29 March, 2024
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Gentilissimo,

sottopongo alla sua attenzione un’altra situazione grave che si sta verificando presso la Asl di Carbonia, nella speranza che possa darne voce nel vostro giornale.

Oggi mi sono recata presso il Poliambulatorio San Ponziano di Carbonia per consegnare la richiesta di visita fisiatrica a domicilio per una zia di 86 anni allettata e impossibilitata, quindi, a raggiungere le strutture sanitarie.

La richiesta nasce dall’esigenza di valutare le sue condizioni di salute e di ottenere dei supporti medici, quali un sollevatore e una carrozzina in modo tale da poterla sollevare e farle prendere qualche ora di respiro nel suo amato giardino.

Premetto che la settimana prima mi sono recata all’ufficio apposito per richiedere le informazioni su come portare avanti la richiesta e l’impiegata mi comunicava che era necessaria la certificazione del solo fisiatra della ASL, e non di un privato, e che l’impegnativa doveva essere consegnata all’ufficio del fisiatra per prendere l’appuntamento.

Oggi con impegnativa in mano mi comunicano che nella struttura c’è solo un fisiatra e le visite a domicilio arrivano fino a San Giovanni Suergiu e non fino a Giba (il paese di residenza di mia zia).

Il paradosso è evidente: per richiedere degli ausili medici è necessaria la certificazione del solo medico della ASL ma il medico della ASL non fa visite a domicilio nel paese in cui risiede la persona allettata!

Io non me la prendo con il fisiatra che sarà oberato di lavoro e che non può sopperire da solo a tutte le richieste del distretto di Carbonia.

Sono due anni che lottiamo contro il malfunzionamento dei servizi, le mancate visite mediche anche con impegnativa urgente, i ritardi nella somministrazione dei vaccini, le visite ambulatoriali bloccate, viaggi a 100 km di distanza per visite a pagamento senza che venga rispettato il diritto alla salute di tanti malati del nostro territorio.

Michela Tamponi