28 March, 2024
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Nuovo format, interamente digitale, con ospiti provenienti dal mondo della politica e dell’imprenditoria collegati da Roma, Milano, Bologna, Cagliari. Al via la seconda edizione della Scuola di politica promossa dai Riformatori sardi, in collaborazione con l’Associazione Copernicani, che tra maggio e giugno, per 4 lunedì, si candida a diventare punto di riferimento nel panorama sardo della formazione politica a distanza.
La seconda edizione del percorso formativo nasce dalla volontà di mettere a disposizione di chi vorrà partecipare una serie di strumenti utili per affrontare gli scenari post-Covid e dalla necessità di dare una risposta alle numerose richieste arrivate in seguito allo straordinario successo della prima edizione della Scuola di formazione politica.
Si parte via web. Quattro appuntamenti divisi in tre giornate formative e un webinar finale, tutti di lunedì nella fascia oraria che va dalle 18 alle 20, pensata per dare la possibilità a tutti di partecipare. Prima giornata di alta formazione lunedì 18 maggio, con due interventi di altissimo profilo, il primo politico con il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Del Rio che parlerà delle cose da fare e di quelle da non fare più alla luce dell’emergenza che ha travolto l’Italia, ed il secondo di carattere economico con Stefano Quintarelli, cofondatore dei Copernicani, componente del Leadership Council del Sustainable Development Solutions Network per l’Onu e presidente del comitato di indirizzo di Agenzia per l’Italia digitale (AgID) che si occuperà di innovazione e politica.
Lunedì 25 maggio aprirà il pomeriggio, alle 18.00, Annamaria Bernini, Capogruppo di Forza Italia al Senato con un intervento dal titolo “Tra emergenza economica e fragili equilibri
politici” per lasciare poi sazio, dalle 19.00, a Giuliano Cazzola, uno dei massimi esperti di lavoro e previdenza in Italia, che cercherà di capire insieme ai partecipanti cosa chiede il mercato all’indomani della pandemia, quali prospettive occupazionali e come rinascere professionalmente dalla crisi.
Lunedì 8 giugno Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, con un intervento dal titolo “Il Covid ha infettato la democrazia?”, entrerà nel vivo degli scenari politici attuali e futuri. Alle 19.00, spazio a un tema del momento, l’innovazione digitale, con Massimo Simbula, avvocato in ambito Fintech, privacy, startup innovative, venture capital, criptovalute, blockchain.
La Scuola di formazione politica terminerà con un webinar conclusivo aperto a tutti, lunedì 15 giugno, che coronerà l’evento formativo promosso dai Riformatori Sardi attraverso alcune realtà imprenditoriali di indiscusso valore, sinonimo di qualità e made in Italy nel mondo. Al nome dell’ospite in programma corrisponderà infatti il brand di successo. Tra gli imprenditori in programma Oscar Farinetti, patron della catena Eataly, Francesca Argiolas, responsabile Programmazione e Sviluppo di una eccellenza sarda, le cantine Argiolas, Lorenzo Giannuzzi, Amministratore delegato del Forte Village.

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Domani, martedi 12 maggio, alle ore 10.00, si terrà la conferenza stampa di presentazione del nuovo ciclo di incontri della scuola di formazione politica promossa dai Riformatori sardi.
Dopo il successo del primo ciclo, che ha visto una partecipazione che è andata ben al di là delle aspettative degli organizzatori, parte la “fase 2”, alla quale parteciperanno ospiti politici di rilievo nazionale, quali Graziano del Rio (Pd), Annamaria Bernini (Fi), Francesco Lollobrigida (FdI) e imprenditori di successo, come Oscar Farinetti (Eataly), Francesca Argiolas (Cantine Argiolas), Lorenzo Giannuzzi (Forte Village), e tecnici di alto livello quali Stefano Quintarelli, Giuliano Cazzola e Massimo  Simbula.
Per partecipare alla conferenza stampa, che si terrà come di consueto sulla piattaforma Meet, sarà sufficiente cliccare sul seguente link https://meet.google.com/whq-yynk-mzz  ed attendere l’autorizzazione.

Ignazio Locci 22 copia

Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci rivolge un appello al Governatore, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, affinché ascoltino le proposte dell’opposizione e portino il progetto di riforma degli enti locali – ammesso esista – sul tavolo della discussione.

«Nell’intervista rilasciata a L’Unione sarda dall’assessore Erriu (pubblicata nell’edizione odierna) – ha detto Ignazio Locci – emerge una Giunta con idee poco chiare e, va da sé, in ritardo con i tempi di approvazione della riforma. In tema di enti locali, infatti, il centrosinistra non se la passa per niente bene: tra Partito democratico e Sel esistono differenze di vedute sostanziali che rischiano di lasciare a un punto morto la discussione. E a peggiorare il quadro di incertezza si aggiunge un Pd nel cui interno spiccano visioni in disaccordo tra loro, con esponenti del partito che punterebbero addirittura a far resuscitare le province.«

«Ma il tempo stringe – ha aggiunto il consigliere regionale di Sant’Antioco – la scadenza del 31 dicembre è ormai alle porte e non sarà facile superare le divergenze all’interno della maggioranza. Ecco perché è indispensabile l’apporto di tutte le forze politiche in campo: Erriu non può pretendere di portare avanti un progetto di riforma che non solo fa storcere il naso a Sel e a una parte del suo partito, ma non è nemmeno condiviso con l’opposizione.»

«Ciò che a noi sta principalmente a cuore – e anche di questo vorremmo poter discutere – ha concluso Ignazio Locci – è la sopravvivenza dei piccoli comuni. Con la riforma del ministro Graziano Del Rio, infatti, i centri sardi al di sotto dei 5000 abitanti (che rappresentano la maggioranza dei comuni dell’isola), rischiano di chiudere definitivamente bottega. È necessario, dunque, mantenere ed esercitare la potestà primaria in materia di organizzazione degli enti locali, salvaguardando la nostra specialità. Ma l’assessore degli Enti locali sembra invece proiettato verso una Regione “Cagliaricentrica”.»

Eurallumina.

E’ stato firmato ieri a #Palazzo Chigi il piano di investimenti da 75 milioni di euro che prevede “la costruzione e messa in esercizio di un impianto di cogenerazione di energia elettrica e vapore, attraverso l’utilizzo di carbone d’importazione, da cedere prevalentemente ad  #Eurallumina”. Il progetto coinvolgerà 357 lavoratori.

La presentazione ufficiale del contratto di sviluppo, per la partecipazione al progetto di rilancio di #Eurallumina, si è svolta alla presenza del presidente del #Consiglio dei ministri Matteo Renzi, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Del Rio e dell’amministratore delegato di #Invitalia, Domenico Arcuri, che ha illustrato il progetto.

Oltre al contratto di #Eurallumina (raffineria di allumina dalla bauxite) di proprietà della multinazionale russa Rusal, sono stati presentati ed illustrati nel dettaglio alla stampa specializzata, quelli di importanti realtà industriali e produttive, come la Whirpool  nota multinazionale statunitense nella produzione di elettrodomestici; Sanofi Aventis, secondo gruppo in Europa e terzo al mondo nella ricerca e sviluppo di farmaci innovativi; della Dompè, una delle maggiori aziende biofarmaceutiche italiane, della St.Micoelectronics, produzione di componenti elettronici e semiconduttore.

A finanziare questi progetti, Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, che agisce su mandato del Governo per accrescere la competività del Paese, in particolare del Mezzogiorno, e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo; i suoi obiettivi prioritari sono quelli di favorire l’attrazione di investimenti esteri e sostenere l’innovazione e la crescita del sistema produttivo, e valorizzare le potenzialità dei territori. In questa logica, perché rispondente alle linee guida, si colloca il finanziamento di 75 milioni di euro, un vero e proprio prestito, concesso a tasso corrente di mercato, non soggetto alle problematiche create nel passato da incentivi cassati e sanzionati come  aiuti di Stato, pertanto dentro le norme dell’Unione Europea. Il  lungo iter istruttorio si è concluso il 30 giugno 2014, con la delibera del CDA di Invitalia che ha approvato il finanziamento, inserito nel contesto del Piano Sulcis e fa parte di un piano industriale complessivo che è valutato 188 milioni di euro e che comprende la realizzazione dell’impianto di cogenerazione di energia termica ed elettrica per autoproduzione (progetto presentato dalla progettista e realizzatrice Foster Wheleer,  alla regione Sardegna ed alle istituzioni e gli enti coinvolti a tutti i livelli il 10 luglio 2014), la trasformazione dell’impianto di produzione alla nuova tecnologia per l’utilizzo della bauxite guineana e per la messa in sicurezza e l’esercizio del sito di stoccaggio dei residui dalla lavorazione.

Il contratto di sviluppo è uno degli ultimi punti che mancavano, portato a conclusione positiva, facente parte del protocollo d’intesa del 22 novembre 2012, siglato con il ministero dello Sviluppo economico ed i vertici della Rusal, nella difficile trattativa condotta dalle organizzazioni sindacali e sostenuta dalla lotta della RSU e dei lavoratori dello stabilimento di Portovesme. Per avere la certezza dei tempi di avvio della spesa delle risorse (ipotizzati nel primo semestre 2015), la definizione dell’accordo di programma sui temi ambientali, in corso di elaborazione al ministero dell’Ambiente, propedeutico al dissequestro da parte della Magistratura, del sito dove allocare i residui delle lavorazioni.

Mario Floris 4 copia

«Anche in politica, la fretta fa i gattini ciechi. Applicando in maniera pedissequa la riforma Renzi-Del Rio sugli Enti Locali, la Giunta Pigliaru soffoca la base dell’autonomismo comunale – denuncia l’ex presidente della Regione Mario Floris. E’ un brutto segnale anche per l’Autonomia regionale, per la nostra “specialità autonomistica”.»

Dopo aver letto in un dispaccio dell’ANSA la dichiarazione da Bruxelles, dove era in missione, dell’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, il leader dell’Uds Mario Floris chiede al presidente Francesco Pigliaru di «far conoscere anche a noi le linee guida che la Giunta regionale ha elaborato e le sedi nelle quali è in corso il dibattito – come ha dichiarato l’assessore Erriu – sulla strutturazione del nuovo sistema degli Enti Locali in Sardegna, secondo i principi della riforma Renzi-Del Rio.  Anche noi abbiamo diritto di partecipare».

«Sono certo che l’assessore Erriu ben conosce lo #Statuto Sardo, che è legge costituzionale, esattamente la legge n. 3 del 1948 con la quale i “Padri Costituenti” hanno fissato i principi fondamentali della nostra Autonomia, tra i quali – precisa Mario Floris – la competenza legislativa primaria in materia di ordinamento degli enti locali, che la Giunta Pigliaru, applicando subito la legge Renzi-Del Rio, approvata nei giorni scorsi, vorrebbe affossare.»

«E’ un obiettivo dichiarato e ciò preoccupa per gli effetti devastanti che può avere nel sistema istituzionale, culturale e sociale complessivo della Sardegna e del sistema autonomistico.»

«Con la scusa dell’utilizzo dei fondi europei – incalza il leader dell’Uds Mario Floris – a Bruxelles l’assessore Erriu ha sottolineato – si legge nella nota ANSA del 19 giugno scorso – che la Sardegna è tra le Regioni d’Italia col più alto numero di piccoli Comuni e che il varo di un nuovo sistema di poteri locali fondato sulle unioni e sui processi di fusione tra Comuni, rappresenta un obbligo imposto dalla legge Renzi.»

«E’ una strada pericolosa, questa – sottolinea ancora Mario Floris – e la fretta che la Giunta regionale vuole imporre non può passare sulla testa del nostro Statuto e dei nostri poteri autonomistici, i cui principi sono inalienabili, fondati su ragioni storiche, culturali, economiche, sociali e territoriali nelle quali i piccoli Comuni sono il tessuto connettivo della nostra identità.»

«Non possiamo essere succubi o sottomessi ai poteri romani e non verremmo che le nostre comunità un domani prossimo finissero in mano ad una podestà. Un film già visto e purtroppo tragico, di un modello di libertà fondato solo sul dio denaro e sulla volontà di una parte, se non di un singolo.».

Accordo raggiunto in Conferenza delle Regioni sui costi standard in sanità con la Sardegna che ha confermato il suo trend virtuoso nel percorso di risanamento e lotta agli sprechi nel settore della salute pubblica. L’organismo, riunitosi oggi a Roma, ha stabilito che le Regioni “benchmark” (cioè di riferimento) saranno il Veneto, l’Emilia Romagna e l’Umbria. I costi standard saranno applicati dal 2014 e consentono di uniformare acquisti e costi delle prestazioni e dei servizi sanitari (ad esempio acquisto siringhe, cure intermedie, costi pasti mense ospedaliere etc.).
Per l’anno prossimo la stima prevista di risparmi è di circa 30 miliardi di euro.
«È stata una decisione condivisa – ha commentato l’assessore della Sanità, Simona De Francisci, presente alla Conferenza – che tra l’altro consente di evitare i tagli lineari in sanità puntando su un miglioramento qualitativo dei servizi a costi adeguati e controllati. Un percorso che la Regione Sardegna, che ovviamente vede bene il ricevere la collaborazione di amministrazioni virtuose come quelle individuate oggi, sta attuando nell’ottica di un risanamento finanziario e dei servizi grazie, ad esempio, alla centralizzazione delle gare, ai risparmi sulla spesa farmaceutica, alla digitalizzazione delle prestazioni. Senza trascurare il fatto che, sulla sanità, noi siamo fuori dai piani di rientro e ci autofinanziamo.»
Soddisfatto anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che nel pomeriggio ha partecipato alla Conferenza Stato Regioni presieduta dal ministro per gli Affari regionali Graziano Del Rio. Il ministro Lorenzin ha auspicato che questo risultato possa essere utile per riordinare il sistema sanitario non solo dal punto di vista dei costi ma anche della programmazione sanitaria, una volta che si raggiungerà l’intesa sul nuovo Patto per la Salute.
La Conferenza delle Regioni è stata aggiornata alle prossime settimane e l’auspicio è di arrivare a un’intesa entro Natale per il riparto del fondo sanitario nazionale, pari a 109,9 miliardi di euro.
Simona de Francisci 34

 

Il Governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, questo pomeriggio ha chiesto ai ministri Fabrizio Saccomanni e Graziano Del Rio una revisione dei vincoli del patto di stabilità, ingiusti e obsoleti, nel corso di un incobtro svoltosi a Roma.
«La Regione Sardegna ribadisce l’urgenza di rivedere immediatamente i vincoli del patto di stabilità – ha detto Ugo Cappellacci -, la nostra isola paga un prezzo più alto di altre Regioni, perché al problema generale si aggiunge quello specifico del mancato adeguamento dei parametri al nuovo regime delle entrate. In altre parole, da un lato lo Stato ci ha riconosciuto le somme dovute, ma dall’altro ci impedisce di utilizzarle a favore delle famiglie, delle imprese e dei territori. Lo sbarramento del patto di stabilità – ha aggiunto il presidente della Regione – influisce negativamente nella vita amministrativa degli enti locali, perché fra tutte le Regioni nelle quali la finanza locale è a carico dello Stato la Sardegna è di gran lunga quella che in maggior misura sostiene i propri enti locali. In pratica, nonostante in Sardegna i Comuni e le Province dovrebbero essere finanziati dallo Stato, la Regione trasferisce ai propri enti locali più di quanto ricevano dallo Stato. In nessun’altra Regione si registrano comportamenti analoghi.»
Il presidente della Regione ha ricordato anche la necessità di portare a compimento quanto prima anche la procedura di revisione dell’articolo 10 dello Statuto, secondo lo schema concordato con il Governo, che deve andare all’esame del Parlamento.
«Ciò è necessario – ha evidenziato Ugo Cappellacci – non solo per chiudere immediatamente il conflitto aperto dal Governo davanti alla Corte Costituzionale riguardo al taglio dell’Irap deciso dalla Regione, ma anche per dare finalmente alla Regione quell’autonomia in materia di politiche fiscali, che permetta di calibrare le scelte sulla base della situazione reale del nostro sistema economico.»
Ugo Cappellacci 0