5 May, 2024
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Fine settimana a Carloforte nel segno di Creuza de Mà: da oggi a domenica 29 ottobre, il festival di musica per il cinema ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu tiene banco per tre serate nel paese sull’isola di San Pietro, di fronte alla costa sud occidentale della Sardegna, dove la manifestazione è nata nel settembre del 2007, per la prima parte della sua edizione numero undici. La seconda tranche è in programma a Cagliari la prossima settimana, da giovedì 2 a domenica 5 novembre, mentre a dicembre, dal 4 al 9, ritorna il corso di tecnica di composizione musicale per il cinema condotto da Franco Piersanti.

Proiezioni di film e documentari, concerti, masterclass, incontri e momenti di approfondimento con registi e compositori: questa la formula della kermesse organizzata dall’associazione culturale Backstage con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, e Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio), del comune di Cagliari (assessorato della Cultura e Spettacolo), del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, della Fondazione Sardegna Film Commission, della Fondazione di Sardegna, del Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari e con il sostegno di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori. 

Si comincia, dunque, questo pomeriggio, alle 18.00, al “Cavallera”, l’elegante cineteatro di Carloforte in stile liberty, con il teaser di Creuza de Mà: un video che, sulle note della canzone di Fabrizio De Andrè, da cui il festival ha preso in prestito il titolo, ripercorre la storia della manifestazione.

Su un’altra isola della Sardegna, l’Asinara, è ambientato il primo film in cartellone, il pluripremiato “La stoffa dei sogni” (David di Donatello, Globo d’Oro, Art Award Houston, Gobbo d’Oro Bobbio, ecc) per la regia di Gianfranco Cabiddu con le musiche di Franco Piersanti. Liberamente ispirata a “L’Arte della Commedia” di Eduardo De Filippo e alla sua traduzione in napoletano della “Tempesta” di William Shakespeare, la pellicola intreccia come in una stoffa le trame e i fili dei destini di un gruppetto di attori e di camorristi in fuga che, dopo un naufragio, si ritrovano su un’isola-carcere e si mescolano. Shakespeare e Eduardo De Filippo si fondono in una commedia picaresca, piena di colpi di scena, interpretata da un cast che vede come protagonista Sergio Rubini al fianco di Ennio Fantastichini, Gaïa Bellugi, Renato Carpentieri, Francesco Di Leva, Ciro Petrone, Teresa Saponangelo, Nicola Di Pinto, Jacopo Cullin, Fiorenzo Mattu e, in un cameo, il compianto Luca De Filippo.  

Alle 21.00, l’attenzione si trasferisce dallo schermo del “Cavallera” al palco del vicino Cinema “Mutua” per un “classico” del festival: il concerto di musiche da film della Banda Musicale Città di Carloforte “Angelo Aste”, a suggellare la giornata inaugurale. 

Tutta dedicata ad Armando Trovajoli la serata di sabato 28 ottobre: nel centenario della nascita, Creuza de Mà rende omaggio al grande musicista e compositore romano, autore di celebri colonne sonore per il cinema, con tre diversi appuntamenti. Il primo, alle 17.30 al Cinema Mutua, è la proiezione di “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?”, film diretto nel 1968 da Ettore Scola e interpretato da Nino Manfredi, Alberto Sordi e Bernard Blier.

A seguire, alle 19.00, uno dei momenti più interessanti del festival: la prima nazionale di “Armando Trovajoli, cent’anni di musica”, il documentario di Mario Canale e Annarosa Morri che ripercorre la lunga carriera del pianista e compositore, nato a Roma il 2 settembre 1917 e scomparso quattro anni fa, attraverso le sue interviste, i ricordi, le musiche, le canzoni, le immagini di alcuni dei film e delle commedie musicali di cui aveva composto le musiche. Una carriera costellata di incontri e sodalizi importanti, come quello con uno dei più grandi pianisti del Novecento, Arturo Benedetti Michelangeli, ma anche con registi come Vittorio De Sica e Ettore Scola, cui rimarrà legato tutta la vita e del quale ha musicato quasi l’intera filmografia. Nel documentario si parla anche dell’incontro con Garinei e Giovannini che lo portarono verso la commedia musicale, i grandi successi di “Rugantino” con la straordinaria “Roma nun fa’ la stupida stasera”, “Aggiungi un posto a tavola”, “Ciao Rudy” e le canzoni cantate da Marcello Mastroianni, che Trovajoli esegue al pianoforte.

Alle 21, microfoni e riflettori si spostano al Cineteatro “Cavallera” dove Gianfranco Cabiddu e Gianmarco Diana – musicista (con i gruppi Sikitikis e The Dancefloor Stompers), esperto di musica per il cinema ed abituale collaboratore del festival – incontra uno dei due autori del documentario, Mario Canale. 

Gran finale di serata con il concerto “Armando Trovajoli, la musica tra teatro e cinema”: una produzione originale del festival Creuza de mà, in prima assoluta, con la direzione musicale della pianista Rita Marcotulli, con Peppe Servillo alla voce, Luciano Biondini alla fisarmonica, Daniele Tittarelli al sax, Ares Tavolazzi al contrabbasso e Alessandro Paternesi alla batteria. Nome di primissimo piano della scena jazzistica nazionale, la Marcotulli è vicina a Trovajoli per un importante legame personale: quando lavorava come ingegnere del suono, il padre della pianista, Sergio, ha avuto infatti un lungo rapporto di amicizia e lavoro con il compositore: «(…) Trovajoli è stato per me quasi un ‘parente’ che si interessava ai miei studi di pianoforte e che poi veniva a sentire i miei primi concerti, così fino alla fine», racconta Rita Marcotulli: «Conservo indelebile il ricordo dell’ultima volta con mio padre e Trovajoli in un concerto alla Casa del jazz: due amici che si abbracciano emozionati e contenti, due grandi artigiani della musica a cui devo moltissimo».

I film recenti di due autori sardi chiudono domenica 29 al “Cavallera” il trittico di serate di Creuza de Mà a Carloforte. Il primo, presentato alle 17.30 dall’autore, è “Nausicaa – L’altra Odissea”, breve film d’animazione scritto e diretto da Bepi Vigna, regista e sceneggiatore, scrittore di fumetti e graphic novel, uno dei creatori delle serie Nathan Never e Legs Weaver. Attraverso i disegni firmati dall’illustratore Andrea Serio, il cortometraggio – con le musiche di Matteo Martis – racconta la storia Nausicaa e del suo incontro con Ulisse. Sedotta e abbandonata, la giovane principessa decide di andare a cercare l’eroe omerico ripercorrendo i passi del suo viaggio per intraprendere un percorso di crescita attraverso il quale si trasformerà in una donna. “Nausicaa – L’altra Odissea” è stato scelto come evento speciale d’apertura di SIC@SIC – Short Italian Cinema alla trentaduesima Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata nell’ambito della settantaquattresima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia che si è tenuta dal 30 agosto al 9 settembre scorsi.

A seguire, con inizio alle 18.00, il film di Enrico Pau “L’accabadora”, una storia ambientata durante la seconda guerra mondiale tra le campagne sarde e una Cagliari devastata dalle bombe, che ruota intorno alla figura di una “accabadora” (impersonata nel film da Donatella Finocchiaro): una donna che praticava una sorta di eutanasia ancestrale mettendo fine alle sofferenze dei malati terminali. Al termine della proiezione, incontro con il regista Enrico Pau e con l’autore delle musiche, l’irlandese Stephen Rennicks.

A Cagliari da giovedì 2 a domenica 5 novembre la seconda parte del festival.

Calato il sipario sulla tre giorni di Carloforte, da giovedì 2 a domenica 5 novembre Creuza de Mà si trasferisce a Cagliari per la seconda parte del festival; in agenda una fitta serie di appuntamenti, ma con una variazione logistica rispetto al programma annunciato: il Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” ospiterà infatti le masterclass e i concerti, mentre tutte le proiezioni, inizialmente previste nello stesso istituto in piazza Porrino, per motivi tecnici sono trasferite al Cinema Odissea, in viale Trieste (al civico 84). 

Il primo impegno è per giovedì mattina (2 novembre) nell’Aula Porrino del Conservatorio, dove dalle 10.00 alle 13.00 inizia la serie di tre Masterclass sul suono nel cinema, tutti con accesso gratuito fino ad esaurimento posti: una grande opportunità per i giovani professionisti e gli studenti. A tenere lezione in questo incontro (e in quello dell’indomani, venerdì 3) dedicato alla tecnica del suono applicata al cinema sarà Filippo Porcari, tecnico e docente di Suono nel Cinema presso diversi istituti di formazione, tra cui la Cineteca Nazionale di Bologna, la Scuola Nazionale di Cinema, il DAMS Roma Tre e l’Istituto per la cinematografia Rossellini; tra le sue collaborazioni si contano quelle con Mario Monicelli, Lina Wertmuller, Silvio Soldini, Marco Bellocchio, Ferzan Özpetek, Gillo Pontecorvo.

Nel pomeriggio il festival prosegue al Cinema Odissea, dove alle 16.00, dopo la prima nazionale di sabato 28 ottobre a Carloforte, si replica l’omaggio ad Armando Trovajoli, con la proiezione del documentario di Mario Canale e Annarosa Morri.

 Altri temi e immagini alle 17.30 con il cortometraggio “L’incontro”, storia di Amin, un sedicenne marocchino cresciuto in Italia con un grande talento per il pugilato, nella cui vita di adolescente si inserisce la lotta per ottenere la cittadinanza. Il film è stato presentato quest’anno alla Mostra del Cinema di Venezia all’interno della sezione Migrarti. Al termine della proiezione incontro con i registi Michele Mellara e Alessandro Rossi, e con l’autore delle musiche Beppe Tranquillino. 

Il tema dell’integrazione dei cittadini stranieri in Italia torna anche nell’appuntamento successivo: alle 18.00 si proietta infatti “Che fine faranno – Lettera aperta al Presidente della Repubblica”, un cortometraggio diretto da Giovanna Taviani e Davide Gambino, con musiche di Giuliano Taviani, in cui si narra l’incontro degli studenti di Enna con alcuni ragazzi giunti in Italia come minori non accompagnati e ospitati nei Centri di Accoglienza di Pergusa e Aidone. Il film chiede una risposta al grande quesito relativo alle storie personali di Muhammed, Raymond, Suleyman, Balde e alle migliaia di minori non accompagnati che tutti gli anni arrivano nel nostro Paese con la speranza di poter cambiare il loro destino. Presentato in anteprima all’undicesima edizione del Salina Doc Fest il 30 giugno scorso, il corto è ancora inedito, e sarà presentato dall’autrice Giovanna Taviani.  

Ultimo film in visione per la serata di giovedì, alle 18.30, “Babylon Sisters”, per la regia di Gigi Roccati con musiche di Peppe Voltarelli. Liberamente ispirato al romanzo “Amiche per la pelle” della scrittrice indiana Laila Wadia, prende il titolo dalla sorellanza di un gruppo di donne di diverse etnie, che si uniscono nella lotta per la casa e finiscono per aprire una scuola di danza. Dopo la proiezione, intervistati da Riccardo Giagni, incontro con il regista Gigi Roccati e Nav Gothra, una delle protagoniste.

In chiusura di giornata, si arricchisce di un nuovo capitolo Silent Movie, la sezione del festival dedicata alla sonorizzazione dal vivo di vecchie pellicole del cinema muto: alle 21.15 è atteso sul palco dell’Auditorium del Conservatorio il pianista e compositore Daniele Furlati, specializzato in musica per film e collaboratore della Cineteca di Bologna, che accompagnerà in musica la proiezione di “Nosferatu”, il film di Wilhelm Murnau, recentemente restaurato.

La giornata di venerdì 3 novembre inizia alle 10.00 nell’Aula Porrino del Conservatorio, dove Filippo Porcari prosegue la sua masterclass di tecnica del suono applicata al cinema, seguito, nella seconda parte della mattinata, da Gaetano Musso, fonico di missaggio per cinema e televisione con all’attivo circa ottanta collaborazioni, che guiderà gli allievi alla scoperta delle tecniche di mix e rumori.  

Tutte all’insegna di “Napoli e i suoi mille colori” le serate di venerdì 3 e sabato 4: un capitolo speciale che questa edizione del festival dedica alla città partenopea e al suo rapporto privilegiato con la musica per il cinema, esplorando colori, suoni e sfumature di una produzione autonoma e riconoscibile nella sua vena espressiva. 

Si comincia dunque nel pomeriggio di venerdì 3, alle 16.00, al Cinema Odissea, con la proiezione di “MaLaMènti”, per la regia di Francesco Di Leva con musiche di Francesco Forni: un cortometraggio nato dall’esigenza di raccontare la sete di potere e la smania di prevaricazione insite nella società, in particolare nella criminalità organizzata, immaginando la pièce teatrale del “Calapranzi” di Pinter come un’ispirazione di umanità grottesca e disgregata. Presenta l’opera lo stesso Francesco Di Leva. 

Alle 16.30 lo schermo è tutto per “Pino Daniele – Il tempo resterà”: canzoni e parole del cantautore scomparso nel gennaio del 2015 fanno da filo conduttore a un percorso emozionale tra i luoghi della sua Napoli, per raccontare la sua idea di musica in movimento perenne, come la società di quegli anni che Pino Daniele ha interpretato con una cifra innovativa e inimitabile. Al termine, Riccardo Giagni conversa con il regista del documentario, Giorgio Verdelli.

Alle 18.00 si prosegue con il film d’animazione “La Gatta Cenerentola”, una fiaba che, partendo dal racconto seicentesco di Giambattista Basile e dall’opera di De Simone, racconta le due anime di Napoli, tra passato e presente, speranza e rassegnazione. Il film, per la regia di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri con le musiche di Dario Sansone, ha ricevuto una pioggia di premi alla settantaquattresima mostra del cinema di Venezia dello scorso settembre (Sezione Orizzonti). 

A seguire, sarà ancora Riccardo Giagni a moderare l’incontro con Alessandro Rak, Marino Guarnieri e Dario Sansone e , alle 21.00, quello con i compositori Pivio e Aldo De Scalzi, autori della colonna sonora dell’ultimo film in programma per la serata di venerdì 3, “Ammore e malavita”, con cui hanno vinto il premio per la miglior musica all’ultimo Festival di Venezia: partendo dalla citazione di due lungometraggi di 007 (“Si vive solo due volte” e “Una cascata di diamanti”), il film diretto da Marco e Antonio Manetti snoda la sua trama nella città partenopea e vede protagonista un boss della camorra che su idea della moglie decide di fingersi morto per liberarsi dai tanti oneri e pochi onori che la sua posizione gli impone.

Sarà l’ultima masterclass sul Suono nel Cinema ad aprire alle 10, sempre nell’Aula Porrino del Conservatorio, la mattina di sabato 4: in sostituzione del previsto Alessio Doglione si parla di Montaggio e suono con Marco Spoletini, montatore per il cinema e la televisione, vincitore del David di Donatello per “Gomorra” e collaboratore abituale del regista Matteo Garrone.

La mattinata prosegue a mezzogiorno con un incontro con l’Associazione Compositori Musiche da Film cui parteciperanno Riccardo Giagni (una lunga carriera nel settore della discografia in qualità di autore, arrangiatore e produttore per Matia Bazar, Miguel Bosé, Cristiano De André, e nel settore del cinema con colonne sonore per Marco Bellocchio, Mimmo Calopresti, Sabina Guzzanti), i compositori genovesi Pivio e Aldo De Scalzi (autori di musiche per numerosi film e serie televisive, vincitori del David di Donatello per “Song’e Napule”, il Nastro d’argento e il Globo d’oro per “Il Bagno Turco” di Ferzan Ozpetek), e il romano Giuliano Taviani (sue, tra le altre, le musiche di “Cesare deve morire”, “Anime Nere” e “Nessuno mi può giudicare”).

Nel pomeriggio, al Cinema Odissea, prosegue invece la sezione dedicata alla musica e al cinema napoletano con un focus sull’eclettico e talentuoso musicista partenopeo Enzo Avitabile. Si comincia alle 16.00 con la proiezione di “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, sei statuine agli ultimi David di Donatello, comprese quelle a Enzo Avitabile per la migliore canzone e la migliore colonna sonora: un film “sulla separazione e sul dolore che comporta”, protagoniste due gemelle siamesi che cantano ai matrimoni e alle feste e danno da vivere a tutta la famiglia, fino a quando non scoprono di potersi dividere. 

Enzo Avitabile è anche il protagonista del successivo film in programma alle 18.00, “Music Life”: un documentario che racconta la vita e il talento del musicista napoletano firmato nel 2012 da Jonathan Demme, il grande regista statunitense scomparso lo scorso aprile.

Alle 21.00 gran finale per “Napoli e i suoi mille colori”: preceduto da un incontro con il pubblico presentato da Riccardo Giagni, Enzo Avitabile si esibisce in concerto all’Auditorium del Conservatorio accompagnato da Gianluigi Di Fenza alla chitarra classica e Emidio Ausiello alle percussioni.

Creuza de Mà chiude la sua seconda tranche l’indomani mattina – domenica 5 – a mezzogiorno, con un evento speciale proposto al centro d’arte e cultura ExMà (in via San Lucifero) in collaborazione con lo European Jazz Expo, il festival in programma a Cagliari da martedì 31 ottobre: tiene banco il trombonista Mauro Ottolini alla testa dei suoi scatenati Sousaphonix; a seguire il CinematiCA DJ set, una selezione di musica per film a cura di Gianmarco Diana, ideatore e conduttore dell’omonima trasmissione in onda sull’emittente cagliaritana Radio X, che concluderà la mattinata.

Altri appuntamenti in programma nelle settimane successive estenderanno fino a dicembre il palinsesto dell’undicesima edizione di Creuza de Mà. In collaborazione con l’associazione culturale Tra Parola e Musica – Casa di suoni e racconti, ecco allora la prima edizione della rassegna di cineconcerti “Sinestesie”, con le sonorizzazioni dal vivo di film d’epoca proposte dai gruppi Dancefloor Stompers, Scisma – Short Cut e Skull Cowboys, rispettivamente di scena il 9, il 16 e il 23 novembre al centro di produzione per lo spettacolo Intrepidi Monelli, in viale Sant’Avendrace, 100.

Dal 4 al 9 dicembre, infine, Creuza de Mà in collaborazione con il Conservatorio di Cagliari presenta la seconda edizione del corso di tecnica di composizione musicale per il cinema condotto da Franco Piersanti e intitolato a Sergio Miceli, il musicologo scomparso nel 2016, che per primo ha contribuito, attraverso la sua ultratrentennale attività di ricerca, a inserire la storia e l’analisi della musica per film nell’ambito delle discipline accademiche. Una preziosa opportunità per compositori e musicisti di conoscere e affinare le tecniche della drammaturgia musicale applicata al cinema con uno dei più rappresentativi autori del settore.

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Il 19 ottobre 2017 è l’80° Anniversario del più grave incidente minerario della Sardegna, con 14 minatori morti e 8 feriti sopravvissuti, per un totale di 22 persone coinvolte, a causa di una terribile esplosione di polvere di carbone, accaduto il 19 ottobre 1937 nel Bacino carbonifero del Sulcis, nella Miniera di lignite di Sirai, precisamente nel Pozzo Schisorgiu. In questa stessa Miniera di Sirai si sono verificati altri eventi importanti, infatti 75 anni fa, il 2 maggio 1942, vi fu forse il primo sciopero d’Italia, sicuramente uno dei primissimi, organizzato da cellule clandestine del partito comunista all’interno del sindacato corporativo durante il regime fascista, proprio quando vi fu la gestione militarizzata delle attività estrattive e minerarie, dove le sanzioni più gravi, come l’astensione dal lavoro, furono punite secondo il codice penale militare come sabotaggio! Un’idea dell’organizzazione clandestina comunista, all’interno delle gallerie minerarie, si può avere, ad esempio, visionando qualche scena e diverse inquadrature del film Il figlio di Bakunìn, del 1997, diretto dal regista Gianfranco Cabiddu e ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore Sergio Atzeni, prematuramente scomparso. Cenni su questa tragedia della Miniera di Sirai si trovano nelle pagine dell’ultimo romanzo Scarpe rosse, tacchi a spillo (Edizioni Il Maestrale 2004) di Luciano Marrocu, docente di storia contemporanea all’Università di Cagliari. Si sottolinea che in seguito a questo incidente minerario furono modificate le disposizioni tecniche e regolamentari sulla sicurezza in modo più severo, ma ciò non impedì in seguito altre sciagure come questa!

La descrizione di questa grande tragedia mineraria ci deriva dalla puntuale descrizione dell’unica fonte ufficiale: la Relazione sul Servizio Minerario dell’allora Corpo Reale delle Miniere – Roma, 1937 Anno XLVIII, 63, pp. 325 – 328; ma anche da pubblicazioni tecniche come il volume III (pp. 453 – 454) del libro dell’Ing. Luigi Gerbella, il noto manuale intitolato Arte mineraria, uscito in 3 volumi, tra il 1937-’38, e più volte ristampato. Le cause di questi incidenti furono quasi sempre imputabili ai minatori, colpevoli spesso di essere imprudenti e di non rispettare le regole o di non osservare le prescrizioni disposte dai loro superiori gerarchici nei turni di lavoro. Anzi, secondo le dichiarazioni ufficiali della Direzione Mineraria, prima dei turni di lavoro le gallerie sotterranee risultavano già ispezionate e messe in sicurezza con personale tecnico specializzato su programmi periodici predisposti dalla stessa Direzione. In verità, durante il regime fascista, si attuò nelle attività minerarie, specialmente carbonifere, un sistema di enorme sfruttamento del lavoratore, nel quale la sicurezza del lavoro era ridotta al minimo necessario, tutto ciò solo ed esclusivamente per incrementare la produzione del carbone, con la trasformazione della stessa prestazione lavorativa introducendo per certe prestazioni nelle gallerie il famigerato sistema “Bedaux”, cioè la paga ad economia: ad incentivo o a rendimento con un particolare cottimo.

Il sistema di lavoro a cottimo utilizzato da tutte le società minerarie, soprattutto metallifere e in parte le carbonifere, infatti, fu appunto quello “Bedaux”, che rappresentò un metodo di sfruttamento scientifico dei minatori. Questo sistema di lavoro si basava sulla misurazione della quantità di lavoro che un operaio compiva, con uno certo sforzo, in un minuto primo, chiamato anche “60 di passo”. Un minatore doveva raggiungere il cosiddetto “60 di passo”, cioè doveva, sotto il controllo, compiere un determinato “passo” (trasportare, per l’appunto, un determinato numero di carrelli; caricare una certa quantità di minerale; scavare un determinato numero di metri, ecc.). Se l’operaio non riusciva a raggiungere il “passo” veniva licenziato. Nel momento in cui il “passo” diventava raggiungibile da tutti i minatori, veniva sistematicamente aumentato a tutti. Il sistema di questo particolare cottimo fu approvato dalla Confederazione Nazionale Fascista dei Sindacati dell’Industria sia nei contratti sia negli accordi interconfederali. Contro questa situazione insopportabile si applicò la “direttiva entrista”, cioè organizzare l’opposizione operaia all’interno del sindacato corporativo, disposta dalla Confederazione Generale del Lavoro (comunista) guidata da Giuseppe Di Vittorio in Italia, mentre quella riformista si trovava in esilio.

Alle ore 22,50 circa del giorno 19 ottobre 1937, nel Pozzo Schisorgiu della Miniera di lignite di Sirai, gestita dalla S.M.C.S. (Società Anonima Mineraria Carbonifera Sarda), avvenne il tragico incidente minerario con gravi infortuni sul lavoro, causato da una forte esplosione per accensione di polvere di carbone durante lo sparo delle mine negli avanzamenti del cantiere del IV fascio, fornello n. 3 del livello + 40 m. s.l.m. I minatori addetti agli avanzamenti dei cantieri A ed N, dopo aver preparato ed acceso un totale di 39 mine, scesero dal fornello G nella galleria di livello +40 per mettersi al riparo. Con il potente scoppio delle mine vi furono immediate conseguenze: alla forte esplosione seguì una massa notevole di gas infiammato che si propagò a forte pressione ed a grande velocità nella galleria del livello +40 dove investì i minatori che si trovarono lungo i cunicoli di passaggio, gettandoli violentemente a terra ed ustionandoli al viso, alle mani e in varie parti del corpo. Tale incidente minerario provocò la morte immediata di 5 minatori, che si trovavano vicini al suddetto fornello, furono violentemente colpiti dall’esplosione e dai terribili effetti dell’ossido di carbonio, i loro corpi presentarono gravissime ustioni e fratture del cranio, tanto che 2 morirono sul colpo, mentre gli altri 3 decedettero poco dopo.

Furono, inoltre, ustionati e feriti in modo più o meno grave altri 17 operai, che si trovavano in galleria F, cioè avevano quasi raggiunto la stazione alla base del pozzo E, al livello +40, e sebbene al buio, per essersi spente tutte le lampade, riuscirono a raggiungere il pozzo stesso e ad uscire coi propri mezzi. Di questi minatori feriti 4 furono rilasciati dopo le prime cure; mentre 9 morirono pochi giorni più tardi, portando a 14 il numero definitivo delle vittime del grave incidente. Furono così trasportati e ricoverati agli ospedali civili di Iglesias e di Cagliari gli altri feriti più gravi a causa delle ustioni di 1°, 2° e 3° grado in molte parti del corpo e per fenomeni broncopolmonari infiammatori dovuti a probabile inspirazione di gas tossici e di aria sovra-riscaldata.

I nomi dei 14 minatori ed operai, eroi del lavoro deceduti, furono i seguenti in ordine alfabetico: 01. BALLOCCO FRANCESCO, fu Antioco, nato a Serbariu il 17.11.1891, residente a Serbariu, minatore, all’età di 45 anni morì sul colpo il 19.10.1937 – 02. BARROI MARIO, di Vittorio, nato a Mogoro il 20.02.1912, residente a Serbariu, manovale, all’età di 45 anni scomparve, all’ospedale di Cagliari, il 25.10.1937 – 03. BIAGINI o BIAGGINI PRIMO, di Eugenio, nato a Lizzano in Belvedere (BO) il 26.08.1926, residente a Serbariu, manovale, all’età di 31 anni morì il 31.10.1937 – 04. BUONAFEDE FRANCESCO, fu Giuseppe, nato a Monzuno (BO) l’8.09.1910, residente a Serbariu, minatore, all’età di 27 anni perì, all’ospedale di Iglesias, la sera del 20.10.1937 – 05. FLORIS CORONA SALVATORE, di Antioco, nato a Serbariu il 14.12.1913, residente a Serbariu, manovale, all’età di 23 anni morì il 14.11.1937 – 06. GIACOMETTI EGIDIO, di Pietro, nato a Pedavena (BL) il 31.07.1905, residente a Serbariu, manovale, all’età di 32 anni spirò, all’ospedale di Cagliari, il 24.10.1937 – 07. MELONI SCARTEDDU EMANUELE, di Antioco, nato a Palmas Suergiu l’02.07.1907, residente a Palmas Suergiu, manovale, all’età di 30 anni morì il 29.10.1937 – 08. PILIA CORONA ANTONIO, fu Giovanni, nato a Ulassai l’08.11.1889, residente a Serbariu, manovale, all’età di 47 anni, morì sul colpo il 19.10.1937 – 09. PIREDDU VENERANDO, di Giorgio, nato a Santadi il 15.07.1918, residente a Santadi, manovale, all’età di 19 anni morì sul colpo il 19.10.1937 – 10. PISTORI FRONGIA LUIGI, fu Antioco, nato a Serbariu il 27.08.1910, residente a Serbariu, manovale, all’età di 45 anni si spense, all’ospedale di Cagliari, il 26.10.1937 – 11. RODA FRANCESCO, di Riccardo, nato in America il 23.06.1904, residente a Serbariu, manovale, all’età di 33 anni, spirò all’ospedale di Iglesias, il 25.10.1937- 12. RONDELLI MARIO, di Ciro, nato a Grizzana (BO) l’8.09.1913, residente a Serbariu, manovale, all’età di 24 anni morì il 31.10.1937 – 13. SAIS GIUSEPPE, fu Agostino, nato a Villamassargia il 18.10.1890, residente a Siliqua, manovale, all’età di 47 anni cessò di vivere, all’ospedale di Iglesias, il 23.10.1937 – 14. SERVENTI PISANU SILVIO, di Celestino, nato a Santadi l’1.01.1914, residente a Santadi, manovale, all’età di 23 anni morì il 29.10.1937.

I nomi degli 8 feriti sopravvissuti furono i seguenti in ordine alfabetico: 01. CADDEO BALLOCCO LUIGI, fu Giovanni, nato a Narcao il 27.11.1902, residente a Narcao, manovale, all’età di 34 anni, ferito il 19.10.1937 – 02. CANCEDDA DESSI’ RAIMONDO, fu Giuseppe, nato ad Arbus il 11.03.1899, residente a Serbariu, sorvegliante, all’età di 38 anni, ferito il 19.10.1937, rilasciato dopo le prime cure – 03. CANE’ ANTONIO, di Giovanni,  nato a Serbariu il 16.05.1922, residente a Serbariu, manovale porta-ferri, all’età di 15 anni, ferito il 19.10.1937 – 04. COBIANCHI EUGENIO, di Gaetano, nato a Castel di Casio (BO) il 07.07.1906, residente a Serbariu, minatore, all’età di 31 anni, ferito il 19.10.1937, rilasciato dopo le prime cure – 05. DESSI’ ANTONIO, fu Antonio, nato a Serbariu il 18.04.1896, residente a Serbariu, capo sciolta, all’età di 41 anni, ferito il 19.10.1937 – 06. FARRIS SERRA GUGLIELMO, fu Emanuele, nato ad Antillo (ME) il 25.09.1908, residente a Serbariu, minatore, all’età di 29 anni, ferito il 19.10.1937, rilasciato dopo le prime cure – 07. MEDDA LITTARRU GIULIO, fu Giuseppe, nato a Tratalias il 30.04.1902, residente a Tratalias, minatore, all’età di 35 anni, ferito il 19.10.1937 – 08. TITON o TITTON GIUSEPPE, fu Giacomo, nato a Farra di Soligo (TV) il 18.04.1880, residente a Serbariu, aiuto minatore, all’età di 57 anni, ferito il 19.10.1937, rilasciato dopo le prime cure.

Mauro Pistis

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La giovane cantante sarda Daniela Pes è la vincitrice della 10ª edizione del Premio Andrea Parodi, l’unico contest italiano dedicato alla world music, andato in scena al Teatro Auditorium Comunale di Cagliari da giovedì 12 a sabato 14 ottobre. Daniela Pes è stata l’asso piglia tutto del Premio Andrea Parodi del decennale, centrando entrambi i riconoscimenti principali: il premio assoluto e quello della critica. Ma non solo: a lei anche il premio della giuria internazionale, la menzione per la miglior musica, quella per il miglior arrangiamento ed il premio dei ragazzi in sala.

La menzione per il miglior testo è andata invece ai Rebis e quella per la migliore interpretazione a Giuditta Scorcelletti. Il riconoscimento per la migliore renterpretazione del brano di Andrea Parodi se lo sono aggiudicati i Musaica, che hanno anche portato a casa la menzione dei concorrenti a pari merito con Aksak Project e Rebis.

I premi sono realizzati dall’artista orafa Maria Conte.

Durante la serata finale la portoghese Daniella Firpo ha ricevuto il Premio Bianca d’Aponte International, assegnato scegliendo una artista straniera fra tutte le iscritte al Premio Parodi. Come già annunciato, il Premio Albo d’oro è andato invece al regista Gianfranco Cabiddu.

Daniela Pes è nata a Tempio Pausania nel 1992, nonostante la giovane età ha collaborato con gli artisti più in vista del panorama del jazz sardo. Recentemente ha allargato il suo approccio stilistico alla musica elettronica e alla world music.

Ha portato in gara il brano con “Ca Milla Dia Dì” (tratto da una poesia in gallurese di Don Baignu Pes). Con lei si sono esibiti Christian Marras al chapman stick, Roberto Schirru alla batteria e programmazioni, Andrea Pica alla chitarra elettrica.

Gli altri finalisti erano gli Aksak Project con “Agouamala” (cantata in sabir), Davide Campisi con “Piglialu” (in siciliano), Daniella Firpo con “Destino” (in portoghese), i Musaica con “Inferno V”, (in calabrese), Frida Neri con “Aida” (in italiano), Daniela Pes con “Ca Milla Dia Dì” (in gallurese), i Rebis con “Cercami nel mare ابحثي عني في البحر” (in arabo), Il Santo con “Magarìa” (in calabrese), Giuditta Scorcelletti con “Se tu sapessi…” (in italiano e toscano). I turchi Entu non hanno potuto invece partecipare, per un inconveniente, alle serate finali.

Il Premio Andrea Parodi ha toccato quest’anno il traguardo della decima edizione. Nella serata finale insieme ai finalisti si sono avvicendati sul palco tre ospiti di rilievo che hanno dato vita ad esibizioni emozionanti: l’interprete bosniaca Amira Medunjanin (accompagnata dal chitarrista Ante Gelo), i Tenores di Bitti “Remunnu ‘e locu” e Luisa Cottifogli in duo col violoncellista Enrico Guerzoni. In apertura e chiusura Tutti gli artisti hanno concluso la serata con la ormai tradizionale jam-session insieme a Elena Ledda (direttrice artistica del Premio) e ai musicisti presenti in giuria. Hanno presentato la serata Ottavio Nieddu con Gianmaurizio Foderaro.

La manifestazione intende ricordare Andrea Parodi, passato dal pop d’autore con i Tazenda a un percorso solistico di grande valore e di rielaborazione delle radici, grazie al quale è diventato un riferimento internazionale della world music, collaborando fra l’altro con artisti come Al Di Meola e Noa.

La vincitrice ha diritto ad un premio particolarmente consistente: un tour di otto concerti realizzato grazie ai fondi dell’art.7 L. 93/92 del bando del NUOVOIMAIE. Il premio si aggiunge a una somma in denaro erogata a copertura di tutti i costi di master class, eventuale acquisto o noleggio di strumenti musicali, corsi e quant’altro il vincitore sceglierà per la propria crescita artistica e musicale, per un importo massimo di 2.500 euro. Inoltre, gli verrà offerta l’opportunità di esibirsi alle edizioni 2018 del Premio Andrea Parodi, dell’“European jazz expo” in Sardegna, di Folkest in Friuli, del Negro Festival di Pertosa (SA) e in altri eventi che saranno man mano annunciati.

Come vincitrice del Premio della critica, Daniela Pes avrà anche la possibilità di realizzare un videoclip del brano in concorso, offerto dalla Federazione degli Autori.

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Film e documentari, concerti, incontri e masterclass per indagare e ragionare sulla musica applicata al cinema, tema caratterizzante di Creuza de Mà, il festival ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu e organizzato dall’associazione culturale Backstage: una manifestazione unica nel suo genere in Sardegna, e tra le pochissime nel panorama dei festival cinematografici nazionali e internazionali, che giunge alla sua undicesima edizione.

L’appuntamento si rinnova secondo la formula collaudata un anno fa: una prima parte è in calendario da venerdì 27 a domenica 29 ottobre a Carloforte, il paese sull’isola di San Pietro, di fronte alla costa sud occidentale della Sardegna, dove il festival è nato nell’estate del 2007 e in cui affonda le sue radici; la seconda è invece da giovedì 2 a domenica 5 novembre a Cagliari, dove Creuza de Mà trova ancora casa al Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina”.

Tra i piatti forti del cartellone, un omaggio ad Armando Trovajoli nel centenario della nascita con la prima di un documentario di Mario Canale ed Annarosa Morri che ripercorre i momenti salienti della lunga carriera del musicista e compositore romano e con un concerto con la direzione musicale della pianista Rita Marcotulli; e poi un focus sul cinema e la musica di Napoli con Enzo Avitabile in concerto e nel documentario di Jonathan Demme “Music Life”, i film “Gatta Cenerentola”, “Ammore e malavita”, “Indivisibili”, “MaLaMènti” e un documentario di Giorgio Verdelli su Pino Daniele.

Proiezioni e concerti verranno come sempre introdotti o approfonditi negli incontri condotti dal musicologo e compositore Riccardo Giagni con gli ospiti del festival che racconteranno dai rispettivi punti di osservazione o di azione il loro rapporto con la musica applicata al cinema.

Accanto al suo versante più spettacolare, il festival propone anche quest’anno tre masterclass sul suono nel cinema con Filippo Porcari, tecnico del suono applicato al cinema, Gaetano Musso, fonico di missaggio, e Alessio Doglione, montatore per il cinema e la televisione. Dopo la riuscita esperienza dell’anno scorso, dal 4 al 9 dicembre ritorna poi il corso di tecnica di composizione musicale per il cinema condotto da uno dei più rappresentativi autori del settore: Franco Piersanti. 

Un programma ricco di proposte e variegato caratterizza dunque questa undicesima edizione del festival Creuza de Mà, organizzata con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, ed assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio), del comune di Cagliari (assessorato della Cultura e Spettacolo), del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Fondazione Sardegna Film Commission, della Fondazione di Sardegna, della SIAE e del Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari. 

Il festival prende il via con un weekend fitto di appuntamenti a Carloforte. Taglio del nastro venerdì 27 alle 18 al “Cavallera”, l’elegante cineteatro in stile liberty, con la “videosigla” di Creuza de Mà: una breve clip che sulle note della canzone di Fabrizio De André da cui la rassegna ha tratto il titolo, ripercorre la storia del festival dalla sua prima edizione, nel 2007, arricchendosi, di anno in anno, di nuove immagini.  

A seguire la proiezione del primo film in cartellone, il pluripremiato “La stoffa dei sogni” del regista cagliaritano Gianfranco Cabiddu, con musiche firmate da Franco Piersanti. Girato nell’isola dell’Asinara e liberamente ispirato a “L’Arte della Commedia” di Eduardo De Filippo e alla sua traduzione in napoletano della “Tempesta” di William Shakespeare, il film intreccia come in una stoffa le trame e i fili dei destini di un gruppetto di attori e di camorristi in fuga che, dopo un naufragio, si ritrovano su un’isola-carcere e si mescolano. Shakespeare e Eduardo De Filippo si fondono in una commedia picaresca, piena di colpi di scena, interpretata da un cast che vede come protagonista Sergio Rubini al fianco di Ennio Fantastichini, Gaïa Bellugi, Renato Carpentieri, Francesco Di Leva, Ciro Petrone, Teresa Saponangelo, Nicola Di Pinto, Jacopo Cullin, Fiorenzo Mattu e, in un cameo, il compianto Luca De Filippo.

Dal “Cavallera” trasferimento al Cinema “Mutua” per un appuntamento immancabile del festival: sul palco, a partire dalle 21.00, la Banda Musicale Città di Carloforte “Angelo Aste”, in concerto con una selezione di musiche per il cinema.

Nel centenario della nascita, Creuza de mà rende omaggio ad Armando Trovajoli con un’intera serata, quella di sabato 28, dedicata al grande musicista e compositore romano, autore di celebri colonne sonore per il cinema (oltre che per commedie musicali come “Aggiungi un posto a tavola”, di Garinei e Giovannini, e il grande successo di “Rugantino” con la canzone “Roma nun fa la stupida stasera”). Si inizia alle 17.30 al Cinema Mutua con la proiezione di “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?”, il film diretto nel 1968 da Ettore Scola e interpretato da Nino Manfredi, Alberto Sordi e Bernard Blier.

Alle 19 uno dei momenti più attesi del festival: la prima nazionale di “Armando Trovajoli, cent’anni di musica”, il documentario di Mario Canale e Annarosa Morri che ripercorre, attraverso interviste, ricordi e aneddoti, spesso inediti, i momenti salienti della lunga carriera del musicista e compositore nato a Roma il 2 settembre 1917 e scomparso quattro anni fa; una carriera costellata di incontri e sodalizi importanti, come quello con uno dei più grandi pianisti del Novecento, Arturo Benedetti Michelangeli, ma anche con registi come Vittorio De Sica e Ettore Scola, cui rimarrà legato tutta la vita e del quale ha musicato quasi l’intera filmografia. Nel documentario si parla anche dell’incontro con Garinei e Giovannini che lo portarono verso la commedia musicale, si racconta dei grandi successi fino a “Ciao Rudy” e le canzoni cantate da Marcello Mastroianni, che Trovajoli esegue al pianoforte. 

Alle 21.00, microfoni e riflettori si spostano al Cineteatro “Cavallera” per un incontro coordinato da Gianmarco Diana con gli autori del documentario, Mario Canale e Annarosa Morri, e con la vedova del compositore, Maria Paola Trovajoli. A seguire, il concerto “Armando Trovajoli, la musica tra teatro e cinema”: una produzione originale del festival Creuza de Mà, in prima assoluta, con la direzione musicale della pianista Rita Marcotulli, nome di primissimo piano della scena jazzistica nazionale, con Luciano Biondini alla fisarmonica, Daniele Tittarelli al sax, Ares Tavolazzi al contrabbasso e Alessandro Paternesi alla batteria.  

I film recenti di due autori sardi chiudono domenica 29 al “Cavallera” il trittico di serate di Creuza de Mà a Carloforte. Il primo, presentato alle 17.30 dall’autore, è “Nausicaa – L’altra Odissea”, breve film d’animazione scritto e diretto da Bepi Vigna, regista e sceneggiatore, scrittore di fumetti e graphic novel, uno dei creatori delle serie Nathan Never e Legs Weaver. Attraverso i disegni firmati dall’illustratore Andrea Serio, il cortometraggio – con le musiche di Matteo Martis – racconta la storia Nausicaa e del suo incontro con Ulisse. Sedotta e abbandonata, la giovane principessa decide di andare a cercare l’eroe omerico ripercorrendo i passi del suo viaggio per intraprendere un percorso di crescita attraverso il quale si trasformerà in una donna. “Nausicaa – L’altra Odissea” è stato scelto come evento speciale d’apertura di SIC@SIC – Short Italian Cinema alla trentaduesima Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata nell’ambito della settantaquattresima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia che si è tenuta dal 30 agosto al 9 settembre scorsi. 

A seguire, con inizio alle 18.00, il film di Enrico Pau “L’accabadora”, una storia ambientata durante la seconda guerra mondiale tra le campagne sarde e una Cagliari devastata dalle bombe, che ruota intorno alla figura di una “accabadora” (impersonata nel film da Donatella Finocchiaro): una donna che praticava una sorta di eutanasia ancestrale mettendo fine alle sofferenze dei malati terminali. Al termine della proiezione, incontro con il regista Enrico Pau e con l’autore delle musiche, l’irlandese Stephen Rennicks.

Calato il sipario sulla tre giorni di Carloforte, Creuza de Mà si trasferisce a Cagliari per una fitta serie di appuntamenti in programma da giovedì 2 a domenica 5 novembre, tra masterclass, proiezioni, incontri e concerti, che avranno come punto di riferimento il Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” e il suo Auditorium.

Primo impegno in scaletta la mattina di giovedì 2 nell’aula Porrino, dove dalle 10 alle 13 inizia la serie di tre appuntamenti con la Masterclass Suono nel Cinema, in programma fino a sabato 4: a tenere lezione in questo incontro (e in quello dell’indomani, venerdì 3) dedicato alla tecnica del suono applicata al cinema sarà Filippo Porcari, tecnico e docente di Suono nel Cinema presso diversi istituti di formazione, tra cui la Cineteca Nazionale di Bologna, la Scuola Nazionale di Cinema, il DAMS Roma Tre e l’Istituto per la cinematografia Rossellini; tra le sue collaborazioni si contano quelle con Mario Monicelli, Lina Wertmuller, Silvio Soldini, Marco Bellocchio, Ferzan Özpetek, Gillo Pontecorvo.

Nel pomeriggio il festival prosegue all’Auditorium del Conservatorio, dove alle 16.00, dopo la prima nazionale del 28 ottobre a Carloforte, si replica anche a Cagliari l’omaggio al genio di Armando Trovajoli, con la proiezione di “Armando Trovajoli cent’anni di musica”, il documentario di Mario Canale e Annarosa Morri che ripercorre i momenti salienti della lunga carriera del musicista e compositore romano.

Alle 17.30, seguirà la proiezione del cortometraggio “L’incontro”, storia di Amin, un sedicenne marocchino cresciuto in Italia con un gran talento per il pugilato, nella cui vita di adolescente si inserisce la lotta per ottenere la cittadinanza. Il film è stato presentato quest’anno alla Mostra del Cinema di Venezia all’interno della sezione Migrarti. Al termine della proiezione incontro con i registi Michele Mellara e Alessandro Rossi, e con l’autore delle musiche Beppe Tranquillino.

Il tema dell’integrazione dei cittadini stranieri in Italia torna anche nell’appuntamento successivo, alle 18, con la proiezione di “Che fine faranno – lettera aperta al Presidente della Repubblica”, un cortometraggio diretto da Giovanna Taviani e Davide Gambino, con musiche di Giuliano Taviani, in cui si narra l’incontro degli studenti di Enna con alcuni ragazzi giunti in Italia come minori non accompagnati e ospitati nei Centri di Accoglienza di Pergusa e Aidone. Il film chiede una risposta al grande quesito relativo alle storie personali di Muhammed, Raymond, Suleyman, Balde e alle migliaia di minori non accompagnati che tutti gli anni arrivano nel nostro Paese con la speranza di poter cambiare il loro destino. Presentato in anteprima all’undicesima edizione del Salina Doc Fest il 30 giugno scorso, il corto è ancora inedito, e sarà presentato dall’autrice Giovanna Taviani.  

Alle 18.30, la quarta ed ultima proiezione della serata: in programma “Babylon Sisters”, per la regia di Gigi Roccati con musiche di Peppe Voltarelli. Liberamente ispirato al romanzo “Amiche per la pelle” della scrittrice indiana Laila Wadia, il film prende il titolo dalla sorellanza di un gruppo di donne di diverse etnie, che si uniscono nella lotta per la casa e finiscono per aprire una scuola di danza. Al termine della proiezione, a raccontare questa storia contemporanea che a ritmo di musica celebra la forza e la bellezza del multiculturalismo, saranno il regista Gigi Roccati e Nav Gothra, una delle protagoniste, intervistati da Riccardo Giagni. 

In chiusura di giornata, si arricchisce di un nuovo capitolo Silent Movie, la sezione del festival dedicata alla sonorizzazione dal vivo di vecchie pellicole del cinema muto: alle 21.15 è atteso sul palco dell’Auditorium il pianista e compositore Daniele Furlati, specializzato in musica per film e collaboratore della Cineteca di Bologna, che accompagnerà in musica la proiezione di “Nosferatu”, il film di Wilhelm Murnau, recentemente restaurato.

La giornata di venerdì 3 novembre inizia alle 10,00, all’Aula Porrino del Conservatorio, dove Filippo Porcari prosegue la sua masterclass di tecnica del suono applicata al cinema, seguito, nella seconda parte della mattinata, da Gaetano Musso, fonico di missaggio per cinema e televisione con all’attivo circa ottanta collaborazioni, che guiderà gli allievi alla scoperta delle tecniche di mix e rumori.

Le serate di venerdì 3 e sabato 4 saranno all’insegna di “Napoli e i suoi mille colori”, una sezione speciale che questa edizione del festival dedica alla città partenopea e al suo rapporto privilegiato con la musica per il cinema, esplorando colori, suoni e sfumature di una produzione autonoma e riconoscibile nella sua vena espressiva.

Si comincia dunque nel pomeriggio di venerdì 3, alle 16.00, con la proiezione di “MaLaMènti”, per la regia di Francesco Di Leva con musiche di Francesco Forni: un cortometraggio nato dall’esigenza di raccontare la sete di potere e la smania di prevaricazione insite nella società, in particolare nella criminalità organizzata, immaginando la pièce teatrale del “Calapranzi” di Pinter come un’ispirazione di umanità grottesca e disgregata. Presenta l’opera lo stesso Francesco Di Leva. 

Musica e parole nella proiezione successiva (16.30), con il documentario diretto da Giorgio Verdelli “Pino Daniele – Il tempo resterà”. Canzoni e parole del cantautore scomparso nel gennaio del 2015 fanno da filo conduttore a un percorso emozionale tra i luoghi della sua Napoli, per raccontare la sua idea di musica in movimento perenne, come la società di quegli anni che Pino Daniele ha interpretato con una cifra innovativa e inimitabile. Al termine, il regista Giorgio Verdelli converserà sul film con Riccardo Giagni.

Alle 18.00 si prosegue con il film d’animazione “La Gatta Cenerentola”, una fiaba che, partendo dal racconto seicentesco di Giambattista Basile e dall’opera di De Simone, racconta le due anime di Napoli, tra passato e presente, speranza e rassegnazione. Il film, per la regia di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri con le musiche di Dario Sansone, ha ricevuto una pioggia di premi alla settantaquattresima mostra del cinema di Venezia dello scorso settembre (Sezione Orizzonti).

A seguire, sarà ancora Riccardo Giagni a moderare l’incontro con Alessandro Rak, Marino Guarnieri e Dario Sansone, e , alle 21, quello con i compositori Pivio e Aldo De Scalzi, autori della colonna sonora dell’ultimo film in programma per la serata di venerdì, “Ammore e malavita”, diretto da Marco e Antonio Manetti: partendo dalla citazione di due lungometraggi di 007 (“Si vive solo due volte” e “Una cascata di diamanti”), il film snoda la sua trama nella città partenopea e vede protagonista un boss della camorra che su idea della moglie decide di fingersi morto per liberarsi dai tanti oneri e pochi onori che la sua posizione gli impone. 

Sarà l’ultima masterclass sul Suono nel Cinema ad aprire, sempre nell’Aula Porrino del Conservatorio, la mattina di sabato 4, con l’incontro dedicato a Montaggio e suono a cura di Alessio Doglione, montatore per il cinema e la televisione, vincitore nel 2011 del David di Donatello per il montaggio di “20 sigarette”.

La mattinata prosegue a mezzogiorno con un incontro con l’Associazione Compositori Musiche da Film cui parteciperanno Riccardo Giagni (una lunga carriera nel settore della discografia in qualità di autore, arrangiatore e produttore per Matia Bazar, Miguel Bosé, Cristiano De André, e nel settore del cinema con colonne sonore per Marco Bellocchio, Mimmo Calopresti, Sabina Guzzanti), i compositori genovesi Pivio e Aldo De Scalzi (autori di musiche per numerosi film e serie televisive, vincitori del David di Donatello per “Song’e Napule”, il Nastro d’argento e il Globo d’oro per “Il Bagno Turco” di Ferzan Ozpetek), e il romano Giuliano Taviani (sue, tra le altre, le musiche di “Cesare deve morire”, “Anime Nere” e “Nessuno mi può giudicare”).

Nel pomeriggio prosegue la sezione dedicata alla musica e alle produzioni cinematografiche partenopee, con un focus sull’eclettico e talentuoso musicista Enzo Avitabile, in programma all’Auditorium del Conservatorio. Si comincia alle 16 con la proiezione di “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, sei statuine agli ultimi David di Donatello, comprese quelle a Enzo Avitabile per la migliore canzone e la migliore colonna sonora: un film “sulla separazione e sul dolore che comporta”, protagoniste due gemelle siamesi che cantano ai matrimoni e alle feste e danno da vivere a tutta la famiglia, fino a quando non scoprono di potersi dividere.

Enzo Avitabile è anche il protagonista del successivo film in programma (alle 18.00), “Music Life”: un documentario che racconta la vita e il talento del musicista napoletano firmato nel 2012 da Jonathan Demme, il grande regista statunitense scomparso lo scorso aprile.

Alle 21.00 gran finale per “Napoli e i suoi mille colori”: preceduto da un incontro con il pubblico presentato da Riccardo Giagni, Enzo Avitabile si esibisce in concerto accompagnato da Gianluigi Di Fenza alla chitarra classica e Emidio Ausiello alle percussioni.

L’indomani mattina – domenica 5 – a mezzogiorno, Creuza de Mà chiude la sua seconda tranche con un evento speciale al centro d’arte e cultura ExMà (in via San Lucifero) in collaborazione con lo European Jazz Expo, il festival che dal 31 ottobre sarà di scena nei club cagliaritani: protagonista il trombonista Mauro Ottolini alla testa dei suoi scatenati Sousaphonix; a seguire il CinematiCA DJ set, una selezione di musica per film a cura di Gianmarco Diana, ideatore e conduttore dell’omonima trasmissione in onda sull’emittente cagliaritana Radio X, che concluderà la mattinata.

Altri appuntamenti in programma nelle settimane successive estenderanno fino a dicembre il palinsesto dell’undicesima edizione di Creuza de Mà. In collaborazione con l’associazione culturale Tra Parola e Musica – Casa di suoni e racconti, ecco allora la prima edizione della rassegna di cineconcerti “Sinestesie”, con le sonorizzazioni dal vivo di film d’epoca proposte dai gruppi Dancefloor Stompers, Scisma – Short Cut e Skull Cowboys, rispettivamente di scena il 9, il 16 e il 23 novembre al centro di produzione per lo spettacolo Intrepidi Monelli, in viale Sant’Avendrace, 100.

Dal 4 al 9 dicembre, infine, Creuza de Mà in collaborazione con il Conservatorio di Cagliari presenta la seconda edizione del corso di tecnica di composizione musicale per il cinema condotto da Franco Piersanti ed intitolato a Sergio Miceli, il musicologo scomparso nel 2016, che per primo ha contribuito, attraverso la sua ultratrentennale attività di ricerca, a inserire la storia e l’analisi della musica per film nell’ambito delle discipline accademiche. Una preziosa opportunità per compositori e musicisti di conoscere e affinare le tecniche della drammaturgia musicale applicata al cinema con uno dei più rappresentativi autori del settore.d

 

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La Sardegna, per volontà della Regione, partecipa, a Minsk, in Bielorussia, alla XVII edizione della Settimana della Lingua italiana nel mondo che quest’anno è incentrata sul tema “L’Italiano al cinema, l’italiano nel cinema”. Il 16 ottobre, al Velcom Cinema, è previsto uno dei momenti più attesi della rassegna: con inizio alle 19 viene proiettato il film “La stoffa dei sogni” di Gianfranco Cabiddu.
In mattinata il regista terrà una lezione presso l’Università statale bielorussa sulla genesi della pellicola che è un omaggio a due dei più grandi maestri di tutti i tempi, del teatro nazionale e internazionale, William Shakespeare ed Eduardo De Filippo. ‘La stoffa dei sogni’, girato nell’Isola dell’Asinara e sostenuto dalla Regione, dalla Fondazione Sardegna Film Commission e dal comune di Cagliari è un film pluri-premiato e dichiarato di rilevanza nazionale dal MIBACT. Liberamente ispirato a “L”Arte della commedia” di Eduardo De Filippo e alla sua traduzione de “La Tempesta” di William Shakespeare, il film racconta le vicissitudini di una modesta compagnia di teatranti, con a capo Oreste Campese (Sergio Rubini), che arriva, dopo un naufragio, in una misteriosa isola-carcere e si ritrova a dover coprire alcuni pericolosi camorristi decisi a evitare la reclusione confondendosi fra gli attori.
La manifestazione, che si svolgerà dal 16 al 22 ottobre a Minsk, vuole essere un omaggio al ruolo che il cinema ha avuto nell’evoluzione della nostra lingua e anche nello sviluppo della nostra società attraverso il racconto delle vicende collegate alla storia del nostro paese.
La Regione, con la collaborazione preziosa di altri enti e istituzioni, ha costruito, in questi anni, relazioni economiche e culturali solide e proficue con la Bielorussia. La stessa Regione è partner della Repubblica di Belarus in numerose attività e iniziative che si sono sviluppate in diversi settori di reciproca utilità e interesse: turismo, Ict e aerospazio. Molto stretto anche il rapporto nell’ambito universitario con un reciproco scambio di informazioni e conoscenze.

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Anche quest’anno la world music trova casa a Cagliari al Premio Andrea Parodi, l’unico concorso italiano dedicato alla world music che tocca quest’anno il traguardo della decima edizione, in programma da domani al 14 ottobre al Teatro Auditorium Comunale, con la direzione artistica di Elena Ledda.

Insieme ai finalisti, saliranno sul palco nella serata finale ospiti come l’interprete bosniaca Amira Medunjanin (accompagnata dal chitarrista Ante Gelo), i Tenores Di Bitti “Remunnu ‘e locu” e Luisa Cottifogli in duo col violoncellista Enrico Guerzoni. Ed inoltre, nella serata del 13, i vincitori della scorsa edizione, i Pupi di Surfaro, in programma anche l’11 ottobre al Jazzino in una anteprima del festival. Tutte le serate sono ad ingresso gratuito.

Il Premio Albo d’oro andrà a Gianfranco Cabiddu. Presentano Ottavio Nieddu con Gianmaurizio Foderaro.

Dieci saranno i finalisti, che interpreteranno brani in molteplici lingue. Si tratta di Aksak Project con “Agouamala” (in sabir), Davide Campisi con “Piglialu” (in siciliano), Entu con “Haba” (in hemşince e turco), Daniella Firpo con “Destino” (in portoghese), Musaica con “Inferno V”, (in calabrese), Frida Neri con “Aida” (in italiano), Daniela Pes con “Ca Milla Dia Dì” (in gallurese), Rebis con “Cercami nel mare ابحثي عني في البحر” (in arabo), Il Santo con “Magarìa” (in calabrese), Giuditta Scorcelletti con “Se tu sapessi…” (in italiano e toscano).

Il vincitore avrà diritto ad un premio particolarmente consistente: un tour di otto concerti realizzato grazie ai fondi dell’art.7 L. 93/92 del bando del NUOVOIMAIE. Il premio si aggiunge a una somma in denaro erogata a copertura di tutti i costi di master class, eventuale acquisto o noleggio di strumenti musicali, corsi e quant’altro il vincitore sceglierà per la propria crescita artistica e musicale, per un importo massimo di 2.500 euro. Inoltre, gli verrà offerta l’opportunità di esibirsi alle edizioni 2018 del Premio Andrea Parodi, dell“European jazz expo” in Sardegna, di Folkest in Friuli, del Negro Festival di Pertosa (SA) e in altri eventi che saranno man mano annunciati.

Per il vincitore del Premio della critica ci sarà invece la realizzazione professionale del videoclip del brano in concorso, offerto dalla Federazione degli autori. I premi sono realizzati dall’artista orafa Maria Conte.

Durante la serata finale sarà premiata la vincitrice del Premio Bianca d’Aponte International, decretata in collaborazione con la Fondazione Andrea Parodi scegliendo una artista straniera fra le iscritte al Premio Parodi.

Numerosi gli appuntamenti collaterali lungo le giornate, tra i quali quelli nella Sala Conferenze Search del Palazzo Civico di Cagliari. Il venerdì in mattinata, dalle ore 10, ci saranno un seminario sui diritti connessi degli artisti interpreti esecutori a cura di Raffaele Razzini (Warner Music) e uno su “Non spegnere la musica. Rispetta il diritto d’autore. educazione alla legalità” a cura dell’avv. Maria Grazia Maxia.

Sabato alle 10.30 si terrà invece la tavola rotonda “La voce nella World Music”, a cura di Jacopo Tomatis. Alle ore 19.00 al Teatro Auditorium comunale sarà la volta di un incontro con i Tenores di Bitti “Remunnu ‘e locu”.

La manifestazione intende ricordare Andrea Parodi, passato dal pop d’autore con i Tazenda a un percorso solistico di grande valore e di rielaborazione delle radici, grazie al quale è diventato un riferimento internazionale della world music, collaborando fra l’altro con artisti come Al Di Meola e Noa.

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Film e documentari, concerti, incontri e masterclass per indagare e ragionare sulla musica applicata al cinema, tema caratterizzante di “Creuza de Mà”, il festival ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu e organizzato dall’associazione culturale Backstage: una manifestazione unica nel suo genere in Sardegna, e tra le pochissime nel panorama dei festival cinematografici nazionali e internazionali, che giunge alla sua undicesima edizione.  

L’appuntamento si rinnova secondo la formula collaudata un anno fa: una prima parte è in calendario da venerdì 27 a domenica 29 ottobre, a Carloforte, il paese sull’isola di San Pietro, di fronte alla costa sud occidentale della Sardegna, dove il festival è nato nell’estate del 2007 e in cui affonda le sue radici; la seconda è invece da giovedì 2 a domenica 5 novembre a Cagliari, dove “Creuza de Mà” trova ancora casa al Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” anche per la sua parte didattica: dal 4 al 9 dicembre ritorna infatti, dopo la riuscita esperienza dell’anno scorso, il corso di tecnica di composizione musicale per il cinema condotto da un compositore del calibro di Franco Piersanti e intitolato a Sergio Miceli, il musicologo scomparso nel 2016 che per primo ha contribuito, attraverso la sua ultratrentennale attività di ricerca, a inserire la storia e l’analisi della musica per film nell’ambito delle discipline accademiche.  

Organizzata con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, ed assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio), del Comune di Cagliari (Assessorato alla Cultura e Spettacolo), del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Fondazione Sardegna Film Commission, della Fondazione di Sardegna, della SIAE e del Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari, l’undicesima edizione del festival Creuza de Mà verrà presentata alla stampa venerdì 13 ottobre a Cagliari presso l’assessorato regionale dello Spettacolo ed Attività culturali, in viale Trieste, 186 (sala conferenze, secondo piano).

Interverranno all’incontro con i giornalisti, che avrà inizio alle 11.00, l’assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport Giuseppe Dessena, l’assessore alla Cultura del comune di Cagliari Paolo Frau ed il direttore artistico del festival “Creuza de Mà” Gianfranco Cabiddu.

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Il Premio Andrea Parodi tocca quest’anno un traguardo importante, quello della decima edizione, che si svolgerà a Cagliari dal 12 al 14 ottobre, con anteprima l’11 ottobre al Jazzino. Dieci anni di valorizzazione della world music in omaggio ad un suo protagonista, Andrea Parodi appunto, con ospiti sempre di alto livello, come confermano le scelte di quest’anno della direttrice artistica Elena Ledda. A calcare il palco del Teatro Auditorium Comunale nella serata finale ci sarà infatti una stella della musica bosniaca, Amira Medunjanin, con il suo blues dei Balcani, accompagnata dal chitarrista Ante Gelo, ed insieme a lei i Tenores Di Bitti “Remunnu ‘e locu” e Luisa Cottifogli. Nella serata del 13 toccherà invece ai vincitori della scorsa edizione, i Pupi di Surfaro.

Il Premio Albo d’oro andrà a Gianfranco Cabiddu, noto regista sardo recentemente premiato con il David di Donatello e il Globo d’oro per il film “La stoffa dei sogni” e che ha sempre portato la Sardegna nelle sue produzioni (ad esempio in “Sonos ‘e memoria” o in “Faber in Sardegna” su Fabrizio De André). Laureato in etnomusicologia, ha anche un passato da musicista. Per il Premio Parodi ha realizzato nel 2011 il video del brano vincitore degli Elva Lutza.

Altra novità di quest’anno riguarda il concorso, l’unico in Italia dedicato alla world music, che riserverà al vincitore un premio particolarmente consistente: un tour di otto concerti realizzato grazie ai fondi dell’art. 7 L. 93/92 del bando del NUOVOIMAIE. Il premio si aggiunge a una somma in denaro erogata a copertura di tutti i costi di master class, eventuale acquisto o noleggio di strumenti musicali, corsi e quant’altro il vincitore sceglierà per la propria crescita artistica e musicale, per un importo massimo di 2.500 euro. Inoltre, gli verrà offerta l’opportunità di esibirsi alle edizioni 2018 del Premio Andrea Parodi, dell’“European jazz expo” in Sardegna, di Folkest in Friuli, del Negro Festival di Pertosa (SA) ed in altri eventi che saranno man mano annunciati.

Per il vincitore del Premio della critica ci sarà invece la realizzazione professionale del videoclip del brano in concorso, a spese della Fondazione Andrea Parodi.

Ecco i finalisti con i rispettivi brani, cantati in lingue di tutto il mondo: Aksak Project con “Agouamala” (in sabir), Davide Campisi con “Piglialu” (in siciliano), Entu con “Haba” (in hemşince e turco), Daniella Firpo con “Destino” (in portoghese), Musaica con “Inferno V”, (in calabrese), Frida Neri con “Aida” (in italiano), Daniela Pes con “Ca Milla Dia Dì” (in gallurese), Rebis con “Cercami nel mare ابحثي عني في البحر” (in arabo), Il Santo con “Magarìa” (in calabrese), Giuditta Scorcelletti con “Se tu sapessi…” (in italiano e toscano).

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Martedì 25 luglio, alle 21.30, all’Arena Mirastelle del Cine-Teatro Centrale, in piazza Roma a Carbonia, il regista Gianfranco Cabiddu sarà presente alla proiezione del suo film “La stoffa dei sogni”. Si tratta del quinto appuntamento della rassegna “Cinema sotto le stelle 2017”, organizzata dal Centro Servizi Culturali della Società Umanitaria, con il patrocinio ed il contributo dell’Amministrazione comunale di Carbonia.

«Siamo lieti di poter proporre a Carbonia un film che è stato protagonista della stagione cinematografica, conquistando il Globo d’oro come miglior film dell’anno – ha commentato il sindaco di Carbonia Paola Massidda -. “La stoffa dei sogni” ha vinto anche il David di Donatello per la migliore sceneggiatura adattata. Un risultato storico per il cinema made in Sardegna

Liberamente tratto dalla pièce “L’arte della commedia” di Eduardo De Filippo e dalla traduzione in napoletano che il Maestro realizzò de “La tempesta” di William Shakespeare, il film “La stoffa dei sogni” racconta la storia del naufragio nell’isola dell’Asinara di un gruppo eterogeneo di persone: quattro camorristi, le due guardie che li stavano accompagnando in penitenziario e quattro membri di una compagnia teatrale.

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Martedì 25 luglio, alle ore 21.30, c/o l’Arena Mirastelle del Cine-Teatro Centrale, in piazza Roma a Carbonia, il regista Gianfranco Cabiddu sarà ospite della rassegna “Cinema Sotto Le Stelle 2017” a Carbonia per la proiezione del suo film “La Stoffa dei Sogni”.

“La Stoffa dei Sogni” è uno dei film rivelazione della scorsa stagione cinematografica, vincitore del David di Donatello per la miglior sceneggiatura adattata e del Globo d’Oro come miglior film, continua a fare incetta di premi nei festival internazionali.

Liberamente tratto dalla pièce “L’arte della commedia” di Eduardo De Filippo e alla traduzione in napoletano che il Maestro realizzò de “La tempesta” di William Shakespeare, il film racconta la storia del naufragio di un gruppetto eterogeneo di naufraghi, quattro camorristi, le due guardie che li stavano accompagnando in penitenziario e quattro membri di una compagnia teatrale di giro, sull’Isola dell’Asinara.

Il regista Gianfranco Cabiddu avrà il piacere di intrattenersi con il pubblico prima e al termine della proiezione.

La proiezione de “La Stoffa dei Sogni” rappresenta il quinto appuntamento della rassegna, organizzata dal Centro Servizi Culturali della Società Umanitaria, con il patrocinio e il contributo dell’Amministrazione comunale di Carbonia, che proseguirà per altri due martedì consecutivi: il 01 agosto con la proiezione di “Sing Street” per poi concludersi martedì 8 agosto con “Il Padre d’Italia” di Fabio Mollo.

L’ingresso avrà un costo di € 4,00 intero e ridotto di € 3,00 per i giovani fino ai 21 anni di età e gli iscritti ai circoli del Cinema FICC e ARCI-UCCA.

Il botteghino aprirà un’ora prima dell’inizio dello spettacolo presso il foyer del Cine-Teatro Centrale.

Dato il grande afflusso di pubblico previsto, si consiglia di recarsi presso il luogo dello spettacolo con un congruo anticipo.