28 March, 2024
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La “Casa di Suoni e Racconti” presenta il racconto della Natività: “Il Cielo in una Culla” di e con Maria Loi e Andrea Congia e con la Corale Polifonica Quartese. Appuntamento domenica 29 dicembre, alle ore 19.30, nella Basilica di Sant’Elena Imperatrice, a Quartu Sant’Elena.

In occasione della manifestazione “Vivi Natale 2019”, voluta dal comune di Quartu Sant’Elena, l’associazione culturale “Tra Parola e Musica” presenta il suo spettacolo dedicato alla Natività di Gesù Cristo e vista dagli occhi di una donna, Maria di Nazareth. L’opera musico-teatrale “Il Cielo in una Culla” andrà in scena domenica 29 dicembre 2019, presso la Basilica di Sant’Elena Imperatrice, a Quartu Sant’Elena (Piazza Sant’Elena Imperatrice). In scena l’attrice Maria Loi ed il musicista e compositore Andrea Congia, che firmano la drammaturgia, accompagnati dalla Corale Polifonica Quartese diretta dalla maestra Daniela Porru, e che daranno voce alla Storia della straordinaria adesione al Progetto Divino da parte di una giovane ragazza vissuta oltre duemila anni fa, un Atto di Fede che va oltre gli umani timori. All’interno della maestosa Basilica della città  di Quartu Sant’Elena, riecheggeranno i canti della tradizione sarda e natalizia che accompagneranno le più importanti tappe della Sacra Famiglia: dalla nascita di Maria alla sua presentazione al Tempio, da nascita di Gesù Cristo sino alla fuga in Egitto. Lo spettacolo sarà inoltre trasmesso in diretta da Radio Sant’Elena, emittente che opera all’interno della Basilica. Lo spettacolo fa parte del progetto più ampio BlessedScape – Cresias de Sardigna sostenuto dal POR Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per la Sardegna 2014-2020 (Linea Culture LAB). L’ingresso è libero e gratuito.

Ultimi due appuntamenti del 2019 per la “Casa di Suoni e Racconti” con “Il Cielo in una Culla” che si terrà a Quartu Sant’Elena e a Serdiana, rispettivamente il 29 e il 30 dicembre. L’associazione “Tra Parola e Musica” si prepara per la prossima edizione del progetto “Tra le musiche”, il programma culturale nato nel 2017 sotto la direzione artistica del musicista e compositore Andrea Congia. Tre i segmenti che comporranno il cartellone annuale: la tredicesima edizione della rassegna di spettacolo tra Parola e Musica “Significante – Umbras”; la quarta edizione del Festival delle Musiche dei Mondi “Ucronie” e della quarta edizione della Rassegna di CineConcerti “Sinestesie. Tra le musiche” avrà inizio venerdì 10 gennaio, ad Arbus, e terminerà nel mese di dicembre 2020 toccando numerose località sarde e non, e utilizzando sempre la musica come amplificatore espressivo capace di creare sinergie con le altri arti.

 

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I locali dell’Episcopio di Alghero hanno ospitato, questa mattina, la conferenza stampa in previsione della Beatificazione della Serva di Dio Edvige Carboni, in programma a Pozzomaggiore sabato 15 giugno. Nel corso dell’incontro sono intervenuti i vari Presidenti delle Commissioni, costituitesi per l’evento religioso, ed il vicario generale, mons. Giuseppe Curcu, che ha presenziato l’appuntamento con i giornalisti. Quest’ultimo ha portato i saluti del vescovo Mauro Maria Morfino, assente per motivi di salute, rinnovando il “grazie” espresso per tutti coloro che si sono adoperati e si stanno adoperando per l’organizzazione della Beatificazione.

«Una circostanza speciale ed eccezionale, che viviamo con tutto l’entusiasmo che un avvenimento del genere comporta – ha affermato il vicario generale nel suo intervento -. Edvige era una donna semplice, una donna delle nostre comunità, come tante che si dedicano a servire gli altri. La nostra Beata è testimone di una fede forte e Dio l’ha privilegiata con segni unici, nella condivisione della sua passione.»

Il biografo di Edvige Carboni, prof. Ernesto Madau, presidente del Movimento Parrocchiale ha evidenziato come tutto il paese di Pozzomaggiore stia vivendo questa attesa con entusiasmo, ma anche tanta devozione: «Una vicinanza ad Edvige manifestata anche all’arrivo delle spoglie, lo scorso 25 maggio quando, come la Beata aveva profetizzato al suo ultimo saluto alla città natale, le strade non sono bastate per contenere la grande folla accorsa nel paese». Un percorso condiviso con la Congregazione dei Padri Passionisti, ai quali la Carboni era molto legata soprattutto nella sua permanenza a Roma, che hanno custodito il corpo a Nettuno, nel santuario di Santa Maria Goretti, ed ora continueranno a prendersene cura a Pozzomaggiore. Il parroco, Padre Antonio Annecchino, ha spiegato come il legame tra la Congregazione della Passione di Gesù Cristo e la Beata si sia consolidato grazie ai contributi di padre Ignazio Parmeggiani per arrivare sino a padre Fortunato Ciomei. Il presidente della Commissione culturale e artistica, don Paolo Secchi, ha descritto ai presenti le caratteristiche dell’arca che contiene le spoglie mortali della Carboni e del reliquiario, nonché lo sviluppo iconografico del logo ufficiale della Beatificazione. Il restauro e la presenza sull’altare della Celebrazione del Crocifisso che parlò alla Beata, conosciuto come Babbu Mannu, sono state possibili grazie all’opera congiunta dei restauratori e all’interessamento della Soprintendenza che ha collaborato con l’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici. Connubio che sta portando anche alla realizzazione, nella parrocchiale di San Giorgio, della Cappella che ospiterà i resti mortali della mistica.

Mons. Angelo Cocco ha parlato ai presenti del percorso liturgico verso la Beatificazione, la cui Celebrazione Eucaristica sarà espressione del forte senso di comunione tra le diocesi sorelle della Sardegna. La solenne funzione sarà presieduta dal Cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

«Sono tanti i volontari che stanno offrendo il loro contributo perché tutto vada per il meglio – ha affermato il sindaco di Pozzomaggiore, Mariano Soro – insieme ai vari professionisti  che sono stati incaricati dalla struttura organizzativa nei molteplici settori di competenza». Un cospicuo dispiegamento di forze, ha precisato don Giampiero Piras responsabile per l’ambito economico, che ha reso necessario un investimento notevole, grazie in primis al lavoro svolto negli anni dal Comitato, alla Diocesi, all’Amministrazione e a tutte quelle persone che hanno donato la loro piccola o grande offerta, manifestando una bellissima condivisione e un’esclusiva testimonianza di unità e compartecipazione.

«Alla Santa Messa, che avrà inizio alle ore 10.30 (diretta su Videolina) hanno già aderito in cinquemila da tutta l’Isola e non solo – ha spiegato Giuseppe Manunta, presidente della Commissione Promozione e Comunicazione, che ha moderato l’incontro – ma le adesioni alla Segreteria Generale stanno continuando a giungere anche in questi minuti.»

L’organizzazione raccomanda, per sabato 15 giugno, la massima puntualità negli arrivi e la necessità di prevedere autonomamente alla dotazione di materiale per la protezione solare.      

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Come cristiani siamo costantemente chiamati in causa e sentiamo il dovere di vivere da credenti e da cittadini responsabili. 

Di fronte alle inquietudini che il momento presente comporta, ci sentiamo sollecitati da due urgenze: 

– il lavoro dignitoso per le persone e le famiglie del nostro Territorio; 

– la coerenza coi valori che fondano la nostra fede e la nostra convivenza civile.

È nota a tutti la gravissima situazione occupativa nella quale ci troviamo. 

I nostri paesi, le nostre parrocchie conoscono bene gli effetti preoccupanti della mancanza di lavoro: giovani costretti ad emigrare; cassintegrati impossibilitati a nuove prospettive di assunzione; situazioni che divengono drammatiche nelle famiglie monoreddito o in presenza di mutui precedentemente assunti.

Tutto questo non solo non può lasciarci indifferenti, ma deve spronare tutti a cercare le convergenze più opportune perché si pongano in atto iniziative e politiche volte ad una inversione di tendenza capace di generare un futuro di speranza. 

In questa direzione crediamo di dover sollecitare in ogni modo le migliori risorse della nostra terra: la Società civile in ogni sua componente, le Autorità istituzionali Comunali, Regionale e Nazionale, l’Università e la Scuola, il Mondo imprenditoriale ed economico, le associazioni dei Lavoratori.

Sentiamo anche il dovere di ricordare a tutti, a partire da noi stessi, che la gravissima situazione economico-sociale non può legittimare qualsiasi attività economica e produttiva, senza che ne valutiamo responsabilmente la sostenibilità, la dignità e l’attenzione alla tutela dei diritti di ogni persona. 

In particolare non si può omologare la produzione di beni necessari per la vita con quella che sicuramente produce morte. Tale è il caso delle armi che – è purtroppo certo – vengono prodotte nel nostro territorio e usate per una guerra che ha causato e continua a generare migliaia di morti. 

Qualunque idea di conservazione o di allargamento di produzione di armi è da rifiutare. 

Ma contemporaneamente si dovrà studiare con serietà e impegno la possibilità di un lavoro dignitoso agli operai che sono attualmente impegnati in tale attività.

Questo per coerenza, anzitutto con la nostra fede: ce lo dice la parola di Gesù Cristo e l’insegnamento della Chiesa, ribadito con forza da Papa Francesco. Ma ce lo dicono anche la nostra legge fondante, la Costituzione (art. 11: “l’Italia ripudia la guerra”) e le leggi italiane (L. 185/90); ce lo dice il Trattato sul commercio delle armi, adottato dall’Assemblea generale dell’ONU il 2.04 2013; ce lo dicono le risoluzioni europee, in particolare quelle del 25.02.2016 e del 15.06.2017, in cui il Parlamento europeo ha chiesto espressamente «l’embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita»

Nessuno di noi giustificherebbe mai che armi prodotte altrove fossero mandate a bombardare le nostre case, le nostre scuole, i nostri ospedali, le nostre chiese, la nostra gente. Ma le popolazioni dello Yemen non hanno i nostri stessi diritti?

Si tratta di un problema complesso e collegato a responsabilità che ci superano, ma non ci è lecito ignorarlo. 

La comunità diocesana – pur sapendo che esula dalla sua specifica responsabilità e competenza la soluzione, propriamente tecnica e politica, di questo tema – desidera incoraggiare chi si sta impegnando a trovare le modalità più adeguate per superare questa realtà problematica che ci riguarda da vicino.

Vogliamo però anche sottolineare che è doveroso affrontare questa questione non isolatamente, né tanto meno in contrapposizione con ogni altra difficoltà che la realtà odierna del mondo del lavoro e dell’economia fa pesare sulla serenità delle persone e delle famiglie: la precarietà dell’occupazione, le possibili conseguenze negative sulla salute dei lavoratori e dell’intera popolazione e sull’equilibrio ambientale, i rischi per la giustizia sociale e per l’attenzione al bene comune.

C’è una sola strada da percorrere, ed è compito peculiare della politica e delle istituzioni sociali: quella di cercare uno sviluppo diverso per tutte le attività del nostro Territorio e della nostra Regione; uno sviluppo rispettoso della dignità delle persone, di tutte le persone; uno sviluppo che sia riguardoso dell’ambiente; uno sviluppo che valorizzi le nostre risorse locali, la nostra storia, la nostra Terra.

Come Diocesi dobbiamo e vogliamo lavorare soprattutto per la formazione delle coscienze e per ricordare a tutti la necessità e il dovere della coerenza con il rispetto dei diritti di ogni uomo e di ogni donna.

Perciò auspichiamo che tutti vogliano cooperare con le migliori energie in una prospettiva di riscatto e di nuova speranza: per un vero sviluppo integrale del nostro Territorio; per la cessazione di ogni conflitto; per l’affermazione della pace nel mondo.

Iglesias, 3 maggio 2018

Il Vescovo e il Consiglio Presbiterale