16 April, 2024
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Nelle prime ore di questa mattina si è svolta un’importante operazione di servizio dei carabinieri della Compagnia di Carbonia che, a Nuxis, Villaperuccio e Piscinas, hanno eseguito 3 misure restrittive della libertà personale nei confronti di altrettanti soggetti della zona (2 ventiduenni ed 1 diciassettenne, incensurati), responsabili di «concorso in rapina pluriaggravata e lesioni volontarie gravissime» consumata il 26 ottobre dello scorso anno, ai danni di un anziano, Pinuccio Uccheddu, di 78 anni sorpreso e brutalmente malmenato nella sua abitazione, a Piscinas, rimanendo gravemente ferito.

I due maggiorenni mentre attendevano che il pensionato rientrasse in casa si scattarono numerosi selfie davanti allo specchio con addosso passamontagna e guanti e proprio le fotografie, trovate nella memoria di uno dei loro cellulari, ha inchiodato i due giovani, unitamente alle testimonianze dei vicini che avevano visto la loro auto in zona ed alla precisa attività investigativa svolta dai carabinieri della Compagnia di Carbonia, guidati dal capitano Lucia Dilio.

Gli arrestati sono i 22enni Gian Marco Garau, di Nuxis, e Mirko Manca, residente a Villaperuccio. E’ stato affidato ad una casa famiglia il terzo componente della banda, un 17enne di Piscinas che secondo quanto accertato dai carabinieri, sarebbe la mente del gruppo.

 

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Tre persone sono state arrestate questa mattina al termine dell’operazione “hot dog” contro lo spaccio di sostanze stupefacenti condotta dai carabinieri della Compagnia di Carbonia, guidata dal capitano Lucia Dilio. Si tratta di Francesco Melis, 31 anni, titolare del chiosco ‘Lo Sfizio’ di viale Bonaria, a Cagliari, ritenuto dagli investigatori dell’Arma il grossista; S.U., di 52 anni, di Sant’Antioco ed il nipote G.M.P., di 27 anni, di Carbonia, raggiunti questa mattina da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Francesco Melis è stato poi arrestato in flagranza ed è stato rinchiuso nel carcere di Uta, perché nel suo chiosco sono stati trovati 100 grammi di cocaina e 113 grammi di marijuana. Sono sei gli indagati in stato di libertà, tra questi il fratello di Francesco Melis: nella sua abitazione i carabinieri hanno trovato 115mila euro in contanti. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Carbonia erano iniziate nel mese di aprile di due anni fa, nel Sulcis.

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Il comune di Carbonia è in prima linea nella lotta contro la violenza sulle donne con l’imminente attivazione delle procedure di affidamento della gestione di un Centro Antiviolenza, ubicato nell’immobile dell’ex Scuola Materna di vico Filzi, al fine di garantire protezione, sostegno psico-sociale, ascolto e consulenza alle donne vittime di stalking e violenza. A ciò si aggiunge la lunga serie di incontri pubblici promossi in questi ultimi anni dall’Amministrazione comunale per sensibilizzare e informare la cittadinanza sul tema, tra cui si segnala, in particolare, nella giornata di domani, venerdì 29 novembre, alle ore 16.00, nella sala consiliare di piazza Roma, il convegno intitolato “Contro la violenza sulle donne. Codice Rosso e Revenge Porn”, che vedrà la presenza dell’on. Elvira Lucia Evangelista, senatrice della commissione Giustizia e relatrice del disegno di legge sul “Codice Rosso”.

Al convegno parteciperanno il sindaco Paola Massidda, l’assessore alle Politiche sociali Loredana La Barbera, la psicoterapeuta Angela Quaquero, il referente dell’Osservatorio Cybercrime Antonello Marotto, la consigliera regionale Carla Cuccu, la consigliera comunale Daniela Garau, la presidentessa dell’associazione “Donne al Traguardo” Silvana Migoni e la referente territoriale Maria Mameli, il comandante della Compagnia dei carabinieri di Carbonia Lucia Dilio, il commissario di Polizia di Carbonia Gabriella Chiara Comi. Il dibattito sarà moderato dalla giornalista Stefania Piredda, caporedattrice del Sulcis Iglesiente per il quotidiano “L’Unione Sarda”.

«L’obiettivo dell’incontro è mantenere alta l’attenzione su un tema prioritario per la nostra società e per le istituzioni ponendo in essere azioni in grado di garantire un impegno concreto alle donne in difficoltà e realizzando attività di sensibilizzazione, informazione e prevenzione sul tema», ha detto il sindaco Paola Massidda.

«Queste importanti attività informative e di sensibilizzazione sono tese ad affermare una nuova cultura in grado di prevenire e contrastare la violenza perpetrata sulle donne, promuovendo cambiamenti nei comportamenti socio-culturali ed eliminando gli annosi pregiudizi e qualsiasi altra pratica basata sull’idea dell’inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini», ha concluso Loredana La Barbera, organizzatrice dell’evento.

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Ieri mattina, nel piazzale antistante l’ex tribunale di Carbonia, si è tenuta l’inaugurazione del manifesto ceramico dedicato ai vent’anni di attività di SardegnaSolidale. Realizzato dall’illustratrice e fumettista, Stefania Costa, docente della scuola di fumetto di Bepi Vigna a Cagliari, racchiude una frase che in sintesi vuole lanciare un messaggio forte e “urgente”“Non è più tempo di navigatori solitari”, uno slogan del grande Don Luigi Ciotti, fondatore di tante associazioni di volontariato e di Libera, un’associazione contro le mafie, di cui fanno parte circa trecento gruppi ed associazioni e di cui don Ciotti è presidente nazionale. Luigi Ciotti è anche un giornalista che collabora a diverse testate tra cui La Stampa, L’Avvenire, Il Manifesto, Il Sole 24 Ore e Famiglia Cristiana e a lui si devono numerosi articoli su temi sociali, mafia e corruzione di cui la politica italiana, secondo il suo parere, dovrebbe occuparsi come problemi prioritari.

L’evento, organizzato dall’Auser di Carbonia, nella persona di Andrea Piras, referente di Sa.Sol.Point n°9, ha visto la partecipazione della sindaca Paola Massidda, del vicesindaco Gian Luca Lai, della presidente del consiglio comunale Daniela Marras, del consigliere e capogruppo di maggioranza Giorgio Santoru, del presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, della comandante della compagnia dei Carabinieri Carbonia, capitano Lucia Dilio, del parroco don Andrea Zucca, di numerose associazioni di volontariato della città, di una classe dell’Istituto Cesare Beccaria, di una classe dell’Ipia, alcuni volontari dell’Auser di Carbonia e liberi cittadini.

Dopo gli interventi dei vari rappresentanti e l’inaugurazione del manifesto da parte del parroco, la mattinata si è conclusa con grande soddisfazione degli organizzatori e di tutti i partecipanti.

Nadia Pische

 

                                

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«In Ricordo di Paolo Borsellino. Quale eredità è stata tramandata, dopo il suo sacrificio, alle generazioni successive? L’Italia oggi è un Paese migliore?»
È il titolo della conferenza organizzata dal “Caffè Im…Pero” di Carbonia, in collaborazione con “Canale40”, per il 27° anniversario della scomparsa del giudice Paolo Borsellino e dei 5 componenti della sua scorta, tra i quali c’era la sarda Emanuela Loi, nell’attentato mafioso del 19 luglio 1992, a Palermo.

Venerdì 19 luglio, nella Piazza Roma, a Carbonia, di fronte al “Caffè Im…Pero”, a partire dalle ore 21.30, si articolerà la conferenza, con relatori l’ex questore di Trapani e prefetto di Nuoro, Antonio Pitea; il referente di “Libera” per la Sardegna, Giampiero Farru; il comandante della Compagnia dei carabinieri Carbonia, Lucia Dilio, il vicepresidente regionale dell’UCSI e direttore del periodico “Sulcis Iglesiente Oggi”, Giampaolo Atzei; l’ex responsabile della redazione del Sulcis Iglesiente dell’Unione Sarda e scrittore, Sandro Mantega; il deputato del M5S, l’On. Pino Cabras ed il sindaco della città di Carbonia, Paola Massidda.
I lavori saranno coordinati dal giornalista, Manolo Mureddu.

 

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Dalle prime ore di oggi, nelle province di Cagliari e Brescia, militari della Compagnia di Carbonia, in collaborazione con i reparti competenti per territorio, nonché con l’ausilio dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sardegna” e del Nucleo Cinofili di Cagliari, hanno eseguito 14 ordinanze di applicazione di misure cautelari personali disposte dal G.I.P. del Tribunale di Cagliari nei confronti di altrettanti soggetti pregiudicati (in parte italiani e in parte di etnia Rom), ritenuti a vario titolo responsabili di “rapina aggravata”, “detenzione abusiva di armi”, “furto aggravato”, “ricettazione” e “minaccia aggravata”.
I provvedimenti scaturiscono dagli esiti dell’attività investigativa convenzionalmente denominata “Slot Machine” – condotta da maggio 2016 a giugno 2017 dal NORM della Compagnia di Carbonia nei confronti di un gruppo criminale operante nel Sulcis Iglesiente dedito alla commissione di reati contro il patrimonio – che ha consentito di:
– scoprire alcune rapine a mano armata in danno di agenzie di assicurazione e di addetti al ritiro degli incassi di slot machines, diversi furti in abitazione e in esercizi commerciali e alcuni furti di rame;
– trarre in arresto alcune persone in flagranza di reato;
– rinvenire e restituire ai legittimi proprietari un ingente quantitativo di refurtiva, armi, rame, gioielli e altro, per un valore complessivo di circa 100.000 euro.

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa temutasi stamane presso la Compagnia CC di Carbonia, dal comandante della Compagnia, capitano Lucia Dilio e dal nuovo comandante del Nucleo operativo e Radiomobile, il sottotenente Carlo Porru.

                        

 

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Questa mattina, nelle province di Cagliari, Sassari e Alessandria, i militari della Compagnia CC di Carbonia, coadiuvati da personale dei comandi competenti per i territori in cui sono condotte le operazioni, hanno eseguito 6 ordinanze di applicazione di custodia cautelare in carcere, disposte dal Tribunale di Cagliari su richiesta della locale D.D.A. nei confronti di 6 soggetti stranieri (un algerino, un tunisino e quattro nigeriani), gravemente indiziati dei reati di Associazione a delinquere, sfruttamento e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, sfruttamento della prostituzione, detenzione di banconote contraffatte, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti a minorenni).
I provvedimenti scaturiscono dagli esiti investigativi dell’operazione convenzionalmente denominata “ARRUGA“, condotta dal dicembre 2014 al mese di dicembre 2018 dal Nucleo Operativo della Compagnia CC di Carbonia, che, attraverso due principali filoni d’indagine ha svelato l’esistenza di altrettante distinte tratte di extracomunitari clandestini che, giunti in Sardegna, venivano gestiti e sfruttati da due organizzazioni criminali.

A finire in carcere, accusati di associazione a delinquere, detenzione e spaccio di droga, sfruttamento e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e della prostituzione, e detenzione di banconote contraffatte sono: Yacine Messadi, 45 anni, algerino residente a Cagliari, Nidham Hammouda, di 32, tunisino residente a Selargius, e le nigeriane Sofia Tony, 32enne di Sassari e Bridget Tina Edomwony, di 36 di Alessandria. Le indagini sono state avviate nel 2014 su iniziativa dell’allora comandante della Compagnia di Carbonia, il maggiore Giuseppe Licari, e si sono concluse sotto la guida dell’attuale comandante, il capitano Lucia Dilio.

Le indagini si sono sviluppate sul fronte dell’immigrazione illegale e su quello della tratta di donne destinate alla prostituzione. Da anni si registrano in Sardegna arrivi con barchini di fortunata di migranti algerini sulle coste del Sulcis, molti di questi poi utilizzati dall’organizzazione come spacciatori di droga. Il capo viene indicato in Yacine Messadi: avrebbe organizzato i viaggi dall’Algeria alla Sardegna acquistando l’imbarcazione ed il motore, pagando e dando istruzioni allo scafista di turno e tenendo anche i contatti con le famiglie dei profughi. Avrebbe anche suggerito ai migranti clandestini come evitare il rimpatrio in caso di fermo: la tecnica più usata, quella di dichiararsi minorenni. Una volta in Sardegna, gli algerini venivano utilizzati come spacciatori sulle piazze cagliaritane, soprattutto nel quartiere Marina. Ad aiutarlo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, c’era il tunisino: a lui il compito di acquistare la droga e rifornire la rete di smercio.

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Questa mattina i carabinieri della stazione di Sant’Antioco, coadiuvati dai colleghi delle stazioni dipendenti la Compagnia di Carbonia e da due unità cinofile del reparto “Cacciatori di Sardegna” e del Comando provinciale di Cagliari, a conclusione dell’operazione convenzionalmente denominata “Isola Bianca”, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal Tribunale di Cagliari, nei confronti di sei soggetti maggiorenni (di cui due misure in carcere, tre misure agli arresti domiciliari e una misura con obbligo di dimora), tutti residenti nei comuni di Sant’Antioco e Calasetta, ritenuti responsabili a vario titolo dei reti di “concorso in detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti – cocaina e hashish – ed estorsione in concorso”. La complessa operazione, avviata dai carabinieri di Sant’Antioco nel mese di giugno 2016 e sviluppata con metodologie d’indagine tradizionali ed attività tecniche, trae origine da un’attenta azione di controllo del territorio da parte della stazione territorialmente competente, che ha consentito di appurare l’esistenza di un gruppo criminale (composto da soggetti maggiorenni residenti) che aveva posto in essere una sistematica attività di spaccio (essenzialmente cocaina ma anche hashish), anche verso minorenni, nelle principali piazze dei centri abitati di Sant’Antioco e Calasetta; più canali di approvvigionamento di sostanze stupefacenti; realizzato una serie di azioni violente (danneggiamenti gravi e lesioni personali), sia consumate che tentate, a causa di mancati pagamenti delle forniture di droga… «volevano in cambio il televisore oppure la mia autovettura».

Nel corso delle investigazioni, i militari approfondendo gli accertamenti, in particolare sulla “piazza” di Calasetta, hanno scoperto che il gruppo realizzava azioni eversive gravi verso i loro acquirenti, per recuperare i crediti di droga: nello specifico, sono state documentate violente aggressioni fisiche, il furto di un’autovettura con richiesta di danaro per la restituzione, danneggiamenti di porte ed oggetti delle abitazioni delle vittime e, in un caso, l’obbligo di stipulare un ingente finanziamento per estinguere un debito dello stupefacente.

L’operazione è stata ricostruita nel corso di una conferenza stampa, tenuta nei locali della Compagnia dei carabinieri di Carbonia, dal comandante della Compagnia Capitano Lucia Dilio, e dal comandante della stazione dei carabinieri di Sant’Antioco, Antonio Manicone.

 

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Il comune di Carbonia ha organizzato per martedì 20 novembre, alle ore 16.30, nella sala polifunzionale di piazza Roma, un convegno intitolato “Devianza giovanile e Comunità educante”, che vedrà la partecipazione straordinaria di don Ettore Cannavera, pedagogista e responsabile della Comunità “La Collina”, fondata nel 1994 al fine di ospitare e rieducare i giovani a cui il magistrato di Sorveglianza concede una misura alternativa alla detenzione. E proprio il tema della devianza giovanile sarà il filo conduttore del convegno organizzato dall’Amministrazione comunale di Carbonia.

«Si tratta di un’occasione che ci consentirà di studiare e analizzare approfonditamente il fenomeno del disagio giovanile sotto molteplici punti di vista, espressi da qualificati esperti del mondo della Chiesa, delle forze delle Ordine, della pedagogia, della psicologia e della psicoterapia», ha detto il sindaco Paola Massidda.

I principali destinatari dell’incontro sono i genitori dei ragazzi, le insegnanti, gli educatori, il settore dell’associazionismo civile, sociale, culturale e sportivo.

Come ha precisato l’assessore dei Servizi sociali e delle Politiche giovanili Loredana La Barbera, principale promotrice dell’iniziativa, «l’incontro pubblico sulla devianza giovanile e sul lavoro profuso in tale contesto dalle comunità educanti si inserisce nel solco di una lunga serie di dibattiti organizzati dall’Amministrazione comunale per analizzare alcuni fenomeni negativi molto diffusi tra i giovani, in particolare il bullismo e il cyberbullismo».

All’incontro di martedì 20 novembre interverranno il sindaco Paola Massidda, l’assessore dei Servizi sociali e delle Politiche giovanili Loredana La Barbera, l’assessore della Pubblica istruzione e dello Sport Valerio Piria, il dirigente del Commissariato di Pubblica sicurezza di Carbonia Gabriella Chiara Comi, il comandante della Compagnia dei carabinieri di Carbonia Lucia Dilio, la psicoterapeuta Roberta Speziale e don Ettore Cannavera.

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E’ stata inaugurata questa mattina, a Santadi, all’inizio della prima delle due giornate di iniziative (“Omaggio ad un Maestro”) organizzate dalla Cantina Santadi, la via Giacomo Tachis, intitolata a re degli enologi italiani, scomparso il 6 febbraio 2016, all’età di 82 anni. Erano presenti, tra gli altri, la figlia Ilaria, il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore dell’Urbanistica e degli Enti locali Cristiano Erriu, originario di Santadi e già sindaco di Santadi; numerosi sindaci dei Comuni del Sulcis; alcuni dei più autorevoli esponenti del mondo dell’enologia italiana, al quale Giacomo Tachis ha dedicato la sua vita; numerosi rappresentanti, a vario titolo, dello stesso universo vitivinicolo nazionale; ufficiali dell’Arma dei carabinieri, con il comandante provinciale colonnello Luca Mennitti, il maggiore Pino Licari ed il comandante della Compagnia di Carbonia Lucia Dilio; Roberto Petza, uno degli chef stellati che con le loro ricette hanno partecipato alla stesura del libro.

Al termine della breve cerimonia, aperta dal sindaco Elio Sundas e conclusa dal parroco di Santadi don Giampiero Marongiu, è iniziato un interessante un incontro nella nuova elegante sala convegni, nel corso del quale è stato presentato un libro sulla vita del grande enologo, “Giacomo Tachis – Mescolavin”, pubblicato dalla Fondazione ChiantiBanca che custodirà e renderà fruibile, tra l’altro, la sua preziosa biblioteca personale.

In apertura dei lavori, moderati da Carlo Cambi, giornalista ed editore, è stato inaugurato il busto di Giacomo Tachis, con un breve discorso dell’autore Carlo Pizzichini. Sono seguiti alcuni interventi che hanno permesso di ricostruire la vita e l’operato di Giacomo Tachis: nell’ordine hanno parlato Antonello Pilloni, presidente della Cantina Santadi e grande amico di Giacomo Tachis (nel suo secondo intervento, Antonello Pilloni, ha rimarcato che, dopo il padre, Giacomo Tachis è stato una delle due persone, l’altra il grande dirigente sardista Giovanni Battista Melis, che hanno segnato maggiormente la sua formazione); il presidente della Regione Francesco Pigliaru, che ha sottolineato come la Cantina Santadi sia un’eccellenza per l’intera Sardegna, un esempio molto positivo da seguire in un territorio segnato da grandi difficoltà legate alla crisi dell’apparato produttivo industriale; il marchese Piero Antinori, delle mitiche Cantine Antinori, con le quali Giacomo Tachis ha collaborato per oltre 30 anni e grazie alla cui disponibilità, ha potuto poi avviare una collaborazione con la Cantina Santadi, che ha portato alla nascita del “Terre Brune” ed alla promozione dei vini della Cantina Santadi in tutto il mondo, scrivendo la storia del carignano e, successivamente, anche la collaborazione con la Cantina Argiolas di Serdiana, con la quale ha “inventato” il “Turriga”; Amedeo Alpi, professore ordinario dell’Università di Pisa, grande amico ed estimatore di Giacomo Tachis; i responsabili di alcune grandi realtà vitivinicole di Sicilia (altra grande isola amata quasi come la Sardegna da Giacomo Tachis), Trentino Alto Adige e Toscana, con le quali ha avuto rapporti di collaborazione il grande enologo; Luciano Piras, presidente del Gal Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari; Andrea Cappelli e Bruno Bruchi, autore e fotografo del libro e Stefano Mecocci, presidente della Fondazione ChiantiBanca.

Nella parte finale dell’incontro, un’artista presente ha donato alla Cantina Santadi un ritratto di Giacomo Tachis, realizzato con una tecnica speciale ed un materiale assolutamente originale: il vino.

La due giorni prevede per domani, domenica 11 novembre, un seminario promosso dall’Agenzia Laore e dal Gal Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari, su “Le produzioni agroalimentari a marchi. Carignano e dintorni”.

Breve scheda di Giacomo Tachis.

Originario di Poirino (Torino), Giacomo Tachis ha studiato alla Scuola di enologia di Alba ed ha lavorato per tantissimi anni in Toscana e in Sardegna. Ha lasciato l’attività di winemaker nel 2010 per dedicarsi, nella sua casa di San Casciano Val di Pesa, in Toscana, a studiare, a scrivere e a custodire antichi volumi, da appassionato bibliofilo. Ha inventato, negli anni, grandissimi vini, pluripremiati ed esportati con successo in tutti i Continenti, tra i quali, in Toscana, il Tignanello, il Solaia ed il Sassicaia, e, in Sardegna, il Terre Brune della Cantina Santadi ed il Turriga della Cantina Argiolas di Serdiana. Ha diretto per 32 anni le Cantine Antinori.

Nel mese di luglio 2011 Giacomo Tachis non poté partecipare, per le precarie condizioni di salute, ai festeggiamenti organizzati dalla Cantina Santadi per il raggiungimento del traguardo del mezzo secolo di attività, ai quali teneva tantissimo. Nel corso della cerimonia echeggiò il suo nome, in quanto grande amico del presidente Antonello Pilloni e della Sardegna, in particolare del Sulcis.

Nel 2014 Giacomo Tachis ha ricevuto la massima onorificenza della Regione Toscana, la medaglia d’oro con il simbolo del Pegaso, ritirata dalla figlia Ilaria perché impossibilitato a muoversi.

Oggi la Cantina Santadi è diventata patrimonio di tutto il territorio. Di qui un primo riconoscimento all’amico per eccellenza, Giacomo Tachis, al quale l’allora sindaco di Santadi, Cristiano Erriu (oggi assessore dell’Urbanistica e degli Enti locali della Regione Sardegna), proprio nei giorni del 50° della Cantina Santadi, ha concesso, con delibera unanime dell’intero Consiglio comunale, la cittadinanza onoraria.

Per festeggiare i suoi 50 anni di attività, nel 2011 la Cantina Santadi ha creato un altro vino, “Sardos”, magnum prodotto in lotto unico di 13.500 pezzi, frutto delle migliori selezioni di diverse annate di Carignano con piccole aggiunte di vitigni internazionali (Cabernet e Merlot), studiato e concepito da Giacomo Tachis.

Ora, con la via a lui dedicata, all’ingresso del paese, proprio davanti alla Cantina, il nome di Giacomo Tachis resterà per sempre legato alla città di Santadi.

Giampaolo Cirronis

                                                                                                                                     

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