16 December, 2025
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I dati sulle preferenze ai singoli consiglieri a Carbonia sono definitivi. Il più votato in assoluto risulta Pietro Morittu, del Partito Democratico, con 1.661 voti; lo segue Luciano La Mantia, di Unidos, con 1.216 voti; Luca Pizzuto, di Sinistra Ecologia Libertà, con 886 voti; Pietro Cocco, del Partito Democratico, con 759 voti; Peppino La Rosa, dei Riformatori Sardi, con 733 voti; Luisa Poggi, del Partito Democratico, con 682 voti; Francesco Fele, dell’UDC, con 551 voti; Mario Porcu, di Forza Italia, con 426 voti; Gianluigi Rubiu, dell’UDC, con 382 voti; Paolo Dessì, di Forza Italia, con 306 voti; Ignazio Locci, di Forza Italia, con 286 voti; Sandro Masciarelli, dell’UDS, con 189 voti; Andrea Impera, di Gentes, con 183 voti; Aldo Mulas, del Movimento Sardegna Zona Franca, con 134 voti; Elvira Usai, di Comunidades, con 127 voti; Guido Vacca, del PSI, con 116 voti.

Paolo Dessì – Forza Italia, andata e ritorno cinque anni dopo. Il sindaco di Sant’Anna Arresi, consigliere regionale eletto nella lista della circoscrizione provinciale di Carbonia Iglesias del Partito Sardo d’Azione nel febbraio 2009, sarà candidato nella lista circoscrizionale di Carbonia Iglesias di Forza Italia alle elezioni regionali in programma il prossimo 16 febbraio. Si tratta di un “ritorno a casa”, considerato che cinque anni fa Paolo Dessì, consigliere provinciale eletto in Forza Italia nel 2005, si candidò a sorpresa con i “Quattro Mori”, dopo aver interrotto traumaticamente i rapporti con il Pdl (forza politica che alla vigilia delle elezioni regionali rilevò il testimone da Forza Italia, alla quale lo ha restituito poche settimane fa) proprio durante le tormentate vicende che caratterizzarono la scelta dei candidati.

Sulla scelta di Paolo Dessì, sindaco di Sant’Anna Arresi alla terza consiliatura, hanno influito le incertezze del PSd’Az che, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, non ha ancora deciso se schierarsi con il centrosinistra o con il centrodestra, e le novità emerse proprio in questi giorni nel panorama politico di Forza Italia, nelle cui liste, per la prima volta dal 1994, non ci sarà Claudia Lombardo, eletta sempre nella circoscrizione del Sulcis Iglesiente, poi provincia di Carbonia Iglesias. Al divorzio del 2009 concorse in misura determinante la conclusione del rapporto di collaborazione e fiducia tra lo stesso Paolo Dessì e Claudia Lombardo ed oggi l’assenza del presidente del Consiglio regionale in carica dalle liste, apre nuove prospettive per i quattro candidati che verranno scelti per la composizione della lista provinciale e quindi per il consigliere regionale uscente sardista Paolo Dessì.

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Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

 

Giorgio Locci.

Giorgio Locci, primo firmatario della proposta di legge.

Giorgio Madeddu.

Giorgio Madeddu, presidente dell’associazione “Amici della Vita”.

Una proposta di legge bipartisan su “Interventi regionali per la prevenzione della fetopatia alcolica”, primo firmatario il consigliere regionale Giorgio Locci (PdL), cofirmatari i consiglieri Pietro Cocco (PD) e Paolo Dessì (PSd’Az) e sottoscritta anche da tutti i componenti della Commissione Sanità, è stata presentata questa mattina, in Consiglio regionale, nel corso di una conferenza stampa presieduta, appunto da Giorgio Locci, Pietro Cocco e Paolo Dessì, alla quale hanno presenziato anche il presidente dell’associazione “Amici della vita” del Sulcis, Giorgio Madeddu, il presidente della Commissione Sanità, Felicetto Contu, e i consiglieri Renato Lai, Lorenzo Cozzolino e Marco Espa.

Questo testo normativo, che consta di pochi articoli, intende fronteggiare proprio una emergenza di cui pochi parlano, ma che produce danni spesso irrimediabili.

«Infatti – ha precisato Giorgio Locci – il 7 per cento dei neonati italiani è esposto all’alcol materno e poiché non si conosce la quantità di alcol che è possibile assumere in gravidanza senza incorrere in rischi, le indagini preliminari sono molto importanti ai fini della prevenzione e della tutela della salute neonatale poiché permettono di far luce su un fenomeno sommerso come quello delle patologie pediatriche correlate all’assunzione di bevande alcoliche in gravidanza.»

«Il consumo di alcol durante la gravidanza – prosegue – può causare patologie molto gravi per il nascituro, fra cui il ritardato accrescimento endouterino e post natale, un deficiente sviluppo psicofisico e disfunzioni motorie (tremori, difficoltà e deficienze nei movimenti).»

Per queste ragioni, occorre predisporre un programma di prevenzione articolata su più livelli a partire dai medici di famiglia e dall’informazione le donne in gravidanza e i loro partner sui rischi correlati all’assunzione dell’alcool, il possibile riconoscimento tempestivo e la cura efficace per aiutare il feto a svilupparsi in modo sano.

La conferma relativa al sospetto sull’abuso di alcool nella donna che decide di avere un figlio la si può ottenere attraverso due test semplici e affidabili quali il dosaggio della Gamma-GT e il dosaggio della Transferina desialata. Per il primo test, il paziente paga il ticket, il secondo, invece, è a totale carico dell’assistito. La PL chiede, con un provvedimento innovativo a livello nazionale, l’esenzione totale a questi test per le donne a rischio.

I dati in possesso dell’associazione “Amici della vita” del Sulcis indicano, per l’anno 2010, in 20mila il numero delle donne sarde che fanno abuso di sostanze alcoliche, la metà delle quali è in età fertile. 65 sono state le fetopatie accertate e 650 gli aborti spontanei.Il 10% circa di questi dati, è riferito alla sola provincia del Sulcis. I dati per gli anni seguenti, pur non precisi, indicano un evidente incremento di questi numeri.

Pietro Cocco ha sottolineato la “natura bipartisan” della legge e la necessità di impegnarsi affinché la stessa proposta possa esitata prima della fine della legislatura.

Paolo Dessì ha evidenziato come la prevenzione consentirà di ridurre i potenziali costi di assistenza per i bambini nati con le disabilità prodotte dall’abuso di alcool in gestazione, ben conoscendo le difficoltà sociali e di pregiudizio sulle donne, che porta a nascondere il problema.

Per l’applicazione di questa legge, si prevede una spesa di 300mila euro l’anno e i firmatari, compreso il presidente della Commissione, auspicano un iter preferenziale per la sua approvazione.