29 April, 2024
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Seconda anteprima, oggi a Nuoro, per la rassegna di concerti collegata al Seminario Jazz che prende il via questo giovedì. Al caffè “I Grani”, a partire dalle 19.00 e con ingresso gratuito, è di scena il duo formato dal clarinettista Matteo Pastorino ed il contrabbassista Salvatore Maltana; due musicisti sardi (ma il primo è di casa a Parigi) legati ai corsi organizzati dall’Ente Musicale di Nuoro per esserne stati allievi (e nel caso di Maltana, dall’anno scorso, anche in qualità di docente).

Matteo Pastorino, 26 anni, ha iniziato a suonare il clarinetto come autodidatta a tredici anni e si è appassionato presto al jazz grazie al papà, contrabbassista. Il suo primo inquadramento pedagogico passa appunto attraverso i seminari nuoresi, dove vince varie borse di studio, tra cui quella che gli permette di incidere un album e di suonare in diversi festival italiani. A diciannove anni si trasferisce a Parigi dove frequenta il corso di jazz del Conservatorio e si laurea nel 2012 con il massimo dei voti. Durante Siena Jazz, ha l’occasione di studiare con Kenny Werner, Clarence Penn, Aaron Goldberg, Miguel Zenon, Jim Snidero e vince una borsa di studio che gli permette di studiare con Chris Potter. Nel 2012 il suo gruppo vince il concorso per giovani talenti del festival jazz di Saint-Germain-des-Prés, mentre a lui va il premio Selmer come miglior solista, che gli permetterà di essere sponsorizzato dalla prestigiosa marca di strumenti a fiato. Vincitore, lo scorso giugno, del premio della critica al diciannovesimo concorso “Massimo Urbani”, Matteo Pastorino sarà tra i protagonisti della rassegna Nuoro Jazz domenica prossima (23 giugno) all’auditorium dell’Isre “G. Lilliu”.

Salvatore Maltana, 43 anni, originario di Alghero, si è formato professionalmente ai Seminari jazz di Nuoro e di Siena Jazz prima di intraprendere un percorso artistico che l’ha portato a suonare, tra gli altri, con Enrico Rava, Flavio Boltro, Dado Moroni, Emanuele Cisi, Gavino Murgia, Roberto Gatto, Django Bates, Pierre Favre, David Linx, Daniele di Bonaventura, Dino Saluzzi, Roberto Cecchetto, Marco Tamburini, Ettore Fioravanti, Luca Aquino, Giovanni Falzone. Membro del trio Heritage, è co-leader come compositore del Mudras Quartet, con cui ha inciso due cd. Quattro, invece, gli album registrati con la cantante algherese Franca Masu.

 Matteo PastorinoSalvatore Maltana

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Giornata numero sette per il ventottesimo festival Time in Jazz, in corso fino a domenica (16 agosto) tra Berchidda, cuore pulsante della manifestazione, e altri quattordici centri del nord Sardegna.

La musica comincia a mezzogiorno nell’ottocentesca Cattedrale dell’Immacolata a Ozieri, con Michel Godard, il virtuoso della tuba e del serpentone, e il suo progetto “Monteverdi – A Trace of grace”: un affascinante incontro fra la musica barocca di Claudio Monteverdi e il jazz contemporaneo, due linguaggi così distanti tra loro nel tempo ma affini. Battezzato quattro anni fa, il progetto è stato consegnato alle tracce dell’omonimo album con una formazione di sei elementi, di cui facevano parte due dei musicisti che affiancano il cinquantacinquenne musicista francese in questa trasferta sarda: il sassofonista nuorese Gavino Murgia, suo compagno di viaggio anche in altre avventure musicali, e il mezzosoprano Guillemette Laurens, specializzata nell’interpretazione di musiche del Seicento. Completa l’organico un altro nome di spicco del jazz italiano legato a Michel Godard in varie esperienze, il fisarmonicista umbro Luciano Biondini.

Nel pomeriggio, alle 18.00, il festival si sposta verso il mare per fare tappa a Loiri Porto San Paolo: alla Tanca di Lu Bagnu, reduci dal concerto della sera prima a Berchidda con la Special Unit for the Blue Notes, sono di scena il batterista sudafricano Louis Moholo-Moholo e il giovane pianista inglese Alexander Hawkins, considerato uno dei maggiori esponenti della nuova scena jazzistica europea. Nel loro incontro, suggellato dall’album “Keep Your Heart Straight” (del 2012) si percepisce un appassionante mix di free jazz, melodie sudafricane e l’influsso di pietre miliari del jazz come Duke Ellington.

Al rientro a Berchidda, alle 19.45, torna l’energia dei Tha Rad Trads con la loro parata quotidiana all’insegna del divertimento, tra jazz di New Orleans, Rythm & Blues e Rock & Roll.

Alle 21.30, parte la serata sul “palco centrale” del festival, in Piazza del Popolo, con un primo set che vede l’atteso ritorno a Berchidda di Stefano Bollani, insieme a Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria a comporre i ranghi del Danish Trio. Il pianista italiano e i due danesi si sono incontrati per la prima volta nel 2002, quando furono convocati per accompagnare Enrico Rava nella cerimonia di premiazione dell’annuale JazzPar. L’immediata sintonia portò poi, nel giro di un anno, alla nascita del nuovo sodalizio e a una prima serie di concerti in Scandinavia. Vicini per età (Bollani e Lund sono nati nel 1972, Bodilsen è del ’70), i tre sono anche accomunati da una grande cultura jazzistica e da una concezione di questa musica come linguaggio aperto, in grado di assorbire senza preclusioni gli spunti di tutti i tempi all’insegna dell’improvvisazione e del divertimento. Grande successo per i due cd registrati dal trio per l’ECM, Stone in the water, del 2009, e Joy in spite of everything, miglior album italiano del 2014 secondo il referendum della rivista Musica Jazz.

Il secondo set, alle 23.00, vede invece in scena Vincent Peirani, uno dei nuovi talenti del jazz internazionale, recentemente incoronato “Artista dell’Anno” dal prestigioso premio “Victoires du Jazz 2015”. Il fisarmonicista, cantante e compositore francese (Classe 1980), ha iniziato a suonare all’età di undici anni, partendo da una formazione classica, per poi approdare al jazz, dove il suo talento l’ha portato presto a lavorare con musicisti del calibro di Michel Portal, Daniel Humair, il quintetto di Renaud Garcia Fons, Sylvain Luc, Louis Sclavis e Vincent Courtois.

A Berchidda porterà in dote il suo quintetto Living Being, con cui ha registrato un album lo scorso anno per la prestigiosa etichetta ACT; ad affiancarlo sul palco, Emile Parisien ai sassofoni, Tony Paeleman al fender rhodes e elettronica, Julien Herné al basso e Yoann Serra alla batteria.

Spenti i riflettori del palco centrale, la musica continua al vicino Parco della Musica intorno alla mezzanotte, con l’esibizione della “storica” Banda Musicale “Bernardo De Muro” di Berchidda diretta da Luciano Demuru.

Verso la una, infine, appuntamento al jazz club al Centro Laber con un’altra delle tre proposte vincitrici del concorso Time Out, gli Apollo Beat, formazione sassarese nata nel 2012 e caratterizzata dalla passione per le atmosfere del cinema degli anni Settanta. Alla base della sua musica, il groove della blaxploitation americana, il funk poliziottesco all’italiana, fino a alle sonorità tipiche dei film hard dell’epoca.

VINCENT PEIRANI QUINTET Stefano Bollani Danish Trio -ValentinaCenni Michel Godard(c)Syephan Dittmann 1s

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E’ stato presentato ieri mattina, al comune di Nuoro, il programma del Seminario Jazz, con il cartellone della rassegna di concerti in programma nel capoluogo barbaricino dal 20 al 30 agosto, con base alla Scuola civica di musica “Antonietta Chironi” (in via Mughina). All’incontro con la stampa sono intervenuti il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, l’assessore comunale alla cultura, Sebastian Cocco e Angelo Palmas, presidente dell’Ente Musicale di Nuoro organizzatore dell’iniziativa.

Il Seminario Nuoro Jazz è giunto alla ventisettesima edizione, la seconda sotto il coordinamento del pianista Roberto Cipelli, dopo venticinque dirette da Paolo Fresu (fondatore dei corsi, nel 1989, insieme alla compianta Antonietta Chironi). Saranno, come sempre, undici giornate dense di impegni, tra lezioni teoriche e pratiche, prove aperte di gruppo e musica d’insieme, sotto la guida del nuovo corpo docente già in cattedra dall’estate scorsa: Emanuele Cisi (per la classe di sassofono), Cinzia Spata e Francesca Corrias (canto), Dado Moroni (pianoforte), Marcella Carboni (arpa jazz), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Stefano Bagnoli (batteria), Enrico Merlin (storia del jazz), Salvatore Maltana (musica d’insieme) e Giovanni Agostino Frassetto (flauto, armonia di base e tecnica dell’improvvisazione). Sono invece volti nuovi per la classe di tromba, quelli di Fulvio Sigurtà e Dino Rubino, che avranno il compito di colmare il vuoto lasciato da Marco Tamburini, tragicamente scomparso lo scorso maggio.

Anche per quest’anno, la retta è di 250 euro e comprende la frequenza della masterclass internazionale che caratterizza ogni edizione dei seminari: stavolta a salire in cattedra è il pianista, fisarmonicista, arrangiatore e compositore americano Gil Goldstein. L’organetto diatonico e uno dei suoi più autorevoli interpreti, Totore Chessa, sono invece al centro dell’altra, immancabile masterclass, quella sulla musica tradizionale sarda, in programma, dal 24 al 30 agosto: l’iscrizione costa 200 euro. Rappresenta invece una novità assoluta per il seminario la master per fonici proposta in collaborazione con Mousikè Nuoro che verrà curata, dal 21 al 25 agosto (iscrizioni a 250 euro), da Marti Jane Robertson, apprezzata sound engineer americana trapiantata da tempo in Italia, e quella dedicata invece ai musicisti (titolo: “Parlare con il fonico”), in programma nei pomeriggi del 21 e del 22 (iscrizioni a 35 euro).

Aperti al pubblico, sempre alla Scuola Civica di Musica, sono infine i “Quattro passi nel jazz” in compagnia di Enrico Merlin, una serie di incontri (il 21, 22, 27 e 29 agosto alle 15,45) con il musicista e storico della musica del Novecento sul tema del jazz come musica senza confini.

Insieme ai corsi ritorna la consueta rassegna di concerti che ogni sera fa da corollario spettacolare alle attività didattiche, con fulcro a Nuoro ma con appuntamenti anche in tre centri della sua provincia: Onanì, Orosei e Posada.

Si comincia con due anteprime in programma a I Grani, il locale commerciale al centro di Nuoro.

La prima, lunedì 17, ha per protagonista proprio Enrico Merlin en solitaire con la sua chitarra. L’indomani, martedì 18, spazio invece al clarinettista sardo, ma di base a Parigi, Matteo Pastorino, in duo con il contrabbassista Salvatore Maltana.

Dall’abituale cornice dei cortili della casa natale di Grazia Deledda, il palco “centrale” della rassegna quest’anno si trasferisce all’auditorium “Giovanni Lilliu” dell’ISRE, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico. Apre la serie di concerti in programma nella struttura in via Mereu, il 20 agosto, il sassofonista Gavino Murgia, enfant du pays formatosi anche grazie proprio ai corsi dell’Ente Musicale di Nuoro prima di intraprendere il suo originale percorso di ricerca fra jazz e tradizione sarda; con lui in concerto gli stessi compagni di viaggio dell’album dell’anno scorso, “L’ultima mattanza”: i francesi Michel Godard, virtuoso della tuba e del serpentone, e il percussionista Patrice Héral.

Lo stesso Gavino Murgia, stavolta in duo con Salvatore Maltana al contrabbasso, sarà protagonista l’indomani mattina (alle 11,30) di uno degli eventi canonici della rassegna: il concerto nella casa circondariale di “Badu ‘e Carros”.

Poi, in serata (ore 21), all’auditorium dell’ISRE, spazio invece al sestetto Jazz Express, formato dai migliori allievi della passata edizione del seminario, e poi al duo del sassofonista Raffaele Casarano con il pianista Mirko Signorile.

Di particolare significato il concerto dedicato alla memoria di Marco Tamburini che sabato 22 vedrà riuniti sul palco tutti i docenti del Seminario più un ospite del calibro di Paolo Fresu.

Anche il Ragini Trio di Nathan Daems (fiati), Marco Bardoscia (contrabbasso) e Lander Gyselinck (batteria), con la sua originale combinazione di jazz e musica classica indiana, si presenta a Nuoro (martedì 25) con uno special guest: il pianista serbo (ma francese d’adozione) Bojan Z.

Altri protagonisti della rassegna, la cantante Elisabetta Antonini, miglior nuovo talento allo scorso referendum della rivista Musica Jazz, con il suo progetto “The Beat Goes On” dedicato alla Beat Generation (mercoledì 26), il quartetto di Matteo Pastorino, altro talento passato attraverso i seminari nuoresi (il 23 agosto), e, ancora, un inedito trio all’insegna degli strumenti a mantice con Gil Goldstein e Antonello Salis alle fisarmoniche e Totore Chessa all’organetto (giovedì 27). Per Gil Goldstein anche un impegno in solo al Museo MAN (venerdì 28, alle 19.00).

Nuoro 71 copia

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Oggi è ancora Oristano a ospitare una nuova serata, la quinta, di Dromos, il festival organizzato dall’omonima associazione culturale, in pieno svolgimento da giovedì scorso (e fino a ferragosto) tra il capoluogo e altri sette centri della sua provincia. Domani (lunedì 3 agosto), nella cornice di piazza Corrias, doppio appuntamento (con ingresso gratuito) all’insegna della musica e della riflessione sul tema di questa diciassettesima edizione: “I have a Dream – L’utopia necessaria”.

Si comincia alle 21.00 con “Le belle utopie“, un dialogo pubblico di Moni Ovadia, tra i protagonisti della scena teatrale nazionale e della cultura ebraica in Italia, noto anche per il suo impegno politico e civile per i diritti e la pace, con il musicista e conduttore radiofonico Valerio Corzani: e sarà un’occasione per riflettere sulle utopie della contemporaneità, da una parte attraverso lo sguardo urticante e disincantato dell’umorismo ebraico del primo, dall’altra con quello lucido del secondo, amante e cultore del concetto di meticciato nella musica.

Più tardi, alle 22,30, imbracciati i suoi strumenti (basso elettrico, electronics, voce), Valerio Corzani sarà ancora al centro dei riflettori, stavolta insieme a Stefano Saletti (bouzuki, chitarra elettrica, electronics, voce), per proporre dal vivo (con Erica Scherl al violino e alle tastiere, e Eugenio Saletti alla chitarra elettrica) il progetto Caracas, sulle tracce del loro recentissimo album omonimo.

Caracas è il risultato di una fertile partnership tra Valerio Corzani (già componente di Mau Mau, Mazapegul, Gli Ex, Interiors) e Stefano Saletti (Novalia, Piccola Banda Ikona, Café Loti, Sete Sois Sete Luas Orchestra), che lo hanno composto, arrangiato, suonato e prodotto seguendo un filo rosso musicale: la sottolineatura – negli arrangiamenti e negli incastri ritmici – del “levare”, per un viaggio strumentale alla ricerca di una sorta di cosmopolitismo degli strumenti e delle musiche. Si parte dal Mediterraneo per circumnavigare il globo terracqueo con la prua puntata sul melange sonoro e sulle alchimie ritmiche, dalla Giamaica del reggae a certo soul-jazz, dal deserto Tuareg alla Turchia sufi, dalle Hawaii al Sudamerica.

Martedì (4 agosto) la carovana di Dromos fa di nuovo tappa a San Vero Milis, dove alle 21.00 (nel giardino del Museo Archeologico) è in programma la proiezione del documentario di Raffaello Fusaro “Le favole iniziano a Cabras”: un viaggio attraverso la Sardegna raccontata da alcuni dei suoi personaggi e artisti più rappresentativi, dal navigatore oceanico Gaetano Mura alla poetessa Lidia Murgia, dallo scultore Pinuccio Sciola allo stilista Antonio Marras, ai musicisti Gavino Murgia e Paolo Fresu.

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