17 December, 2025
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Con la costituzione del gruppo “Sinistra per la Democrazia e il Progresso2 cambia la “mappa” della rappresentanza consiliare delle forze politiche in Consiglio regionale.

Questa la nuova composizione dei gruppi:

Partito Democratico: Pietro Cocco (presidente), Alessandro Collu, Pietro Comandini, Lorenzo Cozzolino, Salvatore Demontis, Roberto Deriu, Daniele Forma, Gianfranco Ganau, Luigi Lotto, Gavino Manca, Giuseppe Meloni, Cesare Moriconi, Francesco Pigliaru, Rosella Pinna, Luigi Ruggeri, Franco Sabatini, Antonio Solinas, Gianmario Tendas;

Forza Italia: Pietro Pittalis (presidente), Ugo Cappellacci, Oscar Cherchi, Giuseppe Fasolino, Ignazio Locci, Antonello Peru, Alberto Randazzo, Marco Tedde, Edoardo Tocco, Stefano Tunis, Alessandra Zedda;

Gruppo Misto: Gaetano Ledda (presidente), Francesco Agus, Fabrizio Anedda, Annamaria Busia, Mario Floris, Giovanni Satta, Paolo Truzzu, Emilio Usula;

Partito dei Sardi: Gianfranco Congiu (presidente), Augusto Cherchi, Roberto Desini, Piermario Manca, Alessandro Unali;

Cristiani, popolari e socialisti: Zanchetta Pierfranco (presidente), Antonio Gaia, Raimondo Perra, Walter Piscedda;

Udc Sardegna: Gianluigi Rubiu (presidente), Alfonso Marras, Giorgio Oppi, Giuseppino Pinna;

Partito Sardo d’Azione: Angelo Carta (presidente), Marcello Orrù, Christian Solinas;

Riformatori Sardi liberaldemocratici: Attilio Dedoni (presidente), Michele Cossa, Luigi Crisponi;

Sinistra per la Democrazia e il Progresso: Daniele Cocco (presidente), Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Paolo Zedda.

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Il Consiglio regionale ha respinto (20 sì, 32 no) la mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n° 285 (Pittalis e più) sulla sfiducia all’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, ai sensi dell’art. 118 del regolamento.

Il presidente ha dato la parola al primo firmatario della mozione, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, per illustrarne il contenuto.

Pietro Pittalis, dopo aver rivolto un augurio di bentornato al presidente Pigliaru, è entrato nel merito della mozione citando un messaggio, carico di disagio, inviato dal sindaco di Fonni nel pieno dell’ondata di maltempo, che faceva riferimento fra l’altro a mezzi spazzaneve fermi a Cagliari, mezzi Anas parcheggiati nei pressi di una casa cantoniera, un mezzo dei Vigili del Fuoco preso d’assalto dai pastori disperati. «Quelle del sindaco di Fonni – ha sostenuto Pittalis – sono le stesse parole di tanti Sindaci della Sardegna che sono stati abbandonati a se stessi, senza risorse e senza mezzi, addirittura additati come capri espiatori, e a volte trattati senza nemmeno il dovuto riguardo». «La mozione quindi – ha aggiunto – riporta all’attenzione del Consiglio e dell’opinione pubblica quanto accaduto in quelle settimane e la Regione non può continuare a nascondere la verità di disservizi e ritardi sui quali non può cadere il silenzio; spero perciò che l’assessore eviti la solita autodifesa e che la maggioranza non si presti ad una difesa d’ufficio, perché non possiamo dimenticare quanto accaduto soprattutto per evitare che i fatti di allora si ripetono». «Noi riteniamo – ha detto il capogruppo di Forza Italia – che le strutture della Regione siano inadeguate per ruoli, funzioni e capacità gestionale; i fatti sono incutibili e tutti abbiamo avvertito che la Giunta e l’assessore non hanno trovato di meglio che scaricare colpe e responsabilità senza una parola di autocritica, ricordiamo tutti l’imbarazzo sulla comunicazione relativa alle strade transitabili, poi ritrattata, e le immagini grottesche dell’assessore e del vice presidente della Regione nelle centrali operative della protezione civile». «Le nostre critiche alla struttura di vertice – ha detto Pietro Pittalis – sono oggettive perché non si è mostrato in grado di fronteggiare le situazioni più difficili, ed ha anzi ignorato forti elementi di preoccupazione come quelli espressi dal comandante della forestale che, il 13 gennaio scorso, comunicava che per tutto l’inverno non si potevano utilizzare i mezzi perché privi delle zavorre e quindi devono restare fermi». «Insomma – ha concluso Pietro Pittalis – il governo regionale è apparso distinto e distante dal mondo reale; noi non vogliamo che ai disastri naturali seguano i disastri sociali e siamo convinti che non bisogna dichiarare guerra alla natura ma alle istituzioni che non si dimostrano responsabili; l’unica strada percorribile, per noi, è quella delle dimissioni dell’assessore per manifesta incapacità».

Per i Riformatori sardi il consigliere Michele Cossa, dopo aver espresso le sue felicitazioni per la guarigione del presidente Pigliaru, ha parlato di un «problema gigantesco per le implicazioni che ha sulla vita delle persone e dei beni pubblici e privati della nostra Regione, perché siamo convinti che un sistema di protezione civile degno di questo nome deve garantire sicurezza di persone e cose uscendo dalla logica dell’adempimento e del trasferimento del cerino, come abbiamo visto dal 18 gennaio in poi». Michele Cossa ha poi criticato «gli allerta meteo incomprensibili, gli amministratori locali messi sulla graticola dall’assessore dell’Ambiente come ultimo anello della catena, quello più debole, quello che resta con il cerino in mano». «Inoltre – ha aggiunto – è mancata chiarezza delle comunicazioni, nei manuali operativi che bisognerebbe leggere per capire come mai l’allerta gialla riversi la responsabilità della sua corretta interpretazione sui Sindaci». «Oggi – ha concluso – servono scelte diverse e di qui nasce la mozione».

Il consigliere Luigi Crisponi, sempre dei Riformatori, si è associato agli auguri al presidente Pigliaru, osservando sulla mozione che «è inutile riprendere a recitare il rosario dell’inadeguatezza della macchina della protezione civile». «Piuttosto – ha sostenuto – quello della protezione civile è un problema che, come altri, viene da lontano; mi riferisco al dibattito del 29 settembre in Consiglio con cui si censurò la campagna antincendi su cui era emerso un problema serio per la mobilitazione dell’apparato difforme sul piano temporale da quanto indicato dal governo regionale, con la conseguenza che restarono scoperti i mesi di ottobre e novembre». «Ebbene – ha sintetizzato – da quegli errori non si è imparato nulla, anzi assistiamo ancora ad una grave disorganizzazione ed al profondo scollamento fra Regione e amministrazioni comunali; alcuni esempi di questa realtà sono la mancanza di comunicazione fra la protezione civile di Oliena, che ha comunicato cessazione dell’attività e il Sindaco manco lo sapeva, alla scuola del corpo forestale per la formazione degli operatori di cui non si sa più nulla».

Il consigliere Giuseppe Fasolino, di Forza Italia, dopo gli auguri al presidente Pigliaru, ha parlato di una «situazione veramente delicata che dovrebbe spingere l’assessore a porsi tre domande, nello spirito di una la mozione che non personalizza ma chiede attenzione su un problema di grandissima importanza che tocca da vicino la vita delle popolazioni: se il sistema di protezione civile è stato in grado di gestire le emergenze, se il sistema di allerta funziona, se l’organizzazione dei nuclei di intervento è efficiente». Secondo Fasolino «bisogna ripartire daccapo partendo dalla certezza che non si può scaricare tutto sui Sindaci, perché molte cose non vanno e bisogna correggerle, partendo per esempio dagli avvisi che richiedono presenze h24 ma nessuno ne copre i costi, o dall’impossibilità per i Sindaci di comprare perfino un gruppo elettrogeno, pur avendo i soldi in cassa».

Ancora per Forza Italia, il consigliere Ignazio Locci ha dichiarato che «non è con piani dei Comuni né con rapporto migliore con il vertice regionale della protezione civile che si possono cambiare le cose che non vanno, è invece la catena di comando delle responsabilità (anche penali) riversate sui Sindaci che va profondamente riformata, altro che stare attenti alle carte ed alle comunicazioni formali». I Sardi, secondo Locci, «percepiscono che la protezione civile sarda non è all’altezza in tutte le sue componenti e, sotto questo profilo, bisogna avere il coraggio di non tenere in disparte le Forze Armate che in questi anni hanno dimostrato di essere l’unica istituzione pubblica di stare sul campo con efficienza e professionalità; ed è sbagliato che in Sardegna non ci sia un rapporto stabile con gli enti militari che sarebbe un grande valore aggiunto per la comunità regionale uscendo dal rivendicazionismo su entrate e servitù».

Roberto Desini, del Partito dei Sardi, ha rivolto in apertura un bentornato al presidente Pigliaru e, quanto alla mozione, l’ha definita «fuori luogo nei tempi e nei contenuti e lo dico al di là delle difese d’ufficio e sulla base dell’esperienza di Sindaco quando ho potuto verificare il significato della presenza dell’assessore e e del direttore della protezione civile; per queste ragioni non ci sto ad assistere alla deriva populista del discredito delle istituzioni e del qualunquismo». «Sulla base dei numeri che spesso non raccontano quantità e qualità del lavoro della protezione civile – ha aggiunto Desini – bisogna riconoscere che nevicate come quella che si è abbattuta sulla Sardegna non si verificavano dal ‘56 ed erano prevedibili solo in parte; lo stesso sito del Comune di New York riportava l’eccezionalità dell’ondata di maltempo, con la cancellazione di ben 3000 voli ma non c’era nessuna mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco». Va ricordato invece, ha continuato il consigliere, «che la Regione sarda è stata l’ultima Regione a istituire il centro regionale di protezione civile, il 1° gennaio 2015, mentre doveva nascere dal 2004; questa Giunta ha fatto quanto doveva, fermo restando che si può sempre migliorare ma senza gettare la croce sulla istituzioni, confrontiamoci piuttosto sulle cose concrete e pensiamo al bene comune».

Stefano Tunis, esponente di Forza Italia, ha detto che «qui nessuno sta cercando di addossare all’assessore colpe che non ha, il punto centrale è che bisogna superare l’interpretazione burocratica della protezione civile, con le montagne di carte che nascondono qualunque dimensione umana, con i Sindaci che hanno avuto sulle loro spalle un livello di responsabilità enorme senza nessuno strumento per affrontarle, con i cittadini che hanno vissuto la paura di non potersi sentire sicuri nemmeno all’interno della propria casa». «In questo periodo – ha detto poi Tunis – si sta facendo il rimpasto, un contesto in cui non ci si può nascondere dietro atti amministrativi, mentre sarebbe molto più utile una seria autocritica sull’approccio immateriale ad una settore delicatissimo come la protezione civile; per svolgere un ruolo ci vogliono attitudini e non solo conoscenze scientifiche e non è possibile che ci si sia resi conto dell’inadeguatezza del sistema regionale di fronte alle circostanze».

Il consigliere di Sel Francesco Agus, dopo aver rivolto un augurio di bentornato al presidente Pigliaru, ha annunciato il voto contrario alla mozione, «sia per i temi che per lo strumento utilizzato, ricorrendo ancora una volta alla gogna pubblica per fini personalistici, pur riconoscendo che il sistema ha storture che sopravvivono a diverse legislature». Non si può però parlare di negligenze, ad avviso di Agus, «ma i tempi sono connessi alla sicurezza ed alla salute dei sardi e queste domande devono avere risposte; è vero che il sistema non è il migliore possibile ed occorre una profonda revisione di meccanismi di previsione, di allerta e di comunicazione in effetti troppo gergali nella consapevolezza che non si possono cambiare agli enti naturali». Per cui le criticità sono evidenti ma al tempo stesso superabili, ha affermato Agus, auspicando che «avere indicazioni in questo senso in sede di replica, dimenticando che la protezione civile si nutre di fiducia e funziona se opera in un clima di fiducia e questo meccanismo virtuoso in Sardegna non è scattato, nemmeno nella città di Cagliari». Dico no, ha concluso Agus, «alla cessione di responsabilità verso chi non ha mezzi ed auspico che si possa operare in un rinnovato clima di fiducia rifacendosi a buone prassi».

Paolo Truzzu, consigliere del gruppo Misto-Fdi, ha dichiarato che «non è facile intervenire quando sono gioco sicurezza e salute della comunità e qualcuno può pensare ad operazioni opache dell’opposizione, mentre è auspicabile che la discussione sia davvero utile a non nascondere la polvere sotto il tappeto». Se a Fonni ci fosse stato l’aeroporto, ha proseguito Truzzu riferendosi all’intervenendo del collega Desini, «avremmo sentito che le piste erano libere, per cui certi fatti non possono essere ignorati ed un assessore politico, di fronte a situazioni del genere, avrebbe subito rassegnato le dimissioni». Tutti i Sindaci, ha poi ricordato Truzzu, «stanno dicendo che il sistema di allerta non funziona e ignorare questo dato significa non incidere sul sistema dimenticando fra l’altro che i nostri Sindaci ascoltano i bollettini dell’Aeronautica e non quelli della protezione civile regionale; detto questo è certo che l’assessore non è un metereologo ma il problema esiste e non affrontarlo compiutamente è una sua responsabilità, come è stata sua responsabilità assicurare che le strade erano libere salvo poi rettificare dopo qualche ora senza chiedere scusa ed anzi scaricando su Sindaci, così come è stata responsabilità del direttore affermare che la nevicata di Fonni non era colpa sua, un fatto inaccettabile che giustifica le richiesta delle dimissioni».

Per i Rossomori Emilio Usula, dopo gli auguri al presidente Pigliaru, ha parlato di una mozione «con qualche forzatura che, però, è senz’altro l’occasione per migliorare una gestione della protezione civile poco coerente e inadeguata rispetto alle esigenze della nostra Regione, pur non volendo speculare su eventi naturali eccezionali». Sul piano più generale, Usula ha preso spunto dai temi della mozione per affrontare altre contraddizioni dell’assessorato dell’Ambiente, «come le gravi incoerenze sulla gestione dei rifiuti, le scelte in aperto contrasto con il programma elettorale della maggioranza, un piano dei rifiuti che ancora non c’è e crea disuguaglianze a scapito dei più virtuosi, la gestione ostinata ed ottusa di impianti come quello di Tossilo, sostenuta con supponente indifferenza rispetto a posizioni più volte espresse da forze politiche, amministrazioni e cittadini, dallo stesso Consiglio regionale, il sostegno ad impianti industriali a carbone in grave contraddizione con gli impegni dichiarati». Per questo, ha concluso Usula, «annuncio il mio voto di astensione».

Dopo l’on. Emilio Usula ha preso la parola l’on. Fabrizio Anedda, che ha salutato il rientro in Aula del presidente Pigliaru e ha detto: «Il maltempo non è colpa dei politici né degli amministratori locali ma è loro responsabilità gestire le emergenze. Oggi gli ovili sono attrezzati, non si fa più la transumanza  e il maltempo avrà di sicuro creato disagio ma non facciamo demagogia. Il mio voto verso questa mozione, offensiva verso l’assessore, è un no».

Per l’on. Giuseppe Meloni (Pd) la mozione Pittalis e più «ha il solo merito di aver portato l‘attenzione sul tema delle emergenze nell’ambiente e su questo sono d’accordo: il sistema dei codici di allerta va migliorato e a oggi non è certamente utile. Va organizzato con maggiore efficacia. In occasione dell’alluvione del 2015 noi amministratori locali non abbiamo dormito per giorni ma in quei momenti non abbiamo pensato manco per un attimo di attaccare altre istituzioni. Il mio comune è rimasto tre giorni senz’acqua mentre quello accanto contava purtroppo i cadaveri».

Dopo aver salutato il presidente Pigliaru, l’on. Antonio Solinas (Pd) ha ricordato: «Erano decenni che mancava dalla Sardegna una nevicata così forte e ogni sistema di protezione civile sarebbe stata messa in crisi.  Certo che la nostra Protezione civile può migliorare e bene farebbe il Consiglio regionale a suggerire efficientamenti a una struttura abbastanza giovane. Certo, sulle allerta meteo abbiamo molto da ricevere e l’assessore Spano lo sa. All’amico Pietro Pittalis dico che il suo intervento è stato a dir poco ingeneroso».

«Bentornato al presidente della Regione», ha detto l’on. Giorgio Oppi (Udc), che ha aggiunto: «Noi non abbiamo l’abitudine di denigrare i predecessori, come invece ha fatto l’assessore Spano di recente, parlando male del nostro lavoro. La Protezione civile è stata istituita da noi nel 2009 e se la gara per la sala operativa è andata deserta è solo per la vostra incapacità. Noi siamo riusciti a istituire i parchi, cosa che nessuno era mai riuscito a fare prima, al di fuori della legge 31. E non avevamo questo rapporto critico con il personale dell’assessorato, come lo avete voi».

Per l’Upc ha preso la parola l’on. Pierfranco Zanchetta, che ha detto: «Non ci sono vittime in questa calamità delle scorse settimane, ed è importante. Cogliamo questa occasione per un confronto di merito sulla protezione civile, non per fare polemiche. L’incolumità dei nostri cittadini è la prima cosa che ci sta a cuore ma abbiamo anche il paesaggio e un grande patrimonio animale da tutelare. Per questo è necessario potenziare e migliorare la nostra protezione civile. Dovremmo prendere in considerazione il modello dei volontari dei vigili del fuoco del Trentino – Alto Adige, presenti in ogni comune».

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) «l’assessore non esiste ma esistono i doveri dell’assessorato e quello che non è stato fatto in queste settimane. Partiamo da un dato: il metro e mezzo di neve nel Nuorese. Ma quando ci si organizza, non lo si fa per gestire la normalità ma per gli eventi straordinari come questo che è appena capitato. Non facciamo paragoni con altre Regioni e Paesi, dove le nevicate sono molto più abbondanti, come gli Usa».

Per l’on. Angelo Carta (Psdaz) «chiedere la revoca di una delega all’assessore non è certamente un atto ordinario. Però in casi straordinari è possibile. Non è possibile invece il contrario: che la Giunta sfiduci il Consiglio regionale. L’ordine del giorno sul termovalorizzatore di Macomer, ad esempio, è stato del tutto disatteso e voi avete del tutto sfiduciato la maggioranza e il Consiglio, con il vostro atteggiamento. L’assessore Spano è andata in un crescendo di sordità arrivando al culmine in occasione dei disagi provocati da questa nevicata. E’ suo preciso compito tutelare le popolazioni del Nuorese e invece le avete lasciati completamente sole. Ancora una volta avete dimostrato di non avere a cuore il centro della Sardegna, ridotta ormai a cenerentola della Sardegna. Per questo chiedo che l’assessore si dimetta e sia rimosso il direttore della protezione civile».

Per l’on. Daniele Cocco (Sel) «anche questa richiesta di dimissioni di un assessore cadrà nel vuoto. Preoccupiamoci di costruire una protezione civile migliore per la Sardegna, prendendo ad esempio modelli come la Toscana e recependo le proposte che sono giunte dal Consiglio. Non è possibile che il 70 per cento della forza di Forestas d’inverno sia in cassa integrazione: nei gironi delle grandi calamità quel personale sarebbe stato utilissimo al lavoro nei Comuni».

Per il Partito dei sardi ha preso la parola l’on. Congiu secondo cui «questa discussione avrebbe dovuto svolgersi in un modo normale. Stiamo dimenticando l’unico vero dato di questa vicenda: la neve è in Barbagia e isola il centro Sardegna ed è per questo che dovremmo dislocare nel centro della Sardegna tutti i mezzi antineve a disposizione nell’Isola. Questa è l’unica cosa che dovremmo imparare da questa vicenda».  

Per il Pd ha parlato il capogruppo, on. Pietro Cocco, che ha detto: «E’ vero che se l’assessore fosse andata sul posto avrebbe magari rassicurato le popolazioni ma non avrebbe cambiato i numeri della vicenda. I mezzi della Protezione civile erano tutti impegnati nel Nuorese e così tutte le organizzazioni di volontariato. Sono intervenuti circa 1.500 uomini». Pietro Cocco ha parlato anche dei  bollettini dell’allerta meteo e ha aggiunto: «Certo che il servizio va migliorato ma certo voi non siete in grado di dare lezioni a nessuno».

L’on. Tedde (Forza Italia) ha dato al presidente Pigliaru «un sincero in bocca al lupo ma senza sconti» e ha aggiunto nel merito del dibattito: «L’assessore Spanu è totalmente inadeguata a svolgere le funzioni che ricopre. Persino il capogruppo del Pd ha censurato l’assenza dell’assessore nei luoghi del disastro quando sarebbe stata utile proprio quella presenza delle istituzioni. Avete raccontato favole».

Per la Giunta ha replicato l‘assessore Spano, che ha riaffermato i dati della vicenda: «Intanto, i sindaci sono parte del sistema di protezione civile regionale, non sono un corpo separato. Molti sindaci ci ringraziano e non si sono sentiti soli: soltanto alcuni hanno avuto da dire. Già a inizio dicembre 2016 avevamo diramato le modalità di intervento e assegnato i propri mezzi spazzaneve e spargisale ai Comuni. Al momento della eccezionale nevicata i mezzi erano già sui territori e c’erano anche i mezzi delle associazioni di volontariato e di Forestas. Il coordinamento con le prefetture ha funzionato e così con le protezioni civili dei Comuni. Abbiamo messo a disposizione 1493 persone, molti dei quali richiamati dalla cassa integrazione».

Sui bollettini e gli avvisi di criticità, l’assessore ha detto: «Si tratta di documenti ufficiali, non di burocrazia. Siamo passati da 178 avvisi nel 2013 a 67 nel 2015 fino ai 33 del 2016. Questo significa risparmio di forze e di risorse da parte dei comuni e della Regione. Non dovete credere a chi dice che è possibile fare previsioni al metro quadro. Stiamo migliorando il sistema con investimenti infrastrutturali sulla rete idropluviometrica e degli igrometri. Stiamo finanziando anche la rete radio regionale. Insomma, stiamo lavorando e dobbiamo farlo in sinergia con i Comuni».

Il presidente Francesco Pigliaru ha ringraziato per gli auguri ricevuti e ha esordito dicendo: «Sarebbe stato più utile un dibattito aperto su come migliorare quello che è stato fatto finora.  Noi riteniamo di aver fatto tutto per avere la migliore protezione civile della Sardegna. Dobbiamo capire qual è il nostro livello del servizio e non mi interessa chi ha fatto e chi non ha fatto nel passato. Va a detto però a merito dell’assessore Spano che il centro funzionale decentrato in nove mesi è stato messo in funzione e oggi gestisce i rischi degli eventi meteo. Qualche complimento, onestamente, lo abbiamo avuto dai sindaci che hanno riconosciuto un netto miglioramento rispetto al passato. Possiamo e dobbiamo continuare a migliorare senza deresponsabilizzare i sindaci, che hanno i loro doveri».

Poi ha proseguito: «Ora abbiamo anche un manuale operativo e non è poco: magari da migliorare ma lo abbiamo. Non è accettabile però che noi facciamo sentire ai sardi che nulla è stato fatto in questi anni perché non è vero. Quando c’è stata la grande bufera di vento a Cagliari c’era un codice giallo: dobbiamo evidentemente migliorare la comunicazione e far capire a tutti, in tempo reale e con chiarezza, quando è in pericolo la sicurezza. Piena fiducia all’assessore Spano, del quale ho profondissima stima».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, nel suo intervento di replica ha definito l’intervento del presidente Pigliaru «un’autodifesa dettata da colleganza con l’assessore Spano e da ragioni di natura politica». «Chi ha responsabilità su ambiente e protezione civile – ha proseguito Pittalis – non può relegare le problematiche evidenziate nel corso del dibattito come eventi occasionali, non utili cioè a misurare capacità e adeguatezza dell’assessore». Il capogruppo ha accusato i consiglieri della maggioranza di «dare ragione ai sindaci che protestano contro l’assessore, quando sono sul territorio, e di difendere invece l’assessore quando sono seduti in Consiglio».

«Non serve – ha proseguito l’esponente della minoranza – far finta che nulla è accaduto, bisogna capire, infatti, cosa non ha funzionato nella macchina degli interventi e non si può solo affermare che i macchinari che non funzionano sono quelli acquistati nella passata legislatura.»

Pittalis ha quindi auspicato la fine della politica degli annunci da parte della Giunta ed ha evidenziato la carenza di fondi in bilancio per far fronte ai danni.

Il presidente del Consiglio ha quindi comunicato la convocazione della Quinta e della Seconda commissione per domani, giovedì 23 febbraio, alle 11 ed ha concesso la parola per dichiarazione di voto.

Ignazio Locci (Fi) ha preannunciato voto a favore («Serve riorganizzare la protezione civile e non basta che la Regione risponda al telefono alle richieste di aiuto», stessa dichiarazione da parte del suo collega di gruppo e di partito, Marco Tedde («Vi siete difesi con argomenti non pertinenti, l’assessore doveva ammettere le sue responsabilità») e da parte di Paolo Truzzu (Misto-Fdi): «L’assessore non mi ha convinto: dovete prendere atto di ciò che è accaduto e chiedere scusa»).

Mario Tendas (Pd) ha dichiarato voto contrario alla mozione («Davanti agli eventi eccezionali bisognerebbe evitare di accusarsi reciprocamente ma fare un’analisi seria per affrontare e risolvere i problemi dell’emergenza»), seguito da Piero Comandini (Pd): «Sono molte le discussioni che alimentano l’antipolitica e dico che la protezione civile va tolta dalla politica perché va oltre le istituzioni e la politica».

Contrario anche Luigi Lotto (Pd): «Non si fa marketing sull’emergenze non si fa speculazione e promozione politica su queste cose».

A favore, invece, Attilio Dedoni (Riformatori): «Auspico un confronto vero sul funzionamento della protezione civile in Sardegna» e Ugo Cappellacci (Fi) («Siete qui da tre anni, dite che la responsabilità del tutto è di Cappellacci, vi chiedo allora cosa avete fatto voi in questi tre anni nei quali governate la Sardegna»).

Favorevole anche Luigi Crisponi (Riformatori): dall’assessore abbiamo ascoltato un intervento debole e scoordinato, bene invece il presidente Pigliaru quando afferma che non servono contrapposizione su questo tipo di eventi.

Il presidente ha quindi proceduto con la votazione per appello nominale, il cui scrutinio ha dato il seguente risultato: favorevoli alla sfiducia dell’assessore dell’Ambiente 20, contrari, 32.

I lavori del Consiglio regionale riprenderanno giovedì 2 marzo, alle ore 16.00, con una seduta congiunta assieme al Consiglio delle Autonomie Locali in cui saranno affrontati i temi della Legge di Stabilità e dei rapporti Regione-Enti locali.

Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo convocata dal presidente dell’Assemblea Gianfranco Ganau al termine della seduta di questa mattina. La conferenza ha messo a punto anche la scaletta della riunione, suddividendo in modo paritario gli interventi dei rappresentanti del Cal e dei capigruppo del Consiglio.

Per quanto riguarda l’elezione dei Revisori dell’Ersu di Sassari, altro argomento che figurava all’ordine del giorno della seduta di questa mattina, il presidente Ganau eserciterà i poteri sostitutivi, tenendo conto delle indicazioni dei gruppi.

La Legge di Stabilità 2017, infine, comincerà il suo percorso in Consiglio una volta definiti i passaggi tecnico-giuridici relativi all’esercizio 2016 che si sono resi necessari a seguito della recente sentenza della Corte Costituzionale.

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Il Consiglio regionale ha esaminato la mozione n. 78 (Dedoni e più) sulla paventata chiusura del reparto del centro sclerosi multipla presso l’ospedale Binaghi di Cagliari.

Illustrando la mozione, il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha sottolineato che «esiste un problema e soprattutto emerge innanzitutto la necessità dei malati di sclerosi multipla che temono il trasferimento del Binaghi al San Giovanni di Dio e, in secondo luogo, c’è anche la questione delle risorse ingenti necessarie per l’eventuale ristrutturazione». In Sardegna, ha ricordato Dedoni, «la sclerosi ha purtroppo una presenza importante ed ogni intervento va attentamente considerato, perché finora il Binaghi ha ospitato un centro che ha seguito circa 7.000 paziente ponendosi come riferimento a livello nazionale con una mobilità passiva al contrario verso la Sardegna». Tutto questo è stato possibile, ha aggiunto, «anche grazie all’azione della professoressa Marrosu, direttrice della struttura, e non si tratta di difese d’ufficio che fra l’altro sono inutili data la caratura internazionale di una scienziata del suo spessore, quanto piuttosto di salvaguardare una delle eccellenze della sanità regionale». Il consigliere si è poi soffermato su un problema tecnico che ha riguardato la professionista, che ha chiesto di andare in pre-pensionamento tornando poi sulle sue decisioni ma trovandosi di fronte, in questo caso, ad un parere negativo dell’Università di Cagliari. C’è quindi la necessità, secondo Dedoni, «di recuperare una persona disponibile a lavorare gratuitamente e in proposito c’è un precedente analogo dell’Emilia-Romagna; spero che l’assessore e l’intera Giunta recepiscano questo messaggio, che non è contro nessuno ma per tante persone che soffrono».

Il consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna, dopo aver ricordato di aver frequentato a lungo il centro per vicende famigliari, ha messo l’accento su significato di una «lotta contro la quotidianità della sclerosi multipla che ha in Sardegna ha l’incidenza più alta del mondo pari alla Scozia; il reparto del Binaghi, quindi, è una risorsa preziosa per la Sardegna e la sua chiusura avrebbe effetti devastanti, anzi occorre operare concretamente per il potenziamento delle strutture a sostegno di pazienti e familiari contro ogni ipotesi di chiusura o ridimensionamento».

Per l’Upc Antonio Gaia ha manifestato adesione totale alla mozione, «come tanti con parenti ed amici che combattono con questa patologia; va sottolineato però che il centro del Binaghi, per tutti i pazienti, è diventato quasi una casa, soprattutto per quelli che provengono da fuori, per cui spostando quel servizio si aprirebbe, fra i tanti, un problema di parcheggi che per questi malati ha una importanza essenziale».

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, auspicando che su questo argomento ci sia una volontà comune del Consiglio, ha affermato che «una Regione come la Sardegna che sostiene per interno i costi della sanità deve, a maggior ragione, potenziare le strutture di eccellenza legate purtroppo ad una incidenza specifica della sclerosi nella nostra Regione». Va ricordato anche, secondo la Zedda, «che il centro del Binaghi ha un gradimento altissimo fra i pazienti per le diverse fasi dell’assistenza, oltre che strutture moderne e tecnologicamente avanzate, c’è un lavoro enorme della professoressa Marrosu e della sua equipe, di tutti i medici e degli operatori di ogni livello; per questo siamo convinti della necessità di razionalizzare il nostro sistema sanitario ma, in casi come quello del Binaghi, il nostro obiettivo è mantenere e migliorare i centri di eccellenza, valutando al massimo alternative che assicurino gli stessi elevatissimi livelli di qualità». La consigliera si è dichiarata in conclusione disponibile a contribuire ad un ordine del giorno unitario.

Il consigliere di Sel Francesco Agus, premettendo di non essere interessato a singoli aspetti della sanità sarda quanto ad un contesto attento ai servizi offerti alla persona, ha precisato che «in questo caso però è condivisibile la scelta della conferenza dei capigruppo di portare in Consiglio questo argomento, soprattutto per rassicurare tanti pazienti sardi che ci hanno rappresentato le loro preoccupazioni». Il centro, ha proseguito, «è un riferimento nazionale ed europeo per numero e diversità dei casi trattati ed il trasferimento al San Giovanni Di Dio genera perplessità che dovranno essere fugare; non entro nel merito dei ragionamenti aziendali ma non sarebbe utile una riflessione che non tenga conto della realtà di un centro come quello del Binaghi; auspico infine che l’assessore dia ampie rassicurazioni in questo senso non solo al Consiglio ma soprattutto ai pazienti».

Augusto Cherchi, del Partito dei Sardi, si è congratulato con il collega Dedoni che ha richiamato l’attenzione dell’Aula su questo argomento, legato alle difficili condizioni di «pazienti fragili colpiti da una malattia cronica il cui decorso interessa di conseguenza migliaia di famiglie». Piuttosto, ha osservato, «ho qualche perplessità sulla sede in cui di discute, perché a mio avviso sarebbe stato meglio affrontare il problema in commissione per gli approfondimenti che merita all’interno della nuova rete ospedaliera ancora in via di elaborazione». Dobbiamo, infatti, conoscere bene problematiche attuali, ha aggiunto Cherchi, «e lavorare per una prospettiva futura migliore, evitando di ricorrere a personalismi; riconoscono l’impegno della dr.ssa Marrosu e di molti altri professionisti ma personalizzare un reparto è un errore, anche perché di problemi come questi ne dovremo affrontare molti altri, a cominciare da quello più generale del blocco del turn over che ha bloccato le assunzioni per oltre 2 anni».

Paolo Truzzu, esponente del Misto-Fdi, ha ricordato in apertura che «il Consiglio si è occupato molto spesso di sanità, avendo sempre come obiettivo la migliore organizzazione del settore e quasi trascurando la tutela della salute dei cittadini e dei malati, mentre oggi invece affrontiamo questo tema tenendo presente che, pur non essendo nostro compito individuare soluzioni organizzative dobbiamo però cercare di capire come possiamo garantire serenità a soggetti che affrontano una fase molto difficile della loro vita». Per fare questo, ha suggerito Truzzu, «dobbiamo puntare su due concetti chiari: mantenere il centro come struttura regionale di riferimento e garantirne la piena funzionalità tracciando un percorso per la sua ulteriore crescita, senza dimenticare la logistica che, in questo caso particolare, ha una funzione di grandissima importanza».

Il consigliere Giorgio Oppi, dell’Udc, ha detto di conoscere molto bene la dottoressa Marrosu «anche per bene per averla indicata a suo tempo come assessore alla Sanità» e, affrontando la discussione generale del problema, ha messo in evidenza che «in Sardegna abbiamo due malattie di grandissima diffusione come sclerosi multipla e diabete, per cui pur non mettendo in discussione l’azione importantissima del centro del Binaghi, non va dimenticato che la decisione finale non è dell’assessore ma del rettore di Cagliari, per quanto riguarda la riammissione della dottoressa Marrosu alla guida di un centro fiore all’occhiello della Sardegna dove le persone vengono assistite con molto amore». Piuttosto, secondo Oppi «è strano che dal Binaghi si trasferisca il centro da un’altra parte con l’Università di mezzo mentre molti altri trasferimenti sarebbero in corso, ponendo anche questioni anche legate al contratto del personale». Nella cura della sclerosi multipla, ha concluso Oppi, «la Sardegna sempre all’avanguardia e quindi è giusto salvaguardare la struttura, ed è opportuno che l’assessore intervenga presso l’Università per rasserenare gli utenti».

La consigliere del Pd Rossella Pinna, intervenuta successivamente, si è fatta portavoce degli allarmi lanciati da alcune associazioni «per la difesa del centro dal trasferimento e dalle ipotesi di per depotenziamento o scorporo con perdita di professionalità e strumentazioni acquisite anche con la partecipazione dei pazienti e delle stesse associazioni». Quella del Consiglio è una discussione utile, ha affermato, «per dare all’assessore la possibilità di spiegare progetti e programmi della Regione, e chiarire che sarebbe assolutamente irragionevole percorrere la strada del depotenziamento del centro davanti a un trend in aumento della sclerosi; c’è invece bisogno di più ricerca e di più assistenza, non solo logistica ma con uno sguardo più lungo sul centro regionale inquadrandolo secondo le indicazioni contenute nella proposta di legge del collega Tendas e molti altri della maggioranza che prevede interventi su ricerca, diagnosi e percorsi terapeutici contro la sclerosi».

L’assessore Arru (Sanità) ha preso la parola per dire che «il prossimo 7 febbraio verrà presentato il progetto sulla sclerosi multipla realizzato al tavolo congiunto con la rappresentanza dei malati e delle famiglie, per arrivare a presentare una rete assistenziale. Mai questo era accaduto e mai abbiamo voluto sminuire il ruolo dell’ospedale Binaghi dal punto di vista scientifico. Nessuno può certamente dimenticare il lavoro svolto dal professor Rosati e dalla professoressa Marrosu. Oggi documentiamo il fatto che questa malattia in Sardegna è talmente radicata che abbiamo 340 casi per 100mila abitanti. L’Ogliastra è po’ un enclave e dobbiamo avere capacità programmatoria per individuare centri di ricerca e soluzioni innovative sotto il profilo dell’assistenza. Come quando si fece la grande battaglia contro la microcitemia ai tempi del professor Antonio Cao.

Per l’esponente della Giunta «sono necessarie diagnosi precise con punti scientifici di alta specialità e un percorso di presa in carico del paziente e l’assistenza di prossimità nei territori anche alle famiglie.  Io riconosco il ruolo della professoressa Marrosu, al di là del fatto che sia andata in pensione credo che le si debba chiedere ancora di dare il suo contributo per questa causa scientifica e umana. Ma è certo che il Binaghi di Cagliari sarà il centro di una rete scientifica di altissimo livello”».

Per la replica è intervenuto l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi), che ha detto: «Non sono certo io il difensore della professoressa Marrosu, che non ha bisogno di difensori. Nella riorganizzazione sanitaria, pure necessaria, bisogna sempre salvaguardare gli interessi dei più deboli. E i malati di sclerosi sono certamente i più deboli tra i malati. Non è pensabile che si disperda il patrimonio scientifico che si è formato in questi anni e ringrazio l’assessore perché mi ha dato l’opportunità per dire oggi questo».

Per il presidente della commissione, on. Raimondo Perra, «l’argomento dovrà essere portato  all’interno della commissione. Non ci sono chiusure in vista ma un trasferimento dal Binaghi al San Giovanni di Dio, che non è certo il massimo sotto il profilo della logistica e dei tanti pazienti che arrivano da altre zone della Sardegna. Forse la soluzione migliore è il trasferimento al Policlinico di Monserrato ma ne parleremo in commissione».

L’on. Alessandra Zedda (FI) ha auspicato «un ordine del giorno unitario» ma ha anche ricordato che «il centro dell’ospedale Binaghi è della Asl 8 e non dell’Università».

Per l’on. Luigi Ruggeri (Pd) «bisogna uscire dalla visione paternalistica della Medicina. Noi abbiamo bisogno di modelli che rispondano a logiche di risultato e di efficienza misurabile: non serve sapere chi guiderà i processi o dove sono ubicati i centri. Contano solo i risultati, che devono migliorare».

Dello stesso avviso l’on. mario Tendas (Pd): «Ho presentato una proposta di legge, la 263, proprio sulla sclerosi multipla redatta con la collaborazione anche della professoressa Marrosu».

Favorevole a un ordine del giorno unitario anche l’on. Daniele Cocco (Sel): «Occorre anche intervenire sulle liste d’attesa delle prenotazioni delle risonanze magnetiche per questi malati. Dobbiamo dare loro priorità».

Per l’on. Dedoni «la mozione si può ritirare se c’è davvero un ordine del giorno che affronta il tema in commissione. Ma vorrei che anche la proposta di legge dell’on. Tendas fosse inserita nell’ordine del giorno, senza che ci siano personalismi o interessi di partito».

Dopo il ritiro della mozione da parte del’on. Dedoni, il presidente Ganau ha annunciato che gli atti saranno trasmessi alla commissione Sanità in modo da consentire la predisposizione di un ordine del giorno e ha dichiarato chiusa la seduta.

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Il Consiglio regionale questo pomeriggio ha approvato il Rendiconto generale della Regione e il Rendiconto consolidato per l’esercizio finanziario 2015; ha dato il via libera all’assestamento di bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016-2018; ha approvato all’unanimità la proposta di legge per il superamento del precariato nel sistema regione,; ha approvato il disegno di legge sulla vigilanza, monitoraggio e controllo delle attività di servizio pubblico di cabotaggio marittimo con le isole minori; e, infine, la mozione n. 272 sul licenziamento di infermieri in servizio presso le carceri di Badu ‘e Carros e Mamone.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n. 387 – Giunta regionale – “Approvazione del Rendiconto generale della Regione Sardegna per l’esercizio finanziario 2015 e del Rendiconto consolidato della Regione Sardegna per l’esercizio finanziario 2015”. Per l’illustrazione del provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini, del Pd.

Sabatini, nel suo intervento, ha annunciato di volersi rimettere alla relazione depositata agli atti del Consiglio, chiedendo però alla Giunta chiarimenti sui problemi segnalati nella mattinata fra Agea e Banca d’Italia relativi ad una serie di pratiche agricole.

Il relatore di minoranza Christian Solinas (Psd’Az) ha affermato che «sotto il profilo della forma il provvedimento è coerente con la recente delibera della Corte dei Conti e certifica che la Regione entra per prima in Italia nell’area del bilancio armonizzato con i ritardi connessi a questo adempimento, perché le obbligazioni sono registrate nel momento in cui vengono assunte ma imputate all’esercizio in cui scadono, di qui la necessità di una complessa azione di accertamento residui». Nel merito, ha proseguito Solinas, «la Corte ha messo in evidenza un aumento dei costi delle partecipate per 92 milioni all’esercizio precedente, riferito in parte a società in liquidazione che continuano ad assumere e ciò impone una profonda riflessione sul contenimento di spesa che non c’è, e che dovrebbe essere realizzato prima di avviare ogni progetto di stabilizzazione». Poi, ha aggiunto, «c’è il grande problema della sanità con un disavanzo 2015 pari a 344 milioni, costi di produzione in costante crescita e spesa farmaceutica a più 14%, a conferma delle forti criticità del settore in ordine al piano di rientro». Per questi motivi, ha concluso, «la minoranza si asterrà».

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha ricordato che «parifica in ritardo della Corte dei Conti non giustifica i ritardi nell’azione di programmazione della Giunta pur comprendendo le difficoltà connesse al pareggio di bilancio». In particolare, ha sottolineato la Zedda, «anche nel rendiconto emergono alcuni fallimenti della Giunta, dall’aumento dei residui passivi al calo nel recupero delle entrate; dalle partecipate con incremento di personale come Sotacarbo ad altre società in liquidazione che hanno visto spese in crescita; dalla sanità dove nessuna azienda ha conseguito risparmi dopo due riforme di settore e la qualità del servizio resta insoddisfacente, alla gestione interna dei flussi finanziari caratterizzata da un preoccupante ritardo generale nei pagamenti». Se poi è vero che ci sono più risorse, ha sintetizzato, «bisogna spenderle in tempi molto più rapidi».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha parlato di «rendiconto come passaggio tecnico che consente però di fare importanti riflessioni politiche e non è vero, nel merito, che la Corte dei Conti ha certificato i successi della Giunta, anzi al netto dei ritardi per l’entrata in vigore del nuovo sistema non sono migliorate nè l’efficienza della macchina amministrativa né la capacità di assicurare buoni obiettivi di bilancio, tanto è vero che siamo molto indietro sia con assestamento che con legge di stabilità». Il risultato di amministrazione, ha poi osservato Truzzu, «è peggiorato per circa 100 milioni e poi, altro dato preoccupante, emerge una capacità di programmazione e di spesa delle risorse ferma al 26% che fra l’altro si proietta negativamente sugli esercizi futuri». La stessa legge approvata stamattina, ha lamentato Truzzu, «prevede una procedura censurata dalla Corte dei Conti in materia di razionalizzazione delle partecipate; occorre poi fare piena luce sulle risorse destinate alle fondazioni che, nel 2015, hanno ottenuto 11 milioni dalla Regione senza che nessuno sappia come e perché».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, ricordando di aver partecipato all’udienza di parifica della Corte dei Conti, ha affermato che «il regime del bilancio armonizzato determinerà in prospettiva un maggior ordine nei conti della Regione ed una quota di programmazione di competenza del Consiglio che acquisterà una rilevanza più ampia». I richiami sulle entrate dove c’è molto da incassare attraverso specifici decreti attuativi, ha concluso Locci, «ed i problemi di tracciabilità della spesa dei fondi comunitari rappresentano indicazioni coerenti con la necessità di assegnare più spazi al Consiglio nella sessione di bilancio».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha detto che, a suo avviso, «il rendiconto è documento politico perché, fra l’altro, consentirà di vedere come si comportano alcune forze della maggioranza, che prima prendono le distanze e poi votano tutto; un punto sul quale bisogna fare una grande operazione verità». Secondo Pittalis si prosegue nell’ambiguità con cui, «da una parte si annuncia una stagione nuova di gestione oculata delle risorse e poi si continua nella logica dei peggiori sprechi». Citando un articolo comparso sul quotidiano on-line Sardiniapost, Pittalis ha rilanciato la notizia di un contratto del 7 dicembre, una settimana fa, stipulato da un addetto del gabinetto dell’assessore Falchi (dimissionaria) col Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale per 16.000 euro relative al lavoro di appena un mese». La mia, ha continuato il capogruppo di Forza Italia, «è la formale denuncia politica di un sistema che deve assolutamente finire; andremo fino in fondo chiedendo conto di tutte le consulenze del sistema Regione e dico fin da ora che, se per la finanziaria non avremo questi dati, faremo le barricate».

Replicando a nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha dichiarato che dal dibattito del Consiglio sono emersi spunti interessanti su tre temi principali: cambiamenti introdotti dal principio del bilancio armonizzato, situazione delle partecipate e sanità. Per quanto riguarda i tempi, ha sostenuto l’assessore, «c’erano dei ritardi nell’approvazione dei documenti contabili in parte recuperati con un grande sforzo, riconosciuto anche dalla Corte dei Conti, sul piano organizzativo ed informatico, uno scotto che non si dovrebbe ripetere comunque non in queste dimensioni». Ora, ha spiegato Paci, «la Regione ha ottenuto il risultato di bilancio richiesto con un surplus positivo per 80 milioni, i residui passivi sono ancora parecchi ma il loro volume è stato di molto intaccato, come dimostra l’indice smaltimento passato dal 40% del 2013 al 79% del 2015, la spesa del 2015 infine ha potuto contare su 400 milioni in più per effetto del superamento vincoli del patto di stabilità». Soffermandosi sui problemi della sanità, l’assessore ha riconosciuto che si tratta di «un grande problema strutturale con tante cose ancora da fare come sistema Sardegna» mentre, in materia di spesa del personale, «siamo dentro i parametri ma resta una attenzione molto alto». Sulle partecipate, infine, secondo Paci «è un tema storico che va affrontato anche se sono state risolte molte questioni importanti e sono convinto che il lavoro comune porterà a risultati molto migliori».

Rispondendo in conclusione alla richiesta di chiarimenti del consigliere Sabatini, l’assessore ha comunicato che il presidente della Regione Pigliaru ha inviato una lettera alla Banca d’Italia per sbloccare pagamenti destinati al sistema agricolo regionale, dopo chiusura della tesoreria dell’istituto il 12 dicembre scorso. Sulle consulenze, argomento sollevato dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, l’assessore ha garantito che saranno forniti al Consiglio i dati completi, fermo restando che il caso segnalato era già da questa mattina all’attenzione del presidente Pigliaru.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge e, a seguire, gli articoli e gli allegati del provvedimento.

Prima del voto finale del testo, il consigliere del Pd Luigi Ruggeri ha contestato le dichiarazioni del collega Pittalis in materia di consulenze, ricordando che «il commissario di quell’ente dice di essere vittima di falsità verificabili per tabulas e di un inquinamento mediatico che rende necessaria una immediata rettifica». Per quello che so, ha concluso, «non c’è niente di vero e si farebbe meglio a tacere».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha rimproverato a Ruggeri «di fare il Torquemada per quello che gli pare salvo poi fare appelli alla trasparenza; ho detto che riprendevo una notizia di cui ho chiesto conto all’assessore ed anzi vorrei capire come mai conosce così bene questa vicenda». Non ci faremo mettere bavagli, ha concluso, «vogliamo la verità della Giunta»

Sull’ordine dei lavori, l’assessore Paci è tornato al testo in votazione proponendo, con un emendamento orale, di inserire un articolo 9 sull’immediata entrata in vigore del provvedimento.

L’emendamento orale è stato approvato e, subito dopo, il Consiglio, ha espresso il voto finale sulla legge con 30 voti favorevoli, 4  e 12 astenuti.

Dopo il Rendiconto l’Aula ha esaminato il disegno di legge 388/A, ossia l’assestamento del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016-2018 ai sensi dell’articolo 50 del decreto legislativo n. 118 del 2011 e successive modifiche ed integrazioni.

Il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, ha preso la parola per illustrarlo, riportando il parere favorevole della commissione III, sollecitando “la rapida approvazione da parte dell’Aula”.

Nessun iscritto alla discussione generale: il Consiglio ha votato l’articolo 1 e a seguire il 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 e a seguire gli allegati 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10/A, 10/B, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17.

La legge di assestamento del bilancio è stata così approvata.

L’Aula ha poi esaminato la proposta di legge 390 “Norme per il superamento del precariato nella Regione”. L’on. Gavino Manca (Pd) l’ha illustrata dicendo che “il testo è frutto del lavoro della Seconda e della Terza commissione” e ha aggiunto che “stiamo parlando di circa 200 persone da stabilizzare e di una norma che una volta per tutte deve tracciare una linea di discontinuità con il passato ponendo le condizioni perché non venga creato nuovo precariato nella Regione”. L’esponente di maggioranza ha illustrato rapidamente le modalità del piano di stabilizzazione.

Per l’on. Francesco Agus, presidente della commissione Autonomia, “questo è un obiettivo di legislatura di tutto il Consiglio regionale. Abbiamo lavorato in questi anni per individuare le cause del precariato e le possibili soluzioni, evitando false illusioni e conoscendo i limiti della legislazione regionale rispetto alla legislazione statale. Si è fatto ricorso in questi anni a lavoro precario dentro i servizi regionali e per questo all’inizio della legislatura abbiamo inteso tracciare una linea, una volta per tutte”. Per il relatore “l’applicazione delle norme statali e della legge regionale in discussione darà certezza giuridica alla Regione. Oggi il Consiglio c’è un testo in grado di tracciare una strada per l’amministrazione anche se sarebbe stato meglio chiudere questa situazione qualche mese fa ma non avremmo  avuto un testo così elaborato ed efficace”.

Per l’on Mario Floris “se non consideriamo in modo prioritario tutti i temi del lavoro e dell’economia non possiamo affrontare in maniera organica il tema del personale della Regione. Per questo rinnovo l’invito perché si apra una sessione speciale sullo Statuto di autonomia e di confronto con lo Stato”.

Per l’on. Roberto Deriu (Pd) “la giornata è importante e da ricordare perché queste norme sono attese con speranza da tanti sardi. Anche da quelli che sperano in futuro di entrare a far parte dell’amministrazione regionale e degli enti locali. Questo testo è una legge, peraltro: non un provvedimento amministrativo mascherato da legge”.

Per l’on. Gianfranco Congiu (Pds) “è importante il lavoro di sintesi che è stato fatto dalle commissioni ed è importante che contenga una linea di demarcazione per il futuro”. Anche l’on. Rubiu (Udc) si è associato e ha ricordato: “Anche noi siamo firmatari della legge e oggi si rende giustizia a chi lavora in Regione con un ruolo di precario. Ma non possiamo ora dimenticare i precari delle Asl, delle società in house e delle aziende regionali”.

Per il riformatore Attilio Dedoni, firmatario del provvedimento, “il problema del precariato nella nostra Regione sembra proprio che non abbia fine. Questa è una norma di partenza, l’inizio di un percorso”.

Anche il capogruppo di Forza Italia, on. Pittalis, ha ricordato di aver firmato il testo: “Su questi temi si misura la capacità e la credibilità di una classe politica. Questo è un primo tentativo di soluzione di un problema. Finalmente andiamo verso qualche traguardo ma è soltanto l’inizio, anche se abbiamo cercato di dare la risposta adeguata nell’articolo 7 per evitare disparità di trattamento tra casi simili. Confidiamo sul fatto che sia accolto il nostro emendamento 2 e che dopo le vacanze si possa lavorare tutti assieme per affrontare il resto della materia”.

Ha quindi preso la parola l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci che ha rivolto un plauso all’iniziativa assunta dal Consiglio con la presentazione di una legge per il superamento del precariato e sulla quale – ha detto – “c’è il pieno consenso della Giunta”. «Condividiamo l’impostazione complessiva del provvedimento finalizzato a dare una risposta a un problema di grande importanza per tutte le amministrazione pubbliche – ha detto Paci – non è un provvedimento amministrativo ma una legge con caratteristiche importanti di generalità che dà risposte precise. Con le risorse messe a disposizione ci sono gli spazi per intervenire anche su altri fronti: le progressioni interne del personale e i concorsi per nuove assunzioni. Bisogna pensare anche alle migliaia di giovani laureati che aspettano un concorso pubblico. Nella legge c’è il giusto equilibrio tra esigenze diverse. Questa legge non riuscirà a dare una soluzione per tutto ma va nella giusta direzione».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato all’unanimità.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 “Oggetto e finalità. Integrazioni alla legge regionale n. 31 del 1998”. Il presidente della Terza Commissione Franco Sabatini (Pd) ha invitato l’Aula a riflettere sull’appello rivolto dall’ex presidente della Regione Mario Floris che nel suo intervento aveva sollecitato l’impegno del Consiglio per la riscrittura dello Statuto. «Non vorrei che questo appello cadesse nel nulla – ha detto Sabatini – con il provvedimento di oggi si interviene su un problema rilevante ma non  sull’organizzazione generale della Regione e del personale che passa attraverso la riscrittura dello Statuto. L’auspicio è che dopo le feste e la discussione della Finanziaria si affronti il tema. Ritardi e disfunzioni sono evidenti, ne subiamo le conseguenze tutti i giorni. La macchina va riorganizzata, anche la legge sul personale ha subito tante modificazioni, è necessario riscriverla. Ci sono servizi degli assessorati sovradimensionati e altri sottodimensionati, non si riesce ad attrezzarli per dare risposte ai cittadini. Occorre porre fine al precariato esistente e non crearne del nuovo. Il precariato nasce quando con le leggi ordinarie non si riesce a dare risposte alle esigenze della macchina amministrativa».

Posto in votazione l’articolo 1 è stato approvato all’unanimità (42 voti favorevoli su 42 votanti).

Si è quindi passati alla discussione dell’articolo 2 “Modifiche all’articolo 6 della legge regionale n. 31 del 1998 (Gestione delle risorse umane)” e degli emendamenti. Il presidente della Seconda Commissione Gavino Manca ha chiesto il ritiro dell’emendamento aggiuntivo e degli altri presentati su due temi specifici come la formazione professionale e il personale della Regione. «Propongo il ritiro di questi emendamenti e propongo la presentazione di due ordini del giorno che impegnino le commissioni ad affrontare entro i primi 30 giorni di gennaio i due argomenti in modo complessivo». Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci che ha invitato i presentatori a ritirare tutti gli emendamenti tranne il 3, il 6 e il 7.

L’emendamento aggiuntivo n.4, presentato dal consigliere Walter Piscedda è stato ritirato. Posto in votazione l’articolo 2 è stato approvato all’unanimità (41 voti su 41 votanti). 

All’’articolo 3 “Reclutamento speciale” sono stati presentati gli emendamenti 3, 6 e 7. Il  6 è stato ritirato.

L’articolo 3 è stato approvato all’unanimità. Anche l’emendamento 3, su cui c’era parere favorevole di giunta e commissione, è stato approvato  all’unanimità. Questo emendamento con l’aggiunta del comma 4 bis prevede lo stanziamento di 500.000 euro per il fondo di reclutamento del personale a tempo indeterminato dipendente e dirigente dell’amministrazione regionale  a decorrere dal 2017. Anche l’emendamento 7 è stato approvato all’unanimità. L’emendamento prevede al comma 8 dell’articolo 3 dopo la parola “espletamento” l’aggiunta delle parole “per una durata prevalente attestata dal responsabile della struttura”.

L’articolo 4 “Proroga dei contratti” è stato approvato all’unanimità. All’articolo 5 “Reclutamento ordinario” sono stati presentati gli emendamenti 1, 2 e 5 . il presidente Manca ha chiesto però il ritiro di tutti gli emendamenti. L’assessore regionale al lavoro Virginia  Mura  ha detto all’Aula che la legge sulla formazione professionale è quasi pronta e sarà portata all’esame della commissione entro i primi dieci giorni di gennaio. Gli emendamenti 1, 5 e 2 sono stati ritirati. La dichiarazione dell’assessore – ha detto il capogruppo di FI Pietro Pittalis – è importante . Aspettiamo il provvedimento sulla formazione professionale,  promesso dall’assessore,  entro i primi 10 giorni di gennaio. Messo in votazione l’articolo 5 è stato approvato. Stesso consenso anche per gli articoli 6 “Mobilità del personale del soppresso ESAF” e 7 “Modifiche all’articolo 37 della legge regionale n.9 del 2016 (Personale)”. Sull’articolo 8  il presidente della Commissione Lavoro Gavino Manca ha chiesto il voto negativo  perché l’argomento sarà l’oggetto di un provvedimento separato. L’articolo 8 “Ispettori fitosanitari” è stato bocciato (votanti 30, sì 2, contrari 28). Approvato senza discussione anche l’ articolo  9 “Modifiche alla legge regionale n. 32 del 2016”. Sull’articolo 10 “Monitoraggio del personale
delle società partecipate” è intervenuto il presidente della Prima commissione Francesco Agus che ha chiesto di introdurre  un emendamento orale per inserire in questo articolo anche il monitoraggio del personale delle aziende sanitarie. L’emendamento è stato accolto e l’articolo 10, così emendato,  è stato approvato. Via libera anche all’articolo 11 “Norma finanziaria” e all’articolo 12 “Entrata in vigore”.  Il presidente ha messo poi in votazione un ordine del giorno sull’organizzazione del personale delle amministrazioni del sistema Regione che è stato approvato all’unanimità.  Questo ordine del giorno impegna la Giunta, entro 30 giorni, ad effettuare un monitoraggio che individui le criticità relative agli inquadramenti  del personale delle Amministrazioni del sistema Regione e a individuare le strade percorribili che risolvano in via definitiva le criticità. Approvato anche un ordine del giorno sulla riforma del sistema della formazione professionale, con l’astensione di Mario Floris (misto). Il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’intero provvedimento che è stato approvato all’unanimità.

Il Consiglio ha quindi preso in esame del Dl n. 375 – Giunta regionale – “Vigilanza, monitoraggio e controllo sulle attività di servizio pubblico di cabotaggio marittimo con le isole minori”

Assente l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana, trattenuto a Roma da impegni istituzionali, il provvedimento è stato illustrato dal consigliere Antonio Solinas (Pd), che ha sottolineato la necessità «di recuperare quelle aliquote di personale non inserite a seguito del bando di gara; per quanto riguarda le risorse, per il 2016 arriveranno dalla continuità territoriale marittima mentre per la spesa pluriennale fino al 2022 si troverà copertura dai fondi del Trasporto pubblico locale regionale». C’è l’urgenza, ha concluso Solinas, «di approvare in tempi rapidi la legge per evitare di perdere risorse preziose».

Il consigliere di Sel Luca Pizzuto in apertura ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla commissione «su un pezzo della complicata vicenda Saremar che ancora non vede la luce mentre, nella gran parte, i lavoratori ex Saremar ora dipendenti Delcomar vivono un precariato molto grave e si registra un arretramento complessivo su salvaguardia dei posti di lavoro e di recupero dell’indotto, segno che al momento la privatizzazione non ha determinato miglioramenti». Al termine dell’esame della legge, ha concluso Pizzuto, «auspico l’approvazione di un ordine del giorno che prevede premialità per alcune figure professionali provenienti dall’ex indotto Saremar; colgo l’occasione per invitare la Giunta ad un monitoraggio molto puntuale sull’attuazione del contratto».

Esprimendo il parere della Giunta, favorevole, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha confermato l’attenzione dell’Esecutivo sull’attuazione degli impegni politici assunti a suo tempo ed annunciato che una delibera dell’assessore del Lavoro sarà presto sottoposta all’attenzione della Giunta.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge ed i 3 articoli che la compongono. Voto favorevole dell’Aula anche ad un ordine del giorno unitario che impegna il presidente della Regione e l’assessore dei Trasporti “a prevedere adeguate garanzie per assicurare, nell’ambito delle selezione pubbliche, adeguate premialità ai lavoratori precedentemente occupati nell’espletamento dei servizi accessori al cabotaggio, con particolare riferimento al servizio di biglietteria”. Subito dopo, il Consiglio ha espresso il voto finale alle legge con 35 voti favorevoli.

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’ultimo punto all’ordine del giorno: la mozione n. 272 sul licenziamento degli infermieri in servizio presso il carcere di Badu ‘e Carros e Mamone.

«Un atto di barbarie appena consumato – ha detto il primo firmatario del documento Daniele Cocco (Sel) – un provvedimento che riguarda 15 infermieri professionali che prestavano servizio negli istituti penitenziari di Nuoro e Mamone da oltre 13 anni. So che l’assessore ha studiato il problema e sta cercando soluzioni. Auspico che oggi ci sia una risposta soddisfacente. Stiamo parlando di persone con famiglie a carico che vedono mettere in discussione il loro percorso esistenziale».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è detto d’accordo con la mozione e ha chiesto di poter aggiungere anche la sua firma al documento. «Stiamo discutendo di problema serio, di rilevanza non inferiore rispetto alle situazioni di altri lavoratori. E’ una questione che l’assessore Arru conosce bene. Parliamo di 15 infermieri specializzati che operano in un settore sensibile come quello delle carceri. Credo che sia necessario trovare una soluzione magari favorendo una proroga dei contratti in attesa che si espletino le procedure concorsuali. Questi infermieri hanno lavorato senza soluzione di continuità per oltre 13 anni, l’amministrazione potrebbe essere esposta a contenziosi con un aggravio dei costi».

Antonio Solinas (Pd) si è detto d’accordo con il contenuto della mozione invitando però i presentatori a non limitarla ai soli istituti penitenziari del nuorese. «E’ un problema che riguarda tutte le carceri dell’Isola – ha detto Solinas – va affrontato e risolto in modo complessivo».

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha riconosciuto la gravità della situazione: «Ci siamo fatti carico del dramma dei lavoratori e abbiamo approfondito la situazione degli infermieri che lavorano a Badu ‘e Carros e Mamone ma, come dice Solinas, è necessario fare un ragionamento complessivo. Una norma nazionale trasferiva alle Regioni il compito di risolvere alcune situazioni del personale sanitario delle carceri. La Regione Sardegna non ha purtroppo mai predisposto un disegno di legge per bandire concorsi e selezioni per il reclutamento di infermieri e medici. Si è fatto ricorso alle proroghe che alla fine ci hanno portato a questa situazione. Ora serve una legge del Consiglio per valorizzare questo personale e il loro percorso formativo. E’ questa l’unica soluzione possibile».

Daniele Cocco, nella replica come primo firmatario della mozione, ha espresso soddisfazione per le parole dell’assessore: «Auspico in tempi rapidi una proposta della Giunta per ri-selezionare il personale, solleciterò l’assessore perché ciò avvenga altrimenti se ne farà carico il Consiglio. Questa situazione è intollerabile».

Messa ai voti la mozione è stata approvata all’unanimità (32 sì su 32 votanti).

Successivamente il presidente Ganau ha comunicato all’Aula l’inammissibilità, secondo le disposizioni del Regolamento,  dell’ordine del giorno sui tagli ai servizi di Poste Italiane presentato dal consigliere Eugenio Lai.

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Le sei commissioni permanenti del Consiglio regionale hanno rinnovato questa mattina i rispettivi Uffici di presidenza secondo quanto previsto dall’art.29 del Regolamento interno.

Tre presidenze sono andate a consiglieri del Pd, una a testa a Sel, Psi e Udc.

Questa la nuova composizione.

I commissione “Autonomia e ordinamento regionale”

Presidente: Francesco Agus (Sel).

Vicepresidente: Alberto Randazzo (Forza Italia).

Segretari: Giuseppe Meloni (Pd) e Marcello Orrù (Psd’Az).

II commissione “Lavoro, cultura e formazione professionale”

Presidente: Gavino Manca (Pd).

Vicepresidente: Ignazio Locci (Forza Italia).

Segretario: Paolo Zedda (Rossomori) e Alfonso Marras (Udc). 

III commissione “Programmazione, bilancio e politiche europee”

Presidente: Franco Sabatini (Pd).

Vicepresidente: Christian Solinas (Psd’Az).

Segretari: Gianfranco Congiu (Pds) e Paolo Truzzu (FdI).

IV commissione “Governo del territorio, ambiente, infrastrutture, mobilità”

Presidente: Giuseppino Pinna (Udc).

Vicepresidente: Antonio Solinas (Pd).

Segretari: Pierfranco Zanchetta (Upc) e Giuseppe Fasolino (Forza Italia).

V commissione “Attività produttive”

Presidente: Luigi Lotto (Pd).

Vicepresidente: Luigi Crisponi (Riformatori).

Segretari: Gaetano Ledda (La Base) e Marco Tedde (Forza Italia).

VI commissione “Salute e politiche sociali”

Presidente: Raimondo Perra (Psi).

Vicepresidente: Edoardo Tocco (Forza Italia).

Segretari: Luigi Ruggeri (Pd) e Giorgio Oppi (Udc).

Consiglio regionale 90

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Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (votanti 46, sì 28, no 18) il disegno di legge 382 sulle variazioni di bilancio.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Ganfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con le dichiarazioni di voto finali sul DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazioni al bilancio 2016 ed al bilancio pluriennale 2016-2018.

Per primo ha preso la parola il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi che, annunciando il voto contrario del gruppo, ha affermato che «il disegno di legge non è una variazione di bilancio ma un insieme disorganico di norme alcune delle quali variano effettivamente il bilancio ma altre contengono i soliti finanziamenti a pioggia e ad hoc, una contraddizione di fondo che potrebbe portare ad una impugnazione del governo». Alcuni finanziamenti inseriti nella legge, ha ammonito Oscar Cherchi, «pur definiti urgentissimi, non potranno mai essere spesi entro il 31 dicembre».

Sempre per Forza Italia Edoardo Tocco ha criticato «la solita passerella di membri del governo impegnati a fare le vecchie promesse che per il 90% non saranno mantenute, promesse molto simili a quelle della legge che non propone un indirizzo chiaro per la Sardegna e mette assieme una serie di interventi parziali e contraddittori, e privi di un impatto positivo sul sistema economico regionale».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha sostenuto che «la legge ribalta in negativo l’atmosfera natalizia a causa del gravissimo ritardo non solo di questa legge ma di tutti i documenti di programmazione finanziaria sui quali si deve fondare una buona azione di governo». «Anche perché – ha aggiunto Rubiu – a cascata questi ritardi causano pesanti disagi per le amministrazioni locali e in definitiva per i cittadini; tutto questo dimostra l’incapacità che il governo regionale ha dimostrato in questi tre anni sotto tutti i fronti sul quali si è impegnato, a cominciare da vertenza entrate, sanità, trasporti, dovunque solo piccoli interventi che non guardano al futuro».

Il consigliere Angelo Carta, sardista, ha citato una dichiarazione del presidente Pigliaru di forte attenzione al tema delle povertà che, in effetti, è la grande emergenza della Sardegna per fare un paragone con alcune parti del disegno di legge sul bilancio. «Un lavoratore socialmente utile – ha ricordato – guadagna 350 euro al mese per 3 mesi ed un solo emendamento della maggioranza avrebbe consentito il pagamento 561 mensilità a 161 persone, mentre invece si è preferita una convenzione con associazioni datoriali, dando uno schiaffo alla povertà».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha detto che «questa legge sarà approvata dalla maggioranza e sarà l’ennesimo atto di una programmazione sbagliata profondamente sbagliata». Con questa legge, ha sostenuto «si è nascosta molta polvere sotto il tappeto introducendo molti provvedimenti ad personam mentre restano aperti i problemi delle entrate perché i soldi da Roma non arrivano e ci si limita ad intervenire sulla sanità coprendo buchi e pagando farmaci innovativi che invece dovrebbe essere a carico dello Stato come avviene in tutta Italia». «Inoltre – ha aggiunto Alessandra Zedda – la legge è piena di norme intruse a cominciare dalla partita dei debiti fuori bilancio».

L’altro vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sostenuto che «al posto di questa legge ci sarebbe dovuta essere la legge di stabilità ed invece, da questo errore di fondo, è nato un dibattito malato costellato da errori in cui fra l’altro ha brillato l’assenza del presidente della Regione e di tutta la maggioranza nonostante l’accordo per un confronto di merito sui contenuti». «Ecco perché – ha concluso – siamo davanti ad una legge piena di pezze e rattoppi messi assieme con filo stramato che producono un tessuto di pessima qualità, con paghette di ogni genere come quella sulle case di riposo ad Iglesias ma non ad Alghero, per non parlare della sanità».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha parlato di un teatrino di cui è stata protagonista «una maggioranza che ha accettato la consegna del silenzio imposta dalla Giunta e non ha accettato il dibattito come già visto era accaduto in occasione della riforma sanitaria, fermo restando che non è facile governare il settore dove sicuramente stiamo incrementando capitoli di spesa e dovremo continuare a farlo e dovremo pure prorogare i commissari». Dopo aver evidenziato l’intervento positivo per la stabilizzazione dei lavoratori Forestas, Satta ha criticato «la gestione dei debiti fuori bilancio, la discriminazione fra case di riposo ed i soldi alle associazioni di categoria sottratti non alle famiglie numerose, segno di una distanza epocale fra ciò che fa la Giunta e la vera situazione della Sardegna; per questo il nostro voto non potrà che essere contrario».

Il relatore della legge Franco Sabatini ha invece espresso un giudizio positivo sul provvedimento «partito come atto tecnico ma poi rivelatosi capace di recepire interventi significativi per fronteggiare gravi emergenze che hanno trovato risposta». «Abbiamo potuto fare questo lavoro – ha precisato Sabatini – perché le nostre risorse sono cresciute dopo l’uscita dal patto di stabilità sancito da un accordo con lo Stato e i dati dicono che i risultati sono buoni e lo stato dei pagamenti ha ripreso un trend positivo nel 2014 e nel 2015: abbiamo 400 milioni in più rispetto a 2014 e 800 in più rispetto a 2013 ed anche il 2016 confermerà questi dati».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha parlato di «una legge con i peggiori difetti che la politica» affermando che «dopo tre anni l’azione di governo della Giunta va bocciata perché non ha lavorato secondo il programma ma secondo le esigenze di intercettare consensi e, infatti, se fosse durata un altro mese la campagna elettorale, in Sardegna sarebbero arrivati perfino i diamanti». Quanto alla variazione di bilancio, secondo Fasolino, «è figlia di questa logica e non c’è niente su lavoro, occupazione, povertà e urbanistica, quindi un voto contrario non solo al provvedimento ma a tutta questa parte di legislatura».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha annunciato che voterà due sì, a questa legge ed ad una riforma costituzionale che forse molti del centro destra avrebbero voluto sostenere, ricordando poi che, «quanto alle passerelle le faceva anche il centro destra e molto meno efficaci». La legge, ad avviso di Comandini, «interviene in modo efficace in alcuni settori, nella sanità per dare gambe alla riforma con l’elisoccorso e nel precariato con la copertura finanziaria di molte situazioni complesse; c’è ancora molto da fare ma nell’attuale situazione difficile, non certamente determinata dalla maggioranza, sono stati fatti interventi concreti e selettivi a sostegno dello sviluppo».

Il consigliere di Forza Italia Alberto Randazzo ha invece annunciato due no, alla variazione di bilancio ed al referendum. Sulla variazione di bilancio ha osservato che «ci sarebbe voluto un sussulto della maggioranza per abbattere le liste d’attesa nella sanità, uno dei buchi neri del sistema regionale, mentre invece è venuta fuori una concentrazione di norme intruse e piccole risposte, dalle consulenze alle partecipate, che non intacca i gravi problemi dell’economia regionale: lavoro e occupazione».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu si è detto convinto che quella contenuta nella legge «non è una manovra tecnica o un riallineamento di entrate e spese il frutto della scelta precisa di immettere risorse nel sistema Sardegna e di farlo a dicembre perché proprio adesso occorre accelerare le procedure di spesa». «Manteniamo tutte le nostre riserve – ha ribadito Congiu – sull’elisoccorso che per noi doveva restare fuori da questo provvedimento, ma sosteniamo la manovra e ne siamo soddisfatti perché sostiene il sistema regionale dove c’è più bisogno»

Il consigliere Mario Floris (Misto) ha annunciato il suo no al referendum in modo convinto «perché la riforma sta passando senza interlocuzione con la nostra Regione nonostante il nostro ruolo di custodi dell’autonomia, una riforma con cui sarà cancellata la specialità e con essa tutto il regionalismo a favore del ritorno di un forte centralismo dello Stato». Un errore storico, a giudizio di Floris, «perché più il mondo diventa grande e più c’è bisogno di decentramento per avvicinare le istituzioni ai cittadini, così come di un errore storico si è resa responsabile la Sardegna, unica regione dove non si è tenuto un dibattito sulla riforma costituzionale dove anzi il suo presidente ha fatto campagna per il sì ignorando totalmente il Consiglio».

Dopo Mario Floris ha preso la parola l’on. Rosella Pinna (Pd), che ha dato un «giudizio positivo sul provvedimento. Do un sì convinto oggi e uno convinto domenica», con un chiaro riferimento al referendum costituzionale. L’oratrice ha citato i passaggi della manovra e gli impegni contenuti, come l’elisoccorso e la salvaguardia dei posti di lavoro «e di tante altre emergenze, anche se le risorse limitate non ci consentono di risolvere tutti i problemi. Però da parte vostra in questi giorni abbiamo sentito troppo spesso toni sopra le righe».

A seguire è intervenuto Christian Solinas, leader del Psd’Az: «Finalmente abbiamo sentito gli interventi della maggioranza, che non me ne vorranno se osservo che sta eroicizzando una variazione di bilancio. Ossia un atto normale, che per giunta è ricco di criticità che abbiamo evidenziato. Molti che hanno citato poi questo referendum non hanno chiaro che la direzione è verso il superamento del potere legislativo delle Regioni. Non c’è niente di cui andare fieri dopo la discesa dei lanzichenecchi per portare la voce della riforma costituzionale. Votiamo dunque no oggi e anche domenica».

Per Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) «questa variazione di bilancio è iniziata in un certo modo e sta finendo peggio. Siamo partiti con un disegno di legge non positivo e ci troviamo purtroppo con un testo ancora peggiore, come quelle fatte ieri quando si sono trovate risorse per esigenze che poco hanno a che fare con interessi non collettivi». 

Ha preso poi la parola il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha detto: «Siamo intervenuti poco per velocizzare l’iter di questa variazione di bilancio e fare in modo che le risorse possano essere trasferite prima possibile. I numeri peraltro parlano chiaro, su tutti i campi. E dicono che la spesa sulla sanità sta scendendo perché l’incidenza maggiore era sulle consulenze. Arriviamo ora  ad approvare la variazione: la maggioranza ha fatto il suo dovere».

Per i Riformatori sardi Attilio Dedoni ha affermato che «i toni trionfalistici non si addicono a questa manovra. Rendiconto, assestamento di bilancio: tutti gli atti li portate in ritardo. Cosa c’è da festeggiare per una variazione di bilancio? Cosa c’è da festeggiare se approverete norme che non saranno applicabili? La vostra arroganza in Aula  ha bisogno di essere placata».

Per Pietro Pittalis (Forza Italia), «i signori della Giunta, su tutti i fini economisti, avete fatto una politica sinora inadeguata rispetto ai problemi e alle emergenze della Sardegna. La povertà è in aumento e voi pomposamente celebrate questo provvedimento. In Sardegna non abbiamo l’anello al naso e non crediamo a tutto quello che propina Renzi o il presidente Pigliaru, che si è fatto promotore delle ragioni del sì. Si aprirà un problema politico il 5 dicembre, per chi non ha saputo e voluto difendere le ragioni dell’Autonomia».

Per Fabrizio Anedda (Misto) «nel finale di questo provvedimento poteva essere evitato un piccolo elenco di prebende».

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi messo in votazione il testo e l’Aula lo ha approvato con 28 voti favorevoli e 18 contrari. A seguire, ha preannunciato la convocazione del Consiglio per martedì 6 dicembre, alle 16.00, ed ha riunito la conferenza dei capigruppo.

Consiglio regionale 1 copia

 

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Il Consiglio regionale ha approvato l’articolato delle Variazioni di bilancio. Domani il voto finale al disegno di legge. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con gli emendamenti all’art.1 del DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazioni al bilancio 2016 ed al bilancio pluriennale 2016-2018.

La prima votazione ha riguardato gli emendamenti 41, 160 e 298 soppressivi del riconoscimento dei debiti fuori bilancio rinviata questa mattina a causa della mancanza del numero legale. Gli emendamenti sono stati respinti.

Successivamente l’Aula ha respinto una lunga serie di emendamenti proposti dall’opposizione. Approvato invece l’emendamento n.88 presentato dalla Giunta. Prevede per l’anno 2016 la spesa complessiva di 120 milioni di euro di cui 95 milioni assegnati al ripiano del disavanzo 2015 del sistema sanitario regionale e 25 per coprire il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto dei farmaci innovativi.

Contraria l’opposizione che, attraverso il consigliere Ignazio Locci di Forza Italia, ha sottolineato che, da un lato, «il disavanzo 2015 presenta ancora partite aperte e, per quanto riguarda i farmaci innovativi che la Sardegna paga a differenza di tutte le altre regioni d’Italia, la Regione deve sollecitare l’intervento dello Stato, perché i farmaci innovativi rientrano nei Lea (livelli essenziali di assistenza)».

L’Aula con successive e distinte votazioni ha respinto gli emendamenti n. 231, 233 e 190. Ritirato l’emendamento 103 non è stato approvato il 237, dichiarato inammissibile il 203, non sono stati approvati gli emendamenti 239 e 204. Inammissibile il 110 non sono stati approvati il 247 e il 195. Approvato l’emendamento 355 (Sabatini e più) che modifica l’autorizzazione di spesa e emenda il 97, approvato, (Sabatini e più) che sostituisce il comma 18 dell’articolo 1 con la seguente dicitura: «E’ autorizzata, a favore della Cìttà metropolitana di Cagliari, la somma pari a euro 1.500.000 per I’anno 2017, euro 1.000.000 per l’anno 2018 ed euro 500.000 per l’anno 2019, al fine di incentivare I’acquisizione a tempo indeterminato o a tempo determinato, con le modalità previste dall’articolo 36, comma 2 del decreto legislativo n. 165 del 2001, di personale dotato di idonea esperienza necessario a garantire la continuità delle funzioni e dei servizi trasferiti dalla provincia di Cagliari, ai sensi della legge regionale n. 2 del 2016, attraverso concorsi pubblici per titoli ed esami che prevedano la valorizzazione delle competenze ed esperienze maturate presso le amministrazioni provinciali (Missione 18, Programma O1, titolo 1, scoi 1059)».

Non sono stati approvati, invece, gli emendamenti 253, 258, 260, 264, 266 e 268.

Sull’emendamento 187 (Pittalis e più) è intervenuta a sostegno la vice capigruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, che ha auspicato l’approvazione della proposta di integrazione in sede di rinnovo contrattuale dei dipendenti dell’amministrazione regionale, degli enti e delle agenzie regionali.

Posto in votazione l’emendamento 187 non è stato approvato, così come hanno avuto disco rosso dall’Aula il n. 270, 331, 284, 287, 287, 288, 292, 294 e 297.

Approvato l’emendamento sostituivo parziale n. 90 (giunta regionale) che modifica gli importi indicati al comma 37 dell’articolo 1 e così recita: «1. Al primo capoverso l’importo di euro 13.542.190,24 è sostituito con l’importo euro “14.656.274,06”: 2. Alla lettera c) l’importo di 8.384.836, 18 è sostituito con il seguente “9.498.920,00».

Non approvati il 208, e il 316, l’Aula ha approvato il testo dell’articolo 1 ed ha di seguito respinto l’emendamento aggiuntivo n. 212.

Approvato l’emendamento n. 100 (Giunta regionale) che dopo il comma 4 dell’articolo 1 aggiunge la seguente dicitura: «4bis: Il comma 3 dell’articolo 11 della legge regionale n. 10 del 2006, come modificato dall’articolo 6 della legge regionale n. 17 del 2016, è sostituito dal seguente: “3. Il collegio sindacale delle aziende ospedaliero-universitarie dura in carica tre anni ed è composto da tre membri, di cui uno designato dal presidente della Regione, d’intesa con l’università, uno dal ministro dell’economia e delle finanze e uno dal ministro della salute.” 4ter: Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, i componenti dei collegi sindacali in carica presso le aziende ospedaliero-universitarie cessano dalle funzioni e il nuovo collegio è ricostituito secondo le disposizioni di cui al comma 3 dell’articolo 11 della legge regionale n. 10 del 2006, come modificato dalla presente legge».

Non approvato l’emendamento n. 226, sul contenuto dell’emendamento n. 105 (Sabatini e più) che, con un’aggiunta all’articolo 1 dopo il comma 5, autorizza per l’anno 2016 la spesa di 500.000 euro alla Casa Serena di Iglesias, quale contributo per il suo funzionamento, si è acceso un vivace scambio tra la maggioranza e le opposizioni.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha definito la proposta avanzata dal centrosinistra «una marchetta» ed ha dichiarato il voto contrario. L’esponente centrista ha quindi ricordato che in Sardegna operano tre Case Serena (Iglesias, Sassari e Alghero) ed «è dunque profondamente ingiusto stanziare contributi solo ad una di esse».

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, condividendo le preoccupazioni del suo collega Oppi, ha invitato l’assessore Paci a riflettere sulla proposta «che discrimina Sassari e Alghero».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha esplicitato l’invito all’assessore perché fosse assunto l’impegno ad inserire nella legge finanziaria contributi anche per le casa serena di Sassari e Alghero.

L’assessore Paci ha quindi riconosciuto la fondatezza delle perplessità mostrate dai consiglieri intervenuti ma ha precisato che l’intervento rappresenta «l’approdo di un processo di chiusura della funzione attuale della casa serena di Iglesias e i contributi servono per coprire debiti pregressi». «Così mi è stato illustrato – ha precisato il vice presidente della Regione – e personalmente sono contrario a interventi una tantum che non siano inseriti in una razionalizzazione, offro dunque massima disponibilità a garantire interventi analoghi per le altre strutture operanti nell’Isola».

Il consigliere del Pds, Roberto Desini, ha chiesto una sospensione dei lavori ma il presidente del Consiglio ha concesso la parola al capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha ripercorso le difficoltà in cui versa il comune di Iglesias nella gestione della Casa Serena che incide sul bilancio per circa tre milioni di euro. «La spesa maggiore – ha aggiunto il consigliere dei democratici – è rappresentata dal costo del personale, ci sono 60 dipendenti per 60 ospiti ed è questa la ragione per la quale il Comune ha trasmesso alla commissione Bilancio una relazione nella quale si avanzava la richiesta di un contributo per il funzionamento della Casa Serena che a breve sarà chiusa».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha però incalzato assessore e maggioranza affermando che il comune di Iglesias avrebbe approvato (ieri, mercoledì 30 novembre) una variazione di bilancio appostando la cifra che è in discussione in Aula.

Il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha dichiarato di accogliere le intenzioni positive espresse dall’assessore Paci ed ha dichiarato voto favorevole considerando il contributo alla sola Casa Serena di Iglesias “un caso particolare”. Su esplicita richiesta di chiarimento formulata dal consigliere Fi, Alberto Randazzo, il consigliere Roberto Desini (Pds) ha dichiarato di ritirare la richiesta di sospensione avanzata in precedenza. Lo stesso Roberto Desini ha quindi riaffermato che Giunta e maggioranza sono impegnati a porre rimedio alle pesanti situazioni create nel passato e si è detto fiducioso perché in futuro possano essere soddisfate anche le eventuali esigenze delle Case Serena di Sassari e Alghero. Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha fornito alcune precisazioni sul reclutamento del personale precisando che le Case Serena erano strutture Enaoli e che in passato la struttura di Iglesias aveva usufruito di un contributo di 2.5 miliardi di lire da parte della Regione. Il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino, ha contestato il riferimento “al passato” fatto da chi “è tre anni al governo della Regione” ed ha rimarcato la disparità di trattamento di Iglesias, rispetto a Sassari e Alghero. Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha aggiunto che è «evidente che solo chi ha qualche santo in Paradiso riesce a restare sotto la coperta corta delle finanze regionali” mentre il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha affermato che nel recente passato anche la struttura di Sassari ha potuto contare sui contributi della Regione e che, pertanto, “non c’è da scandalizzarsi per l’intervento ad Iglesias».

Concluse le dichiarazioni di voto l’emendamento 105 è stato approvato ed il relatore di maggioranza, Franco Sabatini (Pd) è intervenuto nel merito dell’emendamento n. 82 (Forma, Pd)  che proponeva lo stanziamento di 3 milioni di euro a favore del bonus famiglie numerose. Sabatini ha rassicurato la collega Forma sulle iniziative che a tal proposito la Giunta avrebbe posto in essere e che si concretizzeranno nel 2017, concludendo il suo intervento con l’invito al ritiro della proposta modificativa.

La consigliera Daniela Forma (Pd) ha quindi chiesto l’intervento dell’assessore Paci al fine di ottenere rassicurazione circa la continuità nell’erogazione dei bonus famiglia.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha dichiarato sostegno all’emendamento Forma ed ha evidenziato la drammatica situazione in cui versano migliaia di famiglie sarde mentre il consigliere di Fd’I, Paolo Truzzu, ha definito “vergognoso” considerare gli interventi di politica per le famiglie nel contesto delle povertà.

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha quindi evidenziato la massima attenzione al problema posto dalla consigliera Forma ed ha preannunciato un pacchetto di interventi a sostegno delle famiglie e l’attivazione di una serie di investimenti a partire dal 2017.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha salutato polemicamente la presenza dei diversi assessori in Aula («ben trovati ma eravate assenti quando sarebbe stata utile un’interlocuzione in Consiglio») ed ha fatto un appello perché tutta l’Aula sostenesse l’emendamento della Forma. Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi di Attilio Dedoni (Riformatori) e Angelo Carta (Psd’Az).

Il presidente del Consiglio ha dunque domandato alla consigliera Daniela Forma lumi sul ritiro dell’emendamento n. 82 e la presentatrice ha quindi formalizzato il ritiro. L’emendamento è stato fatto proprio dalla minoranza (così ha annunciato il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni) e il suo omologo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha rimarcato l’assenza di garanzie per la continuità nell’erogazione dei bonus famiglia.

Posto in votazione l’emendamento 82 non è stato approvato dall’Aula.

L’emendamento 101 è stato messo in discussione ed approvato.

L’emendamento 192 (che riguarda la clausola sociale a favore del personale in servizio nel sistema archeologico, museale e bibliotecario) a firma del consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) è stato respinto nonostante l’invito al voto del sardista Carta.

Lunga discussione sull’emendamento 84 (Pittalis), per il quale si è speso l’on. Locci (Forza Italia), a sostegno dei Comuni per un maggiore finanziamento destinato alle manutenzioni dei musei e dei siti archeologici. «E’ possibile sostenere con  questo voto il lavoro delle coop, proprio nel giorno in cui viene il ministro Franceschini a raccontare storielle sulla cultura».

Per il Pd l’on. Piero Comandini ha detto: «Questo problema è già nella testa della maggioranza e il Pd ha presentato per primo l’emendamento a tutela del settore. Esiste certo un problema di finanziamenti ma ci siamo già impegnati a intervenire in maniera strutturale in questo settore».

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha ricordato che «ci sarebbe una proposta di legge. Bene, vediamola perché ad aprile i Comuni non avranno in tasca i soldi della finanziaria. Ci sono 850 persone tra biblioteche e musei che devono essere tutelate dal Consiglio regionale». 

Per l’on. Gianmario Tendas (Pd) «non possiamo fare a meno di evidenziare che è necessario rivedere gli strumenti normativi sui beni culturali. Biblioteche e beni archeologici sono diversi tra loro e spesso consentono agli enti locali di incamerare risorse attraverso i biglietti».

L’emendamento 84 è stato respinto con voto elettronico.

Approvato l’emendamento 107 (con un ulteriore emendamento n. 333), che prevede un contributo a favore dell’attività didattica dei Comuni.

Respinto l’emendamento 243 mentre sul 109 (a firma Truzzu e più) relativo alla diaria di missione per il personale di Argea l’assessore Paci ha dato parere favorevole e l’emendamento è stato poi approvato.

Sui contributi addebitati ai consorziati dei Consorzi di bonifica l’on. Angelo Carta (Psd’az) ha chiesto che «i 5 milioni vadano per legge, in modo vincolante, ad abbassare le quote a carico degli agricoltori. Questo è lo spirito della mia norma». Il riformatore Attilio Dedoni si è detto a favore e così anche l’on. Oscar Cherchi (Forza Italia), che ha chiesto: «Perché il comma 15 non lo abbiamo inserito nella legge che abbiamo approvato qualche giorno fa? Abbiamo necessità di capire dall’assessore Paci se davvero questi 5 milioni saneranno le vecchie cartelle pazze degli agricoltori».

Respinti gli emendamenti 193, 111, 255, 275, 278, 279, 281, 285 e 289.

Approvati gli emendamenti 83 (provincia di Oristano), 98 (piani forestali) e 89 (lavoratori Tossilo), sul quale ha preso la parola l’on. Daniela Forma (Pd) e prima l’on. Locci (FI). Anche l’assessore Paci ha voluto contribuire al dibattito spiegando che “ci sono strumenti di ingegneria finanziaria sui progetti per Tossilo, stiamo soltanto dando copertura ai lavoratori nelle more del progetto nuovo. Analogo intervento stiamo usando in altri contesti sardi”. Favorevole anche il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis: «Sosterremo ogni intervento a tutela dei lavoratori ma la Giunta si ricordi di definire una volta per tutte la partita deei lavoratori in utilizzo».

L’Aula ha, dunque, approvato l’emendamento 89 e 108 (Lai e più) sulla piattaforma Sardegna Turismo, 81 (spese dell’Istituto ciechi), 91 (messa in sicurezza dello svincolo di Ossi), 92 (contributi alle organizzazioni di impresa), sul quale gli onorevoli Ignazio Locci, Attilio Dedoni e Marco Tedde hanno mostrato perplessità. «Possibile che il Consiglio regionale si debba occupare durante la variazione di bilancio di un contributo di 200mila euro a Confindustria?», ha detto l’on. Tedde. «Siamo alla inciviltà legislativa con queste marchettine».  Della stessa opinione il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis: «Questi sono soldi che saranno spesi in consulenze e noi lo denunceremo in ogni sede». Il sardista Carta ha detto: «Questo emendamento maschera una convenzione ed è contro un principio che voi stessi avete enunciato».

Sempre per Forza Italia è intervenuta l’on. Alessandra Zedda, che ha aggiunto: «Questo contributo  è in competenza 2016 e non è chiaro quali sarebbero le attività che in pochi giorni Confindustria dovrebbe svolgere. State prendendo in giro la Sardegna senza manco eleganza: se proprio glieli volete dare, dateglieli con la prossima manovra. Ma dove pensate che noi abitiamo?». Anche l’on. Edoardo Tocco (FI) ha chiesto all’assessore Paci una parola di chiarimento: «Stasera c’erano dei poveracci qua sotto e noi qui stiamo dando 200 mila euro per fare cosa poi? Questa roba fa tornare la vista a un cieco».

L’on. Pittalis (FI) ha rinnovato alla Giunta l’invito al ritiro e ha chiesto che la somma stanziata sia destinata al sistema delle autonomie locali: «Qual è l’urgenza di fare una convenzione la prossima settimana con Confindustria?».

Per l’on. Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) «se vogliamo dare un sostegno impieghiamo le risorse nella direzione degli enti locali». Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «non è la prima volta che vengono finanziate le organizzazioni di categoria e non c’è scritto da nessuna parte che i soldi andranno a Confindustria». Per l’on. Piero Comandini (Pd) «il finanziamento è a favore delle imprese e delle loro organizzazioni, che hanno costi crescenti”.

Secondo l’on. Paolo Truzzu (Fli) «lo scandalo non è dare soldi alle imprese ma dare mancette sotto Natale». Per l’on. Roberto Deriu (Pd) «gli enti locali si trovano in difficoltà e bisognerebbe che la Giunta li aiutasse».

Per l’on. Fabrizio Anedda (Misto) «si tratta di un regalo di Natale e comunque 200 mila euro non fanno nulla».

Per l’assessore Raffaele Paci «i contributi per tutte le associazioni sono presenti in legge, per i sindacati come per le coop, per gli artigiani e le industrie. Dobbiamo riorganizzare il settore dei contributi in generale perché è assurdo che noi diamo questi contributi indipendentemente da un progetto e l’impegno che provo a prendere  è questo: risorse in cambio di servizi. Prendo proprio questo impegno per il 2017».

Sull’ordine dei lavori l’on. Pittalis ha detto: «Questo è un capitolo di nuova istituzione, non è un capitolo dell’Industria da rimpinguare. A cosa servono questi soldi da qui al 31 dicembre? Colleghi, vi propongo una cosa seria: un emendamento orale perché vi sia il parere della commissione consiliare competente sul progetto che chiedete al Consiglio regionale di finanziare».

L’assessore Raffaele Paci ha detto: «I soldi saranno dati con rendicontazioni a fronte di un programma che dovrà essere approvato dalla Giunta. Non facciamo in tempo ad acquisire il parere della  commissione».

L’emendamento orale Pietro Pittalis è stato accolto e l’emendamento 92 è stato approvato.

Il presidente ha quindi posto in votazione l’emendamento n. 99=102 (Pizzuto e più) che introduce alcune modifiche all’art. 3 della legge 18 del 2016 “Reddito di inclusione sociale”. La correzione porta da 60 a 40 mesi il periodo di residenza in Sardegna richiesto per poter accedere al Reis. La proposta è stata approvata.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n. 85 (Pittalis e più). Sul punto è intervenuto il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia): «Proponiamo di rifinanziare con un milione di euro la manutenzione del canale navigabile dell’arcipelago del Sulcis – ha detto Ignazio Locci – l’opera è stata definanziata per destinare le risorse alla Provincia. E’ corretto porvi rimedio». L’emendamento, votato con procedura elettronica, è stato respinto (22 no e 16 sì).

Successivamente sono stati approvati gli emendamenti n.93 (proroga dell’utilizzo dei lavoratori della Società Bonifiche Sarde da parte dell’Agenzia Forestas); 94 (autorizzazione spesa di 646mila euro per l’integrazione del fondo rischi di Fidicoop) 106 (incremento di 100mila euro per un capitolo di spesa della Pubblica Istruzione). Respinto invece l’emendamento 205.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che, a nome della minoranza, ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti: «Abbiamo capito che non c’è disponibilità al dialogo e ad accogliere suggerimenti e proposte. Non siamo avvezzi ai bracci di ferro – ha affermato Pittalis – ciò non significa che vogliamo tirare i remi in barca. Ci riserviamo domani di fare le dichiarazioni di voto alla legge».

Si è quindi passati alla votazione dei restanti tre articoli che sono stati approvati in rapida successione. Via libera anche agli allegati A, B , C e D.

I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle 10.00.

Consiglio regionale 403

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Consiglio regionale 90

Il presidente Ganau ha aperto la seduta e prima di procedere con il punto all’ordine del giorno Dl 382/A: “Variazione del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016-2018”  ha letto un messaggio per la Giornata mondiale di lotta contro l’Aids. «Credo sia doveroso, in apertura dei lavori di quest’Aula, ricordarlo anche per l’alto valore simbolico che questa giornata continua ad avere, nonostante negli ultimi trent’anni i risultati positivi hanno trasformato quella che era una condanna a morte in una malattia cronica gestibile – almeno per chi segue il trattamento e ha la fortuna di accedere alle cure. Eppure oggi più di ieri è necessario non abbassare la guardia. È di soli pochi giorni fa la stima del Centro Europeo di Controllo delle Malattie e dell’Oms Europa, secondo la quale nel nostro Continente ci sono almeno 122mila persone sieropositive che non sanno di esserlo, circa uno su sette del totale degli infetti. Secondo il rapporto – ha proseguito Ganau – nel 2015 ci sono state 30mila nuove notifiche di casi, ma nonostante il numero sia in linea con le cifre stimate negli ultimi anni, ciò che deve preoccupare è il tempo stimato fra l’infezione e la diagnosi, circa quattro anni, un lasso di tempo troppo alto con metà dei pazienti che scopre di essere sieropositivo quando l’infezione è in fase avanzata.

L’Hiv continua ad essere una minaccia considerato che una persona su sette non sa di essere infetta. Queste persone non hanno accesso alle terapie salvavita e possono continuare a trasmettere il virus agli altri. Da un’indagine condotta dalla Lila, la Lega italiana lotta contro l’Aids, il 20 per cento degli studenti delle scuole cagliaritane, soprattutto tra i 16 e i 18 anni, dichiara di non avere rapporti protetti. È necessario dunque continuare o forse addirittura riprendere a fare prevenzione, perché ci siamo dimenticati dell’esistenza di un’infezione che si trasmette per via sessuale e che andrebbe invece riconosciuta precocemente. Credo – ha concluso il presidente – sia anche questo il compito delle Istituzioni che rappresentiamo, informare e ricordare che di AIDS  purtroppo si muore ancora troppo,  a distanza di 33 anni dall’individuazione del virus».

L’Aula è quindi passata all’esame del Dl 382/A con la discussione dell’emendamento soppressivo parziale n.7=114=218.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il suo voto favorevole per evitare la soppressione dell’organismo creato dalla Regione per la gestione dei fondi comunitari. Sulla stessa linea Marco Tedde secondo il quale è incomprensibile la cancellazione di un soggetto creato pochi mesi fa: «L’ Isola è sempre più povera, il 15% dei sardi vive sotto la soglia di sussistenza – ha detto Tedde – eppure si decide di cancellare un organismo che sarebbe servito a spendere meglio le risorse».

Per Alessandra Zedda (Forza Italia) la Giunta continua con la politica del gambero: «Registriamo che non avete fatto nulla in tema di fondi comunitari».

Giudizio condiviso da Paolo Truzzu (Fdi): «Nel 2016 avete riservato lodi sperticate all’istituzione di un soggetto capace di gestire al meglio le risorse comunitarie e di separare i fondi europei da quelli statali e regionali – ha detto il consigliere di minoranza – ora si torna indietro mentre altre regioni vanno invece avanti. Si continua a procedere a tentoni e non si sfruttano le occasioni».

Paradossale, secondo Angelo Carta (Psd’Az), il fatto che la minoranza cerchi di salvare un organismo creato dalla maggioranza nel 2016. «Alla base sembra esserci una questione di risparmio di risorse pubbliche – ha rimarcato Carta – non è così. Perché non lasciare questo organismo e verificare se riesce ad accelerare procedure farraginose come quelle legate alla programmazione territoriale che sconta forti ritardi?».

Il consigliere Christian Solinas, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ricordato che nessuna variazione può essere approvata dopo il 30 novembre secondo le disposizioni del decreto legislativo n. 118. «E’ legittimo procedere? – ha chiesto Solinas – è utile che gli Uffici si pronuncino».

A Solinas ha risposto il presidente Ganau: «Si può procedere – ha detto – perché il termine non è prescrittivo».

Posto in votazione l’emendamento n.7=114=218 è stato respinto con 22 voti contrari e 19 a favore. Disco rosso anche per l’emendamento soppressivo n 8=115=197=221 (28 votanti, 24 no e 3 sì). Sull’esito della votazione, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto la verifica del numero legale. Il presidente Ganau ha invitato i segretari a procedere alla verifica ricordando che il numero legale viene stabilito dal numero dei votanti più il richiedente.

Stabilita la presenza del numero legale, si è passati all’esame dell’emendamento soppressivo n. 9=116=224 con il quale si chiede di cancellare il comma 5 dell’articolo uno, disposizione che autorizza il ripiano del deficit del sistema sanitario con 120 milioni di euro per il 2016.

Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario: «Non capisco perché si debba intervenire ancora – ha detto Locci – la Sardegna continua a pagare i farmaci innovativi che lo Stato rimborsa a tutte le altre regioni. Il Patto della Salute vale solo per gli altri, noi non contiamo nulla».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) il comma in discussione rappresenta il cuore del provvedimento: «Il vostro programma elettorale diceva che il deficit della sanità sarebbe stato azzerato, così non è stato – ha detto Tedde – intanto la Commissione d’Inchiesta non riesce a funzionare perché le Asl non consegnano i documenti. Tutto questo è scandaloso. Nella sanità cresce il costo del personale del 53%, aumentano le consulenze, i Commissari fanno i ducetti, bandiscono concorsi dove si può fare mobilità e pongono in essere atti che meriterebbero ben altre attenzioni».

Per Paolo Truzzu (FdI), il comma 5 è la testimonianza del fallimento totale della Giunta: «Avremmo dovuto realizzare 60 milioni di risparmi e se ne spendono invece 120 milioni in più. E’ assurdo pagare i farmaci innovativi, i comuni intanto non hanno i vaccini e i genitori sono costretti a pagarli».

Giorgio Oppi (Udc) ha parlato di quadro desolante della sanità. «Il disavanzo è intorno ai 400 milioni di euro. Mi meraviglia che per i farmaci innovativi non sia stato chiesto il rimborso – ha detto Oppi – la spesa farmaceutica ospedaliera aumenta. La Sardegna è al primo posto nella classifica nazionale. Segnalo che se il Mater Olbia fosse entrato in funzione il deficit sarebbe stato ancora più consistente».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha segnalato la difficile situazione del Brotzu. «Le lamentele sono continue, ci sono medici facenti funzioni e infermieri con turni massacranti. La gente ci chiede cosa stiamo facendo – ha affermato Tocco – è il momento di rivalutare tutta la strategia sanitaria».

Per il capogruppo dell’Udc Gigi Rubiu lo stanziamento è una semplice anticipazione, il deficit sarà maggiore. Intanto si va avanti con concorsi, assunzioni e altre attività poco edificanti per la politica sarda. «La Asl 7 ha acquistato un’autoemoteca da 200mila euro senza i bagni per medici e pazienti. Si può continuare a fare queste cose? Dov’è finita la politica?».

Voto favorevole ha annunciato anche il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni che ha criticato la gestione delle Asl sarde: «Risulta che da alcune Asl sono partiti carichi di materiali non utilizzati per essere smaltiti. In realtà sarebbero stati riciclati e rivenduti. Mi auguro che ci sia un’inchiesta della magistratura – ha tuonato Dedoni – non è vero che 90 dei 120milioni stanziati per coprire il disavanzo andranno all’elisoccorso, servono invece per coprire le porcherie che avete messo in campo. E’ ora di approfondire seriamente la questione».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, ha rilevato la difficoltà ad affrontare un argomento delicato come quello della sanità. «I commissari erano stati prorogati il 30 dicembre del 2015 per 3 mesi con l’obiettivo di procedere al risanamento del sistema. Alcuni sono andati fuori dalla tangente, non si riesce a contenere il deficit. La sanità sarda è uno schifo».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha definito “schizofrenico e poco rispettoso” il modo di legiferare adottato dalla maggioranza. «Occorre capire prima ciò che si vuole fare senza procedere a cambiamenti in corsa – ha detto Zedda – quando si fanno le leggi la fretta è sempre una cattiva consigliera».

Secondo Oscar Cherchi (Forza Italia) il disavanzo certifica il fallimento della Giunta. «Stamattina sono stato all’ospedale di Oristano – ha detto Cherchi – i direttori parlano sotto voce. Le critiche sono fortissime e riguardano il sistema di gestione della sanità che guarda solo al personale medico e paramedico e non ai pazienti».

Per Michele Cossa (Riformatori) si è sottostimato il fabbisogno. «Le spese della sanità sono difficilmente comprimibili. In questi anni di commissariamento la spesa non è diminuita e i servizi sono enormemente peggiorati. Gli ospedali sono pieni di amministrativi e carenti di infermieri, vengono conferiti incarichi e consulenze, si fanno concorsi di dubbia utilità. Tutti i giorni assistiamo a provvedimenti di sapore clientelare. La Giunta è connivente».

Mario Floris (Uds) ha lamentato l’assenza in Aula dell’assessore alla Sanità richiamando l’articolo 60 del Regolamento. «Gli assessori possono e devono partecipare alle sedute dell’Assemblea – ha detto Mario Floris – è ora di far rispettare il Regolamento».

Secondo Christian Solinas (Psd’Az) «sarebbe stato utile leggere la relazione tecnica sulla quantificazione degli oneri finanziari. Il problema è che aumenta la spesa sanitaria e diminuiscono le prestazioni. La percezione è quella di una sanità peggiore: i dati certificati da Agenas ci dicono che il risultato di gestione della sanità, arrivato nel 2012 a un attivo di 14 milioni di euro, è impazzito nel 2015 con 212 milioni di deficit. Se oggi chiudessimo il conto saremmo a quasi 400 milioni di disavanzo e i conti peggioreranno con l’istituzione dell’Azienda Unica».

Posto in votazione l’emendamento n.9=116=224 è stato bocciato con 27 voti contrari e 19 a favore.

Sull’emendamento 227 è intervenuto l’on. Angelo Carta (Psdaz), che ha detto: «Dobbiamo mettere i piedi per terra ed evitare pezze di fine anno sulla Sanità. Per questo esprimo il voto favorevole». 

Anche l’on. Paolo Truzzu  (Fli) si è espresso a favore dell’emendamento e ha detto: «E’ vero che la spesa sanitaria è sostanzialmente incomprimibile, come ha ricordato l’on. Cossa. Ma un po’ di compressione si può fare, evitando gli sprechi. In ogni caso ci vogliono scelte diverse e non atteggiamenti schizofrenici come quelli della Regione». 

Per l’on. Ignazio Locci (Forza Italia) «ci troveremo un disavanzo sanitario per il primo semestre 2016 di 184 milioni. I conti dell’assessorato alla Sanità sono solo operazioni ma non danno nessun risultato positivo. Noi teniamo sotto controllo i numeri, anche per una ragione: voi eravate i maghi della riduzione della spesa sanitaria. Si è visto quanto siete bravi».

L’on. Marco Tedde (Forza Italia) ha espressamente parlato di «sistema fuori controllo, in una sorta di piano inclinato sul quale la sanità sarda sta scivolando in un deficit strutturale e con commissari che non rispettano le direttive politiche dell’assessore».

Per l’on. Michele Cossa (Riformatori), presentatore dell’emendamento, «lo spirito della nostra iniziativa è chiaro: vogliamo capire perché come mai la spesa sanitaria vale la metà del bilancio regionale nonostante ciò mediamente la qualità del servizio sanitario continua a calare. Dobbiamo spostare verso i servizi le risorse finanziarie che attualmente vengono destinate, sbagliando, ad altri fini. C’è una Tac inutilizzata al Brtozu? Verificatelo, per piacere. Chi ha disposto quell’acquisto? Scopritelo e fatelo sapere non solo al Consiglio regionale».

Per il leader dell’Udc, on. Giorgio Oppi, «le frottole hanno vita breve. Ai primi del 2018 vedremo conseguenze di questo vostro atteggiamento con i licenziamenti nella sanità privata. E ancora: che senso ha fare i concorsi dei primari al Brotzu se è vero, come dite, che al Brotzu ci sono 64 primari in più? E che senso ha eliminare il Cup sempre del Brotzu, per una vendetta personale, quando quel servizio è fondamentale?».

Per l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) «il voto all’emendamento è favorevole perché i tagliatori di teste e di servizi non fanno altro che creare nei territori una pessima gestione della Sanità. Ci viene da pensare che questi commissari, che non rispondono alla politica, rispondano ad altri. Questa è la vostra sanità, alla quale non basteranno mai i denari».

Per l’on. Roberto Deriu (Pd) «la comprimibilità della spesa è un tema interessante ma la giunta regionale non deve arrendersi in nessun modo al pensiero che la spesa sanitaria sia davvero incomprimibile, già oggi. Una politica di bilancio rigorosa deve prevedere la revisione della spesa attuale».

L’emendamento 227 è stato respinto.

A seguire, sull’emendamento 10 (Pittalis e più), soppressivo totale dell’articolo 1 comma 6, il sardista Angelo Carta ha preso la parola: «Quale ricerca e innovazione tecnologica si sta producendo con i 700 mila euro che state destinando all’Istituto zoo profilattico? Da qui il mio voto favorevole». Stessa opinione per l’on. Ignazio Locci (Forza Italia): «Non bastano le azioni di riqualificazione della spesa, bisogna anche valutare il merito dell’amministrazione delle risorse». 

L’emendamento 10 è stato respinto.

Sull’emendamento 11, soppressivo del comma 7 dell’articolo 1 (primo firmatario l’on. Pittalis, Forza Italia), è intervenuto l’on. Truzzu (Fli), che ha detto: «Leggo che è il Consiglio regionale chiamato ad attivare il servizio di elisoccorso, nelle more della attivazione dell’Agenzia dell’emergenza urgenza?. Ma che senso ha? Così si combinano i pasticci e con tre basi si lascia comunque scoperta la Sardegna centrale. Chi state garantendo buttando questi soldi dalla finestra?».

Sulle stesse note l’on. Locci (FI), che si è augurato «che gli elicotteri volino in Sardegna, visto che il futuro sistema sanitario sarà basato sulle reti di cura. Non vorrei che tutto questo fosse uno spot per qualificare questa legge di variazione di bilancio».

Per il sardista Angelo Carta «il comma 7, che parla dell’elisoccorso, non ha una corrispondenza nella relazione della Giunta. Questo a dimostrazione che la fretta non è mai una buona consigliera». Contrario anche l’on. Marco Tedde (Forza Italia) secondo cui «è chiaro che la gestione della Sanità sarda è alla stregua di un piccolo staterello di Bananas. Qualcuno ha già deciso per il direttore generale dell’Areu. Questo treno della Sanità sta deragliando, colleghi: accendete i fari».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) ha detto: «I tempi dell’elisoccorso sono molto lunghi di quelli preventivati, anche perché il personale deve essere formato per quel tipo di servizio. Occhio a seconda di come viene impostata la gara».

L’emendamento 11 è stato respinto.

L’on. Angelo Carta (Psd’Az) ha chiesto il voto segreto sugli emendamenti 12, 119 e 230. Il Consiglio ha respinto gli emendamenti e poi a seguire ha respinto anche gli emendamenti 13, 14, 48, 49, 122.

Successivamente il Consiglio ha esaminato l’emendamento 122, che è stato respinto.

Sull’emendamento 191, riguardante i lavoratori dei beni culturali il sardista Angelo Carta ha parlato di un «argomento importante per decine di giovani impegnati nella gestione di beni archeologici che negli anni hanno acquisito significative professionalità, tuttavia è necessario sostenere i Comuni che bandiscono gare senza nessuna copertura per effetto delle continue proroghe dal 2004; il Consiglio e la Giunta devono farsi carico di questo problema».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha anch’egli sollecitato «una soluzione definitiva per i lavoratori (circa 850) del sistema archeologico e dei beni culturali in modo da inserirli stabilmente in questo circuito e superare la logica delle proroghe annuali; è un tema da riprendere utilizzando una delibera della commissione Cultura votata all’unanimità nella XII legislatura»

Il relatore della legge Franco Sabatini (Pd) ha condiviso la preoccupazione dei consiglieri, affermando che «il problema va affrontato ho proposta di legge quasi pronta per trovare una soluzione definitiva ed auspico che ne arrivino altre, l’importante è superare un lungo periodo di incertezza».

Il consigliere Paolo Zedda dei Rossomori ha definito «giuste e fondate le osservazioni dei consiglieri intervenuti in precedenza, perché la questione dei beni culturali è per la Sardegna un tema centrale, dall’organizzazione del settore che è molto frammentato all’inquadramento dei lavoratori». «Anche il nostro gruppo – ha concluso – presenterà a breve una proposta di legge».

Messo ai voti l’emendamento è stato respinto dall’Aula, insieme ad altri presentati dall’opposizione. Approvato invece l’emendamento soppressivo parziale n. 104 (Paolo Zedda e più) con parere favorevole della Giunta che limita al 2017 lo stanziamento di 1.6 milioni per il sistema scolastico, a fronte della previsione originaria che estendeva l’intervento anche alle annualità 2018 e 2019.

Subito dopo il Consiglio ha esaminato un’altra serie di emendamenti presentati dalla minoranza, che sono stati respinti.

Sugli emendamenti n. 41, 160 e 298 riguardanti i debiti fuori bilancio il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha affermato che «in parte sono dovuti all’applicazione del Dlgs n.118 che obbliga tutto il sistema Regione a farli emergere ma in molti casi si tratta di scelte dei dirigenti che cercao di schivare le loro responsabilità, inoltre mancano molte relazioni per cui siamo contrari ad un intervento».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha parlato di un problema «molto particolare», annunciando che il suo gruppo non parteciperà al voto «non solo per motivi politici ma anche tecnico-amministrativi».

Anche Christian Solinas, sardista, ha annunciato la sua decisione di non partecipare al voto, sottolineando che «una norma nazionale del 2012 ha definitivamente stabilito che il parere del collegio sindacale sui debiti fuori bilancio è obbligatorio, mentre nella documentazione che ci è stata sottoposta noi non abbiamo né pareri nè istruttorie».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha condiviso le tesi dei consiglieri intervenuti, precisando che «il collegio sindacale è indispensabile per la Regione e per lo stesso Consiglio che deve poter votare in modo consapevole e informato e, in ogni caso, sono emersi debiti anche per fattispecie espressamente vietate».

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha riconosciuto che quello dei debiti fuori bilancio è «argomento delicato che richiede chiarimenti». «E’ la prima volta – ha detto – che il Consiglio è chiamato a pronunciarsi su questa materia sia per effetto del bilancio armonizzato che del Dlgs 118 che giustamente prevede più trasparenza e controlli; nel nostro caso tuttavia la certificazione è data dai nostri uffici che ne assumono la responsabilità, che invece non ricade sul Consiglio che vota il provvedimento». «Nel merito – ha concluso – si tratta in parte di questioni sono vecchie e in parte recenti, tutte comunque situazioni legittime; per quanto riguarda l’istituzione del collegio sindacale la Sardegna non è obbligata essendo una regione speciale ma lo istituirà ugualmente con le norme di attuazione».

Il capo gruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che le dichiarazioni dell’assessore Paci «hanno confermato le preoccupazioni dell’opposizione perché e non c’è il dubbio che il voto del Consiglio copra in qualche modo attività illegittime o irregolari, ma il Consiglio non può essere l’ombrello per queste situazioni, anche perché non ha nemmeno gli strumenti per poterle valutare; peraltro il voto legislativo potrebbe essere non esente da responsabilità». «Per noi – ha concluso – è meglio rinviare, altrimenti usciamo dall’Aula».

Successivamente il presidente ha disposto una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori l’emendamento è stato messo in votazione ma è mancato il numero legale. Il presidente ha quindi tolto la seduta. I lavori del Consiglio sono ripresi nel pomeriggio.

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Consiglio regionale 71

E’ proseguito ieri, in Consiglio regionale, l’esame del disegno di legge n. 382/A su “Variazioni del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016/2018”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con l’art. 1 (Disposizioni finanziarie) del DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazione del bilancio 2916 e del bilancio pluriennale 2026-2018.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, sull’ordine dei lavori, ha ricordato la sua richiesta di votazione nominale «coerente con le previsioni del regolamento nella materia della programmazione finanziaria».

Il presidente Ganau ha precisato che, nel caso della variazione di bilancio, la votazione nominale non è richiesta ma prevista solo negli atti collegati alla manovra finanziaria.

Il capo gruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «se la disciplina applicata è quella del bilancio il principio va applicato sempre, mentre nel caso è stato applicato nei termini per le relazioni ma non per la richiesta di votazione nominale».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha dichiarato che «se si tratta di una variazione di bilancio la norma che si deve applicare è quella relativa al bilancio».

Il presidente Ganau ha confermato la sua interpretazione.

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha protestato segnalando che alcuni suoi emendamenti sono stati respinti perché in ritardo rispetto alla scadenza delle 12.00. Ma se il Consiglio è finito dopo le 14.00, a suo giudizio, gli emendamenti dovevano essere accolti.

Il presidente Ganau ha replicato precisando che il termine era stato fissato dalla conferenza dei capigruppo ed inoltre, nel caso di specie, mancava la firma del capo gruppo.

Il consigliere Truzzu ha ribadito che la discussione era in corso e quindi dovevano essere accettati, come del resto era stato fatto in precedenza.

Il presidente Ganau ha dato lettura delle disposizioni regolamentari applicate.

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha ricordato la sua questione pregiudiziale sui debiti fuori bilancio che «devono essere corredati dal parere del collegio sindacale, mentre sugli atti c’è una relazione priva di firme e pertanto non si può esprimere un voto». Il consigliere ha sollecitato una risposta alla questione sollevata ricordando anche che gli atti riguardano non acquisti di beni e servizi ma copertura di disavanzi.

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato che «la Regione non ha ancora collegio di revisori, anche se la pratica è stata istruita col parere favorevole della Corte dei conti e si è in attesa del parere del ministero dell’Economia». «Nel frattempo – ha aggiunto l’assessore – si procede con gli uffici interni secondo una scelta della Regione e non delle partecipate; come dimostrano gli atti inviati alla commissione, i debiti sono certificati e con copertura finanziaria».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha osservato che, oltre alla relazione dei revisori, «mancano le relazioni delle società interessate che fanno parte integrante della documentazione sottoposta al Consiglio, quindi l’opposizione non parteciperà al voto per evitare richieste di danno erariale».

La commissione e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Sull’ordine dei lavori, il capo gruppo di Sel Daniele Cocco ha richiamato l’attenzione della Giunta e del Consiglio sulla scadenza dei contratti degli infermieri che lavorano negli istituti di pena. Bisogna provvedere immediatamente, ha sollecitato Cocco, «per la stabilizzazione dei lavoratori che hanno operato per almeno 3 anni (anche se in realtà molti lavorano da più di 10) ed evitare i licenziamenti».

Il capo gruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha condiviso le argomentazioni del consigliere Cocco ed ha segnalato «la situazione di emergenza di 20 lavoratori a tempo determinate della ex provincia di Nuoro poi transitati nella nuova Agenzia del Lavoro». «Accade però – ha rilevato Pittalis – che l’ex provincia sta assumendo lavoratori interinali esterni violando una legge regionale; su questo la Giunta deve intervenire immediatamente e comunque manderò una nota scritta riservandomi ogni altra iniziativa».

Ancora sull’ordine dei lavori, il capo gruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha messo in evidenza che, in base a quanto previsto dal comma 24 dell’art.1, «si determina una grave situazione di incertezza per 54 lavoratori della miniera Tres Montis che fa capo alla Fluorite Silus del presidente del Cagliari Tommaso Giulini». Occorre perciò sapere, ha concluso, «se questi lavoratori saranno a carico della Regione».

Dando inizio alla discussione generale sull’art.1 la consigliera Daniela Forma (Pd) ha sottoposto all’Aula la questione della «copertura del bonus 2016 per le famiglie numerose, problema già emerso in commissione Sanità alla presenza dell’assessore». «Il bonus – ha ricordato la Forma – «è stato trasferito ai Comuni e consente un importante sostegno a famiglie con almeno 4 figli ed un Isee sotto i 20.000 euro, misura fondamentale già sperimentata positivamente nel 2014 e nel 2015». Ora i fondi non ci sono più, la lamentato esponente del Pd, «perché sono stati trasferiti sul Reis (reddito di inclusione sociale), che peraltro nessuno intende mettere in discussione ma il bonus deve essere coperto perché atteso da tante famiglie sarde (107.000 secondo la Caritas) e rappresenta una prima risposta al crollo della natalità in Sardegna, certificato dalle Acli, dall’Istat e dalla Caritas». «Auspico dunque – ha concluso – l’accoglimento di questa proposta».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, è intervenuto per segnalare che l’emendamento a cui ha fatto riferimento la consigliera Forma non è presente tra quelli consegnati ai consiglieri ed ha ricevuto, a tal riguardo, le rassicurazioni della presidenza dell’assemblea sulla stampa e la consegna dei blocchi contenenti le proposte di modifiche al disegno di legge 382.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci ha parlato di “manovra di assestamento camuffata da variazione di bilancio” ed ha sottolineato come “manchino” 129 milioni di entrate rispetto alle previsioni a suo tempo fatte dall’assessore del Bilancio.

L’esponente della minoranza ha quindi denunciato che si trovino coperture finanziarie per le più svariate questioni (funzionamento uffici Confindustria e Confapi) ad incominciare dai circa 3 milioni e 400mila euro destinate alla copertura dei costi per servizi delle camere di commercio, mentre si tralasciano le coperture importanti per il bonus famiglia o per le gestioni dei siti archeologici o museali.

«Sono queste le priorità che indicate – ha affermato Locci – e molte di queste scelte sembrano fatte al di fuori di quest’Aula e al di fuori dalla politica».

Il consigliere sulcitano ha quindi citato con tono critico la mancata risoluzione della vicenda dell’ex Ipab  San Giovanni di Ploaghe («mi auguro che lo stanziamento di oltre 3 milioni di euro non serva per coprire qualche esposizione con qualche importante istituto di credito isolano») e gli stanziamenti alle province «perché ormai sono a totale carico della finanza regionale».

Il consigliere di Forza Italia, Edoardo Tocco, ha incentrato il suo intervento sull’istituzione del servizio dell’elisoccorso e ha ricordato il dibattito che in proposito si è tenuto nella commissione Sanità: «È un tema particolarmente sentito nell’Isola anche alla luce dei tagli nei servizi della Sanità in diversi territori della Sardegna».

«Serve un monitoraggio dei tempi di attivazione del servizio» – ha insistito l’esponente della minoranza che ha concluso con un riferimento allo stanziamento di oltre 18 milioni di euro alla città metropolitana di Cagliari per il  reclutamento di personale – «questo provvedimento la dice lunga sulle lacune della vostra programmazione».

La vice capogruppo di Fi, Alessandra Zedda, ha parlato di “variazioni atipiche di bilancio” in quanto si introducono anche “nuove norme” che certificano il proseguire con “una cattiva programmazione che persevera negli errori”. Tali carenze, a giudizio della consigliera di minoranza, penalizza quei settori dove sono più evidenti le situazioni di crisi e di difficoltà come è quello del welfare («per mesi si sono registrate lamentele  e proteste dei sofferenti mentali che hanno denunciato ritardi nei contributi e nelle pensioni»).

Alessandra Zedda ha quindi mosso rilievi critici sulle politiche della Sanità e su quelle che ha definito “prebende” inserite nella variazione di bilancio («avete inserito persino un Pip») ed ha invece mostrato favore per gli stanziamenti per l’accorpamento delle Zir e l’intervento per l’ex Fluorite di Silius.

La consigliera di Forza Italia ha concluso denunziando la riduzione dei fondi per la ricerca scientifica: «Avete snaturato la legge n. 7 del 2007 e preannuncio la richiesta dei dati sull’applicazione della stessa e sull’impiego dei fondi».

Nella discussione generale all’articolo 1 è poi intervenuto  Marco Tedde (Forza Italia) che  ha detto che questo disegno di legge è una piccola legge di bilancio e non certo una variazione. Per questo sarebbe stata opportuna la presenza di Pigliaru. «Il presidente della Regione ha tempo solo – ha aggiunto Tedde – per fare la campagna referendaria  e per calpestare a piè pari le prerogative dei consiglieri regionali come ha fatto sull’ordine del giorno su Tossilo». L’esponente di Forza Italia ha poi criticato il grande ritardo con cui questo DL arriva in Aula. «Oggi – ha sottolineato – avremmo dovuto  discutere i documenti finanziari del  2017 e non  variazioni relative all’anno in corso. Secondo Tedde la maggioranza pensa solo al marketing politico e non ai problemi dei sardi». 

Per Paolo Truzzu (Misto) l’articolo 1 è la dimostrazione dell’assenza della politica. «Bene ha fatto – ha sottolineato Truzzu – la consigliera Daniela Forma a sollevare il problema del bonus famiglia che ancora una volta ci ha messo davanti all’apatia della maggioranza su alcune questioni come quello della povertà. Per il consigliere del gruppo misto questa variazione di bilancio è fatta di prebende, non affronta il tema della famiglia e non esiste la capacità di fare programmazione politica».

Oscar Cherchi (Forza Italia) ha criticato l’articolo 1 che, dal punto di vista tecnico, non  rispetta la tecnica legislativa. Un articolo composto da  43 commi non può rispondere al principio di semplificazione amministrativa né tanto meno a quello di semplificazione legislativa. «Non si capisce – ha aggiunto Cherchi – come degli assessori tecnici possano dare una  dimostrazione contraria a quella  che ci si aspettava da professori che vivono di teoria. Il risultato è che l’articolo 1 è un insieme di argomenti che dovevano  essere suddivisi in più articoli». Per Cherchi questo DL non è una variazione di bilancio, è una legge “marchetta” che regala soldi a pioggia solo ed esclusivamente a chi  è utile alla maggioranza. Il consigliere azzurro si è soffermato sul comma 15 dell’articolo 1 dove si parla di consorzi di bonifica. «E’ un comma strano – ha concluso – introdotto proprio il giorno dopo rispetto all’approvazione in quest’aula di una legge sull’argomento».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha parlato di “silenzio assordante” della maggioranza. «Questa legge – ha detto – è un insieme di attività illusionistiche. E’ una legge orribile fatta di tecnicismi in cui alla fine emergerà l’autolesionismo». Per l’esponente dei Riformatori sardi è scandaloso che non si trovino i fondi a favore delle famiglie numerose. Inoltre, tra confusione, tecnicismi e inutilità si fa il gioco delle tre carte: da una parte si tolgono i fondi, dall’altra si rimettono.

Ha quindi preso la parola il consigliere del Partito dei Sardi, Augusto Cherchi, che ha detto di condividere l’impostazione della legge ma, allo stesso tempo, ha espresso perplessità su alcuni commi dell’articolo 1.

Il consigliere sovranista si è soffermato in particolare sul contenuto dei commi 5, 7 e 8 (copertura del disavanzo della sanità, istituzione del servizio di elisoccorso e stanziamento per l’Ipab SGB di Ploaghe). «In Commissione ci siamo astenuti su queste disposizioni – ha ricordato Cherchi – sulla copertura del debito della Sanità del 2015 non riusciamo ancora a capire dove si andranno a reperire le risorse. Manca inoltre una previsione coerente del debito presunto per il 2016. E’ inutile prevedere una spesa se poi questa va a crescere».

Sul comma 7, Cherchi ha detto di condividere l’istituzione del servizio di elisoccorso, «avrei preferito però una discussione più ampia, un servizio così importante doveva avere una dignità diversa rispetto a un semplice comma in una variazione di bilancio». Perplessità da parte di Cherchi anche sulla decisione di dislocare le basi dell’elisoccorso nei tre principali aeroporti della Sardegna. «Noi abbiamo già fatto un errore spostando la base dell’elisoccorso dei Vigili del Fuoco da Abbasanta ad Alghero – ha sottolineato l’esponente della maggioranza – oggi moltiplichiamo per tre la dispersione del servizio, è uno spreco di risorse. Spero che il discorso lo si affronterà meglio quando si parlerà dell’organizzazione complessiva del 118».

Oscar Cherchi, infine, ha espresso dubbi sul contenuto del comma 8: «Si propone uno stanziamento di oltre 3 milioni di euro a favore della Asl di Sassari per lo svolgimento delle funzioni trasferite in seguito alla soppressione dell’Ipab SGB di Ploaghe – ha detto il consigliere del PdS – i lavoratori vanno tutelati ma occorre agire con prudenza. Esistevano avanzi per 6,9 milioni di euro rappresentati da oneri dello Stato che non sono stati utilizzati per la SGB. Si chiedeva che venissero assegnati alla Asl ma non risulta che ciò sia avvenuto. Quello delle Ipab è un problema serio che va affrontato e risolto con le dovute coperture finanziarie e le dovute cautele».

Alberto Randazzo (Forza Italia), rivolgendosi all’assessore agli Affari Generali, Gianmario Demuro, ha chiesto chiarimenti sulle progressioni verticali e orizzontali dei dipendenti degli enti locali. «Volete anticipare anche voi le promesse che si fanno oggi in campagna elettorale? Non vorrei essere preso in giro: la legge che abbiamo recentemente approvato non prevedeva nuovi oneri per la Regione».

Randazzo ha poi suggerito alla Giunta di utilizzare meglio le opportunità dei bandi per il turismo (“due milioni di euro rischiano di non essere spesi”) e di evitare provvedimenti rivolti a singoli comuni per la soluzione di vertenze industriali come accaduto per la miniera di Silius. Il consigliere azzurro, infine, ha sollecitato la Giunta a trasferire più celermente ai consiglieri le informazioni sulle singole questioni.

Christian Solinas (Psd’Az) è tornato su alcune questioni sollevate durante la discussione generale riguardo all’esigenza di verificare la legittimità delle procedure adottate per il riconoscimento in legge di debiti fuori bilancio. «Ci sono adempimenti che andrebbero espletati. Chi ha presentato la legge ha ritenuto di qualificare i debiti per acquisizione di beni e servizi – ha detto Solinas – la giurisprudenza richiede l’esatta indicazione in delibera dell’arricchimento tratto da quella spesa. Se si opera diversamente si adottano iniziative di spesa autonome e scoordinate scaricandone le conseguenze sulla Regione. In questo modo, si determina una situazione di permanente precarietà finanziaria e si assorbono debiti che nascono da una carenza di procedure da parte di enti e partecipate. Noi siamo autorizzati a riconoscere come debiti fuori bilancio quelli finalizzati alla ricapitalizzazione a alla copertura del disavanzo degli enti. L’acquisto di beni e servizi è invece a carico di chi ha deliberato la spesa. Gli enti e le partecipate, fino a prova contraria, sono dotati di autonomia gestionale e finanziaria».

Solinas si è poi soffermato sulle disposizioni dell’art. 51 del decreto legislativo n. 118 che vieta le variazione di bilancio dopo il 30 novembre. «Molti commi della legge che discutiamo prevedono norme intruse, nuove disposizioni di spesa e l’istituzione di un nuovo servizio come l’elisoccorso. Si tratta di norme sostanziali che potevano essere previste altrimenti».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha ripreso una parte dell’intervento del consigliere Augusto Cherchi per rilanciare «la questione della partecipazione al dibattito anche da parte della maggioranza, che finora ha mantenuto la consegna del silenzio mentre invece si è dimostrato che ha qualcosa da dire». Entrando nel merito della legge, Attilio Dedoni ha sottolineato l’importanza dei commi 5 7 e 8 affrontando in modo critico il problema del nuovo servizio di elisoccorso che, a suo avviso, «amplifica a dismisura la marginalità delle zone interne e movimenta una massa ingente di risorse che non si potranno spendere in tempi brevi». «Analogo discorso – ha aggiunto – si può fare per le Ipab che non dovevano determinare costi aggiuntivi per la Regione che invece ci sono e sono rilevanti; l’impressione è che l’assessore, in molte circostanze, non abbia detto tutta la verità e di questo lo chiameremo a rispondere».

Su delega del capogruppo il consigliere del Pds Roberto Desini, che ha premesso di condividere l’impianto generale del provvedimento, ha ripreso alcune considerazioni del collega Augusto Cherchi, anch’egli con riferimento al comma 8 relativo alla sanità ed al salvataggio dell’Ipab San Giovanni Battista. Una operazione che, a giudizio di Desini, «ha profili di illegittimità come avevamo segnalato, sia perché il personale transitava da un contratto privatistico ad uno di natura pubblica, sia perché non era dimostrato che il passaggio potesse avvenire a costo zero, come conferma lo stesso assestamento di bilancio con cui si stanziano 3.6 milioni per l’anno 2016, dato che si affianca ad un evidente surplus di operatori e fisioterapisti rispetto alla Asl di Sassari». «Il problema della sanità – ha detto ancora il consigliere del Pds – non si sta affrontando nel modo giusto ed infatti il piano di rientro non produce i risultati positivi attesi, perciò bisogna subito voltare pagina superando questo schifo che impedisce l’attivazione di vere politiche per il lavoro: su questo non guarderò in faccia nessuno anche se appartiene alla maggioranza».

Il consigliere Angelo Carta, sardista, ha detto che «la discussione che si sta sviluppando dimostra che il Consiglio si trova di fronte ad una legge non banale, al punto da mettere alla prova la stessa tenuta della maggioranza». Il consigliere ha poi esaminato il contenuto della legge sostenendo che «il testo dei singoli commi fa emergere tutte le criticità di una legge piena di contraddizioni: da una parte si annunciano risorse e dall’altra si fa un altro mutuo, da un lato la spesa della sanità viene definita sotto controllo eppure si anticipano al 2016 fondi previsti per il 2017». «Inoltre – ha proseguito Carta – è anche una legge per molti aspetti incomprensibile con una serie di rimandi a leggi precedenti in una specie di gioco dell’oca che è tutto il contrario della semplificazione, argomento oggetto di una legge appena approvata dall’Aula». I settori sui quali si vuole intervenire non trarranno alcun beneficio, ha affermato ancora Carta, da questo provvedimento: «Né l’agricoltura, con contributi pesantissimi e vessatori senza nessuna risorsa a carico dei consorziati, né la buona amministrazione con i debiti fuori bilancio privi di documenti che li giustificano, né le popolazioni colpite dall’alluvione che dopo tre anni stanno ancora aspettando il ristoro dei danni subiti da privati, mentre molti hanno avuto le aziende distrutte e ad altri sono state fatte proposte di indennizzo irrisorie, né le zone franche ancora al palo proprio in quei Comuni». «Insomma –ha concluso l’esponente del Psd’Az – è una legge disorganica che fa alcune piccole cose senza una visione dei gravi problemi della Sardegna e dimostra la lontananza del governo regionale dalla realtà; oggi a Nuoro è stato fissato il crono programma per gli interventi di rilancio, ci vorranno 715 e di questo passo finirà la legislatura».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha detto che quella in discussione è «una legge importante ma non certo ispirata alla semplificazione tanto sbandierata dalla maggioranza, è invece un provvedimento che occulta con una certa abilità alcuni obiettivi che non si possono dichiarare apertamente, in realtà poi non è una variazione di bilancio ma un provvedimento omnibus pieno di rattoppi in questo o quel settore». «L’esempio di questo modo di fare – ha detto ancora Rubiu – è nella sanità, un settore che non funziona, costa moltissimo, produce nuovi debiti e cerca di realizzare un progetto sbagliato nonostante l’indicazione di grandi manager venuti dall’esterno». «Ma in generale – ha aggiunto – contiene troppe paghette fra le quali il contributo agli ippodromi per spese di manutenzioni straordinarie affidate ad Argea che fra l’altro deve occuparsi di agricoltura, la duplicazione degli interventi per i consorzi di bonifica, i fondi alla provincia di Nuoro o del Sud dove si aumenta del 30% il costo dei passaggi di proprietà, in definitiva una lunga serie di provvedimenti che provocheranno ulteriori danni alla Sardegna ed ai giovani disoccupati».

«Tutti i sostenitori del sì vogliono convincere i sardi a suicidarsi». Così il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha aperto il suo intervento provocando la reazione di alcuni consiglieri della maggioranza. «Mi spiace – ha aggiunto il leader di Fi – comunicarvi che queste sono le parole dell’assessore Paolo Maninchedda riportate da un’agenzia di stampa». «Parole sacrosante – ha proseguito Pietro Pittalis – che pongono un problema politico, infatti, a fronte di un presidente della Giunta schierato col fronte del sì, l’assessore dei Lavori pubblici certifica il suicido politico del presidente della Regione e della sua Giunta». L’esponente della minoranza ha definito quella del Sì al referendum «una scelta sciagurata che mortifica l’autonomia e la Sardegna» e ha parlato di «una Giunta che soccombe davanti all’avanzata neocentralista del governo nazionale».

Il capogruppo ha quindi criticato il provvedimento all’esame dell’Aula («è un provvedimento vuoto e non affronta alcuno dei temi che preoccupano le famiglie sarde» ed ha quindi stigmatizzato le recenti dichiarazioni rilasciate dall’assessore del Lavoro, Mura, a proposito dei crescenti livelli di povertà («l’assessore Mura dice che sulla povertà la Regione ha messo in campo 22 corsi di istruzione formazione triennali in tutto il territorio») affermando che tali dichiarazioni possono essere fatte da «chi è si dimostra un irresponsabile o da persone che non hanno contezza di ciò che accade fuori dal palazzo».

Pietro Pittalis ha insistito sull’assenza di interventi  per attenuare gli effetti della crisi sul sistema economico sardo e sulle famiglie: «Ma avete toccato il fondo con i “patti farsa” che siglate in giro per i territori della Sardegna».

Il consigliere Fi ha quindi criticato duramente l’esecutivo per i ritardi con i quali si procede a Nuoro («a distanza di due anni avete prodotto solo un crono programma») ed ha concluso definendo la variazione di bilancio “una delusione”.

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha riconosciuto in apertura del suo intervento la complessità del provvedimento in discussione («è un provvedimento complesso e difficile da comprendere e anche io ho avuto problemi a capire») ma ha precisato che tale problema di trasparenza non riguarda la condotta della Giunta quanto «la complessità di un provvedimento di questo genere».

Nel merito del disegno di legge, il vice presidente della Giunta ha sottolineato che si propone «una variazione di bilancio che prevede 130 milioni di entrate in meno (per effetto di un ciclo macroeconomico meno intenso di quello che era stato preventivato) e seppur obbligati al pareggio di bilancio non dobbiamo fare tagli».

«Controbilanciamo il ciclo economico non favorevole – ha spiegato Paci – senza fare tagli e anticipiamo 120 milioni per la sanità (significano pagamenti più celeri alle imprese) e in più mettiamo in campo interventi su politiche sociali, sui precari, sui lavoratori, sui consorzi di bonifica, sulla liquidazione delle Zir (interventi attesi dal 2008).»

«Tra le cose “che non ci piacciono” – così le ha definite il vice di Pigliaru – ci sono anche gli oltre 3 milioni di euro per l’assorbimento dell’ex Ipab: «Stiamo però risolvendo un tema spinoso con decine di lavoratori che rischiavano di restare senza un lavoro».

L’assessore Raffaele Paci ha quindi concluso riepilogando “le risposte importanti” contenute nel provvedimento ed ha formulato un appello rivolto all’intero Consiglio: «Le critiche che sono state rivolte dalla minoranza sono legittime e corrette e alcune le condivido nella sostanza (ad incominciare dai ritardi nella programmazione territoriale e nelle procedure) ma chiedo all’Aula di procedere più rapidamente nell’approvazione del testo di legge perché i tempi di attuazione delle disposizioni in esso contenute sono lunghe e i beneficiari delle misure in esso contenute non sono né la Giunta, né la maggioranza ma le imprese e i cittadini sardi».

Il presidente di turno dell’Assemblea, Eugenio Lai, ha quindi posto in votazione gli emendamenti soppressivi totali n. 1=112=208 ed ha concesso la parola al consigliere Mario Floris (Uds-Misto) che ha espresso apprezzamento per l’intervento dell’assessore Paci ma ha posto in evidenza come il provvedimento in discussione non sia in linea con le disposizioni contenute nella recente legge approvata in materia di trasparenza e semplificazione.

Sono intervenuti a favore, per dichiarazione di voto, sull’emendamento 1 (che vuole sopprimere l’articolo 1): Ignazio Locci (FI) che ha detto che queste variazioni non si conciliano con le esigenze della Sardegna; Marco Tedde (FI) che ha detto di apprezzare l’autocritica dell’assessore Raffaele Paci; Oscar Cherchi (FI) che ha ribadito di non condividere la tecnica legislativa e il contenuto dell’articolo 1; Gianluigi Rubiu (Udc) che  ha sottolineato la sua contrarietà all’articolo 1 che è un articolo omnibus, inadeguato e inapplicabile. Questo articolo deve essere reso comprensibile; Paolo Truzzu (misto) che ha detto che non si può avere la presunzione di chiedere alla minoranza di approvare in fretta un provvedimento che non è condivisibile; Luigi Crisponi (Riformatori) che ha apprezzato sia la sincerità dell’assessore Paci sia di quei consiglieri di maggioranza che hanno criticato parti di questo disegno di legge; Alessandra Zedda (FI) che ha ribadito che  questo articolo è difficile e la minoranza non può essere a favore di chi vuole fare indebitare i sardi o non palesa comportamenti sleali; Angelo Carta (Psd’Az) che ha affermato  che dopo l’intervento dell’assessore Paci c’è stata una svolta politica nei rapporti tra giunta e Consiglio; Edoardo Tocco (FI) che ha sottolineato che l’assessore Paci si è addossato le colpe di tutta la giunta; Attilio Dedoni (Riformatori sardi) che ha assicurato che farà ricorso contro gli allegati che mancano e ha chiesto di far tornare il provvedimento in commissione; Alberto Randazzo (FI) che ha criticato l’assessore Paci che non può giustificare l’ingiustificabile. Non si possono trovare scorciatoie per finanziare singoli settori; Pietro Pittalis (FI), infine, ha detto che questo primo comma è talmente tecnico che pone problemi anche di comprensione.

Messo in votazione l’emendamento 1 (uguale al 112 e 208)  è stato bocciato (presenti 43, sì 16, no 27).

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento soppressivo parziale n. 5=209.  Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto di intervenire sull’ordine dei lavori avanzando la richiesta di interrompere la seduta visto l’orario raggiunto o, in alternativa, la convocazione della conferenza dei capigruppo per decidere su come procedere. Il presidente ha accolto la richiesta e convocato la conferenza.

Al termine dell’incontro il presidente Ganau ha sospeso la seduta.

Al rientro in Aula il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento n. 5=209.

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, favorevole, ha affermato che a suo avviso è sbagliato esaminare una variazione di bilancio senza disporre del consuntivo 2015 e del documento di parifica della Corte dei conti. Per Locci si tratta inoltre di una operazione che non tiene conto dei problemi reali della Sardegna.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, favorevole, ha detto che il comma 1 dell’articolo è condivisibile ma poi, «letto assieme a tutti gli altri dà la dimensione di una norma che non merita di entrare nell’ordinamento regionale e trascura le esigenze più urgenti della Regione: sanità, urbanistica, agricoltura».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), favorevole, ha ricordato che nella relazione della Giunta al bilancio di previsione «si parlava di certezza nelle entrate mentre ad oggi lo Stato ha versato circa 4 miliardi rispetto agli 8 spettanti alla Sardegna, un risultato del tutto negativo anche in rapporto a quanto ottenuto da altre Regioni autonome».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha chiesto al presidente in via pregiudiziale, «se sono state allegate le relazioni dei revisori contabili degli enti che hanno creato passività e, in caso affermativo, perché non sono stati distribuiti anche alla minoranza».

Il presidente Ganau ha ricordato che il testo è esaminato dalla commissione e gli allegati non c’erano.

Angelo Carta, sardista, ha condiviso la questione pregiudiziale aggiungendo che «nell’insieme il provvedimento appare disordinato e contraddittorio e non migliorerà la vita dei sardi».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha accusato la maggioranza di atteggiamento arrogante e, nel merito, ha osservato che la legge «è frutto della scelta sbagliata di applicare immediatamente il bilancio armonizzato, scelta che ha fatto saltare il sistema sia della Regione che delle Autonomie locali».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha criticato radicalmente la legge che «ha il titolo di disposizioni finanziarie ma in realtà ne contiene molte altre e questo problema non può essere ulteriormente eluso interpretando il regolamento ad uso e consumo della maggioranza; il testo andava rispedito al mittente».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco, che in precedenza aveva apprezzato le aperture dell’assessore Paci, ha detto di essersi ricreduto dopo la rigidità mostrata dalla maggioranza. «Su un argomento del genere sarebbe stato necessario un confronto di ben altro livello e qualità, con attenzione ai problemi della Sardegna».

Messo in votazione l’emendamento è stato respinto con 13 voti favorevoli e 28 contrari.

Sull’emendamento 210, che intende sopprimere al comma 1 dell’articolo 1 le parole “a decorrere dall’esercizio finanziario 2017”, sono intervenuti a favore: Marco Tedde (FI) che ha detto che l’articolo 1 è un pasticcio, un’accozzaglia di provvedimenti senza armonizzazione; Paolo Truzzu (Misto) che  ha espresso delusione sulla capacità di spesa dei fondi europei da parte di questa giunta; Gianluigi Rubiu (Udc) che ha ricordato che anche il comma 1 dell’articolo 1 evidenzia che si tratta di una legge pasticciata che crea inutili illusioni e aspettative; Attilio Dedoni (Riformatori) che ha confermato la richiesta di acquisire tutta la documentazione allegata al diisegno di legge in esame; Angelo Carta (Psd’Az) che ha sottolineato la complessità di ogni comma di questo provvedimento; Pietro Pittalis (FI) che ha detto che la notte non porta Consiglio, sta solo determinando una situazione rispetto alla quale la maggioranza si deve assumere le sue responsabilità. Il provvedimento – ha detto – è inadeguato e la minoranza lo sta evidenziando; Alberto Randazzo (FI) che ha detto che questa Giunta rappresenta un treno che sta deragliando. Oggi la maggioranza ci sta sequestrando inutilmente in quest’aula. Contro ì’emendamento si è espresso Daniele Secondo Cocco (SEL) che è intervenuto sulla situazione degli infermieri delle carceri del Nuorese. I commissari non possono agire senza tener conto degli indirizzi di giunta e consiglio. «Chiediamo all’assessore – ha detto – una presa di posizione su questo argomento».

L’emendamento 210 è stato bocciato (votanti 39, favorevoli 12, contrari 27).

Il presidente ha quindi messo in votazione l’emendamento soppressivo parziale n. 211.

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha rilevato che il combinato disposto dell’emendamento in votazione e quello precedentemente respinto non modifica il comma 1 dell’articolo1 ma lo rende più scorrevole. Secondo Carta «non si tratta di emendamenti distruttivi ma chiarificatori»

Marco Tedde (Forza Italia) si è detto dispiaciuto per il dibattito monco. «Il silenzio della maggioranza rappresenta un vulnus che si ripercuoterà nei rapporti consiliari dei prossimi messi – ha detto Tedde – oggi si è violato un patto. Avremmo voluto discutere con voi per migliorare la proposta ma non ci siamo riusciti».

Paolo Truzzu (FdI) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento e si è associato alle osservazioni fatte dal collega Daniele Cocco sulla situazione degli OO.SS. degli istituti penitenziari di Nuoro e Isili. «I commissari delle Asl continuano a fare ciò che vogliono – ha detto Truzzu – una situazione alla quale la Regione non riesce a porre rimedio».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha ribadito la sua contrarietà alla legge in discussione. «Noi cerchiamo di migliorarne la lettura, cerchiamo di entrare in modo dettagliato su tutti gli articoli – ha detto Rubiu – è indispensabile apportare alcune modifiche al testo. Il termine del 30 novembre è ormai saltato, è un fallimento per la maggioranza. A questo punto è meglio prendersi il tempo necessario per migliorare il testo».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha rivolto un invito alla maggioranza per evitare di continuare con un dibattito muscolare. «Meglio fermarsi e rimandare la discussione alla prossima settimana».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha sottolineato l’importanza dell’emendamento che permette di recepire le disposizioni della legge di stabilità 2015. «L’articolo 1 non è coerente con la legislazione regionale – ha rimarcato Pittalis – il riferimento al disavanzo del 2014 non è attinente o forse c’è qualcosa che mi sfugge».

A Pittalis ha replicato l’assessore della Programmazione Raffaele Paci: «La Regione ha avuto accesso alla liquidità per il pagamento di 135 milioni di euro agli enti locali. L’articolo in discussione spiega le modalità di contabilizzazione – ha detto Paci – è una norma ponderata che permette di non avere problemi successivi. Da economista riconosco che c’è un po’ di irrazionalità ma questo provvedimento è urgente. Credo che ci siano ancora i margini per una mediazione. Non è possibile rimandare l’approvazione alla prossima settimana, c’è il rischio di fare danni seri ai comuni».

Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi, ha respinto l’invito dell’assessore: «Noi cerchiamo di aprire gli occhi alla maggioranza – ha detto Dedoni – capisco che si voglia mettere fretta. Noi non vogliamo ostacolare nessuno, se siamo in queste condizioni la responsabilità è della sua maggioranza. Siamo disponibili a lavorare anche venerdì e sabato ma su basi serie».

Messo in votazione l’emendamento n. 211 è stato respinto con 28 voti contrari e 13 a favore. 

Sull’emendamento 6 (uguale al 113, al 206, al 21),   che intende sopprimere il comma 2 dell’articolo 1, sono intervenuti: a favore Ignazio Locci (FI) che ha ricordato che questo emendamento è un moto di rabbia per protestare contro la lentezza della spesa; Angelo Carta (Psd’Az) che ha detto che il comma 2 serve alla giunta per aumentare il mutuo. Se è vero, come dice la Giunta, che la vertenza entrate sta portando nuovi fondi non si vede perché si deve autorizzare la giunta ad indebitare ancora i sardi; Marco Tedde (FI) che ritiene che la giunta e la maggioranza abbiano perso un’occasione d’oro per arrivare a dicembre non con una variazione di bilancio ma con il bilancio stesso. «Oggi abbiamo un provvedimento relativo al 2016 che riguarda ritagli, questo disegno di legge – ha concluso – è un bestiario normativo ed  è improponibile; Paolo Truzzu (Misto) che ha sostenuto che «siamo davanti a una situazione di carenza di programmazione. C’è una lentezza esasperante nella spesa dovuta alle lungaggini burocratiche. Il mutuo in realtà noi non avremmo mai dovuto contrarlo, la rete infrastrutturale sarda non può essere fatta con i soldi regionali»; Gianluigi Rubiu (Udc) che sostiene che  il comma 2 è “sfacciato”. Non possiamo accettare una cosa di questo genere, c’è un limite a tutto.

Per Giuseppino Pinna (Udc), ancora una volta, in tutta questa contrapposizione hanno perso i sardi; Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto che il mutuo contratto per i primi due anni non ha dato esito importante nella spesa. Questo mi preoccupa. Se è vero che non abbiamo opere infrastrutturali adeguate io credo che sarebbe opportuno spendere i denari che abbiamo, la spesa è necessaria per creare le strutture. L’emendamento 6 è stato bocciato (votanti 40, sì 12, no 28).

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento soppressivo parziale n. 214. Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha messo in evidenza l’importanza della proposta che punta ad evitare un ulteriore indebitamento della Sardegna. «Non si capisce – ha detto – perché si voglia ricorrere ad altri mutui se la Regione non riesce a spendere i soldi».

Gianluigi Rubiu (Udc) ha annunciato il voto favorevole così come il collega Paolo Truzzu (FdI) che ha rilevato come il mancato tiraggio del mutuo sia derivato dall’assenza di un piano strategico per le opere di infrastrutturazione che ha determinato un rallentamento della spesa. «Siamo arrivati a un indebitamento di circa 1,2 miliardi di euro che si ripercuoterà sulle generazioni future».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) l’emendamento va a incidere sul “ravanello normativo” proposto dalla maggioranza. «Si cerca di mettere delle toppe al tessuto finanziario ma si rischia di peggiorare la situazione – ha affermato Tedde – occorre essere cauti perché ci sono norme in continuo divenire che impongono un aggiornamento. Si corre troppo per la voglia di fare bella figura. Fermiamoci un attimo a riflettere».

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha rivolto un monito all’Aula sul corretto utilizzo delle risorse dei mutui. «Se analizziamo l’utilizzo dei denari delle Asl troviamo delle storture. Due tir di materiali mai utilizzati sono stati portati via dalle Asl. Quei soldi sono del popolo sardo. Se non si tamponano queste cose andrà via la metà del bilancio regionale».

Messo in votazione l’articolo 214 è stato respinto con 28 no e 13 sì.

Il presidente Ganau ha quindi dichiarato chiusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno questa mattina, alle 10.30.

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del disegno di legge n. 382 sulle variazioni del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016/2018 ai sensi dell’articolo 51 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazione del bilancio 2916 e del bilancio pluriennale 2026-2018. Per l’illustrazione del provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza Franco Sabatini, del Pd.

Sabatini ha definito in apertura molto positiva la decisione dei capigruppo di discutere provvedimento questa mattina, «un provvedimento che ha natura certamente tecnica ma che contiene molti elementi sociali di grande utilità concreta per i cittadini della Sardegna». Rivolgo quindi un appello ad opposizione, ha concluso Sabatini, «per una sollecita approvazione della legge».

Per la minoranza, il relatore Paolo Truzzu (Fdi-An) ha affermato che «tecnicamente si sta gestendo un avanzo di circa 289 milioni ed una massa finanziaria di poco superiore a 300 ed occorre chiedersi da dove vengono queste risorse, forse dalla capacità del governo regionale di controllare spesa o forse dalla crescita dell’economia sarda ma la realtà è profondamente diversa». Questi soldi, ha spiegato Truzzu, «provengono dall’imputazione diversa di somme future assegnando al 2016 somme inserite nei bilanci 2017 e 2018, cioè se non li avessimo avuti si sarebbe determinato un buco nei conti della Regione». Quanto al loro utilizzo, Truzzu ha ricordato che «gran parte della somma, 130 milioni, sono causati da minori entrate e in effetti il rapporto Bankitalia sull’economia sarda dice la nostra piccola ripresa economica è evaporata fatta eccezione per piccoli numeri di turismo e servizi, mentre cala il numero degli occupati perché i giovani rinunciano a cercare lavoro». Inoltre, ha aggiunto il relatore di minoranza, «altri 120 vanno alla sanità, dato preoccupante in linea con una stima del fabbisogno 2016 attorno ai 400 milioni in più, a dimostrazione del fatto che il piano di rientro ha mancato le previsioni e non ha prodotto nulla; infine, gli ultimi 20/30 milioni sono destinati in parte al sociale e in parte ad alcune mancette per cose un po’ particolari». In sintesi, per Truzzu «emerge un quadro non confortante della situazione generale delle entrate in contraddizione con le rassicurazioni del governo regionale e infatti c’è molta differenza fra un accertato di 8 miliardi ed un riscosso che, a novembre, è di circa la metà». Ciò significa, ha concluso Truzzu, «che siamo di fronte ad un fallimento tecnico e anche politico, appesantito dai continui litigi della maggioranza».

Aprendo il dibattito, il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha richiamato un passaggio dei lavori in commissione sul Dl 382, «definito dalla Giunta regionale una variazione di bilancio ma in realtà si tratta di un assestamento, significa che sono saltati tutti gli indicatori della programmazione regionale da Def in poi e quindi, accanto alle questioni tecniche ci sono molte questioni politiche e molte norme intruse, scelte che esprimono al massimo livello l’indirizzo di governo della maggioranza». Intanto, ha sostenuto Locci, «c’è stata una colpevole sottovalutazione delle entrate della Regione, che calano per 130 milioni, altro che più 350 nel 2017, e non si può giustificare questo dato negativo con l’applicazione del principio del bilancio armonizzato». Sulla sanità, ha aggiunto il consigliere, «c’è una proiezione di 184 milioni di disavanzo nel 2016 e stanno emergendo i trucchi contabili di questo settore come in quello delle politiche sociali dove è ormai certo che non si possono utilizzare i fondi europei». Insomma, ha concluso Locci, «il quadro non consente valutazioni positive e il dato politico di fondo è che la vertenza entrate non si è affatto conclusa».

Sempre per Forza Italia, il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha sottolineato che «ancora una volta l’opposizione è qui in Aula nonostante la fretta della maggioranza, segno che noi facciamo per intero la nostra parte nell’interesse della comunità regionale». Affrontando il contenuto della manovra, Tocco ha affermato che «contiene aspetti molto critici che non consentono di dare risposte ai cittadini, soprattutto, nella sanità; stiamo anticipando al 2016 120 milioni previsti per il 2017 e questa è una cartina di tornasole del fatto che le strutture sanitarie sono sempre in una situazione drammatica, che è fallito il piano di rientro ed è peggiorata la qualità dei servizi». A questo punto, ha sintetizzato Tocco, «delle due l’una: o le entrate sono state sovra stimate o crescita dell’economia sarda è stata molto bassa; il problema è che la maggioranza sistema le sue cose e tampona qua e là ma la Sardegna ha sviluppo di sviluppo e crescita e soprattutto di immaginare una prospettiva per il futuro».

Ancora per Forza Italia, il vice capogruppo Marco Tedde ha detto di vedere la cornice del dibattito «molto grigia perché la maggioranza ha disatteso il patto stabilito con l’opposizione, che invece lo ha rispettati accettando la modifica del calendario dei lavori; forse avete problemi nuovi  ma dovevate pensarci prima perché ai sardi non interessano certe esigenze politiche di qualche partito». Tornando al dibattito, Tedde ha messo l’accento sul fatto che «la Giunta prosegue in un lavoro incessante di marketing politico con annunci, conferenze stampa e propaganda che impedisce di vedere le cose come sono dopo 36 mesi di governo del centro sinistra». Il dato politicamente più significativo, a giudizio di Tedde, «è che i problemi non sono affrontati, come dimostrato dalla situazione disastrosa dei trasporti (svuotamento ct2 e conseguente impoverimento di ct1, sostegno low cost, abbandono Ryanair dalla fine del 2015, incognite dopo la vendita delle quote aeroporto di Alghero dove si è registrata una perdita di 350.000 passeggeri e di centinaia di milioni) e della sanità la cui gestione fortemente politicizzata ha salvato le poltrone dei commissari senza ridurre le spese». Tutto questo, ha concluso, «lo dovranno pagare le famiglie e le imprese sarde». 

Mario Floris (Uds), rivolto al presidente Ganau, è tornato sulla seduta di ieri: «E’ successo un fatto increscioso – ha detto il decano dei consiglieri regionali – lei mi ha tolto la parola mentre intervenivo sull’ordine dei lavori e lo ha fatto in modo barbaro. Ciò è  intollerabile se fatto a danno di una persona mite che ha fatto della sacralità delle istituzioni la ragione della propria vita. Lei ha il dovere di tutelare le prerogative dei consiglieri. Se chiediamo il rispetto del Regolamento lo dobbiamo fare fino in fondo a partire dall’osservanza degli orari delle sedute. Lei non aveva il diritto di togliermi al parola, spieghi perché si è comportato in questo modo».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), tornando sull’argomento in discussione, ha definito “anomala” la variazione di bilancio proposta dalla Giunta. «Credo che nel testo ci siano delle norme intruse – ha sostenuto Cherchi – questo aspetto deve essere approfondito per capire se abbiamo di fronte un testo congruo o se invece rischia di essere impugnato dal Governo e cassato dalla Corte Costituzionale».

L’esponente della minoranza ha poi criticato i contenuti del provvedimento, a partire dai debiti fuori bilancio: «Ci sono ancora molti dubbi, non è chiaro quali e quanti siano – ha rimarcato Cherchi – nel provvedimento mancano inoltre strumenti di programmazione e sono assenti gli investimenti. Siamo ormai a fine anno, credo che le risorse della Finanziaria dovranno essere riprogrammate».

Il consigliere azzurro si è poi soffermato sul tema del lavoro: «La Finanziaria non conteneva misure per favorire la ripresa dell’occupazione, soprattutto giovanile. Durante la discussione della manovra fui accusato dal presente della Commissione Bilancio che difese strenuamente la legge. Nei primi sei mesi del 2016 non è successo niente, anzi, l’occupazione è calata».

Cherchi, infine, ha ricordato alla Giunta la manifestazione di protesta dei sindaci sardi contro i vincoli di bilancio evidenziando il profondo malessere vissuto dagli amministratori locali: «Basta scaricare le responsabilità sul passato – ha concluso Cherchi – occorre pensare al futuro e dare speranze ai territori. La vertenza entrate è stata condotta in modo sbagliato. Occorre tirare fuori un cuore di sardità, indipendenza e specialità per andare uniti e compatti e ottenere il dovuto dallo Stato».

Stefano Tunis (Forza Italia), dopo aver lamentato l’assenza in aula del presidente Pigliaru, ha sottolineato la coerenza tra le idee proposte all’esterno dalla Giunta e l’utilizzo degli strumenti economici e finanziari: «Non ci si poteva aspettare altro da un presidente impegnato nella campagna referendaria. Pigliaru certifica l’inutilità della nostra specialità, interpreta il momento e prova a mandare in soffitta la nostra autonomia».

Secondo Tunis, la Giunta non prende in considerazione la situazione economica della Sardegna. «La nostra economia è intimamente legata alla qualità e quantità della spesa pubblica – ha detto il consigliere di minoranza – cresce se la spesa funziona bene. Nella programmazione c’erano poche politiche di sviluppo, ci saremmo aspettati che in fase di variazione di bilancio si ponesse mano a strumenti decisivi. Così non è stato, le politiche ininfluenti della Giunta si ripercuotono sul mondo del lavoro».

Tunis ha poi accusato la Giunta di subire le politiche nazionali: «Il Job Act non ha prodotto effetti positivi al Sud. La riforma del mercato del lavoro va contro il principio di sussidiarietà, ha attecchito solo nelle regioni che hanno un’economia forte. Noi dobbiamo essere protagonisti delle nostre scelte».

Il consigliere azzurro ha infine rivolto un invito all’esecutivo: «Occorre fare meglio da qui alla fine della legislatura. Raccogliete le disponibilità che arrivano dai banchi dell’opposizione – ha concluso Tunis – noi ci siamo, uscite dall’atteggiamento ottuso e condividete con l’Assemblea l’individuazione di politiche che possano dare lustro alla nostra economia».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha criticato l’impostazione del documento entrando nel dettaglio delle disposizioni: «Si stanziano oltre 90 milioni di euro per l’istituzione dell’elisoccorso, un progetto importante che passa allegramente tra le pieghe del documento senza una approfondita discussione – ha detto Crisponi – avremmo voluto capire come sono state distribuite le risorse per un’attività così importante per i territori. L’istituzione dell’Areus prevedeva di ubicare l’organizzazione del 118 nel centro Sardegna, questo non è avvenuto. Il nuorese sembra destinato a rimanere ai margini».

Il consigliere dei Riformatori ha poi criticato la decisione di stanziare i fondi per il servizio del 118 fino al 2024. «Si programma per nove anni mentre per il funzionamento della Biblioteca Satta di Nuoro si stanziano 358mila euro per una sola annualità. Si tratta di carità pelosa, di una mancia per una delle più prestigiose istituzioni culturali dell’Isola».

Il consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu (Misto) è ritornato sulla vertenza entrate per evidenziare che in altre Regioni a Statuto speciale sono stati “liberati” i cosiddetti accantonamenti («così è accaduto in Valle D’Aosta») mentre «l’atteggiamento remissivo della Giunta nei confronti del Governo fa sì che alla Sardegna manchino risorse per oltre un miliardo di euro».

L’esponente della minoranza ha quindi criticato la condotta del presidente della Regione in riferimento alla campagna referendaria («va in giro ad affermare che la riforma rafforza la specialità») e ha posto l’accento sull’aumento dei costi per le consulenze, e per la crescita dei dirigenti a fronte della riduzione dei dipendenti.

Paolo Truzzu ha contestato anche la proposta delle Giunta per la contrazione di un nuovo mutuo per far fronte al pregresso: «Perché si indebitano i sardi se davvero ci sono in cassa le risorse che la Giunta ha più volte annunciato come risultato della collaborazione con il governo?

Il consigliere Fd’I ha parlato di “autentico fallimento politico e tecnico” in riferimento alla programmazione regionale: non sono garantiti i tempi né sono stati centrati gli obiettivi. «Basta con lo storitelling che significa raccontare storie, basta dunque raccontare storie e si affrontino davvero i problemi della Sardegna».

La vice capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha sottolineato la scarsa presenza e la poca partecipazione in Aula nell’esame di provvedimento che ha definito “in ritardo, dovuto e anche mascherato”. «Mascherato – ha spiegato la consigliera – perché si attendeva una manovra di assestamento e invece arrivano variazioni di bilancio».

L’esponente della minoranza ha accusato l’assessore Paci di aver sottovalutato le conseguenze degli atteggiamenti politici verso il Governo e di aver commesso un grave errore con la sottoscrizione del patto sulle entrate. La consigliera Fi ha quindi criticato la scelta della contrazione di un mutuo ed ha denunciato che a fronte degli 8 miliardi di euro che la Regione avrebbe dovuto avere in cassa se ne contano solo 4 miliardi: «Noi, avevamo avvisato il presidente e l’assessore che serviva una particolare attenzione con la ragioneria generale dello Stato».

Una ulteriore sottolineatura critica ha riguardato la decisione del ritiro dei ricorsi pendenti sulla vertenza entrate («le Regioni che le hanno mantenuti in essere oggi hanno visto liberati gli accantonamenti») ed ha accusato la Giunta di voler realizzare un hub per i migranti al porto Canale di Cagliari invece di dare seguito all’istituzione del punto franco doganale.

«Pagate in ritardo l’ultima tranche del fondo unico ai Comuni – ha concluso Alessandra Zedda – non si spendono i fondi comunitari, non siete in grado di attenuare i disagi delle famiglie né di sostenere le imprese, la situazione dei trasporti e della sanità è drammatica, avete dunque fallito su tutti i fronti e non vi resta altra scelta se non quella di andare a casa».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha lamentato la scarsa partecipazione al dibattito dei consiglieri di maggioranza e la distorta rappresentazione dei fatti di quanto accade nell’Aula del Consiglio regionale.

«La variazione di bilancio che proponete – ha tuonato l’esponente della minoranza – nascondono significative marchette e presentano una serie di norme intruse che in quanto tali dovrebbero cassate dal testo».

Dedoni ha quindi criticato l’impegno del presidente della Regione nella campagna referendaria a sostegno del “Sì”: «Ormai il presidente della Giunta lo fa Paci mentre Pigliaru è sempre più assente dai fatti concreti del governo regionale».

Il consigliere dei Riformatori ha criticato anche le scelte inerenti la dislocazione dei servizi dell’elisoccorso («l’elisoccorso non copre le zone dove il sistema sanitario difetta e dove più difficili sono i collegamenti viari») ed ha concluso il suo intervento preannunciando altri interventi in sede di esame del provvedimento.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha evidenziato i ritardi nella presentazione delle variazioni di bilancio («siamo fuori tempo massimo e siamo costretti a votare un provvedimento così complesso in breve tempo») ed ha accusato la Giunta di perseguire il tentativo di «mettere una serie di pezze e di marcare marchette».

L’esponente della minoranza ha quindi ricordato le dichiarazioni rese dall’assessore Paci e dal presidente Pigliaru in ordine all’accresciuta disponibilità di risorse finanziarie per effetto dei patti sottoscritti con il governo ed ha polemicamente domandato: «Dove sono i 600 milioni e tutte le altre risorse che avete strombazzato sulla stampa se oggi ravvisate la necessità di contrarre un nuovo mutuo per far fonte al pregresso in bilancio?».

Il consigliere dei Quattro Mori ha quindi riferito di aver ottenute dagli amministratori delle province l’esatto ammontare delle risorse sottratte dal governo tra il 2012 e il 2016 per Rca auto e imposta sulle trascrizioni. «Alla provincia di Sassari sono stati sottratti 108 milioni di euro, a quella di Nuoro 45 milioni, al Medio Campidano 26 milioni, 23 a Carbonia Iglesias, a Oristano 22 e a Cagliari 121 milioni, per un totale che supera i 348 milioni di euro in quattro anni».

Il consigliere Carta ha quindi polemicamente affermato che quanto stanziato nel Patto per Cagliari dal presidente del Consiglio dei ministri (168 milioni di euro) lo scorso 17 novembre è solo una piccola parte dei 348 milioni di euro che lo Stato ha sottratto alle province sarde («Quanto potrà durare questo l’inganno del governo italiano ai sardi?)»

«Rigettiamo questi inganni – ha concluso il capogruppo Psd’Az – e una maggioranza supina e succube di un governo ladro».

Il capo gruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha dichiarato che «con l’assestamento entriamo nel vivo dei problemi della Sardegna, sanità, trasporti, lavoro, che la maggioranza tratta in gravissimo ritardo e con una superficialità allarmante, scrivendo una brutta pagina della politica sarda». Rubiu ha poi espresso forte preoccupazione «per l’aumento crescente della disoccupazione che colpisce molti sardi ma soprattutto il 48% dei giovani», lamentando però che «tale preoccupazione non sembra toccare il governo regionale, tanto è vero che ha voluto chiudere i bilanci con un mutuo di 500 milioni in 40 anni e approvare la legge di stabilità a metà anno come nel 2016: una visione di Sardegna imbarazzante». Quanto alle cifre, ha aggiunto Rubiu, «i 130 milioni a copertura di minori entrate ed altri 130 per la sanità dimostrano che segno che non ci si rende conto di quanto accade fuori dal palazzo».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è detto non sorpreso dal mancato intervento dei consiglieri di maggioranza a testimonianza di una situazione in cui «il compito lo detta la Giunta e la maggioranza esegue, salvo lamentarsi a posteriori ma inutilmente nei territori con una totale e supina acquiescenza, lo stesso conformismo mostrato da una parte della stampa in occasione della campagna elettorale referendaria con cui ministri e maggiorenti di partito impegnati a convincere i sardi ad accettare la sconfitta della loro autonomia». Ci saremmo aspettati anche un atteggiamento diverso dal presidente della Regione, ha protestato Pittalis, «che invece continua a stendere sempre tappeti rossi per essere deriso e umiliato, condotta inaccettabile tanto più perché è entrato a piedi uniti nella campagna elettorale». Soffermandosi sulle recenti analisi economiche relative alla Sardegna, il capogruppo di Forza Italia ha sostenuto che «di fronte ai dati economici del rapporto Crenos sulla disoccupazione e soprattutto su quella giovanile, con un Pil all’ultimo posto in Italia ed al 222° posto su 270 Regioni europee, bisogna chiedersi il perché e trovare immediatamente risposte». Forse, ha ipotizzato Pittalis, «è stato commesso un errore nel ritirare i ricorsi contro lo Stato e forse i patti che si stanno firmando in giro per la Sardegna sono solo virtuali e rimandano tutto ad un futuro lontano, per esempio a Nuoro la Giunta è venuta nel dicembre del 2014, poi a luglio del 2015 si è firmato il patto e proprio oggi le principali associazioni del territorio sono a colloquio per chiedere conto dei ritardi non col presidente ma col suo capo di gabinetto». E’quindi urgente, ad avviso del consigliere, «una operazione-verità che però non può essere quella di questa manovrina di bilancio che inganna ancora una volta la gente ed i territori».

Replicando a nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha riconosciuto di avere un compito “difficile” e pur annunciando di volersi attenere al merito della legge, ha ammesso il ritardo con cui è stato presentato il provvedimento. Un ritardo, ha spiegato, «dovuto all’ingresso della Regione nel sistema del bilancio armonizzato che ha comportato una rivoluzione copernicana delle procedure amministrative ed informatiche che sono totalmente cambiate, determinando a cascata lo slittamento di tutti gli atti collegati». All’interno di questi nuovi processi di programmazione, ha proseguito Paci, «sono emersi squilibri nel ciclo pluriennale rendendo quindi necessarie alcune a correzioni, allineando entrate e spese nei prossimi anni». Nel dettaglio, l’assessore ha evidenziato per il 2016 la somma di 93 milioni in più dovuti alla gestione positiva mutui e minore tiraggio del piano infrastrutture e circa 130 milioni di compensazione della riduzione delle entrate rispetto alle previsioni pari a meno del 2% su Irpef ed Irap attribuibile all’andamento negativo del ciclo economico pur in quadro complessivo di aumento delle entrare». Quanto alla sanità, ha chiarito Paci, «i 120 milioni spostati dal 2017 al 2016 derivano ad un disavanzo pregresso e non corrente, fermo restando che sulla sanità andiamo avanti nel piano di risanamento e nella riforma ma va ricordato che stiamo pagando spese importantissime come farmaci innovativi per almeno 50 milioni (ex epatite C) sulle quali abbiamo aperto un confronto con lo Stato». Riteniamo cioè, ha precisato l’assessore, «che lo Stato debba riconoscerci come diritto di cittadinanza ed è incredibile che Sardegna non sia inclusa nel fondo nazionale di 500 milioni per i farmaci innovativi». Il resto, ha detto Paci avviandosi alla conclusione, «va a copertura di una serie di emergenze, dalle politiche sociali al sistema idrico, della  gestione liquidatoria delle ex Zir alle ex province ai laboratori, alla biblioteca Satta di Nuoro». Sarebbe interessante, ha detto infine l’assessore della Programmazione, «affrontare compiutamente il tema delle entrate ma la partita degli accantonamenti non è chiusa; abbiamo già impugnato due norme dello Stato su questa materia e il confronto continua come sulla sanità perché se si modificano in senso aggiuntivo i Lea (livelli centrali di assistenza) devono essere riconosciuti anche alla Sardegna».

Il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la discussione generale e chiamato la votazione sul passaggio agli articoli.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha posto una questione pregiudiziale chiedendo di rinviare il testo in Commissione per eliminare le norme intruse: «Occorre garantire gli equilibri di bilancio come previsto dalla legge – ha detto Locci – evitiamo nuove indicazioni di spesa non previste».

Contro l’ipotesi del rinvio in Commissione è intervenuto il presidente della Commissione Franco Sabatini: «il Dl della Giunta – ha detto – interviene  per garantire gli equilibri di bilancio».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha invece sostenuto la proposta di Locci: «La pregiudiziale è a garanzia di tutto il Consiglio, il testo in discussione è un assestamento e non una variazione di bilancio. Ci sono norme che devono essere escluse. Per questo è necessario un lavoro in Commissione per ripulire il testo».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione proposta di rinvio in Commissione che è stata respinta dal Consiglio.

Per dichiarazioni di voto sul passaggio agli articoli è quindi intervenuta la consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda: «Paci ha spiegato tecnicamente le difficoltà del bilancio – ha detto Zedda – ma chi ci illustra la ragione politica delle vostre scelte? Chi ci dice perché avete previsto alcune poste e altre no?. In Consiglio si fa politica».

Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario al passaggio agli articoli. «Non ci sono i presupposti giuridici per proseguire nell’esame della proposta. C’è una limitazione della sovranità consiliare, la programmazione economica e finanziaria deve essere riportata in Consiglio».

Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di dibattito malato: «Da parte del centrosinistra c’è un silenzio assoluto. Per la maggioranza tutto va bene anche se nel territorio si dice ben altro. Per questo abbiamo necessità di intervenire anche sulle virgole per analizzare tutti gli aspetti del provvedimento. Ciò che sorprende è l’assenza del presidente della Regione impegnato in una campagna referendaria molto dura. Pigliaru anziché stare in Aula va in giro per la Sardegna a braccetto di qualche ministro a promettere grandi risultati e a sponsorizzare il Sì. Non è il modo migliore di governare un’Isola che attraversa un momento molto difficile e non riesce ad agganciare la ripresa. Non c’è un’idea di Sardegna e non si sa cosa fare per uscire dalla crisi».

Voto contrario al passaggio agli articoli ha annunciato anche Oscar Cherchi (Forza Italia): «Voto no – ha detto Cherchi – perché nel provvedimento ci sono norme intruse e l’Aula snobba il ruolo dell’opposizione senza ascoltare rilievi e suggerimenti».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha detto di non aver nulla da dire sotto il profilo tecnico-burocratico, altro discorso invece dal punto di vista politico: «E’ un documento che non soddisfa l’opposizione ma avrebbe comunque meritato più attenzione da parte della maggioranza che invece ha scelto la linea del silenzio. E’ possibile che si muovano risorse pesantissime per la sanità e non si individui una misura a favore delle famiglie numerose? Non si capisce l’assenza di dibattito su questioni che toccano i gangli vitali delle famiglie, del lavoro e delle imprese».

Contro il passaggio agli articoli si è espresso anche Paolo Truzzu (FdI): «E’ vero che c’era in sospeso il giudizio della Corte dei Conti sulla parificazione del bilancio – ha detto – ma il documento poteva comunque essere messo a disposizione della Commissione, invece si arriva come al solito all’ultimo momento».
Sul 118, Truzzu ha fatto notare che altre regioni come Friuli, Lombardia e Lazio hanno approvato la variazione di bilancio a luglio.

Un’altra questione pregiudiziale è stata avanzata dal consigliere sardista Christian Solinas: «Nel documento manca la relazione del collegio sindacale sui debiti fuori bilancio – ha detto Solinas – non credo che la Regione abbia costituito un proprio collegio. Può essere votato un testo di legge senza la certificazione del collegio sindacale? Pare inoltre che esistano le certificazioni degli enti che hanno contratto i debiti ma non sono presenti negli allegati».

Stessa valutazione da parte del capogruppo del Psd’Az Angelo Carta: «Solinas ha evidenziato uno dei vulnus del provvedimento sul quale sarebbe necessario un pronunciamento degli Uffici – ha affermato Carta – Paci ha spiegato i motivi del ritardo omettendo il più importante: anche in questa variazione di bilancio c’è stato un assalto alla diligenza. L’assessore ha cercato di spiegare che non c’erano risorse disponibili. Per questo il documento è arrivato in ritardo».

Giovanni Satta (Uds), pur apprezzando le dichiarazioni di Paci, ha segnalato il cattivo funzionamento del Consiglio e delle commissioni: «E’ da due mesi che il Consiglio non lavora per problemi interni alla maggioranza – ha detto Satta – in Aula si chiede ai consiglieri del centrosinistra di non intervenire. Succede la stessa cosa che si è verificata nella discussione della riforma sanitaria. Il consigliere viene messo in condizioni di non discutere».

Edoardo Tocco (Forza Italia)  ha parlato di disinteresse da parte della Giunta e della maggioranza. «Si stanno canalizzando decine di milioni di euro per la sanità ma ciò che manca è un programma».

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha definito “irritante”  l’atteggiamento della tenuto dalla maggioranza in sede di dibattito in Aula ed ha illustrato i dati che, a suo giudizio, dimostrano la scarsa efficacia dell’azione della Giunta soprattutto in riferimento ai temi e alle questioni attinenti la Sanità.

Anche il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato voto contrario e ha ringraziato l’assessore Paci «per aver ammesso responsabilità sul ritardo nella presentazione della variazione di bilancio.

Il consigliere dell’Uds, Mario Floris (Misto) ha annunciato voto contrari ed ha svolto alcune considerazioni critiche “sull’illusione del presidenzialismo” e sui rischi per l’Autonomia speciale sarda («siamo gli uni contro gli altri e abbiamo una legge elettorale schifezza che ci dà un presidente eletto dal popolo senza progetto politico e che opera in una struttura che è la stessa di quando il presidente lo eleggeva il Consiglio»).

Il consigliere Udc, Giuseppe Pinna ha annunciato voto contrario e rimarcato i ritardi nella presentazione della variazione di bilancio («ma l’assessore Paci non è l’unico colpevole»), seguito dal capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, che ha fatto proprie alcune considerazione dei suoi colleghi Mario Floris (Uds) e Christian Solinas (Psd’Az). Ha annunciato voto contrario anche il consigliere Fi, Alberto Randazzo che ha colto l’occasione anche per lamentare il ritardo con il quale la Giunta e le commissioni procedono nelle informazioni ai consiglieri.

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha ribadito il voto negativo dei gruppi dell’opposizione ed ha denunciato alcune incongruenze tra il provvedimento in discussione e le norme approvate in materia di semplificazione. Pittalis ha quindi rivolto la richiesta al presidente del Consiglio, perché ai sensi dell’articolo 78 del regolamento interno, siano concessi ulteriori minuti a disposizione dei consiglieri per gli interventi sull’articolo 1 del Dl 382 vista la complessità della formulazione del testo che conta ben 43 commi di legge.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, è intervenuto per spiegare le ragioni per le quali le forze della maggioranza non hanno svolto interventi in sede di dibattito in Aula: «Non è una mancanza di rispetto verso il Consiglio ma soltanto una scelta dettata dalla necessità di procedere con l’approvazione del testo nei tempi più rapidi possibile»

Il consigliere dei democratici ha quindi spiegato come nel testo di legge siano contenuti provvedimenti a sostegno delle categorie più svantaggiate e più deboli della società e tipiche dell’assistenza sociale.

«Rivolgo dunque l’appello – ha concluso Pietro Cocco – perché ci sia un’accelerazione nell’approvazione del provvedimento».

Posto in votazione l’Aula ha dato il via libera all’esame degli articoli e il presidente del Consiglio ha dichiarato di accogliere la richiesta formulata dal capogruppo Fi, Pietro Pittalis, perché ai sensi dell’articolo 78 del regolamento interno, sia esteso a 10 minuti il tempo entro il quale svolgere gli interventi sull’articolo 1 del Dl 382.

Il presidente Ganau ha quindi dichiarati conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione della Terza commissione alle 15 e 15 e dell’Aula alle 16 e 15.

Consiglio regionale A1