19 December, 2025
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Il consigliere regionale del Partito Democratico Daniela Forma ha presentato insieme ai colleghi del centrosinistra Busia, Daniele Cocco, Collu, Comandini, Congiu, Cozzolino, Gaia, Lai, Lotto, Moriconi, Perra, Piscedda, Antonio Solinas, Tendas, Usula e Zanchetta un’interpellanza sui problemi legati allo smaltimento dei sottoprodotti di origine animale che stanno bloccando l’intera filiera della carne, dall’allevamento alla vendita sui banchi delle macellerie, passando per i frigomacelli e gli stabilimenti di trasformazione e lavorazione delle carni. Contestualmente, i consiglieri regionali del centrosinistra si mobilitano per facilitare la risoluzione del problema.

«I problemi giudiziari dell’unico operatore regionale nel settore del trattamento degli scarti di macellazione e più in generale dei sottoprodotti di origine animale – dichiara Daniela Forma – stanno determinando di fatto la paralisi dell’intera filiera agro-zootecnica-alimentare, impossibilitata a conferire i propri scarti e quindi vincolata nella propria produzione e attività lavorativa quotidiana.

Il Consiglio regionale si è subito fatto carico del problema e, grazie ai presidenti delle Commissioni Sanità ed Agricoltura, Raimondo Perra (PSI) e Luigi Lotto (PD), è stata prontamente ricevuta giovedì sera una delegazione rappresentante l’intera filiera regionale della carne. Altrettanto attenta e disponibile la Presidenza della Regione che con il Direttore Generale, dott. Alessandro De Martini, ha partecipato all’incontro e si è subito attivato per garantire una soluzione nell’immediato che eviti l’emergenza e sblocchi la situazione, rappresentando nel contempo l’urgenza – condivisa da tutti gli operatori del settore e dai consiglieri regionali presenti: Fabrizio Anedda, Gianfranco Congiu, Lorenzo Cozzolino, Emilio Usula, Piero Comandini e Antonio Gaia – conclude Daniela Forma – di trovare insieme soluzioni strutturali che portino la Regione Sardegna ad avere un efficiente sistema di raccolta, trasporto e smaltimento dei sottoprodotti di origine animale in un contesto di virtuosa offerta economica.»

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Più disponibilità di posti, aeromobili più grandi, certezze dei collegamenti, tariffe basse, clausola di salvaguardia nei contratti per intervenire fare fronte ai picchi eccezionali di traffico.

Sono gli elementi principali del nuovo modello di continuità territoriale area (Ct1) che l’assessore regionale dei Trasporti Massimo Deiana ha illustrato alla competente commissione del Consiglio regionale, presieduta dall’on. Giuseppino Pinna (Udc Sardegna).

«Rispetto al sistema precedente – ha dichiarato l’assessore Deiana – si tratta di innovazioni importanti che tengono conto dei risultati dello scorso anno, delle valutazioni degli esperti del settore e, soprattutto, del confronto con tutti i portatori di interesse». «In sintesi – ha aggiunto l’assessore – abbiamo messo a punto uno schema che prevede, per 10 mesi l’anno, una tariffa di 37 euro per Roma e  46 per Milano, mentre nei 2 mesi estivi di maggior traffico si volerà con un costo rispettivamente di 70 e 80 euro, al netto delle tasse aeroportuali che sono libere e di altri oneri (spesso piuttosto significativi) che compongono il prezzo finale del biglietto».

Un aspetto particolarmente interessante del nuovo modello di continuità riguarda, secondo Deiana, il numero dei posti disponibili. «Rispetto ai 2.4 milioni di posti del 2016 che abbiamo portato a più di 3 con interventi in situazioni di emergenza – ha spiegato Deiana – con il nuovo modello arriveremo a 4 milioni già nel primo anno con una progressione a salire che ci porterà fino ai 5 milioni; una proiezione realistica fondata anche sul grande aumento di traffico del 2016, che ha fatto registrare una crescita a due cifre vicina al 30%, sostenuta quasi per intero dai non residenti e dal mercato internazionale».

Per quanto riguarda le risorse, l’assessore le ha stimate fra i 50 ed i 51.5 milioni di euro, provenienti dal bilancio regionale e da fondi dello Stato (i 120 milioni in 4 anni previsti dal Patto per la Sardegna, di cui è materialmente disponibile solo la prima annualità). Infine, la tempistica. La commissione dovrebbe esprimere il parere preliminare sulla delibera della Giunta martedì prossimo; il provvedimento tornerà poi all’attenzione dell’esecutivo per l’approvazione definitiva per essere successivamente inserito in un decreto del Governo. A quel punto, la Regione potrà bandire la gara ed i vettori avranno 6 mesi di tempo per presentare le offerte. Il traguardo finale è quindi quello, già annunciato, dell’ottobre 2017.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri Roberto Deriu, Piero Comandini, Antonio Solinas ed Alessandro Collu (Pd), i capigruppo di Cps Piefranco Zanchetta e del Psd’Az Angelo Carta.

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«E’ assolutamente necessario impedire che l’intero comparto ovino e caprino arrivi al collasso, il crollo del prezzo del latte, arrivato ai minimi storici con 55 centesimi al litro, rischia di portare alla chiusura numerose aziende, con la conseguente fine di un territorio e il crollo dell’economia del settore.»

Piero Comandini e Alessandro Collu, consiglieri regionali del Partito democratico, hanno rivolto al presidente Pigliaru, un’interrogazione per rappresentare e rafforzare la loro vicinanza agli allevatori che stanno affrontando, ancora una volta, lo stato di crisi che ciclicamente si accentua e si allenta ma non è mai del tutto assente, creando una forte instabilità nel settore.

La forte crisi dovuta al crollo del prezzo del latte si sente pesantemente, ad oggi le aziende hanno deciso di unirsi per meglio rappresentarsi ad un tavolo di trattative per trovare, in sinergia con le competenti autorità, regole e programmi in grado di creare stabilità di mercato e dare così sicurezza all’intera filiera.

Piero Comandini e Alessandro Collu sollecitano una risposta, da parte del presidente Pigliaru, ma attendono soprattutto fatti in grado di consentire al comparto di fare il salto di qualità e passare dalla perenne instabilità a una seria organizzazione delle produzioni che veda finalmente le aziende sarde protagoniste nel mercato europeo.

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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge n. 389 “Modifica della legge regionale 30 novembre 2016, n. 30, per lo svolgimento temporaneo delle attività di cui alla convenzione Ras-Ati Ifras nelle more della procedura di scelta dell’aggiudicatario del nuovo Piano per i lavoratori del Parco Geominerario storico e ambientale della Sardegna” con 29 voti favorevoli e 19 contrari.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio regionale ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno.

Intervenendo sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pd Franco Sabatini ha sollecitato la Giunta a riferire al Consiglio, al termine della seduta, sulla grave situazione del su sistema agro pastorale sardo perché, ha spiegato, «tutte le misure del Psr sono bloccate da Agea, forse a causa di problemi con la Banca d’Italia».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è detto d’accordo con Sabatini ed ha chiesto, inoltre, di cambiare l’ordine del giorno mettendo al primo punto la vicenda dei lavoratori del Parco Geominerario, «anche perché i lavoratori sono qui e su questo tema c’è la sensibilità di tutti i gruppi e della stessa Giunta».

Il capogruppo dell’Udc Sardegna Gianluigi Rubiu, dopo aver chiesto di aggiungere la sua firma alla proposta di legge sul superamento del precariato nel sistema Regione, ha condiviso in parte le argomentazioni di Sabatini osservando però che «ci sono responsabilità dirette dell’assessorato, la Banca d’Italia non c’entra niente e le responsabilità sono tutte della Regione».

Il consigliere Eugenio Lai, di Sel, ha ricordato che «molti piccoli Comuni, in questi giorni, piccoli ricevono da Poste italiane la comunicazione di un taglio dei servizi a partire da febbraio, quando dovrebbe entrare in vigore un non meglio precisato nuovo modello di recapito che prevede la consegna della corrispondenza solo per pochi giorni alla settimana». «Occorre fermare la fuga dello Stato dai piccoli Comuni – ha lamentato Eugenio Lai – e occorre un intervento immediato della Giunta, fermo restando che come gruppo di Sel presenteremo al più presto un ordine del giorno».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha annunciato il parere favorevole del suo gruppo, a discutere immediatamente il problema dei lavoratori del parco geo-minerario, come concordato dai capi gruppo.

Riprendendo la questione del comparto agricolo sollevata dal consigliere Franco Sabatini, il consigliere Piermario Manca (Pds) ha sostenuto che «i problemi con Bankitalia ci sono perché sono state chiuse tutte le operazioni il 12 dicembre scorso, per questo serve la riapertura di termini come è stato fatto altre volte, per sbloccare i pagamenti».

Sottoposta al voto del Consiglio, è stata approvata la proposta di inversione dell’ordine del giorno a favore della proposta di legge 384/A – Cocco Pietro e più – “Disposizioni per la prosecuzione delle attività previste dalla convenzione relativa alla gestione del progetto denominato Parco geo-minerario e modifiche alla alle regionale 5/2016 (Legge di stabilità 2016)”, col parere favorevole dei capigruppo in base all’art. 102 del Regolamento.

Illustrando il provvedimento, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha ricordato in apertura che «il 30 novembre Consiglio ha approvato una legge che prevede la proroga un anno per una convenzione avviata dal 2001, mentre ora è emerso che questa soluzione non è giuridicamente praticabile anche se dal nostro punto di vista è legittima, sulla base di sono pareri diversi degli uffici dell’assessorato del Lavoro che hanno emanato un provvedimento di diniego formale per un contrasto con le norme nazionali su appalti». «Insomma – ha sostenuto Cocco – siamo davanti ad una situazione complicata che intendiamo risolvere assumendoci qualche responsabilità, e cioè affidare la prosecuzione del progetto non all’Ati ma ad Igea, società in house della Regione, rilevata da condizione drammatica e messa ora in condizione di fare assunzioni con una missione coerente; in concreto, si dovrà fare prima la profilazione dei dipendenti a cura dell’Aspal anche tenendo conto dei territori, mentre per i lavoratori è previsto l’accesso al trattamento Aspi per due mesi e poi il trasferimento ad Igea a tempo determinato fino al nuovo affidamento». «La ritengo una proposta ragionevole ed importante – ha concluso Cocco – che va incontro ai lavoratori».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto all’assessore del Lavoro di avere copia della nota del direttore generale relativa al diniego della proroga.

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis ha sottolineato che «l’appassionato intervento di Cocco è l’unico atto di cui dispone il Consiglio su questa vicenda, nonostante a novembre sia stata votata all’unanimità una legge perché non volevamo che ci fosse interruzione lavoro nemmeno per un giorno». «Ora la maggioranza ha cambiato idea – ha protestato Tunis – e vorremmo ragionare senza preclusioni perché, di fatto, con questa proposta i lavoratori entrano nell’area degli ammortizzatori sociali e non si capisce qual è l’atto di indirizzo della Giunta al quale il direttore generale si sia opposto con un diniego». «Non legiferiamo in modo pasticciato – ha invitato il consigliere – se la Giunta non vuole fare questa operazione se ne assuma la responsabilità, noi riteniamo invece che ci siano ulteriori possibilità della legge anche per il Consiglio e piuttosto dobbiamo riflettere su questi punti; resto è la stessa soluzione che si è seguita per definire la questione di Csl e Cesil».

Sempre per Forza Italia il consigliere Ignazio Locci ha affermato che «il richiamo alla 31 fatto da Cocco non fa capire se la norma si applica agli atti amministrativi o se si estende alla disapplicazione di una legge regionale; io non credo, forse è stato fatto un errore non prevedendo che la Giunta desse applicazione alla legge con una direttiva di attuazione e con un ordine di servizio e comunque sono atti che doveva compiere l’esecutivo, che forse avrebbero semplificato l’azione del direttore generale, salvo violazioni di carattere formale che per me non ci sono». «La realtà – ha aggiunto Ignazio Locci – è che i lavoratori non hanno avuto le tredicesime e gli stipendi di dicembre, tecnicamente sono in ferie da domani e senza lavoro con l’Aspi dal primo gennaio; per il resto è tutto rimandato a tempistiche imprecisate, a determinazioni future di società in house, a procedure concorsuali e piani industriali approvato dalla Giunta che non ci sono, a voler tacere del fatto che questi lavoratori vengono da storie industriali fallimentari». «Evitiamo di perdere tempo – ha concluso Tunis – e correggiamo la norma impegnando il governo regionale a fare ciò che deve».

Ancora per Forza Italia, la consigliera Alessandra Zedda ha ribadito le perplessità sulla proposta in esame, perché «i lavoratori passano dal lavoro ad una situazione di politiche passive ed al licenziamento e poi, se c’erano tutte queste perplessità degli uffici non avremmo potuto approvare una legge il 30 novembre scorso con consenso unanime e, rispetto alla proroga, avremmo anche potuto scegliere un percorso alternativo anche perché sapevamo dall’inizio dell’anno che la convenzione sarebbe scaduta il 31 dicembre». Ora, secondo Alessandra Zedda, «non possiamo proporre di mandare in disoccupazione chi non ha salario, dimenticando oltretutto che il cammino con le società in house non sarà facile, sarebbe invece preferibile trasferirli subito in Igea attivando la proroga perché non si può continuare a sprecare tempo ed occorrono soluzioni immediate».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha messo l’accento sul fatto che «deve restare chiaro che noi siamo favorevoli alla discussione di questa legge pur avendo molte perplessità soprattutto per il destino dei lavoratori ma, al di là delle cose amministrative, valgono le certezze politiche ed è una certezza che la Giunta ha sprecato un anno senza trovare soluzioni a questa vicenda pur avendo ben presenti le scadenze che aveva di fronte». «Il sistema del Geoparco – ha detto ancora Attilio Dedoni – va rivisto in senso globale ma ci vuole quella forte capacità di governo che è mancata e ci sono responsabilità politiche che non possono essere aggirate; non so se l’assessore fosse o non fosse favorevole alla legge votata dal Consiglio il 30 novembre, se era contrario si è determinato un corto circuito gravissimo con la maggioranza». «Non riusciamo nemmeno ad applicare una nostra legge – ha protestato Attilio Dedoni – dobbiamo agire con coscienza ed andare avanti».

Il consigliere sardista Angelo Carta ma messo l’accento su un dibattito che va focalizzato sulla necessità di «dare certezze maggiori rispetto alla proposta arrivata oggi in Aula, perché il disagio del direttore generale lo conoscevano tutti da molti mesi e già la costituzione della commissione di inchiesta, nel maggio scorso, nasceva dalla necessità di superare una complicatissima situazione di stallo poi confermata da legge di novembre ma, allora, perché non abbiamo fatto subito il bando nonostante i tre anni di tempo?» «Adesso – ha riepilogato Angelo Carta – siamo davanti ad bivio, trovare una soluzione o arrendersi alla disoccupazione ma il problema è che non possiamo dare garanzie per l’assunzione in Igea, anche perché qualcuno resterebbe comunque fuori; ora assessore e Giunta hanno il dovere di trovare soluzioni, superando quella superficialità e quella leggerezza che hanno spinto anche il Consiglio a mentire ai lavoratori».

Il consigliere di Sel Luca Pizzuto, citando Gramsci che diceva che «il mondo è grande e terribile» ha riconosciuto che «tutto è complicato, le opinioni sono tutte legittime ma ritengo sia inaccettabile l’aggressione nei confronti di chi cerca di risolvere il problema e per questo esprimiamo tutta la nostra solidarietà al capogruppo del Pd Pietro Cocco impegnato da mesi nella ricerca di soluzioni e che alla fine appare cornuto e mazziato». «Sarà ora l’esecutivo – ha aggiunto Luca Pizzuto – a dire cosa bisogna fare, certo non c’è tempo da perdere per evitare che i lavoratori entrino in periodo di disoccupazione, capisco il gioco delle parti ma il problema riguarda la legislazione regionale, nazionale ed europea, per cui non ci si può non assumere la responsabilità di dare certezze ai lavoratori». «Se ci sono altre proposte le ascoltiamo – ha concluso Luca Pizzuto – purché siano praticabili, cerchiamo piuttosto una strada unitaria in grado di assicurare continuità di impiego ai lavoratori».

Dopo l’on. Luca Pizzuto ha preso la parola l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), che ha detto: «Noi siamo per la difesa e il rispetto dei lavoratori, già maltrattati perché provenienti da aziende decotte del territorio. Da tempo conosciamo la data del 31 dicembre e c’era un anno per affrontare questi problemi. I lavoratori sono stati illusi per un anno, lasciando intendere che ci sarebbe stata una via d’uscita. Mentre questa proposta di legge, disoccupazione per due mesi, è gravissima. L’unica cosa da fare sarebbe stata la proroga di 12 mesi della convenzione, per avere tutto il tempo di predisporre la gara, che ha bisogno di sei mesi di pubblicazione. Certo, che anche due mesi di cassa integrazione sono utili ma noi siamo chiamati a un gesto più importante e sciogliere ogni dubbio procedendo verso la gara, come il Consiglio regionale ha già deciso. Decisione che poi il direttore generale ha disatteso. Ecco, la Regione deve dimostrare di contare davvero qualcosa, non è pensabile che le nostre decisioni siano nelle mani dei dirigenti. Che poi decidono se applicare o meno i nostri provvedimenti». 

L’esponente dell’Udc ha proseguito: «C’è forse interesse da parte di qualcuno a sopprimere l’Ati Ifras? Che cosa ci impedisce di stabilizzare in Igea i lavoratori dell’Ifras?».

Sempre dall’opposizione ha preso la parola l’on. Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, che ha detto: «Cari colleghi di maggioranza, state pregiudicando i lavoratori dell’Ifras. Certo che due mesi sono più del nulla. Ma è la conclusione che non mi convince: c’è una legge del 30 novembre  2015 totalmente disattesa dalla Regione. Non c’è governo politico da parte degli assessori? Che cosa consente agli uffici di disattendere  la volontà del Consiglio? Non possiamo scommettere sulla pelle dei lavoratori: so che con due mesi di cassa integrazione saremo qui a febbraio a occuparci di Ifras. Ecco perché vogliamo chiudere oggi questa vicenda».

Per la Giunta ha preso la parola il vicepresidente, Raffaele Paci. «E’ una situazione complessa che si trascina da 13 anni. Noi abbiamo solo l’obiettivo di tutelare i lavoratori dando loro certezze con provvedimenti che abbiano una solida base amministrativa. Dobbiamo completamente cambiare registro rispetto al passato: quelle carte dell’Ifras sono già all’attenzione della Procura e dobbiamo mettere fine a queste proroghe. Solo il bando europeo darà certezze ai lavoratori: certo che si poteva fare prima ma dopo 13 anni noi lo abbiamo fatto davvero».

Per quanto riguarda la proroga, il vicepresidente Paci ha detto: “Il dirigente ha analizzato la norma e ha espresso una serie di criticità, ha chiesto un parere all’Autorità nazionale anticorruzione e ha forti dubbi sulla legittima di una ulteriore proroga.  Ecco perché oggi salvaguardiamo con questi mesi di cassa integrazione i lavoratori e ci sarà un intervento successivo da parte di società regionali come Igea per prendere con contratti a tempo determinato, massimo di 9 mesi, questi lavoratori. Nel frattempo il bando europeo andrà avanti. Questa è una strada percorribile in continuità reddituale per i lavoratori”.

L’on. Pittalis (Forza Italia) ha ripreso la parola per chiedere una sospensione dei lavori e riflettere ulteriormente sul provvedimento prima di votarlo.

La richiesta di sospensione è stata accolta. Alla ripresa  è intervenuto per dichiarazione di voto l’on. Tedde (Forza Italia): «Siamo alla Caporetto della funzione legislativa della Regione. Avevamo individuato la soluzione per salvare qualche centinaio di famiglie, collaborando con la maggioranza. Evidentemente abbiamo perso tempo perché un dirigente dice che questa legge non va bene e dà un parere contro la legge, sovvertendo la gerarchia delle fonti».

Per l’on. Stefano Tunis (FI) «approvata questa legge la posizione dei lavoratori sarà indebolita e non ci sono garanzie per una soluzione certa per i 512 lavoratori. Molti dei quali vengono da esperienze lavorative drammatiche. Annuncio a titolo personale il voto contrario al passaggio agli articoli e al contenuto della norma».

Anche l’on. Edoardo Tocco (FI) ha preso la parola. «Credo che la Giunta debba avere uno scatto d’orgoglio, soprattutto sulle questioni del lavoro nel Sulcis. Si tratta di lavoratori, che stanno dando la loro vita per un progetto regionale che è all’Unesco».

Per l’on. Piero Comandini (Pd) «la soluzione condivisa, in buona fede, sembrava fosse stata trovata a novembre. Dopo 13 anni in cui altri hanno affrontato sempre la proroga e non la stabilizzazione dei lavoratori nel Parco. Oggi con senso di responsabilità dobbiamo approvare questa legge, che non avremmo mai voluto discutere e che forse avremmo dovuto discutere prima: ritardi e responsabilità ce ne sono, anche da parte nostra».

E’ intervenuto anche l’on. Alberto Randazzo (FI), secondo cui «l’intervento dell’Anac è del tutto inutile perché non mi risulta che siamo in vista della risoluzione del problema. Questa vostra proposta non è applicabile e chiedo all’assessore se è ancora in vigore la legge Madia con tutti i suoi vincoli».

L’on. Ignazio Locci (FI) è «contrario al passaggio agli articoli di queste legge: ci sono elementi che consentono nel merito di dare continuità ai lavoratori. Siamo contrari perché voi state consegnando all’incertezza i lavoratori».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha detto: «Se non conoscessi bene questa vicenda, sentendo alcuni interventi di chi aveva tutto il tempo per sistemare la vicenda e non lo ha fatto, mi arrenderei. Peraltro, abbiamo concordato con i sindacati questa soluzione. La nostra proposta manda in Igea i lavoratori attraverso due mesi di cassa integrazione e voi avete ancora da dire? Nemmeno l’Igea è la soluzione che va bene? Noi abbiamo risanato l’Igea, altri l’hanno sventrata e fregata: vogliamo parlare anche di questo?».

Il sardista Angelo Carta ha detto: «Attenzione a non adottare atti vietati dalla legge penale: La Giunta dia l’ordine al dirigente di attuare l’articolo 2, difendendo l’operato di questo Consiglio. La Giunta deve fare la Giunta perché quest’Aula non ha violato leggi civili né penali».

Per l’on. Salvatore Demontis (Pd) «la Giunta non può ordinare a un dirigente di adottare un atto che quest’ultimo ritiene illegittimo. Il dirigente non si assume questa responsabilità perché c’è un’inchiesta di natura penale che riguarda la vicenda. Dunque, il suo atteggiamento è comprensibile. Al capogruppo del Pd va riconosciuto tutto il merito della proposta». 

Contrario anche il voto dell’on. Oscar Cherchi (FI). «E’ l’ennesima dimostrazione di una giunta totalmente incapace. Nessuno vuole avvelenare pozzi, non dimenticatevi che prima di noi avete governato voi la Sardegna. Quanto ci avete messo a decidere come agire?».

Per l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) «può accadere che il direttore generale si opponga anche su questa proposta di legge, giudicandola illegittima, e che diventi carta straccia. La nostra contrarietà si traduce in una proposta: quello di mettere mano alla legge con una proroga di sei mesi, prevista nelle norme europee. Questa è la soluzione, non due mesi di cassa integrazione».

Ha quindi preso la parola il consigliere del Pd Gigi Ruggeri che ha definito la vicenda dei lavoratori del Geoparco «un legno storto difficile da acconciare in modo ordinato».  L’esponente del Pd ha difeso l’operato della Giunta: «L’esecutivo – ha detto – sta provando a trovare una soluzione. Serve un piano industriale per dare ai lavoratori una prospettiva e non un semplice sostegno al reddito. Per fare questo c’è bisogno di tempo, si possono fare anche errori, ma in futuro avremo la possibilità di spendere correttamente i soldi. Se si dà una prospettiva ai lavoratori è tempo guadagnato e non buttato».

Mario Floris (Uds) ha ricordato che la legge 31 stabilisce una separazione netta tra politica e amministrazione. «Agli assessori spetta il compito di dare gli indirizzi, all’amministrazione quello di attuarli. Questo principio deve essere sempre tenuto in conto: la politica deve essere consapevole del proprio ruolo». 

Eugenio Lai (Sel) ha mostrato “imbarazzo” per l’andamento del dibattito. «Da sindaco sono abituato a essere in prima linea per trovare soluzioni – ha detto Lai – dalla minoranza ho sentito invece solo accuse e una continua ricerca di colpevoli. E’ vero che il bando di gara poteva essere fatto prima, ma è altrettanto vero che ad oggi c’è una sola proposta in campo per salvaguardare i lavoratori e mantenere i servizi che offrono. E’ inutile andare avanti con questo squallido teatrino se poi si crea nuovo precariato».

Secondo Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda) il dibattito sui precari del Geoparco doveva essere fatto prima. «Oggi abbiamo in ostaggio 500 persone che rischiano di perdere il loro posto di lavoro. Siamo chiamati a trovare una soluzione per assicurare una continuità lavorativa. Se non si riesce a creare nuovi posti tuteliamo almeno quelli esistenti. Mettere i lavoratori in carico all’Igea è una buona proposta».

Alessandra Zedda (Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto contrario, ha respinto le accuse provenienti dai banchi della maggioranza. Rivolta al consigliere di Sel Eugenio Lai ha detto: «Non è vero che non ci sono nostre proposte. La minoranza non ha mai fatto mancare il suo supporto. Questo provvedimento però non risolve nessuna forma di precariato. Oggi si mandano in cassa integrazione i lavoratori. Non c’è niente di squallido nel cercare una soluzione migliore. Il problema in passato è sempre stato risolto in modo corretto e legittimo. Evitiamo di raccontare bugie per far passare provvedimenti che non risolvono i problemi. La proroga della convenzione con Ati Ifras è l’unica via percorribile».

Anche il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha contestato le affermazioni di Lai: «Il teatrino animato dalle comparse c’era anche il 30 novembre. Non so se hanno recitato male allora o oggi cercano di mistificare coprendosi di pezze di Arlecchino. Si vuole approvare un provvedimento perché la Giunta non è riuscita  a far passare la proroga. Non si dà una soluzione ma si mandano i dipendenti del Geoparco in cassa integrazione. I lavoratori si difendono con i fatti e non a parole. La proroga rappresentava una garanzia ma si è deciso altrimenti».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 30 voti favorevoli e 19 contrari.

Disco verde anche per l’articolo 1 “Modifiche e integrazioni alla legge regionale n. 5 del 2016” (30 sì e 19 no).

Sull’articolo 2 “Modifiche all’articolo 2 della legge regionale n. 30 del 2016” è intervenuto il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) secondo il quale la decisione di non far passare la proroga rappresenta una violenza alla funzione legislativa del Consiglio regionale. «Tutto ciò mi imbarazza – ha detto Marco Tedde – ancora più imbarazzante è impedire all’assessore del lavoro di intervenire nel dibattito. Evidentemente non può dire ciò che pensa». L’esponente azzurro ha poi contestato il fatto di aver rinunciato ad applicare la proroga della convenzione Ifras approvata il 30 novembre scorso: «Se una legge è illegittima lo decide la Corte Costituzionale. Il governo non l’ha impugnata, il problema vero è che non c’è una Giunta e il Presidente non ha in mano le redini dell’apparato burocratico. L’esecutivo può dare un ordine scritto al direttore generale perché venga attuata la legge. Evidentemente c’è qualche debolezza nella Giunta. Ha ragione Soru: chi non se la sente di fare il presidente o l’assessore vada a casa».

A Marco Tedde ha replicato il capogruppo del Pd Pietro Cocco: «Ho ascoltato tanti interventi ma finora non ho sentito soluzioni. Nessuno indica cosa fare dei lavoratori – ha sottolineato Cocco – io sono inferocito sul fatto che un direttore generale intervenga sulla nostra legge. Ci schiantiamo di fronte a una nota del direttore generale dell’Assessorato. Nonostante ciò cerco di andare oltre per provare a trovare una soluzione per i lavoratori. C’è la proposta di due mesi di Naspi con la parte del reddito mancante integrata dalla Regione e la presa in carico dei lavoratori da parte di Igea. Su questo sono d’accordo anche i sindacati. Aspettare il pronunciamento della Corte Costituzionale o il parere dell’Anac ha tempi troppo lunghi». 

Rossella Pinna (Pd) ha ricordato brevemente i termini della vicenda. «E’ una questione estremamente complessa che va avanti da oltre 15 anni con  un impegno economico di 350 milioni di euro e una convenzione affidata senza procedura di evidenza pubblica – ha detto Pinna – noi abbiamo cercato di prorogare un servizio pensando più agli aspetti sociali che ad altro. Non mi sento sminuita come consigliere regionale dalla mancata applicazione della norma. Ciò che oggi interessa è mettere in sicurezza i lavoratori e dare loro una prospettiva. Non rinuncio a pensare che il Geoparco può stare slegato da Igea».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, replicando a quello del Pd Pietro Cocco, ha precisato di non voler andare contro l’operato del direttore generale dell’assessorato al Lavoro Eugenio Annichiarico. «Il Dg ha segnalato profili di illegittimità, Giunta e assessore ai sensi della normativa vigente avevano il potere e il dovere di dare attuazione a una legge anche facendo tesoro della discussione. Se sono stati commessi reati, se ci sono indagini in corso se ne occuperà la magistratura, ma ciò non deve bloccare l’attività legislativa. Noi dobbiamo occuparci della sorte dei lavoratori che non hanno nessuna responsabilità». Pietro Pittalis ha poi concluso il suo intervento augurandosi che la soluzione prospettata dalla maggioranza sia la migliore: «Speriamo che sia così, noi manteniamo le nostre perplessità».

Messo in votazione l’articolo 2 è stato approvato con 30 voti a favore e 20 contrari.

Successivamente l’Aula ha dato il via libera  anche all’art. 3 “Norma finanziaria” ( 30 sì e 20) e 4 “Entrata in vigore” (30 sì 20 no).

Prima del voto finale della legge sono intervenuti per dichiarazione di voto:

Ignazio Locci (FI) che ha espresso il voto contrario. «Dietro questa legge – ha detto – si cela un disegno più complessivo. Si vuole tornare alle politiche attive del lavoro cosi come normate in origine nella Finanziaria. Quindi non ci sarà nessun piano industriale e ci sarà il tentativo solo di allungare i tempi».  

Voto contrario anche da Marco Tedde (FI) che  ha detto di intervenire con profonda tristezza. «Stiamo celebrando – ha sottolineato – l’eclissi di questo Consiglio regionale, il crepuscolo della funzione legislativa di questa Assemblea. A cosa serve – ha chiesto – la funzione legislativa se poi le leggi non vengono rispettate dalla giunta? E’ una cosa di una gravità inaudita. Qui esiste una legge che non è stata applicata. Se la giunta non ha il coraggio di governare la Regione si deve fare da parte. Se noi con la legge del 30 novembre, come è stato detto , abbiamo posto in essere illeciti penali dobbiamo costituirci tutti in carcere. Siamo – ha concluso – in un pantano politico».

Edoardo Tocco (FI), anche lui contrario alla legge, ha espresso la speranza che le perplessità della minoranza siano smentite e che quindi, al più presto si trovino soluzioni adeguate per i lavoratori.

Gianluigi Rubiu (Udc) ha definito la legge “un rattoppo” che mette i lavoratori al sicuro per qualche mese dal punto di vista economico ma che è del tutto inadeguata. «Oggi – ha sottolineato – avevamo una grande opportunità: dimostrare che le leggi si fanno in Consiglio regionale. Ma l’opportunità è stata persa».

Piero Comandini (Pd) ha espresso il voto convinto a favore della legge. Per l’esponente del Pd l’obbligo della maggioranza era quello di trovare una soluzione, ma il percorso sarà ancora lungo. «Da oggi bisognerà evitare che si facciano gli errori del passato e dare gambe all’intero progetto senza avere altri ritardi. E’ il momento di correre».

Angelo Carta (Psd’Az) ha espresso il voto contrario alla legge. «La Giunta – ha ribadito – continua a non assumersi responsabilità. Mi auguro che questa legge, approvata a maggioranza, sia la quadratura del cerchio, ma  ho i miei dubbi. La centralità del Consiglio regionale è continuamente messa in dubbio dal comportamento della giunta».

Alberto Randazzo (FI), esprimendo un voto  contrario, ha chiesto garanzie sull’applicazione della legge.

Favorevole alla proposta di legge Salvatore Demontis (Pd)  che ha detto che si tratta dell’”unica legge possibile”. «D’altronde – ha sottolineato – non ci sono proposte alternative della minoranza. Quindi dobbiamo essere responsabili perché teniamo al futuro dei lavoratori».

Attilio Dedoni (Riformatori) ha ricordato che la legge del 30 novembre era stata votata all’unanimità, al contrario di questa che non avrà l’appoggio della minoranza. Il capogruppo dei Riformatori ha invitato tutti a ragionare in termini seri sulla pratica sempre più frequente della disapplicazione delle leggi fatte dal Consiglio regionale. «Il Parco Geominerario deve avere una vita nuova e diversa – ha concluso – vogliamo che lo statuto sia modificato e vogliamo una politica seria».    

Anche Oscar Cherchi (FI) voterà contro . Per il consigliere di Forza Italia si tratta di un passo indietro di cui si assume la responsabilità la maggioranza. «Tutto nasce dalla presa di posizione di un direttore generale. Noi non ci stiamo. Mi auguro che i lavoratori siano soddisfatti».

Favorevole alla legge  Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti) che ha detto che non è vero che il Consiglio sta rinunciando alle sue prerogative. «Aver messo in campo questo provvedimento – ha aggiunto – è la dimostrazione che manteniamo in piedi la nostra funzione».

Contraria all’approvazione Alessandra Zedda (FI) secondo la quale «le questioni devono essere risolte definitivamente e questa legge ha invece l’unico effetto di allungare il brodo per altri due mesi».

Per Pietro Cocco (Pd) la legge è una buona soluzione ed è l’unica percorribile in questo momento. D’altronde la minoranza continua solo a dire «speriamo che la legge che andate ad approvare abbia successo», senza fare proposte concrete. «Lavoreremo – ha concluso – perché a questa legge sia data attuazione».

Per Mario Floris (Gruppo Misto) è una forzatura dire  che la minoranza non aveva altre soluzioni. L’ex presidente della Regione ha auspicato che in aula  cambi il modo di concepire la politica che è totalmente falso. «La responsabilità – per Mario Floris – non sono del  funzionario ma della Giunta».

La legge è stata approvata (votanti 48, sì 29, no 19). Il presidente ha interrotto la seduta. I lavori riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (votanti 46, sì 28, no 18) il disegno di legge 382 sulle variazioni di bilancio.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Ganfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con le dichiarazioni di voto finali sul DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazioni al bilancio 2016 ed al bilancio pluriennale 2016-2018.

Per primo ha preso la parola il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi che, annunciando il voto contrario del gruppo, ha affermato che «il disegno di legge non è una variazione di bilancio ma un insieme disorganico di norme alcune delle quali variano effettivamente il bilancio ma altre contengono i soliti finanziamenti a pioggia e ad hoc, una contraddizione di fondo che potrebbe portare ad una impugnazione del governo». Alcuni finanziamenti inseriti nella legge, ha ammonito Oscar Cherchi, «pur definiti urgentissimi, non potranno mai essere spesi entro il 31 dicembre».

Sempre per Forza Italia Edoardo Tocco ha criticato «la solita passerella di membri del governo impegnati a fare le vecchie promesse che per il 90% non saranno mantenute, promesse molto simili a quelle della legge che non propone un indirizzo chiaro per la Sardegna e mette assieme una serie di interventi parziali e contraddittori, e privi di un impatto positivo sul sistema economico regionale».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha sostenuto che «la legge ribalta in negativo l’atmosfera natalizia a causa del gravissimo ritardo non solo di questa legge ma di tutti i documenti di programmazione finanziaria sui quali si deve fondare una buona azione di governo». «Anche perché – ha aggiunto Rubiu – a cascata questi ritardi causano pesanti disagi per le amministrazioni locali e in definitiva per i cittadini; tutto questo dimostra l’incapacità che il governo regionale ha dimostrato in questi tre anni sotto tutti i fronti sul quali si è impegnato, a cominciare da vertenza entrate, sanità, trasporti, dovunque solo piccoli interventi che non guardano al futuro».

Il consigliere Angelo Carta, sardista, ha citato una dichiarazione del presidente Pigliaru di forte attenzione al tema delle povertà che, in effetti, è la grande emergenza della Sardegna per fare un paragone con alcune parti del disegno di legge sul bilancio. «Un lavoratore socialmente utile – ha ricordato – guadagna 350 euro al mese per 3 mesi ed un solo emendamento della maggioranza avrebbe consentito il pagamento 561 mensilità a 161 persone, mentre invece si è preferita una convenzione con associazioni datoriali, dando uno schiaffo alla povertà».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha detto che «questa legge sarà approvata dalla maggioranza e sarà l’ennesimo atto di una programmazione sbagliata profondamente sbagliata». Con questa legge, ha sostenuto «si è nascosta molta polvere sotto il tappeto introducendo molti provvedimenti ad personam mentre restano aperti i problemi delle entrate perché i soldi da Roma non arrivano e ci si limita ad intervenire sulla sanità coprendo buchi e pagando farmaci innovativi che invece dovrebbe essere a carico dello Stato come avviene in tutta Italia». «Inoltre – ha aggiunto Alessandra Zedda – la legge è piena di norme intruse a cominciare dalla partita dei debiti fuori bilancio».

L’altro vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sostenuto che «al posto di questa legge ci sarebbe dovuta essere la legge di stabilità ed invece, da questo errore di fondo, è nato un dibattito malato costellato da errori in cui fra l’altro ha brillato l’assenza del presidente della Regione e di tutta la maggioranza nonostante l’accordo per un confronto di merito sui contenuti». «Ecco perché – ha concluso – siamo davanti ad una legge piena di pezze e rattoppi messi assieme con filo stramato che producono un tessuto di pessima qualità, con paghette di ogni genere come quella sulle case di riposo ad Iglesias ma non ad Alghero, per non parlare della sanità».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha parlato di un teatrino di cui è stata protagonista «una maggioranza che ha accettato la consegna del silenzio imposta dalla Giunta e non ha accettato il dibattito come già visto era accaduto in occasione della riforma sanitaria, fermo restando che non è facile governare il settore dove sicuramente stiamo incrementando capitoli di spesa e dovremo continuare a farlo e dovremo pure prorogare i commissari». Dopo aver evidenziato l’intervento positivo per la stabilizzazione dei lavoratori Forestas, Satta ha criticato «la gestione dei debiti fuori bilancio, la discriminazione fra case di riposo ed i soldi alle associazioni di categoria sottratti non alle famiglie numerose, segno di una distanza epocale fra ciò che fa la Giunta e la vera situazione della Sardegna; per questo il nostro voto non potrà che essere contrario».

Il relatore della legge Franco Sabatini ha invece espresso un giudizio positivo sul provvedimento «partito come atto tecnico ma poi rivelatosi capace di recepire interventi significativi per fronteggiare gravi emergenze che hanno trovato risposta». «Abbiamo potuto fare questo lavoro – ha precisato Sabatini – perché le nostre risorse sono cresciute dopo l’uscita dal patto di stabilità sancito da un accordo con lo Stato e i dati dicono che i risultati sono buoni e lo stato dei pagamenti ha ripreso un trend positivo nel 2014 e nel 2015: abbiamo 400 milioni in più rispetto a 2014 e 800 in più rispetto a 2013 ed anche il 2016 confermerà questi dati».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha parlato di «una legge con i peggiori difetti che la politica» affermando che «dopo tre anni l’azione di governo della Giunta va bocciata perché non ha lavorato secondo il programma ma secondo le esigenze di intercettare consensi e, infatti, se fosse durata un altro mese la campagna elettorale, in Sardegna sarebbero arrivati perfino i diamanti». Quanto alla variazione di bilancio, secondo Fasolino, «è figlia di questa logica e non c’è niente su lavoro, occupazione, povertà e urbanistica, quindi un voto contrario non solo al provvedimento ma a tutta questa parte di legislatura».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha annunciato che voterà due sì, a questa legge ed ad una riforma costituzionale che forse molti del centro destra avrebbero voluto sostenere, ricordando poi che, «quanto alle passerelle le faceva anche il centro destra e molto meno efficaci». La legge, ad avviso di Comandini, «interviene in modo efficace in alcuni settori, nella sanità per dare gambe alla riforma con l’elisoccorso e nel precariato con la copertura finanziaria di molte situazioni complesse; c’è ancora molto da fare ma nell’attuale situazione difficile, non certamente determinata dalla maggioranza, sono stati fatti interventi concreti e selettivi a sostegno dello sviluppo».

Il consigliere di Forza Italia Alberto Randazzo ha invece annunciato due no, alla variazione di bilancio ed al referendum. Sulla variazione di bilancio ha osservato che «ci sarebbe voluto un sussulto della maggioranza per abbattere le liste d’attesa nella sanità, uno dei buchi neri del sistema regionale, mentre invece è venuta fuori una concentrazione di norme intruse e piccole risposte, dalle consulenze alle partecipate, che non intacca i gravi problemi dell’economia regionale: lavoro e occupazione».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu si è detto convinto che quella contenuta nella legge «non è una manovra tecnica o un riallineamento di entrate e spese il frutto della scelta precisa di immettere risorse nel sistema Sardegna e di farlo a dicembre perché proprio adesso occorre accelerare le procedure di spesa». «Manteniamo tutte le nostre riserve – ha ribadito Congiu – sull’elisoccorso che per noi doveva restare fuori da questo provvedimento, ma sosteniamo la manovra e ne siamo soddisfatti perché sostiene il sistema regionale dove c’è più bisogno»

Il consigliere Mario Floris (Misto) ha annunciato il suo no al referendum in modo convinto «perché la riforma sta passando senza interlocuzione con la nostra Regione nonostante il nostro ruolo di custodi dell’autonomia, una riforma con cui sarà cancellata la specialità e con essa tutto il regionalismo a favore del ritorno di un forte centralismo dello Stato». Un errore storico, a giudizio di Floris, «perché più il mondo diventa grande e più c’è bisogno di decentramento per avvicinare le istituzioni ai cittadini, così come di un errore storico si è resa responsabile la Sardegna, unica regione dove non si è tenuto un dibattito sulla riforma costituzionale dove anzi il suo presidente ha fatto campagna per il sì ignorando totalmente il Consiglio».

Dopo Mario Floris ha preso la parola l’on. Rosella Pinna (Pd), che ha dato un «giudizio positivo sul provvedimento. Do un sì convinto oggi e uno convinto domenica», con un chiaro riferimento al referendum costituzionale. L’oratrice ha citato i passaggi della manovra e gli impegni contenuti, come l’elisoccorso e la salvaguardia dei posti di lavoro «e di tante altre emergenze, anche se le risorse limitate non ci consentono di risolvere tutti i problemi. Però da parte vostra in questi giorni abbiamo sentito troppo spesso toni sopra le righe».

A seguire è intervenuto Christian Solinas, leader del Psd’Az: «Finalmente abbiamo sentito gli interventi della maggioranza, che non me ne vorranno se osservo che sta eroicizzando una variazione di bilancio. Ossia un atto normale, che per giunta è ricco di criticità che abbiamo evidenziato. Molti che hanno citato poi questo referendum non hanno chiaro che la direzione è verso il superamento del potere legislativo delle Regioni. Non c’è niente di cui andare fieri dopo la discesa dei lanzichenecchi per portare la voce della riforma costituzionale. Votiamo dunque no oggi e anche domenica».

Per Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) «questa variazione di bilancio è iniziata in un certo modo e sta finendo peggio. Siamo partiti con un disegno di legge non positivo e ci troviamo purtroppo con un testo ancora peggiore, come quelle fatte ieri quando si sono trovate risorse per esigenze che poco hanno a che fare con interessi non collettivi». 

Ha preso poi la parola il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha detto: «Siamo intervenuti poco per velocizzare l’iter di questa variazione di bilancio e fare in modo che le risorse possano essere trasferite prima possibile. I numeri peraltro parlano chiaro, su tutti i campi. E dicono che la spesa sulla sanità sta scendendo perché l’incidenza maggiore era sulle consulenze. Arriviamo ora  ad approvare la variazione: la maggioranza ha fatto il suo dovere».

Per i Riformatori sardi Attilio Dedoni ha affermato che «i toni trionfalistici non si addicono a questa manovra. Rendiconto, assestamento di bilancio: tutti gli atti li portate in ritardo. Cosa c’è da festeggiare per una variazione di bilancio? Cosa c’è da festeggiare se approverete norme che non saranno applicabili? La vostra arroganza in Aula  ha bisogno di essere placata».

Per Pietro Pittalis (Forza Italia), «i signori della Giunta, su tutti i fini economisti, avete fatto una politica sinora inadeguata rispetto ai problemi e alle emergenze della Sardegna. La povertà è in aumento e voi pomposamente celebrate questo provvedimento. In Sardegna non abbiamo l’anello al naso e non crediamo a tutto quello che propina Renzi o il presidente Pigliaru, che si è fatto promotore delle ragioni del sì. Si aprirà un problema politico il 5 dicembre, per chi non ha saputo e voluto difendere le ragioni dell’Autonomia».

Per Fabrizio Anedda (Misto) «nel finale di questo provvedimento poteva essere evitato un piccolo elenco di prebende».

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi messo in votazione il testo e l’Aula lo ha approvato con 28 voti favorevoli e 18 contrari. A seguire, ha preannunciato la convocazione del Consiglio per martedì 6 dicembre, alle 16.00, ed ha riunito la conferenza dei capigruppo.

Consiglio regionale 1 copia

 

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Il Consiglio regionale ha approvato l’articolato delle Variazioni di bilancio. Domani il voto finale al disegno di legge. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con gli emendamenti all’art.1 del DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazioni al bilancio 2016 ed al bilancio pluriennale 2016-2018.

La prima votazione ha riguardato gli emendamenti 41, 160 e 298 soppressivi del riconoscimento dei debiti fuori bilancio rinviata questa mattina a causa della mancanza del numero legale. Gli emendamenti sono stati respinti.

Successivamente l’Aula ha respinto una lunga serie di emendamenti proposti dall’opposizione. Approvato invece l’emendamento n.88 presentato dalla Giunta. Prevede per l’anno 2016 la spesa complessiva di 120 milioni di euro di cui 95 milioni assegnati al ripiano del disavanzo 2015 del sistema sanitario regionale e 25 per coprire il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto dei farmaci innovativi.

Contraria l’opposizione che, attraverso il consigliere Ignazio Locci di Forza Italia, ha sottolineato che, da un lato, «il disavanzo 2015 presenta ancora partite aperte e, per quanto riguarda i farmaci innovativi che la Sardegna paga a differenza di tutte le altre regioni d’Italia, la Regione deve sollecitare l’intervento dello Stato, perché i farmaci innovativi rientrano nei Lea (livelli essenziali di assistenza)».

L’Aula con successive e distinte votazioni ha respinto gli emendamenti n. 231, 233 e 190. Ritirato l’emendamento 103 non è stato approvato il 237, dichiarato inammissibile il 203, non sono stati approvati gli emendamenti 239 e 204. Inammissibile il 110 non sono stati approvati il 247 e il 195. Approvato l’emendamento 355 (Sabatini e più) che modifica l’autorizzazione di spesa e emenda il 97, approvato, (Sabatini e più) che sostituisce il comma 18 dell’articolo 1 con la seguente dicitura: «E’ autorizzata, a favore della Cìttà metropolitana di Cagliari, la somma pari a euro 1.500.000 per I’anno 2017, euro 1.000.000 per l’anno 2018 ed euro 500.000 per l’anno 2019, al fine di incentivare I’acquisizione a tempo indeterminato o a tempo determinato, con le modalità previste dall’articolo 36, comma 2 del decreto legislativo n. 165 del 2001, di personale dotato di idonea esperienza necessario a garantire la continuità delle funzioni e dei servizi trasferiti dalla provincia di Cagliari, ai sensi della legge regionale n. 2 del 2016, attraverso concorsi pubblici per titoli ed esami che prevedano la valorizzazione delle competenze ed esperienze maturate presso le amministrazioni provinciali (Missione 18, Programma O1, titolo 1, scoi 1059)».

Non sono stati approvati, invece, gli emendamenti 253, 258, 260, 264, 266 e 268.

Sull’emendamento 187 (Pittalis e più) è intervenuta a sostegno la vice capigruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, che ha auspicato l’approvazione della proposta di integrazione in sede di rinnovo contrattuale dei dipendenti dell’amministrazione regionale, degli enti e delle agenzie regionali.

Posto in votazione l’emendamento 187 non è stato approvato, così come hanno avuto disco rosso dall’Aula il n. 270, 331, 284, 287, 287, 288, 292, 294 e 297.

Approvato l’emendamento sostituivo parziale n. 90 (giunta regionale) che modifica gli importi indicati al comma 37 dell’articolo 1 e così recita: «1. Al primo capoverso l’importo di euro 13.542.190,24 è sostituito con l’importo euro “14.656.274,06”: 2. Alla lettera c) l’importo di 8.384.836, 18 è sostituito con il seguente “9.498.920,00».

Non approvati il 208, e il 316, l’Aula ha approvato il testo dell’articolo 1 ed ha di seguito respinto l’emendamento aggiuntivo n. 212.

Approvato l’emendamento n. 100 (Giunta regionale) che dopo il comma 4 dell’articolo 1 aggiunge la seguente dicitura: «4bis: Il comma 3 dell’articolo 11 della legge regionale n. 10 del 2006, come modificato dall’articolo 6 della legge regionale n. 17 del 2016, è sostituito dal seguente: “3. Il collegio sindacale delle aziende ospedaliero-universitarie dura in carica tre anni ed è composto da tre membri, di cui uno designato dal presidente della Regione, d’intesa con l’università, uno dal ministro dell’economia e delle finanze e uno dal ministro della salute.” 4ter: Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, i componenti dei collegi sindacali in carica presso le aziende ospedaliero-universitarie cessano dalle funzioni e il nuovo collegio è ricostituito secondo le disposizioni di cui al comma 3 dell’articolo 11 della legge regionale n. 10 del 2006, come modificato dalla presente legge».

Non approvato l’emendamento n. 226, sul contenuto dell’emendamento n. 105 (Sabatini e più) che, con un’aggiunta all’articolo 1 dopo il comma 5, autorizza per l’anno 2016 la spesa di 500.000 euro alla Casa Serena di Iglesias, quale contributo per il suo funzionamento, si è acceso un vivace scambio tra la maggioranza e le opposizioni.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha definito la proposta avanzata dal centrosinistra «una marchetta» ed ha dichiarato il voto contrario. L’esponente centrista ha quindi ricordato che in Sardegna operano tre Case Serena (Iglesias, Sassari e Alghero) ed «è dunque profondamente ingiusto stanziare contributi solo ad una di esse».

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, condividendo le preoccupazioni del suo collega Oppi, ha invitato l’assessore Paci a riflettere sulla proposta «che discrimina Sassari e Alghero».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha esplicitato l’invito all’assessore perché fosse assunto l’impegno ad inserire nella legge finanziaria contributi anche per le casa serena di Sassari e Alghero.

L’assessore Paci ha quindi riconosciuto la fondatezza delle perplessità mostrate dai consiglieri intervenuti ma ha precisato che l’intervento rappresenta «l’approdo di un processo di chiusura della funzione attuale della casa serena di Iglesias e i contributi servono per coprire debiti pregressi». «Così mi è stato illustrato – ha precisato il vice presidente della Regione – e personalmente sono contrario a interventi una tantum che non siano inseriti in una razionalizzazione, offro dunque massima disponibilità a garantire interventi analoghi per le altre strutture operanti nell’Isola».

Il consigliere del Pds, Roberto Desini, ha chiesto una sospensione dei lavori ma il presidente del Consiglio ha concesso la parola al capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha ripercorso le difficoltà in cui versa il comune di Iglesias nella gestione della Casa Serena che incide sul bilancio per circa tre milioni di euro. «La spesa maggiore – ha aggiunto il consigliere dei democratici – è rappresentata dal costo del personale, ci sono 60 dipendenti per 60 ospiti ed è questa la ragione per la quale il Comune ha trasmesso alla commissione Bilancio una relazione nella quale si avanzava la richiesta di un contributo per il funzionamento della Casa Serena che a breve sarà chiusa».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha però incalzato assessore e maggioranza affermando che il comune di Iglesias avrebbe approvato (ieri, mercoledì 30 novembre) una variazione di bilancio appostando la cifra che è in discussione in Aula.

Il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha dichiarato di accogliere le intenzioni positive espresse dall’assessore Paci ed ha dichiarato voto favorevole considerando il contributo alla sola Casa Serena di Iglesias “un caso particolare”. Su esplicita richiesta di chiarimento formulata dal consigliere Fi, Alberto Randazzo, il consigliere Roberto Desini (Pds) ha dichiarato di ritirare la richiesta di sospensione avanzata in precedenza. Lo stesso Roberto Desini ha quindi riaffermato che Giunta e maggioranza sono impegnati a porre rimedio alle pesanti situazioni create nel passato e si è detto fiducioso perché in futuro possano essere soddisfate anche le eventuali esigenze delle Case Serena di Sassari e Alghero. Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha fornito alcune precisazioni sul reclutamento del personale precisando che le Case Serena erano strutture Enaoli e che in passato la struttura di Iglesias aveva usufruito di un contributo di 2.5 miliardi di lire da parte della Regione. Il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino, ha contestato il riferimento “al passato” fatto da chi “è tre anni al governo della Regione” ed ha rimarcato la disparità di trattamento di Iglesias, rispetto a Sassari e Alghero. Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha aggiunto che è «evidente che solo chi ha qualche santo in Paradiso riesce a restare sotto la coperta corta delle finanze regionali” mentre il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha affermato che nel recente passato anche la struttura di Sassari ha potuto contare sui contributi della Regione e che, pertanto, “non c’è da scandalizzarsi per l’intervento ad Iglesias».

Concluse le dichiarazioni di voto l’emendamento 105 è stato approvato ed il relatore di maggioranza, Franco Sabatini (Pd) è intervenuto nel merito dell’emendamento n. 82 (Forma, Pd)  che proponeva lo stanziamento di 3 milioni di euro a favore del bonus famiglie numerose. Sabatini ha rassicurato la collega Forma sulle iniziative che a tal proposito la Giunta avrebbe posto in essere e che si concretizzeranno nel 2017, concludendo il suo intervento con l’invito al ritiro della proposta modificativa.

La consigliera Daniela Forma (Pd) ha quindi chiesto l’intervento dell’assessore Paci al fine di ottenere rassicurazione circa la continuità nell’erogazione dei bonus famiglia.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha dichiarato sostegno all’emendamento Forma ed ha evidenziato la drammatica situazione in cui versano migliaia di famiglie sarde mentre il consigliere di Fd’I, Paolo Truzzu, ha definito “vergognoso” considerare gli interventi di politica per le famiglie nel contesto delle povertà.

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha quindi evidenziato la massima attenzione al problema posto dalla consigliera Forma ed ha preannunciato un pacchetto di interventi a sostegno delle famiglie e l’attivazione di una serie di investimenti a partire dal 2017.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha salutato polemicamente la presenza dei diversi assessori in Aula («ben trovati ma eravate assenti quando sarebbe stata utile un’interlocuzione in Consiglio») ed ha fatto un appello perché tutta l’Aula sostenesse l’emendamento della Forma. Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi di Attilio Dedoni (Riformatori) e Angelo Carta (Psd’Az).

Il presidente del Consiglio ha dunque domandato alla consigliera Daniela Forma lumi sul ritiro dell’emendamento n. 82 e la presentatrice ha quindi formalizzato il ritiro. L’emendamento è stato fatto proprio dalla minoranza (così ha annunciato il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni) e il suo omologo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha rimarcato l’assenza di garanzie per la continuità nell’erogazione dei bonus famiglia.

Posto in votazione l’emendamento 82 non è stato approvato dall’Aula.

L’emendamento 101 è stato messo in discussione ed approvato.

L’emendamento 192 (che riguarda la clausola sociale a favore del personale in servizio nel sistema archeologico, museale e bibliotecario) a firma del consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) è stato respinto nonostante l’invito al voto del sardista Carta.

Lunga discussione sull’emendamento 84 (Pittalis), per il quale si è speso l’on. Locci (Forza Italia), a sostegno dei Comuni per un maggiore finanziamento destinato alle manutenzioni dei musei e dei siti archeologici. «E’ possibile sostenere con  questo voto il lavoro delle coop, proprio nel giorno in cui viene il ministro Franceschini a raccontare storielle sulla cultura».

Per il Pd l’on. Piero Comandini ha detto: «Questo problema è già nella testa della maggioranza e il Pd ha presentato per primo l’emendamento a tutela del settore. Esiste certo un problema di finanziamenti ma ci siamo già impegnati a intervenire in maniera strutturale in questo settore».

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha ricordato che «ci sarebbe una proposta di legge. Bene, vediamola perché ad aprile i Comuni non avranno in tasca i soldi della finanziaria. Ci sono 850 persone tra biblioteche e musei che devono essere tutelate dal Consiglio regionale». 

Per l’on. Gianmario Tendas (Pd) «non possiamo fare a meno di evidenziare che è necessario rivedere gli strumenti normativi sui beni culturali. Biblioteche e beni archeologici sono diversi tra loro e spesso consentono agli enti locali di incamerare risorse attraverso i biglietti».

L’emendamento 84 è stato respinto con voto elettronico.

Approvato l’emendamento 107 (con un ulteriore emendamento n. 333), che prevede un contributo a favore dell’attività didattica dei Comuni.

Respinto l’emendamento 243 mentre sul 109 (a firma Truzzu e più) relativo alla diaria di missione per il personale di Argea l’assessore Paci ha dato parere favorevole e l’emendamento è stato poi approvato.

Sui contributi addebitati ai consorziati dei Consorzi di bonifica l’on. Angelo Carta (Psd’az) ha chiesto che «i 5 milioni vadano per legge, in modo vincolante, ad abbassare le quote a carico degli agricoltori. Questo è lo spirito della mia norma». Il riformatore Attilio Dedoni si è detto a favore e così anche l’on. Oscar Cherchi (Forza Italia), che ha chiesto: «Perché il comma 15 non lo abbiamo inserito nella legge che abbiamo approvato qualche giorno fa? Abbiamo necessità di capire dall’assessore Paci se davvero questi 5 milioni saneranno le vecchie cartelle pazze degli agricoltori».

Respinti gli emendamenti 193, 111, 255, 275, 278, 279, 281, 285 e 289.

Approvati gli emendamenti 83 (provincia di Oristano), 98 (piani forestali) e 89 (lavoratori Tossilo), sul quale ha preso la parola l’on. Daniela Forma (Pd) e prima l’on. Locci (FI). Anche l’assessore Paci ha voluto contribuire al dibattito spiegando che “ci sono strumenti di ingegneria finanziaria sui progetti per Tossilo, stiamo soltanto dando copertura ai lavoratori nelle more del progetto nuovo. Analogo intervento stiamo usando in altri contesti sardi”. Favorevole anche il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis: «Sosterremo ogni intervento a tutela dei lavoratori ma la Giunta si ricordi di definire una volta per tutte la partita deei lavoratori in utilizzo».

L’Aula ha, dunque, approvato l’emendamento 89 e 108 (Lai e più) sulla piattaforma Sardegna Turismo, 81 (spese dell’Istituto ciechi), 91 (messa in sicurezza dello svincolo di Ossi), 92 (contributi alle organizzazioni di impresa), sul quale gli onorevoli Ignazio Locci, Attilio Dedoni e Marco Tedde hanno mostrato perplessità. «Possibile che il Consiglio regionale si debba occupare durante la variazione di bilancio di un contributo di 200mila euro a Confindustria?», ha detto l’on. Tedde. «Siamo alla inciviltà legislativa con queste marchettine».  Della stessa opinione il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis: «Questi sono soldi che saranno spesi in consulenze e noi lo denunceremo in ogni sede». Il sardista Carta ha detto: «Questo emendamento maschera una convenzione ed è contro un principio che voi stessi avete enunciato».

Sempre per Forza Italia è intervenuta l’on. Alessandra Zedda, che ha aggiunto: «Questo contributo  è in competenza 2016 e non è chiaro quali sarebbero le attività che in pochi giorni Confindustria dovrebbe svolgere. State prendendo in giro la Sardegna senza manco eleganza: se proprio glieli volete dare, dateglieli con la prossima manovra. Ma dove pensate che noi abitiamo?». Anche l’on. Edoardo Tocco (FI) ha chiesto all’assessore Paci una parola di chiarimento: «Stasera c’erano dei poveracci qua sotto e noi qui stiamo dando 200 mila euro per fare cosa poi? Questa roba fa tornare la vista a un cieco».

L’on. Pittalis (FI) ha rinnovato alla Giunta l’invito al ritiro e ha chiesto che la somma stanziata sia destinata al sistema delle autonomie locali: «Qual è l’urgenza di fare una convenzione la prossima settimana con Confindustria?».

Per l’on. Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) «se vogliamo dare un sostegno impieghiamo le risorse nella direzione degli enti locali». Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «non è la prima volta che vengono finanziate le organizzazioni di categoria e non c’è scritto da nessuna parte che i soldi andranno a Confindustria». Per l’on. Piero Comandini (Pd) «il finanziamento è a favore delle imprese e delle loro organizzazioni, che hanno costi crescenti”.

Secondo l’on. Paolo Truzzu (Fli) «lo scandalo non è dare soldi alle imprese ma dare mancette sotto Natale». Per l’on. Roberto Deriu (Pd) «gli enti locali si trovano in difficoltà e bisognerebbe che la Giunta li aiutasse».

Per l’on. Fabrizio Anedda (Misto) «si tratta di un regalo di Natale e comunque 200 mila euro non fanno nulla».

Per l’assessore Raffaele Paci «i contributi per tutte le associazioni sono presenti in legge, per i sindacati come per le coop, per gli artigiani e le industrie. Dobbiamo riorganizzare il settore dei contributi in generale perché è assurdo che noi diamo questi contributi indipendentemente da un progetto e l’impegno che provo a prendere  è questo: risorse in cambio di servizi. Prendo proprio questo impegno per il 2017».

Sull’ordine dei lavori l’on. Pittalis ha detto: «Questo è un capitolo di nuova istituzione, non è un capitolo dell’Industria da rimpinguare. A cosa servono questi soldi da qui al 31 dicembre? Colleghi, vi propongo una cosa seria: un emendamento orale perché vi sia il parere della commissione consiliare competente sul progetto che chiedete al Consiglio regionale di finanziare».

L’assessore Raffaele Paci ha detto: «I soldi saranno dati con rendicontazioni a fronte di un programma che dovrà essere approvato dalla Giunta. Non facciamo in tempo ad acquisire il parere della  commissione».

L’emendamento orale Pietro Pittalis è stato accolto e l’emendamento 92 è stato approvato.

Il presidente ha quindi posto in votazione l’emendamento n. 99=102 (Pizzuto e più) che introduce alcune modifiche all’art. 3 della legge 18 del 2016 “Reddito di inclusione sociale”. La correzione porta da 60 a 40 mesi il periodo di residenza in Sardegna richiesto per poter accedere al Reis. La proposta è stata approvata.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n. 85 (Pittalis e più). Sul punto è intervenuto il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia): «Proponiamo di rifinanziare con un milione di euro la manutenzione del canale navigabile dell’arcipelago del Sulcis – ha detto Ignazio Locci – l’opera è stata definanziata per destinare le risorse alla Provincia. E’ corretto porvi rimedio». L’emendamento, votato con procedura elettronica, è stato respinto (22 no e 16 sì).

Successivamente sono stati approvati gli emendamenti n.93 (proroga dell’utilizzo dei lavoratori della Società Bonifiche Sarde da parte dell’Agenzia Forestas); 94 (autorizzazione spesa di 646mila euro per l’integrazione del fondo rischi di Fidicoop) 106 (incremento di 100mila euro per un capitolo di spesa della Pubblica Istruzione). Respinto invece l’emendamento 205.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che, a nome della minoranza, ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti: «Abbiamo capito che non c’è disponibilità al dialogo e ad accogliere suggerimenti e proposte. Non siamo avvezzi ai bracci di ferro – ha affermato Pittalis – ciò non significa che vogliamo tirare i remi in barca. Ci riserviamo domani di fare le dichiarazioni di voto alla legge».

Si è quindi passati alla votazione dei restanti tre articoli che sono stati approvati in rapida successione. Via libera anche agli allegati A, B , C e D.

I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle 10.00.

Consiglio regionale 403

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Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità le disposizioni per la prosecuzione delle attività previste dalla convenzione relativa alla gestione del progetto “Parco Geominerario”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n.382/A – Giunta regionale – Variazione del bilancio 2916 e del bilancio pluriennale 2026-2018.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto di sottoporre all’Aula la proposta di invertire l’ordine del giorno esaminando prioritariamente la PL n. 384 che riguarda i lavoratori del Parco Geominerario.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è espresso in modo favorevole, sottolineando che si tratta di un provvedimento «urgente e prioritario che riguarda i lavoratori già rimandato più volte».

Il Consiglio ha approvato la proposta di inversione dell’ordine del giorno e, di conseguenza, sarà esaminata, come primo punto, la PL n. 384/A – Pietro Cocco e più – Disposizioni per la prosecuzione delle attività previste dalla convenzione relativa alla gestione del progetto denominato “Parco Geominerario” e modifiche alla legge regionale 6/2016 (Legge di stabilità 2016). Il presidente Ganau ha però precisato che non è ancora pronto il testo nella sua stesura definitiva e ha quindi sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori il provvedimento è stato illustrato dal relatore Pietro Cocco, capogruppo del Pd. Cocco ha riassunto le tappe più recenti della vicenda del Parco Geominerario che risale al 2011, soffermandosi poi sulla proposta in esame che, in due articoli, «chiarisce in primo luogo la norma per quanto riguarda i destinatari includendo oltre ai lavoratori socialmente utili anche quelli svantaggiati in base alla normativa nazionale e regionale, con particolare riferimento a quelli provenienti dalle crisi Rockwoll e Italcementi; l’altro articolo prevede la proroga della convenzione per un anno e comunque per il tempo necessario a predisporre un bando pubblico internazionale il cui schema è stato approvato dalla Giunta venerdì scorso». Si tratta di un provvedimento di grande interesse pubblico, ha aggiunto Cocco, «che fra l’altro riguarda ben 87 Comuni di tutte le aree della Sardegna».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha sottolineato che ۚ«si tratta di una partita di grande importanza per la Regione e in particolare per alcune zone della nostra Regione di grandissimo prestigio, perché la valorizzazione dei siti del Parco geominerario sono un patrimonio importante, così come è significativo dare un segnale preciso ai lavoratori, necessario perché nel frattempo la materia aveva subito molti cambiamenti». Ambiente, miniere, cultura e identità, ha aggiunto la Zedda, «sono parti di un sistema di valorizzazione del territorio che non riguarda solo le bonifiche ma anche molti altri progetti che devono avere continuità, per cui è auspicabile che nel corso di quest’anno si lavori per un bando ben fatto».

Sempre per Forza Italia, il consigliere Ignazio Locci ha messo l’accento sul fatto che il provvedimento non contiene «solo una modifica finalizzata alla solita proroga, ma cambia radicalmente l’impostazione politica e noi siamo favorevoli, perché si passa da un impiego delle risorse ripartite per cantieri ad un programma articolato che prevede l’impiego dei lavoratori per la realizzazione di progetti». C’è un cambio di visione positivo, secondo Locci, «anche se non va dimenticato che restano i ritardi complessivi sulle politiche attive del lavoro ed è evidente che i tempi della politica non coincidono con le esigenze reali dei lavoratori; con questo provvedimento insomma si rimettono in gioco 500 lavoratori ma soprattutto si sottolinea la continuità di un progetto legato all’occupazione ed al lavoro vero».

Ancora per Forza Italia il consigliere Stefano Tunis ha parlato del Parco Geominerario come «uno dei progetti che hanno caratterizzato maggiormente le politiche della Regione, certamente con le sue ombre ma comunque con un percorso che in dieci anni ha dato consentito a centinaia di lavoratori di avere un impiego stabile diverso dall’inquadramento nella pubblica amministrazione e questo è un grande risultato». Un risultato, ha precisato Tunis, «che riconosce la centralità delle risorse umane come contesto in cui trovare nuove quadrature politiche e amministrative, partendo dai risultati non solo del progetto Geoparco ma anche dei territori, degli Enti locali e di percorsi formativi e lavorativi fondati proprio sul capitale umano».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, tornando per un attimo alle origini della lunga vicenda, ha ricordato «la prima gara di molti anni fa che vide coinvolti alcuni ministeri con un progetto che impegno due imprese riunite in una associazione temporanea». Ci furono contrasti anche molto forti e manifestazioni di lotta dei lavoratori, ha continuato Oppi nella sua ricostruzione, «soprattutto per le difficoltà dell’Ati di operare nel sistema-Parco con l’Igea che non consentiva l’accesso ai siti ed impediva quindi di predisporre buoni progetti, peraltro di competenza dei ministeri interessati, spingendo la Regione a ripetuti interventi per risolvere i conflitti». Dopo questo periodo difficile, ha detto ancora Oppi, «il progetto è definitivamente decollato ed ai lavoratori Lsu si sono aggiunti nel tempo anche quelli ex Rockwool; tutti hanno fatto lavori eccellenti sul territorio, a Buggerru e in tante realtà; ora la Regione deve farsi carico delle nuova gara internazionale con un programma ben strutturato, superando una stagione dove si è ripetutamente rischiato di mandare per strada queste persone a causa della conflittualità fra Ati ed assessorato al Lavoro».

Oscar Cherchi (Forza Italia) dopo aver sottolineato l’importanza del progetto del Parco Geominerario ha criticato il metodo utilizzato: «Oggi si arriva a una proroga perché nella legge di stabilità non si è scritto in modo chiaro quale sarebbe stato il futuro del Parco Geominerario – ha detto Cherchi – il bando internazionale si poteva fare sei mesi fa invece si è atteso e si è messa paura ai lavoratori».

Il consigliere azzurro ha poi ricordato che il progetto del Parco metteva al centro il capitale umano: «Un progetto che prevedeva addirittura l’aumento delle figure professionali per la valorizzazione di un sistema archeologico che è a fondamento della nostra cultura – ha affermato Cherchi – ora c’è la necessità di dare certezze non solo ai lavoratori che chiedono di essere stabilizzati ma anche a  chi spera di entrare a far parte del progetto».

Edoardo Tocco (Forza Italia) dopo aver rivolto un plauso alla maggioranza per aver presentato la proposta di legge ha rivendicato il ruolo costruttivo della minoranza: «Quando si tratta di lavorare per il benessere sociale l’opposizione è sempre pronta – ha detto Tocco – questa norma dà una risposta definitiva ai lavoratori del Parco Geominerario ed elimina malumori che andavano avanti da tempo».

Secondo l’esponente della minoranza, il Consiglio con la norma in discussione dà un segnale positivo all’esterno. «Quando si lavora insieme si riesce a ottenere risultati importanti – ha sottolineato Tocco – oggi diamo una risposta a oltre 500 lavoratori. Questo però non basta, il Consiglio è pronto a fare la sua parte, la speranza è che si portino avanti altri progetti».

Secondo il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta i complimenti sentiti in aula devono essere rivolti a tutte le maggioranze che negli ultimi anni si sono succedute alla guida della Regione. «Il progetto del Parco Geominerario ha sempre avuto la condivisione di tutti per la valenza che assume nel territorio – ha rimarcato Carta – oggi si dà una sicurezza e una tranquillità per proseguire un’esperienza che mira alla valorizzazione di aree di pregio e al recupero di quelle degradate. L’obiettivo non è solo dare un reddito a chi lo ha perso ma creare altri posti di lavoro stabili. Questo lo si può fare con la valorizzazione dei nostri beni ambientali, culturali e archeologici».

Fuori dal coro, invece, l’intervento del capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni che ha espresso forti perplessità per i toni “trionfalistici” utilizzati da maggioranza e opposizione. «Finora si è proceduto con rinnovi annuali della convenzione, non si dice, però, che esiste un contenzioso con la società pugliese – ha detto Dedoni – siamo convinti di dare tranquillità agli operai? Siamo sicuri che Giunta e maggioranza abbiano fatto fino in fondo il loro dovere anche sul fronte della richiesta dei cofinanziamenti allo Stato? La Regione finora ha coperto i costi. La Giunta non ha trovato una soluzione adeguata per ciò che dice lo Statuto del Parco Geominerario. Non si è voluta garantire la giusta partecipazione ai comuni. La programmazione deve interessare tutta la Sardegna e non solo il Sulcis-Iglesiente».

Secondo Dedoni, per l’attuazione del progetto del Parco non sono stati fatti tutti i passi necessari. «La Regione continua a mettere i danari per evitare di mandare a casa i lavoratori ma non vengono chiariti tutti gli aspetti del progetto, c’è la paura che a qualcuno venga sottratto un punto di interesse. E’ un modo di operare inqualificabile, non si può continuare così, non è dignitoso per quest’aula. Vanno riscontrate le incongruenze senza attendere l’intervento della magistratura. Il bando internazionale deve essere chiaro e deve dare certezze definitive per il futuro degli operai che non devono lavorare a scadenza. Occorre dire basta al regime di prorogatio che va avanti dal 2001».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha chiesto di aggiungere alla proposta di legge le firme di tutti i capigruppo. «Per primi abbiamo proposto la procedura d’urgenza per l’approvazione del provvedimento offrendo il nostro contributo per arrivare a una soluzione positiva – ha detto Rubiu – lascerei però in frigo la bottiglia di spumante».

Secondo Rubiu, il ricorso alla proroga evita una scenario pericoloso ma non risolve il problema alla radice. «Ati Ifras ha svolto un ruolo importante per gli 87 comuni della Sardegna, ha contribuito a dare decoro al territorio ma non ha raggiunto gli obiettivi originari: la salvaguardia e il ripristino ambientale dei siti con la conseguente valorizzazione del loro patrimonio culturale e archeologico. Questi potevano diventare per l’Isola una fonte di sviluppo e occupazione, così non è stato».

Il capogruppo dell’Udc ha invocato, infine, la stabilizzazione dei 525 lavoratori del Geoparco: «La proroga non è un modello che ci interessa, serve per risolvere l’emergenza. Il bando internazionale darà una possibilità per altri tre anni ma alla fine si riproporrà lo stesso problema. Serve dunque una soluzione a lungo termine che garantisca i posti di lavoro e ponga le basi per la valorizzazione ambientale e culturale dei nostri siti».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, rispondendo alla richieste del collega Rubiu, ha dato il suo assenso alla richiesta di aggiungere le firme di tutti i capigruppo alla proposta di legge. «Questo darà più forma alla proposta – ha detto Cocco – noi andiamo avanti con le convenzioni dal 2001, è evidente che si tratta di una soluzione temporanea in attesa di predisporre un bando di gara. Occorre una soluzione definitiva che rispetti il progetto, garantisca le bonifiche e la valorizzazione dei territori. C’è un lavoro immane da fare».

Il capogruppo del Pd ha poi ricordato che l’accordo originario per il Geoparco prevedeva un finanziamento statale di 1600 miliardi di lire per le bonifiche. «Solo una parte è stata spesa, lo Stato non ha poi trasferito le risorse – ha concluso Cocco – serve una battaglia per sbloccare queste risorse e renderle disponibili ai comuni. Ora però occorre concentrarsi sul fatto che i lavoratori devono mantenere l’occupazione e che i servizi devono essere garantiti. Questo si può fare solo con la proroga».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis (Fi) si è detto favorevole al provvedimento ed ha ricordato che è un’ iniziativa del Consiglio regionale: «Siamo disponibili ad aggiungere le firme alla proposta di legge ma deve essere chiaro che si tratta di un provvedimento tampone che scongiura il licenziamento di oltre 500 lavoratori e certifica il fallimento delle politiche attive del lavoro da parte della Giunta regionale».

«La Giunta – ha affermato il capogruppo della minoranza – chiede la proroga di un anno per evitare un epilogo negativo per i lavoratori del parco Geominerario e dell’Ati-Ifras e  la situazione fotografa lo stato del lavoro in Sardegna dove aumenta la disoccupazione e si riducono i consumi». Pittalis ha proseguito con le critiche alla Giunta e ha definito autentiche bufale “i patti” sottoscritti di recente con il Governo.

«Basta con gli inganni ai sardi – ha tuonato l’esponente Fi – e basta alimentare false aspettative nei territori sul lavoro e l’occupazione».

Pietro Pittalis ha quindi insistito sul ritardo con il quale la Giunta procede con il bando internazionale ed ha dichiarato il voto favore: «Ma questo voto equivale ad una dichiarazione di sfiducia all’operato della Giunta regionale».

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha precisato di intervenire in veste di vice presidente dell’esecutivo regionale per sottolineare “l’importanza che la Giunta attribuisce al provvedimento in discussione, il cui obiettivo è quello di tutelare l’interesse primario dei lavoratori e salvaguardare il servizio pubblico che questi lavoratori stanno garantendo”.

L’assessore ha quindi evidenziato che la proroga che il Consiglio si accinge a votare “è concessa in presenza di una riscrittura dell’intervento operativo e nell’imminenza del bando europeo”. «Il nostro progetto – ha spiegato Paci – mette al centro l’interesse dei lavoratori e l’interesse pubblico che non è quello di garantire profitto a chi tanti anni fa ha vinto una gara d’appalto e se l’è vista prorogare di volta in volta con un profitto del 15% sul costo del lavoro».

«Oggi – ha proseguito il vicepresidente della Regione – diamo la proroga sapendo che il quadro è cambiato grazie al lavoro serio di questa giunta e di questa maggioranza».

L’assessore ha concluso l’intervento ribadendo il favore della Giunta alla Pl. 384 e replicando alle critiche arrivate da alcuni esponenti della minoranza ha ricordato i principali interventi posti in essere dalla Giunta per il lavoro e lo sviluppo.

Il capogruppo di Fi, Pittalis ha quindi chiesto la possibilità di conoscere i nuovi progetti approvati sul Parco Geominerario e l’assessore Paci ha assicurato che è in corso la trasmissione dei documenti al Consiglio regionale.

In sede di dichiarazione di voto il capogruppo dei Riformatori, Dedoni, ha sottolineato che “non vi è traccia di nuovi progetti e nuovi piani operativi e che dunque la proroga è votata senza novità rispetto al passato”.

Marco Tedde (Fi) ha annunciato  voto favorevole nonostante alcune considerazioni critiche: siamo in ritardo e qualcuno è responsabile del ritardo con il quale si procede.

«La Giunta dedica troppo tempo all’autopromozione – ha concluso Tedde – e poco alla ricerca delle soluzioni concrete per risolvere i problemi».

Ignazio Locci (Fi) ha affermato: «Faccio un plauso all’assessore Paci e la Giunta per aver cambiato posizione affermando come prioritario l’interesse di tutti i lavoratori del Parco Geominerario. Voto a favore».

Annmaria Busia (Cd, Misto) ha dichiarato voto a favore ma “con vergogna”. «Voto a favorevole  solo per i lavoratori perché la politica dal 2001 è responsabile di una situazione disperata che abbiamo ereditato, basta a ricordare che nel 2001 non si è svolte alcuna gara ma i servizi sono stati affidati con affidamento diretto all’Ati-Ifras».

Giorgio Oppi (Udc) ha dichiarato voto a favore: «Preciso che dal 2004 al 2009 governava il centrosinistra e in Giunta sedeva anche l’attuale presidente dell’esecutivo, annuncio, dunque, una richiesta di accesso agli atti sull’argomento».

Piero Comandini (Pd) ha annunciato voto a favore: «Ricordo però che il Parco Geominerario rappresenta una delle più grandi incompiute della Regione». (A.M.)

Il consigliere Alberto Randazzo si è detto a favore «ma allibito perché è mancata trasparenza soprattutto sui rapporti fra i lavoratori e Giunta regionale; ha rispetto per i 500 lavoratori che stanno tutti i giorni nei cantieri ma sarebbe stato meglio sopprimere dal testo le parole “in attesa” perché così si alimenta ulteriore incertezza». Il Consiglio, ha concluso, «ha diritto di conoscere tutti i documenti che riguardano il progetto del Parco Geominerario».

Il consigliere del Pd Luigi Ruggeri ha precisato di essere a favore «ma senza grande entusiasmo, perché da una parte va dato il giusto peso alle innovazioni introdotte dalla Giunta senza peraltro dimenticare i problemi di un affidamento senza controlli sulle attività svolta anche se in questa situazione non si poteva fare diversamente: però dall’altra restano alcuni elementi di amarezza perché si sta continuando ad assicurare stabilità lavorativa a persone che provengono da grandi crisi industriali, a differenza di quanto accade nei contesti di piccole e piccolissime imprese di cui quali nessuno si fa carico».

Il consigliere del gruppo Misto Mario Floris ha messo in evidenza in apertura che in realtà «l’affidamento di cui si parla è stato deciso a suo tempo non dalla Regione ma dai ministeri competenti». Ricordando poi la sua intenzione di intervenire sull’ordine dei lavori e riferendosi al dibattito sulla riforma costituzionale, Floris ha sostenuto che «quanto accaduto recentemente presenta molte anomalie, in ordine ad una riforma costituzionale che ci dà la dimensione dei pericoli che corriamo; rispetto a questo non possiamo restare indifferenti e, soprattutto, non possiamo restare indifferenti rispetto ad un Governo che entra a gamba tesa nella competizione referendaria, cosa mai accaduta nel passato, per sferrare un attacco fortissimo contro l’autonomia regionale».

Il presidente Ganau ha osservato che alcuni temi sollevati dal consigliere Floris non sono attinenti al dibattito ed al passaggio consiliare delle dichiarazioni di voto.

Il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi, dopo aver premesso che «sarebbe stato giusto lasciare la parola al presidente Floris perché si può intervenire anche durante le dichiarazioni di voto, ha detto che «qualcuno tenta di difendere l’intervento della Giunta ma non si può dimenticare che sono passati tre anni trascorsi i quali non si può parlare di un grande progetto e non si può prendere in giro il Consiglio regionale, basta con i richiami strumentali al passato perché a metà legislatura non reggono più, che la maggioranza si metta d’accordo con se stessa».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis si è dichiarato favorevole alla legge «ma questo voto non si può far passare nè come giudizio storico nè come valutazione su quanto proporrà la Giunta regionale; il senso del voto è piuttosto quello di dare ai lavoratori la garanzia che, in attesa della definizione del progetto ci sarà la continuità lavorativa; è vero che ci sono problemi non sono attribuibili al Consiglio su responsabilità e controlli, ma il Consiglio deve legiferare tenendo presente l’interesse pubblico».

Il capogruppo di Foza Italia Pietro Pittalis, in premessa, ha lamentato la sottovalutazione dell’intervento del consigliere Floris che stava per formulare una proposta sull’ordine dei lavori «perché qualcuno sta confezionando msu specialità ed autonomia della Sardegna anche con le recenti visite della signora ministro (perché non ci sto a storpiare la lingua italiana), tentando di mettere la sordina al dibattito sull’autonomia sarda in presenza di una riforma costituzionale». Sul provvedimento, secondo Pittalis, «è sbagliato sovrapporre ruoli politici ad altri perché qualcuno ha conflitti di interesse e lucra sulle spalle dei lavoratori e spero di avere l’occasione di approfondire queste questioni con una operazione verità; l’assessore Paci, poi, parla di piano ma il piano non c’è».

Il consigliere Angelo Carta, sardista, ha ricordato che «l’assessore Mura venne in conferenza dei capigruppo a proporre il ricorso all’art. 102 ed alla procedura d’urgenza per istituire una commissione di analisi sulle procedure seguite perché in assessorato non c’è nessuno disposto a farlo, in modo da consentire al dirigente di firmare il provvedimento; questo accadde in estate, segno che la pratica era rimasta molto indietro».

Christian Solinas, anch’egli sardista, ha affermato che «la volontà politica è comune ma questa non è la soluzione, perché l’amministrazione proroga decine di convenzioni in attesa delle gare, mentre qui si sta prorogando con l’ombrello del Consiglio regionale pur non essendo una sua competenza e l’operazione è di natura diversa e copre, fra l’altro, chi è fuggito di fronte alle sue responsabilità».

Subito dopo il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge e, successivamente i primi 3 articoli che la compongono all’unanimità, con 54 voti.

Sull’art. 3/bis il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sollecitato chiarimenti sulle coperture finanziarie, sia del 2016 (che sarebbe solo parziale) che per gli anni successivi.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha precisato che, per il 2016 le coperture sono da completare, per circa 8 milioni, mentre quelle per gli altri anni dovranno essere analizzate alla luce del nuovo bando. Subito dopo il Consiglio ha approvato anche l’art.3/bis.

Prima del voto finale, prendendo la parola per dichiarazione di voto, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha ribadito il parere favorevole del gruppo, osservando però, anche sulla base di quanto affermato dal consigliere Christian Solinas, che «ci sono elementi che potrebbero determinare l’impugnazione da parte del governo perché la proroga di una gara è un atto amministrativo che rientra nella sfera gestionale e non in quella legislativa; il Consiglio, quindi, sta esercitando un ruolo di supplenza nei confronti della Giunta troppo attenta al marketing e all’autopromozione ma qui sono in gioco questioni diverse cioè, nello specifico, fare atti amministrativi nei tempi stabiliti, questo modo di procedere è uno schiaffo all’ordinamento regionale e prima o poi dovremo riflettere su questa maniera sbagliata di legiferare».

L’altro vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda si è detta dispiaciuta dall’andamento del dibattito «perché dalla minoranza sono arrivati segnali di distensione ma non al punto di dimenticare che questa partita è aperta da tre anni; per carità, sappiamo che è una partita complessa nella legittimità e che occorre salvaguardare i posti di lavoro mettendo in campo un nuovo progetto, ma è inutile negare che ci sono state incomprensioni fra la Giunta e la maggioranza; lo dimostra anche l’intervento dell’assessore Paci al posto dell’assessore Mura, competente per materia».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la legge che il Consiglio ha approvato con 54 voti favorevoli. Subito dopo ha tolto la seduta.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo finale della legge che è stata approvato all’unanimità (52 voti favorevoli su 52 votanti).

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Sabato 5 novembre, presso la Sala Conferenze Planetario dell’Unione Sarda, alle ore 17.00, ospiterà il convegno per promuovere la nuova legge n. 166/2016 contro lo spreco alimentare, promossa dall’on. Maria Chiara Gadda, organizzato dall’on. Piero Comandini, componente della V Commissione consiliare Attività Produttive.

La legge non disciplina solo la soddisfazione di un bisogno e la semplificazione burocratica delle donazioni dei prodotti alimentari e farmaceutici ma anche e soprattutto di responsabilità sociale d’impresa e degli effetti sociali e ambientali nelle realtà in cui ci si trova ad operare.

Un tema, questo, sempre più attuale in una società dove in parallelo assistiamo da un lato allo spreco ed al superfluo, dall’altro alla forte crisi caratterizzata da risorse economiche e naturali sempre più scarse. Proprio per questo da molto tempo si parla della riduzione dei rifiuti alimentari attraverso la prevenzione e la donazione, e dopo le prime strategie e direttive, anche a livello europeo, finalmente l’Italia si è dotata di una normativa che disciplina la donazione e promuove le buone pratiche che, per essere efficaci devono essere disciplinate, diffuse e condivise diventando modelli culturali esportabili. Da questa convinzione, da un’analisi quantitativa e qualitativa dell’eccedenza nonché dall’esigenza di creare una rete territoriale impegnata nella lotta agli sprechi che veda coinvolto, oltre al mondo del volontariato anche tutte le filiere agroalimentari, nasce la legge che presuppone uno scambio non economico di prodotti alimentari e farmaceutici.

Una missione questa che deve vederci tutti coinvolti ed impegnati con l’obiettivo di raccogliere quanti più consensi possibile così da garantire la donazione continuativa dei prodotti alimentari e farmaceutici invenduti; lo spreco alimentare costituisce prima di tutto una questione sociale e politica, con la prevenzione possiamo contribuire e favorire, oltre alla riduzione dello spreco, al sostentamento delle fasce più deboli, tenendo conto della natura dei prodotti e garantendo comunque l’idoneità degli stessi sul piano igienico-sanitario.

Interverranno, oltre all’on. Piero Comandini e all’on. Maria Chiara Gadda, don Marco Lai Caritas Diocesana di Cagliari; Efisio Perra, presidente della Coldiretti Cagliari; Alberto Bertolotti, presidente Confcommercio Sardegna; Michele Orlandi, responsabile Conad Tirreno Sardegna; Giorgio Frasconi, presidente del Banco Alimentare Sardegna e, infine, Maria Pia Orrù, presidente di Federfarma Cagliari.

Piero Comandini 6

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Maria Grazia Piras 4

La Regione metterà in campo tutti gli strumenti a sua disposizione per scongiurare la chiusura dello stabilimento Vesuvius di Macchiareddu. Lo ha ribadito l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, sentita questa mattina dalla Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale.

«La multinazionale inglese, presente nei siti industriali di Assemini, Genova e Avezzano, ha deciso di delocalizzare la produzione nell’Europa dell’est – ha detto Maria Grazia Piras – l’interlocuzione avuta il 18 ottobre scorso al Mise con i rappresentanti di Vesuvius Italia non ha prodotto risultati apprezzabili. Nei prossimi giorni si terrà un ulteriore incontro al Ministero, questa volta con i massimi rappresentanti della società che produce materiali refrattari per l’industria siderurgica mondiale.»

La vertenza, esplosa alcune settimane fa dopo la decisione del gruppo Vesuvius di chiudere gli stabilimenti di Assemini e Avezzano, riguarda circa 200 lavoratori, 105 dei quali impiegati in Sardegna. Se non interverranno novità, dal prossimo 31 dicembre scatteranno i licenziamenti. «Finora Vesuvius ha respinto sia le proposte della Regione, disponibile ad intervenire per abbattere i costi dell’energia e dei trasporti, che dei lavoratori, pronti ad affrontare tagli sul costo del lavoro – ha spiegato Maria Grazia Piras – la questione è ora in mano al Governo».

La produzione italiana della multinazionale, che nel nostro Paese ha un giro d’affari di 80 milioni di euro su un fatturato complessivo di 1,7 miliardi, è in gran parte destinata all’Ilva di Taranto. Anche in caso di delocalizzazione dell’impresa continuerà a vendere alle industrie italiane. Un aspetto su cui si sono soffermati i componenti della Commissione, in particolare il consigliere del Pd Piero Comandini: «E’ impensabile – ha detto – che un’azienda con una forza lavoro giovane e  professionale, produttiva e forte sul mercato decida improvvisamente di chiudere e di trasferirsi altrove. Il Governo può intervenire almeno per rendere più difficoltosa la vendita del prodotto ad un’azienda come l’Ilva di Taranto, oggi commissariata. Altra questione da affrontare è quella delle bonifiche. Chi inquina deve pagare».

«Sono due dei punti discussi con il Governo – ha assicurato Piras – che verranno posti sul tavolo al prossimo incontro con i vertici di Vesuvius». Nel dibattito sono poi intervenuti i consiglieri Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda), Gianmario Tendas (Pd), Antonio Gaia (Upc), Piermario Manca (Pds), Marco Tedde (Forza Italia) e Gianluigi Rubiu (Udc).

I rappresentanti della minoranza (Tedde e Rubiu) hanno espresso forti dubbi sul fatto che Vesuvius possa ritornare sui suoi passi e hanno invitato l’assessore a lavorare su una normativa più stringente che imponga alle aziende che svolgono attività utilizzando il suolo sardo la presentazione di fideiussioni a copertura di eventuali danni all’ambiente.

L’assessora ha chiarito che per il momento in Sardegna solo l’attività di cava prevede un obbligo di ripristino dei suoli, in virtù di una legge del 1986. Piras si è infine impegnata a verificare, su sollecitazione del consigliere Pier Mario Manca, la percentuale della materia prima prodotta in Sardegna (bentonite e caulino) e utilizzata nello stabilimento di Assemini. Un passaggio importante per capire l’impatto dell’eventuale chiusura dello stabilimento sull’indotto e dell’attività estrattiva sul suolo sardo.

L’assessore, nel corso dell’audizione, ha inoltre illustrato le proposte di modifica della Giunta al P/130 “Fondi di capitale di rischio (venture capital) per investimenti in equità per la creazione e lo sviluppo di imprese innovative”. La Commissione ha espresso parere favorevole con la sola astensione del consigliere di Forza Italia Marco Tedde.

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La commissione Attività produttive, presieduta dall’on. Luigi Lotto (Pd) ha tenuto un intenso ciclo di audizioni per raccogliere dai diversi portatori di interesse indicazioni utili per la predisposizione della nuova legge sul turismo.

Confindustria, Confapi, Confcommercio e Confesercenti hanno ribadito, in un documento unitario, le loro perplessità sulla legge che ritengono eccessivamente rigida. Il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu, in particolare, ha auspicato «una profonda modifica del testo per renderlo più semplice ed efficace, in grado anche di sviluppare di sviluppare una nuova domanda di Sardegna nei mercati internazionali con una governance integrata delle politiche di settore». Scanu ha insistito anche sulla necessità di contrastare l’abusivismo, ricordando che «il 65% del turismo in Sardegna non transita presso le strutture ufficiali e rappresenta una sommerso che, in termini reali, potrebbe superare 20 milioni di presenze».

Passando al fronte sindacale Michele Carrus della Cgil ha definito la legge «da un lato troppo dettagliata e dall’altro priva di grandi novità rispetto al dibattito pubblico di molte parti della società sarda sulle prospettive del turismo, anche se non mancano aspetti positivi come l’osservatorio sulle politiche di settore ed il Piano strategico regionale». Carrus ha poi messo l’accento «sull’intollerabile precariato che caratterizza il turismo, comparto che assorbe circa un quarto dei voucher mentre bisognerebbe invece prestare attenzione a quelle imprese che utilizzano lavoro buono». «Fra i soggetti del partenariato – ha concluso – è un errore non inserire le rappresentanze dei lavoratori, errore che del resto non compare nel Piano strategico nazionale dove si sindacati sono presenti anche nella cabina di regia».

Per la Cisl Giuseppe Atzori ha evidenziato la necessità di una maggiore semplificazione, sottolineando che «l’approccio al turismo va allargato ai sistemi territoriali e locali superando il perimetro strettamente alberghiero». Secondo Andrea Lai della Uil, infine, «occorre privilegiare la qualità del lavoro esigendo il rispetto di standard elevati soprattutto dalle aziende che utilizzano risorse pubbliche».

Il segretario generale dell’Anci Umberto Oppus, annunciando un documento dei Comuni sardi, ha formulato alcune proposte migliorative. «Condividiamo l’impianto della legge – ha affermato – e ci sembra utile specificare meglio alcune parti, differenziando gli itinerari del turismo religioso dai cosiddetti cammini, affiancando al turismo culturale anche quello letterario legato ad autori sardi e ad intellettuali che hanno parlato della Sardegna, classificando in modo diverso i B&B a seconda che si tratti di dimore storiche o rurali».

A nome della Fish (associazione portatori di handicap) Carmelo Addaris ha ricordato che «in Europa il turismo dei disabili e dei loro accompagnatori muove 80 milioni di persone e la Sardegna intercetta questo mercato solo in minima parte; colpa delle strutture alberghiere (come dei portali web) che per l’85% non sono accessibili e della scarsa formazione degli operatori della ricettività».

Di potenzialità sottovalutate ha parlato anche Italo Senes di Assonautica, mettendo l’accento sul fatto che «nei nostri porti turistici non solo mancano dotazione essenziali come distributori di carburante e servizi igienici ma soprattutto si avverte l’assenza di un aggancio col territorio, nonostante il turista nautico sia da sempre disponibile a prolungare il suo soggiorno se adeguatamente interessato e motivato». Senes ha poi fatto un cenno a tendenze emergenti come quella del Boat&Breakfast, «dove il turista risiede e pernotta in barca utilizzando servizi che trova nei dintorni attraverso una rete di accordi fra gli operatori portuali e i pubblici esercizi; il porto, insomma, diventa una specie di albergo diffuso».

Casa artigiani, rappresentata da Salvatore Carvone, ha espresso una valutazione positiva sulla legge, invitando la commissione a prestare attenzione alla mobilità interna che «in Sardegna è molto carente e potrebbe essere potenziata dall’inserimento nei pacchetti di offerta del noleggio di un’auto, che oggi ha costi contenuti». Carvone ha poi proposto il riordino della toponomastica in chiave turistica e di richiamo per i prodotti tipi dell’Isola.

Giacomo Attardi, presidente regionale del Cai (Club alpino italiano) si è soffermato sul turismo escursionistico, ricordando che l’organizzazione ha stipulato alla fine del 2015 un protocollo d’intesa con l’Ente foreste (oggi Agenzia Forestas) «che prevede la realizzazione di una rete escursionistica regionale di oltre 500 km nei territori di 15 Comuni, mentre per il 2017 è prevista la sistemazione del tratto sardo del cosiddetto Sentiero Italia, da Santa Teresa di Gallura a Cagliari, lungo una dorsale di circa 500 km». Per quanto riguarda il testo della legge, Attardi ha sollecitato classificazione fra le strutture ricettive di aree escursionistiche come «rifugi non presidiati, capanne e antichi cuiles dismessi, prevedendo in questi siti anche aree di campeggio per soste non superiori ai 5 giorni».

Di utilizzo degli ovili «ovviamente in accordo con i pastori» ha parlato anche il presidente regionale dell’Uisp Salvatore Farina, che ha suggerito poi la separazione fra le rete escursionistica ed i percorsi su vie ferrate e di arrampicata «che sono una tipologia sportiva per la quale sono necessarie competenze ed abilità specifiche». Farina ha segnalato inoltre la necessità di una maggiore qualificazione professionale e culturale delle guide turistiche, secondo indirizzo di studio definiti dal Ministero affiancati da tirocini formativi.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Marco Tedde (Forza Italia), Angelo Carta (Psd’Az), Piero Comandini, Gianmario Tendas e Giuseppe Meloni (Pd), Pier Mario Manca (Pds), Luigi Crisponi (Riformatori) e Gianluigi Rubiu (Udc).

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia