20 April, 2024
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Il 7 dicembre 2023 è un giorno tristissimo per il Sulcis Iglesiente. Il nostro Sistema sanitario è stato privato del Reparto Specialistico di Urologia del Sirai. Simile sorte spetta a Ortopedia e Traumatologia, all’Ostetricia e poi ad altri reparti ancora. Il verbo con cui è stata ufficialmente chiusa l’Urologia è “accorpata” alla Chirurgia Generale. Chi legge potrebbe immaginare che il Personale Medico e Infermieristico dell’Urologia, con al seguito i 12 posti letto e i suoi 12 ammalati siano stati accolti dentro il Reparto di Chirurgia Generale. Non è così. I posti letto sono stati chiusi e il personale infermieristico è stato disperso in diversi altri Reparti. I Chirurghi Generali, che non sono Urologi, hanno avuto l’ordine di fare le guardie e curare i malati Urologici. Conclusione: l’Urologia è chiusa e non ci sarà più un suo servizio al livello qualitativo di prima. Attenzione!, non si tratta di parole impropriamente utilizzate. Si tratta di un metodo di comunicazione universalmente adottato che serve a non generare conflitti e a non generare resistenze. Con tale metodo il popolo sulcitano-iglesiente viene sedato e privato del suo diritto naturale e Costituzionale ad avere assistenza sanitaria. Proprio questo è il punto: l’uso improprio delle parole senza controllare il loro significato.

Fino a qualche tempo fa si utilizzava il greco e il latino per confondere e suggestionare l’ascoltatore poco preparato. Nel Sulcis si utilizzava un idioma misterico, “su Suspu” che capivano pochi eletti e serviva a non far intendere ai popolani il contenuto del discorso e tenerli al di fuori dalle decisioni prese contro la loro volontà. Quando si usa la comunicazione con lo scopo di renderne incomprensibile il contenuto reale, si sta facendo violenza all’interlocutore e se ne carpisce abusivamente il consenso. Così se si ottiene proditoriamente il consenso per atti che comportano un danno a chi lo concede si sta attuando un inganno. Storicamente i periodi di festa sono i più adatti a promulgare leggi o delibere che vanno contro l’interesse dei singoli. Le feste importanti e molto sentite, come il Natale, hanno la capacità di sedare l’umore popolare e di sopire l’istinto di rivolta fatto di “difesa e attacco”. Basta guardarsi attorno per capire perché è stato scelto questo periodo festivo per chiudere Urologia. Tutto ispira serenità: luminarie, giochi, maschere, alberi adornati, canti giulivi, renne e babbi natale. In tutte le città del Sulcis il mondo è diventato una universale Disneyland felice e giocosa. Per i bambini moderni e per quelli ridiventati bambini il Gesù di oggi che nacque a “Topolinia” o a “Paperopoli” i genitori (Maria e Giuseppe) viaggiavano su una slitta trainata da renne e il riscaldamento nell’albergo a 5 stelle di Betlemme veniva da pannelli solari di ultima generazione. Questo che viene diffuso è un messaggio figurato ma ugualmente ingannevole come quello che dice: «L’Urologia è da oggi accorpata alla Chirurgia Generale». Siamo in preda ad una nuova religione governata da una oscura, invisibile e sconosciuta gerarchia tecnologica che ha potere sulla psiche umana. Questo potere si gestisce orientando la politica al di fuori dal percorso indicato dalla volontà popolare e indirizzando i fondi pubblici al di fuori dal Sistema di Solidarietà sociale indicato dalla Costituzione.
In questo mondo fatato copiato dai fumetti di Walt Disney e dalla favolistica Nord Europea è avvenuto l’oblio del messaggio popolare trasmesso dal Natale: la nascita di un povero in una stalla scaldato dal tepore degli animali su un lettino di paglia, e assistito dalla solidarietà sociale che non chiede ricompensa. Esattamente nello spirito della laicissima legge di Riforma Sanitaria del 1978. Il vero Natale parla della durezza delle condizioni economiche e della necessità di arrangiarsi sebbene si venga esclusi dal sistema di potere politico dominante. Un messaggio esattamente contrario a quello del mondo a fumetti di Disneyland.
Nel 1883 un certo Carlo Collodi svelò quest’inganno pubblicando il libro “Le avventure di Pinocchio”. L’argomento centrale della storiella del burattino è la “bugia”. La bugia centrale, la più educativa, si trova nel capitolo del “paese dei balocchi”, si cui si racconta di Lucignolo che convince Pinocchio a marinare la scuola per andare a divertirsi tra giostre e giocolieri nel Paese dei balocchi. Si scopre poi che gli organizzatori di quel divertimento avevano lo scopo di trasformare tutti i bambini che c’erano cascati in asini. L’indomani gli asini vengono catturati, bastonati, affogati e scuoiati; le pelli, conciate, vengono vendute al mercato per farne tamburi. Questa è la storia più educativa che esista intorno agli inganni degli imbonitori. Sono gli stessi imbonitori che con l’arte della propaganda conquistano le poltrone del potere di cui saranno vittime i fessi che ci crederanno. I fessi sono un esercito enorme e le pelli da conciare saranno tante e si faranno tanti tamburi da percuotere all’infinito.
Una volta ottenuto il controllo del potere, dopo aver carpito il consenso popolare, gli imbonitori inviano i loro fedelissimi a gestire il potere attraverso la macchina sociale, sia essa economica o politica. Costoro obbediscono ciecamente per soggezione anche se, probabilmente, non condividono i voleri e gli scopi di chi li ha designati. Ne fa una corretta descrizione Giuseppe Giusti nella poesia del 1852: “Sant’Ambrogio”. Egli, stando in chiesa a fianco degli scherani del dominatore austriaco, si rende conto che anche questi potrebbero essere brave persone, probabilmente vittime di chi le ha inviate, e scrive: «Povera gente, lontana dai suoi in un paese qui che le vuol male, chissà che in fondo all’anima poi non mandi a quel paese il principale».
C’è da credere che sia così anche oggi e che gli inviati dal potere centrale trovino scandaloso l’abuso che si sta perpetrando contro il popolo sottomesso. Di abuso si tratta, appunto.
E’ esattamente quello che si sta perpetrando contro gli ospedali del Sulcis Iglesiente, oggi privi di potere e inermi.
L’abuso è smodatamente sfacciato ed è vistosamente documentato nelle delibere pubblicate ufficialmente negli atti aziendali. In breve gli specchietti che seguono sintetizzano il concetto espresso:
– ASL n. 8 di Cagliari: previsti 483 posti letto – 4.128 dipendenti

– Brotzu di Cagliari: 770 posti letto – 3.174 dipendenti

– Azienda Universitaria Ospedaliera di Cagliari: previsti 446 posti letto

– Cliniche private di Cagliari: 576 posti letto

Totale: 2.275 posti letto – 7.302 dipendenti (non sono citati i dipendenti dell’AOU e delle cliniche private).

Dove sta l’anomalia nei dati riferiti dalle delibere aziendali? Sta nel fatto che mentre le Aziende Ospedaliere e le cliniche private cagliaritane dichiarano di possedere in tutto 2.275 posti letto, la ARES dichiara di avere a Cagliari solo 1.422 posti letto.
Significa che Cagliari ha 853 posti letto più del dichiarato. E questo è a nostro danno.
ARES è un Ente regionale che dipende direttamente dall’assessorato della Sanità e non può essere all’oscuro della discrepanza tra posti letto detenuti e quelli dichiarati. Chi dovrebbe controllare è AGENAS (che è un ente di controllo ministeriale), ma non risulta che abbia controllato. Infatti, se controllasse, si accorgerebbe che esiste una discrepanza fra posti letto all’interno della provincia di Cagliari e posti letto nella provincia del Sulcis Iglesiente. Ciò è in contrasto con il principio di equità garantito dalla Costituzione.
Speriamo che non sia vero e che si tratti di un errore di battitura, perché il contrasto con l’esiguo numero di posti letto concesso al Sulcis Iglesiente è francamente inspiegabile. Così come sono del tutto inspiegabili sono alcune variazioni in diminuzione dei posti letto di cui è titolare la ASL del Sulcis Iglesiente.
Infatti, avviene questa anomalia a nostro danno: mentre nell’atto aziendale della ASL 7 del 16 maggio 2023 è stato deliberato e approvato dai 23 sindaci del Sulcis Iglesiente, che a noi spettano 313 posti letto (di cui 186 al Sirai e 127 al CTO) oggi, per effetto di una delibera, la 568 del 29 settembre 2023, con la quale è stata approvata la relazione sulle strutture sanitarie, socio-sanitarie e ospedaliere pubbliche e private accreditate, alla nostra ASL sono stati decurtati 44 posti letto (da 313 a 269, di essi saranno 142 al Sirai, 120 al CTO e, infine, 7 al Santa Barbara).
A ciò si aggiunge che nel bilancio preventivo per il triennio 2024-2025-2026 gli ospedali cagliaritani saranno finanziati sia per aumentare ulteriormente il numero dei medici e infermieri, sia per acquisire nuove attrezzature tecnologiche. Al contrario i nostri Ospedali, CTO e Sirai, non aumenteranno il personale e non avranno finanziamenti per aggiornamento tecnologico.

Ecco fatto.
Il potere cagliaritano è pesante da sopportare sulle esili spalle dalla ASL 7. Da un punto di vista amministrativo si sta perpetrando una dinamica di “abuso di posizione dominante”.
Abbiamo un problema: i difensori dei nostri interessi che abbiamo elevato ai vari livelli politici (sindaci, consiglieri regionali) non conoscono queste delibere.
Aspettiamoci che in futuro i cosiddetti nostri governanti si sforzino ad impedire che qualcuno ci trasformi in tanti tamburi come avvenne agli asini di Pinocchio.
Per ora l’unico sindaco che fece un’impresa epica occupando il pronto Soccorso del CTO impiantandoci una tenda, è stato quello di Iglesias. Vi è stata poi qualche sindaca e un sindaco di piccole cittadine che hanno affrontato flebilmente il problema. Se loro non si mobilitano, noi non possiamo farlo, perché essi passano e noi restiamo.

Mario Marroccu

Dopo 3 anni di assenza, ritorna il Carnevale di Carbonia che, per la prima volta, raddoppia i suoi appuntamenti: domenica 19 febbraio la tradizionale sfilata, il 26 febbraio la Pentolaccia. L’evento è organizzato dalla Pro Loco Carbonia, dal Centro Italiano della Cultura del Carbone (CICC) e dal Sistema Museale Locale con il patrocinio ed il contributo economico del Comune di Carbonia. L’animazione per grandi e piccini sarà curata dalla Angel Eventi.
Le iscrizioni alla sfilata, la cui scadenza è fissata per giovedì 16 febbraio, proseguono con ottimi risultati: stanno pervenendo adesioni da parte di numerosi gruppi e carri provenienti da Carbonia, dal territorio del Sud Sardegna e, finanche, dalla provincia di Cagliari. È confermata la presenza della maschera Crabò e di Pinocchio, guidato dall’artista Maurizio Lai nelle vesti di Geppetto.
«Finalmente, dopo tre anni di stop forzato causato dall’epidemia da Covid-19, la città di Carbonia potrà nuovamente riappropriarsi dei propri spazi di aggregazione, socializzazione e condivisione per festeggiare nel modo migliore il Carnevale. Prepariamoci ad assistere a un tripudio di colori, musica, folklore, goliardia e divertimento, con la tradizionale sfilata dei carri allegorici, dei gruppi di maschere e con la Pentolaccia», ha detto il sindaco, Pietro Morittu.
Il raduno della sfilata sarà in piazza Ciusa alle ore 15.00. Dopo aver percorso via Marche, via Cagliari, via Umbria, via Gramsci, via Fosse Ardeatine e via Manno, la sfilata giungerà in piazza Roma, dove la festa continuerà con musiche, balli e la premiazione dei gruppi. La piazza Roma, dalle ore 15 sino all’arrivo dei carri, sarà anche l’epicentro degli spettacoli di animazione per i più piccoli con truccabimbi, palloncini e dolci merendine.
Sono previsti premi per i primi tre carri classificati dell’importo rispettivamente di 700 euro, 500 euro e 400 euro, cui si aggiunge un primo premio assoluto di euro 300 per il miglior gruppo a piedi, se non incluso tra i primi tre classificati; un premio speciale di euro 300 per il miglior gruppo dei Comitati di Quartiere o delle frazioni partecipanti, se non incluso tra i primi tre classificati. Sono previsti contributi ai gruppi con carri o a piedi – ad esclusione dei vincitori – in occorrenza della somma complessiva messa a disposizione, secondo l’ordine di iscrizione.
Le iscrizioni al Carnevale di Carbonia potranno essere presentate sino a giovedì 16 febbraio 2023, compilando il modulo di iscrizione e la scheda tecnica, da inviare via email all’indirizzo: proloco.carbonia@hotmail.it .
Per maggiori informazioni sulla modulistica da compilare è possibile contattare via email la Pro Loco Carbonia.

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Domenica 24 marzo, alle 17.30, al Teatro delle Saline – piazzetta Billy Sechi n. 3/4, Cagliari – si apre la rassegna “Famiglie a teatro”. In scena per il turno A, “Il burattino impertinente”. Lo spettacolo, con la regia di Stella Iodice, della Compagnia Akròama. Dal team guidato da Lelio Lecis (direttore artistico) arriva l’ennesima conferma di qualità, arte, divertimento e cultura. Ovvero, un altro tassello di pregio per un  percorso di lavoro teatrale che sposa generi, commistioni, percorsi di elevato valore aggiunto in ambito locale, nazionale ed estero. Un mix di passione e suoni, interpretazioni e opere classiche rivisitate, adattabili a un pubblico eterogeneo ma non per questo distratto. La rassegna è supportata da ministero Beni culturali, Regione, comune di Cagliari e Fondazione di Sardegna.

Lo spettacolo. Chi non conosce la storia di Pinocchio, il burattino più famoso del mondo? Tra mille peripezie, inganni ed errori il nostro piccolo eroe cerca la via per diventare il bravo bambino che il suo papà Geppetto tanto desiderava. Nelle sue incredibili avventure Pinocchio si misura con le varie insidie che il mondo gli riserva, trovandosi più volte a dover ricorrere all’aiuto del Grillo Parlante e della Fata Turchina per togliersi dai guai. Lo spettacolo racconta in particolare il momento che costituisce la “scena madre” della fiaba, in cui il burattino, ottenuta la libertà e cinque monete d’oro da Mangiafuoco – il terribile burattinaio che si fa intenerire da Geppetto – cade nel tranello del Gatto e della Volpe e rischia di essere derubato a causa dell’avidità di voler vedere crescere il suo piccolo tesoro. Nella fiaba di Collodi il gioco dell’oscillazione tra virtù e tentazione nel percorso verso la maturità è continuo ed incessante. Ogni ostacolo e opportunità segnano una fase di questo percorso. Qui Pinocchio si misura con l’ambizione a possedere più di quanto gli serva per aiutare il suo papà, l’avidità appunto, e dovrà fare i conti con il pericolo di non poter più tornare sui suoi passi. Saranno come sempre i suoi angeli custodi a salvarlo e la lezione che ne scaturirà porterà pinocchio a considerare con più umiltà il ricongiungimento a Geppetto ed il valore dell’affetto dei suoi cari come bene infinitamente più prezioso di qualunque tesoro. Il “pezzo di legno”, grazie a questo prezioso insegnamento, sentirà finalmente battere dentro di sé il cuore di un bambino “vero”, trovando la felicità per sé e per il suo creatore-papà.

“Il burattino impertinente” ha in regia, più luci e fonica, Stella Iodice. Con Elena Idini, Emanuele Floris e Giuseppe Salaris.

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L’identità e la convivenza, le migrazioni, l’Europa e il Mediterraneo come spazio di ricchezza culturale e di confronto, i cambiamenti climatici, il futuro dell’Africa: il mondo e le sue trasformazioni sono al centro della IV edizione della Francia in scena che dal 10 maggio al 26 novembre presenta al pubblico italiano tutta la diversità e la vitalità della scena artistica francese fra musica, danza, teatro, performance, architettura, arti visive, circo, la programmazione speciale pensata per il pubblico più giovane e il progetto speciale Bibliothèques vivantes che ritorna anche quest’anno dopo il successo della scorsa edizione e che nel 2018 vedrà come protagonista il disegnatore François Olislaeger, firma della campagna di questa edizione.

73 proposte artistiche e 5 progetti espositivi per un totale di 220 date in 27 città italiane lungo 6 mesi di una programmazione segnata da 2 importanti eventi internazionali: la Biennale d’Architettura di Venezia e la presenza francese alla 12ª edizione di Manifesta, la Biennale d’Arte Contemporanea che quest’anno si svolge a Palermo, Capitale Italiana della Cultura 2018.

“La Francia in scena”, stagione artistica dell’Institut français Italia, è realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut français e del ministère de la Culture e della Fondazione Nuovi Mecenati.

Una stagione multidisciplinare che si apre il 10 maggio alla Stazione Leopolda di Firenze con Radhouane El Meddeb in occasione della 25ª edizione del Festival Fabbrica Europa. Il grande coreografo franco-tunisino presenterà A mon père, une dernière danse et un premier baiser, la prima di 13 proposte artistiche che rientrano nel Focus Young Mediterranean and Middle East Choreographers, frutto del lavoro in rete di 14 festival di danza che presentano performance e workshop in 14 città italiane con 9 artisti provenienti da Libano, Tunisia, Marocco, Siria e Iran, sostenuti, scoperti o prodotti in Francia. Parole d’ordine: scambio interculturale e mobilità artistica.  L’obiettivo è ancora una volta quello di offrire al pubblico italiano uno sguardo sui fermenti della scena contemporanea di quei paesi, nella convinzione che la vitalità di questa scena testimoni la ricchezza culturale delle società arabe spesso ignorata a causa delle tensioni, dei conflitti geopolitici ed etnico-religiosi che affliggono queste aree del mondo.

La programmazione della danza emergente dei paesi arabi e mediterranei costituisce una parte importante del Festival Fabbrica Europa di Firenze che nei mesi di maggio e giugno, fra la Stazione Leopolda e la Palazzina ex Fabbri presenta le creazioni di coreografi come Leila Ka, Xuan Le, Bassam Abou Diab con Jacopo Jenna, Shira Eviatar con Evyatar Said e Sina Saberi, coreografa iraniana che con il suo Prelude to Persianian Mysteries, riflessione sui 40 anni di oblìo della danza in Iran, sarà in scena l’1 giugno (dopo le 2 date precedenti al Cross Festival di Verbania il 28 maggio e a Interplay a Torino il giorno seguente), prima di fare tappa a La Strada Festival di Brescia, Inequilibrio di Castiglioncello, La Mama di Spoleto e Corpografie di Pescara. Sina Saberi sarà presente con una seconda coreografia, Damnoosh, a Fabbrica Europa, Inequilibrio e a Inteatro di Polverigi.

5 sono invece le date, fra maggio e settembre, in cui il coreografo siriano rifugiato in Francia Mithkal Alzghair presenterà a Torino, Pescara, Bologna, Potenza e Roma il suo Displacement, indagine sulle trasformazioni dell’identità e del corpo in un paese, la Siria, segnato da un conflitto devastante. Data unica l’8 giugno a La Strada Festival di Brescia invece per il coreografo libanese Bassam Abou Diab con As I Remember, performance sui rituali di nascita e morte della comunità drusa.

Radouan Mriziga, Seifeddine Manai, Jadd Tank/Nora Alami, Tommaso Monza, Giovanna Rovedo, Shady Abdelrahman, Ibrahim Abdo sono gli altri coreografi selezionati dal Focus Young Mediterranean and Middle East Choreographers e che presenteranno le loro creazioni nei vari appuntamenti de La Francia in scena.

Il 10 maggio alla Triennale di Milano invece Olivier Dubois, considerato fra i migliori danzatori al mondo, con la sua nuova creazione My body of coming forth by day aprirà la proposta della Rete I. N. Italia, nata dall’esperienza pluriennale di Finestate, network dedito all’internazionalizzazione e alla cooperazione nell’ambito delle arti performative. Dubois tornerà poi a settembre al Teatro Metastasio di Prato. Strategico negli anni è stato il rapporto tra il network e l’Institut français Italia, l’Institut français di Parigi, il ministero della Cultura francese e la Fondazione Nuovi Mecenati per favorire la circolazione e la promozione di tanti artisti francesi. Nel 2018, oltre alla creazione di Dubois, il network presenterà: Gala di Jérôme Bel, spettacolo con danzatori non professionisti al festival romano Short Theatre; Le tour du monde des danses urbaines en 10 villes, il progetto didattico-performativo sulla danza di strada di Ana Pi, Cecilia Bengolea e François Chaignaud in settembre a Roma sempre per Short Theatre e poi a Terni, Prato e Cagliari; l’installazione Les thermes firmata da Amicale de production, il concerto del duo franco-israeliano Winter Family e Faits et Gestes di Noé Soulier, al Teatro Metastasio di Prato per Contemporanea Festival il 26 settembre.

Nel segno della ricerca di un nuovo rapporto con il pubblico e nella costruzione di nuovi formati si iscrive invece la performance del camerunense Zora Snake all’Altofest di Napoli a luglio: preceduta da una residenza presso spazi privati di comuni cittadini napoletani, Au-delà de l’humain tira fuori gli aspetti rituali di un atto artistico facendo dialogare la tradizione Bamilékés con la danza Butoh. Allo stesso modo, per il Festival di Santarcangelo, la coreografa Panagiota Kallimani presenterà il 7 e l’8 luglio Arrêt sur image, frutto di una residenza creativa insieme a studenti fra i 7 e i 14 anni. In prima nazionale a Bolzano Danza il 23 luglio sarà la volta invece del celebre danzatore e coreografo Boris Charmatz con 10000 gestes, spettacolo che coinvolge 24 ballerini attenti a non ripetere mai lo stesso gesto sul palco.

Come ogni anno, si rafforza il prezioso dialogo con Romaeuropa Festival: 11 sono i progetti inseriti nel cartellone artistico della Francia in scena a partire dallo spettacolo inaugurale del REf18: Kirina, viaggio tra Africa e Occidente firmato dal coreografo Serge Aimé Coulibaly, dalla musicista e cantante Rokia Traoré e dallo scrittore e studioso Felwine Sarr, in scena al Teatro Argentina dal 19 al 22 settembre. La collaborazione prosegue il 29 e 30 settembre in Auditorium Parco della Musica con Saigon, spettacolo della giovane regista Caroline Guiela Nguyen che con la sua compagnia les Hommes Approximatifs ricostruisce un vero e proprio ristorante in cui s’incontrano attori francesi, francesi di origine vietnamita e vietnamiti alla ricerca di radici cancellate dalla storia. Sempre in Auditorium, dal 3 al 6 ottobre, lo spericolato duo Tsirihaka Harrivel & Vimala Pons approda per la prima volta a Roma con Grande -, ironico, adrenalinico “music hall” costruito attraverso folli acrobazie, musica dal vivo e poesia. Dall’11 al 20 ottobre al Teatro Vittoria il maestro Peter Brook porta in scena, insieme a Marie Hélène Estienne, The Prisoner affrontando il tema della giustizia e della prigionia. Alla dancehall giamaicana s’ispirano invece l’argentina Cecilia Bengolea e il francese François Chaignaud (già protagonisti del progetto didattico-performativo itinerante) nel loro DFS, inusuale accostamento tra questa danza di “resistenza” e la polifonia dei madrigali, in scena al Teatro Vascello il 23 e 24 novembre.

La collaborazione con Romaeuropa prosegue anche con REf kids + family nell’ambito della Generation Belle Saison, la sezione dedicata ai più piccoli. Per questa occasione, il Mattatoio si trasformerà in uno spazio interamente dedicato al giovanissimo pubblico tra spettacoli, installazioni, talk e playground. Sono protagonisti di questa sezione il duo visionario Clédat & Petitpierre in scena il 10 e 11 novembre con gli spettacoli Ermitologie e Il sogno di Antonio, oltre che con Parade Moderne, parata di personaggi fantastici ispirati alle più grandi opere dell’arte moderna che si articolerà al ritmo coinvolgente di una fanfara all’interno del Mercato di Testaccio; il musicista Jacques Tellitocci con il suo C’est Parti Mon Kiki dal 9 all’11 novembre e Thèâtre des Tarabates con La Brouille, dal 16 al 18 novembre.

Torino Danza sarà invece l’occasione per assistere alla creazione di Salia Sanou, frutto di un lavoro svolto in un campo profughi del Burkina Faso mentre dall’altra parte della Penisola, al Teatro Libero di Palermo arriverà la pioniera dell’hip hop francese Bintou Dembélé con S/T/R/A/T/E/S, in prima italiana. 

A rappresentare la Francia alla 16° Biennale Architettura di Venezia a partire dal 26 maggio ci sarà il progetto espositivo di 400 mq Lieux infinis che fra fotografie, mappe urbanistiche, film, plastici e disegni riunisce 10 luoghi di creazione e partecipazione che svolgono un ruolo da protagonista in zone un tempo abbandonate, dal Centquatre di Parigi al Tri Postal di Avignone. Luoghi dall’esistenza precaria o occupati in modo transitorio in cui l’architetto interviene prescindendo dalla struttura per creare legami, storie e possibili sviluppi. Luoghi non finiti e al tempo stesso senza limiti, come suggerisce il titolo. Il progetto espositivo, curato da Encore Heureux, sarà inaugurato il 26 maggio da una conferenza stampa cui prenderà parte l’archistar Jean Nouvel.

Il 16 giugno si viaggia invece in direzione di Palermo, Capitale Italiana della Cultura 2018, per l’apertura di Manifesta, la Biennale d’Arte Contemporanea itinerante fondata nel 1996 con l’obbiettivo di esplorare i paesaggi culturali di città significative dal punto di vista storico, geografico e artistico. Palermo, città ricchissima di storia e cultura al centro del Mediterraneo, incubatore di condizioni globali diverse, nonché luogo simbolo delle contraddizioni ma soprattutto del dialogo interculturale e delle potenzialità di sviluppo dell’Europa Mediterranea in dialogo con Medio Oriente e Nord Africa, inaugurerà Manifesta 2018 con il progetto Il Giardino Planetario: un progetto di riqualificazione del paesaggista Gilles Clément, teorico del mondo come un giardino in cui le diverse specie coesistono grazie all’egida del giardiniere, cioè l’umanità.

Sempre a Palermo, un evento collaterale di Manifesta, Le Syndrome d’Ulysse, installazione sonora immaginata da The Soundwalk Collective a cura di Massimo Torrigiani farà ascoltare voci venute da tutte le frontiere del Mediterraneo mentre lo scrittore marsigliese François Beaune darà forma, dopo una residenza di tre settimane accompagnato da tre complici – Lina Issa, artista-performer libanese, Hind Meddeb, regista tunisino/marocchino/francese e Gabrio Bevilacqua, musicista palermitano – a delle storie vere di Palermo.

Con l’apertura di Manifesta, il 16 giugno a Palermo si celebra anche 1000 Giovani per la Festa della Musica di Palermo: nella straordinaria cornice di Piazza Magione sul palco salirà Tshegue, duo francese afropunk originario di Kinshasa, pronto a travolgere il pubblico con la sua energia ipnotica e tribale in un concerto unico e imperdibile in collaborazione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Comune di Palermo, SIAE, Associazione Italiana per la Promozione della Festa della Musica, Meeting delle Etichette Indipendenti e Manifesta 12 Palermo.

La tournée del Cirque Bidon in Emilia-Romagna, a partire dal festival Artisti in Piazza di Pennabili che ospiterà la storica carovana dall’11 al 17 giugno, apre la “Génération Belle Saison”, sezione della Francia in scena dedicata al pubblico più giovane. Un’iniziativa fortemente voluta dal Ministero della cultura francese che proseguirà in autunno con un network che mette in collegamento la programmazione di New Generations – Segni d’infanzia a Mantova, il REF Kids del Romaeuropa Festival e il Teatro Koreja di Lecce.

Dopo il successo dello scorso anno torna “Bibliothèques vivantes”, il programma che punta a far incontrare lo spettacolo dal vivo e la performance con l’universo del libro. Protagonista di questa edizione sarà il disegnatore, fumettista e artista François Olislaeger (Charlie Hebdo, Libération, Les Inrockuptibles, Internazionale) che insieme al versatile violoncellista Gaspar Claus presenterà Ce qui tremble et brille au fond de la nuit noire, suggestiva live performance multimediale sulla notte, le stelle, il vento, la vita, che cambia continuamente davanti agli occhi dello spettatore in base alle reazioni del pubblico. Il 4 ottobre a Villa Medici a Roma, poi il 9 all’Institut francais di Napoli e l’11 ottobre a Firenze.

L’Institut français Italia accompagna il network di coproduzione in Italia che lega il Teatro di Roma – Teatro Nazionale, il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, l’Emilia Romagna Teatro Fondazione e la Fondazione Teatro Metastasio – Prato che quest’anno, co-producono La Maladie de la Mort, una produzione del Théâtre des Bouffes du Nord con la regia di Katie Mitchell con Laetitia Dosch e Irène Jacob in tournée con 12 rappresentazioni sul territorio italiano a Torino, Roma, Bologna e Prato. Ispirato a un testo di Marguerite Duras, lo spettacolo è un’esplorazione dell’intimità, del genere, della pornografia e del sesso.

Sul fronte musicale, si rinnova il dialogo con il festival internazionale Spring Attitude a Roma che quest’anno sposta la programmazione in autunno e presenta Tshegue e Jeremy Underground, alfiere della deep house. Sempre in autunno, la 27° edizione del Festival Milano Musica si prepara a ricevere l’Ensemble orchestral contemporain, Le Cris de Paris e due concerti eccezionali di Pierre-Laurent Aimard con l’Orchestra Sinfonica della Rai. Fra luglio e settembre invece il Festival franco-italiano di jazz Una striscia di terra feconda presenta 18 concerti franco-italiani e una residenza.

Nella prospettiva di una sempre più fertile attività di cooperazione bilaterale e di un forte rinnovamento del pubblico, La Francia in Scena è costruita grazie al dialogo serrato con le più importanti istituzioni culturali italiane e con le principale reti artistiche della penisola: Fabbrica Europa, Met Fondazione Metastasio, Contemporanea Festival, Triennale Teatro dell’Arte di Milano, Festival internazionale di Terni, Short Theater, Romaeuropa Festival, Altofest Festival di Napoli, Bolzano Danza, Torino Danza, Spring Attitude, Milano Musica, il Festival di Jazz Una Striscia di Terra feconda ma anche la rete I.N ITALIA, il Focus Young Mediterranean and Middle East Choreographers e Fabulamundi Playwriting Europe.

Quest’ultimo network internazionale di cooperazione coinvolge teatri, festival e organizzazioni culturali provenienti da 10 paesi europei (Italia, Francia, Germania, Spagna, Romania, Austria, Belgio, Regno Unito, Polonia e Repubblica Ceca) con l’obiettivo di creare una rete di sostegno e di promozione alla drammaturgia contemporanea che possa favorire il consolidamento e il potenziamento delle attività e degli artisti operanti nel settore, offrendo ai drammaturghi orizzonti di circuitazione, di dialogo, di scambio internazionale. Tra le attività programmate da Fabulamundi per il 2018, la Francia e i suoi autori spiccano nell’ambito delle nuove produzioni con ben due spettacoli. Si tratta di Les Époux di David Lescot, con la traduzione di Attilio Scarpellini e la regia e l’interpretazione della compagnia romana Frosini/Timpano, un progetto nato anche grazie al sostegno dell’Institut Français e che debutterà il prossimo autunno presso il Teatro di Roma. E Extremophile di Alexandra Badea, con la traduzione di Rossana Jemma e la regia e l’interpretazione della compagnia Nastro di Moebius, uno spettacolo che sancisce l’importante collaborazione con il festival di drammaturgia contemporanea Primavera dei Teatri di Castrovillari e che lì debutterà il prossimo 1° giugno. Infine, Fabulamundi Playwriting Europe presenterà dal 12 al 14 settembre a Roma nell’ambito di Short Theatre Mob Pro, programma internazionale di mobilità che condurrà la selezione degli autori francesi nei paesi partner del network per una serie di incontri con gli operatori di settore.

Si apre il 22 giugno con l’inaugurazione della mostra African Metropolis. Una città immaginaria al MAXXI – Museo nazionale delle Arti del XXI secolo, curata da Simon Njami e Elena Motisi, la programmazione romana della Francia in scena, la stagione artistica dell’Institut français Italia, realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut français e del ministère de la Culture, della Fondazione Nuovi Mecenati, che da maggio a novembre presenta al pubblico italiano tutta la diversità e la vitalità della scena artistica francese.

Al centro di questa edizione, le grandi sfide del contemporaneo: l’identità e la convivenza, la questione della mobilità e delle migrazioni, l’Europa e il Mediterraneo come spazio di ricchezza culturale e di confronto, l’apertura verso l’Africa, i cambiamenti climatici.

Dal 30 luglio al 22 settembre invece si potrà assistere alla programmazione dei 18 concerti del festival jazz Una striscia di terra feconda che segna un importante momento di cooperazione franco italiana. Fra l’Auditorium Parco della Musica, Villa D’Este a Tivoli, il Castello Savelli di Palombara Sabina e la Casa del Jazz (che ospiterà il concerto finale, frutto di una residenza creativa), si alterneranno i migliori nomi del panorama jazz francese e italiano fra cui Médéric Collignon, François Couturier, Vincent Courtois, Danilo Rea e Michele Rabbia.

Parte a settembre la programmazione che riguarda la danza, il teatro e la performance. Il 9 e 10 settembre al Teatro Argentina per il festival Short Theatre arriva Gala di Jérôme Bel, spettacolo con danzatori non professionisti in cui il coreografo francese offre la scena a coloro che generalmente ne sono esclusi. Sempre a Short Theatre, ma questa volta a La Pelanda, il 12 settembre appuntamento con il concerto del duo franco-israeliano Winter Family. Entrambi gli eventi rientrano nella programmazione della Rete I.N. Italia mentre del programma Fabulamundi . Playwriting Europe fa parte la presentazione a Short Theatre di Mob Pro, programma internazionale di mobilità che condurrà la selezione degli autori francesi nei paesi partner del network per una serie di incontri con gli operatori di settore. Ultimo evento della Francia in scena a Short Theatre, il 15 settembre alla Pelanda con il progetto didattico performativo sulla danza di strada di Ana Pi, Cecilia Bengolea e François Chaignaud dal titolo Le tour du monde des danses urbaines en 10 villes.

Come ogni anno, si rafforza il prezioso dialogo con Romaeuropa Festival: 11 sono i progetti inseriti nel cartellone artistico della Francia in scena a partire dallo spettacolo inaugurale del REf18: Kirina, viaggio tra Africa e Occidente firmato dal coreografo Serge Aimé Coulibaly, dalla musicista e cantante Rokia Traoré e dallo scrittore e studioso Felwine Sarr, in scena al Teatro Argentina dal 19 al 22 settembre. La collaborazione prosegue il 29 e 30 settembre in Auditorium Parco della Musica con Saigon, spettacolo della giovane regista Caroline Guiela Nguyen che con la sua compagnia les Hommes Approximatifs ricostruisce un vero e proprio ristorante in cui s’incontrano attori francesi, francesi di origine vietnamita e vietnamiti alla ricerca di radici cancellate dalla storia. Sempre in Auditorium, dal 3 al 6 ottobre, lo spericolato duo Tsirihaka Harrivel & Vimala Pons approda per la prima volta a Roma con Grande –, ironico, adrenalinico “music hall” costruito attraverso folli acrobazie, musica dal vivo e poesia. Dall’11 al 20 ottobre al Teatro Vittoria il maestro Peter Brook porta in scena, insieme a Marie Hélène Estienne, The Prisoner affrontando il tema della giustizia e della prigionia. Alla dancehall giamaicana si ispirano invece l’argentina Cecilia Bengolea e il francese François Chaignaud nel loro DFS, inusuale accostamento tra questa danza di “resistenza” e la polifonia dei madrigali, in scena al Teatro Vascello il 23 e 24 novembre.

La collaborazione con Romaeuropa prosegue anche con REf kids + family nell’ambito della Generation Belle Saison, la sezione dedicata ai più piccoli. Per questa occasione, il Mattatoio si trasformerà in uno spazio interamente dedicato al giovanissimo pubblico tra spettacoli, installazioni, talk e playground. Sono protagonisti di questa sezione il duo visionario Clédat & Petitpierre in scena il 10 e 11 novembre con gli spettacoli Ermitologie e Il sogno di Antonio, oltre che con Parade Moderne, parata di personaggi fantastici ispirati alle più grandi opere dell’arte moderna che si articolerà al ritmo coinvolgente di una fanfara all’interno del Mercato di Testaccio; il musicista Jacques Tellitocci con il suo C’est Parti Mon Kiki dal 9 all’11 novembre e Théâtre des Tarabates con La Brouille, dal 16 al 18 novembre.

Nel dialogo con Romaeuropa, infine, rientra anche il progetto, nato dalla collaborazione tra Lucia Ronchetti e i solisti dell’Ensemble InterContemporain, Le Avventure di Pinocchio, rilettura musicale dedicata a un pubblico di tutte le età della celebre favola, in scena dal 22 al 25 novembre all’Aula Ottagona (ex Planetario) in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma.

Nell’ambito del Focus Young Mediterranean and Middle East Choreographers dedicato alla danza contemporanea emergente dei paesi arabi e del Mediterraneo, il 27 settembre a Teatri di Vetro verrà presentata la creazione di Saifeddine Manai dal titolo Shine my blind way.

Si apre da Roma il 4 ottobre a Villa Medici il progetto speciale “Bibliothèques vivantes”, il programma che punta a far incontrare lo spettacolo dal vivo e la performance con l’universo del libro che nel 2018 vede la collaborazione dell’Accademia di Francia a Roma. Protagonista di questa edizione sarà il disegnatore, fumettista e artista François Olislaeger (Charlie Hebdo, Libération, Les Inrockuptibles, Internazionale) che insieme al versatile violoncellista Gaspar Claus presenterà Ce qui tremble et brille au fond de la nuit noire, suggestiva live performance multimediale sulla notte, le stelle, il vento, la vita, che cambia continuamente davanti agli occhi dello spettatore in base alle reazioni del pubblico. Il 15 novembre invece, sempre a Villa Medici, tornano alle origini la disegnatrice Catherine Meurisse e la coreografa DD Dorvillier con Vois-tu celle-là qui s’enfuit.

A dispetto del nome, quest’anno, Spring Attitude, il festival internazionale di musica elettronica si sposta in autunno e la presenza francese nella line up è, naturalmente, di tutto rispetto: il 5 ottobre l’ex Dogana verrà travolta dall’energia ipnotica e tribale di Tshegue, duo francese originario di Kinshasa che mescola radici afro, punk ed elettronica, e da uno dei maestri europei della deep house, Jeremy Underground.