18 April, 2024
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«Confidiamo nell’apertura e nella disponibilità manifestata dall’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu durante l’incontro avuto con lui, per affrontare l’emergenza salute donne soprattutto in riferimento alle patologie tumorali specifiche, come il tumore al seno e quello ovarico, ma non solo.»

Lo ha detto Carmìna Conte, presidente dell’Associazione Coordinamento3 – Donne di Sardegna. Hanno partecipato all’incontro Pupa Tarantini, Oristano, presidente onoraria e Rita Nonnis, Sassari, chirurga senologa, che insieme a Speranza Piredda, ginecologa, vicaria del Reparto Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Alghero, coordinano il gruppo di lavoro Sanità dell’associazione, di cui fanno parte mediche, esperte, amministratrici locali e rappresentanti di associazioni impegnate nel sociale.

«Ci auguriamo, soprattutto, che si concluda rapidamente l’iter dei 63 bandi annunciati dall’assessore e in corso di espletamento, relativi all’assunzione di medici specialisti, fra cui gli anestesisti e i chirurghi, la cui grave carenza/assenza è fra le cause dell’interruzione dal 1 luglio 2021 del servizio di Senologia chirurgica del San Francesco di Nuoro, che ha ulteriormente aggravato la già drammatica condizione delle malate di tumore al seno», ha sottolineato inoltre Carmìna Conte, parlando anche a nome della associazione “Vivere a Colori” di Nuoro e della sua presidente Marilena Pintore, impegnata nella difesa dei diritti delle pazienti tumorali e per cui ha raccolto ben 16.000 firme.

L’assessore della Sanità ha annunciato di aver attivato le procedure per ridefinire il quadro regionale delle Breast Unit per la cura delle malate di tumore al seno, con una diversa attenzione ai territori e ai bisogni delle pazienti su cui è intervenuta Rita Nonnis: «Alcune sono state a suo tempo formalmente istituite, ma di fatto sono operative solo parzialmente e non accreditate, mentre vaste aree territoriali sono totalmente escluse».

L’Assessore si è impegnato inoltre per l’attivazione di misure per la prevenzione del tumore al seno e del tumore ovarico, attraverso percorsi diagnostici e terapeutici PDTA, per le donne a rischio, di sorveglianza sulla mutazione del gene BRCA 1 e 2 (test genetico) che si trasmette in linea ereditaria femminile. Pupa Tarantini ha quindi illustrato la difficile situazione dell’oncologia del San Martino di Oristano «che penalizza soprattutto le donnecome ha sottolineatopoiché rappresentano la maggioranza dei pazienti oncologici, in quanto gli screening diagnostici sono stati spacchettati su tre presidi ospedalieri, Oristano, Ghilarza e Ales e sono fortunatamente garantiti solo grazie alla disponibilità di due medici Antonello Gallus e Graziella Agus».

Per tutte queste iniziative e per il riconoscimento operativo dei centri di senologia multidisciplinari Coordinamento3 è affiancata da Europa Donna Italia, che è a disposizione delle associazioni e delle istituzioni per dare il proprio contributo. Nell’incontro si è parlato anche della chiusura e del rischio di chiusura dei punti nascita. A tal proposito, l’assessore Mario Nieddu ha annunciato di aver chiesto la deroga per i punti nascita di La Maddalena, Tempio e Iglesias. Sui diritti acquisiti dopo anni di dure lotte dalle donne portatrici di handicap e/ ai loro familiari , quali visite domiciliari e servizi alla persona, previsti dalle leggi 162 e 104, di fatto interrotti durante la pandemia, l’assessore assicura che dovrebbero ripristinarsi pienamente. Sui disturbi alimentari, purtroppo in crescita, l’assessore Mario Nieddu ha annunciato di aver provveduto all’accreditamento del centro Lo Specchio a Iglesias, che fa capo alla associazione Casa Emmaus. L’assessore ha confermato l’attenzione alla medicina di genere, per cui è referente per la Sardegna, nel Comitato per il Piano nazionale sulla medicina di genere, la dottoressa Gesuina Cherchi di Nuoro.

L’assessore, infine, ha manifestato la più ampia disponibilità a partecipare ad un incontro con i Rettori delle due Università sarde, i presidenti dei Corsi di laurea in Medicina, delle Scuole di Specializzazione medica e dei Corsi di laurea in Psicologia per individuare programmi che incidano sulla formazione e sul fabbisogno regionale dei futuri medici per una maggior attenzione alla salute delle donne e alla medicina di genere, come proposto dall’associazione.

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Si è conclusa venerdì sera ad Oristano, la due giorni di convegni aperta a Nuoro il 18 maggio ed organizzata dal CAM Nord Sardegna (Centro Ascolto Uomini Maltrattanti), dal titolo “Fondamentale Cambio di Paradigma nel contrasto alla violenza di genere – Perché aiutare gli uomini”, che ha visto l’alternarsi, al tavolo dei relatori, di interventi mirati a cura di professionisti del settore, provenienti dall’ambito legislativo, come il dott. Andrea Moi, psicologo e Giudice onorario della Corte d’Appello di Cagliari e il sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nuoro, il dott. Giorgio Bocciarelli, insieme all’avv. Francesco Lai e la dott.ssa Marianna Chessa; sanitario, con la direttrice del distretto sanitario di Nuoro, la dott.ssa Gesuina Cherchi e il dott. Gianfranco Pitzalis, direttore DSMD per Oristano; della comunicazione, del sociale e del mondo associazionistico con la FIDAPA.

Ad emergere un dato su tutti: «L’ostacolo maggiore è rappresentato dal pregiudizio legato alla possibilità di cambiamento di un uomo autore di violenza, manifesto con reazioni legittime ed illegittime, che si riflettono sul lavoro che noi portiamo avanti con gli uomini».

Una prima analisi fornita dalla presidente del Centro, la dott.ssa Nicoletta Malesa: «Non si comprende la finalità del servizio, il nostro non è e non sarà mai un servizio di antitesi a quello dei Centri Antiviolenza, tutt’altro rappresenta un servizio a supporto, un percorso in parallelo». Una domanda rappresentativa quella che ha fatto da sottotitolo all’evento – Perché aiutare gli uomini – decisiva per comprendere il cambiamento da attuarsi: «Dobbiamo cambiare il modo di percepire l’uomo, uscire dalla solita questione – Voi difendete gli uomini – per capire che non difendiamo nessuno, bensì aiutiamo le persone a combattere un problema che coinvolge l’intero ambito famigliare e tutta la nostra società, attraverso un servizio di contrasto alla violenza che pone al centro la sicurezza della donna».

Frasi scaturite dalla dott.ssa Nicoletta Malesa, schierata da anni nella lotta contro la violenza sulle donne, per l’occasione in veste di moderatrice, per dare voce e spazio alle autorità delle Forze dell’ordine presenti, dal Primo dirigente della PS, dirigente divisione polizia anticrimine della Questura, dott. Domenico Nicola Chierico, per Nuoro, e il dott. Giuseppe Scrivo per Oristano, che hanno posto l’accento su uno strumento legislativo recente, ma efficace come l’ammonimento del Questore, fino al Primo dirigente della PS del servizio centrale operativo della direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, la dott.ssa Maria Carla Bocchino, giunta da Roma per l’occasione, che ha sottolineato la necessità di «misure tese più al recupero che alla carcerizzazione» perché «non si tratta di un problema solo italiano, né di un fenomeno criminale, in quanto nessuno di noi può dire di esserne immune, senza considerare che capire le dinamiche della violenza, calibra la capacità di primo intervento».

Parola d’ordine “formazione”,dunque, da estendere a tutti gli operatori come priorità, tesa al fine di comprendere l’importanza di un percorso in parallelo. La Bocchino ha inoltre posto l’accento su alcune criticità: «Si sono scatenate molte conflittualità tra Centri Antiviolenza e Centri per Uomini, perché c’é un retro pensiero per cui sostenere l’uomo autore di violenza, porti via delle risorse economiche».

Sicurezza, ma anche comunicazione mediatica in chiave di responsabilità del linguaggio specifico e della diffusione delle notizie, trattata nell’intervento della vice capo redattrice del TGR Rai Sardegna, la dott.ssa Flavia Corda: «Come giornalisti dobbiamo impegnarci perché troppe volte la narrazione porta a giustificare, si tratta di un cortocircuito che deve essere fermato, o continuerà a portare avanti stereotipi».

Dopo aver posto l’accento sulla “responsabilità delle parole” ed aver ripercorso con esempi pratici gli errori troppo spesso commessi dai mass media, la Corda ha ricordato l’importanza del recupero, appartenendo alla SDR (Associazione Socialismo Diritti e Riforme) che la porta settimanalmente a tenere dei colloqui con i detenuti.

Una due giorni intensa che rende difficile riportare in un articolo tutti gli interventi e persino i saluti, tra cui quelli portati dalla dott.ssa Gabriella Murgia, presidente regionale Commissione Pari Opportunità, dimostratisi di particolare incoraggiamento a proseguire il servizio, con un sostegno fondato e palesato durante il dibattito finale, segnale che qualcosa sta cambiando nella lotta contro la violenza sulle donne, in cui sembra comprendersi il vero significato del lavoro di squadra, per portare a casa il medesimo risultato: la tutela e la sicurezza delle donne, sulle quali «non può pesare l’intero onere dell’uscita dalla violenza».

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Una donna uccisa ogni tre giorni: si tratta di uno degli ultimi dati diffusi nelle scorse settimane, ma che definisce un quadro nazionale sempre più allarmante. Un fenomeno, quello del femminicidio, che rappresenta il gesto estremo di un sommerso della violenza che riempie le prime pagine di cronaca, e che ancora, nonostante l’evidente complessità del fenomeno, viene definito con termini come “raptus” ed attribuito spesso, nella diffusione mediatica, alla “follia” di un momento.

Un anno, quello del 2016, che ha visto il mobilitarsi delle istituzioni, l’apertura di tavoli di confronto, approfondendo la tematica con gli operatori coinvolti, come avvenuto per i Centri Ascolto per Uomini autori di violenza, una cui rappresentanza è stata ricevuta a Roma, a Palazzo Montecitorio. Parlarne ed ancora parlarne, dunque, per trovare strumenti atti ad arginare un fenomeno che porta i numeri di un conflitto.

Il CAM (Centro Ascolto Uomini Maltrattanti) Nord Sardegna, che da anni porta avanti la sua battaglia per fornire risposte e strumenti in termini di prevenzione, attraverso la presa in carico degli uomini autori di violenza, pone nuovamente degli interrogativi e dopo il convegno del 19 novembre che ha visto assegnatogli il primato nazionale insieme al Mos (Movimento omosessuale sardo), con la firma di un protocollo che estenda il lavoro contro la violenza domestica alle coppie LGBT, torna a far sentire la propria voce e lo fa con ben due convegni dal titolo “Fondamentale cambio di paradigma nel contrasto alla violenza di genere – Perché aiutare gli uomini”, che si terranno rispettivamente a Nuoro ed Oristano, il 18 ed il 19 maggio dalle ore 16.00 alle ore 19.30: «Due serate che vogliono mettere in evidenza come la presa in carico dell’uomo che agisce violenza rappresenta solo una parte delle strategie di contrasto alla violenza domestica e che non va perso di vista l’obiettivo primario di una programmazione efficace di interventi necessari, in ambito penale, sociale e individuale per far fronte al fenomeno nella sua totalità«.

A parlare è la presidente del CAM Nord Sardegna, la dott.ssa Nicoletta Malesa, che aggiunge: «Strategie che dovrebbero prevedere un’integrazione di provvedimenti legislativi e di tutti quegli atti che delineino gli interventi dei tribunali, delle forze di polizia e di tutto il sistema giudiziario». Da qui la necessità di un incontro che porti ad uno stesso tavolo relatori nazionali, come il Primo Dirigente della PS, la dott.ssa Maria Carla Bocchino del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della PS, e locali, come il Primo Dirigente della Polizia di Stato – dirigente divisione Polizia Anticrimine della Questura, il dott. Domenico Nicola Chierico per Nuoro e il dott. Giuseppe Scrivo per Oristano, ed ancora seppur proveniente da ambiti differenti, la vice caporedattrice del TGR Rai Sardegna, la dott.ssa Flavia Corda. Solo alcuni dei nomi che si alterneranno durante la due giorni di convegni, figure accomunate per ruoli e competenze.

Insieme per creare un’opportunità di confronto tra enti, istituzioni, professionisti, associazioni e operatori impegnati nel settore dell’assistenza alla persona in genere, attraverso un impegno che getti le basi di un lavoro congiunto per portare a risultati concreti, scopo precipuo del “fare rete”.

L’evento è patrocinato dalla ASL di Nuoro e di Oristano, dalla F.I.D.A.P.A. (sezione di Oristano), dalla Commissione Pari Opportunità del comune di San Gavino Monreale e dal Centro Studi per la Legalità, la Sicurezza e la Giustizia.

Relatori saranno la dott.ssa Gesuina Cherchi, la dott.ssa Maria Carla Bocchino, il dott. Domenico Nicola Chierico, il dott. Giorgio Bocciarelli, il dott. Francesco Lai, la dott.ssa Flavia Corda, il dott. Gianfranco Pitzalis, il dott. Giuseppe Scrivo, la dott.ssa Marianna Chessa e il dott. Andrea Moi.

I lavori saranno moderati dalla dott.ssa Nicoletta Malesa.

Porteranno i saluti istituzionali il dott. Mariano Meloni e la dott.ssa Pupa Tarantini.

Sarà presente il vincitore del premio Eleonora d’Arborea, l’autore Alessandro Cadelano.