25 April, 2024
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Teatro Centrale Carbonia copia

Le meravigliose invenzioni del “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare rivivono nell’immaginifica rilettura dell’opera del Bardo firmata da Ruggero Cappuccio, in cartellone – in prima regionale – martedì 1 marzo alle 21 al Teatro Comunale di Sassari,  poi mercoledì 2 marzo alle 21.00 al Cine/Teatro Olbia di Olbia, giovedì 3 marzo alle 21.00 all’Auditorium dell’Istituto Tecnico Lorenzo Mossa di Oristano e, infine, venerdì 4 marzo alle 20.45 al Teatro Centrale di Carbonia per la stagione de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare della Sardegna.

Sotto i riflettori Isa Danieli e Lello Arena – novelli Titania e Oberon, ovvero la Regina e il Re delle Fate che «nel perimetro simbolico della sala di un antico palazzo napoletano» creano una partitura onirica, «una drammaturgia di capricci e smanie», governando i destini degli uomini come in una sorta di teatro dei burattini, tra amori e disamori, fughe e inseguimenti, in cui trionfa l’ironia, con una punta di struggimento, appena un velo di malinconia.

L’originale mise en scène della celeberrima commedia shakespeariana – prodotta dell’Ente Teatro Cronaca e Vesuvioteatro – con la regia di Claudio Di Palma, le scenografie di Luigi Ferrigno e i costumi di Annamaria Morelli, e impreziosita dalle musiche di Massimiliano Sacchi e dai burattini di Selvaggia Filippini, trasporta in una dimensione fantastica, a metà tra vita e sogno, la complicata trama di un matrimonio segreto, con il simbolico attraversamento del bosco, che s’intreccia ai preparativi per le nozze regali di Teseo con l’amazzone Ippolita.

Nel cast – accanto agli istrionici Isa Danieli e Lello Arena, che incarnano i due protagonisti (artefici delle sorti del quartetto dei giovani innamorati, come delle notturne metamorfosi di uomini in animali e della futura felicità coniugale dei sovrani di Atene) – spicca il nome di Fabrizio Vona, accanto a Renato De Simone, Enzo Mirone, Rossella Pugliese e Antonella Romano. Gli ospiti del palazzo – attori e musicisti, burattini e pupazzi – diventano parte della surreale ricostruzione della vicenda, impigliati in un raffinato meccanismo metateatrale, un colorato, ludico e vagamente circense carillon.

Il “Sogno” nella riscrittura di Ruggero Cappuccio diventa sublime metafora dell’esistenza, dove la lingua poetica del Bardo si traduce in intrigante polifonia di voci e suoni: nell’antico palazzo nel cuore della città partenopea, Titania e Oberon, «come schegge di dei precipitati in terra, continuamente sospesi fra sonno e veglia, inscenano armonie, assecondano discordie, conducono, con estro malaccorto, una regia dei sentimenti umani». Al di là del bene e del male, con l’innocente malizia e l’inconsapevole crudeltà dei fanciulli, i due trasformano in divertimento privato la giostra delle passioni: la gelosia di Demetrio, il dolore di Elena, la tenerezza degli amanti, la paterna severità e la gloria dei potenti, rappresentano gli ingredienti di un racconto per quadri, in precario equilibrio tra interne dinamiche e spirito di contraddizione dei protagonisti.

Una fantasia onirica, poetica e irriverente, che indaga sui turbamenti del cuore e i labirinti della mente umana, sulla grammatica dei sentimenti, i desideri segreti, il pathos e l’incanto di una storia in cui la realtà scolora per attraversare l’invisibile confine di un mondo magico, popolato di elfi e fate, e governato da sovrani capricciosi e vendicativi, capaci di tirare i fili del destino e orchestrare i desideri e le passioni umane, per poi riportarli nell’alveo dell’antico ordine del cosmo.

La trama del “Sogno” shakespeariano è nota: per sfuggire alle nozze con Demetrio, impostele dal padre e dall’ordine del re Teseo, la bella Ermia fugge dalla città di Atene con il suo innamorato Lisandro, inseguita dal pretendente respinto, a sua volta seguito da Elena, che lo ama non riamata. I quattro giovani si ritrovano così nel bosco, luogo “selvaggio” e fuori dalle regole della civiltà, in compagnia di creature incantate: Oberon, il re delle fate, per vendicarsi della regina Titania, sua sposa, incarica il folletto Puck di gettare un incantesimo su di lei affinché s’invaghisca del primo che le capiterà dinanzi, e su Demetrio, affinché s’innamori di Elena. Titania si troverà davanti il volto mostruoso (per magia) di Bottom, uno degli artigiani impegnati ad allestire uno spettacolo  per le nozze tra Teseo e l’amazzone Ippolita, mentre per uno scambio di persona sarà Lisandro ad innamorarsi di Elena, con disappunto di Ermia; poi se ne innamorerà anche Demetrio, e i due rivali arriveranno a battersi a duello. Infine un filtro restituirà Lisandro al suo amore per Ermia (mentre Titania si risveglierà dal suo strano sogno) e i quattro giovani, ottenuto il perdono di Teseo, potranno celebrare le duplici nozze insieme al sovrano (e per l’occasione gli artigiani rappresenteranno la loro grottesca versione della tragedia di Piramo e Tisbe).

Nella versione di Ruggero Cappuccio il focus si sposta sui due signori delle fate, Titania e Oberon, esseri fantastici e insieme potenti, in un certo senso speculari, quasi proiezioni oniriche, del re di Atene e della sua futura sposa: le intricate vicende dei personaggi abitano un teatro in  miniatura, diventano buffe e tragiche  storie di burattini – come son di fatto i destini degli umani in balia del fato.

 

Cinzia Crobu 2014 2

La Grande Prosa del CeDaC al Teatro Massimo
Stagione 2013/2014

CAGLIARI – Teatro Massimo 22 – 26 gennaio 2014

Gli Ipocriti e Associazione REP/ la Compagnia di Repertorio

Servo per due
(One Man, Two Guvnors)
di Richard Bean (liberamente tratto da Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni)

traduzione e adattamento Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen, Simonetta Solder

con Pierfrancesco Favino e gli attori del Gruppo Danny Rose elaborazioni musicali  Orchestra “Musica da Ripostiglio”

scene Luigi Ferrigno – costumi Alessandro Lai – luci Cesare Accetta- coreografie Fabrizio Angelini

regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli

Gruppo Danny Rose – In scena al Teatro Massimo di Cagliari:

Bruno Armando, Gianluca Bazzoli, Haydée Borelli, Claudio Castrogiovanni, Pierluigi Cicchetti, Ugo Dighero, Pierfrancesco Favino, Stefano Pesce, Pietro Ragusa, Marina Remi, Diego Ribon, Chiara Tomarelli, Valentina Valsania

Lo spettacolo è realizzato con la partecipazione della Fondazione Teatro della Pergola di Firenze.

Le parole della canzone Tomorrow looks good from here sono state scritte da Richard Bean e Grant Olding.

-Come da comunicato stampa-

 

 

Una riflessione diversa su un classico del teatro, Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni, Servo per due (One Man, Two Guvnors) nell’adattamento del noto commediografo inglese Richard Bean riadattato nella versione italiana da Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen e Simonetta Solder, si presenta come una commedia comica, con attori che cadono dalle scale, che sbattono le porte, che fanno battute a doppio senso e interagiscono con il pubblico. Ciò che ha reso (in Inghilterra) e renderà (in Italia – dove debutta per la prima volta) lo spettacolo un vero successo è la sua combinazione di commedia visiva e verbale. La musica sarà parte integrante dello spettacolo e verrà eseguita dal vivo sul palcoscenico da una piccola orchestra composta da 4 elementi.

La trama

Negli anni Trenta a Rimini, Pippo, il nostro moderno Arlecchino ha appena perso il lavoro e si ritrova depresso, senza soldi e senza la possibilità di poter mangiare. Essendo ossessionato dal cibo è disperato, comincia a cercare un nuovo mestiere e dopo vari tentativi accetta di lavorare contemporaneamente alle dipendenze di due diversi padroni, trovando così il modo di raddoppiare il suo salario e i suoi pasti. Uno è Rocco, un piccolo malvivente del Nord, ora a Rimini per riscuotere 6.000 lire dopo aver concluso un affare con Bartolo, padre della sua fidanzata Clarice; l’altro è Lodovico, anch’egli noto malfattore. Essere al servizio di due padroni, significherà per Pippo avere anche un doppio carico di lavoro; dovrà ricordare quali ordini e da chi gli verranno impartiti. Dopo un po’ di tempo, frequentando le due case, Pippo scoprirà che in realtà “Rocco”, sotto mentite spoglie, non è altro che la sua sorella gemella: Rachele. Il vero Rocco, infatti, è stato ucciso dal fidanzato di Rachele, Lodovico (l’altro suo padrone). Destino vuole che questi, ricercato dalla polizia, sia nascosto a Rimini e stia aspettando di riunirsi a Rachele. Pippo, quindi, dovrà evitare che i suoi due padroni si incontrino, al fine di scongiurare che ognuno di loro capisca che sta lavorando anche per qualcun altro…

La nascita del progetto

Alcuni incontri di lavoro durante il mese di ottobre u.s. con l’attore Pierfrancesco Favino su una eventuale collaborazione con il Gruppo Danny Rose ha dato immediatamente inizio a questo progetto. Da tempo la Compagnia Gli Ipocriti desiderava mettere in scena uno spettacolo sulla Commedia dell’Arte rivisitata in chiave moderna, quando si è trovata a discuterne con Pierfrancesco Favino che, a sua volta, insieme al suo Gruppo Danny Rose, era intenzionato a realizzare un progetto analogo, utilizzando, però, nuove tecniche e tecnologie sia per le prove che per l’allestimento, quale migliore occasione poteva presentarsi? Abbiamo messo insieme alcune sinergie, abbiamo unito i preventivi alle idee artistiche, il rigore alla fantasia e, grazie anche alla disponibilità del Teatro Ambra Jovinelli di Roma, abbiamo così deciso di dare inizio alla collaborazione. Con Paolo Sassanelli ed alcuni componenti del Gruppo, si sono elaborati i vari punti del progetto: i laboratori ed i relativi docenti, i collaboratori alla regia, il periodo di lavoro per la preparazione, l’adattamento del testo ed il gruppo di lavoro formato da circa 40 elementi. Nel frattempo è partita la distribuzione ed è stata definita la tournèe.

Agli inizi di maggio dei 40 partecipanti ai laboratori, è stato selezionato il gruppo di 23 attori ed alcuni collaboratori alla regia che prenderanno parte ad ulteriori laboratori ed allo studio del testo durante i mesi di giugno e luglio alla sala prove Fonderie del ‘900 di Roma.

Le prove effettive dello spettacolo inizieranno il 15 settembre; saranno effettuate da tutto il gruppo di lavoro e proseguiranno fino alla data prevista per il debutto ovvero il 1° novembre. Successivamente, ad esclusione di alcuni attori tra cui Pierfrancesco Favino ed i musicisti, che saranno sempre presenti, si formeranno due gruppi formati da 13 elementi che si alterneranno nel corso delle recite; il “primo cast” effettuerà la tournée fino al debutto a Roma dove si avrà l’avvicendamento con il “secondo cast” che completerà la tournée fino a metà febbraio.

Il debutto nazionale è fissato per il giorno 26 novembre al Teatro della Pergola di Firenze.

A partire dal primo giorno di incontro, Dominick Tambasco sta riprendendo tutte le fasi dei lavori con telecamere e macchine fotografiche; al debutto dello spettacolo, con tutto il materiale raccolto, verrà realizzato un dettagliato reportage che sarà proiettato nei ridotti dei teatri che ospiteranno lo spettacolo, durante la tournèe.

 

WORK IN PROGRESS

I lavori di preparazione dello spettacolo sono iniziati al Teatro Ambra Jovinelli di Roma dal 3 aprile e la prima fase è terminata entro la fine del mese di maggio 2013; i 35 attori del gruppo Danny Rose hanno partecipato ai seguenti laboratori: Acrobatica condotto da Massimiliano Dezi, docente con esperienza trentennale specializzato nell’insegnamento per attori, danzatori, amatori ed atleti; Utilizzo della maschera con il Maestro Fabio Mangolini, pluripremiato e con esperienze di livello internazionale; Il Clown nella commedia dell’arte con Leris Colombaioni, ultimo discendente di una delle più antiche famiglie italiane di tradizione clownesca che collabora da oltre 50 anni con prestigiosi cineasti e produttori di film a livello mondiale. Canto a cura del Maestro Gabriele Foschi esperto di canto corale.

A partire da metà giugno sono iniziati i laboratori di Movimenti e gesti coreografici a cura di Fabrizio Angelini e di Analisi del testo a cura di Pierfrancsco Favino e Paolo Sassanelli i quali, insieme a Marit Nissen e Simonetta Solder, hanno effettuato il lavoro di traduzione ed adattamento dell’opera originale di Richard Bean (ONE MAN, TWO GUVNORS) liberamente tratto dall’intramontabile opera di Carlo Goldoni.

mercoledì 22 gennaio 2014 – ore 20.30 / Turno A

giovedì 23 gennaio 2014 – ore 20.30 / Turno B
venerdì 24 gennaio 2014 – ore 20.30 /Turno C
sabato 25 gennaio 2014 – ore 20.30 / Turno D
domenica 26 gennaio 2014 – ore 19.00 / Turno E

 

 

(C.C.)