10 October, 2024
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Sono uno dei quartetti più freschi del momento e vengono dalla Sardegna: scopriamo alcune curiosità sugli Shakin’ Apes e sulla loro travolgente simpatia.

Dopo 15 anni di attività, esordiscono con questa nuova denominazione e grazie ad “Enjoy The Show”, il loro nuovo video-singolo – a cura del regista Giampiero Bazzu – uscito a sorpresa e divenuto popolare in poco tempo su YouTube, sono stati notati da A-Z Blues.

Nel nuovo omonimo album, un concept album che racconta l’avventura amorosa dello scimmione Marty, ci troviamo di fronte a brani dove il Memphis Style la fa da padrone in un mix in perfetto equilibrio tra Rock’n’Roll, Rockabilly e Surf, con movimenti tendenti allo shuffle e al Blues, irresistibile, orecchiabile e ballabile; i brani filano veloci con grande padronanza della materia, tecnica sopraffina e notevole personalità.

Ma chi si nasconde dietro allo scimmione shakerante “Marty”, il curioso faccione ritratto nella copertina del nuovo album che si ritrova anche protagonista in carne ed ossa nel videoclip di Enjoy The Show?

Si tratta di Mattia Ambu, ballerino e coreografo pluricampione italiano di Rock’n’Roll, accompagnato da ben quindici ballerini, provenienti dalle scuole di tutta la Sardegna. E’ lui a dar vita a “Marty”, protagonista-ballerino del videoclip di Enjoy The Show.

Gli Shakin’ Apes sono il cantante Pierpaolo Sanna, Salvatore Luzzu alla chitarra, Gavino Corrias al basso e Antonio Cocco alla batteria. Sono tutti appassionati cultori delle sonorità uscite dagli studi di registrazione della Sun Records da Elvis Presley a B.B. King, ma si potrebbe fare un elenco intramontabile di nomi, cose e città per giustificare anche i richiami sixties che originano questo mix di sicuro appeal radiofonico, in attesa di essere lanciato su scala nazionale.

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Più di 15 anni di rock’n’roll made in Sardinia, così si può riassumente in un solo concetto la storia di The Shakin’ Apes. Il progetto musicale nasce recentemente a Sassari dalle ceneri dei mitici Wookies Quartet, storica band che negli anni ha portato il proprio sound dalla Sardegna fino al prestigioso palco dell’“Italia Wave Love Festival”. Le soddisfazioni live per i quattro musicisti – Pierpaolo Sanna, Antonio Cocco, Salvatore Luzzu ed Andrea Dettori – erano tante ma non abbastanza, ed ecco una piccola rivoluzione per far le cose in grande. 

The Shakin’ Apes si presentano al pubblico con un Ep omonimo di inediti autoprodotto accompagnato dal videoclip del singolo Enjoy The Show.

Le sonorità del primo lavoro discografico sono quelle della loro storia e del loro background, chiaramente rock’n’roll con importanti influenze country, rockabilly e surf in cui si percepiscono sfumature garage e richiami sixties. Nel disco la chitarra di Salvatore Luzzu non ferma mai il proprio viaggio, con lui due compagni storici Antonio Cocco alla batteria e Pierpaolo Sanna alla voce insieme aduna new entry nella line up Gavino Corrias al basso. Dal punto di vista narrativo The Shakin’ Apes estraggono dal cilindro del rock’n’roll una sorpresa inaspettata, il concept album e nei testi il protagonista è Marty, il quinto scimmione shakerante presente nel logo della band. 

Il videoclip del primo singolo Enjoy The Show è un tuffo nelle atmosfere tipiche degli anni ’50. La regia è curata magistralmente da Giampiero Bazzu, al suo fianco la direttrice della fotografia Sara Arango, in scena a dar vita a Marty è Mattia Ambu, ballerino e coreografo pluricampione italiano di rock’n’roll e con lui ben quindici ballerini professionisti e provenienti dalle scuole di tutta la Sardegna. 

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Battute finali, a Neoneli, per la sesta edizione de “Sa festa de sa fregula istuvada e de sa cassola – Licanìas de Barigadu”. La manifestazione promossa dal Comune sfoglia le sue ultime pagine con una lunga giornata di eventi, dalla mattina a tarda sera, tra presentazioni editoriali, spettacoli, musica, cinema e le degustazioni dei due piatti tipici della cucina neonolese: sa fregula istuvada, cucinata con strutto e pecorino, e sa cassola, a base di carne di pecora.

La mattina, dalle 10.00, nelle case e strade del centro storico tornano le esposizioni dei prodotti gastronomici e di artigianato, mentre a Sa ‘omo ‘e Bona ci si può cimentare in un laboratorio (gratuito) per la preparazione manuale della fregula.

Alle 11.00, a Casa Cherchi, viene presentato per la prima volta al pubblico il libro fotografico “Neoneli – Uno sguardo contemporaneo”, a cura di Salvatore Ligios, fresco di stampa per la Soter Editrice. In 516 pagine e 440 immagini, raccoglie testi di Salvatore Cau, Salvatore Ligios, Sonia Borsato, Salvatore Tola e gli scatti di trentuno fotografi: una corposa selezione di immagini prodotte nei seminari organizzati dal comune di Neoneli dal 2010 allo scorso anno sotto la guida di Salvatore Ligios, per esplorare nel tempo differenti aspetti della comunità: il centro storico, il territorio, i ritratti, le tradizioni popolari e i mestieri.

Altre pagine al centro del successivo incontro in programma a mezzogiorno: Eliano Cau dialoga con Vanessa Roggeri, autrice del romanzo “Fiore di fulmine“, seconda uscita per Garzanti della scrittrice cagliaritana.

Nel pomeriggio, si ritorna nel centro storico per un concerto del Coro Polifonico e Cuncordu Stella Maris di Magomadas (alle 16.00), una degustazione di vini locali con Dario Cappelloni (alla stessa ora nel largo Margherita; assaggi al bicchiere al costo di un euro, oppure in un calice con la sacchetta a 5 euro), e per lo spettacolo “Prof. Pietrosky e il coniglio nel cappello”, dell’attore e giocoliere Pietro Olla (alle 18.00).

In piazza Barigadu, sempre alle 18, il gran finale gastronomico con la degustazione (al costo di 7 euro) dei due piatti della tradizione culinaria neonelese, la fregula istuvada e la cassola, l’esibizione dei gruppi folk Città Di Assemini e Pro Loco di Samugheo, e del trio musicale formato da Roberto Fadda (all’organetto), Emanuele Bazzoni (chitarra e voce) e Andrea Fadda (percussioni).

Alle 21.00 in piazza Italia, infine, racconti di Lalla Careddu a precedere la proiezione di “Neoneli e la settimana santa – rinascita di una tradizione“: un cortometraggio di Vincenzo Ligios e Giampiero Bazzu che documenta il recupero, avvenuto la scorsa Primavera, dopo una settantina d’anni di oblio nel paese del Barigadu, dell’antico rito pasquale de S’iscravamentu, la deposizione del Cristo dalla Croce e i riti della settimana santa ad essa collegati. La visione del film è introdotta da Alessandro Cossu e seguita da un dibattito con l’intervento dei due autori.

La sesta edizione de “Sa festa de sa fregula istuvada e de sa cassola – Licanìas de Barigadu” è organizzata dal comune di Neoneli con il contributo e la collaborazione di Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio), Unione dei comuni del Barigadu, Centro Commerciale Naturale di Neoneli, Consulta Giovani di Neoneli, Federazione Italiana Cuochi, la Città del Vino, associazione Borghi Autentici, Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino (ONAV), associazione culturale Su Palatu, Sistema bibliotecario del Barigadu, C.E.A.S. Guilcier – Barigadu (Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità), Smeralda Consulting, Il Menù di Elia Saba.

 Neoneli Fregula (s)Neoneli (2)

foto lost citizensLe registe Carla e Sebastiana Etzo con alcuni dei protagonisti del Documentario LOST CITIZENS Lost Citizens (web)

Domenica 1° marzo, si è chiusa al cinema Lumière di Bologna, con la consueta cerimonia di premiazione, la 21ª edizione di Visioni Italiane, uno dei concorsi più importanti sul territorio nazionale che ha tra i suoi obiettivi quello di lanciare e sostenere le giovani produzioni indipendenti italiane.

In questo contesto si inserisce il concorso Visioni Sarde: giunto al secondo anno, ha gettato uno sguardo sul nuovo cinema sardo per scoprirne il valore e la vitalità.
La giuria, presieduta da Bruno Mossa, Cineteca di Bologna, e composta da Chelu Deiana, responsabile settore restauro della Cineteca di Bologna, Marcello Fois, scrittore e sceneggiatore, Alberto Masala, poeta e scrittore, Gianfranco Palermo, coordinatore Giovani FASI, e Paolo Pulina, giornalista pubblicista, dell’Esecutivo Fasi, considerata la qualità dei partecipanti, ha sostento un compito non facile. Ha deciso pertanto di assegnare il primo premio ex aequo a Lost Citizens, di Sebastiana e Carla Etzo e a La Gita di Giampiero Bazzu, due opere considerate parimenti meritevoli.

Sinuaria di Roberto Carta ha invece ricevuto la Menzione Speciale.

Queste le motivazioni del Primo Premio:

Lost Citizens (Italia/2014) di Sebastiana Etzo e Carla Etzo, riprese e montaggio Vincenzo Rodi (46′).

Padri e figli affrontano licenziamenti, cassa integrazione e riduzione del salario, cercando di mantenere la propria dignità in nome del diritto al lavoro.

Il documentario riflette sulla crisi occupazionale e sociale, che colpisce il Sulcis, mettendo insieme il punto di vista di due generazioni: i lavoratori e i loro figli. La frattura della coesione nella collettività, e la lotta in assenza di speranza per il futuro, sono narrate con toni di grande forza in un’opera che scorre senza mai perdere d’intensità. Il lavoro delle autrici rivaluta la funzione dell’intellettuale in una bella lettura dell’eredità pasoliniana”.

La Gita (Italia/2013) di Giampiero Bazzu (18’40”).

Andrea e suo zio Giuliano viaggiano in macchina verso un passato che irromperà violento nelle loro vite. Liberamente ispirato al fumetto “Gli innocenti” di Gipi.

«Il corto affronta il tema della memoria, topico per un’intera generazione. La trasposizione della graphic novel “Gli innocenti” di Gipi, a cui si ispira, viene affrontata in maniera matura e consapevole del mezzo cinematografico. La misura discreta nelle inquadrature, nella definizione dei personaggi, l’uso dei silenzi, dei gesti accennati o solo intuiti, ne fa un’opera narrativamente compiuta che lascia percepire una regia, sebbene ancora in fase di formazione, già di grande carattere.»

Questa la motivazione che giustifica la Menzione Speciale:

Sinuaria (Italia/2014) di Roberto Carta (15′).

Michele Murtas, detenuto del carcere dell’Asinara, ha un talento nel tagliare i capelli, tanto da diventare parrucchiere per le mogli delle guardie e dei funzionari dell’istituto di pena e da scatenare scompiglio, una volta in libertà vigilata, nella tranquilla vita dell’isola.

«Certamente l’attore principale di questa breve commedia è il paesaggio straordinario, messo in risalto da un’eccellente fotografia e da una notevole cura tecnica e stilistica. L’atmosfera è piacevole e il lavoro contiene in embrione la possibilità di uno sviluppo della storia verso una più solida completezza che già s’intravede. Sinuaria, se sostenuto dalla narrazione, può sicuramente diventare un film.»