20 April, 2024
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Il mese delle rose nell’Isola di San Pietro è all’insegna del teatro, della danza e della musica. Da sabato 7 a domenica 22 maggio, tiene banco a Carloforte “Visioni in Bottega”, rassegna dei Bötti du Shcöggiu, ospitata lungo quattro fine settimana tra la sede della compagnia, il Teatro La Bottega (in via Venezia 6A) e lo spazio Villa Guardia Mori (nell’omonimo scorcio panoramico dell’isola tabarkina).

Il Teatro La Bottega è il palcoscenico dei primi tre appuntamenti, con inizio tutti alle 20.00.

Apre il calendario di “Visioni in Bottega”, sabato (7 maggio), Oltrenotte con Simposio del Silenzio, spettacolo di teatro danza ispirato alle illustrazioni di Lorenzo Mattotti. Ideata da Lucrezia Maimone, in scena con Elie Chateignier, la produzione della compagnia cagliaritana è un racconto tra danza, clownerie e teatro, di un viaggio fiabesco nel mondo oscuro dell’inconscio. Al centro della storia è l’inquietudine e la fragilità di una giovane protagonista e la sua goffa relazione interrogativa con grossi e pesanti libri a popolare la scena. Come portatori di ipotetiche risposte e strade percorribili, questi oggetti, quasi dotati di vita propria, la accompagnano in un viaggio verticale alla ricerca di sé, che quasi ricorda gli scenari illogici dell’Alice di Carroll durante la celebre caduta nella tana del bianconiglio.

Si prosegue sabato 14 maggio tra racconti, poesia e musica con la compagnia Art’In, che presenta “Divagazioni monologanti”, recital diretto da Romano Usai, interpretato da Manuela Loddo (voce narrativa, chitarra e canto) con Salvatore Spano al pianoforte.

Venerdì 20 e sabato 21 maggio Rita Atzeri è di scena in “Cassandra Venti Venti”, ultima produzione dei Botti realizzata in collaborazione con la compagnia Il Crogiuolo. Nello spettacolo con il testo e la regia di Susanna Mannelli risuonano echi di società matriarcali fusi con i caratteri della donna violata, che incarna la figura della mitologia greca, e che saranno a fondamento del genere femminile dell’intero futuro occidentale: donna comunque raccontata dagli uomini e  vissuta dagli uomini come scandalo.

Battute finali della rassegna domenica 22 maggio con la musica a Villa Guardia Mori. Sotto i riflettori, alle 20.15, Carol Mello, che con il suo quartetto formato da Matteo Gallus (violino), Romain Valentino (cavaco e bandolim), Matteo Marongiu (contrabbasso) e Martin Pridal (chitarra classica e elettrica) presenta il progetto Ar.ca.da.: una sintesi della sua intera carriera, piena dell’influenza della musica popolare brasiliana, così come dei luoghi che ha visitato in America Latina, Stati Uniti ed Europa.

L’ingresso agli spettacoli è di 10 euro.

Il BISUS Film Fest torna a Teulada con la sua seconda edizione ed un programma incentrato sul cinema d’animazione. Laboratori, incontri e momenti di approfondimento caratterizzeranno l’evento che si svolgerà dal 19 al 21 agosto, nella consueta location dei Giardini della Casa Baronale e, per la prima volta, al Porto Nuovo. 

L’associazione di promozione sociale Zenit APS propone, dal 19 al 21 agosto 2021, la seconda edizione del BISUS Film Fest, evento che torna a popolare il centro di Teulada, dopo la prima edizione del 2019. 
La manifestazione, realizzata con il contributo del comune di Teulada, si caratterizza in questa nuova edizione per un programma dedicato al cinema d’animazione, ai suoi vari risvolti, alle sue professioni e ai suoi legami con altre forme d’arte. Una programmazione che punta a diffondere e incrementare la consapevolezza del pubblico nei confronti del cinema d’animazione, filone ormai maturo e adatto a tutte le età.
Le proiezioni spazieranno dai corti d’autore realizzati da talenti sardi e autori internazionali ai lungometraggi di riconosciuto valore come “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”, capolavoro di Lorenzo Mattotti con le voci di Toni Servillo, Antonio Albanese ed Andrea Camilleri, e “La tartaruga rossa”, pluripremiato successo di Michael Dudok de Wit. 

Ai film si affiancheranno attività di laboratorio per bambini e adulti, come il workshop di stop-motion curato da Michela Anedda e realizzato con la collaborazione della Ludoteca di Teulada, o l’incontro dedicato allo sviluppo di un concept insieme a Riccardo Atzeni. Ad essi si aggiungeranno i talk dedicati a temi quali l’evoluzione del mondo del videogame in Sardegna, sviluppato insieme a Sardinia Game Scene, il network dei professionisti del gaming isolano, o a figure di rilievo come quella del grande romanziere Dino Buzzati, analizzata dal punto di vista del suo rapporto con l’universo dell’immagine. 

Le attività di BISUS Film Fest avranno luogo nelle prime due giornate, 19 e 20 agosto, nel suggestivo Giardino della Casa Baronale, per poi spostarsi in riva al mare nella serata conclusiva del 21 agosto, presso il Porto Nuovo – Marina di Teulada. 

Prenderà il via martedì 22 giugno alle ore 21.30, all’Arena Mirastelle del Cine-Teatro Centrale, in piazza Roma a Carbonia, la rassegna “Cinema Sotto le Stelle 2021 a Carbonia” organizzata dal CSC Carbonia della Società Umanitaria, insieme all’assessorato della Cultura del comune di Carbonia, in collaborazione con numerose realtà associative, tra cui l’ARCI, l’UCCA – Unione Circoli Cinematografici ARCI, la Federazione Italiana Circoli del Cinema, la Compagnia Teatrale “La Cernita”, l’Associazione “Albeschida” e il circolo ANSPI “Santa Vitalia”. Otto serate fino al 2 agosto nello scenario dell’Arena Mirastelle.
L’ingresso a questo e agli altri spettacoli in programma avrà un costo di € 4,00 per il biglietto intero e di € 3,00 per quello ridotto, a eccezione delle serate speciali del 29 giugno e del 26 e 27 luglio che saranno a ingresso gratuito previo ritiro di un tagliando e registrazione al botteghino.
Primo appuntamento in cartellone “Volevo Nascondermi” di Giorgio Diritti, film ispirato alla vita dell’artista Antonio Ligabue e fresco trionfatore ai David di Donatello dove ha vinto 7 premi, tra cui miglior regia, miglior film e migliore attore protagonista a Elio Germano.
Martedì 29 giugno subito un evento speciale, realizzato in collaborazione con la Compagnia Teatrale “La Cernita” e l’associazione “Albeschida”: una serata interamente dedicata al dramma del DC9 Itavia precipitato nel mare di Ustica il 27 giugno del 1980.
In collegamento da Bologna interverranno numerose ospiti tra cui presidentessa “Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica”, Ivonne Donegani del “Coordinamento Regione Emilia Romagna Teatro e Salute Mentale”, Daniela Micioni, regista del cortometraggio “…Ancora Polvere”.
Seguiranno le proiezioni del cortometraggio “…Ancora Polvere” e del film “Il Muro di Gomma” di Marco Risi, ispirato alle vicende della strage di Ustica.
Terzo appuntamento martedì 6 luglio con “Un divano a Tunisi” di Manele Labidi Labbé, film che, tra scene esilaranti e ritratti irresistibili, riflette su un paese in piena ricostruzione, mentre martedì 13 luglio sarà la volta di “Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani” di Max Barbakow, commedia arguta e contemporanea, che, ispirandosi ai ritmi slapstick, aggiorna il meccanismo narrativo del “loop temporale”.

Lunedì 19 luglio una serata per grandi e piccini: “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” di Lorenzo Mattotti, tratto dall’omonimo racconto per ragazzi di Dino Buzzati e presentato al Festival di Cannes 2019 nella sezione “Un Certain Regard”, è un film di animazione adatto a tutte le età.
Lunedì 26 luglio e martedì 27 luglio doppio appuntamento speciale con la proiezione di una nuova produzione targata Fabbrica del Cinema: “Pani Antigu” di Simone Antonio Manca, prodotto insieme all’associazione ANSPI “Santa Vitalia”, attraverso una fiction di stile documentaristico racconta, in un’alternanza fra passato e presente, la storia delle fasi di lavorazione della filiera del pane che s’intrecciano con le vicende della comunità del Medau de su de Is Urigus. In una coralità di sguardi e personaggi, uno spaccato di vita agropastorale degli anni 50/60 per un cinema contemporaneo capace di guardare al “reale” in tutta la sua interezza.
Chiusura della rassegna lunedì 2 agosto con “I Predatori” di Pietro Castellitto, un debutto caustico e ironico, sospeso tra i toni del surreale e del grottesco che si misura con i migliori registi della “commedia all’italiana”.
Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.30. Sarà obbligatorio l’utilizzo della mascherina.

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L’identità che cela l’inquietudine e la fragilità di una giovane donna protagonista di una sorta di favola “noir” dedicata al dubbio e all’incertezza dell’esistenza. Sono i temi centrali di “Simposio del Silenzio”, la creazione di e con Lucrezia Maimone, vincitrice del Premio artistico CollaborAction Kids XL#1 2018, che va in scena sabato 26 ottobre, alle ore 20.30, al Teatro Si ‘e Boi di Selargius. Anteprima regionale e penultimo appuntamento della rassegna di danza contemporanea, arte circense, teatro, arte visiva Logos/Cortoindanzaorganizzato con il sostegno del Festival FIND. Prove aperte il matinée, alle ore 11.00, dedicate alle scuole medie inferiori e superiori. Una storia che si ispira liberamente alle opere grafiche di Lorenzo Mattotti, uno dei più importati illustratori e fumettisti italiani, in cui si intrecciano immagini narrative per dare vita a un racconto che scava nella memoria del fiabesco, evocando simboli della fragilità infantile. In scena Lucrezia Maimone e Damien Camunez, consulenza coreografica di Stefano Mazzotta. Un racconto oscuro, in sintonia con la dissonanza emessa dalle persone che si scontrano anziché accarezzarsi, si mangiano anziché amarsi. (L. Mattotti)

Come in ogni fiaba di crescita, la narrazione insiste e ritorna sulle dinamiche generate dl desiderio di equilibrio di fronte all’ostacolo, alla prova da superare, al luogo sicuro e all’ordine da conquistare. «Abbandonando la certezza presunta di un centro, il racconto si lancia nella precarietà del moto, nella ricerca di un temporaneo luogo sicuro, per restituirci infine l’unica certezza possibile: nulla resta mai uguale a se stesso e la condizione di domanda è l’unica via per la crescita, il cambiamento, la scoperta», spiega la coreografa e danzatrice cagliaritana formatasi con Danzalabor e successivamente a Copenhagen Dance School e nella Escuela Internacional de Circo y Teatro CAU di Granada, fino alla collaborazione attuale con la Compagnia di danza Zerogrammi, a Torino, dove oggi vive. Uno studio che Lucrezia ha portato avanti su tre capitoli diversi dell’artista bresciano che racchiudono i suoi tre universi Oltremai, Labirinti e Chimera. «Tre quadri che poi hanno preso forma in “Simposio del Silenzio”, alla cui composizione delle scene e delle coreografie mi ha affiancato il coreografo e danzatore della Compagnia Zerogrammi (Torino), Stefano Mazzotta. L’atto di creazione è un atto sociale, è un atto politico, è politica. Per me ciò che è veramente importante è la necessità di raccontare una storia, non tanto la costruzione di una coreografia o di una musica – aggiunge Lucrezia. Con questa creazione parto da Oltremai per fare un tuffo verso l’ignoto e nella parte più profonda di noi, dove risiede la nostra più pura essenza.»

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La bellezza del rito antico della produzione del pane sublimata dalla poesia del linguaggio del corpo, della danza. L’arte come strumento per riattivare la memoria e l’identità di un luogo, reinterpretarlo e raccontarlo, in una rispettosa armonia tra spazio e tempo, corpo e ambiente, architettura e movimento, luci naturali e arti visive. Le donne panificatrici settimesi e il processo “sacro” di “spongiai su pani”, ovvero lavorare l’impasto della farina con le nocche delle dita a pugno, scandiscono il tempo della memoria con il ritmo ed il suono del setaccio agitato dalla novantacinquenne “madre del pane” Bonaria Ghironi, ed entrano nella drammaturgia della creazione insieme agli artisti in scena. «Sì, perché il setaccio è una vera musica, è una musica», spiega sorridendo l’anziana panificatrice. Un quadro questo, “Wall Paper”, di pura poesia e danza dipinto all’interno di “Interconnessioni”, il progetto di residenza organizzato dall’associazione Tersicorea diretta da Simonetta Pusceddu, in collaborazione con il Comune di Settimo San Pietro, che partito a ottobre si è appena concluso, articolandosi tra i luoghi più significativi del paese conosciuto anche come “Septimo ab urbe lapide” (che indicava in latino la distanza di sette miglia da Karalis). Un profondo intreccio di sinergie tra danza, arte circense, teatro fisico, saperi della comunità, persone, spazi culturali e creazione artistica in un percorso umano e poetico che ha coinvolto dieci artisti-danzatori di livello internazionale e un collettivo di artisti “erranti” locali e si è sviluppato attraverso processi artistici, studi, proiezioni, laboratori, anteprime, spettacoli, con uno sguardo particolare ai bambini delle scuole primarie ed elementari.

Sedi del progetto di residenza alcuni tra i siti più importanti del territorio di Settimo San Pietro quali il sito nuragico “Cuccuru Nuraxi” con il suo antico tempio sotterraneo dedicato al culto dell’acqua; “L’Arca del Tempo”, il museo multimediale e centro di sperimentazione beni culturali e archeologici, con le sue attività espositive che consentono di fare un viaggio nel tempo di quattro millenni; “Casa Dessy”, la tipica “domus a corte” dell’800; l’”Antico Molino” conosciuto per la tradizionale lavorazione del grano ed il Borgo del Pane, con i suoi laboratori che ancora mantengono vivo il metodo della panificazione con il lievito madre e la pratica di un’antica tradizione, risorsa tra le più preziose del paese.

«La Sardegna finalmente è entrata attraverso l’articolo 43 del decreto ministeriale (MiBAC) del 2017 nell’accordo di programma dell’intesa tra Stato e Regioni relativa alle Residenze Artistiche per il triennio 2018-2020 sottolinea Simonetta Pusceddu, direttrice artistica -. Su tre proposte accolte dalla Regione Sardegna, due riguardano il teatro e una sola la danza, con “Interconnessioni”. Un progetto che permette una mobilità di artisti in residenza in piccoli comuni, garantendo la continuità del programma di lavoro per stimolare la ricerca dal punto di vista artistico, culturale, antropologico e poetico, attraverso gli intrecci dei linguaggi dell’arte contemporanea tra la comunità, i luoghi e il territorio coinvolto».

Dal 10 al 20 novembre il paese si è trasformato in un teatro a cielo aperto tra canti e danze, animato da coreografi, registi circensi, artisti visivi, musicisti e attori, in un armonico accordo fra tradizione e attualità, sulle note classiche della violinista Elsa Paglietti e della banda musicale del paese, treno itinerante, fiabesco e nostalgico della memoria, tra le storiche vie del paese e le suggestive “lollas”. Un bel viaggio testimoniato dalle intense immagini in bianco e nero nella mostra fotografica di Federica Zedda e dal docu-film di Massimo Gasole. Un contatto importante che ha permesso di sviluppare i concept dei diversi processi creativi incentrati sul tema specifico dell’identità nelle sue varie forme. Come l’identità umana indagata nei suoi vari strati che si accumulano, nascondendo debolezze e sentimenti in Wall Paper di e con Sara Angius (originaria di Sassari ma d’adozione e formazione milanese), con la partecipazione della ballerina Loretta D’Antuono (Milano), dei tutor Anthony Mathieu e Simonetta Pusceddu, e delle donne panificatrici del Borgo del Pane di Settimo San Pietro: «Queste donne per me rappresentano un interessante contrasto, la semplicità e l’onestà del gesto di fare il pane ed anche un certo ritmo metodico ma naturale, in opposizione all’artificio rappresentato da due personaggi-danzatrici che interagiscono in scena», ha commentato l’autrice. O l’identità che cela l’inquietudine e la fragilità di una giovane donna protagonista di una sorta di favola noir dedicata al dubbio e all’incertezza dell’esistenza in Simposio del Silenzio, di e con Lucrezia Maimone supportata dal tutoraggio del coreografo e danzatore Stefano Mazzotta della Compagnia Zerogrammi (Torno). Una creazione che trae ispirazione dai capitoli diversi di Lorenzo Mattotti, uno dei più importati illustratori e fumettisti italiani, che racchiudono i suoi tre universi Oltremai, Labirinti e Chimera. «Simposio parte da Oltremai per fare un tuffo verso l’ignoto e nella parte più profonda di noi, dove risiede la nostra più pura essenza». Con la video artist Federica Lì ha presentato inoltre un breve filmato di video-art girato a Villa Dorri sempre dedicato alla stessa creazione.

E ancora il tema dell’identità come azione orientata verso le radici culturali e antropologiche dell’individuo e della sua terra nelle due creazioni ICI, là-bas (Qui e là) e A solo con Gramsci, di e con Clotilde Tiradritti, con Marianne Rachmul e le musiche di Patrick Motoian. «Danzo per abbattere le barriere. Non volevo parlare del pensiero politico di Gramsci, ma della sua prigione interiore, quella che impedisce di realizzarsi, e delle difficoltà dell’essere umano nell’accettare l’altro, lo straniero, l’intruso, l’altro sé», ha raccontato la danzatrice e coreografa toscana formatasi in Italia e residente in Francia da diversi anni, che a Settimo San Pietro con la sua Compagnia “Heliotropion” (Parigi) ha sviluppato questo percorso di residenza suddiviso in due parti lavorando anche sulla voce e sul canto sardo affiancata da Elena Ledda. »Come danzatrice lavoro anche sulla voce, ma con il corpo. Ho avuto l’occasione qui di incontrare Elena che mi ha dato la possibilità non solo di utilizzare due suoi canti, ma anche di essere diretta nell’uso della voce e soprattutto in lingua sarda. È la prima volta che canto in sardo, una lingua che amo, come la Sardegna».

Per i duecento bambini settimesi della scuola primaria ed elementare un grande successo anche con le “interconnessioni” del matinèe tra brivido e divertimento nei due spettacoli a Casa Dessy, con alcuni dei più bravi maestri della giocoleria mondiale e arte circense. La paura che offusca la percezione e travolge l’uomo in un limbo di perdizione nello spettacolo “Medo” di e con Lorenzo Crivellari (Italia) e l’universo fantastico di “El misterio del interior” con il personaggio spassoso e carismatico Mr Spark, in un connubio fresco e innovativo tra teatro fisico e circo, di e con Salvador Riba Megias (Spagna).

«La creatività è davvero un atto politico, e io sposo appieno questo punto di vista, perché non è semplicissimo comunicare l’importanza dell’arte. Noi lo abbiamo fatto soprattutto con i giovani, con i ragazzi delle scuole, e credo che questo sia un bellissimo risultato ottenuto grazie alla partecipazione di tutti e al coinvolgimento degli spazi più significativi di Settimo e quindi fondendo le tradizioni, i luoghi con l’arte e la creatività, valori importanti da comunicare alla nostra collettività», ha sottolineato nella serata conclusiva il Sindaco di Settimo San Pietro, Gian Luigi Puddu.

Allegria, sorrisi, numeri di giocoleria e clowneria anche con la carovana degli “Erranti”, gli Artisti dei Cantieri Itineranti che hanno colorato ed animato le vie del paese. E ancora tra le iniziative del progetto di Tersicorea il laboratorio di disegno/scrittura creativa sempre sulla tematica dell’identità, condotto dall’artista venezuelano Gerardo Jonas Gouveia Villarroell (esperto artista visivo di pittura, grafica e disegno), il laboratorio/incontro con le donne panificatrici e il lab di arte circense condotto dall’artista Lorenzo Crivellari. «Quello che mi affascina di questi progetti di residenza, e spero di riuscire in questi intenti, è quello di suscitare amore per l’arte. L’arte apre dei canali di amicizia, ha il potere magico di creare una relazione con gli abitanti e i saperi dei luoghi, sono canali sani – spiega Simonetta Pusceddu -. Interconnetterci, vuol dire intrecciarci, vuol dire mostrarci, rivelarci. Senza avere mai la presunzione di stare su un piedistallo, nessuno di noi».