27 April, 2024
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Domani, mercoledì 22 marzo, alle 12.00, si riunisce la commissione d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi, presieduta da Attilio Dedoni, per la programmazione dei lavori.  

Scade domani, alle 14.00, il termine per la presentazione degli emendamenti alla Manovra finanziaria. Per giovedì, alle 16.00, è stata convocata la commissione Bilancio, presieduta da Franco Sabatini, che lavorerà anche nei giorni successivi  per poter arrivare in Aula, come previsto, il 28 marzo per l’esame dell’articolato, delle tabelle e degli emendamenti ammessi. Il voto finale sul provvedimento  è previsto entro la fine del mese. Sempre giovedì, ma alle 11,30, l’assessore della Sanità, Luigi Arru, sarà sentito in audizione dalla Sesta commissione sul servizio di elisoccorso regionale.

 

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Scade mercoledì 22 marzo, alle 14.00, il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti alla Manovra finanziaria regionale. Alle 16.00 di mercoledì  è stata convocata la commissione Bilancio, presieduta da Franco Sabatini, che lavorerà tutta la settimana per poter arrivare in Aula, come previsto, il 28 marzo per l’esame dell’articolato, delle tabelle e degli emendamenti ammessi. Sempre mercoledì, ma alle 12.00, è convocata la commissione d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi. Il parlamentino, presieduto da Attilio Dedoni, ha all’ordine del giorno la programmazione dei lavori.

Giovedì alle 11,30 in commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra, sarà sentito in audizione l’assessore regionale della sanità sul servizio di elisoccorso regionale.

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E’ iniziato, in Consiglio regionale, l’esame del disegno di legge n. 393 “Legge di stabilità 2017”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n° 401 – “Modifiche alla legge regionale 6/2016 (Bilancio 2016 e pluriennale 2016-2018) conseguenti alla sentenza della Corte Costituzionale n° 6 del 2017″.

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha ricordato il recente attentato contro il sindaco di Oliena, sottolineando positivamente la solidarietà manifestata dalle Istituzioni. Però, ha ricordato, «c’è un problema di illegalità diffusa che interessa tutto il territorio regionale con particolare riferimento ai piccoli centri delle zone interne che sono sempre più luoghi del malessere». A questo dobbiamo dare una risposta, ha proseguito Crisponi, auspicando «un documento di indirizzo del Consiglio per assicurare adeguati finanziamenti a quelle realtà in cui è più acuta la tensione sociale; sarebbe una azione di buon senso e di alta politica, per esempio, garantire un forte sostegno a quelle attività rurali messe in difficoltà dopo i gravi danni del ciclone Cleopatra». Bisogna insomma rassicurare amministratori e popolazioni, ha concluso Luigi Crisponi, «perché oggi, proprio a causa dell’attentato, la Giunta di Oliena si è riunita in piazza».

Il presidente Ganau, rispetto al problema sollevato dal consigliere Luigi Crisponi, ha precisato che potrà essere presentato un ordine del giorno.

Tornando all’ordine del giorno della seduta, il presidente ha dato la parola al presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) per illustrare il contenuto del Dl n° 401. Sabatini, nel suo intervento, ha brevemente ricordato il dibattito svoltosi in commissione ed il voto contrario dell’opposizione, mentre la maggioranza ha condiviso la necessità di approvare celermente il provvedimento.

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha stigmatizzato il comportamento del Governo mettendo l’accento sul fatto che «c’è stata una brusca battuta d’arresto nei rapporti con la Regione per un atteggiamento eccessivo della Ragioneria generale dello Stato su cifre che non modificano il cuore della Legge finanziaria, ed è un dato preoccupante constatare l’esagerato rigore sempre richiesto alla Regione». La correzione tecnica è necessaria, secondo Locci, «senza però dimenticare che il problema sollevato dallo Stato davanti alla Corte Costituzionale in effetti può essere considerato sanato per il 2016 ma potrebbe riproporsi per il 2017 e, se accadesse, saremmo di fronte ad un fatto assurdo». Quindi, ha aggiunto, «da una parte c’è il passo falso della Giunta e dall’altra la conferma che lo Stato tiene stretti i cordoni della borsa e gestisce con accanimento burocratico i rapporti con la Sardegna».

Sempre per Forza Italia il vice capogruppo Alessandra Zedda ha ricordato che il suo gruppo aveva dato l’allarme su quanto poteva accadere da oltre un anno e, come consigliere, ha manifestato «fastidio e vergogna per la declaratoria di incostituzionalità della Legge di Bilancio della Sardegna ma c’è di più, perché nella relazione allegata al provvedimento in esame emergono spazi di ambiguità che potranno essere verificati in sede di consuntivo». Si è cercato di liquidare la vicenda come un errore tecnico, ha poi lamentato la Zedda, «ma in realtà la Regione ha speso più di quanto poteva e non basta l’ammissione di colpa a giustificare un anno di caos amministrativo che ha danneggiato la Sardegna, oltretutto per tutto per mutui con risorse non si riescono nemmeno a spendere». Quando si arriverà alla Legge di Stabilità 2017, ha concluso la vice capogruppo di Forza Italia, «sarà bene ascoltare l’opposizione che ha sempre parlato nell’interesse dei Sardi e rivedere, in particolare, la partita dei residui attivi nella ragionevole certezza che molte risorse lo Stato non le trasferirà più alla Sardegna».

Il consigliere del gruppo Misto-Rossomori Emilio Usula ha sostenuto che «con questa legge il Consiglio accompagna l’assessore a Canossa e chiedere una indulgenza allo Stato per non aver fatto bene i suoi compiti». Non è solo un vizio di forma, ad avviso del consigliere, «perché è la stessa Corte che parla di una manovra elusiva della salvaguardia degli equilibri di bilancio e forse la colpa più grave è non essersi costituiti in giudizio anche perché, in ogni caso, la correzione doveva essere presentata subito senza esporsi ad una brutta figura davanti alla Corte Costituzione, oltretutto con un assessore-professore». C’è poi il problema, ha detto ancora Usula, «della gravissima situazione che si è proiettata negativamente su tutto il sistema Regione con particolare riferimento alle amministrazioni locali, un argomento da sempre al centro dell’azione politica dei Rossomori, che hanno sempre cercato di dare il lor contributo con una finalità chiara, quella di dare ai Comuni più risorse e più agibilità finanziaria nell’interesse delle imprese e dei cittadini». Di fronte alle nostre proposte, ha concluso Emilio Usula, «abbiamo registrato un atteggiamento stizzito, eppure proprio oggi la Cna fornisce cifre allarmanti sull’economia della Sardegna: rispetto al 2015, nel 2016 il valore delle opere pubbliche è calato del 53% (livello più basso degli ultimi 15 anni), soprattutto nei Comuni con un calo delle gare del 27% e del 29% come importo dei lavori (la metà dell’anno precedente) e quindi servono politiche più agili, cantieri più veloci e maggiori risorse». Quello che dice oggi la Cna, ha concluso l’esponente dei Rossomori, «lo sostenevamo noi da tre anni e per questo siamo passati all’opposizione».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha affermato in apertura che, paradossalmente, avrebbe voluto sottoscrivere l’intervento del collega Usula perché in realtà «solo in apparenza siamo davanti ad un fatto tecnico perché poi ci sono alcuni fatti politici; il primo è la bocciatura della Legge di Bilancio respinta per la prima volta nella storia dell’autonomia ed il secondo è rappresentato dalla bocciatura pure la correzione ed inoltre tutta questa vicenda ha avuto una narrazione piena di omissioni e forse di menzogne». La ricostruzione fornita dalla maggioranza, ha spiegato Truzzu, «dimostra, infatti, che sono stati nascosti fatti importanti al Consiglio ed ai Sardi, quando a gennaio l’assessore dichiarò che l’errore era stato corretto con l’assestamento dimenticando di dire che la sentenza della Corte Costituzionale era già nota da novembre; in seguito, quando il collega Pietro Pittalis ne chiese conto l’assessore, in replica, assicurò che il Bilancio sarebbe stato comunque parificato e in caso contrario avrebbe rassegnato le dimissioni». Mi sono stufato di essere preso in giro e di fare la comparsa o il complice, ha concluso Paolo Truzzu: «per questo non parteciperò al voto».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, dopo aver dichiarato che «il Governo forse è amico dei governanti sardi ma non dei Sardi» ha aggiunto che «l’assessore Paci non ha superato l’esame, nonostante si sia tentato di far passare la cosa quasi in sordina, proponendo addirittura di discutere del 2017 senza mettere a sposto il 2016». Le accuse della Corte, ha ammonito Carta, «sono pesantissime perché di afferma che la Regione non solo ha commesso errori gravi ma lo ha fatto quasi deliberatamente, vanificando il principio costituzionale sancito dall’art. 81, spendendo in pratica quello che non si aveva». Cercate sempre  il primato, ha proseguito Carta rivolto alla maggioranza, «e in realtà lo avete ottenuto perché siete la prima giunta regionale d’Italia a chiudere un bilancio in passivo; la stessa relazione che accompagna questo provvedimento è reticente e non affronta i problemi veri posti dalla Corte Costituzionale, cerca di nascondere la Caporetto della Giunta dei professori che, al di là di tutto, ha determinato un rallentamento della spesa che ha avuto conseguenze devastanti sulla Sardegna».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, premettendo di non voler essere ripetitivo ha evidenziato che «da questa vicenda emerge con chiarezza che non si sono seguite le procedure previste dalla legge e nemmeno si è tentato di correggere gli errori in corsa, trascurando che una semplice variazione di bilancio a giugno avrebbe messo tutto a posto, ma sarebbe stato troppo per l’inefficienza di questa Giunta che perso la faccia davanti a tutta Italia, altro che fare i primi della classe». Abbiamo espresso più volte i nostri dubbi sulla vertenza entrate, ha protestato Dedoni, «ed oggi siamo in una condizione difficilissima, abbiamo meno entrate e siamo sottoposti ad oltre 600 milioni di accostamenti ingiustificabili, abbiamo ritirato i ricorsi e questo è il risultato aspettando la riconoscenza del governo amico che poi non è arrivata, abbiamo rinunciato a difendere lo Statuto e la Regione, non abbiamo fatto il nostro dovere e continuiamo ad andare a Roma con il cappello in mano mentre vengono calpestati i nostri diritti, abbiamo abbandonato la battaglia sulle accise rinunciando a 4 miliardi, è stato ritirato anche su questo punto un ricorso alla Corte Costituzionale ed abbiamo deciso autonomamente, come Riformatori, di andare davanti alla Corte di Giustizia europea». Non so cosa accadrà, ha concluso Dedoni annunciando che il suo gruppo non parteciperà al voto, «ma stiamo facendo una battaglia giusta per i diritti dei Sardi ed la Giunta che deve fare un esame di coscienza».

Dopo l’on. Attilio Dedoni ha preso la parola l’on. Francesco Agus (Gruppo Misto), che ha detto: «Non ci sono bocciature perché nei rapporti con lo Stato non ci sono professori né alunni. A volte non si capisce nemmeno bene chi abbia torto e chi ragione. In questa occasione il Governo ha impugnato la legge 32 e poi la legge 36, scegliendo una strada irrituale e violenta. Per questo abbiamo accumulato ritardi, non imputabili alla Regione. Credo che le coperture finanziarie individuate siano congrue perché altrimenti ci troveremmo a fronteggiare le incongruenze di una manovra finanziaria, che andiamo a breve a votare, senza tutte le coperture. Interverrei già su questo testo di manovra per modificare la legge 32 e la legge 36».

Per il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalias, «il fatto che in questo dibattito sia intervenuto un collega di maggioranza, uno solo, fa capire quanto imbarazzo ci sia tra di voi. Se questo è il nuovo corso che volete inaugurare partendo da piazza Duomo, a Milano, mi cadono davvero le braccia. Onorevole Agus, lei difende l’indifendibile e non si pone il problema che l’assessore alla Programmazione sia incappato in un errore macroscopico. Un dato è chiaro, oggettivo: la legge finanziaria e di bilancio del 2016 è stata dichiarata illegittima sotto il profilo costituzionale dalla Corte costituzionale. Non era mai accaduto prima nella storia della Autonomia e in altri tempi per un fatto del genere ci sarebbero state evidenti conseguenze politiche.

Non è un’operazione di routine: state riscrivendo la finanziaria del 2016 e l’assessore Paci ha poco da minimizzare. Ci sarà una ragione se questa isola ha il Pil più basso d’Italia e la disoccupazione aumenta mentre diminuiscono i consumi? Ci sarà una ragione se tutto è immobile? Non avete credibilità agli occhi dei cittadini e delle imprese. Vi facciamo un accorato appello: prima ve ne andate e meglio è».  

Per la Giunta ha parlato l’assessore Raffaele Paci, che ha detto: «Siamo in Aula per prendere atto di un errore e per mettere rimedio, l’ho dichiarato. Non minimizzo dicendo che è accaduto un semplice errore tecnico: è accaduto, invece, che abbiamo una oggettiva difficoltà nell’applicazione dell’articolo 118 della Costituzione e sul tema dell’utilizzo del disavanzo tecnico abbiamo dato una certa interpretazione che invece si è rivelata difforme rispetto a quella che dà lo Stato. In sede di confronto con lo Stato abbiamo accettato l’interpretazione dello Stato ed eliminato già dalla legge 32 il disavanzo tecnico. Ma il problema è che c’è stato uno scollamento temporale tra la nostra modifica e l’udienza della Corte costituzionale sul ricorso. Ecco come è nata la necessità di operare il riallineamento per le parti che sono state dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale, ovvero i 31 milioni. Ma non è tutta la finanziaria 2016 illegittima, sia chiaro. Certo che avremmo preferito che tutto questo non fosse avvenuto ma siccome è capitato ora dobbiamo porre rimedio!.

Per dichiarazione di voto è intervenuto l’on. Francesco Agus (Gruppo Misto), secondo cui «il vero problema sono i rapporti con lo Stato, che ha corretto con la penna rossa un errore di 31 milioni che la nostra Regione  ha fatto obiettivamente applicando una norma dello Stato. Senza che lo Stato abbia offerto il minimo aiuto alla Regione nell’applicazione delle nuove norme. Questo è il senso delle cose».

Per l’on. Piermario Manca (Pds) «il voto è di astensione perché c’è stata una certa superficialità, al netto delle scuse dell’assessore. Noi non siamo qui a fare la sorveglianza a un bidone vuoto, questo è il Consiglio».

Anche l’on. Paolo Truzzu (Fli) ha annunciato il voto di astensione: «Questa inezia tecnica è il frutto di un macroscopico errore politico. Voi avete spacciato il superamento del patto di stabilità come un grande successo e dovete prendere atto di questo errore politico. Assessore Paci, lei aveva dichiarato a gennaio scorso che ogni problema era stato risolto e oggi invece tornate sul problema».

Per l’on. Gianfranco Congiu (Pds) «c’è un elemento di fondo in questa vicenda, che orienta il dibattito. La Corte costituzionale dice in sentenza a pagina 5 che il disavanzo tecnico può essere risolto in senso positivo con una stretta interpretazione della norma altrimenti il disavanzo tecnico è un vero e proprio disavanzo. Dunque, è il legislatore dell’articolo 118 che ha sbagliato scrivendo la norma».

A nome dell’Udc Sardegna l’on. Gianluigi Rubiu (Udc)  ha annunciato l’astensione dal voto: «I massimi esponenti della facoltà di Economia della Sardegna hanno fallito, ridicolizzando con questo errore l’intero Consiglio regionale e dunque tutta la Sardegna. E’ un fatto di una gravità inaudita che testimonia l’incapacità».

Per il sardista Angelo Carta «lo Stato ha fatto il suo dovere in questa vicenda, ricordandoci che l’assessore Paci ha sbagliato. E’ un errore che non doveva essere commesso ed è logico che ci siano conseguenze politiche. Come deve cambiare, una volta per tutte, il rapporto con lo Stato. Comunque, noi voteremo contro».

Per il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, «in commissione e in Aula abbiamo parlato più volte di questo problema e respingo l’accusa che non se ne sia parlato in questa istituzione. L’errore c’è ma non ha inciso in nessuno stanziamento del bilancio 2016, sia chiaro. Non ci siamo dimenticati delle variazioni con cui si cancellavano, in passato, intere partite di bilancio».

Per Forza Italia l’on. Pietro Pittalis ha detto: «Dire che siamo davanti a un malinteso rapporto tra lo Stato e la Regione è il problema dei problemi. La Giunta ha ritirato tutti i ricorsi che pendevano davanti alla Corte Costituzionale e oggi mi fa piacere che in un sussulto di dignità si dica che lo Stato ha un atteggiamento padronale nei confronti con la Sardegna. In questi tre anni avete consentito allo Stato di comportarsi così e nonostante questo siete riusciti a far bocciare la legge di bilancio. Non parteciperemo al voto perché non vogliamo assolutamente avallare questo tipo di pasticcio».

«Siamo alle cose concrete», ha detto invece il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, «questa decisione non ha avuto conseguenze sul bilancio e non è vero che noi ci genuflettiamo davanti al Governo. C’è un episodio emblematico, ricordo i sardisti qualche anno fa consegnare la bandiera della Sardegna a Berlusconi: questo è decisamente più significativo».

L’Aula ha votato il passaggio agli articoli ed è poi iniziata la discussione generale sugli articoli. Approvati gli articoli 1, 2 e gli allegati 1, 2, 3. La legge è stata approvata.

Proposta di istituzione della commissione d’inchiesta n. 4 sul sistema della protezione civile regionale

A seguire, l’onorevole Cossa ha illustrato il secondo punto all’ordine del giorno, ossia la richiesta di istituzione della commissione di inchiesta sui fatti avvenuti nel gennaio 2016, a seguito degli accadimenti di protezione civile e delle polemiche che sono derivate tra i sindaci e la Regione.

«Siamo consapevoli del lavoro dei volontari e degli operatori di protezione civile – ha detto Michele Cossa -. E siamo consapevoli anche della delicatezza della situazione ma qui non c’è nulla di imprevedibile e sono inaccettabili gli allerta meteo del tutto inutili, ai quali i cittadini ormai non credono più. Anche i danni economici, non facilmente accertabili, sono evidenti e così si chiudono scuole e uffici. Possibile che debba essere in capo ai sindaci il dovere di interpretare cos’è scritto nei comunicati della Protezione civile? Nel dubbio ogni sindaco, per scansare le responsabilità, è portato a chiudere le scuole. Mi auguro che l’Assemblea  non liquidi con sufficienza questo problema, visto che riguarda l’intera comunità e la sicurezza delle persone. Cosa impedisce di organizzare un sistema efficiente e all’altezza dell’emergenza?».

Al termine il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che la discussione sull’istituzione della commissione d’inchiesta è rinviata ad altra data.

Sul terzo punto all’ordine del giorno Dl. n. 281 (Giunta regionale) “Ridefinizione dei confini tra i comuni di Magomadas e Tresnuraghes”, il relatore on. Giuseppe Meloni (Pd) ha sollecitato l’approvazione del testo licenziato dalla commissione, sulla scorta di quanto già deliberato dai Consiglio comunali interessati. Sentito anche il parere della Giunta, l’Aula ha approvato la legge.

Disegno di legge n. 393 (Giunta regionale) “Legge di stabilità 2017”.

Sulla manovra finanziaria 2017, quarto punto all’ordine del giorno dei lavori dell’Aula, ha preso poi la parola l’on. Franco Sabatini, relatore per la commissione Bilancio che presiede: «La vertenza entrate non può ritenersi mai chiusa perché il quadro normativo è in continua evoluzione e dovremmo imparare da altre Regioni, più virtuose, a costruire costantemente questi rapporti con lo Stato e a tenerli sempre aperti». L’oratore ha auspicato al più presto il funzionamento dell’Agenzia sarda delle entrate e ha detto che «la Giunta regionale ha fatto bene a porre il problema dei tagli agli enti locali, il tema della Sanità e dell’insularità. Già dal 2017 avremo 20 milioni aggiuntivi sul sistema Enti locali e dal 2018 saranno 30. Grande risultato è stato raggiunto nell’accordo sulle risorse per colmare il gap infrastrutturale per metano, città metropolitana e insularità. Si tratta di somme pari a quelle che furono erogate negli anni ’70 per il Piano di rinascita».

Per il presidente Franco Sabatini i ritardi della macchina amministrativa della Regione nel livello di spesa «saranno oggetto di un esame attento da parte della commissione Bilancio. Ad una mia pubblica denuncia sull’argomento, alcune figure sindacali hanno considerato questa segnalazione come una caduta di stile. Mi chiedo: può essere considerata caduta di stile la denuncia di una problematica grave a tal punto da compromettere, seppure parzialmente, alcuni obiettivi programmatici, che la manovra stessa si pone? In una situazione di così pesante crisi economica, può essere considerata incauta la denuncia di una macchina amministrativa non all’altezza del suo compito e che rischia di far mancare le risorse per gli interventi di risposta ai fattori di crisi più inquietanti?

È evidente che il problema esiste ed è urgente affrontarlo e porvi rimedio, cercando le migliori soluzioni possibili, al fine di superare lentezza, assenza di motivazione, formalismo, culto dei precedenti, fuga dalle responsabilità, eccesso di controlli inutili, squilibrata distribuzione del personale e delle risorse finanziate».

In conclusione, il presidente Sabatini ha detto: «La manovra, che è all’attenzione dell’Aula, procede nella giusta direzione del rilancio della crescita economica, della competitività e dei consumi, attraverso la conferma di politiche fiscali vantaggiose e la programmazione ed attuazione di importanti investimenti infrastrutturali.

Rimangono, infatti, inalterate le aliquote dell’addizionali regionali IRPEF ed IRAP, le più basse in Italia dopo quelle applicate dalle province autonome di Trento e Bolzano

Si confermano le assegnazioni a favore del sistema degli enti locali attraverso il fondo unico e con uno stanziamento pari a 49 milioni derivanti dalle accise provenienti dall’ENEL.

Sono rafforzati gli interventi a favore del mondo dell’istruzione, del mondo culturale e dell’associazionismo.

Vorrei anche segnalare l’importante stanziamento per l’applicazione del reddito di inclusione sociale che ammonta, per la sola parte passiva, a 44 milioni di euro, comprensiva dei 14 milioni provenienti dall’annualità 2016, nonché 40 milioni per la parte attiva proveniente dal fondo sociale europeo.

Il REIS, unitamente al contratto di ricollocazione, in via di attivazione da parte dell’Assessorato del Lavoro, costituirà l’impalcatura per la creazione di un vero e proprio welfare sardo.

Infine vorrei fare cenno allo stanziamento di 14 milioni per l’attuazione di un programma di sostegno al comparto lattiero-caseario, finalizzato, attraverso l’acquisto del formaggio per gli indigenti, a far risalire il prezzo del latte.

Vale la pena anche ricordare che nel 2017 diventa pienamente operativo il piano di infrastrutturazione finanziato con l’attivazione del mutuo di 700 milioni di euro che, se nei primi due anni ha contenuto i trasferimenti per il 2015 a 60 milioni e per il 2016 a 51 milioni, nel 2017 saranno attivate opere per 150 milioni.

Così, come precedentemente affermato, in una programmazione unitaria, ai fondi regionali si aggiungono quelli statali ed europei ed è per questo che non si può non segnalare lo stato di avanzamento della programmazione territoriale, attraverso la quale si stanziano importanti risorse per la valorizzazione dei progetti locali di sviluppo.

A questo si aggiunge la prossima attuazione di importati infrastrutture viarie.

Per tutte queste ragioni, esprimo un parere fortemente positivo sulla manovra finanziaria ed auspico che questa assemblea la possa approvare celermente così da rendere operativi nel più breve tempo possibile gli interventi volti a superare la crisi economica e sociale».

Alessandra Zedda (FI), relatrice di minoranza, ha sottolineato i ritardi con cui la giunta Pigliaru ha presentato  i documenti finanziari.

«La legge finanziaria e il bilancio del 2017 confermano – ha detto la consigliera di Forza Italia – che questa Giunta non riesce a far approvare, per il terzo anno di seguito, la manovra nei termini di legge. Anche questa volta sono trascorsi tre mesi di esercizio provvisorio. Solo per il  profondo senso di responsabilità e per la  consapevolezza che abbiamo per la grave situazione che la nostra Sardegna e i sardi vivono quotidianamente, faremo di tutto per evitare il quarto mese di esercizio provvisorio». Molto negativo il giudizio della vice capogruppo di Forza Italia sull’azione della giunta Pigliaru: «Da 3 anni i vostri annunci non hanno trovato alcun fondamento o sostanziale concretezza. Avete promesso e mai mantenuto. Ed è lunga la lista  delle incompiute,  degli errori grossolani e delle mancate azioni per favorire lo sviluppo. Ormai – ha proseguito Alessandra Zedda – siamo agli ultimi posti in Europa nei settori delle Entrate, dei  trasporti, delle infrastrutture, dell’energia, della scuola, dei  servizi nelle zone periferiche e interne, dell’acqua, della sanità e delle servitù militari».

E la situazione è sempre più grave: in Sardegna il 46 per cento della popolazione è  a rischio povertà e la disoccupazione è al 56,4 per cento: siamo  una delle tre regioni italiane col più elevato tasso di disoccupazione giovanile nella fascia dai 15 ai 24 anni. Arretriamo su tutto: lavoro, istruzione, infrastrutture, imprese, innovazione. Inoltre, l’indice della competitività delle regioni europee condanna la Sardegna in fondo alla classifica. Nei tre anni di Giunta Pigliaru siamo scivolati di ben sei posizioni. L’Isola è 228esima su 263 regioni. Inoltre, in questa manovra finanziaria non esiste alcuna traccia dell’argomento che per noi è oggi fondamentale per azzerare il filo col passato, la battaglia per far sì che il fattore insularità possa essere a vantaggio di una nuova economia, socialità e sviluppo. Le risorse appostate in questo bilancio mal si combinano con un’azione incisiva, strategica che metta al centro della crisi piuttosto che della rinascita il tema focale della già citata insularità. Quindi , la vostra proposta di finanziaria – ha concluso – è una lista della spesa, quando va soddisfare le richieste, a tratti inopportune e fastidiose, per le soddisfazioni dei vari componenti la maggioranza, a tratti un libro dei sogni che appare l’esatta fotocopia delle finanziarie precedenti. Una menzione a parte meritano l’agricoltura e l’allevamento. In questo settore – ha detto ancora rivolta alla giunta – la vergognosa complicità del Governo conferma la vostra politica del gambero.

Dopo la relazione di minoranza il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso i lavori. Domani mattina comincia la discussione generale. Il Consiglio è stato convocato per le ore 10.00.

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Con la costituzione del gruppo “Sinistra per la Democrazia e il Progresso2 cambia la “mappa” della rappresentanza consiliare delle forze politiche in Consiglio regionale.

Questa la nuova composizione dei gruppi:

Partito Democratico: Pietro Cocco (presidente), Alessandro Collu, Pietro Comandini, Lorenzo Cozzolino, Salvatore Demontis, Roberto Deriu, Daniele Forma, Gianfranco Ganau, Luigi Lotto, Gavino Manca, Giuseppe Meloni, Cesare Moriconi, Francesco Pigliaru, Rosella Pinna, Luigi Ruggeri, Franco Sabatini, Antonio Solinas, Gianmario Tendas;

Forza Italia: Pietro Pittalis (presidente), Ugo Cappellacci, Oscar Cherchi, Giuseppe Fasolino, Ignazio Locci, Antonello Peru, Alberto Randazzo, Marco Tedde, Edoardo Tocco, Stefano Tunis, Alessandra Zedda;

Gruppo Misto: Gaetano Ledda (presidente), Francesco Agus, Fabrizio Anedda, Annamaria Busia, Mario Floris, Giovanni Satta, Paolo Truzzu, Emilio Usula;

Partito dei Sardi: Gianfranco Congiu (presidente), Augusto Cherchi, Roberto Desini, Piermario Manca, Alessandro Unali;

Cristiani, popolari e socialisti: Zanchetta Pierfranco (presidente), Antonio Gaia, Raimondo Perra, Walter Piscedda;

Udc Sardegna: Gianluigi Rubiu (presidente), Alfonso Marras, Giorgio Oppi, Giuseppino Pinna;

Partito Sardo d’Azione: Angelo Carta (presidente), Marcello Orrù, Christian Solinas;

Riformatori Sardi liberaldemocratici: Attilio Dedoni (presidente), Michele Cossa, Luigi Crisponi;

Sinistra per la Democrazia e il Progresso: Daniele Cocco (presidente), Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Paolo Zedda.

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Riprenderanno domani i lavori delle commissioni permanenti del Consiglio regionale.

In mattinata, alle 12,00, si riunirà la Prima Commissione “Autonomia” guidata da Francesco Agus (Sel), per l’esame delle parti di competenza della manovra finanziaria 2017-2019 e del P/139 (Modifiche al sistema di valutazione dei dirigenti del sistema Regione e criteri attuativi dell’art. 8 bis – L.R. 31/1998).

Nel pomeriggio, alle 16,00, sono invece convocate la Quarta e la Quinta. All’ordine del giorno della Commissione “Governo del territorio”, presieduta da Peppino Pinna (Udc), il parere di competenza sulla manovra finanziaria 2017-2019. Il parlamentino delle “Attività Produttive” guidato da Luigi Lotto (Pd) si occuperà invece della difficile situazione finanziaria del Consorzio di bonifica di Oristano e dei ruoli irrigui notificati alle imprese agricole. In programma l’audizione dei sindaci dei comuni di Oristano, Arborea, San Nicolò d’Arcidano, Uras, Marrubiu, e dei rappresentanti delle Unione di comuni dei “Fenici”, “Bassa valle del Tirso e Grighine” e del “Terralbese”. I lavori della Quinta commissione proseguiranno nei giorni successivi con l’esame del Testo Unico sul Turismo.

 Mercoledì 15 febbraio si riuniranno la Seconda e la Terza.

A partire dalle 10.00, la Commissione “Bilancio” presieduta da Franco Sabatini (Pd) proseguirà l’esame della manovra finanziaria 2017 mentre alle 11,00 si riunirà la Commissione “Lavoro, cultura e formazione professionale” presieduta da Gavino Manca (Pd). La seduta sarà dedicata alle audizioni dei sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil sulla vertenza Sky e dei rappresentanti del Consorzio Zir “Predda Niedda” di Sassari sulle problematiche lavorative.

Per giovedì 16 febbraio, alle 9,30, infine, è convocata la seduta della Commissione Sanità guidata da Raimondo Perra (Psi). In programma le audizioni dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, e dei rappresentanti di “Fish Sardegna Onlus” e Aism Sardegna sulla situazione del Centro Sclerosi Multipla dell’Ospedale Binaghi di Cagliari.

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«Il problema delle entrate lo si può risolvere facilmente: rimettendo al centro la battaglia sulle accise, che la Giunta Pigliaru ha deciso di abbandonare e che ci avrebbe consentito di incassare un miliardo di euro. Una battaglia che aveva visto tutte le forze politiche unite nella scorsa legislatura. Ecco al presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, proponiamo di riprendere in mano quella battaglia: incassare le accise dei prodotti petroliferi realizzati in Sardegna è un nostro diritto. Del resto, il Governo nazionale per il terzo anno consecutivo ha accantonato 460 milioni di euro di soldi dei sardi, con la promessa di restituirli. Ovviamente si guarda bene dal darceli».

Lo scrive il coordinatore regionale dei Riformatori, Pietrino Fois, in una lettera appello al presidente della commissione Bilancio del Consiglio regionale.

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Riprende da domani, martedì 7 febbraio, il lavoro delle commissioni consiliari. Alle 16.00 è convocata la commissione “Bilancio” presieduta da Franco Sabatini. Il parlamentino sentirà in audizione le compagnie barracellari sui contributi regionali erogati annualmente per l’espletamento delle attività istituzionali. La commissione esaminerà anche la proposta di risoluzione sul tema degli accantonamenti disposti dallo Stato a valere sulle quote di compartecipazione ai tributi erariali spettanti alla Regione e il documento n. 18 (Documento di economia e finanza regionale 2017 – DEFR 2017), il  disegno di legge n. 393/S (Legge di stabilità 2017) e disegno di legge n. 394 (Bilancio di previsione triennale 2017-2019). I lavori proseguiranno nei giorni successivi.

La commissione “Attività produttive”, presieduta da Luigi Lotto, si riunisce alle 17.00. E’ prevista l’audizione dei sindaci dei Comuni di Arborea, Uras e San Nicolò d’Arcidano sulle problematiche legate ai ruoli irrigui del Consorzio di bonifica dell’oristanese. Seguiranno le audizioni del Commissario straordinario del Consorzio di bonifica dell’oristanese sulle problematiche legate ai ruoli irrigui e alla situazione economica complessiva del Consorzio e del Presidente della Fondazione “Cammino minerario di Santa Barbara” sulle attività svolte dalla Fondazione. La commissione esaminerà anche il Testo unificato “Norme in materia di turismo”. I lavori proseguiranno anche mercoledì dalle ore 10,30.

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Il presidente della III commissione del Consiglio regionale Franco Sabatini questa mattina ha illustrato alla stampa il risultato delle audizioni sulla legge di bilancio concluse ieri mattina.

Le tre priorità su cui incentrare il dibattito sulla Manovra finanziaria del 2017- secondo Franco Sabatini – sono la riapertura della vertenza entrate con lo Stato, la lotta alla burocrazia regionale ed il contrasto delle povertà.

«La situazione finanziaria della Sardegna è grave – ha detto Franco Sabatini – tra accantonamenti (684 milioni di euro) nuovi Lea (54 milioni) e mancati trasferimenti al sistema degli enti locali (100 milioni) la Sardegna perde 838 milioni di euro. I benefici della vertenza entrate (960 milioni di euro) iniziata nel 2006 dalla Giunta Soru e conclusa lo scorso anno sono di fatto azzerati. Rimane pochissimo per le politiche di sviluppo. Occorre riaprire da subito una nuova battaglia con lo Stato, per questo la Commissione approverà a breve una risoluzione, spero unitaria, per chiedere la convocazione degli Stati generali della Sardegna. Bisogna chiamare a raccolta enti locali, parlamentari, sindacati e forze datoriali e mobilitare tutta la società sarda.»

Secondo Sabatini, serve una svolta nel rapporto con Roma: «L’articolo 8 dello Statuto sardo è stato modificato solo tre volte nella storia dell’Autonomia – ha aggiunto il presidente della commissione Bilancio – altre regioni come il Trentino hanno invece in corso con lo Stato una trattativa permanente. Noi, per resistenze statali e incapacità politica, non siamo riusciti a far rispettare i nostri diritti. E’ arrivato il momento di chiedere l’azzeramento degli accantonamenti o, in alternativa, il ritorno dei costi della Sanità a carico dello Stato centrale. Oggi siamo al paradosso: la Sardegna paga per intero il sistema sanitario e lo Stato la esclude dai trasferimenti dei nuovi Lea».

Senza una soluzione la Sardegna rischia di trovarsi in seria difficoltà anche sul fronte dei servizi ai cittadini: «Gli enti locali sono senza risorse e non più in grado di garantire gli interventi di Protezione civile e la manutenzione degli edifici scolastici. Abbiamo incontrato nei giorni scorsi Anci e Cal. Ci rivedremo a breve per definire un’azione comune».

Altro tasto dolente è quello della inefficienza della macchina amministrativa. «Il filo conduttore delle audizioni svolte in Commissione Bilancio è stata la lamentela unanime nei confronti delle lentezze della burocrazia regionale – ha detto Sabatini – la politica stanzia le risorse ma spesso non arrivano ai destinatari oppure vengono erogate con fortissimo ritardo. E’ ora di porre rimedio a questa situazione. Proporrò alla Commissione l’approvazione di una risoluzione per potenziare il ruolo ispettivo e di controllo del Consiglio regionale. L’idea è quella di convocare sedute congiunte della Terza Commissione con le altre Commissioni permanenti su singoli capitoli di bilancio. Una verifica da fare ogni quattro mesi insieme agli assessori e ai direttori generali degli assessorati per capire l’andamento della spesa e lo stato di attuazione delle norme di riferimento».

Per contrastare l’aumento della povertà, segnalata da enti locali, associazioni di volontariato ed enti benefici, la Regione metterà in campo un robusto pacchetto di risorse. «Sono disponibili 44 milioni di euro del Reddito di inclusione sociale (14 non spesi lo scorso anno e 30 per il 2017), altri 14 arriveranno dallo Stato. Credo che il Reis rappresenti uno strumento innovativo per il contrasto delle nuove povertà  – ha rimarcato Sabatini – va però integrato con altri strumenti statali (come il Sia) o regionali come il Contratto di ricollocamento. Per questo presenteremo un emendamento ad hoc in Finanziaria».

Il presidente della Commissione ha poi risposto alle domande dei giornalisti su altre partite importanti che la Manovra 2017 è chiamata ad affrontare, prima fra tutte quella sul prezzo del latte. «Ieri in Consiglio si poteva trovare un accordo, non lo si è fatto solo perché non era tecnicamente possibile inserire in risoluzione l’indicazione del prezzo da applicare. Questo lo decide il mercato e non la politica – ha detto Sabatini – tuttavia l’obiettivo di tutti è permettere ai pastori di avere la giusta remunerazione. In Finanziaria saranno disponibili 14 milioni di euro per il ritiro dal mercato delle giacenze di pecorino romano. La condizione però è che i trasformatori stipulino un patto con la produzione primaria che consenta di alzare il prezzo del latte ovicaprino. Rimane da decidere se farlo con un emendamento alla Manovra o con una proposta di legge firmata da tutti i capigruppo».

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L’asfissia finanziaria delle amministrazioni provinciali e la crisi del sistema delle autonomie locali sono state al centro dei lavori della Terza commissione del Consiglio regionale che, in vista del varo della manovra 2017, ha proceduto ieri mattina con le audizioni dell’assessore degli Enti locali, degli amministratori straordinari delle province e del sindaco della città metropolitana di Cagliari, nonché dei presidenti del Consiglio delle autonomie locali e dell’Anci.

Il primo a prendere la parola nel parlamentino presieduto da Franco Sabatini (Pd) è stato il sindaco metropolitano di Cagliari, Massimo Zedda, che ha da subito evidenziato l’azzeramento dei trasferimenti dello Stato unitamente al paradosso che «la città metropolitana trasferisce allo Stato più di ciò che gli viene trasferito dallo Stato in termini di risorse».

«Stiamo di fatto finanziando lo Stato – ha insistito il primo cittadino di Cagliari – e i trasferimenti statali valgono appena il 16% del bilancio della città metropolitana». «Il tutto – ha aggiunto Massimo Zedda – mentre dobbiamo gestire funzioni e competenze delicate, alcune delle quale straordinarie, come lo sono quelle che attengono l’accoglienza dei migranti che fanno sì che si debba garantire a nostre spese  l’assistenza a circa mille minori non accompagnati.»

Il sindaco metropolitano ha dunque ribadito l’urgenza di risorse aggiuntive per il sistema degli Enti locali («se non paga Roma, paga via Roma») ed ha ricordato che le provincie sarde non sono indebitate («ma agli enti locali virtuosi lo Stato riserva il medesimo trattamento che offre alle amministrazioni che hanno sprecato i denari pubblici»).

«Il referendum costituzionale dello scorso dicembre – ha incalzato l’amministratore straordinario della provincia di Sassari, Guido Sechi – ha mantenuto in vita le province ma tutte le finanziarie degli ultimi anni sono state fatte nell’ottica della soppressione degli enti intermedi, ai quali se da un lato sono stati così erosi fondi e risorse dall’altro sono state confermate competenze in materia di viabilità, edilizia scolastica e ambiente.»

«Non abbiamo le risorse per le manutenzione delle strade – ha spiegato Sechi – e neppure per quelle degli edifici scolastici e per capire il quadro finanziario della nostra amministrazione è sufficiente considerare che se anche tagliassimo tutte le spese  il nostro bilancio chiuderebbe ugualmente in passivo.»

Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi degli amministratori della provincia del Sud e di quella di Nuoro, Giorgio Sanna e Costantino Tidu.

Tra le proposte avanzate da Sanna si segnala quella per realizzare un piano straordinario per la messa in sicurezza del reticolo idrogeologico e delle strade, finanziato dalla Regione e gestito dalle rispettive amministrazioni provinciali, mentre Costantino Tidu  ha posto l’accento sulla carenza del personale ed in particolare di dirigenti, nonché sulla impossibilità non solo di procedere con le assunzioni ma anche con le selezioni interne per attribuire nuove mansioni.

Gli amministratori delle province sarde hanno dichiarato che per scongiurare il dissesto finanziario degli enti («i bilanci 2016 sono stati chiusi in pareggio solo con il ricorso ad artifizi contabili») servono complessivamente circa cento milioni di euro.

Dissesto finanziario che per il 2017 è stato confermato anche dall’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, che nel corso dell’audizione in commissione non ha nascosto le difficoltà degli enti intermedi («forse solo la città metropolitana di Cagliari non sarà in dissesto nel 2017») ed ha ricordato i diversi tagli milionari dei trasferimenti statali («oltre 102 milioni di euro in totale per il 2017»).

L’assessore ha quindi confermato la volontà di ricorrere all’impugnazione alla Corte costituzionale per l’esclusione delle provincie e della città metropolitana della Sardegna dalla ripartizione delle risorse (900 milioni di euro) del fondo per gli enti territoriali, istituito con l’approvazione della legge di bilancio 2017 (legge n. 232\2016, articolo 1 comma 438).

Erriu ha inoltre rassicurato circa la dotazione del fondo unico degli Enti locali della legge di stabilità della Regione (circa 550 milioni di euro) a cui si aggiungono un milione e mezzo di euro per la città metropolitana di Cagliari per il sostegno ai lavoratori precari.

A conclusione dell’audizione dell’assessore Erriu, il presidente della commissione Franco Sabatini non ha nascosto la preoccupazione per la situazione degli Enti locali della Sardegna ed ha dichiarato: «Nella legge di stabilità non è contenuta la soluzione al problema degli enti locali e la manovra della Giunta non dà dunque le risposte attese, per questo cerchiamo con la commissione di procedere con un’iniziativa politica e amministrativa in grado di contribuire alla risoluzione di parte delle questioni evidenziate dagli amministratori straordinari delle province».

Il presidente del Cal, Andrea Soddu, ha posto l’accento sulla «limitata autonomia delle amministrazioni locali derivante dai vincoli di bilancio imposta dall’Ue agli Stati e a cascata fino ai Comuni» ed ha auspicato un differente ordinamento delle autonomie locali «in grado di mitigare la tendenza alla centralizzazione delle decisioni e delle risorse».

Il presidente dell’Anci Sardegna, Emiliano Deiana, ha riconosciuto il sostegno offerto dalla Regione alle amministrazioni comunali nel corso degli ultimi anni ed ha dichiarato il pieno sostegno dell’Anci nella vertenza contro lo Stato. Deiana ha quindi auspicato azioni efficaci nella lotta allo spopolamento e per il contrasto alle povertà.

Il sindaco di Sassari, Nicola Sanna, ha invece sollecitato il finanziamento dei cantieri comunali ed ha posto in guardia sul rischio che il Reis (reddito di inclusione sociale) espropri i Comuni dal controllo finalizzato all’inclusione sociale dei meno abbienti. Una ulteriore sottolineatura del primo cittadino turritano ha riguardato la esiguità delle somme (10mila euro per ciascun comune) messe a disposizione come premialità per quei comuni che si associano in Unione dei comuni.

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Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.

Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.

Si è svolto ieri a Roma un incontro tra il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, il senatore Giuseppe Luigi Cucca e i consiglieri Regionali Piero Comandini e Franco Sabatini, un incontro, come l’hanno definito i rappresentanti della Sardegna, positivo e costruttivo dove il ministro si è dimostrato attento e sensibile alle problematiche illustrate.

Lo scopo dell’incontro è quello di risollevare l’economia del mondo agro-pastorale dell’isola, hanno detto i rappresentanti dei sardi, al ministro Martina sono stati esposti, oltre la situazione ormai grave del mondo agro-pastorale, la gravosa situazione del comparto lattiero-caseario con la crisi sul prezzo del latte che ha ormai toccato i minimi storici, problema che si sta affrontando anche nella competente commissione consiliare.   

Il ministro ha subito assunto impegni precisi ed importanti, e già oggi si potrebbero conoscere i particolari degli interventi che potrebbero essere attuati già dal mese di febbraio ormai alle porte.

In sintesi gli impegni a favore della Sardegna sono principalmente tre:

  • Le liquidazioni, da parte dell’organismo pagatore AGEA,  dei contributi e degli incentive del PSR 2014/2020, riferiti all’annualità 2015, per quanto riguarda le misure forestali, agroambientali e il miglioramento del benessere animale;
  • L’inserimento del pecorino sardo fra le “derrate alimentari che l’Unione Europea acquisterà e distribuirà alle persone indigenti” (finora il nostro prodotto era escluso da questo mercato), e questo sarà una sorta di volano per il mercato sardo;
  • Attivare le linee di intervento per favorire lo sviluppo sostenibile del patrimonio zootecnico-ovino.

Gli esponenti del Partito Democratico, Comandini e Sabattini, si ritengono pienamente soddisfatti dell’incontro col ministro Martina, un accordo quello siglato in data odierna che ha sicuramente raggiunto l’obiettivo, si tratta infatti di interventi importanti in grado di risollevale le sorti di un intero comparto che rappresentate gran parte dell’economia sarda.