16 April, 2024
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Resterà aperto il tavolo sindacale a garanzia dei circa 650 lavoratori sardi interessati dalla vendita delle frequenze 5G da Tiscali a Fastweb. Nel corso dell’incontro che si è tenuto questa mattina a Roma il ministero per lo Sviluppo Economico ha accolto, infatti, la richiesta formulata dalle organizzazioni sindacali, in particolare della UilCom che alla fine di luglio aveva lanciato il grido d’allarme per la tutela dei lavoratori sardi di Tiscali. Il proseguo dei lavori è stato aggiornato al prossimo 23 ottobre perché è stato ritenuto opportuno un ulteriore confronto successivo all’apertura della procedura di cessione del ramo d’azienda ex. Art. 47 legge 428.

«E’ fondamentale che la procedura di cessione delle frequenze sia strettamente legata al piano di rilancio di Tiscali anche in sede ministeriale – ha spiegato al termine dell’incontro il segretario regionale della Uilcom Sardegna, Tonino Ortega – auspichiamo che con il supporto del MISE e di tutti i soggetti coinvolti siano messe in atto le massime garanzie per le 650 famiglie sarde. E’ comunque inspiegabile – ha aggiunto Ortega – l’assenza della Regione Sardegna che a tutt’oggi, nonostante varie sollecitazioni, continua il suo assordante silenzio

Durante l’incontro al MISE – richiesto dalle OOSS nazionali il 31 luglio – i rappresentanti di Tiscali hanno ribadito la valenza dell’accordo precisando che non stravolgerà le linee di business aziendali (Tiscali continuerà a vendere anche servizi Fixed wireless access) e che i 150 milioni saranno dedicati essenzialmente allo sviluppo del piano industriale. Dal canto loro i rappresentanti di Fastweb, dopo aver evidenziato l’importanza strategica dell’avvio anticipato delle frequenze 5g, hanno precisato che Tiscali avrà accesso alla rete Fastweb (che ha la potenzialità di raggiungere 18 milioni di utenze), compreso il futuro accesso alla nuova rete 5g, i cui costi resteranno per intero in carico a Fastweb. Tutto ciò, insieme alle risorse finanziarie previste dall’accordo, consentirà a Tiscali un vantaggio competitivo che potrebbe garantirgli così la permanenza nel mercato delle TLC.  

Pierpaolo Mischi, segretario nazionale Uilcom, ha evidenziato due aspetti. Il primo di carattere procedurale, richiedendo che il ministero e l’AGCOM si facciano garanti affinché ci sia massima chiarezza e trasparenza sulla legittimità giuridica dell’operazione di cessione delle frequenze. Sul piano sindacale il segretario nazionale Uilcom ha ribadito che la preoccupazione reale riguarda la fase successiva all’accordo, per cui ha richiesto al rappresentante del ministro Luigi Di Maio, l’avvocato Marco Bellezza, che il ministero segua la vicenda accompagnando l’intero percorso già in sede di procedura di cessione di ramo d’azienda. «Siamo molto preoccupati dell’aspetto occupazionale – ha detto Pierpaolo Mischi – c’è in gioco il futuro di 680 famiglie, peraltro su territori già labili sul piano occupazionale, quali quello di Cagliari e Perugia».    

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«Non è cambiato nulla. Nemmeno con il tanto declamato “Governo del cambiamento”. Ci dispiace apprendere che il ministro della Cultura Alberto Bonisoli utilizzi il proprio ruolo istituzionale per  incontrare il candidato alla presidenza della Regione Sardegna del Movimento 5 stelle Mario Puddu, e “parlare”, insieme, di programma politico. Ci è voluta la prima visita istituzionale per dimostrare che stanno iniziando le passerelle del Movimento 5 stelle. Certo, Luigi Di Maio ha sempre sostenuto che il “governo del cambiamento” sarebbe stato più vicino alle amministrazioni comunali. Ma non ci aspettavamo che intendesse vicini alle amministrazioni amiche. È la solita cultura, in sostanza. Quella degli amici.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco. 

«Il Ministro, infatti, è stato in Sardegna in occasione della Festa del Redentore di Nuoro e, dopo aver speso tante belle parole sulla manifestazione, ha ben pensato, già che c’era, di incontrare i pentastellati sardi, che sono impegnati nella redazione del programma elettorale in vista della prossima tornata regionale – ha aggiunto Ignazio Locci -. Se il Movimento 5 stelle intende utilizzare i ruoli di governo per lanciare la campagna elettorale a Mario Puddu, ce lo dica subito. Almeno sappiamo cosa aspettarci nei prossimi mesi e, soprattutto, come interpretano i ruoli istituzionali i nuovi politici del “movimento”.»

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Per rilanciare il polo industriale di Ottana è necessario che il ministero dello Sviluppo economico istituisca un tavolo di confronto istituzionale con la multinazionale Indorama e il Gruppo Clivati, con l’obiettivo di discutere le possibili condizioni per una ripartenza degli impianti del Pet, chiusi dal 2014 e i cui lavoratori sono stati licenziati lo scorso anno. Lo chiede al ministro del Lavoro e delle Attività produttive, Luigi Di Maio, il senatore Cinquestelle Emiliano Fenu, con una interrogazione che è stata sottoscritta anche dagli altri rappresentanti isolani a Palazzo Madama Vittoria Bogo Deledda, Elvira Evangelista, Ettore Licheri e Gianni Marilotti. L’interrogazione sollecita inoltre il vicepremier perché si ricerchino per il polo industriale del centro Sardegna «soluzioni alternative, anche considerando le richieste avanzate dai lavoratori di Ottana Polimeri».

Nell’interrogazione si ricorda come il confronto istituzionale era stato sollecitato dai lavoratori di Ottana già nel 2015 con una lettera (rimasta senza risposta) inviata all’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi e dove si chiedeva «di convocare tempestivamente un tavolo governativo di discussione per addivenire a una soluzione che potesse scongiurare la chiusura degli impianti».

Per Emiliano Fenu e i suoi colleghi anche la condotta delle imprese private ha «messo seriamente in crisi il futuro di lavoratori altamente specializzati, delle loro famiglie e di un territorio, il Nuorese, martoriato dalla perdita di migliaia di posti di lavoro nei comparti della chimica e del tessile». Per questo motivo «sarebbe necessario intervenire con urgenza per creare le condizioni di un rilancio dell’industria ad Ottana salvaguardando i lavoratori coinvolti ed evitando la partenza di altri migranti sardi che non vedono più possibilità di sbocco nella loro regione».

Nell’interrogazione si ripercorrono le vicissitudini del polo industriale di Ottana, con la nascita del complesso, la successiva privatizzazione e l’attività dell’unica fabbrica di Pet presente in Italia. Il Pet, «è la materia prima delle bottiglie di plastica, principalmente usate per l’acqua minerale e contenitori alimentari; una produzione che in tutta Europa è crescente, florida e in continua espansione». Tuttavia «dal marzo 2014 Ottana Polimeri è chiusa, mentre la società Indorama ha continuato la propria espansione in altri Paesi europei (Spagna, Portogallo, Olanda, Polonia, Lituania) e in Medio Oriente, Turchia e Egitto».

L’interrogazione ricorda come «negli ultimi quattro anni gli ex lavoratori della società hanno tentato di sensibilizzare in ogni modo le istituzioni, sia regionali che nazionali, affinché fossero convocati con urgenza la società Indorama ed il Gruppo Clivati per instaurare un tavolo tecnico per discutere sulle possibilità di riavvio degli impianti. Tuttavia, nel silenzio totale delle istituzioni, a settembre 2017, è stata tolta ai dipendenti ogni speranza a causa del loro licenziamento».

 

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Assessorato Lavoro


La proroga degli ammortizzatori sociali è subordinata all’autorizzazione all’utilizzo dei fondi da parte del ministero del Lavoro. L’Amministrazione regionale, che ha da tempo inviato gli elenchi dei beneficiari, ha più volte sollecitato la verifica ministeriale della compatibilità finanziaria degli elenchi rispetto alla somma stanziata. 

Lo ha detto ieri l’assessore  regionale del Lavoro, Virginia Mura, nel corso dell’incontro avuto con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, UIL e CUB dei lavoratori delle due Aree di crisi complessa (Sulcis e Porto Torres), per riferire sullo stato di attuazione del decreto legge, emanato lo scorso 8 maggio dal Governo Gentiloni, che riserva per le sole Aree di crisi complessa dell’Isola 9 milioni di euro per i trattamenti di mobilità in deroga per il secondo semestre del 2018.
«L’ok definitivo – ha spiegato l’assessore del Lavoro – come è stato confermato per le vie brevi della competente Direzione generale del ministero del Lavoro, dovrebbe arrivare a breve. Nella quotidiana interlocuzione con il Ministero abbiamo capito quali sono state le difficoltà di ordine contabile che ha dovuto affrontare l’Amministrazione statale. Prima di procedere con la spesa dei 9 milioni di euro stanziati con un decreto ad hoc per le due aree di crisi complessa sarde, la competente Direzione generale ha dovuto verificare che non vi fossero residui di spesa di somme assegnate da precedenti decreti, che hanno finanziato le aree di crisi di tutta Italia. È stato obbligatorio chiudere la partita precedente per aprire quella nuova. Gli uffici dell’assessorato hanno già anticipato la predisposizione degli atti da inviare all’Inps per l’erogazione delle indennità.»

«Il problema della proroga dei trattamenti nel 2019 – ha concluso Virginia Mura – è stato già rappresentato al ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, che ha preso l’impegno di attivarsi.»

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Chi pensava di aver già visto e sentito tutto nel panorama politico italiano, dalla 1ª alla 2ª e fino alla 3ª Repubblica – che secondo alcuni – sarebbe nata con il terremoto politico del 5 marzo che ha portato al Governo M5S-Lega, sarà rimasto sicuramente sorpreso e – a seconda del lato da cui si valuta l’episodio – deluso. Il caso del deputato “grillino” Andrea Mura, 52 anni, skipper di grande prestigio internazionale, presente alle sedute di Montecitorio solo per il 4% delle votazioni, sollevato dal forzista Ugo Cappellacci (con il quale lo stesso Andrea Mura aveva avuto uno scontro al momento dell’accettazione della candidatura alla Camera per il Movimento 5 Stelle, dopo che l’ex presidente della Regione annunciò che Andrea Mura gli aveva chiesto la candidatura per Forza Italia in un collegio sicuro, richiesta non soddisfatta ma poi smentito dal velista), ha raggiunto, com’era prevedibile ed inevitabile, grande clamore a livello nazionale e non solo.

La giustificazione data da Andrea Mura, attraverso un’intervista rilasciata a “La Nuova Sardegna”, alla sua mancata partecipazione alle sedute della Camera, ha lasciato tutti – anche i colleghi del M5S – senza parole. A suo dire, sarebbe stato chiaro ai vertici del M5S fin dal momento in cui ha accettato la candidatura, che la sua interpretazione dell’incarico di parlamentare sarebbe stata assolutamente originale, con rare presenze in Aula, in particolare durante i lavori di Commissione – perché impegnato nelle sue traversate transoceaniche, con l’originale ruolo di “ambasciatore della Camera nella battaglia per la salvezza degli Oceani”.

Su Andrea Mura si è scatenato un vero e proprio terremoto. Inevitabili le critiche delle opposizioni, ma i giudizi più severi sono forse quelli arrivati dai suoi stessi colleghi di partito, ad iniziare dal leader e vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio che ha detto: «Non dovrebbe, doveva già dimettersi». «Le sue sono dichiarazioni – ha aggiunto Luigi Di Maio – non solo sono inaccettabili, ma bisogna considerare che i parlamentari, incluso io, sono dei privilegiati, hanno un lavoro da privilegiati con uno stipendi da privilegiati. Sono i primi che devono stare chiusi lì dentro, alla Camera e al Senato, a lavorare sulle leggi e sui provvedimenti per migliorare la qualità della vita degli italiani.»

Altrettanto duro il commento dell’altro leader del M5S, Alessandro Di Battista.

«Ho apprezzato la presa di posizione del Movimento sul suo parlamentare assenteista che sostiene si possa fare politica in barca. Ci andasse pure in barca, senza essere parlamentare e restituendo gli stipendi che si è preso fino ad oggi senza aver lavorato adeguatamente – ha scritto in un post sul blog delle Stelle -. Difendere la propria forza politica ad ogni costo è da idioti, non da cittadini sovrani.»

Su Andrea Mura sono piovute anche le ire del Codacons che lo ha denunciato alla Procura di Roma con la richiesta di procedere penalmente nei sui confronti, ipotizzando il reato di peculato.

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trasporto aereo, voli, trasporti

Continua il pressing della Regione contro il trasferimento di 51 lavoratori di Air Italy da Olbia a Malpensa.

Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore dei Trasporti Carlo Careddu hanno scritto ai ministri dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e delle Infrastrutture Danilo Toninelli e all’ambasciatore del Qatar in Italia Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki Al Jehani.

Agli esponenti del Governo la Giunta rinnova la richiesta di una convocazione urgente del tavolo di crisi, alla presenza della Regione, degli stessi ministri, dei rappresentanti della compagnia aerea e delle organizzazioni sindacali «per contrastare la volontà di Air Italy di trasferire personale e funzioni amministrative nello scalo di Malpensa con l’inaccettabile delocalizzazione di ben 51 unità lavorative dalla Sardegna alla Lombardia».

«Tale riorganizzazione – sottolineano Francesco Pigliaru e Carlo Careddu – non è coerente con gli impegni assunti anche di recente dalla Compagnia aerea in sede di discussione del piano industriale ed appare del tutto immotivata, in considerazione del fatto che molte attività, al pari delle migliori esperienze internazionali, possono essere realizzate da remoto, in Sardegna,. anche al servizio di altri hub.»

«L’incontro richiesto, oltre ad avere l’obiettivo di evitare l’ipotesi di delocalizzazioni della Compagnia dalla Sardegna consentirà – spiegano il presidente della Regione e l’assessore dei Trasporti – di affrontare il tema della corretta applicazione ed esecuzione degli obblighi assunti nel giugno 2016 nei confronti dei lavoratori e in particolare modo, degli impegni assunti dal management nel corso degli incontri tenuti con la Regione sul mantenimento e sul potenziamento delle proprie attività in Sardegna.»

Nella lettera indirizzata ad Abdulaziz Bin Ahmed AI Malki AI Jehani, ambasciatore del Qatar in Italia, viene chiesto un incontro urgente con i vertici di Qatar Airway, in qualità di azionista di Air Italy, per discutere il tema del trasferimento dei lavoratori nello scalo di Malpensa.

Francesco Pigliaru e Carlo Careddu nella missiva ricordano che «gli ultimi due incontri che si sono tenuti di recente con il management di Air Italy e le successive comunicazioni scritte non sono state rassicuranti consolidando la percezione diffusa in Sardegna di scelte orientate alla delocalizzazione della Compagnia. Eppure, l’acquisizione del 49 % del capitale sociale di Meridiana da parte di Qatar Airways aveva indotto a ritenere che il percorso di ristrutturazione dell’azienda, dovuto anche al sacrificio enorme di molti lavoratori nel frattempo licenziati, avrebbe finalmente inaugurato una stagione nuova con ricadute importanti dal punto di vista economico e sociale».

Le due lettere sono state precedute da altre missive indirizzate ai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli e da interlocuzioni con i vertici della compagnia aerea.

Lo scorso 6 luglio il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Carlo Careddu hanno incontrato, a Villa Devoto, i rappresentanti di Air Italy per ribadire che «la Giunta non è disposta a tollerare il trasferimento dei 51 addetti da Olbia a Malpensa».

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«Con la Giunta Pigliaru la Sardegna ha fatto il passo del gambero su tutti i fronti: l’economia è peggiorata e siamo tornati nell’obiettivo 1 della Ue, l’offerta di lavoro è insufficiente, il ciclo formazione/istruzione ha fallito nonostante l’impiego di risorse ingenti.»

Lo ha dichiarato la capogruppo di Forza Italia Sardegna Alessandra Zedda in un incontro organizzato dal partito sui temi del lavoro al quale hanno preso parte il prof. Severino Nappi, responsabile del settore Mezzogiorno, il sen. Emilio Floris componente della commissione Lavoro ed il consigliere regionale Stefano Tunis.

Alessandra Zedda ha quindi espresso la sua profonda preoccupazione per il futuro della Sardegna perché, a fronte dei dati fortemente negativi della Regione, «i recenti provvedimenti del governo nazionale come il c.d. Decreto dignità rischiano di determinare una ulteriore battuta d’arresto dell’economia».

«A 10 anni dalla crisi del 2008 – ha osservato il consigliere Stefano Tunis – la situazione della Sardegna presenta un saldo prima/dopo molto negativo con il calo verticale degli occupati nell’industria e nell’edilizia ed una live ripresa solo nel settore dei servizi». Questo significa due cose: «Che non siamo stati in grado di intercettare nemmeno i segnali minimi di ripresa e che, al netto delle 30.000 persone che andranno in pensione ogni anno, scenderemo ben presto al di sotto della soglia dei 500.000 occupati».

Il prof. Severino Nappi si è poi soffermato in particolare sulle conseguenze del decreto dignità sull’economia meridionale, affermando che «dopo gli sprechi di Renzi le elezioni politiche hanno trasmesso al Sud il messaggio negativo che ci può essere un reddito (di cittadinanza) senza lavoro, e con il nuovo decreto ci sarà ancora meno lavoro mentre il reddito è già scomparso nel nulla. Siamo preoccupatissimi per il futuro dei 20 milioni di italiani del Sud e delle Isole – ha aggiunto – perché se è chiaro che non possono vivere di assistenza è altrettanto vero che non possono accontentarsi di pizza e mare ma serve un grande progetto di sviluppo delle competenze e di potenziamento dei ciclo istruzione/formazione».

Il senatore Emilio Floris ha annunciato il massimo impegno del partito, a partire dall’incontro fissato per domani con il ministro Luigi Di Maio, per cambiare il decreto in due punti significativi: l’aumento del termine da 24 a 36 mesi per la trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato e la reintroduzione dei voucher. «Il primo intervento – ha spiegato – è di buon senso perché aderisce ai fondamentali dell’economia che adesso e in prospettiva indicano una quota maggioritaria di contratti a tempo determinato, il secondo viene incontro alle esigenze di alcuni settori in crescita, come agricoltura e turismo, che possono consolidare più di altri alcuni segnali di ripresa». Il dato di fondo, ha detto, infine, «è che non si può creare lavoro per legge, mantenendo oltretutto (come fa il decreto) una inaccettabile disparità fra privato, obbligato a trasformare i contratti entro 24 mesi a pena di sanzioni, ed il pubblico dove tutto rimane come prima».

«Nell’incontro con Luigi Di Maio – ha concluso Emilio Floris – parleremo anche dei siti di Porto Torres e Portovesme, luoghi simbolo di una Sardegna più povera che ha bisogno di credere in un futuro concreto.»

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L’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, ha incontrato oggi a Roma il neo ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. All’incontro, presenti anche gli assessori del Lavoro delle altre regioni italiane, l’esponente della Giunta Pigliaru ha illustrato i contenuti e i risultati raggiunti dalla Sardegna grazie alla legge 9 sulla Riforma dei servizi e delle politiche del lavoro, elaborata dall’esecutivo e approvata dal Consiglio regionale nel 2016.
«Abbiamo esposto al neo ministro i risultati eccellenti ottenuti all’indomani dell’approvazione della Riforma: dalla creazione dell’ASPAL alla stabilizzazione dei precari, passando per il rafforzamento ed il nuovo ruolo dei Centri per l’impiego – ha detto l’assessore Virginia Mura -. La Regione Sardegna sta offrendo servizi importanti, all’avanguardia in Italia, sul fronte delle politiche attive del lavoro.» 
«Abbiamo inoltre evidenziato – sottolinea l’assessore del Lavoro – che tale Riforma è stata realizzata con fondi regionali. Per questo motivo, non rivendichiamo ulteriori risorse da destinare a tali interventi ma chiediamo con forza che ulteriori stanziamenti vadano indirizzati a favore degli ammortizzatori sociali. Non solo per le aree di crisi complessa ma anche per le aree di crisi non complessa e per tutte quelle zone della Sardegna dove si registrano situazioni di sofferenza da parte dei lavoratori espulsi dai processi produttivi.»

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«Si proceda con le assunzioni nel rispetto di quanto previsto negli accordi ministeriali e regionali. I lavoratori ex Alcoa sono patrimonio umano e di competenze, elemento fondamentale del complesso industriale di Portovesme, che la Sider Alloys si è impegnata a rilanciare. Loro sono stati protagonisti in ogni singola fase della lunga battaglia che ha condotto, finalmente, nello scorso febbraio a firmare il Patto fra nostro Governo, Syder Alloys e Organizzazioni sindacali. E rispetto a quel Patto non si torni indietro.»

Lo scrive, in una nota, Romina Mura, deputata del Partito democratico.

«Invito il ministro Luigi Di Maio a schierarsi dalla parte dei lavoratori e del Sulcis, in cui spesso lui e i suoi sono venuti a vendere come oro la chiusura degli impianti industriali, a non disperdere il prezioso lavoro fatto, a riguardo, da Carlo Calenda suo predecessoreA dimostrare coi fatti e con le azioni che i lavoratori vengono prima di tutto. D’altro canto – conclude la deputata del Partito democratico – i lavoratori ex Alcoa non chiedono la luna, né tantomeno il reddito di cittadinanza, vogliono semplicemente riprendere a lavorare e a produrre. Così come era stato pianificato.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la risoluzione della Quarta Commissione sulla vicenda Air Italy. Il presidente Ganau ha aperto la seduta con la commemorazione dell’on. Gesuino Muledda, scomparso ieri a 76 anni. Nato a Oniferi, laureato in lettere, Muledda per oltre cinquant’anni è stato uno dei protagonisti della vita politica sarda, dapprima da apprezzato sindaco di Gairo. Poi il salto: consigliere regionale del Pci nella VII e poi ancora per altre tre legislature oltre che assessore regionale nella giunta di Franco Rais e poi nelle giunte di Mario Melis. Alla fine degli anni ’90 l’approdo, sempre da sinistra, sulle rive del sardismo fino alla costituzione del Partito Rossomori.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere Edoardo Tocco ha poi ricordato che «oggi si sarebbe dovuta tenere l’audizione dei parenti dei pazienti della clinica di Decimomannu. Ma vista l’urgenza e i trasferimenti continui dei pazienti chiedo che al presidente Ganau che si faccia carico di incontrarli». Il presidente Gianfranco Ganau ha accolto la richiesta.

Sempre sull’ordine del lavori, l’on. Franco Sabatini (Pd) ha sollevato il problema dei trasporti marittimi: «Siamo in piena stagione turistica e il trasporti marittimi soffrono di grandi difficoltà. Mi preme segnalare che è negato il diritto alla mobilità dei sardi e i prezzi per i turisti sono troppo alti. Per questo chiedo se non sia il caso di valutare la convocazione sul punto di una conferenza dei capigruppo e una convocazione straordinaria del Consiglio da dedicare soltanto a questo tema, addirittura anche a Olbia che è un luogo simbolo di questo problema. Ci sono responsabilità di questa maggioranza ma c’è una responsabilità diffusa nel tempo che ci costringe a costruire un percorso comune, tutte le forze politiche insieme».

L’on. Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti) ha ribadito la necessità di «intervenire presso il ministro dei Trasporti perché rischiano di sparire i noleggiatori di imbarcazione con conducente» mentre per l’on. Francesco Agus (Cps) «non è più possibile andare in ordine sparso in questa materia. Se abiti un’isola hai l’obbligo di farti amico il mare e mai come in questo periodo il mare ci sembra ostile. Mi accodo alla proposta dell’on. Sabatini».

Favorevole anche il gruppo dei Riformatori sardi con l’on. Michele Cossa. «E’ un tema strategico, non possiamo non aderire». Sì anche dal sardista on. Angelo Carta: «Il Consiglio regionale prenda in carico il problema e produca risultati concreti». Per Forza Italia è intervenuto l’on. Giuseppe Fasolino: «Non possiamo non essere d’accordo con la proposta Sabatini e mi trattengo a sforzo nel non criticare il fatto che sono passati quattro anni e mezzo prima di certificare il fallimento di questa modello di continuità territoriale». La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto: «Non ci siamo mai sottratti davanti a un problema ma deve essere chiaro che per tutto questo tempo avete tenuto in ostaggio i sardi, impedendo loro di relazionarsi con il resto del mondo».

Per l’Udc l’on. Gianluigi Rubiu ha «condiviso la proposta dell’on. Franco Sabatini. Oggi l’Unione Sarda evidenzia che la Corsica ha 4 volte il numero di aerei e navi pagati dalla Francia, nonostante la popolazione sia di poco superiore alle 350 mila persone. Mi sembra che non ci sia nulla da aggiungere perché si tratta di un’offesa al popolo sardo».

Favorevole al dibattito sui trasporti anche il gruppo Fratelli d’Italia. «E’ l’occasione buona per fare il punto sulla situazione dei trasporti, ricordo che due anni fa dal palco della Leopolda fu annunciato che i sardi avrebbero pagato soltanto 14 euro in nave. Mi risulta che i prezzi siano ben altri», ha detto l’on. Gianni Lampis.

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) «è giusto, anche simbolicamente, tenere il Consiglio regionale straordinario a Olbia perché è la città simbolo di questo sfascio e dello sfascio di Air Italy, senza che la regione controlli e impedisca il danno che subiscono i sardi».

Dello stesso avviso anche l’on. Pietro Cocco, capogruppo Pd: «La richiesta dell’on. Sabatini aveva il senso di evidenziare il problema. Ma il problema esisteva da molto, non è recente di sicuro. Cosa dire della flotta sarda, quando fallì miseramente? Nessuno qui può sollevare la voce, troviamo un momento di unità e in un luogo simbolico». 

Il capogruppo Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha puntato il dito contro le dichiarazioni del capogruppo Pd («dà sempre le colpe agli altri») e ha lamentato la mancata convocazione in sede di Consiglio dei ministri del presidente della Regione sulle questioni di interesse regionale. L’esponente della minoranza ha criticato anche l’atteggiamento politico tenuto dalla Quarta commissione consiliare in occasione dell’audizione con Cin-Tirrenia («sono stati trattatati con i guanti, è una vergogna!»). Giuseppe Meloni (Pd) ha auspicato una forte unità delle forze politiche presenti in Consiglio sul tema chiave dei trasporti ma e si è detto contrario alla convocazione dell’assemblea in seduta straordinaria a Olbia.

Il presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas (Pd) ha quindi illustrato la risoluzione approvata in commissione «sulle problematiche legate al rispetto agli accordi da parte della compagnia aerea Air Italy». Antonio Solinas ha ricordato la decisione unilaterale della compagnia con sede a Olbia, acquisita dalla Qatar Airways, di trasferire altri 51 lavoratori del settore amministrazione dalla Sardegna a Malpensa. «Con tale decisione – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – il management si  dimostra inaffidabile e disattende gli accordi a suo tempo sottoscritti con il governo». La risoluzione impegna la Giunta regionale proseguire con la richiesta della convocazione di un “tavolo di crisi ex Meridiana” e a richiedere la corretta applicazione degli impegni  assunti con l’accordo del 2016 nei confronti dei lavoratori e per il potenziamento delle attività in Sardegna. Un ulteriore impegno è rivolto ai parlamentari sardi per chiedere al governo il rispetto degli accordi che prevedono la permanenza in Sardegna delle attività della compagnia Air Italy.

L’assessore dei Trasporti, Carlo Careddu, ha ricordato la complessa trattativa per il passaggio del pacchetto di controllo dell’ex compagnia Meridiana alla Qatar Airways e i diversi incontri con i nuovi vertici della compagine qatarina per scongiurare qualunque forma di delocalizzazione e ribadire l’impegno per lo sviluppo delle attività della ex Meridiana in Sardegna e soprattutto a Olbia. L’assessore ha quindi riaffermato la volontà della Giunta perché siano rispettati accordi e impegni assunti con i lavoratori e la Regione ed ha confermato l’incontro, nella giornata di domani, a Roma, con il neo ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.

A favore della risoluzione si sono espressi il consigliere Angelo Carta (Psd’Az-La Base) e il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu («i trasferimenti di Cin-Tirrenia e Air Italy sono un’offesa per i sardi»). Favorevole anche il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino; il capogruppo Psd’Az-La Base, Gaetano Ledda e il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta che ha criticato apertamente l’operato del ministro dello Sviluppo e vice premier, Luigi Di Maio. Hanno preannunciato disco verde anche Luigi Crisponi (Riformatori sardi), Giuseppe Meloni, Pd («il cambio del governo non può significare un cambio di rotta sugli accordi fatti con Air Italy»); Marco Tedde, Fi, («ci sarebbe piaciuto riscontrare le sensibilità che si registrano oggi anche quando Ryanair ha abbandonato il Nordovest») e Gianni Lampis, Fratelli d’Italia («dobbiamo interrogarci anche sul fatto del perché la Sardegna sia considerata non idonea a garantire competitività a Air Italy»).

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, favorevole, ha sottolineato l’ampiezza del mandato conferito all’assessore Carlo Careddu, relativo cioè alla dignità della comunità regionale, non solo quindi la rivendicazione del rispetto di un contratto ma la riaffermazione della dignità della Sardegna che vuole svolgere nel panorama europeo ed internazionale il ruolo naturale di hub dei trasporti.

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, riprendendo le argomentazioni di Congiu, ha affermato che domani l’assessore «porta a Roma il diritto dei sardi alla mobilità contro ogni delocalizzazione di cui purtroppo è piena la storia recente dei rapporti fra grandi imprese e la Sardegna; il governo nazionale ha annunciato provvedimenti contro le delocalizzazioni ed ora avrà l’occasione di dimostrare questa sua volontà, mentre la Sardegna dovrà battere i pugni sul tavolo con la forza della Sardegna unita».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha ricordato che il personale sardo ha fatto tanto per Meridiana, compagnia che per i sardi negli anni è sostanzialmente diventata la compagnia di bandiera; «oggi il mondo dei trasporti è cambiato e l’azienda ha strategie diverse, e forse in materia di trasporti non siamo molto credibili perché altrimenti non saremmo a questo punto, comunque il mandato pieno dà all’assessore la forza di invertire finalmente questa tendenza negativa».

Sempre per Forza Italia il consigliere Antonello Peru ha accusato Air Italy di essersi rimangiata «quello che aveva detto e scritto nei tavoli dell’accordo per salvare Meridiana e la Sardegna deve costruire perciò le condizioni perché le società private abbiano interesse ad insediarsi ed a restare in Sardegna, dicendo però basta ai vertici Ue che bloccano la continuità aerea ed allo stallo dei trasporti marittimi». «Battere i pugni sul tavolo sì – ha aggiunto – ma purché cessino i litigi interni, come si sta facendo sulla legge urbanistica che invece contiene messaggi importanti per rilanciare vocazioni storiche della Sardegna come turismo ed agricoltura; anche questo significa stimolare le imprese a scegliere la Sardegna».

Ancora per Forza Italia il consigliere Stefano Coinu, favorevole, ha detto che «il mandato per l’assessore va oltre la vertenza per arrivare alla continuità territoriale mancata cioè per cambiare una politica che cura il male senza aggredire i sintomi; Air Italy è una società privata e gli strumenti a disposizione della Regione non sono tanti al di là del convincimento, ma resta centrale il dovere di assumere davanti ai Ministeri un atteggiamento forte per ricordare la necessità di tutelare il diritto della Regione ad essere considerata al pari delle altre». «La delocalizzazione dalla Sardegna verso il continente – ha concluso – è per molti aspetti uguale a quelle che colpiscono l’Italia e vanno contrastate».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la risoluzione che il Consiglio ha approvato all’unanimità con 45 voti.

Successivamente l’Assemblea ha iniziato la discussione della Proposta di legge n. 508 (Lotto e più) in materia di turismo.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha annunciato il ritiro della sua firma dalla proposta perché, ha spiegato, «sono venuti meno alcuni principi di riferimento».

Ritiro della firma anche da parte di Luigi Crisponi, dei Riformatori, che si è riservato di motivare il suo dissenso, del capogruppo del Psd’Az Gaetano Ledda, di Mariano Contu e Marco Tedde di Forza Italia. Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, invece, ha aggiunto la sua firma alla proposta.

Il consigliere del Pd Piero Comandini, sostenendo le ragioni del progetto di legge, ha affermato che «si tratta di dare gambe  alla legge regionale 16 sul turismo prevedendo un ruolo incisivo per i privati, peraltro richiesto dalle imprese di settore che rischiano risorse proprie». «La nuova classificazione alberghiera molto discussa in conferenza Stato-Regioni – ha concluso – può essere una risposta ulteriore alla domanda degli operatori turistici consentendo a realtà residenziali ed alberghiere di convivere in uno stesso Comune, per diversificare l’offerta».

Luigi Crisponi, dei Riformatori sardi, ha dichiarato che il ritiro della sua firma è dovuto ad alcune parti non convincenti della legge, «che appare adatta a Regioni come Emilia Romagna, Veneto o Trentino Alto Adige, molto diverse dalla nostra; in pratica ogni destinazione alberghiera può venire a cadere aprendo la strada a speculazioni di seconde case occulte, con camere di hotel che si trasformano in quote condominiali, insomma in Sardegna c’è un rischio grave di distorsioni».

Il consigliere di Fdi Gianni Lampis ha affermato che  i problemi della legge nascono «dal conflitto di competenze mai risolto fra Stato e Regioni in materia di turismo e sarebbe meglio arrivare ad una competenza concorrente, definendo la cornice a livello centrale e lasciando alla Regioni la normativa di dettaglio». «Le preoccupazioni di Crisponi devono richiamare la nostra attenzione – ha aggiunto – ma è pur vero che non bisogna cedere alla paura e che per certi aspetti la norma può aiutare le realtà più deboli migliorando l’esistente, recuperando porzioni dei centri storici e dando più liquidità ad imprenditori che potrebbero trovare opportunità di crescita e di posizionarsi sul mercato».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sottolineato che la scelta di ritirare la firma nasce «dalla consapevolezza che una nuova struttura turistica potrebbe determinare contraccolpi negativi sulla realtà regionale e del resto non è una novità che ogni volta che la Sardegna legifera in materia di turismo e trasporti sbaglia, perché non si tratta di adeguarsi ad una evoluzione naturale della normativa nazionale di settore quanto di applicabilità, posto che i privati vanno coinvolti con procedure ad evidenza pubblica che però non possono essere attivate perché mancano i provvedimenti attuativi, attesi da un anno e ancora non emanati dalla Giunta». Tedde si poi espresso in modo molto critico sul recente bando per la destagionalizzazione «per il quale si è partiti a luglio scorso per fare in fretta ma non è accaduto nulla ed il bando è sostanzialmente fermo mentre qualche compagnia comincia a minacciare l’abbandono e poco fa, ad Alghero, si è dimesso il direttore generale dell’aeroporto:  significa che il problema c’è eccome».

Al termine dell’intervento di Marco Tedde, il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio per domattina alle 10.00.