16 December, 2025
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Stamane, a Telti (SS), la chiesa di Santa Vittoria, per Time in Jazz, ospita alle 11.00 l’inedito duo pianistico di Enrico Zanini e Dino Rubino, già di scena nei giorni scorsi rispettivamente con Paolo Fresu e con Ada Montellanico e in piano solo. Il concerto è proposto con il sostegno di alcuni sponsor locali e seguito da una degustazione di vini Tercis.

Una musicista sarda (di Mogoro) è invece al centro dell’appuntamento del tardo pomeriggio a Ploaghe: Zoe Pia, clarinettista, compositrice e appassionata ricercatrice, di scena alle 18.30 nel convento dei Cappuccini: con lei al clarinetto, alle launeddas e ai live electronics, ci saranno Roberto De Nittis al pianoforte e alle tastiere, Glauco Benedetti al basso tuba e Sebastian Mannutza alla batteria e al violino. Si intitola “Shardana” il suo debutto discografico del giugno 2016 (Caligola Records), scaturito da un progetto di ricerca sulla Sardegna in ambito compositivo, musicologico e storico-archeologico, e che propone “un coraggioso innesto di linguaggi, repertori e suoni a cavallo tra il jazz di oggi, l’improvvisazione e l’etnia”, come ha scritto Paolo Fresu. La tecnica della soundscape composition unita al linguaggio contemporaneo le hanno permesso di raccontare in musica le energie nascoste nella tomba dei giganti di Sa Dom ‘e S’Orcu, i personaggi misteriosi come S’Accabadora, la forte tradizione processionale di Mogoro (il suo paese natale), la storia dei popoli del Mediterraneo, l’omaggio al grande cantautore Andrea Parodi, le leggendarie Domus de Janas ed il tradizionale riecheggiare del ballo sardo. Tra gli strumenti, spiccano le launeddas in una veste totalmente personale, filtrate da un’accurata ricerca delle possibilità timbriche del prezioso strumento millenario.

Al chiostro del convento di Ploaghe, il pubblico potrà anche visitare il Simposio internazionale del Mosaico (organizzato da Sardinia Contemporary mosaic & art in collaborazione con l’Associazione pro loco di Ploaghe, e la direzione artistica di Giulio Menossi), che ospiterà opere di dodici artiste internazionali dell’arte musiva.

La serata sul “palco centrale” del festival in Piazza del Popolo a Berchidda si apre come sempre alle 21.30: al centro dei riflettori nel primo set il duo formato da Adam Baldych e Helge Lien. Attivi insieme anche in altri progetti e in trio, il violinista polacco e il pianista norvegese propongono una raffinata miscela sonora, corposa e ben progettata.

Polacco, ma da una decina d’anni di casa a New York, è anche il grande protagonista del secondo set della serata: il trombettista, Tomasz Stanko, figura di primo piano della scena jazzistica internazionale, alla testa del New York Quartet, uno tra i suoi progetti più interessanti degli ultimi anni, con il pianista cubano David Virelles, il contrabbassista Reuben Rogers, originario delle isole Vergini, e il batterista americano Marcus Gilmore.

Con la sua inconfondibile voce strumentale, le sue improvvisazioni intensamente liriche e i suoi temi appassionati, caratteristici come le atmosfere tendenti al noir che spesso evocano, Tomasz Stanko ha pubblicato lo scorso marzo December Avenue, il suo dodicesimo album da leader per l’etichetta ECM, registrato proprio con il suo quartetto newyorchese.

Classe 1942, sulle scene fin da giovanissimo negli anni Cinquanta, nel corso della sua carriera Tomasz Stanko ha pubblicato trentasette album come leader e composto musica per numerosi film e produzioni teatrali. Dopo Berchidda, il pubblico di Time in Jazz potrà ancora applaudire il settantacinquenne trombettista polacco domani mattina (lunedì 14 agosto) alle 11.00, a Olbia, nella Chiesa di San Paolo, in duo con il pianista David Virelles. 

Spenti i riflettori sul palco centrale, la musica prosegue poi, come tutte le sere, al Jazz club allestito nella “piazzetta degli incontri”, davanti al Centro Culturale “Pietro Casu”, con il Rent a Trio (Matteo Cara al pianoforte; Edoardo Meledina al basso e Vito Cauli alla batteria) più ospiti.

 

 

zoe pia shardana | photocredits: Andrea Verzola | www.andreaverzola.com

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E’ in programma questa sera uno dei concerti più attesi del trentesimo festival Time in Jazz, a Berchidda. Alle 21.30 il palco di Piazza del Popolo ospita l’Art Ensemble of Chicago, storica formazione all’avanguardia sul fronte della “creative improvised music” dalla fine degli anni Sessanta. Attivo per quasi un quarto di secolo con l’organico “classico” – ovvero Roscoe Mitchell e Joseph Jarman ai sassofoni, il trombettista Lester Bowie, il contrabbassista Malachi Favors ed il percussionista Famoudou Don Moye – il gruppo ha registrato decine di dischi e si è esibito in tutto il mondo iscrivendo il proprio nome nella storia della musica. Dopo il ritiro di Jarman, e venuti a mancare Lester Bowie nel 1999 e Malachi Favors nel 2004, Roscoe Mitchell e Famoudou Don Moye hanno proseguito il cammino, avvalendosi di musicisti ospiti e tenendo ben vivo l’Art Ensemble of Chicago ancora nel ventunesimo secolo. Lo scorso febbraio, il gruppo si è riunito per una residenza artistica a Londra, esibendosi dal vivo in concerti da tutto esaurito, accolti con gioia dai critici musicali e dai fan di lunga data dell’AEoC, gli stessi che non mancheranno al concerto di questa sera con Roscoe Mitchell ai sassofoni, Hugh Ragin alla tromba, Junius Paul al contrabbasso e Famoudou Don Moye alla batteria.

La quinta giornata del festival ideato e diretto da Paolo Fresu, in pieno svolgimento da martedì 8 a mercoledì prossimo (16 agosto) tra Berchidda e altri centri del nord Sardegna, avrà proposto intanto altri appuntamenti. La musica comincia come sempre a metà mattina: alle 11.00, tappa a Mores per il piano solo di Dino Rubino, nei pressi della chiesa campestre di San Giovanni Battista. Siciliano di Biancavilla, classe 1980, pianista dallo spiccato senso melodico (ma apprezzato anche come trombettista) Rubino conta quattro dischi a suo nome e un quinto in arrivo prodotto dalla Tùk Music e dall’etichetta francese Bonsai Music. Il concerto è organizzato grazie all’iniziativa di un nutrito numero di amici di Time in Jazz col sostegno di alcuni sponsor locali e attraverso due azioni di autofinanziamento: una lotteria e un pranzo campestre.

Altra performance solistica in programma nell’appuntamento del tardo pomeriggio con cui il festival fa visita a Bortigiadas: alle 18.00, nella chiesa di San Nicola, si esibisce Francesco Bearzatti; e sarà un’occasione per apprezzare il virtuosismo, il lirismo e la freschezza del tenorsassofonista e clarinettista friulano, reduce dal concerto della sera prima alla testa del suo Tinissima Quartet. Classe 1966, Bearzatti ha compiuto studi musicali in Italia prima di trasferirsi a New York, nel 1990, per immergersi nel “vero” jazz, e poi a Parigi, nel 2000, dove Aldo Romano lo ha inserito nel suo gruppo “Sidney Bechet”. Nel corso del tempo ha dimostrato non solo di essere un sassofonista dalla tecnica impeccabile e dal sapere enciclopedico, ma un vero musicista, animato da una curiosità senza limiti e di una personalità tanto complessa quanto singolare. Nel 2006 fonda il quartetto Tinissima con cui porta avanti con rigore e coerenza diversi progetti e registra il primo album, dedicato a Tina Modotti, fotografa rivoluzionaria: un vero e proprio successo cui seguiranno con uguale entusiasmo “X (Suite for Malcolm)”, “Monk’n roll” e “This Machine Kills Fascists”, il progetto proposto anche a Time in Jazz.

Di rientro a Berchidda, alle 19.45, prima del concerto dell’Art Ensemble of Chicago, le vie e le piazze del paese saranno animate dalla miscela jazz, funk, soul, hip-hop, R&B e rock degli Huntertones, energica band statunitense a base di fiati che vede Dan White al sax tenore, Chris Ott al trombone e beat box, Jon Lampley alla tromba e al susafono, Josh Hill alla chitarra elettrica, Adam Deascentis al basso e John Hubbell alla batteria.

Al termine, invece, del concerto dell’Art Ensemble of Chicago, ci si trasferisce nello spazio jazz club allestito nella “piazzetta degli incontri”, davanti al Centro Culturale “Pietro Casu”, che domani, prima di dare di nuovo spazio alla musica dei Rent A Trio, ospiterà la presentazione di “Racconti di Jazz” (Edizioni Postcart), una sorta di diario personale dove Pino Ninfa, fotografo e viaggiatore instancabile e curioso, racconta le emozioni che hanno creato in noi la leggenda del jazz e che da sempre seducono scrittori e fotografi. Da Sonny Rollins a Michel Petrucciani, da Caetano Veloso a Giorgio Gaslini, da Enrico Pieranunzi a Paolo Fresu, i racconti intimi e appassionati del fotografo ci aiutano a comprendere l’energia che può sprigionarsi dall’incontro tra musica jazz e fotografia.

©Roger Thomas 2017 – mingus999@hotmail.com /The Art Ensemble of Chicago / Cafe Oto, London / Wed 1st February 2017 / Roscoe Mitchell – flute, saxes / Hugh Ragin – trumpet, flugelhorn and piccolo trumpet / Junius Paul – double bass / Don Moye – drums /

©Roger Thomas 2017 – mingus999@hotmail.com /The Art Ensemble of Chicago / Cafe Oto, London / Wed 1st February 2017 / Roscoe Mitchell – flute, saxes / Hugh Ragin – trumpet, flugelhorn and piccolo trumpet / Junius Paul – double bass / Don Moye – drums /

©Roger Thomas 2017 – mingus999@hotmail.com /The Art Ensemble of Chicago / Cafe Oto, London / Wed 1st February 2017 / Roscoe Mitchell – flute, saxes / Hugh Ragin – trumpet, flugelhorn and piccolo trumpet / Junius Paul – double bass / Don Moye – drums /

©Roger Thomas 2017 – mingus999@hotmail.com /The Art Ensemble of Chicago / Cafe Oto, London / Wed 1st February 2017 / Roscoe Mitchell – flute, saxes / Hugh Ragin – trumpet, flugelhorn and piccolo trumpet / Junius Paul – double bass / Don Moye – drums /

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Una fitta serie di appuntamenti caratterizza anche la quarta giornata di Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu, in corso da martedì 8 fino a mercoledì 16 tra Berchidda e gli altri quattordici centri del nord Sardegna coinvolti in questa edizione numero trenta. Giornata con tanta musica, naturalmente, quella di domani, venerdì 11 agosto, ma non solo.

Il primo appuntamento in scaletta è come sempre a metà mattina: alle 11.00 la serie dei concerti fa tappa a San Teodoro con Gianluca Petrella e Marco Bardoscia. Reduci dai rispettivi impegni dei giorni precedenti, il trombonista barese e il contrabbassista salentino daranno vita nella chiesa di San Teodoro a un inedito duo che si annuncia carico di groove e con ampio ricorso all’elettronica.

Per Marco Bardoscia altra sortita in programma nel tardo pomeriggio, alle 18.00, stavolta in compagnia di altri due artisti già di scena nei giorni scorsi: la cantante Ada Montellanico e il sassofonista Raffaele Casarano. Il Pozzo nuragico di “Sa Testa” a Pittulongu, nei pressi di Olbia, è la preziosa e suggestiva cornice della loro esibizione, che si presenta come un omaggio alle trenta edizioni di Time in Jazz attraverso le note di un celebre incontro musicale fra jazz e rock di trent’anni fa: quello di Gil Evans e Sting al festival Umbria Jazz del 1987 (poi consegnato alle tracce del disco “Last Session”. 

Alle 21.30, si accendono per la prima volta in questa edizione i riflettori sul “palco centrale” del festival, quello allestito in Piazza del Popolo a Berchidda. Il compito di inaugurare la serie di concerti spetta a Francesco Bearzatti con il Tinissima Quartet, ovvero Giovanni Falzone alla tromba, Danilo Gallo al basso e Zeno De Rossi alla batteria, con il repertorio di “This Machine Kills Fascists”, l’album pubblicato due anni fa che rende omaggio a Woody Guthrie, il grande e radicale cantautore popolare americano. Dopo Tina Modotti (2008) e Malcom X (2010, album pluripremiato con il Top Jazz ed altri riconoscimenti), il sassofonista e clarinettista friulano ritorna a raccontare in musica la vita, l’arte e i tempi di un altro ribelle e irregolare, che ha cantato l’America delle Grande Depressione, delle lotte sindacali, delle speranze del New Deal. L’altra America del folk e del blues. Intellettuale, romanziere e attivista politico, Woody Guthrie ha raccontato gli operai e gli emarginati, schierandosi contro le ingiustizie di politici e capitalisti, lasciando un’eredità che ha influenzato tutta la canzone popolare e di protesta venuta dopo, da Bob Dylan a Joan Baez, a Bruce Springsteen, fino a Billy Bragg e ai Clash. Tra blues dolenti e brani frenetici, “This Machine Kills Fascists” è un viaggio in musica che parte dal paese natale di Guthrie in Oklahoma per muoversi tra tempeste di sabbia, vagabondaggi in treno, abiti stracciati, New York, Sacco & Vanzetti.

Nel secondo set della serata il pubblico di Time in Jazz ritrova Uri Caine (già protagonista la sera prima alla torre di San Giovanni a Posada del concerto in duo con Paolo Fresu); il pianista di Filadelfia si presenta in trio sul palco di piazza del Popolo con due compagni di viaggio del calibro di Mark Helias al contrabbasso e Clarence Penn alla batteria, con cui ha firmato, lo scorso settembre, il cd “Calibrated Thickness”. Con uno sguardo che ruota a 360 gradi sul mondo musicale, trenta album e svariati premi all’attivo, tante e prestigiose collaborazioni con protagonisti del jazz e della musica classica internazionali, il pianista è da iscrivere tra le figure che hanno contribuito maggiormente ad ampliare e ridefinire il linguaggio jazzistico degli ultimi trent’anni: un geniale alchimista che compone in modo originale ripartendo dal passato prossimo del grande jazz come da quello più remoto della musica classica, capace di rileggere i repertori di ogni epoca con intelligenza, cultura e humour.

Con la prima serata sul palco di Piazza del Popolo si inaugurano anche gli appuntamenti dopoconcerto nello spazio jazz club allestito nella “piazzetta degli incontri”, davanti al Centro Culturale “Pietro Casu”: protagonista una formazione ad hoc, il Rent A Trio composto da Matteo Cara (pianoforte, tastiere), Edoardo Meledina (basso) e Vito Cauli (batteria), più ospiti di volta in volta differenti.

 

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Nuova giornata all’insegna della musica, giovedì 10 agosto, a Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu nella sua Berchidda, ma con tappe anche in altri centri del nord Sardegna, che martedì 8 agosto ha salpato le ancore della sua Trentesima edizione a bordo del traghetto della Sardinia Ferries e che prosegue fino al 16 agosto con un calendario fitto di eventi.

Si comincia in mattinata con una produzione originale che chiama in azione due musicisti salentini legati da tempo da proficua collaborazione: il sassofonista Raffaele Casarano e il contrabbassista Marco Bardoscia. Il titolo, “Locomotive”, allude al contesto ferroviario in cui si svilupperà l’evento: le stazioni di Oschiri e Berchidda. Un treno straordinario, in partenza da Olbia alle 10.20, con fermate intermedie a Monti/Telti (ore 10.38) e Berchidda (ore 10.50), trasporterà il pubblico alla stazione di Oschiri, con arrivo alle 10.59, dove sosterà per circa tre quarti d’ora per la prima parte della performance. Il treno ripartirà quindi in direzione opposta alle 11.49 alla volta di Berchidda, dove alle 11.56 inizia la seconda parte, prima di riprendere la corsa alla volta di Olbia (arrivo alle 13.16, con fermata a Monti/Telti alle 12.58).

L’evento è realizzato nell’ambito del progetto “Italian Jazz Express – viaggio (musicale) tra le suggestioni dei paesaggi storici d’Italia” (che rientra nella rete nazionale I Luoghi del Jazz sostenuta dal Ministero dei Beni Culturali): coinvolte in partenariato cinque realtà associative no profit operanti nel settore della promozione del jazz in Italia – Ancona Jazz, Locomotive di Sogliano Cavour, Novara Jazz, Musica Moderna di Thiene e Time in Jazz (capofila) – con la Fondazione FS Italiane come partner tecnico. 

Il programma musicale della giornata prosegue invece verso il tramonto sulla spiaggia di Porto Taverna, nei pressi di Loiri Porto San Paolo, sempre sulla costa orientale, dove alle 18 ritorna in scena Giovanni Guidi già impegnato ventiquattr’ore prima insieme al trombonista Gianluca Petrella nel progetto SoupStar, stavolta in compagnia del suo solo pianoforte.

Si resta in riva al mare anche per quello che si annuncia come uno dei concerti più interessanti: protagonisti Uri Caine e Paolo Fresu in duo di scena alle 21.00 alla Torre di San Giovanni, a Posada.

Per motivi di salute, intanto, Enrico Rava non potrà partecipare al festival nel secondo set della serata di lunedì 14 con il suo gruppo Tribe. Già pronta l’alternativa: a salire sul palco di piazza del popolo a Berchidda sarà l’enfant du pays Paolo Fresu, ideatore e direttore artistico di Time in Jazz, alla testa del suo quintetto “storico”, la stessa formazione ad aver acceso la scintilla del festival nel 1988: Tino Tracanna ai sassofoni tenore e soprano, Roberto Cipelli al pianoforte, Attilio Zanchi al contrabbasso ed Ettore Fioravanti alla batteria, oltre allo stesso Fresu, naturalmente, alla tromba e al flicorno. Ospiti d’eccezione, due membri del gruppo di Rava Tribe: il trombonista Gianluca Petrella e, al piano Fender, Giovanni Guidi.

Nel corso della serata è previsto un collegamento telefonico con Enrico Rava al quale il festival di Berchidda, come già annunciato, tributerà un premio alla carriera.

Paolo Fresu Uri Caine 09 (©roberto cifarelli)

Paolo fresu 5th © Roberto Cifarelli

 

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Seconda giornata domani, mercoledì 9 agosto, per Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale, Berchidda, ma con tappe anche in altri centri del nord Sardegna, che oggi ha aperto i battenti della sua trentesima edizione a bordo del traghetto della Sardinia Ferries da Livorno a Golfo Aranci, e che prosegue fino al 16 agosto con un calendario fitto di eventi.

La mattinata di mercoledì 9 riporta Time in Jazz, dopo diversi anni, nel verde della natura del Demanio Forestale Monte Limbara Sud, sopra Berchidda, per un doppio momento musicale: si comincia alle 9.00 al laghetto Nunzia col piano solo di Enrico Zanisi, uno dei più interessanti giovani talenti emersi dalla scena jazzistica nazionale; classe 1990, dopo gli studi e la formazione, culminata alla Manhattan School of Music di New York, ha pubblicato nel 2009 il primo disco con Pietro Cigalini al contrabbasso e Ettore Fioravanti alla batteria, cui seguiranno altri due album sempre in trio, ma con Joe Rehmer e Alessandro Paternesi (“Life Variations” nel 2012 e “Keywords” nel 2014), e uno in duo con Mattia Cigalini (“Right Now” 2015). Nel frattempo matura esperienze esibendosi in alcuni tra i più importanti festival e club italiani e all’estero, e collaborando con musicisti come Sheila Jordan, David Liebman, Andy Sheppard, Francesco Cafiso, Roberta Gambarini, Stefano Di Battista, Francesco Ponticelli; ben presto arrivano anche i riconoscimenti da parte della critica: nel 2012 si è aggiudicato il premio Top Jazz come Miglior Nuovo Talento per la rivista Musica Jazz, e il Premio Siae per la creatività nel 2014.

Una produzione originale caratterizza la mattina di giovedì 10, terza giornata del festival, chiamando in azione due musicisti salentini legati da tempo da proficua collaborazione: il sassofonista Raffaele Casarano e il contrabbassista Marco Bardoscia. Il titolo, “Locomotive”, allude al contesto ferroviario in cui si svilupperà l’evento: le stazioni di Oschiri e Berchidda. 

Il programma musicale della giornata prosegue verso il tramonto sulla spiaggia di Porto Taverna, nei pressi di Loiri Porto San Paolo, sempre sulla costa orientale, dove alle 18.00 ritorna in scena Giovanni Guidi, stavolta in compagnia del suo solo pianoforte.

E si resta in riva al mare anche per il concerto serale, alle 21, alla Torre di San Giovanni, a Posada con il duo formato da Uri Caine e Paolo Fresu. Il pianista americano e il trombettista sardo si sono conosciuti nel 2002 proprio al festival di Berchidda dando in seguito vita a un fecondo sodalizio artistico testimoniato da tanti concerti e tre dischi (il più recente è il live “Two Minuettos”), dove la tromba lirica e sognante di Fresu, con il suo timbro malinconico e onirico, si sposa felicemente con il pianismo di Uri Caine, fatto di mille citazioni, dalla canzone americana al blues, dal jazz più mainstream all’avanguardia, fino alla musica classica.

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Si apre lunedì 10 aprile la prevendita dei biglietti e degli abbonamenti per la trentesima edizione di Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu, in programma dall’8 al 16 agosto nel suo paese natale, Berchidda, e in altri centri e località del nord Sardegna: un cartellone fitto di appuntamenti che si snodano per nove giorni consecutivi fin dal mattino in luoghi e spazi differenti, con un cast che riunisce nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale e internazionale, alla testa di proprie formazioni o alle prese con progetti ad hoc.

Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online sul circuito Vivaticket e nei punti vendita autorizzati.

Come sempre, l’ingresso è a pagamento soltanto per i concerti che si tengono nell’arena allestita nella Piazza del Popolo a Berchidda: cinque serate, da venerdì 11 a martedì 15 agosto, tutte con inizio alle 21,30. Aprono la prima il sassofonista Francesco Berzatti e il Tinissima Quartet, seguiti dal trio del pianista Uri Caine, con Mark Helias al contrabbasso e Clarence Penn alla batteria. Un set unico in scaletta sabato 12: protagonista assoluto l’Art Ensemble of Chicago, storica formazione all’avanguardia sul fronte della “creative improvised music”. La serata di domenica 13 si apre con il duo del violinista polacco Adam Baldych e del pianista norvegese Helge Lien. Polacco è anche il grande trombettista Tomasz Stanko, al centro del secondo set con il suo New York Quartet. Un’altra stella dello strumento a pistoni applicato al jazz, Enrico Rava, brilla nel cielo di Berchidda lunedì 14 alla testa del gruppo Tribe (con il trombonista Gianluca Petrella, il pianista Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Fabrizio Sferra alla batteria), preceduto in apertura dal trio del batterista francese Philippe Garcia. Infine, serata come sempre “double face” il 15: ingresso a pagamento per la prima parte, protagonista ancora un trombettista, il francese Erik Truffaz col suo quartetto; poi, sgomberata la piazza da poltroncine e transenne, e aperta al pubblico con ingresso gratuito, via alla consueta festa di Ferragosto, quest’anno affidata agli Huntertones, formazione di base a New York, con il suo repertorio di brani originali ed arrangiamenti che fondono jazz, funk, soul, hip-hop, R&B e rock.

Quest’anno la platea di Piazza del Popolo si articola in due settori. Il biglietto intero per ciascuna serata nel primo settore costa 25 euro, il ridotto 22; nel secondo si pagano invece rispettivamente 20 e 17 euro. Prezzi più bassi per la serata di Ferragosto: occorrerà infatti acquistare il biglietto (platea intero a 19 euro, ridotto a 16; secondo settore a 15 e 12) solo per il primo dei due concerti in programma, quello del quartetto di Erik Truffaz. Le riduzioni sono riservate ai soci Time in Jazz, agli studenti, agli under 12 anni e agli over 65. 

Ottanta euro è invece il prezzo dell’abbonamento intero valido per tutte e cinque le serate, settanta euro il ridotto. Posti riservati per i soci di Time in Jazz che rinnoveranno la tessera entro il 5 maggio.  

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Si completa martedì 28 marzo, a Milano, il giro di conferenze di presentazione di Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale, Berchidda, e in altri centri del nord Sardegna, che il prossimo agosto arriva al traguardo della sua 30ª edizione.

Dopo Bologna (giovedì scorso, presente tra gli altri il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini) e Roma (la sera dopo, all’Auditorium Parco della Musica), il trombettista prosegue nel capoluogo lombardo il racconto della manifestazione che ha fondato nel 1988 e divenuta, anno dopo anno, uno degli eventi più apprezzati nel panorama dei festival jazz. A colloquiare con lui alle 11.00 all’Auditorium Lattuada – due autorevoli firme della critica e del giornalismo musicale: Franco Fayenz e Enzo Gentile. L’appuntamento, proposto in collaborazione con la Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado”, sarà seguito da un incontro informale di Paolo Fresu con gli studenti della storica istituzione milanese e in particolare dei Civici Corsi di Jazz.

Per festeggiare nel migliore dei modi le sue trenta edizioni, Time in Jazz ha messo in cantiere un cartellone come sempre fitto di nomi e appuntamenti che si snoderanno per nove giorni consecutivi, dall’8 al 16 agosto, in luoghi e spazi differenti: la grande arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, teatro dei concerti serali, ma anche i boschi e le chiesette campestri nei dintorni del paese e i siti più rappresentativi delle altre località in cui il festival fa tappa. Nel cast, nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale e internazionale, alla testa di proprie formazioni o alle prese con progetti ad hoc: il sassofonista inglese Andy Sheppard con il suo quartetto e in duo con il chitarrista norvegese Eivind Aarset; in arrivo dagli Stati Uniti il pianista Uri Caine col suo trio, una formazione storica del calibro dell’Art Ensemble of Chicago e un gruppo giovane come gli Huntertones; dalla Germania sbarcano invece in Sardegna la tromba e il flicorno di Markus Stockhausen insieme al pianista Florian Weber; polacco, ma da tempo trapiantato nella Grande Mela, è un altro grande trombettista, Tomazs Stanko, atteso a Berchidda con il suo New York Quartet; e polacco è anche il violinista Adam Baldych in duo col pianista norvegese Helge Lien, mentre la scena transalpina è rappresentata dal trio del batterista Philippe Garcia e dal quartetto del trombettista Erik Truffaz. E poi gli italiani: i pianisti Dino Rubino, Enrico Zanisi e Giovanni Guidi, la cantante Ada Montellanico, il trombonista Gianluca Petrella, il contrabbassista Marco Bardoscia, i sassofonisti Raffaele Casarano e Francesco Bearzatti, la clarinettista sarda Zoe Pia e due trombettisti della statura di Enrico Rava e, naturalmente, Paolo Fresu, atteso come sempre in svariate occasioni, compreso un omaggio a Lucio Dalla e Fabrizio De André con il cantante Gaetano Curreri e il pianista Fabrizio Foschini che riporterà il festival, dopo qualche anno di assenza, in quello che fu il buen retiro dell’indimenticabile Faber a L’Agnata.

 

 

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Avrà un sapore speciale, l’estate prossima, l’appuntamento con “Time in Jazz”: dall’8 al 16 agosto, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu a Berchidda celebra, infatti, la sua trentesima edizione. Un traguardo importante per uno degli eventi più apprezzati nel panorama nazionale della musica dal vivo, capace di richiamare ogni estate, tra la seconda e la terza settimana di agosto, un vasto seguito di pubblico in questo angolo del Nord Sardegna.  

Il paese natale del trombettista, tra i jazzisti italiani più apprezzati a livello internazionale, è il fulcro della manifestazione: qui ha casa l’associazione culturale Time in Jazz che ne cura l’organizzazione, e qui si concentra la maggior parte degli eventi in cartellone. Un cartellone fitto di appuntamenti che si snodano per nove giorni consecutivi fin dal mattino in luoghi e spazi differenti: la grande arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, teatro dei concerti serali, ma anche i boschi e le chiesette campestri nei dintorni del paese e i siti più rappresentativi degli altri centri in cui il festival fa tappa con i suoi concerti: Bortigiadas, Cheremule, Chiaramonti, Loiri Porto San Paolo, Olbia, Posada, Sassari, Tempio Pausania, Tula e altri ancora da confermare. 

Il cast riunisce nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale e internazionale, alla testa di proprie formazioni o alle prese con progetti ad hoc per “Time in Jazz”: ecco, dunque, il sassofonista inglese Andy Sheppard con il suo quartetto e in duo con il chitarrista norvegese Eivind Aarset; in arrivo dagli Stati Uniti il pianista Uri Caine col suo trio, una formazione storica del calibro dell’Art Ensemble of Chicago e un gruppo giovane come gli Huntertones; dalla Germania sbarcano invece in Sardegna la tromba e il flicorno di Markus Stockhausen insieme al pianista Florian Weber; polacco, ma da tempo trapiantato nella Grande Mela, è un altro grande trombettista, Tomasz Stanko, atteso a Berchidda con il suo New York Quartet; e polacco è anche il violinista Adam Baldych in duo col pianista norvegese Helge Lien, mentre la scena transalpina è rappresentata dal trio del batterista Philippe Garcia e dal quartetto del trombettista Erik Truffaz.

E poi gli italiani: i pianisti Dino Rubino, Enrico Zanisi e Giovanni Guidi, la cantante Ada Montellanico, il trombonista Gianluca Petrella, il contrabbassista Marco Bardoscia, i sassofonisti Raffaele Casarano e Francesco Bearzatti, la clarinettista sarda Zoe Pia e due trombettisti della statura di Enrico Rava e, naturalmente, Paolo Fresu atteso come sempre in svariate occasioni, compreso un omaggio a Lucio Dalla e Fabrizio De André con il cantante Gaetano Curreri e il pianista Fabrizio Foschini che riporterà il festival, dopo qualche anno di assenza, in quello che fu il buen retiro dell’indimenticabile Faber a L’Agnata.

Come sempre, non solo la musica animerà le giornate di Time in Jazz: previsti il consueto spazio per film e documentari scelti dal regista Gianfranco Cabiddu e quello dedicato alle arti visive curato da Giannella Demuro e Antonello Fresu, oltre alle varie iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale, presentazioni di libri e conferenze.

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Paolo Fresu presenterà il 22 marzo a Bologna, nella Sala “Luca Savonuzzi” di Palazzo d’Accursio, la sede del Municipio in piazza Maggiore, il 31° Festival “Time in Jazz”, in programma a Berchidda dall’8 al 16 agosto 2017.

Interverranno all’incontro con i giornalisti, con il direttore artistico Paolo Fresu, l’assessore della cultura del Comune di Bologna Bruna Gambarelli e Pierluigi Stefanini, presidente del Gruppo Unipol, tra i principali sponsor del festival di Berchidda.

La conferenza stampa introdurrà anche l’evento in programma giovedì 23 marzo all’Unipol Auditorium di via Stalingrado 37, il primo di un trittico di incontri e presentazioni che toccheranno poi Roma (il 24 marzo) e Milano (il 28), per raccontare la “storia” di Time in Jazz e parlare dell’importanza della cultura e del segreto della longevità di questo festival.

L’evento, patrocinato dal comune di Bologna, si aprirà alle 20.00, con una conferenza sui trent’anni di Time in Jazz: insieme a Paolo Fresu, è prevista la partecipazione del ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, del presidente delle Regioni d’Europa Stefano Bonaccini, di una rappresentanza istituzionale della Regione Autonoma della Sardegna, del sindaco di Bologna Virginio Merola, del sindaco di Berchidda Andrea Nieddu, dell’assessore alla cultura della Regione Emilia-Romagna Massimo Mezzetti, di Pierluigi Stefanini, presidente del Gruppo Unipol, di Gianpiero Calzolari, presidente del Gruppo Granarolo, altro sponsor di primo piano del festival, dello scrittore Marcello Fois e del regista Gianfranco Cabiddu, responsabile della sezione cinema di Time in Jazz. Conduce la giornalista Federica Galli. Finale di serata in musica con Paolo Fresu in duo con il bandoneonista Daniele di Bonaventura, un sodalizio artistico tra i più interessanti nella vasta produzione musicale del trombettista sardo. Il concerto è aperto gratuitamente al pubblico fino a esaurimento posti.

Dopo Bologna, il racconto di Time in Jazz prosegue venerdì 24 facendo tappa a Roma: dalle 19.30, nella Sala Ospiti dell’Auditorium Parco della Musica, Paolo Fresu e ancora Gianfranco Cabiddu conversano sul festival insieme al giornalista musicale Luigi Onori. L’incontro precede un concerto, presentato dalla Fondazione Musica per Roma, del Devil Quartet, collaudatissima formazione attiva da oltre un decennio, che vede accanto a Paolo Fresu (tromba, flicorno, effetti), Bebo Ferra alla chitarra, Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria: sul palco della Sala Sinopoli a partire dalle 21.00 (biglietti a 20 e 25 euro).

L’ultimo appuntamento, martedì 28 marzo, è a Milano: in collaborazione con la Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado”, all’Auditorium Lattuada (in corso di Porta Vigentina, 15), Paolo Fresu completa il suo racconto del festival che ha ideato e fondato nel 1988 nella sua Berchidda, in compagnia di un’altra firma nota del giornalismo e della critica musicale: Enzo Gentile. A seguire, un incontro informale del trombettista sardo con gli studenti della Scuola di Musica “Claudio Abbado” e in particolare dei Civici Corsi di Jazz.

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Sono aperte le iscrizioni alla ventinovesima edizione dei Seminari Jazz di Nuoro, appuntamento di rilievo nel panorama nazionale della didattica jazzistica, in programma nel consueto periodo estivo, dal 22 agosto al primo di settembre. L’iniziativa organizzata dall’Ente Musicale di Nuoro con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (assessorato della Cultura e assessorato swl Turismo), della Fondazione di Sardegna, del Comune di Nuoro e dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico, ricalca anche quest’anno la formula collaudatissima che prevede undici, intense giornate di studio e pratica del jazz sotto la guida del corpo docente già in cattedra nelle ultime tre edizioni; un team coordinato dal pianista Roberto Cipelli (subentrato a Paolo Fresu nel 2014 al timone del seminario) in cui si riconoscono esponenti di primo piano della scena jazzistica nazionale, ai quali sono affidate le lezioni di musica d’insieme e dei rispettivi strumenti o discipline: Emanuele Cisi (sassofono), Fulvio Sigurtà (tromba), Dado Moroni (pianoforte), Marcella Carboni (arpa jazz), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Francesca Corrias (canto), Stefano Bagnoli (batteria), Max De Aloe (new entry dell’anno passato con il suo corso di armonica cromatica), Enrico Merlin (per il corso di storia del jazz), Salvatore Maltana (propedeutica) e Giovanni Agostino Frassetto (tecnica dell’improvvisazione), oltre allo stesso Roberto Cipelli (armonia).

Sarà invece un jazzista del calibro di Kenny Barron a tenere l’immancabile masterclass internazionale che caratterizza ogni edizione del seminario nuorese;: il pianista americano è atteso nel capoluogo barbaricino dal 26 al 30 agosto, mentre la consueta masterclass dedicata alla musica tradizionale sarda si focalizzerà stavolta sul canto a tenore attraverso la partecipazione dei Tenores di Bitti “Mialinu Pira”; le date sono ancora da stabilire così come quelle del corso per fonici e di quello riservato invece ai musicisti, condotti per il terzo anno consecutivo dall’ingegnere del suono Marti Jane Robertson.

L’iscrizione ai seminari, se effettuata entro il 30 aprile, costa 220 euro; dal primo maggio 280 euro. Fino al 30 aprile si pagano invece 150 euro per iscriversi solo alla masterclass di Kenny Barron; poi la quota sale a 180 euro. Per tutti gli iscritti sono previste anche quest’anno riduzioni sui biglietti e gli abbonamenti alla rassegna di concerti abbinata, come sempre, alle attività didattiche.

Iscrizioni aperte anche per la quattordicesima edizione dei Corsi invernali di jazz, collegamento ideale tra un’edizione e l’altra del seminario estivo, quest’anno in “formato ridotto” per ragioni di budget: due cicli di lezioni (invece dei più consueti cinque/sei appuntamenti distribuiti tra marzo e maggio) in programma il prossimo maggio alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi” nel weekend di sabato 13 e domenica 14, e poi due settimane dopo, il 27 e il 28. In cattedra il consueto corpo docente che conta alcuni tra i migliori jazzisti sardi: Francesca Corrias (per le lezioni di canto), Massimo Carboni (sassofono), Giovanni Sanna Passino (tromba), Salvatore Spano (pianoforte),  Angelo Lazzeri (chitarra), Salvatore Maltana (contrabbasso e basso elettrico), Gianni Filindeu (batteria) e il responsabile artistico dei corsi, Giovanni Agostino Frassetto (teoria, arrangiamento, composizione e flauto le sue materie di insegnamento).