28 March, 2024
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Sono trascorsi quasi tre lustri dalla soppressione dell’Istituto di incremento Ippico della Sardegna decisa nel 2005 dalla Giunta Soru. La scomparsa dell’Istituto, punto di riferimento per allevatori, proprietari, associazioni equestri e semplici appassionati ha lasciato un vuoto di governance con effetti devastanti per l’intero comparto. Uno scenario desolante a leggere i dati: rispetto a dieci anni fa, il numero delle fattrici in produzione è calato di oltre il 60%. I puledri nati in Sardegna del 65%. Nel 2018 in Italia si sono registrate 1100 nascite di cavalli da sella: solo 194 sono state registrate nell’Isola: il 17% del totale contro il 70% di dieci anni fa. Anche la produzione di cavalli anglo arabi ha registrato una severa flessione: nel 2018 su 481 esemplari nati in Italia solo 332 provengono dalla Sardegna che in precedenza vantava il 95% della produzione nazionale.

Per porre rimedio a questa situazione è stata presentata in Consiglio regionale una proposta di riordino del comparto ippico sardo, primo firmatario il capogruppo dei Riformatori sardi Aldo Salaris, da ieri all’attenzione della commissione “Attività Produttive”. Il documento punta a colmare il vuoto operativo lasciato dalla soppressione dell’Istituto di incremento ippico le cui funzioni sono oggi in capo ad Agris. La proposta di legge prevede la creazione di un’Agenzia regionale per lo sviluppo e la valorizzazione ippica (ASVI) con lo scopo di dare a tutti gli operatori un unico interlocutore istituzionale dotato di autonomia gestionale e finanziaria. Sul provvedimento, la commissione presieduta da Piero Maieli (Psd’Az) ha avviato ieri una serie di audizioni con tutti gli operatori del settore (Allevatori, associazioni agricole, associazioni equestri, operatori turistici, università e gestori degli ippodromi). L’ambizioso obiettivo è quello di intervenire in tutti i settori collegati al mondo del cavallo: lo sport, il turismo, la cultura, l’ambiente e la tutela della biodiversità con particolare riguardo alla protezione delle razze autoctone.

La Regione

Ad inaugurare il ciclo di audizioni sono stati l’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia ed il commissario di Agris Raffaele Cherchi.

L’assessore dell’Agricoltura ha assicurato la massima attenzione dell’esecutivo per il rilancio del settore: «Il comparto è in forte crisi, c’è bisogno di una riforma seria. L’accorpamento delle funzioni dell’ex Istituto di incremento ippico in Agris non ha portato benefici. Bisogna pensare a un nuovo modello di governance». Idea condivisa dal commissario di Agris Raffaele Cherchi: «La Sardegna ha perso la leadership nel settore che aveva conservato fino ai primi anni 2000. Mentre prima esportavamo cavalli oggi li importiamo. I dati fanno riflettere e giustificano l’esigenza di una nuova normativa di riferimento. Occorre sganciare il comparto dall’agricoltura e pensare a un nuovo modello di gestione che contempli le altre attività legate all’allevamento del cavallo (ippoterapia, turismo equestre, educazione ambientale). Senza un riferimento istituzionale chiaro non si potrà mai avere un rilancio del settore».

L’Università

Un cambio di rotta nella gestione del comparto hanno invocato anche i professori universitari Giacomo Rassu (Facoltà di agraria di Sassari) ed Eraldo Sanna Passino (direttore del Dipartimento di medicina veterinaria di Sassari).

Il primo ha espresso qualche dubbio sulla creazione di una nuova Agenzia regionale: « Non so se una nuova struttura possa risolvere i problemi. Occorre prima verificare se quella attuale può essere migliorata. Per farlo bisogna però ragionare su numeri. Oggi purtroppo manca un’analisi seria sui dati». Giacomo Rassu ha poi fornito alcuni suggerimenti da inserire nella proposta di legge: 1) incentivi alle aziende che si uniscono per consentire di fare progetti di investimento a largo raggio; 2) distinguere tra cavalli da corsa e da sella e prevedere dei concorsi specifici; 3) investire sulla formazione degli operatori. Su quest’ultimo punto, Giacomo Rassu ha ricordato che i fantini sardi, ricercatissimi ovunque sono costretti ad andare fuori a frequentare le scuole equestri.

Il professor Eraldo Sanna Passino ha invece suggerito un potenziamento del Comitato ippico al quale la proposta di legge affida solo poteri consultivi: «Un’Agenzia con un direttore generale che decide per tutti non mi sembra la strada giusta – ha detto il responsabile del Dipartimento di veterinaria dell’Università di Sassari – meglio sarebbe prevedere un Comitato di esperti con più poteri. Altrimenti rischiamo di creare un accentramento di funzioni senza controllo».  

Le organizzazioni di categoria

Diversità di vedute sull’Agenzia anche all’interno delle associazioni agricole. Per il direttore di Coldiretti, Luca Saba, è importante definire le responsabilità: «Attualmente c’è un po’ di confusione. La creazione di un’Agenzia consentirebbe di capire, per esempio, quali sono le risorse destinate al comparto. Per evitare un accentramento di poteri nel direttore generale si potrebbe pensare a un Cda snello (massimo tre persone) che opera a titolo gratuito». Contrari, pur con diverse argomentazioni alla creazione di una nuova Agenzia, il direttore di Confagricoltura, Maurizio Onorato, e di Copagri Pietro Tandeddu. Il primo ha espresso forti perplessità sulla istituzione di un nuovo ente: «Mi sembra una scelta azzardata, se si vuole procedere a un riordino complessivo del comparto si chiarisca prima in che direzione si vuole andare». Più netto il giudizio di Pietro Tandeddu: «Non capiamo la riesumazione dell’Istituto di incremento ippico, perché allora non farlo anche per altri enti soppressi come l’Istituto lattiero-caseario o la Stazione sperimentale del sughero? Una nuova agenzia rimetterebbe in discussione la riforma del 2008 che ha fatto ordine riportando unità nella ricerca in agricoltura».

Gestori degli ippodromi e associazioni equestri

Soddisfazione per la volontà del consiglio di procedere a una profonda riforma del settore è stata espressa dai gestori degli ippodromi. Un rilancio del comparto, con un occhio di riguardo allo sport, consentirebbe di creare nuova occupazione. Mediamente la gestione agonistica di un cavallo è capace di creare due posti di lavoro. Oggi in Sardegna ci sono le potenzialità per innescare un circuito virtuoso. «Intervenite sugli allevamenti e le attività sportive – ha detto il direttore dell’Ippodromo di Chilivani Nicola Fois – in Sardegna dobbiamo produrre i cavalli che ci chiede il mercato senza concentrarci su una sola specie. Bisogna uscire dall’equivoco che l’angloarabo sardo sia una razza autoctona». Concetto condiviso dal direttore dell’ippodromo di Villacidro Severino Porcedda che ha aggiunto: «Se la legge individuerà delle risorse per gli ippodromi queste devono essere spese in modo oculato destinandole ad eventi specifici. Serve inoltre una programmazione seria, non si può pensare di continuare a definire il calendario delle corse autunnali nel mese di maggio».

Più attenzione per gli allevatori è stata chiesta da Stefano Ferranti (Anacaad): «Sono gli unici a non avere un tornaconto. Bisogna iniziare a battersi perché le provvidenze della Pac vengano destinate anche alle aziende equine. La legge è utilissima, il cavallo produce economia, serve una normativa chiara ed efficace».

Positivo anche il giudizio di Luciano Steri (Airvaas): «La nostra associazione si occupa dell’organizzazione dei pali durante le sagre paesane riservate agli angloarabi. Ci battiamo da sempre per la valorizzazione di questa specie. Quella dei pali è una tradizione molto sentita in Sardegna. Con un incremento dei finanziamenti potremmo coinvolgere più realtà oggi tenute ai margini per mancanza di risorse».

Turismo

Uno stralcio della parte rivolta al turismo equestre è stata invece chiesta dall’Aste che ha espresso dubbi anche sulla creazione di una nuova agenzia regionale: «La proposta di legge è positiva perché mira ad affrontare in modo organico le problematiche del settore ma occorre fare chiarezza. Mettendo dentro anche il turismo equestre si rischia di fare un minestrone – ha detto il presidente di Aste Salvo Manca – questo comparto ha dinamiche particolari che vanno affrontate in modo specifico altrimenti si rischia un effetto boomerang».    

Secondo l’Aste, occorre guardare con più fiducia ai mercati internazionali: «C’è un grande interesse degli arabi per l’endurance – ha detto il veterinario dell’Aste Mauro Ardu – oltre 500 cavalli sardi sono stati venduti agli Emirati. La nostra è una terra che si presta a questo tipo di disciplina. Per renderci competitivi servono però politiche specifiche di settore che rendano appetibile la nostra offerta».

Al termine delle audizioni il presidente della Commissione Piero Maieli ha invitato i partecipanti a fornire suggerimenti anche per iscritto: «La proposta di legge è aperta. Se vogliamo rilanciare il settore c’è bisogno del contributo di tutti gli operatori – ha detto Piero Maieli – ci sono diverse proposte in campo. Un modo per aiutare gli operatori sardi potrebbe essere quello di prevedere premialità per chi fa nascere, alleva e allena i cavalli in Sardegna. E un investimento mirato per avvenimenti sportivi che coinvolgano questi esemplari. Una legge di settore è attesa da anni. Il cavallo ha una lunghissima tradizione in Sardegna, presente in tantissime feste pagane e religiose. Questa ricchezza può far da volano all’economia. Nostro compito è varare una norma in grado di sprigionare tutte le potenzialità del settore».  

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Venerdì 13 dicembre, si terrà a Nuoro, l’incontro di presentazione dei risultati intermedi di MINUFORTE, il progetto dedicato al miglioramento nutrizionale dei formaggi freschi da latte di pecora e capra e alla garanzia della loro identità territoriale.

Il progetto è promosso e finanziato da Sardegna Ricerche ed è gestito dal Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, con la collaborazione di quindici aziende lattiero‑casearie del territorio.

MINUFORTE intende contribuire alla diversificazione e al rilancio della produzione casearia della Sardegna attraverso la trasformazione del latte con l’inserimento di microrganismi autoctoni in grado di migliorare le caratteristiche nutrizionali del prodotto. Si tratta di microrganismi in grado di controllare e garantire la salubrità e la qualità del formaggio, di favorire l’accumulo di metaboliti funzionali e di contribuire così al miglioramento nutrizionale dei prodotti. Il progetto viene incontro anche alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti a prodotti alimentari dotati di adeguate proprietà nutrizionali e con effetti positivi sulla salute umana.

L’evento, in programma a partire dalle 9.30, si terrà nella sede gemmata del Dipartimento di Agraria, in via Colombo, località Terra Mala.

L’obiettivo dell’incontro, oltre alla presentazione dei primi risultati, è quello di coinvolgere nuove imprese che potrebbero essere interessate ad aderire. Saranno presenti la responsabile scientifica del progetto, Nicoletta Mangia, con i ricercatori che collaborano alle attività, la referente di Sardegna Ricerche, Graziana Frogheri, e i rappresentanti di alcune delle imprese coinvolte nel cluster. Le conclusioni saranno affidate all’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia.

MINUFORTE è uno dei 35 progetti cluster promossi da Sardegna Ricerche e finanziati grazie al POR FESR Sardegna 2014-2020. I progetti cluster sono attività di trasferimento tecnologico condotte da organismi di ricerca pubblici con l’attiva collaborazione di gruppi di piccole e medie imprese del settore o di settori affini, per risolvere problemi condivisi e portare sul mercato le innovazioni sviluppate nei laboratori. Come per tutti i progetti cluster, anche in questo caso vale il principio della “porta aperta”: tutte le imprese interessate possono chiedere di entrare a far parte del progetto in qualsiasi momento.

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«Sul numero delle pratiche arretrate dei pagamenti agli agricoltori stiamo assistendo da qualche tempo a un balletto di cifre e affermazioni allarmistiche che sono ben lontane dalla realtà. La situazione invece è ben chiara e questo assessorato ha sempre comunicato tempestivamente i veri dati.»

Lo afferma l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia.

Ecco i numeri forniti dall’Assessorato. Le pratiche in totale sono 98.235. Nel dettaglio, per il pregresso sono 51.407 così suddivise: Psr (fondi comunitari) 31.325 pratiche per misure a superficie e capo, 1.310 per misure strutturali, 250 del Feamp, fondo europeo della pesca, 901 per l’Ocm, organizzazione comune di mercato, 17.521 per aiuti regionali, 100 per il carburante agricolo agevolato (Uma). Per quanto riguarda le pratiche presentate ad Argea nel 2019 e di prossima presentazione, da istruire nel corso del 2020, sono in totale 46.828. Così suddivise:  Psr (fondi comunitari) 38.121 quelle per misure a superficie e capo, 2.851 le misure strutturali, 842 per il Feamp, 2.015 per Ocm, 1.393 per aiuti regionali, 1606 per Uma.

L’assessore Gabriella Murgia fa chiarezza anche sulla Dotazione finanziaria del Psr 2014/2020 da 1.291.510.417 euro. «La spesa dei fondi comunitari del Psr per la Regione, l’N+3, è del 113,32% – spiega l’esponente dell’Agricoltura -. Ciò significa che la Sardegna non solo non rischia la perdita degli improbabili 900 milioni di euro, ma addirittura ha superato al 4 dicembre del 2019 i pagamenti di oltre il 13% rispetto all’obiettivo fissato dalla Commissione europea per il 31 dicembre 2019.»

«La missione di Argea – sottolinea Gabriella Murgia – è quella di rendere operativo l’ente pagatore sardo. Entro il 13 maggio 2020 (da decreto ministeriale del 14 ottobre 2019) devono risultare in organico stabilmente circa un centinaio di dipendenti in più, considerando che dopo l’Audit del ministero (febbraio scorso) sono cessati dal servizio 50 dipendenti. Pertanto, l’integrazione del personale è urgente a prescindere dalle istruttorie pregresse.»

«A oggi – precisa l’assessore dell’Agricoltura – gli istruttori delle pratiche Argea sono 221, su una base occupazionale totale attuale di 430 dipendenti. Nei restanti 209 sono ricompresi i coordinatori delle unità organizzative, il personale adibito alle attività amministrative, personale, bilancio, sistemi informativi, contenzioso e affari generali (86 in tutto), e anche 110 dipendenti inquadrati in categoria B e 13 unità in categoria A, che da contratto CCRL non possono istruire. Per pagare tutto il pregresso è necessario un reclutamento straordinario di ulteriore personale, per garantire agli agricoltori – conclude Gabriella Murgia – i pagamenti di quanto accumulato negli anni.»

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«La Regione scommette sull’innovazione in agricoltura con un obiettivo ben preciso: consolidare la competitività di lungo periodo delle nostre imprese.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, chiudendo i lavori dell’evento finale dei progetti cluster per lo sviluppo di nuovi prodotti nel settore agroalimentare organizzato da Sardegna Ricerche.

Nel corso dell’incontro, che si è tenuto ieri a Cagliari, sono stati illustrati alcuni progetti frutto di una stretta collaborazione tra enti di ricerca – tra questi le Agenzie regionali Laore e Agris e il Centro marino internazionale – e imprese agroalimentari del territorio che hanno riguardato in particolare la produzione di ostriche, spumanti e formaggi: “Ostrinnova”, per la valorizzazione della produzione sostenibile delle ostriche nel sistema della molluschicoltura; “Contaminazioni”, formaggi freschi al gusto di Sardegna; “Pecorino romano”, con la diversificazione di prodotto nell’ambito del Pecorino romano Dop; “Akinas Spin Ov”, per gli spumanti innovativi da vitigni autoctoni.

«Sono convinta che con appropriati investimenti in ricerca e sviluppo – ha sottolineato l’assessore regionale dell’Agricoltura – si possano generare quelle innovazioni tecnologiche, principalmente di processo, con un importante impatto diretto sulla produttività. Le imprese dovranno essere poi assistite da un insieme di servizi e istituzioni finalizzati a informare gli agricoltori sull’esistenza di nuove soluzioni tecnologiche e sulla loro applicazione.»
«Per questo motivo il mio assessorato – ha concluso Gabriella Murgia – sarà pronto a recepire tutte le istanze dei soggetti pubblici e privati interessati per poter integrare l’innovazione tecnologica con il modello di agricoltura che vuole questa Giunta, fondato sulle identità produttive dei nostri territori, in grado di difendere la loro economia e garantire ai cittadini la salubrità e la qualità dei nostri prodotti.»

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Giovedì 5 dicembre, negli spazi della Manifattura Tabacchi di Cagliari, si terrà l’evento di chiusura di quattro progetti “cluster” per lo sviluppo di nuovi prodotti nel settore agroalimentare promossi da Sardegna Ricerche. I progetti, che hanno visto una stretta collaborazione tra gli enti di ricerca e le imprese del territorio, sono stati finanziati nell’ambito del POR‑FESR Sardegna 2014-2020.
L’iniziativa è organizzata da Sardegna Ricerche con la collaborazione di Agris Sardegna e della Fondazione IMC-Centro Marino Internazionale. I settori di sperimentazione e innovazione hanno riguardato in particolare la produzione di ostriche, spumanti e formaggi.
La giornata sarà scandita da due momenti principali: tre sessioni parallele dedicate ai settori di riferimento dei progetti – vitivinicolo, caseario e dell’acquacoltura – e una tavola rotonda finale con l’obiettivo di avviare un primo confronto tra tutti i soggetti coinvolti nella programmazione di strumenti regionali a supporto delle imprese per valorizzare l’incontro tra ricerca, trasferimento tecnologico e tessuto imprenditoriale. È poi prevista una degustazione dei prodotti sperimentati nei progetti.
Il programma prevede le relazioni dei responsabili scientifici e dei ricercatori che hanno condotti i progetti, oltre che dei rappresentanti delle imprese coinvolte. La sessione finale sarà aperta dalla Commissaria straordinaria di Sardegna Ricerche, Maria Assunta Serra, mentre le conclusioni saranno affidate all’assessore regionale dell’Agricoltura e riforma agro-pastorale, Gabriella Murgia.
I progetti protagonisti della giornata saranno:

  • Akinas Spin Ov: spumanti innovativi da vitigni autoctoni
    Il progetto, condotto da Agris Sardegna, ha riguardato la produzione di nuove tipologie di vino spumante ricorrendo alla valorizzazione dei vitigni locali, sia di quelli più diffusi, ma anche di quelli minori o di possibile recupero.
  • OstrInnova: valorizzazione della produzione sostenibile delle ostriche in Sardegna
    Il progetto ha riguardato la sperimentazione dell’ostricoltura nelle aree lagunari e costiere in Sardegna. È attuato dalla Fondazione IMC – Centro Marino Internazionale, con la collaborazione delle agenzie regionali Agris e Laore, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, e delle Università di Cagliari, Sassari e Stirling in Scozia.
  • Diversificazione di prodotto nell’ambito del Pecorino Romano DOP
    Il progetto, gestito da Sardegna Ricerche e da Agris Sardegna, e nato per volontà del Consorzio di tutela, intende identificare gli elementi che caratterizzano positivamente il formaggio e quelli che lo deprezzano, per definire le possibilità di diversificazione produttiva e commerciale.
  • Contaminazioni: formaggi freschi al gusto di Sardegna
    Il progetto condotto da Agris Sardegna ha sperimentato nuovi prodotti da latte ovi-caprino quali yogurt, gelati, formaggi freschi e a breve stagionatura, ricotta gentile, per soddisfare anche quella fascia di consumatori intolleranti verso alcuni costituenti del latte vaccino.

I quattro progetti sono solo alcuni dei cluster promossi da Sardegna Ricerche e finanziati grazie al POR FESR Sardegna 2014-2020. I progetti cluster sono attività di trasferimento tecnologico condotte da organismi di ricerca pubblici con l’attiva collaborazione di gruppi di piccole e medie imprese del settore o di settori affini, per risolvere problemi condivisi e portare sul mercato le innovazioni sviluppate in laboratorio.

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«Abbiamo ribadito al ministro, in maniera piena e forte, che la vertenza latte è un’emergenza sociale che dura da troppi anni e che bisogna trovare soluzioni che diano stabilità al comparto. Le norme esistono da tempo ma stranamente non vengono applicate e i nostri pastori continuano a non vedere soddisfatte le proprie aspettative.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, al termine della riunione di insediamento del tavolo nazionale del latte ovino convocato oggi a Roma dal ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova.

«Il decreto emergenza del precedente Governo, diventato poi legge 44 del 2019 – ha precisato l’assessore regionale dell’Agricoltura – prevede il monitoraggio delle produzioni, ed è questo il primo decreto attuativo necessario per assicurare trasparenza e tracciabilità nel sistema. È indispensabile avere regole certe e precise e pertanto abbiamo chiesto la piena applicazione di quanto previsto dalla stessa legge e più in generale dal regolamento Ue 1308 del 2013 sull’organizzazione comune dei mercati dei prodotti lattiero-caseari:»

«Abbiamo anche fatto presente al ministro – ha sottolineato Gabriella Murgia – che abbiamo richiesto all’Ispettorato del Ministero i dati sulle eventuali eccedenze per valutare l’attualità della misura che prevede il ritiro del pecorino romano per destinarlo agli indigenti. Occorre avere numeri certi che consentano di valutare se i 14 milioni di euro debbano essere destinati a questo intervento, e quindi ai trasformatori – ha concluso Gabriella Murgia -, oppure essere dirottati verso altri programmi per il rilancio della filiera e il sostegno della parte più debole: i nostri pastori.»

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«La Sardegna può e deve essere l’isola verde del Mediterraneo, perché il nostro paesaggio e i nostri alberi possono contribuire a distinguerci da altri contesti regionali.»

Lo ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, dopo aver dichiarato aperto l’Anno Forestale 2019/20, durante la cerimonia svoltasi questa mattina al Teatro Eliseo di Nuoro.

«Bisogna garantire una gestione sostenibile delle foreste – ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia – per consentire il rispetto della biodiversità, la produttività, la capacità di rigenerazione e la possibilità di svolgere importanti funzioni ecologiche, economiche e sociali. Tra le aree prioritarie di intervento c’è in primo luogo il sostegno alle comunità rurali, il miglioramento della competitività delle industrie forestali e il rafforzamento della capacità di adattamento delle foreste.»

«Oltre un milione di ettari di foresta rappresentano per la Sardegna un grande patrimonio ambientale da tutelare e preservare, ma soprattutto valorizzare economicamente – ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis -. Un valore aggiunto per l’affermarsi di un turismo ecosostenibile, che può diventare un segmento economico e strategico sul quale la politica regionale deve investire maggiormente e con convinzione per creare sviluppo e occupazione. L’agenzia Forestas ha una prospettiva da consolidare dando attuazione alla propria legge istitutiva, trasformandola non solo in braccio operativo della Regione, ma anche in una fucina di occasioni, utili a mitigare e combattere lo spopolamento delle zone interne dell’Isola.»

«La Sardegna – ha evidenziato l’assessore Gabriella Murgia – è ricca di foreste d’importanza mediterranea, la prima regione in Italia. Finora però è mancata un’adeguata pianificazione forestale e la filiera del sughero è andata perdendo competitività a causa di una minore qualità della produzione che ha comportato una contrazione del comparto. Il Programma di sviluppo rurale si è pertanto prefisso di sviluppare un maggiore coordinamento tra enti pubblici con competenze forestali puntando anche sul rilancio della filiera del sughero. Nell’ambito dell’attuazione del Psr, l’Assessorato ha provveduto a pubblicare i bandi per l’accesso ai finanziamenti. Per programmare opportunamente le risorse del prossimo Psr è quindi importante rinnovare la collaborazione, oltre che con l’assessorato della Difesa dell’Ambiente, con gli altri servizi regionali coinvolti: Corpo forestale, Agenzia Foresta ed Agris.»

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Si è svolta oggi a Tempio Pausania, la settima “Conferenza regionale dello Sport”, quest’anno intitolata Lo sport è vita”. Hanno partecipato tante personalità sportive, tra queste il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, accompagnato dal direttore generale Mario Passetti, il presidente della Dinamo Sassari, Stefano Sardara, e l’orgoglio tempiese, il velocista Filippo Tortu, insieme all’assessore regionale dello Sport, Andrea Biancareddu, la vice presidente della Regione, Alessandra Zedda, e la sua collega di Giunta, Gabriella Murgia.

«Vogliamo uno sport praticato da tutti, perciò finanzieremo le grandi società sportive e le Federazioni più importanti, ma anche e soprattutto le discipline sportive meno conosciute – ha detto l’assessore Andrea Biancareddu nel discorso inaugurale -. E’ importante che i nostri ragazzi, i nostri bambini abbiano la possibilità di praticare sport, qualunque esso sia, anche per essere distolti da comportamenti di vita non corretti. Per farlo devono avere a disposizione un’impiantistica sportiva adeguata e funzionale e perciò predisporremo un grande piano di impiantistica sportiva, mettendo a norma tutte le strutture in Sardegna, sia scolastiche che comunali, in modo che tutti siano messi in condizioni di praticare una disciplina sportiva. Per fare questo ci saranno 4 milioni e mezzo di euro in più per lo sport. Non toglieremo niente alle grandi società, ma aggiungeremo fondi per le piccole realtà».

«Lo sport deve avere maggiori funzioni rispetto a quella prettamente agonistica  ha sottolineato l’assessore Andrea Biancareddu -. Intitolando la manifestazione “Lo sport è vita” abbiamo voluto mettere in rilievo anche la sua funzione sociale inclusiva, economica e turistica. Dovremmo approvare un articolo di legge che consenta di avere l’attrezzatura sportiva anche a coloro che non superano un determinato Isee, ma nel frattempo inviteremo le società sportive di metterla a disposizione dei più deboli. Importante anche la funzione turistica dello sport che si può trasformare in economia. Inoltre, unendo lo sport ai beni culturali e alle nostre coste si potrà generare un giusto mix per rilanciare la nostra Isola. Questo è il nostro messaggio che lanciamo da Tempio.»

«Lo sport deve essere aggregante, un modo per dare vita ad una nuova vita sociale – ha detto la vicepresidente Alessandra Zedda, che ha rimarcato come in questa giornata di festa deve essere lanciato un messaggio preciso -. Non mi piace parlare di sport 4.0, ma sicuramente affrontarlo sotto tutti i suoi aspetti, aggiungendo la visione dello sport come professione, come lavoro, come valorizzazione di chi lo pratica. Soprattutto, credo sia arrivato il momento di valorizzare l’azione di coloro che hanno sempre operato come volontari. Per crescere bisogna dare impulso alla professionalità.»

Tra i premiati, durante l’importante appuntamento triennale, l’emozionato e felicissimo campione di atletica leggera, Filippo Tortu, il canottaggio con Stefano Oppo ed il rally con Vittorio Musselli. Alla Conferenza regionale dello Sport si è parlato anche di sport per disabili, grazie alla presenza della presidente del Comitato Paralimpico regionale, Cristina Sanna, e di diversi campionati premiati al termine della Conferenza. Premi speciali ai numeri uno del Cagliari e del Banco di Sardegna.

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Sono finalmente disponibili i dati ufficiali sui ritardi nei pagamenti in agricoltura. I documenti sono arrivati in mattinata sul tavolo della Quinta commissione del Consiglio regionale convocata dal presidente Piero Maieli. A fornirli il commissario straordinario di Argea Patrizia Mattioni.

Sono 51.407 le pratiche pregresse del Piano di sviluppo rurale nelle varie misure alle quali si aggiungono altre 38.121 pratiche da istruire per la campagna 2019 per le sole misure a “superficie” e “benessere animale”. Una mole di lavoro impressionante alla quale Argea, agenzia delegata all’attività istruttoria, non riesce più a far fronte con il personale attualmente a disposizione.

«Mancano all’appello 128 unità – ha spiegato il commissario Patrizia Mattioni – 64 da destinare al disbrigo delle pratiche sulle misure strutturali e i Gal.»

Attualmente Argea dispone di 430 dipendenti che pur lavorando a pieno ritmo (con circa 45mila pratiche istruite al 31 ottobre 2019) si trovano sui tavoli un arretrato ormai fuori controllo.

Per risolvere questa situazione di emergenza da alcune settimane la Commissione “Attività produttive” ha avviato un tavolo di confronto con gli assessori all’agricoltura e al personale e con i commissari delle agenzie agricole. Tavolo allargato questa mattina anche ai rappresentanti delle associazioni di categoria.

«Questa è l’emergenza delle emergenze – ha detto il presidente della Commissione Piero Maieli – è necessario fare fronte comune per individuare una via d’uscita e dare così riposte al mondo delle campagne.»

Una piccola boccata di ossigeno potrebbe arrivare da Laore. L’agenzia ha offerto la sua disponibilità ad accollarsi le 18.914 pratiche (tra pregresse e attese) relative agli aiuti regionali per calamità naturali, interventi a sostegno del comparto ovicaprino, acquisto di riproduttori bovini, filiera del grano duro, aiuti in conto interessi alle imprese per prestiti ed ammortamenti. Per affrontare questa partita e risolverla entro il 2020, data in cui i soldi per le calamità non saranno più disponibili, servirà una squadra di 22 persone: «Noi siamo a disposizione ha detto il commissario Gianfranco Casu – chiederemo ai nostri dipendenti di aderire su base volontaria al progetto mettendo a disposizione un incentivo economico». Un’altra soluzione tampone potrebbe essere quella dell’apertura delle procedure di mobilità interna con il reclutamento di nuove figure dagli enti regionali e dal sistema-Regione. Su questo punto è arrivata l’apertura del capo di gabinetto dell’assessorato regionale degli Affari generali Alessio Zanzottera: «C’è la nostra disponibilità – ha detto – ma occorre prima verificare la fattibilità giuridica ed economica dell’operazione».

Tramontata, invece, l’ipotesi di esternalizzazione del lavoro ricorrendo a un pool di esperti e professionisti. «E’ vietato dalla normativa europea – ha spiegato l’assessore all’agricoltura Gabriella Murgia – si potrebbe invece pensare a una struttura di supporto per l’attività istruttoria sugli aiuti regionali chiedendo la collaborazione agli ordini professionali. Questo per risolvere l’emergenza. Il problema va però affrontato strutturalmente, è tempo di pensare al reclutamento di nuove figure aprendo le procedure concorsuali.»

«La situazione va affrontata subito e con decisione – ha aggiunto il presidente Piero Maieli – non è pensabile che agricoltori e pastori debbano attendere ancora anni per vedere concluse le loro pratiche. Una soluzione potrebbe essere quella di attivare più “unità di progetto” riferite a singole misure. Verificheremo anche questa possibilità. Tutte le strade devono essere percorse.»

Soddisfatti i rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura e Copagri per l’iniziativa della Commissione: «Finalmente ragioniamo su dati certi – ha detto il presidente di Coldiretti Battista Cualbu – i soldi che arrivano dal Psr sono la liquidità delle nostre imprese. Senza, non si può andare avanti. In mancanza di questi denari i pastori non riusciranno a portare avanti nemmeno la vertenza sul prezzo del latte perché saranno costretti a svendere il loro prodotto».

Apprezzamento per l’approccio scelto anche dal direttore di Copagri Pietro Tandeddu: «Serve chiarezza e trasparenza – ha detto – sarebbe opportuno capire anche perché si sono accumulati tutti questi ritardi e procedere a una valutazione sulla produttività delle strutture di Argea».

Rapidità nella ricerca di una soluzione ha invocato anche il direttore di Confagricoltura Maurizio Onorato: «Il tempo stringe – ha detto – alcune misure sono in scadenza. Per risolvere l’emergenza servirebbe una task force di 250 persone»

Sulle via da seguire per arrivare a una soluzione hanno espresso parere favorevole anche i rappresentanti dell’opposizione. Per Gigi Piano (Pd) la vera sfida è la velocità nelle risposte, “il mondo delle campagne non può più attendere”, mentre Elena Fancello (Misto) ha chiesto una verifica trimestrale sullo stato di avanzamento delle pratiche del Psr.

Emanuele Cera (Forza Italia), infine, ha ricordato la drammatica situazione delle campagne chiedendo risposte rapide e certe.

Al termine della seduta, il tavolo di confronto si è spostato a Villa Devoto dove i rappresentanti delle associazioni di categoria e i commissari Argea, accompagnati dal presidente Piero Maieli, hanno incontrato il presidente della Regione Christian Solinas.

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«Con grande impegno siamo riusciti a circoscrivere la diffusione della peste suina e da quattordici mesi non si registra alcun focolaio. A questo punto per la Regione e per il popolo sardo diventa molto importante una risposta positiva da parte delle Istituzioni europee perché consolida l’idea che al sacrificio fatto corrisponde un risultato concreto.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, nel corso dell’incontro con il commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, che si è tenuto oggi a Villa Devoto.

«Una visita molto attesa – ha sottolineato il presidente Christian Solinas – perché nell’ultimo anno l’intero sistema ha lavorato per aggredire il virus. Con un obiettivo fondamentale: aprire finalmente i mercati alle nostre produzioni suinicole e alle aziende di trasformazione. Dobbiamo proseguire sul solco tracciato per chiudere definitivamente la partita.»

Per fare il punto sull’eradicazione della peste suina africana nell’Isola, in mattinata Andriukaitis aveva incontrato anche gli assessori regionali della Sanità, Mario Nieddu, e dell’Agricoltura, Gabriella Murgia.

«Non si registrano focolai nei suini domestici da quattordici mesi e nei cinghiali la malattia si è ridotta in modo considerevole – ha commentato Mario Nieddu -. Sono stati raggiunti risultati importanti al costo di grandi sacrifici economici e sociali per la Sardegna. Non abbiamo mai abbassato la guardia. L’Unità di progetto è sempre operativa e l’impegno della Regione è massimo sulla campagna per debellare il virus. Riteniamo che questi aspetti debbano essere presi in considerazione e vengano riviste le attuali restrizioni.»

«Chiediamo con forza – ha spiegato l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia – che i nostri allevatori possano riprendere a esportare i prodotti suinicoli. Un mercato che rappresenta un’opportunità per i nostri produttori e per tutto il comparto. Un’occasione che nei prossimi anni, potrebbe costituire un volano per l’economia dell’Isola. Continueremo a sostenere il comparto suinicolo con le misure programmate. Una filiera produttiva – ha concluso Gabriella Murgia – che oltre ad avere grandi potenzialità è anche tradizione della nostra terra.»