29 April, 2024
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Assessorato regionale della Sanità 6 copia

Il consigliere regionale del Pd Rossella Pinna chiede che la Giunta e l’assessore della Sanità trovino le giuste soluzioni atte a favorire lo scorrimento delle graduatorie concorsuali ancora valide, il loro utilizzo in tutto il territorio regionale e la stabilizzazione dei precari mediante concorso.

Con due successive note, l’ultima del 12 maggio scorso, inviate all’assessore alla Sanità, Luigi Arru, il consigliere regionale del Pd, Rossella Pinna, evidenzia, ancora una volta, le note problematiche relative al personale delle Aziende sanitarie locali della Sardegna ed in particolare la situazione degli idonei nei concorsi pubblici banditi dalle Asl della Sardegna e il blocco delle assunzioni.

«Sarebbe drammatico il perdurare del blocco del turn-over – spiega Rossella Pinna – perché oltre a  mortificare l’offerta sanitaria o compromettere il mantenimento della qualità dei livelli essenziali di assistenza, di fatto paralizza il ricambio generazionale, nuove energie di cui il sistema sanitario ha urgente bisogno.

Ho inteso rappresentare, tra l’altro in uno dei settori più colpiti dalla precarietà, la fatica del personale in servizio sottoposto a pesanti turni di lavoro e le istanze degli operatori che, in qualità di idonei nei concorsi pubblici banditi dalle Asl della Sardegna, aspirano a ricoprire gli incarichi nelle diverse categorie professionali per le quali hanno concorso, e che vedono sfumare le loro legittime aspettative a causa di graduatorie, ancora valide sulla carta, ma di fatto congelate e pressoché inutilizzate.

Pur concordando sulla necessità di ridurre i costi della sanità regionale, le soluzioni non possono esaurirsi o risolversi in meri atti di contrazione della spesa sul personale, a discapito della qualità dei servizi sanitari o della caratterizzazione del personale che vanno ben oltre una semplice voce di bilancio, ma che rappresentano una “garanzia” per la salute dei cittadini.

«In tale contesto – conclude Rossella Pinna – l’obiettivo è arrivare quanto prima all’avvio delle assunzioni per il superamento del precariato e del turnover, con azioni concrete non più procrastinabili, né risolvibili con soluzioni “tampone” che paradossalmente finirebbero per vanificare le conseguenze delle attuali e rigorose misure adottate.»

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Palazzo della Regione 4 copia

La Giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, di destinare 5 milioni e 200mila euro all’attuazione della legge 7 per la promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna. L’assessore Paci ha sottolineato che, nel contesto socioeconomico sardo, l’innovazione costituisce uno dei pochi elementi che possano consentire l’innesco di dinamiche di sviluppo avanzato, capaci di creare crescita e produttività nel sistema delle imprese e nelle istituzioni. Innovazione e ricerca continuano quindi a essere per l’ambiente isolano elementi centrali dell’azione politica regionale. La somma stanziata sarà così suddivisa: 500mila euro per Università di Cagliari e Enti di ricerca pubblici, destinati a finanziare il sistema premiale di produttività scientifica con particolare riferimento ai progetti nell’ambito dei bandi H2020; 900mila euro a Università di Cagliari e Sardegna Ricerche per la Biblioteca scientifica; 800mila euro a INFN-Carbosulcis per il progetto ARIA; 300mila euro per la promozione e la divulgazione scientifica di Sardegna Ricerche; 1 milione e mezzo a Crp, Sardegna Ricerche e Crs4 per il cofinanziamento del Laboratorio di ricerca per Smart & Safe City, nel quale la multinazionale Huawei investirà 20 milioni di euro in strutture che vanno immediatamente nella disponibilità della Regione. Il milione e 200mila euro rimanente viene destinato al Crp per attività trasversali a supporto del sistema regionale della ricerca. L’articolazione delle voci di spesa è avvenuto previo coinvolgimento della Consulta regionale della Ricerca.
Su proposta dell’assessore Luigi Arru, sono stati approvati: l’accordo con l’Aiop sui tetti di spesa per l’acquisto di prestazioni ospedaliere, per il 2016, da privati accreditati; lo stanziamento di 15 milioni di euro per il servizio di vigilanza delle guardie mediche e la ripartizione alle Asl di 14 milioni e mezzo di crediti vantati verso le gestioni liquidatorie delle vecchie Usl. In deroga parziale rispetto al blocco del turn over, viene autorizzato il conferimento di un incarico a tempo determinato per un responsabile tecnico della sicurezza antincendio e sono state ripartite alle Aziende sanitarie le risorse per il piano di vaccinazione contro la Lingua Blu. E’ stato stanziato, inoltre, un milione e mezzo per attività straordinarie dell’Izs e lo stesso Istituto Zooprofilattico è stato incaricato di acquistare la Tubercolina per conto delle Asl.
Accogliendo la proposta dell’assessore Elisabetta Falchi, l’Esecutivo ha approvato le direttive per l’organizzazione e l’attuazione del servizio di controllo funzionale e taratura delle macchine irroratrici, le tariffe a carico degli utilizzatori professionali per l’esecuzione dei controlli da parte dei Centri prova e l’affidamento a Laore delle attività inerenti il rilascio dell’autorizzazione ai Centri prova, la formazione dei tecnici e la raccolta delle informazioni derivanti dai controlli sul territorio. Approvata anche la prima variazione al bilancio di previsione 2016 in esercizio provvisorio dell’Agenzia Agris per la parte relativa agli impegni da assumere su presupposti di somma urgenza.

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, è intervenuto nel corso dei lavori della sesta commissione, presieduta dall’on. Raimondo Perra (PSI), per illustrare il disegno di legge della Giunta che istituisce l’azienda sanitaria unica.

«La proposta di istituire un’azienda sanitaria unica – ha detto Luigi Arru – nasce per superare le criticità del sistema regionale, in cui finora hanno operato gestioni profondamente diverse senza un’idea di governance comune.»

«Si tratta – ha aggiunto l’assessore – di un intervento di forte semplificazione gestionale, che da una parte supera il contesto precedente caratterizzato da 11 aziende, 11 staff (direttore generale, direttore amministrativo e direttore sanitario) e 11 collegi di revisori dei conti riducendoli a 5 e, dall’altra, mantiene un solido legame con i territori attraverso le Assl (aree socio-sanitarie locali) che comunque non avranno personalità giuridica ma dovranno garantire una funzione di presidio di aree omogenee creando un sistema circolare con al centro il cittadino-utente.»

«Per quanto riguarda le strategie di politica sanitaria – ha spiegato ancora Luigi Arru – saranno contenute nell’Atto aziendale della nuova Azienda, elaborato sulla base degli indirizzi della Giunta, con il parere della commissione competente. Si sta lavorando inoltre sia alla definizione del profilo del nuovo direttore generale (che sarà affiancato da un direttore amministrativo ed un direttore sanitario) che alla messa a punto di meccanismi di equilibrio fra i poteri, alle procedure di nomina dei vertici delle Assl, al controllo su alcune tipologie di atti, alla razionalizzazione della contrattualistica.»

Successivamente, la commissione ha ascoltato le sintetiche relazioni dei consiglieri che hanno presentato proposte di legge sulla materia.

Illustrando la proposta di legge n. 37 il consigliere Augusto Cherchi ha messo l’accento sul fatto che l’iniziativa del suo gruppo, risalente al maggio del 2014, «ha lo scopo di sviluppare un dibattito, anche per superare l’immobilismo che, dal 2001 in poi (con la riforma del TitoloV° e le competenze regionali sulla sanità) ha caratterizzato l’azione della Sardegna. Noi riteniamo che l’organizzazione ottimale sia quella di suddividere il territorio in tre aziende, nord, centro e sud, per costruire un modello specifico sardo in grado di certificare i risparmi e misurare i risultati, senza escludere prospettive di ulteriori di aggregazione ma evitando il rischio del gigantismo che produce solo caos». Augusto Cherchi, infine, si è espresso in modo contrario alla configurazione dell’Areus (emergenza-urgenza) come soggetto autonomo, perché a suo avviso sarebbe meglio classificarla come “un dipartimento”.

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori), presentando la proposta di legge n. 79 ha osservato che la creazione di una Asl unica rappresenta la migliore risposta all’esigenza di un «equilibrio ragionevole fra sostenibilità dei costi e mantenimento di un sistema sanitario universale. E’un lavoro non semplice che richiede tempo ed un consenso molto ampio, senza perdere di vista l’obiettivo di una riforma radicale. Vanno inoltre introdotti nel sistema elementi di meritocrazia e premialità e quanto alla struttura di emergenza-urgenza è giusto collocarla all’interno nuova Asl unica senza creare un nuovo soggetto autonomo».

Per il consigliere Giorgio Oppi (Udc), primo firmatario della proposta di legge n. 85 «il primo elemento da tenere in considerazione è la specificità della Sardegna, che anche in campo sanitario presenta significative differenze rispetto al panorama nazionale e, sotto questo profilo, la proposta del collega Cherchi è in parte condivisibile. Con la nostra proposta di legge predisposta nel luglio del 2014 abbiamo voluto lanciare un sasso nello stagno; riteniamo comunque che gli accorpamenti vadano fatti senza fretta, come dimostra l’esperienza totalmente negativa del Brotzu di Cagliari, e che è necessario assegnare priorità all’assistenza sanitaria sui territori per fare una buona riforma di sistema».

La commissione proseguirà i suoi lavori nella giornata di domani, a partire dalle 9.30, con un ciclo di audizioni sulla riforma mentre giovedì si procederà all’esame dei testi presentati, verificandone le possibilità di convergenza.

Luigi Arru 2

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Palazzo della Regione 1 copia

Oltre 350 milioni di euro – e ben 950 nel triennio – per la lotta alla povertà e per l’inclusione sociale. È la dotazione finanziaria della delibera “Una società inclusiva”, approvata dalla Giunta regionale nella sua ultima riunione e presentata oggi dal presidente Francesco Pigliaru, insieme agli assessori Luigi Arru (Sanità) e Virginia Mura (Lavoro). Il documento, adottato con il metodo della Programmazione unitaria 2014-2020 (Programma di intervento 7 – Inclusione Sociale), riunisce tutti gli interventi che la Regione mette in campo con i vari assessorati coinvolti: Programmazione e Bilancio, Lavoro e Formazione, Agricoltura e riforma agropastorale, Sanità e Politiche sociali, Pubblica Istruzione e Lavori pubblici. Le risorse sono per la maggior parte di provenienza regionale (237,8 milioni), a seguire statali (59,4 milioni) ed europee (53,5 milioni). L’incontro con i giornalisti si è focalizzato anche su un secondo provvedimento adottato dall’esecutivo, connesso con il tema dell’inclusione sociale: il “Piano regionale 2016 per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati”. Il documento, che affronta in modo organico le problematiche connesse con il fenomeno, è frutto anch’esso di un lavoro congiunto di tutti i settori dell’amministrazione regionale coinvolti, coordinati da Angela Quaquero, delegata del Presidente per le questioni relative ai migranti.
La delibera organizza i numerosi interventi programmati lungo sei obiettivi generali (“Spendere in modo più efficace ed efficiente per garantire una protezione sociale adeguata e sostenibile”, con dotazione di 216,15 milioni di euro; “Lotta alla povertà” con 55,79 milioni; “Promuovere politiche per il sostegno e l’inclusione sociale” con 23,32 milioni; “Rafforzamento dell’economia sociale” con 8,69 milioni; “Supporto alle famiglie e alla genitorialità” con 27,95 milioni e “Sperimentare progetti di innovazione sociale” con 18,97 milioni). Ciascun obiettivo generale si articola a sua volta in obiettivi specifici, attuati da una serie di misure che, affidate ciascuna all’Assessorato di competenza, vanno a incidere sui vari ambiti in cui si declina la lotta alla povertà e l’inclusione sociale. Si va dagli interventi di carattere socio-sanitario a quelli rivolti all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, dal superamento del disagio abitativo al sostegno al welfare familiare. Il metodo della Programmazione unitaria, già adottato dalla Giunta nelle delibere “Priorità Lavoro” e “Priorità Scuola”, adottate nel 2015, permette di progettare e realizzare, attraverso il lavoro della Cabina di regia, un quadro organico di tutti gli interventi che la Regione mette in campo, con la possibilità di spendere in modo efficiente e organizzato le non poche risorse messe a disposizione e mappare i bisogni soddisfatti, evitando doppioni e ambiti non coperti.
Strettamente connesso con la delibera “Una società inclusiva” è il “Piano regionale 2016 per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati” che affronta in modo approfondito tutti gli aspetti connessi al fenomeno.
Il Piano affronta il tema del Soccorso e prima assistenza (su cui la Sardegna, insieme con la Toscana, ha avuto il riconoscimento da parte dell’Unione Europea come miglior pratica messa in campo), la Prima accoglienza, la Seconda accoglienza, Agricoltura sociale, il Sistema di accoglienza dei minori non accompagnati, la Salute dei migranti e la Mediazione interculturale. Un’ampia rosa di azioni (affidate nella loro esecuzione agli assessorati del Lavoro, Sanità, Agricoltura, Pubblica istruzione, Turismo e Enti locali, alla Direzione Generale della Protezione Civile e all’Agenzia regionale per il lavoro) che copre tanto i momenti iniziali dell’arrivo dei migranti nella Regione, quanto quelli successivi, nell’ottica di un percorso di assistenza immediata e poi di integrazione nella società sarda per coloro che intendono restare nell’Isola.

«Il Piano è all’insegna dell’unitarietà degli interventi e del coordinamento tra tutte le parti coinvolte a diverso titolo nel sistema dell’accoglienza – ha spiegato Angela Quaquero, delegata della Presidenza per le questioni relative ai migranti – e siamo tra le poche regioni ad essersi dotata di questo strumento. Per la prima assistenza, nella fase dell’accoglienza al momento dello sbarco, abbiamo avuto un importante riconoscimento a livello europeo come “buona pratica”, ora dobbiamo affrontare le criticità del secondo passaggio, del dopo sbarco, e per questo è fondamentale il ruolo dei mediatori culturali, per il quale l’assessorato del Lavoro ha predisposto un bando di selezione.»

 

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«La Regione sblocchi immediatamente le procedure per assegnare ai Comuni i fondi destinati al sostegno delle famiglie numerose. Si tratta di contributi regionali (Bonus famiglia) a favore di ciascun nucleo familiare residente in Sardegna, con un numero di figli a carico pari o superiore a quattro, con età compresa tra zero e 25 anni. Ma nonostante si tratti di dare una mano d’aiuto a chi realmente ha difficoltà economiche, e sebbene i fondi siano stati regolarmente iscritti nella Finanziaria 2016, gli uffici regionali competenti non hanno ancora provveduto a liberare le risorse.»

Lo scrive in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«I Comunì, intanto, si trovano costretti a fronteggiare le continue richieste di famiglie numerose sarde che aspettano il contributo, assegnato già in passato, fondamentale per le esigenze principali, nonché per sostenere la formazione dei figli – aggiunge Ignazio Locci -. Questi fondi, infatti, spesso sono stati impiegati per le spese necessarie a pagare gli studi, l’acquisto dei libri di testo o anche solo per contribuire alle rette mensili per le attività sportive.»

«Francesco Pigliaru e Luigi Arru, dunque, non si voltino dall’altra parte e accelerino le pratiche per mettere i Comuni nelle condizioni di erogare i fondi che, come detto, sono vitali nel bilancio familiare, soprattutto quando si tratta di nuclei con più di quattro figli. E non vorremmo – conclude Ignazio Locci – che si arrivasse a rinunciare all’università o allo sport soltanto perché la Giunta non adempie per tempo agli obblighi che ha con i sardi.»

Ignazio Locci 6 copia

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Luigi Arru 2

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, ha dato il via libera alle “Linee di indirizzo per l’adozione del nuovo Protocollo d’intesa tra Regione e le Università” e al Regolamento, con dotazione organica, dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna. Per quanto riguarda l’accordo Regione-Università, sono stati individuati gli obiettivi comuni alla base del nuovo Protocollo d’intesa: prima di tutto dovrà essere garantita la compatibilità tra l’organizzazione delle attività assistenziali e la sostenibilità dell’attività didattica e scientifica. In particolare, si prevede nell’allegato alla delibera, “la Regione dovrà garantire nella definizione degli indirizzi e nella approvazione degli atti aziendali, le attività assistenziali coerenti e necessarie allo svolgimento delle funzioni istituzionali di didattica e di ricerca dell’Università”.

Tra i punti inseriti nelle Linee di indirizzo c’è il riferimento ai posti letto necessari per consentire l’attività didattica, che saranno assegnati “sulla base degli indirizzi impartiti dalla programmazione regionale, dei vincoli imposti dalla normativa vigente in materia, nel rispetto degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”. Sarà, comunque, assicurato il rispetto del rapporto minimo tra studenti del Corso di Laurea di Medicina, specializzandi e posti letto (uno ogni tre studenti). Il Protocollo dovrà essere firmato entro il mese di giugno, fino ad allora varrà l’intesa siglata nel 2004.

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E’ in corso di svolgimento, nella sede del Seminario Arcivescovile di Cagliari, in via Mons. Cogoni 9, il 13° Congresso regionale delle Acli della Sardegna.

La giornata si apre con i saluti dell’arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio, ed entrerà nel vivo con la relazione del presidente delle Acli sarde Fabio Meloni. Seguiranno gli interventi dei rappresentanti istituzionali e dei delegati. E’ prevista, in particolare, la partecipazione del sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, dell’assessore regionale della Sanità e dell’assistenza sociale, Luigi Arru, dell’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, del senatore Silvio Lai e della deputata Romina Mura.

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La Giunta Pigliaru ha approvato nuove disposizioni sul contenimento della spesa per il personale delle Aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie. Con parziale modifica della delibera dello scorso settembre, che aveva bloccato il turn over, l’assessore Luigi Arru ha spiegato che in seguito al completamento del riordino del servizio sanitario regionale (a iniziare dalla riforma della rete ospedaliera), è necessario «rendere meno impattanti gli effetti prodotti con il blocco del turn over, consentendo alle Aziende almeno la sostituzione delle assenze per congedi di maternità negli ospedali, nei dipartimenti di salute mentale, in quelli di emergenza-urgenza. Queste sostituzioni di personale – afferma l’assessore Luigi Arru – non avranno più bisogno di una deroga da parte dell’Assessorato e, anche alla luce dei vincoli posti dalla normativa sui turni di lavoro (d.lgs n.66/2003), consentiranno di assicurare una migliore continuità dei servizi assistenziali».
La delibera sul contenimento della spesa per il personale, dello scorso 1 settembre, ha previsto il blocco parziale del turn over del personale dirigenziale dipendente o con altro rapporto di lavoro, consentendo la copertura dei posti nel limite del solo 50% (per medicina interna, pediatria, psichiatria, chirurgia generale, ginecologia e ostetricia, anestesia e rianimazione e igiene epidemiologia e sanità pubblica, per le quali il numero dei pensionamenti previsto per il prossimo quinquennio determinerebbe il rischio di pregiudizio del mantenimento dei livelli essenziali di assistenza); il blocco parziale del turn over del personale dipendente, o con altro rapporto di lavoro, consentendo la copertura dei posti nel limite del 20% del restante personale dirigenziale e del comparto del ruolo sanitario, professionale e per gli operatori socio sanitari che, a qualunque titolo, ha interrotto il rapporto di lavoro; la conferma del blocco totale del turn over del personale amministrativo e tecnico; il divieto di acquisizioni di personale tramite mobilità intercompartimentali, mobilità interaziendale ed extraregionali in entrata nell’ambito del comparto sanità, dell’area SPTA e dell’area medica e veterinaria, a esclusione della mobilità pre-concorsuale nei limiti dei precedenti punti 1 e 2 o autorizzata in deroga. Eventuali autorizzazioni in deroga possono essere concesse dall’Assessorato su richiesta delle singole Aziende, previa attestazione di inderogabili esigenze e del rispetto dei budget di spesa assegnati. Tali deroghe non possono in alcun caso superare il 10% del totale del personale in servizio nell’Azienda di appartenenza e nel relativo comparto.
Assessorato regionale della Sanità 6 copia

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Ospedale Microcitemico copia

Pazienti, familiari di pazienti, associazioni di tutela insieme agli operatori per fare buona  sanità in Sardegna. Non è un utopia ma una realtà che in Sardegna parte per la prima volta ed è destinata a cambiare radicalmente il modo di vedere tutto ciò che ruota attorno al pianeta salute. Un’alleanza voluta dall’assessorato della Sanità e messa in  piedi dall’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, in prima linea nel proporre un nuovo modello di sanità.

Si parte lunedì 11 aprile, alle 14.00, nell’Aula Thun dell’spedale Microcitemico a Cagliari, con la presentazione del progetto che prevede, innanzitutto, la formazione dei cittadini che si impegneranno in questa mission: 25 rappresentanti di altrettante associazioni.

L’obiettivo è informare e formare i rappresentanti di associazioni di pazienti e di tutela dei cittadini della Sardegna sui temi della salute e della sanità, sviluppando una rete di persone capaci di interloquire a livello regionale e locale, con il proposito di contribuire alla qualità delle cure, migliorare la gestione del rischio clinico e della sicurezza dei pazienti, favorire la comunicazione fra le strutture assistenziali e le forme associative dei malati, oltre che di facilitare un ruolo attivo e consapevole del paziente nella gestione del suo percorso di cura.

Presenteranno il progetto l’assessore della Sanità, Luigi Arru, il direttore sanitario dell’Aou di Cagliari, Oliviero Rinaldi, il Risk Manager dell’assessorato della Sanità, Rita Pilloni, e il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, Francesco Birocchi. Interverranno anche Paola Mosconi (Istituto Mario Negri),  responsabile per il progetto “Partecipasalute”, Riccardo Tartaglia, direttore Gestione rischio clinico della Regione Toscana, Salvatore Porcu, presidente Cittadinanza Attiva Sardegna e l’Ordine dei medici. 

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Ospedale Brotzu Cagliari 3

È iniziato ieri, in commissione Sanità, il percorso della riforma della rete ospedaliera promossa dall’Assessore regionale Luigi Arru. Un percorso che si preannuncia pieno di ostacoli e che rischia (forse per fortuna) di arenarsi a causa dei malumori interni alla maggioranza, tra campanilismi e lotte intestine. Per non parlare, poi, della bagarre cui assisteremo quando il Consiglio regionale si troverà a dover discutere (o digerire a denti stretti) l’Asur, la Asl unica per tutta la Sardegna, che non convince una buona fetta della maggioranza di centrosinistra. La Riforma della Sanità avviata dalla Giunta di Francesco Pigliaru è una rivoluzione di così ampia portata che necessita della maggiore convergenza possibile. Ed è chiaro a tutti che nel centrosinistra non è tutto rose e fiori e che trovare l’accordo, accontentando tutte le anime, non sarà una passeggiata.

Passi pure che fino a oggi la maggioranza, con una buona dose di arroganza, ha letteralmente ignorato tutti i suggerimenti provenienti dal centrodestra, ma non possiamo tralasciare che una riforma (per quanto quella proposta da Luigi Arru sia un disegno che fa accapponare la pelle) deve essere il più possibile condivisa e non può ridursi soltanto al frutto dei progetti personali di Arru e Pigliaru. Si tratta peraltro di un documento costruito sulla base di parametri nazionali che non considerano le particolari condizioni di assistenza sanitaria della nostra Isola. Ora inizia la vera discussione nella commissione competente e ci aspettiamo che vengano sentiti i rappresentanti dei territori e delle associazioni dei medici ospedalieri, con lo scopo di comprendere in maniera compiuta sia l’entità, sia le ripercussioni che avrà sul sistema sanitario la proposta targata Luigi Arru.

Quindi è auspicabile un momento di riflessione (magari ascoltando anche le opposizioni, che male non fa) senza obbligare la massima assemblea dei sardi ad accettare un progetto insano partorito con la calcolatrice senza considerare le reali esigenze dei sardi.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna