7 December, 2024
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Venerdì scorso a Parigi i 180 Paesi Membri della Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (conosciuta con l’acronimo OIE), riuniti nella 85° Assemblea Generale, hanno espresso parere favorevole alla proposta di nominare l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna di Sassari quale Laboratorio di Riferimento internazionale dell’OIE per l’Echinococcosi. Questa nomina si aggiunge al titolo di cui l’Istituto si può già fregiare, quello cioè di Laboratorio di Riferimento Nazionale per la stessa malattia, nomina avvenuta nel 2002 con provvedimento del Ministero della Salute.
«E’ un risultato che non può che essere accolto con grandissima soddisfazione – commenta l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru – che testimonia che anche nella sanità sarda, pur con tutti i suoi problemi, ci sono eccellenze scientifiche che sanno farsi valere a livello nazionale e internazionale. Le mie congratulazioni, dunque, ai ricercatori e al direttore dell’Istituto Zooprofilattico.»
La notizia pervenuta da Parigi è stata accolta con grande soddisfazione dal direttore dell’Istituto, Alberto Laddomada: «E’ un riconoscimento importantissimo, ma anche una grande responsabilità per l’Istituto Zooprofilattico. E’ un risultato a cui si è pervenuti grazie alla competenza scientifica maturata da tanti veterinari e ricercatori dell’Istituto, ma non solo. Nel corso degli anni, il mio Istituto ha collaborato non solo con le Università e con tanti altri enti di ricerca della Sardegna ma anche a livello nazionale e internazionale. Vorrei perciò condividere con loro questo risultato. Devo sottolineare inoltre il pieno supporto fornito dal ministero della Salute, che rappresenta l’Italia all’OIE, ai fini della approvazione del dossier scientifico che nell’agosto scorso abbiamo sottoposto al vaglio degli esperti internazionali, che hanno poi proposto questa nomina alla Assemblea Generale di Parigi».
La nomina dell’Istituto a Laboratorio Nazionale di Referenza del 2002 aveva già avviato una nuova fase di studio della malattia da parte dell’Istituto, che ha comportato tra l’altro una raccolta di dati disponibili sullo stato dell’arte della patologia a livello nazionale, anche grazie a collaborazione con centri medici, in particolare con il Policlinico San Matteo di Pavia e con l’Istituto Superiore di Sanità. E l’Istituto Zooprofilattico si è anche avvalso per alcuni anni della collaborazione di un medico infettivologo, collaborazione che ora si intende ripristinare. Sono state affinate le metodologie diagnostiche e sono state prodotte diverse pubblicazioni scientifiche. Grazie a queste attività l’Istituto è stato in grado di presentare a Parigi un dossier scientifico solido, a supporto della domanda di nomina quale Laboratorio Internazionale di Riferimento, che aumenterà le responsabilità per Giovanna Masala, responsabile del Laboratorio Echinococcosi.
«E’ un riconoscimento per cui non posso che essere molto soddisfatta, pensando al lavoro scientifico fatto in tutti questi anni finalizzato ad un migliore controllo dell’Echinococcosi, nei quali mi sono avvalsa di tanti bravi collaboratori. Ora dovremo essere pronti a svolgere adeguatamente il nostro ruolo anche in sede internazionale. Mi auguro di ricevere tutto il supporto necessario non solo da parte del mio Istituto, ma direi da parte delle autorità sanitarie e di tutto il mondo scientifico della Sardegna, con cui anch’io voglio condividere questo importante risultato.»

IZS SARDEGNA_Incontro con i bambini

L’obiettivo è quello di rendere “sicure” le fattorie didattiche, creando e sviluppando un sistema di certificazione sanitaria contro le zoonosi. Un percorso che passa attraverso l’elaborazione di un piano operativo per l’educazione sanitaria per chi lavora nelle fattorie didattiche e che, alla fine, consente di rilasciare una certificazione a garanzia della sicurezza sanitaria delle aziende.  È quanto prevede il protocollo di intesa, siglato ad aprile dello scorso anno, tra Izs Sardegna, Laore Sardegna e Asl di Sassari e che da giugno, con una serie di corsi formativi mirati, ha permesso l’avvio di una serie di incontri con gli operatori delle fattorie didattiche della provincia di Sassari.

Le prime dieci a indirizzo zootecnico – ma è ancora possibile aderire al programma – sono entrate a far parte di un progetto pilota che avrà la durata di 24 mesi, teso all’adeguamento delle procedure di sicurezza per i visitatori dei percorsi didattici che sono, in prevalenza, bambini delle scuole dell’infanzia e delle primarie.

Questo mese partirà il programma di monitoraggio sulle fattorie aderenti, alle quali saranno inviate una tabella riepilogativa delle zoonosi, alcune schede analitiche e la check list per le procedure di monitoraggio in autocontrollo. Saranno pianificate, inoltre, visite aziendali preliminari e organizzati incontri con gli esperti dell’Izs, Laore e Asl.

«È noto – spiega Giuseppe Satta, referente del progetto per l’Izs Sardegna assieme a Giovanna Masala e Nicoletta Ponti – che gli animali domestici e da allevamento, compresi cani e gatti, sono portatori di zoonosi, cioè di malattie animali potenzialmente trasmissibili all’uomo. Semplici e schematiche operazioni di sicurezza, come l’applicazione di procedure, il costante controllo visivo, utilizzo di dispositivi antiparassitari e le opportune vaccinazioni sono l’efficace strumento per evitare spiacevoli conseguenze ai piccoli visitatori.»

Tra le malattie trasmissibili gli esperti accendono i riflettori su bartonellosi, brucellosi, dermanissosi, dermatofizie o tigne, echinococcosi cistica, Febbre Q, leishmaniosi, leptospirosi, rickettsiosi, rogna del coniglio, toxoplasmosi e tubercolosi.

Si tratta di migliorare le prassi igienico sanitarie e la qualificazione, anche attraverso una apposita cartellonistica dei percorsi didattici ad indirizzo zootecnico. I tre enti che conducono il programma condurranno controlli e monitoreranno le aziende così che, al termine del progetto, le fattorie didattiche partecipanti avranno una certificazione che attesta l’applicazione delle corrette pratiche di prevenzione.

«L’obiettivo – aggiunge Andrea Cerimele dell’agenzia Laore Sardegna – è quello di migliorare la qualità delle aziende all’interno delle quali si svolgono le attività didattiche. Si potrebbe creare, inoltre, un modello da poter replicare anche in altre realtà della nostra isola». L’agenzia Laore Sardegna vede impegnati nel progetto un team di sei esperti (Elisabetta Pace, Fabrizio Tidu, Giovanni Bruno Martinez, Marilena Frassetto, Michele Moretti e Pina Graziella Puggioni).

In Sardegna sono 160 le fattorie didattiche censite. Il numero maggiore lo si trova nella provincia di Nuoro (39), seguita a ruota da Sassari (29) quindi Oristano (24), poi ancora Cagliari (16), Carbonia Iglesias (14), Ogliastra e Medio Campidano (13). Chiude il territorio di Olbia Tempio con 12.

Ecco allora che il rispetto di semplici regole dettate dal buon senso e la fruibilità di diverse istruzioni operative saranno il valore aggiunto aziendale di ogni visita, al passo coi tempi per quanto riguarda i continui allarmi di ordine igienico-sanitario sugli animali, spesso male interpretati dai consumatori. Gli ospiti delle fattorie didattiche, indipendentemente dalla fascia di età, sono consumatori, e in loro deve crescere la consapevolezza di trovarsi in ambienti sicuri, nel pieno rispetto del benessere umano e animale.

A dare questa garanzia c’è anche l’importante attività svolta dalla Asl di Sassari che, con i suoi veterinari, dà un supporto tecnico completo che va dalle visite agli animali ai prelievi, alle diagnosi e alla emissione della regolare certificazione sanitaria. «Un ruolo che abbiamo accettato ben volentieri – afferma Sergio Masala, responsabile del progetto per la Asl di Sassari – perché consente di far parte di un percorso volto a rendere più sicuro il sistema».