute nella manovra ma ha ribadito la scelta per «una finanziaria aperta» ed ha confermato che tra «i vari emendamenti mettiamo in campo circa 250 milioni di euro», cento dei quali destinati a un «piano per il lavoro».

Sono quindi intervenuti per dichiarazioni di voto i consiglieri di Forza Italia, Marco Tedde, Giuseppe Fasolino e Alessandra Zedda che hanno ribadito le critiche alla Manovra e contrarietà alla proposta della Giunta. Posizione analoga a quella dichiarata dai consiglieri dei Riformatori, Luigi Crisponi e Michele Cossa, mentre il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, è intervenuto per annunciare il voto di astensione al passaggio agli articoli. A favore si è espresso invece il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd) e un’altra volto contro il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis.

L’Aula con 28 favorevoli e 12 contrari ha approvato, dunque, il passaggio all’esame degli articoli e degli emendamenti della Manovra 2018-2020 ed il presidente del Consiglio ha dichiarato conclusi i lavori, annunciando la convocazione dell’assemblea per domani (giovedì 14 dicembre) alle 10.00 in prosecuzione dell’ordine del giorno.

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Il Consiglio regionale ha dato il via libera all’intesa Regione-Ministero della Difesa sulla riduzione delle servitù militari ed ha approvato due ordini del giorno di maggioranza ed opposizione.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau e, dopo le formalità di rito, si è aperta la discussione sulle comunicazioni rese in Aula dal presidente della Regione sul regolamento per le servitù militari.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, si è detto non soddisfatto dai contenuti del protocollo illustrato nella mattinata dal presidente Francesco Pigliaru ed ha evidenziato che gran parte del documento richiama risultati già ottenuti, come la disponibilità della spiaggia di Porto Tramatzu o l’interruzione delle esercitazioni nei mesi estivi a Capo Frasca. «Ma – ha affermato l’esponente della minoranza – la Sardegna non può perdere l’economia dell’esercito, dei poligoni e delle basi militari». «Dobbiamo rivendicare i nostri diritti – ha proseguito Gianluigi Rubiu – ma le forza armate devono restare in Sardegna perché sono una risorsa da salvaguardare».

Il capogruppo Udc ha quindi elencato i punti principali di un ordine del giorno da sottoporre all’esame dell’Aula: implementazione del progetto Siat; sostegno al completamento della Brigata Sassari con un nuovo reggimento a Pratosardo; impegno prioritario dei militari sardi; riapertura del centro di reclutamento Sardegna; utilizzo e riconversione dei bunker per finalità turistiche e verifica puntuale delle bonifiche.

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha espresso soddisfazione per i termini dell’accordo illustrato dal presidente della Giunta («è un buon compromesso») ed ha ricordato i numeri della presenza dei militari nell’Isola, salutando con favore il riconoscimento degli indennizzi per i pescatori interessati dalle limitazioni di Capo Frasca e la possibilità di realizzare un approdo nell’area del porto naturale una volta liberata dalla presenza dei militari. L’esponente della maggioranza ha inoltre salutato positivamente l’istituzione di un osservatorio ambientale indipendente e la sospensione delle attività a fuoco nei mesi estivi. Sul tema degli indennizzi, Rossella Pinna, ha ricordato i ritardi con i quali lo Stato provvede al pagamento degli stessi.

A giudizio di Christian Solinas  (Psd’Az) «il protocollo sulle servitù militari riporta indietro di 40 anni e abbassa l’asticella del confronto tra Stato e Regione» ed ha ricordato le iniziative a suo tempo intraprese da Mario Melis per la riduzione delle superfici e del gravame militare. «Il protocollo di cui si discute – ha affermato l’esponente della minoranza – è soltanto un atto ricognitivo degli accordi sottoscritti nel corso degli anni e che però non si sono realizzati».

Solinas ha quindi ricordato le posizioni espresse nel lontano 1987 dall’ex presidente Melis sulle servitù militari («non siamo antimilitaristi ma siamo contro tutto ciò che tende alla guerra e non alla difesa dello Stato»). Il segretario dei sardisti ha quindi elencato una serie di immobili ed aree già oggetto di intese e che sono reinserite anche nella proposta di accordo illustrata dal presidente Pigliaru ed ha insistito sulla necessità che la Regione chieda con forza allo Stato investimenti consistenti in ricerca e tecnologia. «In realtà – ha proseguito Christian Solinas – parliamo di un annuncio di accordo dove non si affronta concretamente il tema delle bonifiche e dove manca la previsione di una qualche sanzione a carico di chi non rispetti il crono programma allegato al regolamento per le servitù militari».

Paolo Dessì  (Misto) ha definito il protocollo “vago nei contenuti” ed ha rivolto un invito affinché il tema delle servitù sia affrontato “con rispetto e responsabilità”. «Il protocollo – ha insistito l’ex sindaco di Sant’Anna Arresi – non è un risultato storico perché non ci sono risultati concreti mentre storiche sono le lotte fatte per gli indennizzi ai pescatori e per l’ottenimento dei pascoli nei poligoni». Paolo Dessì ha insistito sull’assenza di riferimenti precisi per le bonifiche dei poligoni ed ha affermato che eventuali investimenti nelle aree militari devono essere fatti solo se si è in grado di dimostrarne i risultati positivi per le popolazioni ed i territori.

Il consigliere del Pd, Antonio Solinas, ha definito “un ottimo risultato” il lavoro del presidente Francesco Pigliaru  («la minoranza ha difficoltà a riconoscere che si fanno passi in avanti ma il lavoro di Francesco Pigliaru non riguarda la maggioranza consiliare ma l’intera Sardegna») ed ha parlato di “presenza spropositata” in riferimento all’estensione delle basi e delle aree militari. Antonio Solinas ha quindi insistito sul poligono di tiro sul lago Omodeo lamentandone la presenza e evidenziando danni e disagi per le comunità locali. L’esponente della maggioranza ha quindi invitato il presidente della Giunta perché si realizzi un poligono di tiro all’interno di un poligono esistente così da liberare dai vincoli l’area attualmente interessate sul lago Omodeo.

Stefano Tunis (Fi) ha invitato il presidente della Giunta a cancellare la parola “storico” limitandosi a descrivere solo “un accordo”. «L’approccio al tema – ha spiegato l’esponente della minoranza – ha naturali diversificazioni all’interno delle coalizioni e delle forze politiche ma oggi parliamo di un documento di sintesi che è racchiuso all’interno dei confini delineati nell’ordine del giorno approvato all’inizio della legislatura». Tunis ha quindi ricordato i punti elencati nel documento presentato dai capigruppo della minoranza (Pittalis, Rubiu, Dedoni e Truzzu) ed ha così concluso: «Conta l’obiettivo rispetto al futuro e cioè mantenere in piedi un rapporto virtuoso con un pezzo importante dello Stato».

Franco Sabatini (Pd) ha espresso un giudizio positivo sull’accordo per le servitù («usciamo da una posizione ideologica e di chiusura e affrontiamo seriamente un tema dibattuto da anni») ed ha affermato: «Sono un autonomista convinto ma mi sento cittadino italiano e la Sardegna deve dare contributo per la difesa dello Stato». L’esponente della maggioranza ha insistito sulla opportunità di scongiurare “posizione di chiusura” ed ha salutato con favore il crono programma: «Lavoriamo ora perché si realizzino investimenti in ricerca e per l’uso duale delle basi presenti in Sardegna».

Augusto Cherchi (Pds) ha invitato il presidente della Giunta «a non considerare le posizioni contrapposte come una diminutio del suo operato». L’esponente della maggioranza ha quindi affermato di non riconoscersi né tra le posizioni dei qualunquisti né in quelle dei populisti ed ha ricordato il documento della commissione Difesa del parlamento con la promessa di un piano di progressiva riduzione delle servitù e la dismissione di alcuni poligoni. Augusto Cherchi ha inoltre ricordato la relazione della commissione di inchiesta sui poligoni, presieduta dal deputato sardo Gian Piero Scanu, per ricordare l’omertà e la scarsa trasparenza su ciò che nei poligoni sardi è avvenuto soprattutto in ordine alla salute e all’ambiente. Il consigliere del Partito dei Sardi ha così concluso: «Non posso essere contento di un accordo che utilizza solo parte delle nostre prerogative e inizia in maniera troppo blanda».

L’on. Piero Comandini (Pd) ha ricordato le battaglie sardiste e della sinistra sarda ai tempi della Guerra fredda e ha detto: «La pace passa anche attraverso l’addestramento e la preparazione dei militari. Oggi ci sono oltre settemila militari italiani, anche sardi, in Siria come in Afganistan: dobbiamo considerare la loro opera e quanto è necessaria la formazione dei militari. Da novembre del 2017 sono necessarie le bonifiche dei poligoni ed è un passo importante, come questo protocollo di intesa che per la prima volta vede la Regione non andare dallo Stato col cappello in mano. Per la prima volta la Regione e gli enti locali sardi chiedono e ottengono dallo Stato che siano affermati i loro diritti. Non sarà il generale di turno a consentirci di usare d’estate le nostre spiagge: non è poco né molto ma è un passo avanti importante. Ed è importante anche la cessione definitiva di parti importanti di territorio come Porto Tramatzu, che viene ceduto definitivamente alla Regione. Inizia oggi un percorso, nel modo migliore e nel ricordo di tutti coloro, indipendentisti e no, vogliono difendere il territorio. E tra questi ci sono anche i militari».

Per l’on. Marco Tedde (FI) «qui non si tratta di essere militaristi o meno. Il protocollo, lo dico da cittadino sardo, è una vera delusione: la montagna ha partorito un topolino. C’è il protocollo ma non c’è l’intesa: è un documento di semplice ricognizione di precedenti attività. Nulla di nuovo porta al dibattito politico: serve più che altro alla Giunta e al suo presidente per giustificare il fallimento totale dell’incontro di novembre scorso con il presidente Paolo Gentiloni. Questo è un pacco privo di contenuti veri: propaganda che non serve ai sardi e nemmeno ai militari. Già oggi la stampa ha detto che il presidente Francesco Pigliaru ha raggiunto l’obiettivo. E cioè? Quale sarebbe l’obiettivo?».

Sempre dai banchi di Forza Italia ha preso la parola l’on. Alessandra Zedda, che ha detto: «Credo che il presidente Francesco Pigliaru sia in buona fede ma quando si tratta con lo Stato tutto è complicato e non sarà un nostro ordine del giorno  a sistemare le cose. Purtroppo, è l’approccio del governo, quando tratta con la Sardegna, a non essere leale né corretto. Non intravedo in questo protocollo né vittoria né liberazione e non capisco come qualche testata sarda abbia malinteso il senso e il contenuto del protocollo. Non spacciamo per liberazione quello che non è. Anche perché forse io non voglio nemmeno liberarmi di tutte le servitù militari. Guardo le carte di cui siamo in possesso: perché non si scrive ora nel dettaglio le aree che dovranno essere cedute? Non credo alla buona fede del Governo italiano su questa materia e per questo non mi accontento di questo protocollo».

Per i Rossomori è intervenuto l’on. Emilio Usula, che ha detto: «La Sardegna paga all’Italia un prezzo che nessuno paga in Italia e in Europa, come base logistica per guerre vere con morti veri, sempre più tra i civili. Il 65 per cento delle servitù italiane e oltre il 20 per cento di quelle europee è concentrato in Sardegna. Noi voteremo contro questo protocollo e contro l’ordine del girono proposto questa mattina. Ed al presidente Pigliaru chiediamo di tornare dal governo e spiegare che noi non accettiamo tutto questo». L’oratore ha ricordato i contenuti degli ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale in questa legislatura sul tema delle servitù militari ed ha aggiunto: «Non è possibile accettare un protocollo che contrasta con quanto abbiamo approvato sino a oggi nel parlamento sardo».

E’ intervenuto poi l’on. Paolo Zedda (Sinistra), che ha detto: «Se un buon poeta non trova un terreno da scavare è obbligato anche a grattare nella roccia. Certo che i risultati ottenuti da questo protocollo non sono identici agli obiettivi che ci eravamo posti nel 2014. La nostra controparte sono i militari, molto difficili da smuovere: questo dobbiamo saperlo.  E dobbiamo anche ricordare che abbiamo dei compensi dello Stato, quando ce li da: 15 milioni ogni cinque anni a fronte di trentamila ettari vincolati e ottanta chilometri di coste. Tre milioni l’anno è il bilancio di un ristorante ben avviato, giusto per capirci”. L’oratore ha proseguito: “Qualche elemento di questo accordo è importante, come la cessione della caserma Ederle di Cagliari, anche se vorrei qualche informazione in più. Voterò comunque a favore ma con riserve: ci sarà bisogno di incontrare ancora il governo e chiedo al presidente Pigliaru di affidare subito uno studio sugli impatti economici negativi nella crescita della Sardegna derivanti dalla presenza di tante servitù e aree militari».

L’on. Luigi  Crisponi (Riformatori) si è detto contrario «ad iscriversi all’elenco dei favorevoli e dei contrari. Il confronto è più importante perché, piaccia o no, il 60 per cento delle servitù italiane è qui ed è sottratto all’economia turistica. Questo deve essere ricordato sempre. Ma il problema è che nel protocollo Pigliaru si torna su temi che furono già oggetto di sottoscrizione nel 1997, come la vicenda della caserma di Pratosardo e della vecchia caserma Loi di via Sardegna a Nuoro». L’oratore ha aggiunto: «E’ un protocollo di intesa fallace, che dimentica tante cose come il fatto che la nostra costa è punteggiata di avamposti militari degli anni ’40, manufatti militari che potrebbero rappresentare una occasione economica».

Per il Pds ha preso la parola l’on. Gianfranco Congiu, che ha detto: «Curioso che nessuno abbia ancora pronunciato la parola “colonizzazione”, curioso che nessuno abbia sentito il dovere di ricordare quanto accadde nel 1956, quando la Sardegna fu colonizzata per mano del ministero della Difesa. Oggi veniamo chiamati a un giudizio di accettabilità dello schema di protocollo di intesa: in questo giudizio di portiamo dietro la sensazione di essere una colonia e il desiderio di non esserlo più. Ma valutiamo l’intesa per quello che è: non ci va che questo protocollo sia finalizzato al coordinamento delle attività militari in Sardegna, come recita il titolo della proposta. Noi vogliamo che sia chiaro che non siamo all’anno zero in questo percorso di liberazione della Sardegna dal processo di colonizzazione. Se è vero che dal 2014 il ministro Pinotti dice che non ci sono esercitazioni a fuoco d’estate, che bisogno c’era di metterlo nell’accordo. Anche sulla restituzione di Porto Tramatzu c’è da dire e pure sulla caserma Ederle. E pure sulle bonifiche».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha affermato che «la coscienza della necessità di un’efficiente difesa nazionale non impedisce di essere favorevoli alla drastica riduzione delle servitù militari, che hanno oggettivamente un carico insostenibile ed anche per questo va sostenuta la nostra proposta di legge di restituire all’uso civile le installazioni militari dismesse presenti nella nostra Regione». «Nel documento – ha però osservato – ci dovevano essere scritte ben altre cose invece ne è venuto fuori un testo generico senza nemmeno un apparato sanzionatorio; noi non sottovalutiamo l’impegno del presidente e difficoltà di trattare con un ministero che ha sempre dimostrato nei confronti della Sardegna chiusure pregiudiziali, anzi evidenziamo alcune cose positive come l’utilizzo di strutture militari per finalità di ricerca e sperimentazione che fino a ieri era un tabù, ed i programmi di sviluppo della cyber security». «Servono anche – ha aggiunto Michele Cossa – risposte chiare sulle spettanze dei Comuni gravati da servitù, in attesa da 8 anni che lo Stato rispetti la legge e su questo non c’è niente da discutere; su questo il ministro Pinotti ha detto che le somme sono perente e le Regioni devono fare una apposita domanda, per cui bisogna sapere se la Sardegna lo ha fatto o se lo Stato vuole continuare a resistere su somme dovute e già iscritte a bilancio dai Comuni, che a causa di questi problemi rischiano di andare in dissesto finanziario, dai 3 milioni di Teulada ai 2 di La Maddalena».

Il consigliere del gruppo Misto-Fdi Paolo Truzzu ha lamentato che «ogni volta che si parla di servitù militari nascono contrapposizioni fra due parti che stanno nelle rispettive barricate e, personalmente, non mi riconosco in questo approccio ideologico che è causa di grave danno alla Sardegna». «Non so se è un documento storico che segna una svolta nei rapporti fra la Sardegna e lo Stato – ha dichiarato Truzzu – ma ha il pregio di avere un approccio non ideologico, quindi se è vero che la Sardegna da più territorio alle servitù è vero anche che occupano una superficie di appena l’1% e alcune di queste zone pregiate sono rimaste così solo perché c’erano i militari, altrimenti ci saremmo lamentati di ben altri scempi». Affrontando il tema della salute pubblica, Truzzu ha sostenuto che «sulla salute non si scherza ma bisogna avere anche il coraggio di dire che chi abita intorno ai poligono sta meglio di chi vive attorno ai grandi poli industriali dell’isola». «Ritengo – ha continuato – che la presenza dei poligoni possa essere ridotta e il documento può aiutarci a farlo, anche perché la parte più interessante è quella dedicata alla ricerca “duale” sulla quale dovremmo lavorare di più perché può consentirci una effettiva riduzione delle servitù, nel senso di sviluppare un vero settore industriale e fare della Sardegna una nuova piattaforma della ricerca». In definitiva – ha concluso – è un primo passo che rimanda a successivi accordi tutti da scrivere, con attenzione prima di tutto alla bonifiche a condizione che non siano pagate solo dai sardi, al problema della regionalizzazione dei centri di arruolamento, alla rimozione dei vincoli che impediscono ai Comuni di spendere le risorse degli indennizzi».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha ricordato l’accordo Melis-Spadolini sulle servitù e quello del 2008 sulle dismissioni di Soru, aggiungendo che «oggi si scrive un nuovo capitolo importante con risultati che il presidente Francesco Pigliaru ha ottenuto scavando nella roccia come una goccia, al termine di una trattativa seria ed apprezzabile che può procedere altrettanto seriamente con tutte le condizioni per ottenere progressi fondamentali». «E’vero – ha protestato – che i militari tendono a non concedere niente ma non per questo deve venir meno il nostro impegno a ridurre le servitù della Sardegna puntando sulla tutela ambientale, sulla liberazione di vasti territori da destinare al turismo, sulla ricerca scientifica, punti qualificanti dell’accordo anche se, per quanto riguarda i rimborsi destinati ai Comuni occorre accelerare». «Vengo da La Maddalena – ha ricordato Pierfranco Zanchetta – nata storicamente con la Marina Militare dove tuttavia, nel ’54, è nato il primo Club Mediteranee, simbolo di una convivenza che anticipava la modernità; vogliamo tornare a quel periodo positivo diventando il simbolo di una nuova eccellenza nei mestieri del mare e nella formazione aperta al mondo esterno».

Il consigliere di Art. 1 – Mdp Luca Pizzuto, rivolto alla sua area politica di appartenenza, ha definito «un errore della sinistra dimenticare che il meglio è nemico del bene e che i risultati arrivano con la pazienza costante del contadino», esprimendo sostegno al presidente «se documento si colloca all’inizio del percorso e non viene considerato come punto d’arrivo, perché ci troviamo nel mezzo di un percorso politico che parte da Mario Melis ed è continuato con la politica che ha cercato di trasformare la Sardegna da portaerei ad isola di pace». «Per questo – ha aggiunto – chi pensa che il documento non sia un grande risultato sbaglia, è invece un risultato che la sinistra sarda deve poter rivendicare, con risultarti concreti e simbolici come le spiagge, luoghi di bellezza di cui la Sardegna è stata privata per decenni, la presenza degli osservatori indipendenti che verificano cosa sta succedendo in quelle aree, le esercitazioni che diminuiscono ed i militari che non fanno più quello che vogliono». «Piuttosto – ha concluso – vorremmo che fosse affiancato da una legge sulla pace nel rispetto dell’art.11 della Costituzione che metta nero su bianco temi come educazione alla pace, possibilmente insieme a tutto il Consiglio regionale; deve insomma essere valorizzato il percorso della nostra maggioranza che ha avuto il coraggio di impegnarsi su queste idee, è un buon accordo e bisogna firmarlo prima che cambi il governo nazionale».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha messo in luce che «più di altri prevale in questo argomento il punto di vista di ciascuno rispetto a considerazioni di carattere generale; sono di un partito nato per l’indipendenza della Sardegna, un traguardo che ci fa vedere le cose da un punto di vista diverso, ma proprio visioni diverse si sono incontrate nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio nel 2014 che, nel merito, parlava di graduale dismissione e superamento delle servitù militari col mantenimento degli attuali livelli occupazionali». Detto questo e prendendo le distanze da quanto fatto a La Maddalena dove la presenza militare è finita senza alternative – ha affermato Carta – noi siamo per una costruzione graduale basata sulla concretezza coerente però con la visione espressa nell’ordine del giorno, per cui le ragioni politiche del voto contrario stanno nella contraddizione con il documento di oggi che parla solo di riduzione delle limitazioni, parte da una premessa sbagliata ed esprime un contenuto negativo, un semplice protocollo di intenti ma di protocolli ne abbiamo firmati tanti e anche questo può tradire ancora una volta la fiducia dei sardi».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, riferendosi all’ordine del giorno del Consiglio approvato nel 2014 all’unanimità ha parlato di «argomento centrale e prioritario per il centro sinistra che la maggioranza ha onorato con il massimo impegno anche se il dibattito ha oscillato fra le posizioni del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno». In realtà, ha osservato, «c’è il rispetto del mandato ricevuto e molta concretezza sui vari aspetti di una materia che si cerca di risolvere da sessant’anni e non si può stravolgere la storia, dimenticando ad esempio cosa ha fatto Soru e cosa non ha fatto Cappellacci: il calendario delle esercitazioni è stato sempre approvato dalla Difesa nonostante il parere del comitato paritetico tranne quando c’era Cappellacci, gli accordi di Soru sono stati fatti scadere da Cappellacci, la restituzione della caserma Ederle è stata firmata da Soru e non ripresa da Cappellacci». Il documento inoltre, è secondo Cocco ricco di contenuti: «Bonifiche, restituzione di immobili alla Regione, esperti indipendenti, sanità, ambiente, tempistica, ricerca civile da localizzare nell’Isola; insomma con la logica del si può fare di più la politica dimostra di non sapere ottenere risultati veri, oggi abbiamo una proposta per andare avanti da valutare al di là di maggioranza e opposizione».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha accusato il collega Cocco di «aver palesemente voluto radicalizzare il confronto con la solita tesi noi abbiamo fatto tutto voi niente, dimenticando per la verità che Cappellacci non avrebbe mai firmato questo documento, molto arretrato rispetto al dibattito degli ultimi anni sulle servitù militari». «E lo dice – ha dichiarato Pietro Pittalis – un vostro alleato con cui avete sottoscritto un programma fondato sul sovranismo più spinto, c’è un problema politico interno alla maggioranza perché il patto si è incrinato sui temi che contano e non su una leggina ed il secondo partito della coalizione pone un problema grande quanto il Consiglio, allora o siamo coerenti o tutto rischia di essere il solito teatrino della politica, perché Pigliaru a Roma ha parlato a nome di una maggioranza che oggi non c’è più». Meglio stare sul merito delle questioni senza rincorrere i fantasmi del passato senza creare muri e steccati, ha continuato Pietro Pittalis, ribadendo che «il tema è complesso ma io non potrei mai votare con Luca Pizzuto che ha parlato di sistema di morte e squallide basi militari e per questo dovrebbe chiedere scusa; poi ci sono le altre questioni sulle quali si può essere più o meno d’accordo ma a condizione di evitare il solito pregiudizio ideologico». «Noi diamo solidarietà piena e convinta a tutti i militari che operano in Sardegna – ha concluso il capogruppo di Forza Italia – se voi della sinistra radicale vi accontentate di questo documento per noi va bene anche se vedete risultati dove non ce ne sono, prendiamo atto che anche i comunisti si sono convertiti».

Al termine degli interventi dei capigruppo, il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola al presidente della Giunta. Nella replica, Pigliaru ha difeso l’azione dell’esecutivo: «Ho avuto un mandato dal Consiglio regionale che mi impegnava a cercare un’intesa con lo Stato sulle servitù militari. Questo ho fatto, oggi discutiamo di questa intesa».

Pigliaru ha poi evidenziato gli aspetti positivi del protocollo firmato con il ministero della Difesa: «Vengono definiti un crono-programma e un percorso amministrativo che trasformeranno in risultati concreti il contenuto dell’intesa. Qualcuno ha detto che Porto Tramtzu era già a disposizione dei cittadini, non è vero era disponibile solo una parte, l’intesa prevede invece il rilascio definitivo della spiaggia e delle sue pertinenze, comprese le strutture ricettive. Il protocollo comincia a riconoscere concretamente il riequilibrio di cui si è parlato per anni. E’ un piccolo passo in avanti rispetto alle discussioni fatte in passato in quest’Aula».

Anche sul rilascio della caserma Ederle, Francesco Pigliaru si è detto soddisfatto: «E’ un enorme valore patrimoniale che passa alla Sardegna. Ci sono prospettive per uno sfruttamento turistico».

Stesso discorso sulle bonifiche e sulla tutela della salute dei cittadini: «Per la prima volta si parla di osservatori indipendenti – ha sottolineato il presidente della Regione – è una novità essenziale per poi poter parlare di interventi di bonifica. Senza osservatori sarebbe difficile valutare lo stato delle aree e stabilire il livello di inquinamento. Il principio è che chi inquina paga, ma per realizzare questo principio è importante il ruolo degli osservatori. E’ un accordo storico? Non spetta a me dirlo, sarà la gente a giudicare. Noi abbiamo lavorato per dimostrare che si può fare un passo verso la direzione giusta senza concedere nulla in cambio».

Francesco Pigliaru, infine, si è soffermato sul problema dei ritardi nel pagamento degli indennizzi ai comuni: «Se non si firmasse questo accordo ci troveremmo nella situazione precedente. Abbiamo sollecitato i pagamenti sin dal  2014, l’ultima lettera è stata firmata alcuni giorni fa. I sindaci hanno riconosciuto la validità di questa intesa, loro conoscono i problemi nel dettaglio e hanno gli strumenti per valutare».

Il presidente Gianfranco Ganau, dopo aver acquisito il parere della Giunta sui due ordini del giorno ha messo in votazione il primo presentato dall’opposizione (Pittalis e più) del quale il presidente Pigliaru ha apprezzato alcuni elementi di novità come la richiesta di utilizzare i poligoni militari per attività di addestramento della protezione civile.

Ha quindi preso la parola il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu che ha annunciato la decisione del suo partito di abbandonare l’Aula e di non votare entrambi gli ordini del giorno.

Luca Pizzuto (art1-Mdp), replicando al capogruppo di Forza Italia Pittalis, ha difeso il contenuto del suo intervento: «Abbiamo smesso di mangiare i bambini tanti anni fa. Il comunismo è morto, evviva il comunismo. Sono un post comunista, un non violento convinto. So bene quello che ho detto, condanniamo le azioni e non le persone. Ho parlato delle esercitazioni  militari che condanno e che combatto quotidianamente. Non ce l’ho con i militari».

Michele Cossa (Riformatori) pur apprezzando lo sforzo della Giunta ha rimarcato «un’ eccessiva genericità del protocollo d’intesa», in particolare riguardo agli indennizzi per i comuni: «Il ministro Pinotti ha detto che si tratta di somme cadute in perenzione e che la Regione non ha fatto richiesta per il riutilizzo dei fondi. Su questo – ha dichiarato Michele Cossa – chiediamo un approfondimento, è un aspetto sul quale bisogna fare chiarezza. Se è vero ciò che dice il Ministero sarebbe un dramma per i comuni». Cossa ha quindi annunciato l’astensione del suo gruppo.

Paolo Dessì (Misto) ha annunciato il suo voto di astensione e invitato la Giunta ad un confronto più aspro con il Governo. «E’ vero che la politica si fa con i piccoli passi ma da amministratore del territorio dico che questo protocollo d’intesa è lo strumento per alzare l’asticella. A Porto Tramatzu, dal punto di vista pratico, occorrerà trovare le risorse per utilizzare le strutture. Altra questione importante riguarda le Sabbie Bianche: è una zona di altissimo pregio sulla quale bisogna fare le bonifiche.

Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) ha invece deciso di abbandonare l’Aula: «Il 67% delle servitù militari è in Sardegna, mentre solo il 4,5% del personale impiegato si trova nella nostra regione. Non posso pertanto accettare di discutere questi ordini del giorno».

Voto favorevole ha invece comunicato Fabrizio Anedda (Misto) «per il coraggio del presidente Pigliaru di portare avanti il mandato del Consiglio. Sono comunista ma non delego a nessuno il compito di rappresentarmi».

Antonello Peru (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario a entrambi gli ordini del giorno: «Non capisco i colleghi che parlano di Sardegna occupata e poi votano a favore. Voterò contro, in dissenso con il mio gruppo. Serve un segnale politico chiaro della Regione, bisogna che si affermi che la Sardegna dice no ai poligoni militari. Preferisco un’isola di pace che sappia dire no ai veleni e ai giochi di guerra. Questo non è un accordo che entrerà nella storia».

Voto contrario anche da parte di Angelo Carta (Psd’Az): «Stiamo in  aula ed esprimiamo il nostro voto contrario a entrambi gli ordini del giorno senza togliere nulla alla buona volontà e alla lealtà del presidente. I sardi hanno bisogno di un’altra visione».

L’ordine del giorno numero 1 (Pittalis e più) è stato quindi approvato con 39 voti a favore e 5 contrari.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’ordine del giorno n. 2 (Cocco e più).

Paolo Dessì (Misto), ex sindaco di Sant’Anna Arresi, ha chiesto la parola per ribadire la necessità di intervenire subito con le bonifiche delle Sabbie Bianche a Teulada: «La gestione del sito è importante. Servono risorse. Il comune non ha la capacità di proteggerlo. Bisogna scriverlo in modo serio». Sugli indennizzi, Dessì ha invocato il principio della perequazione: «Si stabiliscano, una volta per tutte, i ritardi nello sviluppo dei territori occupati dai poligoni».

Messo in votazione l’ordine del giorno della maggioranza (Cocco e più) è stato approvato con voti 34 a favore e 9 contrari.

I lavori del Consiglio regionale riprenderanno domani mattina alle 10.00.

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La commissione Salute del Consiglio regionale, presieduta da Mondo Perra (Upc-Socialisti), a maggioranza (6 a favore e 5 astenuti, tra cui il consigliere del centrosinistra, Luca Pizzuto, Art. 1 – Sdp) ha espresso parere positivo ma con quattro raccomandazioni al regolamento applicativo per l’accreditamento istituzionale dei servizi di diagnostica dei laboratori e dei relativi punti di prelievo esterni, approvato dalla Giunta regionale il 2 agosto del 2016 con la deliberazione n. 45/39. Il via libera del parlamentino della Sanità è arrivato dopo un’ampia discussione alla quale ha partecipato anche l’assessore Luigi Arru che nel corso dell’audizione ha ribadito più volte l’urgenza del pronunciamento della commissione ed anche le finalità del provvedimento che ha suscitato non pochi dubbi e perplessità non soltanto tra i consiglieri delle opposizioni.

Le principali criticità evidenziate dai consiglieri intervenuti nel corso dei lavori, principalmente Augusto Cherchi ( Pds) e Mariano Contu (Sardegna) hanno riguardato la “soglia minima di attività” di 200.000 esami/anno per il rilascio dell’accreditamento delle strutture, mentre per quelle che non raggiungono tale livello di produttività si prevede l’associazione tra soggetti erogatori accreditati così da  poter produrre il numero delle prestazioni prestabilite. Sul punto è stato particolarmente critico il consigliere della maggioranza, Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) che ha denunciato il rischio di vedere penalizzati i servizi nelle aree periferiche («questo è un progetto sbagliato e insieme con le preoccupazioni per i servizi emergono quelle per un ridimensionamento del numero di occupati nei laboratori dell’Isola»).

L’assessore Luigi Arru ha insistito invece sulle indicazioni della conferenza Stato\Regioni che evidenziano lo stretto rapporto tra il volume delle attività e la qualità dei servizi garantiti al cittadino («prima di ogni cosa abbiamo il compito di tutelare la qualità dei servizi e la sicurezza ai nostri concittadini»).

I consiglieri della maggioranza Fabrizio Anedda (Misto), Rossella Pinna e Gigi Ruggeri (Pd) pur senza nascondere le perplessità sulla soglia minima delle prestazioni hanno sostanzialmente mostrato favore per il documento ed il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha esplicitato la proposta per prevedere il raggiungimento della soglia delle 200.000 prestazioni con gradualità e in un arco temporale  di almeno un triennio.

La commissione ha quindi proceduto con la votazione del parere ed ha inserito quattro raccomandazione che ricalcano i suggerimenti avanzati alla commissione dalle sigle associative di categoria Federlab, Sapmi e Med.Net e che possono essere così sintetizzate:

• consentire ai laboratori appartenenti alla rete lo scambio dei campioni senza limitazioni, in modo tale che anche il laboratorio non dotato tecnologicamente, o di personale specializzato, possa usufruire delle specialità degli altri laboratori;

• per evitare la formazione di trust, prevedere che le aggregazioni di strutture di laboratorio non possono essere costituite da società che possiedono quote in altre strutture di laboratorio presenti nel resto del territorio nazionale;

• introduzione graduale della soglia minima di prestazioni;

• adesione alla rete libera e volontaria.

Conclusa la pratica dei laboratori la commissione ha proceduto con l’audizione congiunta dell’assessore della Salute, Luigi Arru, e dei vertici dell’Aias e della Fondazione Randazzo, per fare il punto sull’annosa vertenza che da tempo vede l’Aias reclamare il pagamento delle prestazioni erogate nel corso dell’ultimo vent’ennio (circa 42 milioni di euro di crediti vantati nei confronti del sistema sanitario sardo, principalmente le ex Asl, e dei Comuni) e i dipendenti dell’Aias protestare per la mancata corresponsione degli stipendi (oltre sei mensilità in arretrato).

Dopo un breve confronto (al quale hanno preso parte i consiglieri Giorgio Oppi, Udc;  Stefano Tunis, Fi; Luca Pizzuto, Art. 1 – Sdp)  il direttore dell’Aias, Vittorio Randazzo, l’assessore della Salute, Luigi Arru e il presidente della commissione Mondo Perra hanno convenuto sulla opportunità di esperire ogni tentativo utile per favorire la risoluzione del contenzioso con l’Aias in via transativa, così come stabilito al punto 3 comma b) dell’ordine del giorno approvato l’11 aprile del 2017 dal Consiglio regionale.

Il direttore Vittorio Randazzo ha a questo proposito precisato che l’associazione italiana assistenza spastici compirà ogni sforzo per favorire una soluzione transattiva ma che questa potrà riferirsi solo alle cifre eventualmente dovute a titolo di interessi e spese legali ma non già all’importo dovuto ad Aias (circa 42 milioni di euro) per le prestazioni già erogate. Vittorio Randazzo, su invito dei consiglieri, ha anche dichiarato che con la corresponsione di una cifra vicina ad un terzo del dovuto (circa 12 milioni di euro) «l’Aias garantirebbe il pagamento delle mensilità di stipendio arretrate agli oltre mille dipendenti».

L’assessore Luigi Arru, dal suo canto, ha confermato l’intento di risolvere la vertenza Aias ed ha preannunciato l’attivazione delle strutture dell’assessorato, ad incominciare dalla direzione generale, e dell’Ats nella figura del suo direttore amministrativo.

Il presidente della commissione, Mondo Perra, nel suo intervento di conclusione dei lavori ha quindi annunciato la costituzione di un tavolo tecnico al quale parteciperanno l’Aias, l’Ats e l’assessorato della Salute, «così da valutare dati e cifre e procedere, senza il ricorso alle vie legali, alla definizione delle pendenze con l’Aias ed alla regolarizzazione dei pagamenti con i lavoratori».  

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«Garantire maggiore  rimuneratività agli agricoltori e allo stesso tempo tutelare i percorsi di filiera». Sono questi gli obiettivi indicati dal presidente della Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale Luigi Lotto al termine dell’audizione dei rappresentanti delle associazioni agricole sull’assegnazione del bando per la certificazione del Grano Cappelli. La decisione del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) di assegnare alla Società Italiana Sementi la certificazione del prodotto preoccupa i soci del Consorzio sardo “Grano Cappelli”. La multinazionale semenziera bolognese avrà infatti diritto di esclusiva sulla varietà di frumento, il rischio è che salti per aria il percorso virtuoso che negli ultimi anni ha permesso di chiudere una filiera tutta sarda (ditta semenziera, agricoltori, mugnai e panificatori).

«E’ una preoccupazione legittima – ha detto il vicepresidente regionale di Coldiretti Efisio Perra – sulla vicenda però occorre sgombrare il campo da alcune imprecisioni. Sis è di proprietà degli agricoltori, il suo obiettivo è garantire redditività a chi coltiva il grano. Per questo chiede che il prodotto da ammasso venga pagato almeno 60 euro al quintale mentre per quello biologico il prezzo dovrebbe raggiungere gli 80 euro (attualmente il prezzo per l’ammasso oscilla tra i 45 e i 55 euro al quintale, quello biologico arriva a 60/70 euro). Sulla valorizzazione del prodotto e il giusto riconoscimento per il lavoro dei contadini non possiamo non essere d’accordo. Tutto questo deve essere fatto trovando una soluzione per la tutela della filiera.»

Efisio Perra ha poi smentito un conflitto di interessi di Coldiretti nella vicenda vista la presenza del suo vicepresidente nazionale nel Cda di Sis: «Coldiretti Sardegna riconosce il lavoro trentennale fatto dal Consorzio sardo per la tutela del grano Cappelli – ha detto Efisio Perra – le condizioni di mercato oggi sono cambiate. Occorre trovare una soluzione che metta d’accordo tutti gli interessi in campo. Per questo abbiamo favorito un incontro tra la Sis e il Consorzio “Grano Cappelli” nel quale, però, non si è riusciti a trovare un accordo. Noi continuiamo a lavorare perché non venga disperso il patrimonio di conoscenze ed esperienze che si è sviluppato in Sardegna».

Di diverso avviso il direttore di Copagri Pietro Tandeddu che, a nome di Agrinsieme (organismo che comprende anche Cia e Confagricoltura), ha invocato chiarezza sulle procedure di assegnazione del bando per la certificazione del seme a Sis. «Si è trattato di una procedura impropria – ha affermato Tandeddu – Crea più che su un bando con tutti i crismi ha puntato su una semplice manifestazione di interesse. Non erano infatti richiesti requisiti particolari né si assegnava priorità ai soggetti con esperienza pluriennale nel settore come accade in tutti i bandi pubblici. Proprio per questo motivo è stata presentata una richiesta di accesso agli atti e annunciato un ricorso. Sulla vicenda ci sono poi iniziative parlamentari a vari livelli». Una questione non di poco conto secondo Tandeddu: «Nella manifestazione di interesse Crea ha comunicato un sensibile aumento delle royalties da pagare per lo sfruttamento dei diritti di brevetto. Eppure, occorre ricordarlo, è un ente pubblico vigilato dal Ministero dell’agricoltura. E’ il soggetto titolare delle certificazioni del grano e il garante della genetica, ma non può speculare sul prodotto come qualsiasi ente privato. A tutto questo si aggiunge una scarsa trasparenza nel bando. Nel sito di Crea non c’è infatti traccia della valutazione dei requisiti né dell’esito delle gare». Per Pietro Tandeddu il rischio è un arretramento della filiera sarda: «Chiediamo alla Commissione di intervenire con un atto formale (risoluzione o mozione) per difendere una realtà nata in Sardegna e che vorremmo rimanesse nell’Isola». Il direttore di Copagri, infine, si è detto favorevole a una soluzione pacifica della vicenda: «E’ vero che Sis, su sollecitazione di Coldiretti Sardegna, ha incontrato i rappresentanti del Consorzio “Grano Capelli” – ha affermato Tandeddu – in quella sede sono state avanzate alcune proposte che per essere adeguatamente valutate hanno però bisogno di essere formalizzate per iscritto».  

Considerazione condivisa dal direttore regionale di Coldiretti Luca Saba: «Noi abbiamo avanzato una proposta per un progetto di commercializzazione del grano – ha detto Saba – Sis era d’accordo a consentire alla ditta semenziera sarda Selet di trattare con i propri produttori a condizioni che si pagassero almeno 60 euro a quintale, Selet proponeva di meno, su questo punto è saltata la trattativa. In ogni caso la produzione non si fermerà, la multinazionale bolognese ha già chiuso due accordi in Sardegna con altri due soggetti per la coltivazione di 400 ettari. C’è inoltre l’impegno da parte di Sis a ritirare tutto il grano prodotto a 60 euro a quintale. Mi auguro che si trovi un’intesa con il Consorzio, solleciteremo la formalizzazione da parte di Sis di una proposta scritta».

Preoccupazione per il mantenimento di una filiera sarda ha espresso il presidente regionale della Cia Martino Scanu: «Le produzioni si sono sviluppate in un determinato territorio – ha detto Scanu – i nostri associati esprimono forti perplessità sulla eventuale presenza nella filiera dei Consorzi agrari. C’è il rischio che gli agricoltori non chiudano i contratti e continuino a coltivare il grano Cappelli senza certificazione».

Una soluzione positiva hanno auspicato alcuni componenti della Commissione.

Secondo Fabrizio Anedda del Gruppo Misto «l’obbligo per gli agricoltori di rivendere il prodotto a Sis lede il principio della libertà d’impresa. Chi compra il seme certificato deve avere la possibilità di rivendere il grano da macina a chi gli pare. Ai soci del Consorzio sardo deve essere consentito di vendere il grano ai trasformatori sardi. Solo così si garantisce la qualità del prodotto».

Per Piero Comandini (Pd) deve essere fatto ogni sforzo per favorire il dialogo: «Sis presenti una proposta scritta – ha detto – nostro interesse è che venga tutelata la filiera sarda. Serve un accordo che leghi la produzione al territorio».

Per chiarire la posizione di Sis e ascoltare le sue proposte sul progetto di valorizzazione del Grano Cappelli, il presidente Luigi Lotto ha annunciato la convocazione in Commissione dei rappresentanti della Società italiana sementi. «Nostro interesse è impedire che il percorso avviato dalla filiera sarda si blocchi – ha detto Lotto – l’obiettivo è garantire le migliore remunerazione agli agricoltori e, allo stesso tempo, creare percorsi virtuosi di filiera».