15 December, 2025
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Venerdì 1 giugno, nei locali del Montegranatico di Nuraminis, verrà presentato il libro “Nuraminis attraverso i secoli. Storia e Tradizioni” (Grafiche del Parteolla, Dolianova 2018, 325 pagine).

Nuraminis attraverso i secoli” ricostruisce la storia antica del territorio nuraminese e quella bizantina; la prima fondazione di Nuraminis nel Medioevo giudicale e la sua rifondazione cinquecentesca; le vicende feudali del villaggio, i tempi del lavoro contadino e dell’azienda agraria; dà conto della partecipazione dei nuraminesi ai moti rivoluzionari di fine Settecento, al dibattito sul Risorgimento, alle battaglie politiche nell’Italia postunitaria.

Soprattutto, questo libro racconta una comunità attraverso i suoi riti religiosi e civici, i suoi costumi, le sue tradizioni e mentalità, le sue memorie orali, i fatti di cronaca locale che l’hanno segnata ed i racconti leggendari di cui oggi si è perso ricordo. Questo libro è la storia di un paese che per secoli ha vissuto d’agricoltura ed allevamento, ma che tra Ottocento e Novecento è stata anche sede di giudice e carcere mandamentali, collegio elettorale per la Camera dei deputati e patria di un vescovo d’Ogliastra e dell’arcivescovo di Cagliari Paolo Giuseppe Maria Serci, a riprova di un protagonismo finora poco conosciuto e ancora da scoprire.

La pubblicazione di “Nuraminis attraverso i secoli” è curata dello storico Giampaolo Salice ed è il frutto di un laboratorio di “Public History” attivato dall’Associazione Khorakhané, che ha visto la partecipazione di professionisti della ricerca storica insieme a cittadini impegnati nella valorizzazione culturale del proprio territorio. L’originale dattiloscritto cartaceo è stato trasferito in formato digitale da Francesco Caredda, l’apparato critico che lo accompagna è stato predisposto dal curatore, in collaborazione con Sara Caredda ed Andrea Pergola, specialisti rispettivamente in Storia dell’arte moderna e paleografia. Il gruppo Fotografica di Khorakhané ha selezionato le immagini che fanno da corredo al libro, estraendole dall’archivio digitale dell’associazione “Fotografica”.

La presentazione, moderata da Francesco Caredda, avrà inizio alle ore 18.00, sarà introdotta dai saluti del sindaco di Nuraminis Mariassunta Pisano ed accompagnata dalla voce di Andrea Ibba Monni, che leggerà alcuni passi dell’opera. In chiusura, l’esibizione del gruppo folk “Sa Corona”. Al termine sarà offerto un piccolo rinfresco ai presenti, come è tradizione negli incontri organizzati da Khorakhané.

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Giovedì 17 maggio, a Cagliari, si terrà un un seminario sulla fondazione settecentesca di una nuova Barcellona.

Tra il 1735 ed il 1738, un gruppo di esuli politici provenienti da Spagna, Sardegna e Regno di Napoli fonda nel cuore del banato di Timisoara, nell’attuale Serbia, nell’ambito di un più ampio piano di colonizzazione interna promosso dagli Asburgo d’Austria sui Balcani recentemente strappati agli Ottomani.

In occasione del 6° appuntamento di “Colonizzazioni interne e migrazioni”, la rassegna seminariale internazionale che indaga il tema dei riassetti insediativi europei attraverso l’impiego di coloni migranti, la storia della Barcellona mittle-europea verrà ricostruita dal suo massimo studioso, il prof. Agustí Alcoberro i Pericay, docente dell’Università di Barcellona. Insieme a lui, sarà protagonista del seminario il geografo dell’Università di Cagliari Andrea Corsale, studioso delle colonie forestiere ancora oggi presenti nello scacchiere balcanico.

Il seminario avrà inizio alle ore 15.30, nella Sala Settecentesca della Biblioteca Universitaria di Cagliari.

Interverranno: Agustí Alcoberro i Pericay, Università di Barcelona, “La fondazione di una Nueva Barcelona nella Timosoara austriaca del Settecento”, ed Andrea Corsale, Università di Cagliari, “Colonizzazioni e minoranze nell’Europa centro-orientale tra geografia e geopolitica”.

Modererà i lavori Giampaolo Salice, dell’Università di Cagliari.

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Il comune di Masainas, col patrocinio dell’assessorato regionale dei Beni culturali, ha organizzato per giovedì 7 dicembre 2017, presso il Centro di aggregazione sociale, il convegno Sa Die Ónnia Die, all’interno del percorso di conoscenza storica e attualizzazione dei principi autonomistici della Sardegna della L.R. 44/93.

Negli ultimi anni sta riprendendo piede, con forza, il discorso relativo all’autonomia della Sardegna. Il dibattito sulle origini, e gli sviluppi, del percorso identitario sardo sta riconquistando la scena sia dal punto di vista politico, sia da quello culturale e linguistico. In tale prospettiva si colloca l’impegno della Regione Sardegna e del convegno del 7 dicembre a Masainas: animare una discussione che parte da Sa Die de sa Sardìnnia e arriva fino ad oggi, portando con sé riflessioni in un quadro internazionalista.

La giornata comincerà alle ore 10,00, con i saluti dell’assessore regionale dei Beni culturali, Giuseppe Dessena. In questa prima parte del convegno, Giampaolo Salice, docente di storia moderna presso l’Università di Cagliari, terrà un incontro con i ragazzi della quarta e quinta liceo, in cui, partendo da alcune serie tv (come Game of Thrones), sfaterà i falsi miti che essi contengono e li userà come specchio per analizzare, e sfatare anche in questo caso, alcuni falsi miti della storia della Sardegna e arrivare così ad una riflessione sul concetto di autonomia.

I lavori riprenderanno alle 17,00, con il saluto del sindaco di Masainas, Ivo Melis. Sarà un incontro aperto al pubblico tra lo storico Giampaolo Salice e l’antropologo Francesco Bachis, coordinati dal giornalista Marco Corrias. Questa fase, “Autonomia e Identità si Parlano”, sarà un dialogo su diversi aspetti del percorso autonomistico sardo, sino ad arrivare ai temi di attualità che riguardano oltre la Sardegna, il panorama internazionale. Al termine si aprirà un confronto con il pubblico e, infine, sarà offerto un piccolo rinfresco.

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Con l’inaugurazione della mostra Exodus, del fotografo ungherese Attila Kleb, domani, venerdì 2 dicembre, alle 10.30 prende il via la terza edizione del Cagliari film festival, tre giorni di appuntamenti organizzati per vedere, in prima regionale, numerosi lavori che solitamente non entrano nelle sale cinematografiche, ma anche per scoprire i giovani autori e le giovani autrici, sardi/e e non.

La mostra di Attila Kleb è un percorso in 32 fotografie che catturano gli sguardi dei migranti ospiti del campo profughi sorto ai margini di Budapest nell’agosto 2015. L’esposizione, organizzata in collaborazione con l’associazione NoArte di San Sperate, a marzo è stata presentata nello stesso Paese- Museo da Pinuccio Sciola.

Alle 11.00 si prosegue con un’intera sezione dedicata ai corti sulle tematiche ambientali proposti dalla Fondazione Sardegna film commission (sarà presente la direttrice Nevina Satta) all’interno del progetto Heroes 20.20.20. Celebrating Sardegna “The sustainable Endless island”. Sono in programma proiezioni e incontri con alcuni autori e autrici dei corti City of Eden e The colour of energy di Gemma Lynch; Sardinia green trip di Andrea Mura, Piccoli grandi eroi di Giorgia Soi, S’istentu di Nicola Contini, UBM in Cagliari di Marilisa Piga, e Sulla rotta verde di Silvia Perra, autrice reduce dall’ultimo Torino film festival. 

Alle 17.30 si apre la sezione Scenari sardi, con proiezioni e incontri con gli autori. Sarà presentato il documentario “Cagliari 1943 memorie di uno sfollamento”, firmato da Stefano Sernagiotto su un’idea dello storico dell’età moderna Giampaolo Salice. Attraverso un minuzioso lavoro di ricerca archivistica e numerose interviste il film ricostruisce lo sfollamento del capoluogo sardo durante l’ultima Guerra. Alle 18.30 è la volta di un altro documentario dedicato alla cultura hip-hop nell’isola: “Ca4arts- quattro arti una sola strada. Hip hop” di Roberto Pili. Chiude questo spazio il delicato lavoro “Armenia dimenticata”, di Ignazio Mascia, da tempo impegnato in azioni di volontariato internazionale.

Alle 21.00, per la sezione Anteprime CFF, si parla d’amore con “Oggi insieme domani anche” (Italia, 2015, 85’), documentario curato da Antonietta De Lillo, regista amatissima da critica e pubblico, rimasta nel cuore degli italiani per il suo ritratto ad Alda Merini tracciato con il film. “Oggi insieme domani anche” è un lavoro partecipato che mette insieme volti, storie, sguardi raccolti in giro per l’Italia da numerosi autori, per raccontare come sono cambiati i rapporti d’amore nel Belpaese, mirabilmente ricomposti in questo mosaico dalla De Lillo, che del progetto è anche ideatrice. Il film è introdotto da Pia Brancadori del Circola del cinema Alice Guy.

La prima giornata del CFF si chiude alle 23.00 con un progetto di ibridazione dedicato a linguaggi diversi: sarà proposto il cine-concerto “L’Age D’or”, un evento musicale curato dalle associazioni No Mos e Spazio musica, che rende omaggio a Luis Buñuel, con la proiezione delle immagini dell’omonimo film del regista spagnolo.

L’ingresso a ciascuna serata è di 3,00 euro – 1,00 euro la tessera FICC, facoltativa.

Il FAI prosegue l‘azione di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità e del recupero della vocazione agricola della Sardegna. Lunedì 28 luglio, dalle ore 17.30 alle 20.00 è in programma l‘iniziativa Quale Rinascita? Villasor: tra buona terra storia recupero Villasor Castello Siviller, organizzata dalla Presidenza #FAI Sardegna e dal #FAI Giovani di Cagliari.

Dopo i saluti del sindaco di Villasor, Walter Marongiu, introdurrà la presidente regionale FAI Maria Antonietta Mongiu. A seguire quattro focus coordinati da Alberto Urgu, giornalista di Radiolina/Unione Sarda con giuristi storici, agronomi, geologi, architetti, funzionari del Mibact, land artists.

Il primo focus La buona terra e l’identità storica, con Giampaolo Salice, storico dell’Università di Cagliari, Franco Masala, storico dell’architettura e Monica Stocchino, architette del MIBACT.

Il secondo focus La buona terra fonte di benesser,e con Angelo Aru, agronomo dell’Università di Cagliari, Fausto Pani, geologo, Faustino Tuveri, presidente della Cooperativa Agricola Ortofrutticola Villasor

Il terzo focus Il Progetto sostenibile a difesa della buona terra, con Antonino Pirellas Land Artist, Gabriele Culotta e Francesco Denotti, architetti ed Antonella Sanna, ingegnere del MIBACT.

Il quarto focus Suoli e terra, con Pietro Ciarlo, costituzionalista dell’Università di Cagliari.

Il FAI ha tra le sue missioni la diffusione della cultura del paesaggio, esito dell’azione millenaria dell’uomo che usava i suoli rispettandone le caratteristiche. Perciò l’Italia conserva ancora un paesaggio rurale unico che, una volta consumato, non è riproducibile. Il peculiare paesaggio sardo, frutto della interdipendenza tra pastoriralità e agricoltura millenarie, più di altri necessita di attenzioni. Oggetto di edilizia selvaggia, non solo costiera, di recente ha visto interventi delle cosiddette “energie rinnovabili”, spesso copertura di speculazioni che espropriano le popolazioni dei terreni migliori.

Il #FAI ritiene che nei luoghi si devono radicare nuovamente la tradizione manufatturiera, l’agrogastronomia, l’accoglienza e l’ospitalità avendo come protagoniste le comunità a cui spesso sono state imposte scelte, talvolta illegittime e persino illegali, che hanno stravolto culture, saperi, vocazioni che avevano stratificato identità.

Oggi la Sardegna è chiamata a superare le servitù alimentari che la condannano a dipendere dall’esterno. Il #PSR ed i #Fondi comunitari sono un’opportunità per rigettare un approccio intensivo in favore delle biodiversità, qualificanti e referenti di benessere materiale e culturale soprattutto dei giovani da sostenere perché il ritorno all’agricoltura sia vantaggioso. Lavorare in campagna sarà remunerativo se si è produttori ma anche se sarà riconosciuto il ruolo di sentinelle e di custodi del paesaggio agrario da conservare per le generazioni future. Una vera rinascita verrà infatti da un‘agricoltura che non comprometta equilibri ambientali, non eroda il suolo, non uccida la biodiversità. Il patrimonio agricolo sardo è unico per la varietà delle specie e la molteplicità delle tecniche ma la Sardegna attende ancora una legge sulle biodiversità.

L‘iniziativa Quale Rinascita? Villasor: tra buona terra storia recupero vuole dare valore alle potenzialità di un territorio, esemplare come luogo virtuoso dell’agricoltura ma anche per l‘uso improprio di terreni agricoli. La sua storia è paradigma della centralità dell’agricoltura nella costruzione del paesaggio del Campidano di Cagliari. La buona terra di Villasor è la ragione della intensa presenza antropica nel mondo antico: nuragica, punica, romana. Un territorio declinato in villae rusticae con utilizzi ortofrutticoli e cerealicoli che hanno dato vita in fase bizantina a villaggi gerarchicamente dimensionati specie quando la corte giudicale diventa itinerante. Dall’inizio del XV sec. Sorres diventerà Villasor, feudo di Giovanni Sinelleris, o Sivilleri, (doganiere catalano del castello di Cagliari e procuratore reale) per rifondare i luoghi. Una fortezza sarà baluardo contro arborensi e barbaricini e baricentro di un popoloso villaggio, prima capoluogo della Curatoria e dal 1537 Contea.

Cagliari 7

Antichi castelli e città scomparse saranno al centro dell’ultimo incontro di Storie e protagonisti di luoghi scomparsi, la rassegna di #Khorakhané curata da Marcello Schirru e Giampaolo Salice col patrocinio del comune di Cagliari.

Protagonisti venerdì 6 giugno al Search (Largo Carlo Felice 2, Cagliari) saranno Marco Muresu e Wioleta Bakinowska dottorandi di ricerca rispettivamente del Dipartimento di storia, Beni culturali e territorio dell’Università di Cagliari e di quello di Ingegneria civile, ambientale ed Architettura dell’Università di Cagliari.

Marco Muresu, archeologo, attraverso la storia del Castrum Sulcitanum proporrà un’interessante riflessione sul controllo territoriale nella Sardegna antica, mentre Bakinowska si soffermerà sui terribili danni inferti ai centri storici dagli eventi bellici, sulla scomparsa di un vasto patrimonio di architetture e sui differenti approcci adottati dai restauratori in relazione al loro contesto storico.

Coordina Marco Cadinu, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale ed Architettura di Cagliari.

654ª Sagra di Sant'Antioco Martire 1

Villaggi scomparsi e “ladri di santi” saranno al centro del secondo incontro di “Storie e protagonisti di luoghi scomparsi”, la rassegna Storie e protagonisti di luoghi scomparsi promosso da Khorakhanè, con il patrocinio del comune di Cagliari.

Al Search (largo Carlo Felice n. 2, Cagliari) dalle ore 16.00 di venerdì 11 aprile Maily Serra, dottoranda di ricerca presso il Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell’Università di Cagliari, illustrerà la vicenda storica ed economica della Trexenta e le influenze sull’architettura e sullo sviluppo urbano di un territorio ricco di interesse con specifica attenzione al villaggio di Siurgus Donigala.

Giampaolo Salice, assegnista di ricerca del Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell’Università di Cagliari, svelerà il complesso intreccio di spinte giurisdizionali, sociali e produttive che si nascondono dietro la continua reinvenzione del culto di Sant’Antioco Martire. Un “santo rubato” che per secoli fa discutere i massimi livelli istituzionali del regno di Sardegna, vescovi, arcivescovi e pontefici e innesca una contesa che coinvolge sia popolazioni locali che le diaspore mediterranee, fino a diventare, nell’Ottocento, il simbolo della costruzione di un nuovo spazio urbano e della rinascita di una piccola patria locale.

Introduce e modera Carlo Atzeni, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale ed Architettura dell’Università di Cagliari.