29 March, 2024
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“Longino, il santo della lancia” è il nuovo libro di Gianluca Orsola, edito nello scorso mese di febbraio da Graphe.it , prefazione di monsignor Enrico Dal Cavolo.

Di seguito la recensione di Antonella Serrenti.

Chi è stato Longino, il «santo della lancia»?

Un santo soldato, il cui culto è attestato anche in epoca bizantina a Cagliari.

Nella Cagliari bizantina esisteva una caserma dedicata a san Longino, che un’epigrafe proveniente dalla zona di Santa Igia (oggi Santa Gilla) definisce come «centurione». Un santo soldato, dunque. E che soldato, aggiungiamo. Sì, perché quel nome, Longino, svela, in un certo senso, di chi stiamo parlando. Il nome Longino, infatti, deriva dal greco e vuol dire lancia.

Anche chi non mastica molto di storia del cristianesimo e di Sacre Scritture ricorderà che nei Vangeli si parla del fatto che Gesù in croce venne trafitto da una lancia. Si legge nel Vangelo secondo Matteo: «Gesù, emesso un grande grido, spirò. Allora il velo del tempio si squarciò in due dall’alto fino al basso. E il centurione, vistolo spirare gridando a quel modo, esclamò: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”».

La tradizione ha attribuito il nome di Longino a questo personaggio, anche se nel corso dei secoli c’è stata una sovrapposizione di figure. Chi è, infatti, san Longino? Il soldato che effettivamente colpì il costato del Cristo? O il centurione romano che si convertì ai piedi della croce? O, ancora, il capo delle guardie del sepolcro? A queste domande risponde Gianluca Orsola, docente di Lingua Latina e Lingua Greca presso la Pontificia Università Lateranense e di Lingua Latina, Lingua Greca e Lettura di testi liturgici latini presso il P.I.L. del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Lo studioso, analizzando testi storici, ha raccolto le sue riflessioni nel libro Longino, il santo della lancia, pubblicato dalla Graphe.it edizioni.

Il saggio propone la traduzione delle fonte originarie (alcune delle quale mai tradotte in italiano) e prova a mettere ordine nella storia di questo santo soldato.

Un saggio molto rigoroso dal punto di vista scientifico che, per usare le parole di monsignor Enrico dal Covolo, Magnifico Rettore della Pontifica Università Lateranense che firma la prefazione, «è un tassello finemente intarsiato» della ricerca agiografica, quella branca della storia, cioè, che studia le vite dei santi e il culto loro tributato.