25 April, 2024
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Lo sport è salute e Paolo Contini lo dimostra riuscendo in una vera e propria impresa: lo sportivo di 47 anni ha scalato e raggiunto la vetta in solitaria nel cuore della notte: 143 metri di adrenalina pura con la sola compagnia della luna. I medici dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari lo hanno tenuto sotto controllo. A visitare Paolo Contini è stato il direttore della Cardiologia dell’Aou di Cagliari, professor Luigi Meloni che, assieme alla sua equipe, lo ha monitorato.

«È stato bellissimo – ha detto Paolo Contini – una grande e bellissima avventura: essere lì da soli, in unione con la natura è un’esperienza indescrivibile.»

 

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Alberto Concu, Andrea Manuello Bertetto, Luigi Meloni, Fernanda Velluzzi, coordinati da Andrea Loviselli, stanno portando a termine una sperimentazione riguardante gli effetti di lunghe traversate oceaniche in barca a vela e in solitario sui meccanismi omeostatici dedicati al controllo di variabili essenziali per la sopravvivenza dell’individuo. È noto che queste condizioni estreme di navigazione tra l’altro danno luogo a una deprivazione del sonno, da cui un aumento dei livelli d’ansia e quindi di rischio di incidenti. Inoltre, possono verificarsi anche squilibri idrico-salini da cui potenziali rischi cardiaci. «A tutt’oggi mancano però osservazioni dirette su navigatori solitari oceanici impegnati in regate di lunga durata, e quindi con un valore aggiunto di stress legato alla componente agonistica difficilmente immaginabile e che è sempre presente giorno e notte. Lo studio su Andrea Mura, pluridecorato sailor oceanico, durante la partecipazione alla Ostar Cup, si propone – spiega il professor Loviselli – di aumentare le conoscenze sugli aggiustamenti funzionali a cui questo particolare tipo di atleti va incontro».

La Ostar è la regata più antica e leggendaria per navigatori solitari e si svolge ogni quattro anni da Plymouth (Uk) a Newport R.I. (Usa), sulla scia dei Padri Pellegrini che nel 1620 la percorsero a bordo del veliero Myflower. Con le sue 2.850 miglia, è considerata la più dura delle regate oceaniche in solitario perché contro vento, contro mare, contro corrente e a temperature polari intorno ai 5° sia dell’aria che dell’acqua, e per le alte latitudini (sino al 59° parallelo nord). «L’idea progettuale? Nasce grazie all’incontro tra una trasversalità di competenze fisiologiche, meccaniche, cardiologiche, informatiche, dietologiche, psicologiche e di scienze motorie, residenti nel nostro ateneo e con un rapporto proficuo con il tessuto imprenditoriale. L’obiettivo è duplice: garantire la buona condizione di salute fisica e mentale del velista Andrea Mura mentre si cimenta in questa durissima performance psico-fisica e costruire il modello funzionale del velista di lungo percorso con cui fornire alla comunità del mondo della vela, dagli agonisti ai diportisti o anche a quanti pensano alla propria salute, strumenti e conoscenze adatte a soddisfare interessi e necessità» aggiunge Andrea Loviselli. Ma non solo. Fa capo alla terza missione dell’Università di Cagliari la necessità di sperimentare e adattare nuove tecnologie ai bisogni contingenti del velista e della barca. Con la possibilità di acquisire nuove conoscenze tecnologiche che possono tradursi in un know how trasferibile in prodotti industriali con alto livello di competitività e inserimento in mercati specifici nazionali e internazionali.

La sperimentazione si è aperta con la valutazione funzionale e clinica, pre-navigazione, di Andrea Mura, attuata tra il Centro obesità e la Clinica cardiologica. «Durante la navigazione, grazie anche alle competenze di telemedicina di Nomadyca, alcune importanti variabili cardiovascolari, metaboliche e psicologiche del nostro sailor sono state periodicamente monitorate in remoto – spiega il coordinatore del progetto. Andrea Mura ha vinto l’edizione 2017 della coppa Ostar entrando a Newport il 15 giugno scorso con Vento di Sardegna -. Dopo quattro giorni di riadattamento alla terra ferma, in base alla partnership attivata dalla 2C Technologies con Hank Wu, cardiologo e direttore del Center for Cardiac Fitness of the Rhode Island hospital, a Providence-Newport, Andrea Mura è stato sottoposto a una valutazione cardiopolmonare e metabolica post-regata, per verificare gli effetti della traversata oceanica su questi apparati, sulla base della comparazione con gli stessi parametri rilevati alla Aou di Cagliari nel test cardiopolmonare pre-navigazione. I dati sono ancora in fase di elaborazione ma questa è la prima volta al mondo che un oceanic sailor viene studiato accuratamente da una équipe internazionale di tecnici e scienziati. I risultati dell’esperimento – conclude il professor Loviselli – faranno ulteriore luce su quale può essere il costo per un essere umano di una prova estrema. Sul piano delle scienze motorie e sportive, i dati consentiranno un incremento delle conoscenze sugli adattamenti funzionali che l’organismo subisce in tali condizioni di attività. Un aspetto utile per costruire il modello funzionale dell’atleta oceanic sailor d’élite».

Dall’ambito medico sportivo alla meccanica e alla robotica. I dati relativi ai danni/inefficienze tecnico-strutturali subiti dall’imbarcazione nel corso della regata, sono all’esame dei ricercatori del Laboratorio di meccanica e robotica. Gli specialisti valuteranno le cause degli eventi e attueranno uno studio atto a migliorare l’efficienza generale dell’imbarcazione. I risultati di questa fase della ricerca, di ambito meccatronico, rappresenteranno un prodotto potenzialmente trasferibile nel comparto produttivo della nostra regione, in sintonia con quanto prevede la terza missione dell’Università di Cagliari.

Il Centro obesità (Fernanda Velluzzi) e la Clinica cardiologica (Luigi Meloni e Roberto Solinas) della Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari, assieme al Laboratorio di meccanica e robotica del dipartimento di meccanica (Andrea Manuello Bertetto) e al corso di laurea in Scienze motorie (Andrea Loviselli), entrambi dell’ateneo, rappresentano il “core” accademico dell’impresa. Un pool scientifico che si completa con l’apporto delle imprese 2C Technologies Srl (spin-off dell’Università di Cagliari, amministrato da Alberto Concu) e Nomadyca Ltd (società Ict italo-ugandese amministrata da Andrea Fois).

 

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Il velista Andrea Mura, in procinto di salpare per la prestigiosa regata transatlantica Ostar, domani mattina giovedì 20 aprile, sarà visitato dai medici dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari negli ambulatori dell’ospedale San Giovanni di Dio. Alle 11.00, al centro obesità, verrà sottoposto a impedenzometria dal professor Andrea Loviselli e dalla dottoressa Fernanda Velluzzi e gli verrà applicato un sistema telematico di valutazione cardiodinamica dal dottor Alberto Concu. Alle 12.oo, in cardiologia, verrà sottoposto a test cardiopolmonare da sforzo dal dottor Roberto Solinas e dal professor Luigi Meloni.

Andrea Mura.

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Primo classificato Innovare per eccellere 2015

Sono un progetto di risk management, per migliorare la sicurezza dei pazienti, uno sulla rete di farmacovigilanza e un altro sulla riduzione dei tempi di intervento  per gli infarti utilizzando le nuove tecnologie, i vincitori del primo Premio del “Forum Innovare per eccellere-Roberto Sequi” dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari. Alla premiazione era presente anche il rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo.

«La nostra è una grande azienda – dice Giorgio Sorrentino, commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari – e ci è sembrato naturale organizzare questa giornata per mettere in concorso tutte le eccellenze che abbiamo. Nel nostro dna ci sono l’assistenza al paziente, la ricerca e la didattica ed è proprio questo il nostro valore aggiunto».  Per il direttore sanitario, Oliviero Rinaldi, e per il direttore amministrativo Vincenzo Serra, «è stata una grande giornata che ha inorgoglisce coloro che lavorano con noi: tutti, dipendenti e collaboratori dell’azienda, fanno parte di una grande squadra che sta ottenendo grandi risultati.»

Dopo un ricordo e un omaggio a Roberto Sequi, a cui è stato intitolato il premio, è partita la vera e propria gara tra i progetti finalisti: otto in tutto (ne erano stati presentati 37), che si sono sfidati davanti a una giuria esterna di esperti del settore: Elisabetta Trinchero (Bocconi), Aldo Caddori. direttore struttura complessa Medicina dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, Michele Camerota, docente Storia della Scienza Università di Cagliari, Giorgio Magon Direttore Sitra Ieo Milano, Graziella Pintus Commissario Straordinario del Brotzu, coadiuvati dai moderatori Vincenzo Serra e Piera Poletti.

I tre vincitori sono stati: Root cause Analysis evento avverso in ospedale ed elaborazione di un protocollo aziendale (proponente dottoressa Monica Pedron), Sviluppo della rete di Farmacovigilanza della AOU di Cagliari (proponente dottoressa C. Chillotti), Nuovo modello organizzativo per la gestione dell’infarto (proponente professor Luigi Meloni).

Una giovane giuria di neo laureati e specializzandi, ha invece premiato un altro lavoro (categoria poster) sul miglioramento dell’assistenza ai malati colpiti da ictus.