23 December, 2025
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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sulla destagionalizzazione dei flussi turistici e tre mozioni, tra le quali quella sulla Portovesme srl.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n. 429 – Giunta regionale – “Interventi di promozione e comunicazione finalizzati alla destagionalizzazione dei flussi turistici.”

Prima di avviare la discussione generale sul provvedimento che stanzia 40 milioni di euro per la comunicazione e il marketing attraverso il sistema di trasporto aereo fino al 2020, numerosi consiglieri regionali hanno preso la parola sull’ordine dei lavori.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha ribadito la sua richiesta di restituire piena operatività alla commissione Governo del territorio perché, a fronte della indisposizione del presidente, «si registra il vuoto dell’assessore e si brancola nel buio e non si può sostenere l’impossibilità di convocare l’assessore dei Trasporti».

Il presidente Gianfranco Ganau ha assicurato che, una volta cessato l’impedimento del presidente Giuseppino Pinna, la commissione riprenderà la sua attività.

Anche il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) si è associato alla richiesta del collega Pierfranco Zanchetta.

Il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus ha invece sollecitato un incontro con i capigruppo sulle questioni aperte che riguardano l’Agenzia Forestas, ricordando che «la prima commissione sta proseguendo lo studio del contratto e bisogna fare il punto su una questione che riguarda un servizio primario della Regione».

Il presidente Ganau, annunciando che la conferenza dei capigruppo è già convocata per le 15.00, ha assicurato che il problema sarà affrontato in quella sede.

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco ha richiamato l’attenzione della presidenza sull’impegno formale, già assunto, per calendarizzare in tempi brevissimi due proposte di legge su Forestas,

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, esprimendo il suo sostegno alla richiesta dei colleghi Zanchetta e Pizzuto, sottolineando l’importanza del problema dei trasporti interni per isole minori.

Anche il consigliere del Pds Roberto Desini, si è associato alla richiesta evidenziando la necessità di discutere al più presto una proposta di legge, di 2 soli articoli, ora in commissione.

Dopo quest’ultimo intervento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza del Dl n. 429, il consigliere Antonio Gaia (Cps), per illustrare il provvedimento.

In apertura, Antonio Gaia ha espresso un plauso all’assessore ed all’intera commissione per i tempi rapidi con cui il provvedimento è stato assegnato all’Aula, mettendo l’accento sul fatto che si tratta «di una legge scarna ma ricca di sostanza perché movimenta risorse importanti per 40 milioni di euro, a sostegno della domanda turistica in bassa stagione; è una scelta strategica e di marketing molto innovativa che non comporta alcun aiuto alle compagnie aeree ed è quindi al riparo da rilievi dell’Unione europea». E’ importante quindi, ha aggiunto, «approvarla in tempi rapidi evitando il rischio di perdere risorse preziose, perché il turismo è parte fondamentale dell’economia sarda e, in questi anni, c’è stato un trend positivo ma con risultati non ancora soddisfacenti, per cui bisogna lavorare molto per sfruttare tutte le potenzialità della Sardegna ed il suo un patrimonio naturale, ambientale e culturale non ancora pienamente valorizzato». Il turista che viene in Sardegna, ha poi ricordato Gaia, «si sposta prevalentemente in aereo; servono quindi collegamenti efficienti e a costi competitivi per invertire una rotta che ha causato gravi danni nella zona di Alghero ma anche nel Nuorese, in definitiva la legge deve il primo passo e la pietra angolare di una nuova pianificazione regionale che dovrà coinvolgere tutto il sistema regionale».

Per la minoranza, il relatore Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di un «singolare prelievo di soldi dai Trasporti, che evidentemente hanno fallito, per trasferirli al Turismo, certificando il fallimento delle politiche di settore dell’assessore Deiana». Il provvedimento, secondo Tedde, «è in parte positivo negli obiettivi generali e però manifesta una totale e pericolosa indeterminatezza, non c’è un progetto o una idea forte e, d’altra parte, il Consiglio è confinato nel ruolo di collettore di risorse, approvando di fatto uno stanziamento di 48 milioni di euro al buio delegando tutto alla Giunta dopo che per 3 anni e mezzo non si è varata nemmeno una bozza di piano di sostegno al low cost». Dopo aver ricordato lo stanziamento precedente della Giunta di 6 milioni di euro per promuovere la Sardegna negli scali sardi che ha prodotto esiti insignificanti, Tedde ha criticato con forza la strategia turistica della Giunta che «solo ad Alghero, ha causato la perdita di 300.000 passeggeri nel 2016 con ricadute negative anche sull’economia sarda in termini di Irpef e Iva». Tornando al merito della legge in esame, il vice capogruppo di Forza Italia ha sottolineato che «da una parte si fa riferimento al modello Abruzzo rivolto ai mercati nazionali e internazionali ma si dimentica che, in quella Regione, c’è solo un aeroporto per cui occorre adattarlo alle esigenze della Sardegna dove invece ce ne sono tre e vanno valutate bene le quote di traffico; in proposito, è il Consiglio che deve dire dove e come».

Il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus ha manifestato il suo apprezzamento per il lavoro svolto dalla Giunta e dalla commissione, e la sua approvazione piena per «un provvedimento snello ed essenziale che copre un buco che però viene coperto un po’ in ritardo rispetto alle esigenze reali della Sardegna». Finalmente abbiamo uno strumento, ha precisato Agus, «ma le decisioni dovranno essere di fronte ad una burocrazia comunitaria spesso molto attenta alle forme più che alla sostanza e, del resto, la destagionalizzazione non è formula magica perché richiede il consolidamento di tutto il sistema Sardegna, dei trasporti interni e di destinazioni attrezzate a rispondere alla domanda turistica; questa tipologia di turismo, in altre parole, può essere una incredibile occasione di sviluppo a condizione che ognuno faccia la sua parte a cominciare da amministratori locali, realtà produttive ed istituzioni regionali».

Il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto (Pd) ha affermato che «fa piacere che il Consiglio affronti questo problema, il grande tema di come promuovere la crescita del turismo in Sardegna con uno strumento mirato che consente di iniziare un percorso virtuoso». Sotto questo profilo, ha aggiunto, «è sbagliato parlare del passato più o meno recente, bisogna invece sostenere il progetto della Giunta senza però rinunciare al ruolo della commissione e del Consiglio, di qui l’impegno della maggioranza e dell’assessore per un passaggio in commissione non appena il piano sarà definito concretamente, per cui non c’è nessuna delega al buio ed anche la settimana prossima la commissione potrà esaminare il progetto». Auspichiamo comunque, ha concluso, «un ritorno positivo che sostenga in termini reali la ripartenza del turismo della Sardegna, un tema su quale ho fiducia che ci sarà anche il consenso della minoranza».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha ricordato che «il progetto è stato valutato con grande attenzione dalla commissione, comprese le criticità che contiene a cominciare dal ritardo di 3 anni e mezzo nell’individuazione di un percorso, per cui è vero che le politiche passate di questa Giunta sono fallite». Della destagionalizzazione peraltro, ha detto ancora Luigi Crisponi, «si parla dagli anni ’80 ed è vero che oggi ci sono risorse significative ma è anche vero che il riferimento al modello Abruzzo da una parte ci protegge dalla burocrazia europea ma dall’altra ci mette di fronte ad un progetto che non conosciamo, senza dimenticare che non c’è destagionalizzazione al mondo che funzioni senza che sia accompagnata da iniziative su tutto il territorio, perché il turismo è un settore economico veloce che non ammette ritardi». Quanto al riferimento al modello Abruzzo secondo Crisponi «si tratta di un percorso ben preciso con presidi intermedi, progetti di filiera e raccordo con i territori per cui occorre trasferire questo schema anche in Sardegna prestando attenzione anche alle piccole comunità delle zone interne».

Il consigliere del Pd Salvatore Demontis ha definito «ottima» l’iniziativa dell’assessore e dell’intera Giunta, perché «promuovere e comunicare il brand Sardegna è cosa diversa dal sostenere le compagnie low cost, cercando invece di fidelizzare il turista senza dimenticare che gli incentivi, pur essendo cosa diversa, non vanno trascurati». Lavorare nei mesi invernali compresi nella finestra da novembre a marzo, a giudizio di Demontis, «è una scelta importante che va sostenuta e, dopo le risorse, dovranno essere definiti gli indirizzi e, in particolare, ora serve che il sistema aeroportuale sia all’altezza di questo compito con particolare attenzione all’aeroporto di Alghero che ancora vive una situazione di forte sofferenza».

Per Forza Italia il consigliere Mariano Contu ha evidenziato che «il disegno di legge affronta per la prima volta nella legislatura il problema della destagionalizzazione turistica, iniziativa importante ma però arriva con grandissimo ritardo dopo la consistente perdita di flussi turistici che in parte ha vanificato il trend di crescita del settore». Le risorse a disposizioni sono ingenti, ha affermato ancora Contu, «ma pianificazione resta inadeguata, per cui è auspicabile che la Giunta faccia presto a tracciare gli indirizzi per gli interventi che poi verificheremo in commissione ed in Consiglio».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha dichiarato che «l’economia del turismo va molto veloce e può cambiare rapidamente e, per questo, dobbiamo essere consapevoli di un mercato altamente competitivo; quindi tutto quello che si fa per radicare questo settore in un sistema come quello sardo è un passo in avanti, soprattutto se riusciremo a risolvere il problema trentennale della destagionalizzazione finora confinato nei dibattiti e nei seminari». Il nostro turismo, ha proseguito Comandini, «fa registrare un aumento soprattutto con gli stranieri ma l’84% delle presenze è concentrato in 4 mesi mentre il resto sono briciole, intercettate da imprenditori particolarmente dinamici». In definitiva, ha concluso, «lo strumento è giusto e l’esperienza dell’Abruzzo è utile anche perché lì si è puntato su risorse assegnate in parte con quota fissa e in parte dopo i risultati, con le compagnie diventate partner di un progetto di comune interesse; significativo, infine, il riferimento al sistema aeroportuale regionale che rafforzerà il messaggio promozionale, anche con l’inserimento del programma all’interno della continuità territoriale 2017-2021».

Per Daniele Cocco (Art. 1 – Sinistra per la Democrazia e il Progresso) questo provvedimento è atteso da tempo. Si tratta di una variazione di bilancio che però deve procedere in sinergia  con  la legge sul turismo ancora all’esame della Terza commissione. Daniele Cocco auspica che  l’iter di approvazione della legge sul turismo si concluda al più presto e che la legge vada nel più breve tempo possibile in Aula. Anche perché tutto il sistema aeroportuale va considerato a 360 gradi con tutti gli aeroporti presenti nell’isola e si deve ragionare con la volontà di entrare in sinergia con le zone interne. Il capogruppo di Art.1 – Sinistra per la Democrazia e il Progresso crede che la proposta licenziata dalla regione Abruzzo ci possa aiutare molto. Le risorse non devono essere assegnate a pioggia ma in base ai risultati prodotti dalle compagnie aeree. 

Angelo Carta (Psd’az – La Base)  ha sottolineato la condivisione che c’è su questo DL anche da parte della minoranza.  Il ruolo del Consiglio però, approvando il testo così come è, è mortificato. L’Assemblea – per Angelo Carta – deve  poter dare un contributo costruttivo e serio.  Per questo sarebbe meglio approvare l’emendamento presentato da Marco Tedde.

Gianluigi Rubiu (Udc Sardegna) ha detto che questo Disegno di legge è  una variazione di bilancio mascherata .  Già in commissione – ha detto Rubiu – abbiamo espresso delle perplessità  e per questo ci asterremo. Noi siamo d’accordo – ha aggiunto il capogruppo dell’Udc – a trovare forme di finanziamento per incentivare le compagnie aeree e navali per destagionalizzare il turismo in Sardegna. Ma in questo DL ci sono troppi elementi di genericità e, a volte, sembra che la gara sia stata prevista per una compagnia aerea ben precisa e già individuata.  L’idea è buona: trovare dei fondi da destinare alla promozione della Sardegna ma non condividiamo che sia solo la giunta  a fare questo. Il Consiglio deve avere un suo ruolo preciso. 

Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) trova similitudini tra questo Disegno di legge e la legge 9 del 98 “la legge alberghi” . Congiu nel suo intervento ha  sottolineato che va bene la fretta ma  è necessario stare attenti alle regole degli “aiuti di Stato”. Il capogruppo  del Partito dei sardi ha parlato di “slalom legislativi” e di “equilibrismi  giuridici”.  Sono stufo – ha aggiunto – di dover procedere in questo modo perché alla Sardegna  non è stato ancora riconosciuto uno  status  in virtù della sua insularità.  Attenzione:  ancora una volta stiamo mettendo in campo una norma  programmatica senza un piano d’azione che deve essere a prova di infrazione.

Per Pierfranco Zanchetta (Cristiano Popolari socialisti)  il provvedimento è straordinario e  apre una nuova frontiera. Anche il capogruppo dei Cristiano Popolari socialisti però ha  richiamato l’attenzione sulla deroga agli aiuti di Stato. Non è pensabile – ha detto – che non riusciamo a estendere tariffe accettabili  sui trasporti marittimi ai sardi e a tutti i cittadini,  la Sardegna deve rivendicare la sua specificità.

Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) ha rimarcato che  questo DL arriva in aula così veloce per  volontà  dei capigruppo dell’opposizione che, nonostante abbiano ritenuto da subito  che questo DL fosse insufficiente,  hanno fatto  un’apertura di credito nei confronti dell’assessore Argiolas. Per Tedde questo DL  doveva  essere presentato  3 anni e mezzo fa.  Tedde è molto  critico sulle politiche trasportistiche della giunta Pigliaru che ha definito “bizzarre”  e che hanno  fatto perdere centinaia di migliaia di passeggeri  nel 2016 nel solo aeroporto di Alghero. Per Tedde questo DL ha delle falle. Il Consiglio regionale è un mero passacarte e non  si possono attribuire risorse solo secondo il criterio del numero dei passeggeri arrivati nei singoli scali. Per questo – ha aggiunto Tedde –  abbiamo presentato un emendamento per  introdurre un piccolo meccanismo per non penalizzare gli scali del nord Sardegna già in condizioni precarie grazie alla  politica dei trasporti fallimentare di questa giunta.  Questo Disegno di legge è  un primo passo, che presenta aspetti di novità. Ma rischia di essere un mero passaggio finanziario se non si inserisce in un quadro di un progetto complessivo.

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola, per la replica, all’assessore al Turismo Barbara Argiolas. L’esponente della Giunta, dopo aver ringraziato la Quinta Commissione e l’Aula per il lavoro svolto, ha ribadito l’obiettivo del Disegno di legge: l’allungamento della stagione turistica con interventi di promozione e comunicazione  attraverso il sistema di trasporto aereo.

«Puntiamo ad un sistema integrato. Questo è un primo passo – ha detto Argiolas – nelle prossime settimane avremo modo di affrontare un discorso più ampio con la discussione del Testo Unico sul Turismo che si fonda su tre asset: governance, offerta turistica e comunicazione. Serve una strategia generale e una condivisione di intenti di carattere territoriale. Parlare oggi di destagionalizzazione non è facile. L’assessorato è al lavoro e crede nella crescita del settore».

Argiolas ha poi ricordato le iniziative messe in campo in questi mesi attraverso i bandi per l’internazionalizzazione delle imprese, le ciclovie, il turismo lento e sostenibile, la valorizzazione dei piccoli borghi.«Anche la delibera approvata ieri sui centri commerciali naturali è un intervento a favore dei piccoli comuni e un altro strumento per contrastare lo spopolamento».

Sul contenuto del Dl, Argiolas ha voluto tranquillizzare il consigliere Tedde (Forza Italia): «Stanziamo risorse per la comunicazione e la promozione – ha detto l’assessore – le linee di indirizzo saranno sottoposte all’attenzione della Quinta Commissione, su questo c’è il mio personale impegno e quello della Giunta. I criteri terranno conto dei dati sul traffico dei passeggeri nei singoli aeroporti dai quali emergeranno le difficoltà dei territori».

Argiolas ha quindi concluso il suo intervento sottolineando la necessità di mantenere una linea comune per arrivare all’allungamento della stagione turistica e all’infrastrutturazione dell’offerta.«Serve un pacchetto di azioni che consenta a Regione, comuni e imprese di attivare un’offerta qualitativa alta per i mesi di spalla. Il sogno è pensare che si possa lavorare per 9 mesi l’anno. Per far questo serve però l’aiuto di tutti».

Annamaria Busia (capogruppo Misto) ha annunciato il suo voto favorevole: «Nel Dl c’è il riconoscimento di buone prassi come quelle dell’Abruzzo, è inevitabile tener conto delle indicazioni dell’Ue – ha detto Annamaria Busia – l’argomento consente però di tornare alla vexata quaestio del superamento del sistema di deroghe e de loro aggiornamento che mi auguro venga sollecitato dalla Giunta e dal Governo. Questa è la vera questione e il punto dolente sul quale occorre lavorare. Il Presidente riferisca sulle ricadute che il G7 ha avuto in Sardegna».

Voto favorevole ha preannunciato anche Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda): «Il provvedimento è un buon esempio di sinergia tra gli assessorati. Il turista non deve essere solo trasportato ma accolto e fatto diventare un testimonial dell’Isola – ha detto Anedda – per questo sarebbe utile coinvolgere anche gli assessorati all’agricoltura e alla cultura. Occorre inoltre favorire il trasporto interno. Il Trenino Verde è  un elemento di forte attrazione ma serve più attenzione».

Emilio Usula (Rossomori), pur d’accordo con il provvedimento, ha proposto un emendamento orale: «Se vogliamo destagionalizzare non basta la comunicazione attraverso il trasporto aereo ma serve anche quella su nave. La tipologia dei passeggeri è infatti diversa, in nave arrivano cicloturisti, motociclisti e famiglie».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha invece annunciato il suo voto di astensione: «Finalmente oggi si parla di turismo, ma se l’Aula fosse davvero conseguente dovrebbe incentivare il settore anziché tagliare i fondi in Finanziaria. Ci sono due elementi che non convincono: i 12 milioni di euro virtuali cassati dalla Commissione bilancio, che vanno assolutamente recuperati, e la mancata previsione di un criterio basato sui risultati. Le risorse devono essere erogate sulla base dei passeggeri trasportati, altrimenti la discussione è vana».

Anche Marco Tedde (Forza Italia) ha dichiarato il suo voto si astensione. «E’ però un’apertura di credito nei confronti dell’assessore che ha un obiettivo strategico chiaro e condivisibile. Mette in campo risorse importanti ma rimane nell’indeterminatezza quanto a modalità e criteri di spendita delle risorse – ha affermato Tedde – il Consiglio deve poter decidere sui criteri, altrimenti non svolge un ruolo dignitoso. Prendiamo atto dei buoni propositi dell’assessore ma la cornice l’avremmo dovuta scrivere noi e invece non lo stiamo facendo. La Giunta di fatto traccia la cornice entro la quale deve muoversi. E’ una Giunta pigliatutto. Non è un buon risultato per l’Assemblea legislativa».

Il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto (Pd) ha invece affermato che la definizione dei criteri  è di competenza della Giunta. «La Commissione darà un parere preventivo e questo non è di secondaria importanza. Oggi va rinnovato l’impegno a mantenere il programma che ci siamo dati. Vedremo insieme i criteri in Commissione, a noi il compito di migliorarli e di fare proposte».

Per Attilio Dedoni (Riformatori): «La maggioranza finora nulla ha fatto sul fronte dei trasporti. La cura del ferro che propone l’assessore significa che le ferrovie soffrono di anemia. La Giunta sta attuando politiche sul ferrato diverse da quelle utili per la Sardegna. Qual è la possibilità di raggiungere le zone interne attraverso le ferrovie? Quali sono le scelte a favore per il Trenino verde, mezzo efficace per scoprire le tradizioni e la cultura delle zone interne? Non sappiamo programmare. Rimangono scoperti gli scali di Tortolì e Fenosu».

Il relatore del disegno di legge Antonio Gaia (Upc) si è detto contrario agli emendamenti proposti: «Non possono trovare accoglimento per il semplice fatto che la norma non è un sostegno al trasporto aereo, riguarda la comunicazione e il marketing. Attraverso alchimie giuridiche si è cercato di trovare una soluzione al problema ed evitare gli strali dell’Unione europea».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha espresso disagio per tutti i complimenti rivolti alla Giunta. «Siamo tre anni a fare nulla. Il nostro voto sarà di astensione perché non vogliamo essere partecipi in negativo. Vediamo cosa riuscirete a fare, la nostra è un’apertura di credito ma noi non condividiamo metodi e contenuti della Giunta che sono assolutamente fallimentari».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo Upc, pur ribadendo la necessità di un coinvolgimento della Commissione “Governo del Territorio”, ha annunciato il suo voto a favore.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 35 voti a favore e uno contrario.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 “Finalità” e dell’emendamento aggiuntivo presentato dal consigliere Tedde (Forza Italia) che chiede di prevedere criteri compensativi per la perdita di passeggeri.

«E’ un emendamento che introduce un principio generale di perequazione – ha detto Marco Tedde – un accorgimento che consentirebbe di rimediare alla situazione dello scalo di Alghero che ha avuto problemi in questi anni. I dati di Assoaeroporti dicono che ha perso 150mila passeggeri nei primi cinque mesi del 2016, -25%. E’ una crisi generale dell’economia del territorio. L’emendamento è un atto di giustizia nei confronti di un’intera provincia».

Emilio Usula (Rossomori) ha ribadito la sua richiesta di inserire un emendamento orale a favore del trasporto navale, mentre Roberto Desini (Pds), condividendo lo spirito della proposta di Marco Tedde, ha presentato un emendamento orale  all’emendamento per  la prevedere  canali prioritari per gli aeroporti che hanno registrato un calo di passeggeri nel 2016.

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è detto contrario alla proposta di Desini: «Nell’emendamento manca solo il nome dell’aeroporto. Finora abbiamo parlato di visione generale e adesso puntiamo a misure di compensazione territoriale. Perché Desini è stato zitto finora? Adesso che c’è un’opportunità di meritocrazia si vuole premiare chi a causa della politica o di demeriti propri non ha ottenuto gli stessi risultati degli aeroporti virtuosi».

Il relatore Antonio Gaia (Upc) ha nuovamente precisato che il Dl punta alla promozione e al marketing e non ad aiutare il trasporto aereo. «Se così non fosse la norma rischierebbe di essere cassata».

Anche Salvatore Demontis (Pd), pur d’accordo con Tedde ha evidenziato il rischio di un intervento della Commissione Ue. «La perequazione può servire a migliorare il sistema dei trasporti, il Dl però si muove sulla linea della promozione del brand Sardegna. Non vorrei che i buoni intenti dell’emendamento indebolissero il Dl esponendolo alla procedura di infrazione da parte di Bruxelles».

L’assessore Argiolas ha ribadito che le linee guida che verranno sottoposte all’attenzione della Commissione prenderanno le mosse dai dati sulle presenze turistiche e terranno conto delle condizioni dei singoli territori.

Il presidente Ganau ha quindi sospeso la seduta per alcuni minuti. Alla ripresa dei lavori il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato la sua contrarietà alla presentazione di emendamenti orali.

Ganau ha quindi messo in votazione l’articolo 1 che è stato approvato con 31 sì e un no. Respinto invece, con 26 voti contrari e 21 favorevoli, l’emendamento aggiuntivo presentato dal consigliere Tedde.

L’Aula ha quindi approvato in rapida successione, con l’astensione della minoranza, gli articoli 2 “Autorizzazione di spesa”, 3 “Criteri”, 4 “Norma Finanziaria” e 5 “Entrata in vigore”.

Il testo finale della legge ha ottenuto il via libera con i voti della maggioranza (32 su 32 votanti). L’opposizione ha confermato l’astensione.

Il Consiglio ha poi affrontato l’esame di due mozioni sul trasporto ferroviario, la n. 319 (Pittalis e più) sull’istituzione di un treno veloce sulla linea Nuoro-Macomer e la n. 325 (Deriu e più) sul sistema ferroviario sardo, con particolare riferimento alla direttrice Abbasanta-Olbia.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato quindi la parola al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis per illustrare la mozione n. 319.

Pietro Pittalis ha ricordato all’inizio del suo intervento che «grazie all’iniziativa Trenitalia-Nuorese è stata avviata una petizione popolare inviata ad interlocutori regionali e nazionali per l’istituzione di un treno veloce Nuoro-Macomer per Nuoro e le zone della Sardegna centrale, iniziativa che ha raccolto un grande consenso con oltre 10.000 sottoscrizioni». Il comitato promotore, ha aggiunto Pittalis, «ha messo in evidenza due aspetti: la salvaguardia del diritto costituzionale alla continuità territoriale interna ed la necessità di incentivare l’uso dei mezzi pubblici nell’ottica di una economia sostenibile ed inoltre, quanto allo strumento con cui rispondere alla richiesta, va data attenzione al piano da 400 milioni destinati alla Regione anche se non risulta che la Giunta abbia previsto progetti per la modernizzazione delle infrastrutture ferroviarie in quei territori ed il collegamento con le altre componenti del sistema regionale». Siamo rimasti sorpresi, ha affermato Pietro Pittalis, «da dichiarazioni su un progetto futuristico Cagliari-Bastia in 40 minuti; ce lo auguriamo ma prima bisogna preoccuparsi di rendere possibile un collegamento efficiente fra i vari centri della Sardegna e, in particolare, vogliamo capire se nella programmazione della Giunta c’è spazio per progetti che riguardino le zone interne e consentano di superare la marginalità di quelle comunità locali».

Successivamente ha preso la parola il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu per l’illustrazione della mozione n. 325.

Roberto Deriu, primo firmatario della proposta, ha dichiarato che «le due mozioni non sono identiche perché partono da punti di vista differenti; la nostra, in particolare, propone al Consiglio un grande investimento strategico che completi la rete sarda con Olbia, Nuoro, Oristano e Cagliari che adesso non sono connesse e su questo intendiamo impegnare la Giunta su una grande decisione». Questa azione di completamento della rete, ha continuato, «sarà un grande investimento per la Sardegna che impegnerà almeno 15 anni ma ci pare un modo corretto per fare politiche di lungo respiro sulle infrastrutture del territorio, per le quali servono grandi risorse e grandi progetti, il coordinamento di diverse istituzioni, lo stimolo presso il Governo e l’Unione europea, insomma un enorme lavoro politico amministrativo». L’altra mozione, ha concluso Roberto Deriu, «che in qualche modo riguarda una parte del tutto, è una cosa diversa, ma si può tentare una sintesi fra i due documenti».

Il consigliere dei Luigi Crisponi ha osservato che «la mozione Pittalis è particolare perché viene dal basso, dai cittadini che sentono un forte isolamento infrastrutturale, ma se poi con un’altra mozione si affronta una realtà più ampia non si può che condividere». Però fa specie, secondo Luigi Crisponi, «sentir parlare della cura del ferro se si confrontano questi annunci con una realtà ben diversa, tenendo presente anche che recentemente hanno portato il Freccia Rossa in Basilicata con 3 milioni e in Puglia con la stessa cifra un treno veloce da Taranto, in entrambi i casi con interessanti ritorni economici». Sono piuttosto preoccupato, ha concluso Luigi Crisponi, «per il continuo sperpero di risorse che non arrivano mai nelle zone interne e aumentano la desertificazione della Sardegna centrale; proprio stamane, per restare in tema, ho depositato una mozione per incrementare la velocità da 90 a 110 sulla Dcn, altrimenti il Nuorese resterà isolato in eterno rispetto al resto dell’Italia e del mondo».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha annunciato di aver firmato sia la petizione che le due mozioni, anche se «sicuramente una prevede un progetto che può essere realizzato in tempi brevi mentre l’altra ha una prospettiva di lungo termine, siamo comunque di fronte ad una buona occasione per sapere le intenzioni della Giunta sul sistema ferroviario regionale e su quello del Nuorese in particolare». Citando alcune iniziative realizzate in altre Regioni, Usula ha ricordato che «in Umbria sono stati impiegati 50 milioni per ammodernare la rete con fondi Fesr ed il ministro Del Rio ha detto che ci sono 300 milioni per la  sicurezza e 400 per le linee più isolate, risorse importanti cui la Sardegna deve guardare con attenzione». Facciamo il punto su quanto fatto e quanto c’è da fare per il futuro, ha suggerito Usula, «perché non ci possiamo accontentare delle promesse del G7 proiettate in un orizzonte lontano ed invece dobbiamo sapere quali risorse sono state impegnate in questa legislatura e con quali risultati, anche per una necessità di trasparenza nei confronti dei cittadini». Se vi avviasse la nuova linea Macomer Nuoro, ha concluso, «sarebbe un grande risultato di legislatura con macchine nuove, più sicure e meno inquinamenti sulla stessa rete».

Angelo Carta (Psd’az – La Base)  ha sottoscritto  la mozione 319 perché la posta in gioco è il diritto alla mobilità per tutto il nuorese.  Il capogruppo ha ricordato che dopo l’iniziativa della minoranza, la maggioranza ha  rilanciato presentando un’altra mozione sull’intero sistema regionale ferroviario. Per Carta, però, è necessario porre l’attenzione soprattutto sul  nuorese , che è a rischio isolamento. Parlare di treno veloce a Nuoro – ha aggiunto –  è chiaramente una provocazione, invece il diritto alla mobilità è un’invocazione. Perché il nuorese deve essere aiutato.

Dopo l’on. Angelo Carta ha preso la parola l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc), che ha detto: “Altro che ferro, nel trasporto interno siamo ancora all’età del bronzo. Siamo ancora allo scartamento ridotto e con una rete ferroviaria che davvero grida vendetta. Le due mozioni possono trovare una sintesi ma quella della maggioranza ha un respiro più ampio e mi vede più soddisfatto perché collegare Olbia con Nuoro ed Abbasanta è un’operazione di prospettiva importante per la Sardegna”. L’oratore ha poi aggiunto: «Non dimentichiamo però che ancora la Abbasanta, Buddusò Olbia e la Olbia, Palau, Santa Teresa devono essere completate: anche l’Anas ha molto da fare per la Sardegna».

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore Massimo Deiana (Trasporti), che ha replicato agli interventi: ”La rete ferroviaria sarda è mista: 450 km di Rfi Italia a scartamento ordinario e 600 km a scartamento ridotto delle Ferrovie della Sardegna. La Regione ha competenza solo sulla rete a scartamento ordinario e solo su quella può investire. Negli anni ’70 fu persa una grande occasione per potenziare la rete ferroviaria a Nuoro, quando veniva costruita la statale 131 DCN, a non mi pare che oggi Rfi abbia in mente di farlo né possiamo farlo noi.

Sulla tratta Macomer – Nuoro, invece, di appena 58 km, abbiamo investimenti per 81,9 milioni di euro con lavori in corso per la sicurezza e l’ammodernamento, lavori che a breve saranno conclusi. Su quella tratta metteremo in funzione 4 treni che abbiamo appena acquistato e che dovrebbero entrare in funzione a settembre”.

L’esponente della Giunta ha proseguito: “Costruire una rete ferroviaria a scartamento ordinario, senza particolari opere viarie, si devono calcolare tra i 15 e i 18 milioni di euro a chilometro. Dunque, rifare da zero la rete ferroviaria sarda per aumentare la velocità sulla tratta Cagliari – Nuoro o Cagliari – Abbasanta costerebbe circa 900 milioni di euro. Al momento non abbiamo una somma così né noi né Rfi. Abbiamo invece in corso le opere sulla Monserrato – Senorbì e dobbiamo procedere sulla tratta Senorbì – Isili. 

Anche Rfi sta investendo in Sardegna circa 350 milioni di euro e sono previsti nel contratto di programma tra il governo e Rfi. Nei prossimi mesi i treni a scartamento ordinari di Rfi dovrebbero pendolare e raggiungere velocità più elevate. Ma non avendo l’elettrificazione in Sardegna non possiamo avere nemmeno l’alta velocità, che ha costi notevoli: 60 milioni di euro a chilometro”. Rispetto alle mozioni l’assessore ha detto: “Siamo disponibilissimi a fare degli studi per valutare meglio gli investimenti”.

Per replica l’on. Pietro Pittalis (FI) ha detto: “Riconosco serietà nella risposta che ha dato all’Aula, anche in virtù del fatto che a breve andrà ad occuparsi di altro incarico all’Autorità portuale. Ma il quadro tracciato sul sistema ferrato è drammatico e impietoso. Il Consiglio regionale ha il dovere di dare a chi succederà all’assessore Massimo Deiana un impegno che sia chiaro e vincolante. Se non si parte non si arriverà mai”.

Per l’on. Roberto eriu (Pd) “il Consiglio regionale non è un consiglio d’amministrazione, come mi hanno sempre insegnato. E il valore delle nostre azioni si misura nella visione alta di quello che facciamo, come ricordava anche il presidente Pietro Pittalis poco fa. Vogliamo che la nostra Regione presenti gli interessi effettivi dell’Isola presso il governo nazionale, anche nella specificità della Sardegna. Se è vero che non si può fare tutto subito non è però nemmeno impossibile fare qualcosa: facciamo qualcosa, interveniamo sugli assetti infrastrutturali. E per fare questo serve avere ambizione”.

Il presidente Ganau ha disposto una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori sono state messe in votazione le due mozioni che sono state approvate all’unanimità: la 319 (Pietro Pittalis e più) con 46 voti su 46 e la 325 (Roberto Deriu e più) con 48 voti su 48.

Il presidente del Consiglio ha poi dato la parola a Cesare Moriconi (Pd), primo firmatario della mozione 322 sulla situazione di incertezza che preoccupa i lavoratori della Portovesme srl e sul rischio fermata degli impianti, con gravi conseguenze socio economiche.

La mozione, firmata da 31 consiglieri di maggioranza e di opposizione, impegna la giunta regionale a intraprendere, e riferire al Consiglio regionale, tutte le iniziative utili, urgenti e necessarie al fine di evitare l’interruzione delle attività produttive della Portovesme srl. Moriconi, illustrando la mozione, ha ricordato che la Portovesme srl è la più importante impresa del Sulcis, attualmente, conta 666 dipendenti diretti e circa 600 dipendenti indiretti, ha un fatturato annuo di circa 500 milioni di euro e una ricaduta sul territorio del Sulcis, la provincia più povera d’Italia, di grande rilevanza socioeconomica. L’azienda non ha mai ricorso agli aiuti della finanza pubblica regionale o statale e ha fatto investimenti per circa 300 milioni di euro negli ultimi 15 anni, destinati sia all’ammodernamento tecnologico, sia alla sicurezza negli impianti, sia allo svolgimento delle operazioni di bonifica. L’azienda, da  oltre 15 anni, conferisce gli scarti del proprio processo produttivo nella discarica di Genna Luas, un progetto grazie al quale è stato possibile bonificare un vecchio sito minerario che, così come altri, dopo tanti anni di attività, ha generato gravissime condizioni di inquinamento e rischio ambientale. Però questa discarica entro il 2017 esaurirà la capacità di conferimento e, se non saranno trovate soluzioni alternative, le attività produttive industriali dovranno essere interrotte. L’azienda, sin dal 2010  ha avviato le procedure per l’individuazione di un sito idoneo alla realizzazione della nuova discarica ma a 7 anni di distanza l’iter autorizzativo non è stato ancora concluso. La situazione – ha detto Cesare Moriconi – è gravissima e il rischio della fermata degli impianti, se non si trova una soluzione è molto alto. Dalla  sopravvivenza della Portovesme srl dipende il futuro non solo del Sulcis ma della Sardegna intera. Il Sulcis – ha ricordato Moriconi – è il territorio più povero d’italia, è una delle zone della Sardegna con il più alto tasso di spopolamento, c’è una nascita ogni due decessi. Per la Portovesme srl è necessario trovare soluzioni emergenziali. Questa mozione non è contro qualcuno, ma è una mozione per fornire un aiuto alla Giunta. Perché se entro l’autunno non dovesse arrivare  una soluzione l’impianto è destinato a fermarsi e la linea di produzione non è riavviabile. La Giunta regionale – ha concluso Moriconi – ha il dovere di informare l’aula e vogliamo impegni chiari.

Pietro Cocco (Pd) ha ribadito che la Portovesme srl ha un ruolo importante non solo per il Sulcis ma per l’intera Sardegna. La discarica di Genna Luas – ha ricordato – ha raggiunto il suo limite, con 9 argini realizzati. Ora è arrivato il tempo di dare risposte. Gli uffici devono agire in  fretta, per bene e in maniera zelante. Questo è il compito della politica:  accelerare la burocrazia per evitare che per  paura di decidere non si diano risposte. La Portovesme srl però ha bisogno di un luogo dove scaricare i rifiuti. In attesa che la soluzione definitiva  venga trovata per Pietro  Cocco ci sono due strade: o il commissario della provincia autorizza a scaricare ancora nel nono argine (autonomia 1 mese) oppure il ministero concede l’autorizzazione a scaricare nelle vasche all’interno dello stabilimento (autonomia sette mesi).

Secondo Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, è sbagliato parlare di rifiuti e di discarica. «Quelli prodotti dalla Portovesme srl sono scarti di lavorazione che fanno parte della filiera di produzione, tra 20 anni potranno essere riutilizzati. La discarica può essere una risorsa».

Per l’esponente dell’Udc occorre trovare una soluzione definitiva scartando da subito l’ipotesi della costruzione del decimo anello nella discarica di Genna ‘e Luas. «Occorre accelerare l’iter per la costruzione del nuovo sito per il conferimento degli scarti di lavorazione – ha detto Gianluigi Rubiu – nel frattempo si faccia pressing sul Ministero dell’Ambiente per l’autorizzazione all’utilizzo temporaneo delle vasche di contenimento presenti all’interno della Portovesme srl».

Secondo Rubiu non è invece percorribile la strada del conferimento a discariche private. «Se questa è l’idea c’è qualcuno che non vuole bene alla Portovesme srl – ha detto il capogruppo – le discariche private sono state costruite con vecchi criteri che non garantiscono la sicurezza dell’ambiente. Quella progettata dall’azienda è invece una discarica moderna e sicura».

Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha ricordato che il tempo a disposizione per evitare la chiusura della fabbrica è di sole 12 settimane. «Il 30 di settembre scadrà la concessione per l’utilizzo della discarica di Genna Luas – ha detto Cappellacci – il tempo passa velocemente, ogni minuto perso può essere quello decisivo».

Secondo l’ex presidente della Regione «la Portovesme srl è un fiore nel deserto con tecnologia e persone straordinarie. E’ un’azienda competitiva a livello mondiale che opera nel Sulcis e non ha problemi di mercato. In passato si sono fatte battaglie storiche per risolvere la questione energetica. Sarebbe un paradosso, direi un crimine, se si consentisse di chiuderla per un problema burocratico».

Cappellacci ha quindi proposto di individuare un percorso straordinario: «Serve una task force, un’unità di crisi, un commissario. Alla politica si impone di trovare una soluzione. Ci sono due possibilità: l’utilizzo delle tre vasche o il conferimento a discariche private. La seconda è da scartare, rimane la prima sulla quale la competenza è del ministero dell’Ambiente, serve un intervento forte del presidente della Giunta nei confronti del ministero per accelerare il processo. Non commettiamo il crimine di far morire un’azienda sana».

Giorgio Oppi (Udc) dopo aver ricordato la vicenda storica dell’industria pesante nel Sulcis, ha sottolineato la necessità di un intervento forte della politica per provare ad individuare una soluzione.

«Ho fatto l’assessore all’Ambiente e il presidente del Consorzio industriale del Sulcis. In passato abbiamo risolto tanti problemi – ha detto Oppi – i funzionari devono capire che questo è un problema di grande rilevanza economica e sociale per tutto il territorio. La Giunta deve prendere l’iniziativa per accelerare l’iter autorizzativo della nuova discarica. Basta rinvii, serve una risposta chiara. Nel frattempo occorre premere sul Ministero per ottenere il via libera all’utilizzo delle vasche di contenimento».

L’assessore al bilancio Raffaele Paci, in qualità di vice presidente della Giunta, dopo aver ricordato che l’assenza in aula dell’assessore Spano era stata ampiamente preannunciata, ha ribadito l’impegno della Giunta ad assumere tutte le iniziative per difendere il tessuto produttivo del Sulcis.

«Pensare a un futuro diverso di quell’area non significa abbandonare l’esistente – ha detto Raffaele Paci – quello va difeso in tutti i modi, sono posti di lavoro e produzione. Tutto va fatto però difendendo l’ambiente. Non si baratta il lavoro con la salute. La Portovesme srl da questo punto di vista dà tutte le garanzie».

Secondo Paci occorre superare i prossimi mesi in modo da avere la nuova discarica che poi potrà funzionare per i prossimi anni. «La pratica non è vero che va avanti da 7 anni, è stata presentata nel 2016. Abbiamo istituito una cabina di regia che viene seguita dal Capo di gabinetto presso la Presidenza della giunta per dare supporto a tutte le amministrazioni coinvolte. Il tavolo tecnico si è riunito anche questa mattina, i tecnici dell’assessorato e dell’azienda stanno lavorando insieme. Nel giro di qualche mese contiamo che si concluda positivamente l’iter di autorizzazione alla nuova discarica, poi occorrerà preparare il sito. Nel frattempo ci sono altre soluzioni: prima di tutto l’utilizzo delle vasche che assicurano un’autonomia di alcuni mesi. La competenza è del Ministero dell’Ambiente, la Regione ha segnalato l’assoluta priorità della pratica, è stato contattato il Ministro, i tecnici della Regione in continuo contatto con quelli del ministero. L’azienda adesso deve presentare la richiesta per l’utilizzo delle vasche di contenimento, la Regione farà di tutto per farla avere prima del 30 settembre».

Paci, infine, ha ricordato che con le nuove tecnologie i rifiuti possono diventare una risorsa. «Possono essere utilizzati come materie prime. E’ una nuova visione di economia circolare che garantisce allo stesso tempo posti di lavoro e tutela dell’ambiente. Il parere della Giunta alla mozione è favorevole».

In sede di replica il consigliere Cesare Moriconi ha precisato che l’iter per la costruzione della nuova discarica è partito nel 2010. «Non è questo però il problema – ha detto – bene l’impegno della Giunta chiedo però che la prossima settimana venga convocata la Quinta Commissione una ricognizione e una verifica sull’evolversi della situazione».

E’ quindi intervenuto Daniele Cocco (capogruppo Art. 1- Sdp) che ha annunciato il suo voto a favore.

Posta in votazione, la mozione è stata approvata per alzata di mano.

Il Consiglio ha poi iniziato la discussione sulla mozione, presentata dal capogruppo sardista Angelo Carta e sottoscritta anche da altri capigruppo e semplici consiglieri, con cui si sollecita un intervento umanitario a favore dell’indipendentista Doddore Meloni, detenuto nel carcere di Uta da oltre 2 mesi in sciopero della fame e, di conseguenza, in condizioni di salute preoccupanti.

Illustrandone il contenuto, il capogruppo del Pd’Az Angelo Carta ha auspicato l’ampia condivisione del documento, sottolineando che la mozione è animata soltanto da scopi umanitari e si propone di individuare soluzioni dalla detenzione a tutela della salute di Meloni.

Il consigliere Piermario Manca (Pds) ha suggerito di semplificare il testo della mozione concentrandone il dispositivo su contenuti concreti e ricordando che si tratta della vita di una persona che ha lottato per ideali non sempre condivisibili ma è anziano e non mangia da circa 2 mesi.

Il consigliere del Pd Antonio Solinas, premettendo di parlare a titolo personale, ha affermato che è volontà comune non fare il processo alle idee politiche di Meloni e tuttavia, ha precisato, migliaia di cittadini italiani detenuti nelle carceri si trovano oggi nelle sue stesse condizioni. Preannunciando il suo voto contrario, Antonio Solinas ha concluso affermando che non è competenza del Consiglio intervenire su detenuti in carcere per reati comuni.

La consigliera Daniele Forma del Pd ha invece espresso solidarietà umana a Doddore Meloni, pur senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie che lo riguardano né dei suoi convincimenti politici, e comprendendo la difficoltà di separare la sua scelta di lotta politica dalla vicenda personale e dalla decisione estrema di fare lo sciopero della fame. La consigliera, condividendo la preoccupazione dei familiari di Meloni e dei militanti del suo movimento Meris, ha poi preso lo spunto dalla vicenda per suggerire che il Consiglio reintroduca fra le sue competenze quella sui diritti civili.

La consigliera Annamaria Busia del gruppo Misto, favorevole alla mozione, ha messo l’accento sul fatto che l’argomento in questione impone una sorta di mea culpa al Consiglio che non ha nominato il Garante per i diritti del detenuto, figura che avrebbe potuto intervenire a pieno titolo sulla vicenda come su altre. La consigliera si è poi soffermata più in generale sulla situazione della sanità penitenziaria (settore in grande sofferenza) auspicando un momento di riflessione di tutto il Consiglio.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu si è detto favorevole senza alcun dubbio nel sostenere le ragioni che hanno indotto Meloni a fare lo sciopero della fame, aggiungendo che la mozione è mossa da uno spirito umanitario al di sopra di ogni strumentalizzazione politica, e punta ad alleviare per quanto possibile una situazione oggettivamente grave.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha parlato di un segnale si solidarietà che non sarebbe giusto negare, di un accorato appello che non interferisce sulla vicenda giudiziaria e non ha carattere politico ma esprime solo vicinanza nei confronti di chi da 2 mesi fa lo sciopero della fame e si trova in precarie condizioni di salute. In altre occasioni, ha ricordato Pittalis, abbiamo espresso solidarietà verso persone che vengono da altri continenti, dobbiamo farlo anche per un sardo, compiendo un gesto nobile.

A nome della Giunta il vice presidente Raffaele Paci ha precisato che l’Esecutivo non ha una posizione sul problema né competenza ad intervenire su una mozione che, peraltro, è rivolta al presidente del Consiglio. Tuttavia, ha concluso, se fossi un consigliere la voterei.

Il presidente Ganau, non essendoci altri interventi, ha chiesto al capogruppo sardista Angelo Carta, primo firmatario della mozione, di esplicitare la sua posizione in riferimento alle modifiche del testo suggerite dal consigliere Piermario Manca.

Il consigliere Carta, confermando di voler mantenere il documento nel suo testo integrale, ha chiarito che si prefiggeva tre obiettivi: non alimentare un caso politico, non tracciare un profilo della persona, non sconfinare dalle competenze del Consiglio.

Messa ai voti, la mozione è stata approvata.

Dopo lo scrutinio, il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato la convocazione della commissione Sanità per domani alle 10.00 e l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo. Successivamente ha tolto la seduta. 

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Il Consiglio regionale ha approvato la discussione generale sul disegno di legge su urbanistica ed edilizia.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n. 408/A – Giunta regionale – “Disposizioni urgenti in materia urbanistica ed edilizia. Modifiche alla legge regionale n. 23 del 1985, alla legge regionale n. 45 del 1989, alla legge regionale n. 8 del 2015, alla legge regionale n. 22 del 1984, alla legge regionale n. 28 del 1998 e alla legge regionale n. 24 del 2016″.

Prima di avviare la discussione, il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha richiamato l’attenzione del Consiglio sull’iniziativa degli operai Ottana, da oggi in presidio permanente nel sito industriale. «Il 21 aprile scorso – ha ricordato Daniele Cocco – il Consiglio ha approvato all’unanimità una mozione che purtroppo non ha avuto seguito, soprattutto con riferimento al lavoro di un tavolo tecnico presso il ministero dello Sviluppo economico che doveva individuare nuove soluzioni; su questo chiediamo risposte all’assessore dell’Industria».

Il presidente Gianfranco Ganau ha assicurato che la questione sarà sottoposta all’assessore competente. Subito dopo ha dato la parola al relatore del disegno di legge 408 Antonio Solinas (Pd) per illustrare il provvedimento.

Antonio Solinas ha sottolineato in apertura che la legge «pone mano ad una situazione che riguarda molti settori ma in particolare realizza l’adeguamento di diverse leggi regionali, a partire dalla 23 dell’85, e la sburocratizzazione di un complesso di norme». «In commissione – ha proseguito Solinas – si sono svolte molte audizioni e sono state recepite alcune osservazioni come per esempio quella sull’allargamento dell’osservatorio regionale su urbanistica ed edilizia». «Per quanto riguarda il testo – ha aggiunto Antonio Solinas – ci sono differenze formali fra quello della Giunta e quello della commissione ma sul piano sostanziale i concetti di fondo sono simili e c’è stata condivisione sia su alcune novità come quella dei litorali metropolitani che sullo stralcio della materia degli usi civici su cui auspichiamo un intervento del Consiglio».  Si è trattato di un lavoro utile, ha concluso il vice presidente della commissione Governo del territorio, «cui ha contribuito positivamente anche la minoranza, una solida base di lavoro anche per la successiva legge urbanistica».

Il primo intervento della discussione generale è stato quello del consigliere del Pd Salvatore Demontis, che ha parlato di «un buon disegno di legge che va in direzione della semplificazione nella complessa materia edilizia, proseguendo un percorso già avviato con i procedimenti amministrativi introducendo la comunicazione di inizio lavori,  segno di un approccio nuovo della pubblica amministrazione che si fida del cittadino». «La legge – ha poi sostenuto – contiene una disciplina più snella di variazioni essenziali cui sono agganciate sanzioni, maggiori tolleranze su alcune difformità, gli insediamenti nell’agro e le varianti in corso d’opera, oltre ad una buona novità sul cosiddetto litorale metropolitano proposta dal collega Antonello Peru che ha consentito una configurazione nuova per un litorale strettamente connesso ad un retroterra importante, come quello di Sassari».

Il vice capogruppo di Forza Italia, Marco Tedde, ha richiamato il recente incontro del Pd sulla legge urbanistica per affermare che in quella sede «è stata pesantemente censurata la legge che oggi discutiamo soprattutto per trovare un nuovo equilibrio fra la normativa regionale con quella nazionale; un lavoro che riesce a metà, anche se contiene spunti interessanti che  regolano in modo migliore una vasta area di interessi economici e sociali, pubblici e privati». Marco Tedde ha poi fornito alcuni numeri sul settore edilizio in Sardegna, «che rappresenta l’11% del pil, il 42% dei lavoratori dell’industria e la maggioranza degli occupati, numeri che dimostrano quella necessità di attenzione che il centro sinistra non ha saputo assicurare». Anzi, i risultati concreti del governo regionale sono tutti di segno negativo: «In questi anni sono stati persi 29.000 posti di lavoro (quasi il 50% degli addetti) e sono uscite dal mercato 2500, un disastro con l’unica eccezione del nostro “Piano casa”, poi stravolto e reso sterile dalla maggioranza, con una perdita ulteriore di posti di lavoro e di aziende esclude dal ciclo produttivo». Marco Tedde, infine, ha messo in evidenza l’inadeguatezza dell’azione di governo del centro sinistra, ricordando le enormi difficoltà delle graduatorie «collegate al bando della legge 29 sui centri storici che ha fatto registrate la spesa di appena 1.5 milioni sui 20 disponibili: questo è il vero resoconto di 40 mesi di governo del centro sinistra in cui la maggioranza è rimasta bloccata dalle sue divisioni interne fra visioni opposte, un dato preoccupante anche per l’opposizione».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha affermato che, sul piano generale, «la discussione di temi come l’urbanistica presuppone che le norme vadano inquadrate nella visione complessiva del Piano paesaggistico regionale, strumento di tutela del paesaggio come bene comune contro ogni tentativo di speculazione, che conserva la sua validità nonostante il tempo trascorso». Si tratta di uno strumento che, secondo Usula, «può essere sottoposto a qualche adeguamento ma resta comunque gerarchicamente sovra ordinato, come ribadito sia dalla giurisprudenza che da una recente sentenza della Corte costituzionale». «Per quanto riguarda la valutazione sull’operato del governo regionale in materia – ha continuato Emilio Usula – ci saremmo aspettati la messa in sicurezza del Ppr come dichiarato in campagna elettorale, con l’impegno di aiutare i Comuni ad adeguare i Puc al Ppr lasciando ad essi buoni margini di autonomia; nulla però è stato fatto, i Puc approvati sono appena una decina e non è stato fatto niente per le zone interne, riaprendo invece una profonda ferita nella società sarda discutendo di queste cose fuori dal Consiglio e, all’interno, con un modo di procedere molto particolare, prima con questo testo e poi con un altro, due leggi che hanno marciato su binari paralleli con una sfasatura temporale, spacchettando la materia e rinviando il cuore del confronto». «Una situazione – ha detto infine Usula – che alimenta in noi dubbi e sospetti; abbiamo presentato emendamenti correttivi di quelli che per noi sono alcuni pericoli ma vogliamo capire se la legge rimane così com’è perché in questo caso il nostro voto sarà contrario».

Il consigliere Paolo Zedda (Art. 1 – Sdp) ha basato il suo intervento su osservazioni di metodo e di merito. Sotto il primo profilo Zedda ha criticato «la scelta della Giunta di lavorare su due testi, una scelta che lascia perplessi e rende più difficile orientarsi su una materia molto tecnica, così come non convince il titolo di disposizioni urgenti in presenza di un testo organico bloccato da tempo, anche perché lo stesso concetto di urgenza nell’ordinamento regionale è legato solo alla semplificazione di procedure amministrative nazionali». Nel merito, a giudizio di Zedda, «si interviene su diverse leggi con la volontà di operare una semplificazione anche se non ci sono i testi coordinati ed inoltre vengono ammessi alcuni interventi, come parcheggi che non comportino variazioni permanenti dello stato dei luoghi ed altre infrastrutture definite di facile rimozione in contrasto con il Ppr e con la cosidetta legge salva coste, mentre la stessa Corte costituzionale ha detto che tali norme sono sovra ordinate e non possono essere derogate».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato che, nelle intenzioni della maggioranza, «il Dl 408 avrebbe dovuto rappresentare una svolta, soprattutto per disboscare una giungla interpretativa e produrre nuove opportunità per imprese e cittadini in modo chiaro e semplice». «Invece – ha lamentato Rubiu – è l’ennesima scommessa perduta per colpa della ennesime lotte intestine al centro sinistra, è una riforma priva di coraggio che non riesce a dare riposte nuove alla domanda di crescita e sviluppo della Sardegna, è un concentrato di aspettative deluse per motivi ideologici, una legge pastrocchio che confonde ancora di più il quadro normativo, con i Comuni lasciati soli a districarsi nelle interpretazioni, non contiene nessuna apertura per il comparto rurale, turistico e agricolo, è insomma la risposta peggiore per molti giovani che attendevano opportunità di lavoro» L’andamento del settore edilizio della Sardegna ha numeri spaventosi che per l’ennesima vota non hanno trovato nella Regione l’attenzione necessaria, per cui auspichiamo un testo unico che riordini e semplifichi davvero il quadro normativo, eliminando i contenziosi civili e penali che appesantiscono ulteriormente la materia, una testo finalmente libero dalla solita ottica integralista e fondamentalista, a cominciare dall’agro che, secondo noi, deve essere disciplinato con lo schema del lotto funzionale che prescinda dalla superficie del terreno ed accompagni lo sviluppo ordinato di tante aziende sarde».

Per il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino «gli interventi del Consiglio in materia di urbanistica sono purtroppo condizionati da interferenze esterne che cercano di influire sul voto dell’Aula, unico luogo dove si prendono le decisioni». «Le stesse dichiarazioni di Soru sulla stampa – ha ricordato Giuseppe Fasolino – appaiono sorprendenti quando si riferisce all’autonomia dei Comuni ed all’opportunità di approvare i Puc dimenticando però che la colpa di tutto questo è del Ppr voluto dallo stesso Soru. Quello di cui ha bisogno la Sardegna è una legge urbanistica con obiettivi, partendo dal vecchio Piano casa che aveva dato risposte importanti all’economia della Sardegna, ai Comuni, al patrimonio edilizio della Regione, una tendenza contraddetta dal centro sinistra che ha approvato la legge 8 del 2015 con cui si è tornati indietro di anni; ci vuole una riforma non ideologica con obiettivi precisi e regole certe per gli operatori del settore nel massimo rispetto per l’ambiente».

Conclusa la discussione generale, a nome della Giunta, l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha messo l’accento sul fatto che, nel percorso di formazione della legge, «la Giunta ha ascoltato con molta attenzione tutti i soggetti interessati, modificando profondamente un impianto vecchio con regole inefficaci che alla fine producono costi diretti e indiretti senza benefici ma anzi con ingiustizie e ritardi». «Pensiamo di essere riusciti nel compito – ha poi affermato Erriu – anche grazie al lavoro molto utile fatto in commissione, che ha migliorato il testo in alcuni punti, è una legge omnibus molto completa che contiene nuove discipline e nuovi strumenti, è attenta allo sviluppo nella fascia costiera senza deroghe al Ppr, prevede accelerazioni per la formazione dei Puc ed elimina molte criticità nell’agro per quanto riguarda le opere incomplete». «Sono convinto – ha concluso l’assessore – che la discussione in Consiglio consentirà di mettere in evidenza gli enormi benefici della legge per imprese ed amministrazioni locali con effetti economici positivi diretti sul sistema regionale e ritengo che, subito dopo la sua entrata in vigore, arriverà il riconoscimento unanime del mondo dell’impresa e delle professioni».

Dopo l’intervento dell’assessore Cristiano Erriu l’Aula ha approvato il passaggio agli articoli. Poi il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso l’esame della legge e ha dato la parola all’on. Piero Comandini (Pd) che ha illustrato la risoluzione 1 sulla vicenda dei lavoratori sardi del servizio clienti Wind 3.

«Grazie al ruolo svolto anche dal presidente del Consiglio regionale stiamo portando con celerità la risoluzione su questa vertenza, che ha carattere nazionale visto che in Liguria, Sicilia e Lazio ci sono lavoratori  che versano nelle condizioni dei lavoratori sardi – ha detto Piero Comandini -. Dietro una cessione di ramo d’azienda sembra nascondersi un licenziamento di massa in futuro: questa procedura va fermata o, comunque, va governata perché i lavoratori sono costretti a migrare in una terza società che non ha la solidità della precedente. Parliamo di 900 lavoratori in Italia di cui 400 in Sardegna. La stessa crisi, peraltro, riguarda i call center di Tiscali e Amazon, che in futuro potrebbero trovarsi nelle stesse condizioni e con i tagli della retribuzione. Noi vogliamo che il Governo fermi  questa procedura visto che queste società gestiscono reti pubbliche e hanno goduto di contribuzione pubblica.»

Per l’on. Mariano Contu (FI) «non possiamo permetterci una perdita di occupazione di questa portata e il documento elaborato dalla commissione chiede proprio che la Giunta si faccia parte attiva con il ministero dello Sviluppo economico per evitare tutto questo. Annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia».

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore degli Affari generali, Filippo Spanu: «Il terreno è scivoloso per le implicazioni del Garante delle comunicazioni ma è chiara la dimensione del problema e renderemo conto in Consiglio sulle iniziative assunte».

Per la replica l’assessore Comandini ha detto: «I tempi sono purtroppo ridotti, mi dicono che l’azienda sta offrendo scivoli per liberarsi dei dipendenti. Rischiamo che sia troppo tardi».

La risoluzione è stata approvata all’unanimità.

Sulla mozione 311 (Rubiu e più) dedicata alla situazione della società di servizi Pro service della provincia di Cagliari, l’on. Gianluigi Rubiu ha detto: «Dalla mozione a oggi sono cambiate le regole del gioco e la legge. Pertanto la mozione ha perso di spessore insieme al rischio paventato dalla mozione».

Sul tema ha preso la parola l’assessore Cristiano Erriu, che ha, comunque, ricordato che «uno dei decreti Madia riguarda proprio le società a partecipazione pubblica. Il tema è delicato e nel nostro caso riguarda il limite minimo di fatturato. Se non si raggiunge quello, il decreto legislativo 175  prevede la liquidazione della società e la salvaguardia dei posti di lavoro. Il rappresentante legale della città metropolitana di Cagliari, ovvero il sindaco Massimo Zedda, ha avviato una interlocuzione per raggiungere un accordo di ottimizzazione della Pro service, per garantire servizi e stipendi».

Per l’on. Gianluigi Rubiu, che ha replicato, «la risposta è esaustiva e colgo l’occasione per chiedere al commissario di bloccare i trasferimenti e le trasformazioni in  corso all’ex provincia». La mozione è stata ritirata.

A seguire la mozione Zedda (FI) e più dedicata alle iniziative nella ricorrenza di 90 anni del Nobel ricevuto dalla scrittrice nuorese Grazia Deledda. L’oratrice ha detto: «Ringrazio tutti per la sensibilità su questo tema e chiedo che così come la Camera e il Senato anche il Consiglio regionale debba ricordare l’opera di Grazia Deledda a 90 anni dal Nobel ricevuto. Spetterà al Consiglio un ruolo centrale, anche in azione congiunta con le altre istituzioni. La sua opera deve diventare patrimonio culturale di tutti».

Ha poi preso la parola l’on. Roberto Deriu (Pd), che ha detto: «E’ una mozione quanto mai opportuna e non mi soffermo sul merito ma do alcuni suggerimenti sul coinvolgimento degli studenti. E’ possibile farlo attraverso la programmazione dei collegi dei docenti nell’ambito della autonomia scolastica».

Per l’on. Annamaria Busia (Campo progressista) «è importante che la massima assemblea regionale ricordi l’opera e la testimonianza di vita di questa donna. Grazia Deledda è stata una donna determinata, astuta e spregiudicata. E non per casualità è arrivata al massimo riconoscimento della letteratura». 

Secondo l’on. Emilio Usula (Misto) «tutte le iniziative per valorizzare la nostra conterranea sono meritorie». Della stessa opinione l’on. Michele Cossa (Riformatori) e il collega Luigi Crisponi, che ha chiesto all’assessore Giuseppe Dessena di «rivalorizzare il parco deleddiano, che a oggi sembra essersi concentrato soltanto su Galtellì e non sull’intero territorio nuorese”.

Per il Pds ha preso la parola il capogruppo, on. Gianfranco Congiu, che ha parlato di Grazia Deledda come di «uno dei giganti della cultura internazionale». L’on. Pierfranco Zanchetta ha detto che «un Nobel non si dà a caso e faremmo meglio a ricordarci dei tanti sardi che hanno fatto tanto per la cultura nel mondo».

L’assessore alla Cultura, Giuseppe Dessena, ha condiviso le valutazioni espresse e ha aggiunto: «La Regione si è occupata di Gramsci e della Deledda in questi anni, investendo risorse e attivando le scuole e i Comuni. Per la ricorrenza del Nobel, che fu materialmente consegnato nel 1927, abbiamo presentato alcune iniziative su Grazia Deledda al salone internazionale del libro di Torino di quest’anno. Sabato sarà la giornata dedicata la premio internazionale Grazia Deledda e si terrà a Galtellì. Per le scuole stiamo immaginando un percorso: risorse economiche per celebrare negli istituti  in ogni forma, anche con il teatro, Grazia Deledda. Sul Parco deleddiano a presto metteremo attorno a un tavolo gli amministratori locali per far ripartire l’iniziativa. Stiamo poi chiedendo un incontro sulla scuola al ministro Fedeli e parleremo anche di Grazia Deledda».

La mozione Zedda e più è stata approvata all’unanimità.

A seguire la mozione 251 (Crisponi e più) sulla crisi delle Camere di commercio della Sardegna. L’esponente dei Riformatori ha detto che «le camere di commercio sono destinate per legge ad essere accorpate, con il pretesto del risparmio. In realtà si tratta di un errore e noi chiediamo che la Giunta si opponga al progetto di realizzare una sola Camera di commercio per la Sardegna. Le specificità della nostra isola, la vastità del nostro territorio e la difficoltà dei trasporti interni renderebbero pericolosissima una riforma del genere. Dobbiamo sventare il tentativo di desertificare ulteriormente la Sardegna».

L’assessore degli Affari generali, Filippo Spanu, ha riaffermato l’impegno della Giunta per utilizzare al meglio «il contributo funzionale della camere di commercio per le politiche di sviluppo della Regione» ed ha ricordato il confronto in corso con gli assessorati del Turismo, dell’Industria e del Commercio. «La Giunta regionale – ha dichiarato Filippo Spanu – ha un’idea chiara sulle camere di commercio: le considera una ricchezza».

Nel merito dei temi oggetto della mozione, il responsabile degli Affari generali, ha ripercorso le diverse fasi che caratterizzano il processo di riorganizzazione, non ancora concluso, evidenziando come la proposta formulata da Unioncamere al Governo statale sia carente in alcuni aspetti. Spanu ha quindi ricordato le segnalazioni del presidente Pigliaru, prima al già ministro Guidi e più di recente ai ministri Calenda e Costa, nelle quali si è esplicitata, tra le altre, la richiesta di una deroga per la camera di commercio di Nuoro. «La Camera di commercio di Cagliari – ha spiegato l’assessore – rispetta tutte le caratteristiche richieste per mantenere l’istituzione camerale, Sassari pur non avendo 75mila imprese aderenti è transfrontaliera ed ha il requisito di equilibrio ed efficienza, così come Nuoro che ha dalla sua parte anche le caratteristiche di montana e isolana».

«Per Oristano – ha concluso Filippo Spanu – dovrà essere il territorio ad esprimere la volontà di adesione ad una delle altre camere di commercio dell’Isola».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori), in sede di replica, ha insistito sulla opportunità che sia concesso al territorio di Oristano di poter scegliere l’ente camerale al quale aderire qualora fosse confermata la cancellazione della sede oristanese.

Fermo disappunto per le dichiarazioni rese dall’assessore Spanu è stato espresso invece dal capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni: «La Giunta continua a mostrare un atteggiamento passivo nei confronti del Governo italiano ed è appiattita su questo come sugli altri temi, persino ai vari 1sottosegretari». Attilio Dedoni ha chiesto la difesa dell’ente camerale di Oristano e dunque dell’intero sistema camerale sardo.

Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto (Pd), ha proposto l’inserimento nel testo della mozione di un esplicito riferimento alle tre sedi di Sassari, Cagliari e Nuoro, suscitando la vibrata protesta del consigliere Dedoni.

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato: «Non si salva un territorio affossandone un altro, il Consiglio e la Giunta devono fare battaglia per salvaguardare il sistema camerale sardo nella sua interezza, con le sedi di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari». L’esponente della maggioranza ha quindi mostrato contrarietà alla proposta formulata dal suo collega di gruppo e di partito, Luigi Lotto, ed ha invitato i presentatori a lasciare il testo della mozione inalterato o a inserire tutte e quattro le camere di commercio della Sardegna.

Il consigliere primo firmatario della mozione, Luigi Crisponi (Riformatori), ha dichiarato di voler lasciare inalterato il testo ed il presidente del Consiglio ha posto in votazione la mozione n. 313 che è stata approvata con 50 voti favorevoli su 50 consiglieri partecipanti al voto.

Si è passati, dunque alla discussione della mozione n. 294 ed il primo firmatario, Luca Pizzutto (Art.1-Sdp) ne ha illustrato il contenuto, criticando, a tratti anche duramente, la condotta della società Polar srl, la società  che ha in concessione la cava di argilla bentonitica nel comune di Piscinas.  L’esponente della maggioranza ha evidenziato “l’anomalo comportamento” della ditta che ha fatto ricorso ad una serie di licenziamenti, poi cancellati dalle sentenze del tribunale, ed ha quindi proseguito con una serie di trasferimenti di personale nella sede di Genova. «Polar – ha dichiarato Luca Pizzuto – fa ciò che vuole all’interno dei confini dello stabilimento e non rispetta i lavoratori». Il consigliere di Art. 1 – Sdp ha quindi chiesto spiegazioni sulla compagine societaria, sulle posizioni debitorie, sui mancati pagamenti ai fornitori ed anche ai lavoratori, sul piano industriale della società, riaffermando la necessità di un intervento del Consiglio anche sotto il profilo normativo. «Mi spiego meglio – ha concluso Pizzuto – ipotizzo una legge con procedura d’urgenza per revocare la concessione mineraria alla Polar srl».

Il consigliere di Forza Italia, Mariano Contu, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha proposto la sospensione della discussione della mozione, per dare corso all’audizione in commissione dei vertici della Polar srl, così come da richiesta di questi ultimi. Contro tale eventualità si è espresso il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, («serve un segnale forte del Consiglio regionale contro il modo di operare ed i metodi adottati della società Polar, nonché, in prospettiva  una nuova legge che regoli le concessioni minerarie») ed anche la consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda («bene audizione dell’azienda ma ritengo che sia necessario e urgente pronunciarsi sula situazione che si è venuta a creare nella cava di Piscinas»).

È quindi intervenuta l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, che non ha nascosto le problematicità della vicenda Polar ed ha ripercorso le tappe recenti della concessione di Piscinas, dall’abbandono della società Ssb all’assegnazione alla Poalr srl, confermando la regolarità delle procedure e degli atti («l’attività produttiva è stata sottoposta alla rigida autorizzazione integrata ambientale ed è sotto il controllo anche dell’Asl e dell’Arpas»).

L’assessore ha inoltre confermato il rispetto delle norme in vigore ma si è detta d’accordo al varo di nuove regole per le concessioni minerarie, confermando l’attenzione dell’assessorato dell’Industria per la vertenza Polar.

Il consigliere Pizzuto, in sede di replica, ha ribadito gli scarsi strumenti a disposizione della Regione per arginare comportamenti dannosi come quelli adottati – a suo giudizio – da Polar ed ha confermato la volontà di una procedura d’urgenza per il varo di nuove norme in materia di concessioni minerarie.

La consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha dichiarato voto favorevole, insieme con il consigliere Udc, Giorgio Oppi, che però si è detto contrario alla procedura d’urgenza («meglio una legge ad hoc»).

Il presidente del Consiglio ha quindi comunicato all’Aula la convocazione, al termine dei lavori, della conferenza dei capigruppo con i lavoratori della Portovesme srl; la convocazione della commissione d’inchiesta sui costi del sistema sanitario alle 17.00, la convocazione delle commissioni Terza e Quarta alle 16.00 e della Quinta commissione alle 16.30. Il presidente Prima di dichiarare conclusa la seduta e di convocare l’Assemblea per martedì 27 giugno alle 10.00, ha posto in votazione la mozione 294 che è stata approvata all’unanimità con 39 favorevoli su 39 votanti.

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Dopo una sentenza del Tribunale di Cagliari e la conseguente applicazione della legge “Severino”, nel corso della seduta odierna del Consiglio regionale, a Oscar Cherchi (Forza Italia), in base alla decisione della Giunta per le elezioni, è subentrato dopo un rilievo sull’ineleggibilità del candidato Emanuele Cera, il candidato Domenico Gallus.

La surroga del consigliere Oscar Cherchi a favore di Domenico Gallus è stata approvata con 29 voti favorevoli, 11 contrari e 3 astenuti; subito dopo il neo consigliere Gallus ha prestato giuramento.

Successivamente l’Assemblea ha iniziato ad esaminare il Testo unificato sulla raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei ed ipogei ed il presidente ha dato la parola al relatore Eugenio Lai (Art. 1 – Sdp) per illustrare il provvedimento.

Aprendo il suo intervento Lai ha affermato di sentirsi «in imbarazzo perché, in effetti, non è cambiato nulla rispetto a 15 giorni fa: molti consiglieri non conoscono la legge, molti, pur conoscendola, hanno presentato emendamenti che la modificano in profondità, nell’Aula si registrano significative divisioni». «Per cui – ha proseguito – è arrivato il momento di discutere la legge ma se qualcuno ha opinioni diverse (anche radicali) è bene che le manifesti, purché non si continui con la politica del rinvio con motivazioni strumentali, perché la Sardegna ha bisogno di una legge». «Anche perché – ha detto ancora Lai – stanno nascendo complessi contenziosi giudiziari, molte amministrazioni stanno procedendo con regolamenti fai da te e il territorio sta subendo gravi danni ambientali causati dalla raccolta selvaggia». «Se non si discute oggi – ha avvertito il consigliere – mi dimetto da relatore, purché credo che tutti debbano assumersi la responsabilità di non intervenire».

Il capogruppo di Forza, Italia Pittalis, ha ricordato che la questione è stata affrontata in conferenza dei capigruppo ma, nello stesso tempo, ha richiamato l’attenzione del presidente Ganau sulla necessità che, nella prossima riunione, il presidente Francesco Pigliaru riferisca al Consiglio sulla crisi politica della Regione e sulla questione degli assessorati vacanti.

Iniziando la discussione generale il consigliere Pier Mario Manca (Pds) ha dichiarato che «la Regione ha bisogno di una legge organica su raccolta commercializzazione dei funghi unita alla salvaguardia dell’eco sistema». Il testo, a suo avviso, «raccoglie proposte diversificate e risente probabilmente di un certo appesantimento burocratico, anche se non vanno dimenticati gli aspetti positivi: la distinzione dei tesserini fra raccoglitori amatoriali e professionali, i permessi speciali a pagamento per i non residenti e la formazione, tutte misure che assicurano un impatto minimo sui territori; così come sono positivi gli interventi per la salvaguardia dell’habitat naturale e la tutela della salute dei raccoglitori e dei consumatori, anche per gli ipogei che in alcune zone stanno diventando fonti di integrazione al reddito per molte comunità della Regione».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha lamentato, come già era stato evidenziato nel dibattito precedente, «la presenza di appesantimenti burocratici mentre singolarmente vengono trascurate le competenze dell’assessorato della Sanità che invece va coinvolto proprio per introdurre norme a tutela della corretta conoscenza del prodotto ed inoltre, quanto ai tesserini, occorre che possano essere rilasciati on line, cosa che ora non è possibile». Ci sono poi altre dimenticanze, secondo Crisponi, «che vanno senza dubbio corrette, se si vuole anche in Aula, a cominciare dalla commercializzazione in cui vanno messe a punto le differenze fra epigei e ipogei (tartufi) con questi ultimi che fanno registrare movimenti interessanti di mercato».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu, concordando in buona parte con le osservazioni di Crisponi e dello stesso relatore Lai, ha osservato che «il testo risente di composizioni e ricomposizioni per cui non può essere approvata cosi com’è e ci sono molte osservazioni da fare, a partire da una sorta di regionalizzazione dei funghi piuttosto discutibile, da un sistema di autorizzazioni troppo macchinoso e da una burocrazia aggiuntiva non adatta all’argomento, una sorta di nuova burocrazia del fungo scientifica e tecnica appesantita oltretutto da sanzioni eccessive». «Ci sono insomma molte cose su cui riflettere ancora anche in commissione – ha concluso Deriu – senza dimenticare che si sta intervenendo su rapporto fra uomo e terra e sulla salute del bosco, abbastanza per chiedersi se la legge in esame è fatta bene».

Dopo l’on. Roberto Deriu ha preso la parola l’on. Lorenzo Cozzolino (Pd), che ha definito questa legge «un notevole passo avanti che va a tutelare un bene economico privo a oggi in Sardegna di tutele normative. Molto ancora si può e si deve fare per emendare la proposta, come le norme sulla modalità per il rilascio del patentino per la raccolta».

Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «non serve entrare pere la seconda volta nel merito di una proposta che il Consiglio conosce bene. Questa non è una legge che nasce per punire ma per prevenire sotto il profilo sanitario i rischi derivanti da una vendita e da un commercio indistinti dei funghi. Ma tutti gli emendamenti presentati priverebbero di  senso questa proposta, al punto che sarebbe meglio lasciare le cose come sono».

Ha preso poi la parola l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi), che ha detto: «La Sardegna attende l’approvazione di questa norma e mi chiedo chi sia interessato dentro quest’Aula a che la legge non passi. C’è un grande giro di affari tra Sardegna e Umbria, dove il prodotto sardo viene preso, venduto e trasformato come se fosse di Norcia».

Per l’on Gianluigi Rubiu (Udc) «questa è una legge burocratizzante e punitiva. Una legge preistorica, che nasce per complicare la vita ai sardi. In particolare, sono ridicole le norme sul rilascio del tesserino che abilita alla raccolta. Che senso ha consentire a chi ha 65 anni di effettuare la raccolta senza il patentino ma solo nel territorio comunale? E siete sicuri che tutti conoscono i confini?».

L’assessore all’Ambiente, Donatella Spano, ha preso la parola per la Giunta e ha detto: «La Regione ha senza dubbio necessità di una normazione puntuale del settore, sia per gli aspetti sanitari che per quelli economici. Alcuni funghi sono poi un ottimo indicatore biologico della qualità dei nostri ecosistemi  e vanno pertanto considerate le modalità di raccolta e di commercializzazione. Un apporto dell’assessore alla Sanità, peraltro, può essere importante».

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato poi la parola all’on. Eugenio Lai, che ha detto. «Se c’è l’assessorato pronto a garantire che lavorerà su questa legge velocemente, possiamo essere d’accordo sul ritorno in commissione del testo. Non possiamo però perdere tempo: vogliamo un impegno chiaro della Giunta».

L’on. Piermario Manca (Pds) ha chiesto «date certe, una volta per tutte. Se è necessario sospendiamo il Consiglio e vediamo in commissione gli emendamenti».

L’on. Domenico Gallus ha chiesto il ritorno in commissione del testo di legge e ha rivolto dai banchi un saluto all’on. Oscar Cherchi. «Mi tocca l’onore ma anche il dispiacere di sostituirlo. Dichiaro sin d’ora che in questo anno di presenza in Consiglio regionale non avrò vincolo di partito e di coalizione».

Su proposta del presidente l’Aula ha votato a favore del rinvio in commissione della legge.

L’Aula ha deciso di rinviare alla prossima seduta di mercoledì prossimo 21 giugno (ore 10.00) la nomina del Difensore civico e del Garante regionale per l’Infanzia.

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Tutti gli studi statistici concordano sul fatto che nel 2065 con altissima probabilità la popolazione in Italia diminuirà sino a toccare 50 milioni. E nel Mezzogiorno e nelle isole il fenomeno sarà ancora più accentuato, con particolare riguardo alle aree più periferiche. 

Come si può contrastare, dunque, lo spopolamento della Sardegna e in particolare quello delle zone interne?

Di questo si sono occupate la commissione Autonomia e la commissione Bilancio, riunite dai due presidenti Francesco Agus e Franco Sabatini in seduta congiunta per un ciclo di incontri che si terranno nelle prossime settimane nel centro Sardegna (con i sindaci e le parti sociali) e con l’audizione del presidente Francesco Pigliaru.

L’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu, ha illustrato ai commissari i dati Istat sul futuro demografico del Paese secondo cui nel 2065 la perdita di popolazione sarebbe di 7 milioni rispetto agli attuali 60,7 milioni. Sempre nel 2065 il Centro Nord accoglierà il 71% di residenti mentre il Mezzogiorno e le Isole arriveranno appena al 29% contro il 34% attuale. L’età media della popolazione, nel 2065, passerà a 50 anni contro gli attuali 44,7 e questo nonostante l’apporto delle migrazioni.

Per l’assessore Cristiano Erriu «su questo tema c’è, dunque, un problema di governance che si deve affrontare, tra l’altro, con azioni volte all’assistenza alle amministrazioni locali. Bisogna intervenire sull’abitare, sulla valorizzazione dei centri storici, garantendo il diritto di cittadinanza anche digitale. Ed è importante che più di trenta Comuni sardi abbiano già la banda larga mentre in altri duecento circa i lavori siano in corso o stiano per iniziare. Tra le altre azioni, intendiamo procedere poi con il sostegno alla tutela del patrimonio pubblico, favorendo l’agricoltura e nuove forme di identità attraverso l’ospitalità. Ho fornito ai commissari una bozza del nostro lavoro, con la consapevolezza che è necessario perfezionarlo, in accordo anche con l’Anci e il Cal».

Per l’on. Roberto Deriu (PD), in passato presidente della provincia di Nuoro, «non c’è alternativa alla denatalità e allo spopolamento, specie delle zone interne, se la Sardegna non registrerà un massiccio fenomeno migratorio o aumenteranno in modo molto significativo le nascite. Per questo ritengo che sia necessario approvare una legge che aiuti le giovani coppie, realizzare il collegamento ferroviario tra Nuoro e Olbia e mettere in campo azioni concrete di sostegno agli enti locali».

Del potenziamento delle infrastrutture ferroviarie ha paralo anche l’on. Michele Cossa (Riformatori), insieme alla necessità della banda larga in tutta l’Isola.

Per l’on. Gianfranco Congiu (PDS): «Bisogna riconoscere che il tema dello spopolamento e dell’aiuto al centro Sardegna non è nell’agenda politica e bisogna invece avere il coraggio di riposizionarlo nel dibattito di maggioranza tra aree urbanizzate e aree che ancora non lo sono. Sia comunque chiaro che per noi non è possibile abbandonare il principi pio perequativo stabilito dalla legge 2 secondo cui un euro di risorse alla città metro deve corrispondere a un euro speso per le aree sarde meno urbanizzate. Il centro Sardegna e il Nuorese non le arre maggiormente sofferenti e vanno trattate con lo stesso piglio e la stessa determinazione che anni fa fu usato per il Sulcis».

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, ha ribadito che «il fenomeno dello spopolamento delle zone interne riguarda comunque tutta la Sardegna perché spiega i suoi effetti negativi in tutto il territorio e dunque va osservato e contrastato in modo unitario. E’ quello che stiamo probando a fare andando a incontrare prossimamente i sindaci e le parti sociali oltre che il presidente Pigliaru».

Il collega Francesco Agus è dello stesso avviso: «Abbiamo deciso questi incontri ed è  tempo che si affronti questo tema e le relative proposte di legge in modo unitario, cominciando a fornire quelle risposte concrete che sinora sono mancate. E che invece vengono sollecitate dai sardi alla classe politica. In particolare, siamo tutti d’accordo per destinare il 10 per cento delle risorse contenute nel Patto per la Sardegna ad affrontare da subito i problemi delle zone interne. Non risorse a pioggia ma valutando cosa è stato fatto sino a oggi e con quali risultati».

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«Il Consiglio regionale dica con chiarezza se la Commissione d’inchiesta sui costi della Sanità deve andare avanti. Se in Aula ci sono forze contrarie vengano allo scoperto. La politica ha il dovere di curare da sola i propri mali». A distanza di qualche giorno dalle dimissioni dalla Commissione d’inchiesta del vicepresidente Roberto Deriu (Pd), a difesa dell’operato dell’organismo consiliare istituito nel giugno 2015 interviene il presidente Attilio Dedoni (Riformatori): «La Commissione non è stata un flop – ha detto Attilio Dedoni – le dimissioni dell’on. Roberto Deriu sono dovute a un sentimento di frustrazione di fronte alle difficoltà incontrate in questi due anni per ottenere i documenti dalle Asl. Il lavoro fatto è però servito a far capire quali sono i veri motivi che impediscono di fare chiarezza sui costi della Sanità e ad aprire gli occhi all’intero Consiglio sulle scelte future».

Il presidente Dedoni ha poi elencato tutte le attività mandate avanti dalla Commissione in questo primo biennio di lavoro senza nascondere l’amarezza per i troppi ostacoli disseminati sul percorso: «Abbiamo cominciato con la richiesta dei documenti sugli appalti per le forniture, in alcuni casi ci siamo trovati davanti a un vero e proprio muro di gomma. Alcune Asl non hanno fornito i dati, altre lo hanno fatto in modo lacunoso – ha aggiunto Attilio Dedoni – siamo però riusciti a capire che l’origine degli sprechi non è da attribuire solo alla spesa farmaceutica, come sostiene l’assessore Arru, ma si annida in altri settori come l’attribuzione indiscriminata di incarichi dirigenziali, l’alta presenza di gravi patologie sul territorio isolano, l’acquisto non centralizzato di beni. Ieri, durante il nostro sopralluogo a Nuoro è emerso che il liquido di contrasto per la Tac e la risonanza magnetica costa 7 euro al Brotzu a fronte dei 17 euro pagati da altre Asl. Sono storture da correggere, il costo del sistema sanitario è altissimo, oltre il 50% del bilancio regionale. Anche quest’anno chiuderemo con un buco di 400 milioni di euro».

Durissimo il giudizio sull’operato dell’assessore Arru: «E’ stato lui il primo a dire che la Commissione non serviva a nulla – ha rimarcato Attilio Dedoni – noi naturalmente pensiamo il contrario. Il Consiglio dica adesso cosa vuole fare. In questi anni abbiamo chiesto alla Presidenza di metterci a disposizione un informatico e uno statistico per la lettura incrociata dei documenti acquisiti. Purtroppo non si è riusciti ad attivare il servizio».

Il presidente della Commissione d’inchiesta si è poi soffermato sui ritardi nell’apertura dell’ospedale Mater di Olbia: «Il sopralluogo di ieri della Commissione Sanità è servito per capire che ci vorranno ancora molti mesi per l’apertura della diagnostica – ha affermato Attilio Dedoni – sappiamo inoltre che alcune specialistiche, come la cardiochirurgia, non si faranno. Ciò determinerà un taglio di circa 60-80 posti letto che dovranno essere ridistribuiti. Luigi Arru lo sapeva da tempo, perché non ha informato il Consiglio. Sulla riforma della rete ospedaliera si sono falsificati i dati. Questo è inaccettabile, l’assessorato non è un califfato deve rispondere al Consiglio».

Molto critico anche il giudizio su un’altra iniziativa della Commissione: «Un commissario, Angelo Carta del Psd’Az, ha chiesto con forza di avere i documenti sulle assunzioni degli operatori sanitari interinali nelle Asl di Oristano e Nuoro nessuno ha risposto e per questo si è dovuto rivolgere alla Procura della Repubblica. La politica ha il dovere di prendere la situazione in mano senza aspettare un intervento esterno. La Commissione d’inchiesta – ha concluso Attilio Dedoni – è nata come rimedio ai malanni della sanità, chi la vuole affossare lo faccia alla luce del sole».

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I capigruppo del Consiglio regionale hanno incontrato in tarda mattinata i sindacati degli edili al termine della manifestazione di protesta sotto il palazzo di via Roma. All’incontro,  al quale hanno preso parte i segretari generali di Cgil e Uil Michele Carrus e Francesca Ticca e quelli di categoria Giovanni Matta (Filca-Cisl), Enrico Cordeddu (Fillea-Cgil) e Marco Foddai (Feneal-Uil) erano presenti il vicepresidente del Consiglio regionale Eugenio Lai (Sdp), Alessandra Zedda (Forza Italia), Gianluigi Rubiu (Udc), Michele Cossa (Riformatori), Angelo Carta (Psd’Az), Roberto Deriu (Pd), Pierfranco Zanchetta (Cps) e Paolo Truzzu (FdI).

I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito ai capigruppo le ragioni della protesta. «L’edilizia è il settore che ha subito più di tutti gli effetti negativi della crisi – hanno detto i segretari di categoria Matta, Cordeddu e Foddai – dal 2008 a oggi il settore ha perso circa 30.000 posti di lavoro, 5.000 imprese hanno chiuso i battenti. E’ necessario un cambio di rotta con interventi normativi ed economici per il rilancio del settore».

I sindacati hanno sollecitato lo sblocco immediato dei fondi già disponibili per le infrastrutture e l’approvazione rapida della nuova legge urbanistica da parte del Consiglio regionale, strumento che consentirebbe di liberare ingenti risorse per gli investimenti. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto inoltre l’intervento della Regione presso il Governo nazionale per la modifica delle norme in materia di previdenza e sicurezza sul lavoro (pensione a 60 anni per gli edili, riconoscimento del lavoro usurante).

Istanze accolte da tutti gli esponenti politici di maggioranza e opposizione presenti all’incontro che hanno espresso solidarietà ai lavoratori scesi oggi in piazza. Il vicepresidente del Consiglio regionale Eugenio Lai ha annunciato ai sindacati la presentazione di un ordine del giorno unitario nella prossima seduta del Consiglio regionale a sostegno della vertenza degli edili. Nel documento si chiederà alla Giunta un’accelerazione sulle procedure di spesa delle risorse già disponibili e il recupero dei fondi da destinare ai cantieri comunali per l’occupazione. Nell’ordine del giorno, sarà inserita anche la richiesta di  monitoraggio della legge regionale sulla semplificazione amministrativa (L.R. 24 del 2016) la cui effettiva applicazione garantirebbe lo sblocco di numerose pratiche attualmente ferme negli uffici regionali e comunali.

I capigruppo chiederanno inoltre al presidente della Quarta Commissione  di calendarizzare al più presto l’esame del disegno di legge della Giunta sull’Urbanistica. Accogliendo la proposta del vice capogruppo del Partito democratico Roberto Deriu, i capigruppo proveranno infine ad elaborare una proposta di legge nazionale per intervenire su alcune questioni previdenziali e di sicurezza sul lavoro.

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La seduta antimeridiana n. 233 si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau che, dopo le formalità di rito, ha comunicato all’assemblea l’elezione di Annamaria Busia (Cp) a presidente del gruppo Misto e del consigliere dei Rossomori, Emilio Usula, vice capogruppo.

Gianfranco Ganau ha inoltre comunicato la modifica della denominazione del gruppo Partito Sardo d’Azione in “Psd’Az-La Base” e la richiesta del capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, per l’istituzione di una commissione speciale d’inchiesta sul rischio amianto in Sardegna, nonché la sentenza della Consulta sulla illegittimità costituzionale di alcune parti della legge di stabilità 2016.

Quindi il presidente del Consiglio ha pronunciato un breve intervento per ricordare il drammatico attacco terroristico di Manchester e portare la solidarietà e la vicinanza dell’assemblea sarda al popolo britannico: «Consentitemi in apertura dei lavori di questa Assemblea di ricordare quanto accaduto avantieri a Manchester, di porre per qualche istante la nostra attenzione alle ventidue vittime, al momento accertate, di un nuovo e terribile attacco, frutto dell’odio jihadista che ha guidato purtroppo la mano di un giovane cittadino inglese, nato in Gran Bretagna da genitori libici fuggiti dal regime di Gheddafi. Un matto, un terrorista, un giovane di 22 anni con la mente annebbiata da una ideologia che semina orrore e terrore, che cresce e si insinua nel disagio che caratterizza le grandi periferie della nostra Europa». «Un ventiduenne che sceglie di farsi saltare in aria, uccidendo ventidue persone e mutilando decine di ragazze e ragazzi – ha proseguito Ganau – adolescenti e bambini, riuniti per un concerto, durante un momento di festa e divertimento per condividere la stessa passione. Colpisce la scelta e la giovanissima età delle vittime, la più piccola aveva appena otto anni, e il bilancio dei feriti. Oggiha concluso il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda – qualsiasi commento rischia forse di stridere di fronte a tanto orrore, ma credo che l’Europa, l’Italia e con esse la nostra isola, abbiano ancora tanta strada da fare per non alimentare quest’odio e tutta questa follia. Alla Gran Bretagna e al suo popolo quest’Assemblea esprime tutta la propria vicinanza».

Al termine dell’intervento, l’Aula, su invito del presidente del Consiglio, ha osservato un minuto di silenzio.

Il presidente ha quindi introdotto il tema della sostituzione dei consiglieri regionali sospesi, a fare data dal 20 febbraio 2017, per effetto della legge Severino, Oscar Cherchi (Fi), Alberto Randazzo (Fi) e Mario Floris, e si è proceduto con il giuramento dei nuovi consiglieri Gennaro Fuoco e Mariano Contu, candidati nel collegio provinciale di Cagliari, rispettivamente nelle liste di Uds e Forza Italia, che sono così subentrati agli onorevoli Mario Floris e Alberto Randazzo.

Terminate le formalità del giuramento, il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto una breve sospensione dei lavori che il presidente del Consiglio ha accordato.

Alla ripresa, il presidente Ganau, ha informato l’assemblea che in merito alla sostituzione del consigliere Oscar Cherchi (Fi), la giunta delle elezioni – riconoscendo fondate le cause di ineleggibilità denunciate a partire dallo scorso febbraio da Domenico Gallus (secondo dei non eletti nella lista Fi del collegio provinciale di Oristano) contro Emanuele Cera (primo dei non eletti nella lista Fi del collegio provinciale di Oristano) per non avere rassegnato, entro il 13 gennaio 2014, le dimissioni da presidente della Saremar – ha proposto all’Aula la votazione della sospensione del giuramento di Emanuele Cera.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto la votazione segreta.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha annunciato l’abbandono dell’Aula («la giunta delle elezioni  è disorganica e conta sei componenti della  maggioranza e solo tre della minoranza»), seguito dal consigliere Psd’Az-La Base, Giovanni Satta («la Giunta delle elezioni non ha svolto il suo compito e investe il Consiglio di competenze che non sono proprie») e da Roberto Desini, Pds («evidenzio l’incongruità della legge Severino che consente al collega sospeso di percepire parte dell’indennità»). Il consigliere di Fi, Stefano Tunis, ha lamentato “una votazione al buio” («non ci sono stati i dovuti approfondimenti e non possiamo sostituirci al tribunale ordinario ed assistiamo all’oscena applicazione della legge Severino»).

Il presidente Gianfranco Ganau ha prima confermato che «spetta alla giunta delle elezioni la valutazione delle incompatibilità e ineleggibilità» ed ha quindi aperto la votazione a scrutinio segreto. L’Aula con 32 voti e favore e 12 contrari, ha accolto la proposta della giunta delle elezioni ed ha sospeso il giuramento di Emanuele Cera. 

Al termine dello scrutinio il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con Dl 415-Giunta regionale-che modifica le leggi regionali n.32 e 36 del 2016 in materia di bilancio 2016 e pluriennale 2016-2018 a seguito del ricorso del Governo e della sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito l’incostituzionalità delle norme.

Prima di affrontare il testo del provvedimento, sempre sull’ordine dei lavori, il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha richiamato l’attenzione dell’Aula sul fatto che «il 18 maggio scorso la conferenza di servizi relativa alla ripresa dell’attività dell’impianto della Portovesme srl si è conclusa con un nuovo rinvio determinando un forte allarme fra i lavoratori, i sindacati e la politica». L’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, ha poi ricordato Gianluigi Rubiu, «ha esposto ieri alla commissione quella che potrebbe essere la tempistica ma è evidente che, di fronte alla possibilità di perdere mesi ad attendere i pareri del Genio civile e del ministero dei Beni culturali, occorre una azione molto incisiva della Giunta per accelerare le procedure ed evitare che il 15 giugno prossimo la società sia costretta a chiudere l’impianto».

Il presidente Gianfranco Ganau ha assicurato che il problema è all’attenzione della conferenza dei capigruppo, che incontrerà a breve i lavoratori e le organizzazioni sindacali.

Successivamente il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza del Dl 415, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) per illustrare il provvedimento.

Franco Sabatini ha affermato in apertura che la legge, approvata in commissione dalla maggioranza col voto contrari dell’opposizione, «nasce dalla necessità di adeguare le leggi regionali alle decisioni della Corte Costituzionale, pronunciatasi a seguito di un ricorso del governo relativo alla copertura di un disavanzo di 32 milioni». Una interpretazione rigorosa della Consulta, ha sottolineato Franco Sabatini, «che ha determinato una sorta di paradosso considerando sia la rivendicazione della Regione di ingenti crediti dallo Stato, sia la correzione già operata dalla Regione all’interno dei dati di bilancio». «Con il Dl 415 – ha poi sostenuto – si effettua l’adeguamento al nuovo quadro previsionale, riformulando in parte il testo per renderlo più comprensibile, al termine di un grande lavoro della struttura tecnica regionale per allinearsi al Dl 118 che ha introdotto il principio del bilancio armonizzato pur non avendo partecipato alla sperimentazione triennale fatta da altre Regioni». Restiamo comunque in un contesto normativo, economico e finanziario molto complesso, ha concluso il presidente della commissione Bilancio annunciando alcuni emendamenti concordati con gli uffici, la Corte dei Conti e lo stesso ministero dell’Economia, «che richiede in prospettiva il rafforzamento delle risorse umane, finanziarie e strumentali della Regione».

Intervenendo per la relazione di minoranza, il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha parlato di un provvedimento tecnico correttivo della legge di bilancio per questione «forse minimale» sollevata dalla Corte Costituzionale, chiarendo però che l’opposizione ha votato contro «per questioni politiche perché i problemi del passaggio al bilancio armonizzato sono stati determinati dalla scelta della Giunta e della maggioranza di saltare la fase di sperimentazione; oggi, di fatto, siamo di fronte alle conseguenze di quella scelta sbagliata che la Giunta ha voluto fare ignorando i nostri rilievi e forse non è finita qui perché ci sono perfino emendamenti che correggono la correzione». Riflettiamo, dunque, ha concluso il consigliere, «se questo sia il modo corretto di procedere, proseguendo la strada della leale collaborazione con lo Stato che nella realtà si è tradotta nella politica di confrontarsi con lo Stato con il cappello in mano».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha sottolineato che «il comportamento della Giunta sulle leggi di bilancio è indefinibile, perché è vero che ci sono difficoltà oggettive ma questo non può far dimenticare che è stato concesso al Governo di fare a suo piacimento salvo poi bacchettare la Regione, che si è proceduto con parifiche della Corte dei Conti in tappe successive e perfino con emendamenti della Giunta all’ultimo momento scavalcando per l’ennesima volta il Consiglio». Insomma, ha sintetizzato la Zedda, «i tecnicismi non possono nascondere gli errori politici per cui il nostro giudizio resterà contrario, anche perché ogni momento di ritardo è una pena per chi deve ricevere fondi dalla Regione e molto spesso si tratta delle categorie più deboli della società sarda e del sistema delle imprese».

Per la Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha dichiarato che, ferma restando la natura tecnica del provvedimento che comporta un aggiustamento delle leggi di bilancio dopo sentenza della Consulta, ha riconosciuto che la situazione «non fa piacere come non fanno piacere gli emendamenti, mi auguro che ci sia la parola fine ma non ne sono certo, spero di sì». «Questi sono i formalismi di cui stiamo morendo – ha lamentato l’assessore – pur comprendendo che affrontiamo una materia complicatissima nella quale è auspicabile che la sentenza della Corte serva a fare chiarezza». «Gli uffici della Regione – ha ricordato Raffaele Paci – hanno lavorato per mesi per riallineare disposizioni formali senza niente di gestionale movimentando gli stessi numeri, per cui spero davvero che siamo arrivati alla fine del percorso». «Credo anche – ha continuato Paci – che la nostra macchina istituzionale debba essere adeguata ed integrata da esperti e riorganizzata, fermo restando che col bilancio armonizzato stiamo garantendo più trasparenza e la possibilità di una costante verifica dell’andamento della spesa, mi preoccupa piuttosto che gli uffici regionali abbiamo dovuto tralasciare in questi mesi altre cose molto importanti come la finanziaria 2017, spero perciò che ora si possano concentrate nel dare risposte dalla Sardegna».

Per dichiarazione di voto il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) si è chiesto se sia normale e compatibile con dignità del Consiglio «correggere a maggio 2017 la legge di stabilità 2016, è la terza o la quarta volta che lo facciamo mentre la Corte Costituzionale sottolinea la grande confusione della nostra Regione». «Mi chiedo a questo punto – ha aggiunto – quando arriverà un bilancio credibile e definitivo e quando si abbandoneranno l’approssimazione e la supponenza che ha caratterizzato la vertenza entrate con la pretesa di fare pure l’apripista». «Oggi – ha concluso – Raffaele Paci ammette che ci vogliono esperti ma non dobbiamo dimenticare che abbiamo fatto la figura dei dilettanti allo sbaraglio davanti al Governo».

Il capogruppo sardista Angelo Carta, contrario, ha detto di non voler sparare sull’assessore «che comunque non può eludere la sua responsabilità è nonostante l’atteggiamento costruttivo nei confronti dell’Aula». E’vero che «gli uffici hanno il fiato corto», ha concluso Carta, auspicando che da subito si inizi a lavorare sulla parte corrente, di cui la Sardegna ha molto bisogno.

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha sostenuto che «la Sardegna ha commesso l’errore di applicare per prima il Dl 118 per cui adesso occorre fermarsi e definire le azioni necessarie per trovare la strada maestra per procedere correttamente e possibilmente in tempi rapidi, attraverso una task force di specialisti».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha definito forse superfluo affrontare i problemi della nostra Regione nei rapporti con lo Stato nella materia finanziaria. Esiste invece, a suo giudizio, «un serio problema politico perché ci sono debolezze strutturali da aggredire, dopo il contenzioso chiuso nel modo sbagliato col ritiro dei ricorsi che ha dimostrato la nostra debolezza, la mancanza di un tavolo di confronto e di una linea politica forte; la Sardegna ha bisogno di politiche di sviluppo e occupazione e di un fronte politico unitario disposto ad impegnarsi per il bene comune della Regione».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il Consiglio ha approvato gli articoli e gli emendamenti collegati alla legge, fino al voto finale, che ha visto 30 voti favorevoli e 19 contrari.

Dopo che l’on. Eugenio Lai ha chiesto l’inversione dell’ordine dei lavori per discutere subito le mozioni iscritte all’ordine del giorno, l’on. Antonio Solinas (Pd) ha sollecitato invece la discussione della proposta di legge sui funghi e così l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi). Per l’on. Roberto Deriu (Pd), invece, è opportuno meditare meglio sulla proposta di legge sui funghi.

Il vicepresidente del Consiglio Eugenio Lai, ha chiesto dunque la una breve sospensione dei lavori e il presidente Ganau ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa, il presidente Ganau ha comunicato che la conferenza dei capigruppo ha deciso di rinviare alla prossima seduta la discussione sulla proposta di legge sui funghi. I lavori sono dunque proseguiti con la mozione 239 del 18 giugno 2016 sul poligono militare di Teulada presentata dall’on. Gianluigi Rubiu (Udc). L’oratore ha detto: «Ho dialogato informalmente con il presidente Pigliaru e  abbiamo convenuto che sarebbe bene un approfondimento nella commissione competente. E magari in commissione possiamo chiedere ai rappresentanti delle Forze armate di essere presenti». Il Consiglio ha disposto il rinvio della mozione alla Prima commissione.

A seguire la mozione 136  (on. Paolo Zedda e più) sulla cannabis. L’oratore ha ricordato in premessa che il primo firmatario dell’atto fu l’ex on. Gavino Sale e ha aggiunto che «in Italia la cannabis è la sostanza psicotropa largamente più utilizzata, soprattutto dai giovani. Un mercato illegale che vale circa 60 miliardi di euro l’anno solo nel nostro Paese grazie al fallimento delle politiche proibizionistiche. Anche il dipartimento nazionale antimafia segnala la necessità di contrastare la criminalità organizzata con politiche di depenalizzazione della materia. I dati sulla legalizzazione sono incoraggianti, anche sotto il profilo della salute oltre che su quello della prevenzione della criminalità. Anche il consenso in ambito mondiale sta cambiando, nel senso che sta finendo l’associazione tra la cannabis e le altre droghe». L’oratore ha poi aggiunto: «Le caratteristiche della Sardegna consentono in modo ottimale la coltivazione della cannabis e la sperimentazione, con notevoli vantaggi per l’incremento delle entrate. Se legalizzassimo la cannabis in Italia, spenderemmo 541 milioni di euro in meno per i detenuti, 228 milioni di meno sull’ordine pubblico e 7 miliardi di incremento di entrate erariali. Evidenti sarebbero i riflessi per la Sardegna. Ecco perché noi chiediamo che la Sardegna sia capofila di un progetto sperimentale, in modo coraggioso».

Ha preso poi la parola l’on. Mariano Contu (FI), che ha detto: «Parlo da cittadino, da politico, da medico e da genitore di tre figli adolescenti. Da cittadino penso che i danni provocati da sostanze voluttuarie come alcol e fumo siano davanti a tutti. E da medico dico abbiamo bisogno di un ripasso sugli effetti dell’uso terapeutico della cannabis. Da genitore, poi, dico che è vero che i ragazzi si sballano col fumo della cannabis e questo è molto pericoloso per il loro sviluppo».

Per l’on. Fabrizio Anedda (Misto) «la cannabis è usata da millenni come analgesico. Un tempo regalavamo noi ragazzi la piantina alla nonna, che la coltivava per noi quando questo era proibito. E oggi siamo in grado di suggerire noi ai nostri nipoti come coltivare e usare la cannabis. Buona canna se uno vuole fumare».

Per l’on. Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) «non so che nonne avete avuto voi ma la mia non ha mai coltivato cannabis. Non sono però così convinto del fatto che l’Autonomia della Sardegna cresca approvando questa mozione. Attenzione che pure Luca Pani, il presidente della commissione del farmaco, ribadisce che un conto è l’uso a fine medico e un altro è la coltivazione libera. Se è vero che uno spinello non hai ucciso nessuno è anche vero che l’uso prolungato ha un impatto sul sistema sanitario e sociale».

Ha preso poi la parola l’on. Roberto Deriu (Pd), secondo cui «la mozione è troppo timida e non chiede nulla di speciale perché chiede al governo che ci pensi e che la Regione continui a pensarci. Se si vuole dare un segnale bisogna dire che questa pianta è dannosa per la salute quanto altre piante che noi abbiamo tra le più care e che ci danno quelle sostanze che consumiamo in modo abbondante. L’esito di questa mozione sarà minimo, quasi inesistente: dobbiamo impegnarci invece per intensificare un dibattito in Sardegna che ci porti a risultati concreti».

Luca Pizzuto (Sdp) ha invitato il Consiglio a riflettere sui vantaggi che il proibizionismo ha portato alle mafie e alle organizzazioni criminali. «La legalizzazione della cannabis consente di controllare il fenomeno, occorre liberarsi da posizioni ideologiche – ha detto Pizzuto – ricordo che Pasolini, pur contrario all’aborto, disse di essere favorevole alla sua legalizzazione perche consentiva di avere un controllo pubblico sulle interruzioni di gravidanza».

Il consigliere di Sdp ha quindi suggerito di provare a ragionare su come la Sardegna possa svolgere un ruolo d’avanguardia. «Non si può negare che molti ragazzi sardi si rechino in Olanda per sperimentare la cannabis. Quanto alla possibilità di coltivarla non è vero che nell’Isola non ci sia disponibilità di terreni, si tratta di una scelta. Possiamo provare a pensarci? Perché rinunciare a priori a produrre una sostanza che può avere effetti benefici per la salute?».

Il capogruppo di Cps, Pierfranco Zanchetta annunciando il suo voto favorevole alla mozione ha chiesto di poter aggiungere la sua firma al documento. «Finalmente si toglie il velo di ipocrisia. Stiamo parlando di legalizzazione e non di liberalizzazione della cannabis con prospettive interessanti per il suo uso a fini terapeutici».

Critico invece il giudizio del capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «Sono contrario alla liberalizzazione delle droghe. Contrario a discutere su un tema non decisivo per le sorti della Sardegna. Abbiamo rinviato legge sui funghi e discutiamo la mozione sulle droghe. Sono in difficoltà, da padre, a parlare di questo argomento. Mi vergogno delle cose sentite in quest’aula. Vorrei parlare della Sardegna dei pastori e dei centenari, mi dispiace invece parlare della Sardegna dei migranti, degli spacciatori di droga e dei delinquenti. Perché non liberalizzare anche le rapine in banca?».

Rubiu, infine, ha criticato l’intervento del consigliere Mariano Contu: «Il suo è stato un pessimo esordio. Gli agricoltori sardi non sono coltivatori di droga, Contu si vergogni di ciò che ha detto».

Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, ha preso le difese del collega Contu: «Si riferiva a un fenomeno diffuso e conosciuto. C’è una tendenza all’estirpazione di vigneti e alla coltivazione più redditizia della marijuana. Contu non parlava delle  aziende agricole ma di fenomeni criminosi che si verificano nell’Isola e sostituiscono forme sane di agricoltura».

Pietro Pittalis ha poi detto di essere contro ogni forma di protezionismo ma ha suggerito di affrontare il tema con attenzione. «Occorre pensare anche ai minorenni e una fascia di età che non ha la capacità di comprendere ciò che fa. Verso queste persone bisogna mostrare attenzione, la marijuana è porta d’ingresso per il consumo di droghe pesanti. Minimizzare dicendo che è meno pericolosa di altre droghe non ha senso. Se si parla di uso terapeutico stiamo parlando d’altro. Gli esperti confermano l’esistenza di danni all’apparato respiratorio. I consumatori abituali di cannabis sono a rischio più alto per schizofrenia e psicosi. Perché minimizzare e non tenere conto del problema?

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola all’assessore alla Sanità Luigi Arru per il parere della Giunta.

Secondo Luigi Arru la discussione deve essere affrontata su piani diversi: «Non c’è dubbio alcuno sull’utilità della cannabis a fini terapeutici. La sostanza ha effetti benefici nella terapia contro il dolore cronico, nel trattamento associato a chemioterapia e nella cura delle spasticità dei pazienti affetti da sclerosi multipla – ha affermato l’assessore della Sanità – penso che sia da valorizzare l’ipotesi che la Sardegna possa svolgere un ruolo importante sul fronte della ricerca. Ho perplessità invece sull’utilizzo della cannabis a fine ludico, nei giovani c’è un rischio più alto di psicosi. Dal punto di vista sanitario va bene valorizzare il prodotto a fini terapeutici. La produzione della molecola è oggi affidata a un istituto militare di Firenze. Occorre capire se può essere facilitata la produzione in Sardegna. Sulla mozione la Giunta si rimette alla decisione dell’Aula».

Ha preso quindi la parola Paolo Zedda (Sdp) primo firmatario della mozione.

«La cannabis è nociva. Nessuno lo mette in dubbio, è importante combatterne l’abuso – ha detto Paolo Zedda – è però meno nociva del tabacco e dell’alcol. Non si giustifica il fatto che per i primi due la vendita sia normata e per la marijuana no».

Secondo il primo firmatario della mozione la legalizzazione funziona meglio della repressione: «In nove Stati americani la legalizzazione ha determinato un calo dei consumi soprattutto tra i più giovani. Con un atteggiamento repressivo i giovani tendono a consumarne di più. La legalizzazione consentirebbe di sperimentare altre modalità di consumo per esempio attraverso la nebulizzazione della cannabis meno dannosa dell’inalazione del fumo».

Paolo Zedda, infine, ha ribadito l’obiettivo della mozione: «In parlamento non si riesce ad approvare una legge. Se l’Italia non se la sente perché non fare noi da apripista? E’ una buon provvedimento che produce effetti benefici prima di tutto sulla salute e a caduta sul sistema sanitario e giudiziario. Ciò che chiedo è avere, in modo responsabile, un po’ di coraggio. Concordiamo con lo Stato una normativa utile e mettiamola in pratica».

Rossella Pinna (Pd) ha annunciato il suo voto contrario alla mozione per come è stata formulata. «L’intervento dell’assessore dimostra che la cannabis non è una sostanza innocua – ha detto Rossella Pinna – la letteratura dichiara e certifica rischi più alti di schizofrenia e psicosi per i consumatori, stati d’ansia e aumento degli incidenti stradali. Va potenziato l’altro aspetto quello dell’utilizzo a fini terapeutici per il trattamento del dolore cronico. Faccio una proposta: cerchiamo di stralciare dal testo le parti che trattano l’uso ricreativo e ludico e concentriamoci invece sull’aspetto del miglioramento della salute dei pazienti e sull’uso terapeutico per il trattamento del dolore. Non si tratta di scegliere tra repressione e legalizzazione ma tra informazione e disinformazione».

Giudizio condiviso da Daniela Forma (Pd): «Non è corretto mettere insieme una discussione sull’uso della cannabis a uso terapeutico con il tentativo di dare un taglio ideologico sull’utilizzo a fini ludici – ha detto Daniela Forma – c’è inoltre un problema di coerenza: in passato il Consiglio ha approvato leggi per combattere la fetopatia alcolica e la ludopatia,  ora si vorrebbero legalizzare altre dipendenze. Serve invece un’azione di sensibilizzazione e informazione sull’utilizzo della cannabis nelle scuole, nei giornali e nelle tv. Questo consentirebbe di combattere l’uso delle droghe tra i giovanissimi. La mozione va riformulata, così com’è non la voto».

Anche Augusto Cherchi (Pds) ha annunciato il suo voto contrario: «Non si possono fare differenze tra droghe più o meno dannose. Condivido la posizione dell’assessore. Chiedo al presidente della Commissione di mettere in discussione una proposta di legge sull’uso terapeutico della sostanza. C’è bisogno di un approfondimento, sono contrario all’uso ludico della cannabis».

Anche il neo consigliere Gennaro Fuoco si è detto d’accordo con l’assessore sulla necessità di distinguere i due aspetti. «A livello nazionale lo studio per l’uso terapeutico della cannabis è in fase avanzata, attualmente noi la compriamo all’estero a costi esagerati, sarebbe auspicabile la produzione in Italia. No invece all’uso ludico».

Voto contrario anche da parte di Paolo Truzzu (FdI): «Per una volta sono d’accordo con Arru, da oggi è iscritto al gruppo dei moralisti bigotti – ha affermato Paolo Truzzu – certi ragionamenti sono disarmanti: come Aula abbiamo il dovere di proporre soluzioni che aiutino la comunità che amministriamo a migliorare le condizioni sociali».

Roberto Deriu (Pd) dopo essersi schierato a favore della proposta avanzata dalla collega Rossella Pinna ha replicato ad alcuni interventi dei consiglieri che lo avevano preceduto: «Il problema ideologico non è posto da chi chiede la legalizzazione. Ideologica è la posizione che differenzia sostanze ugualmente nocive. Il proibizionismo ha fallito in tutto il mondo. E’ sbagliato continuare a dire che occorre tenere alta la guardia aumentando il sovraffollamento carcerario e criminalizzando l’uso di alcune sostanze per difendere posizioni securitarie che non sono utili alla società e che fanno aumentare i reati. Il protezionismo è praticato dagli amici della criminalità. Occorre consentire la libera scelta senza pensare al posto degli altri, l’atteggiamento paternalistico è insopportabile».

Fabrizio Anedda (Comunisti Italiani) ha dichiarato la propria astensione e sostenuto la necessità di arrivare alla legalizzazione della cannabis per uso personale.

Per Michele Cossa (Riformatori) serve un approccio pragmatico e senza ideologie. «Condivido la posizione equilibrata assunta da Rossella Pinna. Sono disposto a discutere di tutto ma non posso accettare che il modello siano gli squallidi coffee shop olandesi. Sull’ uso terapeutico nessuno può dire nulla, le posizione ideologica sulla liberalizzazione hanno nuociuto sulla discussione. Sì all’uso terapeutico, molta prudenza sugli aspetti ludici».

Angelo Carta (Psd’Az), firmatario della mozione, condividendo la posizione della collega Pinna ha invitato gli altri presentatori a modificare l’impianto del documento escludendo l’uso ludico: «Sarebbe in ogni caso un passo in avanti – ha detto Angelo Carta – io voterò a favore ma chiedo agli altri firmatari di fare uno sforzo accettando di legalizzare la parte sull’uso terapeutico e rinviare la discussione sull’uso ludico».

Alessandro Collu (Pd) ha annunciato il suo voto a favore: «Non capisco certe affermazioni. Non è vero che con la liberalizzazione si aumenta il consumo – ha detto Alessandro Collu – in questo modo verrebbe eliminato il principale soggetto portatore di interessi: lo spacciatore».

Il presidente Ganau ha quindi chiesto il parere dell’Aula sull’emendamento orale presentato da Rossella Pinna.

Paolo Zedda (Sdp) ha quindi chiesto una breve sospensione della seduta per valutare la proposta.

Alla ripresa dei lavori Paolo Zedda ha espresso contrarietà alle modifiche proposte dalla collega Pinna chiedendo di mettere ai voti la mozione: «Limitare l’uso della cannabis a fini terapeutici cambierebbe completamente il significato della mozione. Ci sono altre 11 regioni che lo hanno già fatto. Serve un cambio di passo, anche l’uso ludico si combatte  meglio con la legalizzazione e non con la repressione».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo ai voti il documento che è stato respinto con 23 no e 19 sì.

Al termine della votazione Gianfranco Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo. Il Consiglio sarà convocato a domicilio. 

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L’on. Valter Piscedda (Pd) ha presentato oggi un’interrogazione urgente in merito alle notizie apparse sulla stampa riguardanti le indagini a carico della società Fluorsid S.p.a. per le ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di plurimi delitti ambientali e inquinamento e disastro ambientale.

L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai consiglieri regionali del Partito democratico Roberto Deriu, Pietro Cocco, Cesare Moriconi, Antonio Solinas, Gianmario Tendas, Piero Comandini, Alessandro Collu, Lorenzo Cozzolino, Rossella Pinna e Salvatore Demontis.

L’on. Piscedda, già sindaco di Elmas per 10 anni, è stato uno dei protagonisti nell’attivazione del percorso di inserimento della Laguna di Santa Gilla nel più ampio Parco del Molentargius, ed attualmente, da consigliere regionale, segue con particolare attenzione le problematiche di natura ambientale, che lo hanno visto abile tessitore nella costituzione dei due parchi regionali di Tepilora e Gutturu Mannu.

Oggi, con la sua interrogazione, quale rappresentante del territorio Metropolitano in Consiglio regionale, Valter Piscedda ha chiamato a rispondere il presidente della Giunta regionale (e gli assessori ed enti competenti) sulle gravi criticità evidenziate dalla stampa sulle indagini in corso.

La preoccupazione è, innanzitutto, per la salute dei cittadini di Elmas, Assemini e Capoterra, che potrebbero aver subito o subire dei danni se venissero confermati gli sversamenti in falda e se i materiali inquinanti fossero entrati nella catena alimentare.

L’on. Valter Piscedda ha poi rappresentato preoccupazione per il territorio della Città metropolitana di Cagliari e in particolare per la Laguna di Santa Gilla e i comuni spondali, visto l’eccezionale valore naturalistico di un’area considerata tra le più interessanti zone umide dell’Unione Europea, situata tra i comuni di Cagliari, Elmas, Assemini e Capoterra, che ospita numerose specie di uccelli  tra cui i caratteristici fenicotteri rosa, che hanno fatto della laguna il loro habitat naturale e il luogo prediletto per la riproduzione, ed il Pollo Sultano; ma è altrettanto alto l’allarme per il polo produttivo sviluppatosi nell’area, legato principalmente al settore ittico, e per le aziende agricole che potrebbero essere compromesse dalle infiltrazioni di sostanze inquinanti nei terreni, dannose  per le coltivazioni e gli animali.

Sono precise le richieste che l’on. Valter Piscedda, nel pieno rispetto della competenza primaria della magistratura sul cui operato ripone la massima fiducia, avanza nei confronti della Regione: 1. verificare la fondatezza delle notizie apprese dalla stampa e riportate in premessa; 2. acquisire i dati e le dovute analisi al fine di stabilire l’esatta entità dello stato di inquinamento denunciato; 3. istituire con la massima urgenza una unità operativa di coordinamento e supporto alla Città metropolitana e ai Comuni direttamente coinvolti, in primis ai Sindaci investiti personalmente della responsabilità della salute pubblica dei cittadini quali autorità sanitarie locali; 4.mettere in campo tempestivamente e senza indugio le misure necessarie per affrontare la situazione di eccezionale emergenza; 5. attivare prontamente le strutture pubbliche regionali competenti in materia di criticità ambientali, quali l’Arpas, l’assessorato all’ambiente e quello alla sanità; 6. disporre, qualora ne venga accertata l’esigenza, una immediata azione di bonifica delle acque e delle aree inquinate ed ogni altra azione utile a limitare i danni attuali e potenziali dei territori coinvolti; 7. portare a conoscenza del Consiglio i provvedimenti e le misure adottate dalla Regione al fine di tutelare lo stato di salute dei cittadini e limitare i danni per le attività produttive dell’area metropolitana coinvolta e dei comuni spondali.

Più che mai si attende una risposta tempestiva da parte del presidente Francesco Pigliaru e degli assessori competenti, alla luce delle potenziali ripercussioni sull’ambiente e quindi sulle persone, sugli animali e sulle attività economiche del territorio coinvolto.

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Il Consiglio regionale ha approvato la legge di stabilità 2017 e il bilancio di previsione triennale 2017-2019.

La seduta di stamane si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo e formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione dell’art. 5/ter (Disposizioni in materia di agricoltura, artigianato, commercio e turismo) del Dl n.393 (Legge di stabilità 2017) e degli emendamenti collegati.

Prima di affrontare l’ordine del giorno il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ripreso il tema dell’inammissibilità di un suo emendamento, perché non collegato alla norma finanziaria, ricordando che un altro emendamento identico è stato ammesso. La mia proposta, ha concluso, «riguardava una legge sulle aree industriali e non quella di bilancio».

Il presidente Ganau ha osservato che, in realtà, l’emendamento del consigliere Angelo Carta era collegato ad un altro emendamento legato e comunque fa riferimento alla materia del personale, tema non ammissibile secondo le regole attuali.

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, sempre sull’ordine dei lavori, ha comunicato che, a fronte di una richiesta di accesso agli atti, gli è stato richiesto il pagamento delle spese dall’Agenzia Forestas. Ma, ha lamentato, «l’accesso agli atti dei consiglieri regionali è disciplinato dall’art.105 del regolamento e non è previsto alcun pagamento, chiedo perciò l’intervento della presidenza».

Il presidente Ganau ha definito una “interpretazione arbitraria” quella di Forestas ed ha assicurato il suo intervento.

Ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Sdp Daniele Cocco ha ricordato che «anche stamattina una delegazione di Forestas protesta per la situazione dei lavoratori dell’Agenzia». Occorre, ha affermato, «che a breve si siano risposte da parte degli assessorati del Lavoro e del Personale perché si diano ai lavoratori certezze sul loro futuro».

Il presidente Ganau ha assicurato la massima attenzione della presidenza sul problema.

Successivamente, il Consiglio ha respinto alcuni emendamenti soppressivi presentati dall’opposizione.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, dopo aver sottolineato l’insufficienza delle risorse su settori strategici per la Regione di cui il suo gruppo auspicava l’incremento ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi. Altrettanto hanno fatto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ed il consigliere del Misto-Fdi Paolo Truzzu.

Subito dopo l’Assemblea ha approvato una serie di emendamenti. Il n.626 (Sabatini e più) che aumenta ad 800.000 euro lo stanziamento a favore di Argea per il settore vinicolo, il n. 580 (Giunta) che aumenta a 400.000 euro il contributo a sostengo delle Camere di Commercio per le funzioni trasferite dalle Province, il n. 656 (Piscedda e più) che armonizza le norme sulla riduzione dell’indennità di carica per i dirigenti ai contratti collettivi, il n. 653 (Cocco Pietro e più) che aumenta a 390.000 lo stanziamento per il Consorzio turistico della Marmilla “Sa Corona Arrubia”.

Sul testo dell’art.5/ter è stata chiesta la votazione per parti dalla consigliera di Campo Progressista Annamaria Busia.

Dopo l’approvazione dei primi 5 commi, si è sviluppato un dibattito sul comma 6 che prevede un contributo di 100.000 euro a favore del Centro di ricerca Eurispes.

Secondo il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde il contributo è un regalo ai privati.

Per la consigliera Annamaria Busia (Campo Progressista) si tratta invece di scelte dignitosissime di politica ma ognuno può decidere sulle priorità.

Il comma 6 è stato poi approvato.

Anche sul comma 7, che prevede un contributo al Consorzio turistico della Marmilla, sono intervenuti diversi consiglieri.

Luigi Crisponi, per i Riformatori, ha protestato per un sostegno che va ad un Consorzio turistico rispetto ai 31 che operano in Sardegna.

Contraria anche la consigliera Annamaria Busia (Campo progressista) che ha giudicato l’intervento inopportuno rispetto alle emergenze della Regione.

Il consigliere Paolo Zedda (Misto) ha ricordato che le priorità sono sempre soggettive, auspicando una legge organica sulla storia e cultura sarda.

Per il capogruppo sardista Angelo Carta, contrario, la proposta non c’entra nulla con l’identità della Sardegna.

Il consigliere Alessandro Collu (Pd) ha detto di non gradire certe forme di finanziamento condividendo l’esigenza di una legge organica ed osservando, però, che la battaglia di Sanluri ha segnato arrivo degli Aragonesi in Sardegna.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha affermato che alcuni interventi hanno anche una valenza pedagogica e non si tratta di “marchette”.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha giudicato positivamente l’intervento auspicando il ribaltamento della vulgata della Sardegna come popolo di vinti, contestato tuttavia sul piano storico il significato della battaglia di Sanluri.

Il consigliere del Pds Roberto Desini ha difeso la proposta ricordando un aneddoto del Comune di Sorso sulla valutazione di certi fatti, a seconda che provengano dalla maggioranza o dall’opposizione.

Messo ai voti, il comma 7 è stato approvato.

Anche il comma 8, che prevede un intervento di 330.000 euro per i collegamenti con le isole minori, è stato oggetto di un articolato confronto fra i consiglieri.

La misura è stata condivisa dal capogruppo sardista Angelo Carta, mentre l’esponente dei Riformatori Michele Cossa ha evidenziato la scarsità delle risorse.

Per il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco occorre lavorare a fondo sulla mobilità minore ma con sconti significativi per residenti o proprietari.

Il consigliere di Sdp Luca Pizzuto, a favore, ha sottolineato che si tratta di una prima risposta ad un problema antico.

Favorevole anche Luigi Crisponi dei Riformatori, che ha proposto di estendere l’intervento a 12 mesi, partendo dall’approvazione della Legge di stabilità.

La finalità della misura è stata condivida poi dal sardista Christian Solinas, secondo il quale il testo è però “un pasticcio” perché la Regione ha fatto contratti e può imporre oneri di servizio pubblico, mentre trasferire questa competenza ai Comuni determina una eccessiva frammentazione.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha condiviso in parte le tesi di Solinas, mettendo in evidenza che sulla mobilità nelle isole minori ha ragione si sta ancora navigando a vista  e tuttavia il provvedimento ma dà risposte ai cosiddetti “nativi”.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, favorevole ad un impegno più forte della Regione sulle isole minori, ha criticato a fondo la politica fin qui seguita in materia di trasporti, battaglia strategica della Sardegna.

Successivamente è stato approvato il comma 8 e di conseguenza il testo dell’articolo.

Per quanto riguarda gli emendamenti aggiuntivi sono stati approvati il n. 654 (Moriconi e più) che assegna un contributo di 150.000 all’Agenzia Agris, il n. 591 (Forma e più) che prevede la spesa di 150.000 euro per iniziative di valorizzazione del pane fresco tipico della Sardegna. (Af)

Bocciati, in rapida successione gli emendamenti aggiuntivi presentati dal gruppo dei Riformatori per alcuni interventi nei settori del commercio e dell’artigianato e del turismo: centri commerciali naturali, negozi storici, ristoranti tipici e la manifestazione “Autunno in Barbagia”. Su quest’ultimo punto il consigliere Luigi Crisponi ha chiesto un pronunciamento dell’assessore al Turismo Barbara Argiolas. «La Regione ha sempre finanziato la manifestazione Autunno in Barbagia, che ogni hanno mette in mostra le eccellenze delle zone interne richiamando migliaia di turisti. Questo impegno verrà meno o la Regione continuerà a sostenere l’iniziativa?».

L’assessore Argiolas ha confermato l’impegno: «La Regione proseguirà nelle azioni di promozione e valorizzazione della manifestazione Autunno in Barbagia per il valore che rappresenta per tutta l’Isola».

Si è poi sviluppata una lunga discussione sull’emendamento n.119 presentato dal consigliere dell’Uds Giovanni Satta che propone lo stanziamento di un contributo di 20mila euro a favore della Parrocchia di Santa Maria Abate di Posada per la celebrazione dei riti della Settimana Santa.

Sulla proposta, che ha ottenuto il parere positivo della Commissione e della Giunta, è intervenuto per primo il consigliere del Pd Antonio Solinas che ha manifestato stupore per il parere positivo della Giunta. «In Sardegna – ha detto – ci sono tanti paesi e territori che celebrano i riti  della Settimana Santa. Non capisco il perché di scelte singole di questo tipo». Critici anche il consigliere di Sdp, Paolo Zedda, che ha auspicato un provvedimento di carattere generale per la promozione del patrimonio immateriale della Sardegna (poesia, musica, canto a tenore etc.) e la consigliera di Campo Progressista Anna Maria Busia che ha invocato interventi di sistema. 

A sostegno dell’emendamento sono invece intervenuti il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta («Qual è lo scandalo? Una marchetta dell’opposizione si può fare passare. Il comune di Posada se l’è meritata sul campo»), il consigliere del Pd Roberto Deriu  ( «L’emendamento no è una marchetta. Il Comune lo ha meritato per aver  costruito una rete territoriale importante. La Giunta ha fatto bene a dare parere favorevole. E’ un premio da parte del Consiglio a comuni intelligenti e attivi»), il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi («Il vero scandalo è non avere una legge che valorizzi e promuova l’immenso patrimonio storico e culturale della Sardegna»), e il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino («Voterò a favore ma sarebbe opportuno sapere quali sono i criteri per consentire ai comuni di ottenere i finanziamenti»).

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha definito inutili le questioni sollevate: «C’è grande attenzione per il patrimonio immateriale della Sardegna. Ogni anno finanziamo con 2 milioni di euro le Pro Loco. Altri finanziamenti sono finalizzati alla promozione della cultura sarda. Non si può dire il contrario».

Il presentatore dell’emendamento Giovanni Satta (Uds) ha voluto chiarire che la proposta non aveva una finalità localistica: «Posada non è nel mio collegio elettorale. Ho presentato l’emendamento perché si tratta di una manifestazione meritoria».

Per il consigliere Giorgio Oppi (Udc) «non sono marchette ma mance. In una finanziaria costellata di provvedimenti di questo tipo non c’è motivo di perdere tempo su un piccolo finanziamento a un’iniziativa meritoria».

Pietro Pittalis (Forza Italia) ha invece difeso l’operato del suo gruppo: «La Finanziaria è un mercanteggiamento, noi non abbiamo presentato richieste – ha detto Pittalis – sfido l’assessore a dire il contrario. Chi ha proposto le marchette se le tenga. Le nostre proposte sono tutte di carattere generale e mirano allo sviluppo della Sardegna».

Posto in votazione l’emendamento n.116 è stato approvato.

Respinto l’emendamento 19 insieme al 110, 111, 114.

E’ stato approvato invece l’emendamento 151 (Rubiu e più) per finanziare con 50mila euro la rievocazione della Sartiglia di Iglesias.

L’on. Busia (CP) ha sostenuto gli emendamenti 487 e 488, che prevedono azioni di contrasto del fenomeno di spopolamento dei piccoli comuni, anche attraverso gemellaggi. Il 487 è stato respinto mentre il 644, sostitutivo del 488, è stato approvato e prevede un fondo sperimentale di 100 mila euro a titolo di cofinanziamento per i Comuni che intendono avviare  progetti di gemellaggio nell’ambito dell’Ue.

Approvato l’emendamento 652 sostitutivo del 535 dell’on. Francesco Agus (CP): 500mila euro per sostegno e animazione imprenditoriale in tutta al Sardegna in collaborazione con Gec 2017 e Meta group.

Respinto l’emendamento 112 e poi il 113, 115.

Approvati gli emendamenti 432 e 642 per avviare le procedure per acquisire il dominio di rete Sardegna .srd. La spesa prevista è di euro 20 mila.

La dismissione della partecipazione regionale dentro Insar è oggetto dell’emendamento 493 a firma Busia e Agus (CP). L’assessore Paci ha risposto che “il tema è all’attenzione della Giunta, come del resto tutte le partecipate. Ma è chiaro che non possiamo decidere solo noi perché il 50 per cento è dello Stato”. L’emendamento è stato respinto”.

Sull’articolo 6 sono stati ritirati gli emendamenti dell’opposizione e l’articolo 6 è stato approvato e a seguire anche gli articoli 7 e 8 senza nuovi emendamenti. L’on. Busia ha ritirato l’emendamento 494 (finanziamento straordinario per i debiti fuori bilancio del Comune di Nuoro) ma l’opposizione con l’on. Crisponi (Riformatori) e poi Pittalis (FI) l’ha fatto proprio insieme agli emendamenti 620 e 621.

L’on. Pittalis ha detto: “Su un argomento di questa portata contavamo sulla partecipazione trasversale di tutte le forze. Prendiamo atto del vostro ritiro e confidiamo nella sensibilità dei colleghi”. L’on. Crisponi ha aggiunto: “Ci sono tensioni nel territorio anche per i recenti fatti di Oliena”. L’on. Carta (PSd’Az) ha detto: “Qui si tratta di sostenere il capoluogo delle zone interne, perché c’è Nuoro e c’è anche la sua provincia, disperatamente isolata con ponti crollati e strade bloccate che non consentono di collegare l’Ogliastra”.

“Su questo tema è chiaro che sono tanti i Comuni in difficoltà, non solo Nuoro. E per evitare conflitti chiediamo che si intervenga per tutti, come ha richiesto lo stesso sindaco di Nuoro, che non gradisce nessuna forma di favoritismo”, ha detto l’on. Busia (CP).

L’on. Giovanni Satta (Uds) ha chiesto all’assessore Paci “un intervento chiaro sul punto”.

E’ stato respinto l’emendamento 621-

L’on. Pittalis ha riferito di “una richiesta di incontro appena giunta dal Comune di Nuoro per parlare dell’università nuorese” e ha detto: “Questo atteggiamento anche del comune di Nuoro è schizofrenico, non siamo i lacchè di nessuno”. Della stessa opinione l’on. Crisponi.

L’emendamento 494 è stato respinto.

Sulla Tabella A è stato approvato l’emendamento 590 e poi il testo della Tabella; a seguire la Tabella B e la Tabella C con il solo emendamento 30.

L’Aula è passata all’esame della Legge di bilancio e dei relativi emendamenti, che sono stati respinti con il parere contrario della Commissione e della Giunta. Respinto, in particolare, l’emendamento 23 sul quale Forza Italia aveva chiesto il voto elettronico palese.

L’articolo 1 è stato approvato e così l’articolo 2 (sul quale sono stati ritirati gli emendamenti), l’articolo 3, l’articolo 4.

Approvati l’emendamenti 78, 57, 60, 72,  76, 75 (proposti dalla Giunta) sulle Entrate e gli emendamenti 73, 74, 65, 85 e 55, 4 e 59 sulla Spesa. Sempre sulla spesa l’on. Busia ha caldeggiato il sì all’emendamento 7 che recepisce una norma nazionale relativa ai compensi ai 12 avvocati della Regione. “In passato sono stati maturati compensi anche doppi rispetti allo stipendio”. L’assessore Raffaele Paci ha detto: “Faremo verifiche, non ho competenze dirette sulla materia”. L’emendamento è stato respinto insieme al 7, 47, 13, 50, 51, 52, 54, 49.

L’on. Roberto Desini (Pds) ha annunciato il ritiro dell’emendamento 79.

Non approvato l’emendamento 194; ritirato l’8; non approvati il 48 e il 192; ritirati l’80n e il 10; approvato il n. 83 (Giunta regionale) decade il 77; non approvati il 196, il 188, il 197,il 198. Approvato l’emendamento tecnico n. 56 (Giunta regionale) e il tecnico n. 61 (Giunta regionale); non approvato il 206, ritirato l’11.

Sull’emendamento n. 1 (Usula, Misto) che proponeva di incrementare con 1.5 milioni di euro il capitolo di bilancio relativo ai centri antiviolenza si è sviluppato un vivace confronto in Aula. Il presentatore ha rimarcato la scarsità dei fondi a disposizione ed ha definito “non un grande risultato” quello ottenuto con il pacchetto di emendamenti approvati nella seduta di ieri e salutato con favore dalle consigliere di entrambi gli schieramenti. «Propongo un  finanziamento aggiuntivo di 1.5 milioni di euro che riporterebbe così gli stanziamenti al livello del 2007 – ha concluso Usula – ponendo fine alla riduzione delle risorse che abbiamo registrato nell’attuale legislatura».

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, è intervenuto a sostegno della proposta del consigliere dei Rossomori («è un modo serio di affrontare il problema perché se è vero che è stato positivo ampliare i centri antiviolenza è altrettanto evidente che servono risorse adeguate»).

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha invece confermato soddisfazione per i risultati ottenuti in sede di finanziaria («abbiamo triplicato le risorse a disposizione») ed ha affermato che “nel corso dell’anno sarà valutato se saranno necessarie incrementi negli stanziamenti”. Soddisfatta dei risultati ottenuti anche la consigliera di Fi, Alessandra Zedda, che ha parlato di “primo passo significativo” ed ha definito “meritoria” la proposta del consigliere Usula. Posto in votazione l’emendamento 1 non è stato approvato con 23 sì e 29 no.

Ritirato l’emendamento 9; non approvati il 199, il 201, il 202, il 203, il 204; ritirato l’81; non approvato il 205, approvato invece l’emendamento n. 5 (Pietro Cocco e più) che incrementa di un milione di euro il capitolo relativo al fondo per la concessione di contributi in conto interessi sulle operazioni di credito a favore delle imprese artigiane.  Non approvati gli emendamenti 189, 190, 191 e 200.

Approvati tre emendamenti di natura tecnica della Giunta (58, 63 e 64) è stato approvato anche l’emendamento n. 66 (Giunta regionale) che sostituisce l’elenco dei residui perenti a valere su risorse vincolate e non vincolate, dell’allegato 6 alla nota integrativa.

Approvati di seguito: l’allegato 1 (Prospetto delle entrate di bilancio per titoli e tipologie); l’allegato 2 (Riepilogo generale delle entrate per titoli); l’allegato 3 (Prospetto delle spese di bilancio per missioni, programmi e titoli); l’allegato 4 (Riepilogo generale delle spese per titoli); l’allegato 5 (Riepilogo generale delle spese per missioni); l’allegato 6 (Quadro generale riassuntivo delle entrate e delle spese per titoli); l’allegato 7 (Prospetto dimostrativo degli equilibri di bilancio), l’allegato 8 (Prospetto di verifica del rispetto dei vincoli di finanza pubblica); l’allegato 9 (Tabella dimostrativa del risultato di amministrazione presunto); l’allegato 10 (Prospetto della composizione, per missioni e programmi, del fondo pluriennale vincolato); l’allegato 11 (Composizione dell’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità); l’allegato 12 (Prospetto dimostrativo del rispetto dei vincoli di indebitamento delle regioni e delle province autonome); l’allegato 13 (Elenco dei capitoli che riguardano le spese obbligatorie); l’allegato 14 (Elenco delle tipologie di spesa finanziabili con il fondo di riserva per le spese impreviste); l’allegato 15 (Nota integrativa al bilancio di previsione 2017-2019).

Dopo un chiarimento richiesto dal capogruppo Fi, Pittalis, il presidente del Consiglio ha comunicato che i lavori sarebbero ripresi alle 15 con le dichiarazioni di voto finali.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, intervenendo per fatto personale ha preannunciato azioni legali contro un consigliere per “avermi definito bugiardo”.

Il consigliere, Eugenio Lai (SdP), ha ribadito al richiesta perché si dedichi una sessione dei lavori del Consiglio al “caso Aias”. Il capogruppo di Forza Italia, Pittalis, ha rilanciato: «Concordo con Lai, così potremo far cessare le speculazioni in corso sul “caso Aias”». L’esponente della minoranza ha quindi insistito sul caso Forestas e sulla messa in calendario della legge per le zone interne.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, sia è associato alle dichiarazioni rese da Pietro Pittalis ed  ha proposto una sessione di lavori dedicata interpellanze e mozioni.

Il presidente del Consiglio dopo aver ipotizzato una riunione della capigruppo per il prossimo martedì ha dichiarato conclusi i lavori e convocato il Consiglio alle 15.00.

I lavori sono ripresi nel pomeriggio, sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con le dichiarazioni di voto finali sul Dl n. 393 (Legge di stabilità 2017).

Aprendo il ciclo degli interventi, il consigliere Luigi Lotto (Pd), favorevole, si è soffermato sullo «stanziamento considerevole per il comparto agro-pastorale, però c’è sconcerto fra maggioranza e opposizione per l’atteggiamento di una forza politica di intestarsi meriti che sono di tutto il Consiglio sulla decisione relativa al pecorino romano». A nessuno, ha aggiunto, «è consentito, peraltro con numeri non determinanti, di ergersi ad unico depositario di un interesse diffuso a soetegno di un settore, per il quale sono certo che l’assessorato troverà le strade più adeguate per l’utilizzo migliore e più rapido delle risorse disponibili».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha parlato di una «legge finanziaria inadeguata e distratta frutto del lavoro dei professori incapaci di sintonizzarsi con i problemi reali della Sardegna ma, oltre alla miope visione accademica, ne è emersa un’altra, emblematica di quadro attento ai particolarismi più che alle scelte di sistema». In questi anni, ha sintetizzato, «si è fatta molta auto-promozione mentre la Sardegna affondava, le famiglie venivano trascurate e le imprese abbandonate al loro destino».

Il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi ha definito la finanziaria 2017 «la peggiore degli ultimi vent’anni e spero che stavolta Governo non la impugni consentendo di liberare finalmente risorse comunque indispensabili per la Sardegna». Questa legge, ha detto ancora, «non permette di guardare al futuro, non ha una colonna vertebrale ed una linea, non indica una strada giusta per la Sardegna, dal turismo al lavoro, all’agricoltura, perché in tre anni siamo tornati indietro di dieci ed è stato abbandonato quanto era stato fatto in passato solo per dare risposte personalizzate e territoriali, senza niente di nuovo».

Il capogruppo di Sdp Daniele Cocco ha esordito dichiarando che « i giudizi di Cherchi sono molto ingenerosi, noi invece siano soddisfatti della legge perchè, pur nella ristrettezza di risorse, siamo riusciti a dare alcune risposte alle tante emergenze della Sardegna: politiche sociali, povertà, settore lattiero-caseario, cercando di agire con razionalità». Nel giudizio complessivo sulla legge, ha proseguito Cocco, «non cantiamo vittoria perché siamo consapevoli della situazione della nostra terra, potremo fare di più se risolveremo con lo Stato la questione degli accantonamenti per il debito pubblico, che non hanno certo creato i sardi: questo chiederemo al presidente, alla Giunta ed alla maggioranza».

Il consigliere del Misto-Fdi Paolo Truzzu ha criticato a fondo la finanziaria che, a suo giudizio, «è simile ad un bilancio di condominio, piena di spese obbligate, senza respiro e con un programma piatto dato che, a parte gli interventi per il settore lattiero-caseario, non sono mai entrati alcuni grandi temi come spopolamento, zone interne, invecchiamento della popolazione e lavoro che pure interessano moltissimo la società sarda». L’opposizione, ha ricordato Truzzu, «invece proprio su questo ha concentrato le sue proposte ma la maggioranza non le ha voluto prendere in considerazione e quello della ristrettezza di risorse è un alibi, perché in realtà sono stati divisi 10 milioni di mancette perché le elezioni sono alle porte, facendo registrare una distanza siderale fra la maggioranza e i sardi».

Il consigliere Stefano Tunis, di Forza Italia ha osservato che, dall’inizio della legislatura, «è trascorso un tempo abbastanza lungo per poter dare giudizi significativi; vi siete presentate come persone di alte competenze scientifiche che dovevate trasferite alla politica per dare una risposta più efficiente ai cittadini e noi abbiamo visto questo gioco mettendovi alla prova ma la politica rivoluzionaria non c’è stata». A cominciare dalle entrate, ha continuato, «dove Pigliaru si era paragonato al Marchionne dei progetti visionari ma alla fine ha prodotto solo la rinuncia ai ricorsi e la scelta del dialogo costruttivo col Governo: i risultati sono fallimentari ed il bilancio del giro di boa suggerisce una drastica inversione di rotta».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, «senza dietrologie», ha affermato che anche «la stessa impostazione ed il metodo della Legge di stabilità hanno lasciato a desiderare, perché doveva essere l’anno della svolta ma è arrivata in grave ritardo e solo per responsabilità dell’opposizione si è arriva oggi all’approvazione». Quanto ai contenuti, secondo la Zedda «sono largamente insufficienti su entrate ed azioni per un ruolo incisivo della Sardegna sui temi dell’ insularità (fiscalità, attività produttive, spesa di fondi comunitari, continuità territoriale)».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha sottolineato che «in questo momento, ci piace ricordare lo sforzo del Consiglio, anche dal punto di vista etico, per una manovra che porterà vantaggi e benefici, a partire da norma inserita nel comma 6 dell’articolo 1 che, per la prima volta, consente ad aziende e famiglie pressate da azioni esecutive del fisco di fare transazioni sul capitale e non solo sugli interessi».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha affermato che «se si dovesse scrivere il diario di bordo di questi tre giorni sarebbe davvero insoddisfacente, come emerge anche nelle fila della maggioranza per tanti emendamenti bocciati ed invece meritevoli di molta attenzione, dietro i quali ci sono storie di luoghi e paesi che stanno soffrendo moltissimo: Nuoro trattata a schiaffi, zone interne, tradimento del popolo delle imprese e delle attività produttive, perfino un grandissimo artista come Giuseppe Biasi è stato abbattuto dalla maggioranza».

Il capogruppo del PSd’Az Angelo Carta ha messo l’accento sul fatto che «con la legge di stabilità il Consiglio ha soltanto sfiorato i problemi importanti dei sardi, senza affrontarne neanche uno in maniera decisa, senza soluzioni e priorità; inoltre è mancato il tentativo di utilizzare la leva fiscale per iniziare a dimostrare che una Regione diversa, quella della zona franca, può decidere in autonomia le sue politiche di sviluppo, per cui purtroppo le cose in Sardegna resteranno come prima».

Il consigliere di Campo Progressista Francesco Agus ha espresso una valutazione molto positiva sull’emendamento per «il riconoscimento dell’insularità in ambito comunitario». Positiva anche la fine dell’esercizio provvisorio, ha continuato Agus, «ma non è il caso di assumere toni trionfalistici, perché la Legge di stabilità risente in effetti di vecchi problemi a causa dei quali il Consiglio ha ripartito pani e pesci senza riuscire a moltiplicarli, in tutti i sensi». Quanto al bilancio, ha aggiunto il consigliere, «è composto fondamentalmente da tre macro-voci, sanità peraltro sottostimata, macchina regionale troppo lenta, fondo unico per gli Enti locali: di qui una finanziaria compilativa in cui le uniche risorse, come patti con il Governo e fondi europei, richiedono i primi più trasparenza ed i secondi una spesa molto più veloce».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci si è detto convinto, in un primo tempo, che questa legge potesse essere una svolta che del resto «era stata annunciata come quella che regolava i conti con lo Stato ma, in realtà, rispetto ai grandi temi dello sviluppo economico e delle politiche per il lavoro, sul bilancio complessivo di circa 9 miliardi emerge che le risorse sono quasi interamente assorbite da sanità, accantonamenti, personale e mutui». Siamo insomma,a continuato Locci, «all’ennesimo festival della conferma della spesa storica, le riforme annunciate non hanno prodotto novità e non si vede nemmeno un barlume di speranza, tanto è vero che l’emendamento più importante, quello di Agus su un piano del lavoro di vecchia memoria, non è stato nemmeno discusso dal Consiglio».

Sempre per Forza Italia il consigliere Edoardo Tocco ha affermato che «questa finanziaria non ha accontentato nessuno ed anzi suona l’ennesimo campanello di allarme su una situazione davvero drammatica, i benefici (pochi) sono solo per alcuni e non incidono su problemi della Sardegna, da sanità a continuità territoriale, dall’industria ai trasporti, in definitiva il miracolo non c’è stato e non ci poteva essere perché è mancata quella strategia forte che si sardi si aspettavano».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha detto che, dalla legge di stabilità, si sarebbe aspettato qualcosa di più e di meglio, mentre invece ci si trova di fronte ad una «finanziaria inconsistente che forse non poteva essere diversa senza rivedere profondamente i rapporti con lo Stato anche con il riconoscimento dell’insularità»- Lo stesso intervento per il lattiero-caseario, «ammirevole ma tardivo comunque non salverà questa annata agraria, anche perché l’agricoltura sarda ha bisogno di una riforma profonda, così come i trasporti e tutto il tessuto economico regionale, insomma c’è bisogno di una Sardegna diversa che con questa finanziaria non c’è».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), favorevole, ha sostenuto che con la manovra «si è fatto tutto il possibile compatibilmente con la situazione della Sardegna, abbiamo lavorato in questi mesi ascoltando tutti i portatori di interesse, in un quadro di disponibilità ridotte ma, nonostante questo, va segnalato il contributo al Consorzio di bonifica Oristanese (il più grande dell’Isola) che è stato salvato superando le improvvisazioni». Va ricordato anche, ad avviso di Solinas, «che tutto il Consiglio è intervenuto con risorse importanti a sostegno del lattiero caseario, anche se è vero che alcuni argomenti solo stati solo sfiorati come zone interne e spopolamento; questo è il problema dei problemi e dobbiamo a cominciare a lavorarci da domani mattina, almeno per dare risposte in grado di bloccarlo, così come dobbiamo intervenire per accelerare la spesa dei fondi Psr e comunque è un ottimo risultato che la Giunta abbia assegnato ad Argea la funzione di ente pagatore».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi si è detto non soddisfatto della finanziaria ma, ha precisato, «avrei gradito di più parlare di problemi veri come il lavoro, perché il centro-destra metteva fondi ma ora non ho visto nulla per lavoro e industria». Eppure, ha ricordato, «quando scomparve il settore carbonifero si realizzò il polo di Portovesme con alluminio e piombo-zinco, speravamo insomma in qualcosa di innovativo, anche per la presenza di molti professori, e di ripetere magari l’esperienza del Veneto dove dalle ceneri dell’industria pesante nacque un diffuso tessuto di piccole imprese, qui al contrario non si è fatto niente e non si è chiusa nemmeno una vertenza».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha ribadito la valutazione negativa del suo gruppo perché «la finanziaria è povera e asfittica, senza una visione del futuro, miope e tesa a soddisfare esigenze di natura immediata simili al mercimonio, di bassissimo profilo e respiro che non va nemmeno vedere qualche Sardegna si vuole e con quali obiettivi si intende aggredire disoccupazione, dispersione scolastica, mobilità, ambiente, spopolamento di aree interne, ruralità e giovani».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino non si è dichiarato stupito da una finanziaria inefficace ed ha messo in evidenza che «mentre prima la maggioranza dava la responsabilità al passato ora ha esaurito gli alibi». «Manca – ha lamentato – un progetto di Sardegna ed il governo regionale non sa dove andare, sugli argomenti più importanti come trasporti turismo ed agro alimentare non si vedono obiettivi e tantomeno i risultati che, dopo tre anni, si dovevano vedere». L’Esecutivo, ha proseguito, «si è appiattito sull’ordinaria amministrazione ed è il peggior difetto per chi riveste una importante funzione pubblica; per quanto ci riguarda avremmo voluto parlare dei grandi problemi della Sardegna anziché dei soliti interventi spot ma i sardi meritano certamente molto di più».

Il consigliere Giuseppino Pinna (Udc) ha ribadito il voto contrario del suo gruppo ad una a finanziaria «di scarso spessore, senza autorevolezza nei confronti del Governo centrale che continua a pagare la Sardegna con assegni a vuoto».

La consigliera Anna Maria Busia (Campo Progressista) ha dichiarato che «questa non è la mia legge ideale come credo di aver dimostrato con gli emendamenti ed anche se riconosco che la politica è equilibrio fra ciò che deve essere e ciò che è, molte cose non mi piacciono, altre le avrei impostate diversamente a cominciare dal taglio coraggioso della spesa». Avrei scelto, ha continuato, «anche un altro metodo perché c’è stato poco dialogo nella coalizione e ad un certo punto sarebbe stato facile uscire dalla maggioranza ma le scelte facili non mi sono mai piaciute e per questo voterò sì».

Il consigliere Alessandro Collu (Pd) ha detto fra l’altro che, «dopo la lunga carrellata degli interventi dell’opposizione è giusto farsi coraggio». La finanziaria, ha sottolineato, «non è la soluzione di tutti i problemi e non poteva essere questo, è piuttosto un luogo come la famiglia dove si cerca di fare il massimo per non lasciare nessuno indietro e bisogna riconoscere che abbiamo trovato situazioni difficilissime, come la sanità ed Abbanoa, che sono state rimesse in piedi, per cui voterò sì».

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha difeso con decisione l’impianto della Manovra Finanziaria. Rivolto al consigliere di FdI, Paolo Truzzu, si è detto convinto che il tempo del centrosinistra non sia affatto finito: «Questo lo decideranno gli elettori – ha detto Sabatini – non accetto l’accusa di aver lavorato per distribuire mancette. Credo che abbiamo fatto invece un ottimo lavoro anche grazie all’atteggiamento costruttivo dell’opposizione. In questi mesi abbiamo ascoltato con grande attenzione le parti sociali e discusso a fondo su come utilizzare le risorse. La Finanziaria conferma il Fondo Unico per gli enti locali, i 30 milioni per il Reis, il Fondo per i beni culturali, gli 8 milioni per le biblioteche. Ci sono poi le risorse per i cantieri verdi, gli operai in utilizzo, un milione per la Caritas, 5 milioni per il trenino verde. Senza dimenticare le azioni a tutela della lingua sarda, i fondi per garantire la mobilità verso isole minori, i 14 milioni per il settore lattiero-caseario. Certo non abbiamo risolto tutti i problemi ma questo non è possibile».

Voto contrario alla Manovra ha annunciato il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «Questa finanziaria è l’ennesima occasione perduta. Le nostre aspettative erano diverse – ha detto Rubiu – la bocciatura dei nostri emendamenti non ha consentito di invertire la rotta. Il documento è un insieme di proclami e annunci, un film già visto. La Giunta Pigliaru continua a gestire le risorse come se si trattasse del portafoglio di famiglia. La Manovra è una distribuzione di mancette, un documento privo di strategia strutturale che si trasformerà in un boomerang per la maggioranza».

Anche secondo il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni la Manovra merita un voto contrario. «E’ vero che non è sulla finanziaria che si giocano le sorti della Sardegna ma se si guarda alle leggi di settore si capisce che il provvedimento non ha un’anima e un indirizzo – ha sottolineato Dedoni – tutti i comparti sono in sofferenza. Non si riesce a governare il sistema dei cantieri verdi, giochiamo male la partite delle entrate, la sanità continua a produrre disastri. Per questo occorre riorganizzare le leggi di settore. Questa potrebbe essere la vostra ultima finanziaria, vedete voi se riuscite a fare qualcosa di positivo nell’interesse del popolo sardo».

Di diverso avviso il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti, Pierfranco Zanchetta, che ha annunciato il suo voto favorevole spiegandone i motivi: «Certo la finanziaria non risolve tutto ma indica alcuni percorsi per arrivare a soluzioni positive». Zanchetta si è poi rivolto al collega Truzzu contestando alcune espressioni utilizzate nel suo precedente intervento. «Ha detto alla maggioranza di levare le tende, questo però non è un campeggio. Sarebbe meglio evitare certi termini se non si vuole contribuite ad alimentare il populismo. In questo modo si dà un cattivo esempio a chi ci segue e una rappresentazione non corretta delle istituzioni».

Anche per il capogruppo del Pd Pietro Cocco, è ingiusto dire che la Finanziaria non ha un’anima. «I dati Istat dicono che l’occupazione è in aumento, a gennaio si è registrata una crescita del 14%  grazie ai nuovi contratti a tempo indeterminato – ha ricordato Cocco – è sufficiente? Io dico di no, ma stiamo cercando di riformare la Regione. Questa è una Finanziaria da 7 miliardi e 600milioni di euro tutti spendibili. Sono stati confermati i fondi per il sociale (350 milioni) e per gli enti locali, non sono aumentati i tributi. Le misure adottate vanno nella la giusta direzione».

Giudizio negativo, invece dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Una finanziaria si misura dagli effetti che produce sul sistema economico e sociale dell’Isola – ha detto Pietro Pittalis – stiamo entrando nel quarto anno del governo della Giunta Pigliaru, vorrei sentire quali effetti hanno prodotto le finanziarie già a regime. Quale influenza sul Pil, sulla disoccupazione, sul sistema produttivo, sulla lotta alle povertà? La risposta è davanti a tutti: il Pil è sceso dell’1%, il più basso d’Italia, la disoccupazione aumenta, i poveri crescono, i precari attendono ancora risposte. Non c’è un settore che possa dirsi soddisfatto delle politiche attuate. Fuori dal Palazzo c’è gente che soffre. E’ giusto cercare di superare le conflittualità ma non è possibile un dialogo su queste premesse. Voi colleghi della maggioranza state alimentando il partito del qualunquismo».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione la Legge di stabilità 2017 che è passata con 28 voti a favore e 21 contrari. Disco verde anche per il Bilancio di previsione 2017-2019 (votanti 50, 29 sì e 21 no).

L’Aula è poi passata all’esame del Bilancio interno del Consiglio. Il presidente Ganau ha invitato i questori a leggere la relazione. Fabrizio Anedda, a nome dei colleghi del Collegio dei Questori, ha dato per letto il documento.

Subito dopo è intervenuto il questore della minoranza Giorgio Oppi che ha annunciato il suo voto contrario. «E’ arrivata l’ora di spiegare il perché del mio atteggiamento critico nei confronti della gestione complessiva del Consiglio – ha detto Giorgio Oppi – l’Assemblea sarda ha perso la sua centralità politica diventando il passacarte della Giunta il cui potere è cresciuto a dismisura. Questa Finanziaria ne è la dimostrazione evidente».

Oppi si è poi soffermato su alcune criticità del Palazzo: «Gli impianti non sono a norma e le condizioni esterne non sono degne della sede del Parlamento sardo – ha detto l’esponente dell’Udc – le gare d’appalto sono vecchie di 30 anni. Grazie all’impegno dei questori si sono definite le nuove per i servizi di vigilanza e pulizia. Per le altre forniture, invece, si va di proroga in proroga».

Oppi ha poi contestato la decisione di chiudere il presidio sanitario interno al Palazzo nonostante la disponibilità di un fondo di 100mila euro in bilancio.

Duro anche il giudizio sulla gestione del personale: dalle carenze della pianta organica alla sperequazione negli emolumenti dei vecchi e nuovi assunti: «Ci sono dirigenti con stipendi più alti rispetto al presidente del Consiglio e della Regione mentre i dipendenti assunti dopo il 2005 hanno salari bassi.».

Critiche, infine, per la programmazione dei lavori: «Ho chiesto di poter lavorare dal lunedì al venerdì. Questo consentirebbe di esaminare gli atti. Ci sono oltre 300 mozioni e interpellanze ancora da discutere. C’è poi da definire la questione relativa alla composizione dell’Ufficio di Presidenza dove siedono due rappresentanti dello stesso gruppo politico, cosa finora mai successa».

In conclusione del suo intervento, Oppi ha auspicato un cambio di rotta. «Il Consiglio ha perso prestigio e autorevolezza è tempo di cambiare ritmo».

Al questore Oppi ha replicato il presidente Gianfranco Ganau: «La centralità del Consiglio dipende dalle persone che lo compongono – ha detto Ganau – l’arretramento della politica è responsabilità di tutti».

Sulla messa a norma del Palazzo, Ganau ha ricordato che da due anni  si sollecita un intervento: «Quest’anno finalmente ci sono 6 milioni di euro vincolati – ha detto il presidente – sulle gare è vero che siamo in ritardo ma qualcosa si è mosso. La gara per la vigilanza è stata bandita, presto si farà anche quella per il servizio di pulizia».

Ganau ha annunciato anche un intervento per la copertura dei posti della pianta organica: «Esiste una carenza di personale che limita l’attività del Consiglio. Stiamo cercando di porvi rimedio. E’ stato bandito il concorso per i dirigenti referendari, presto si faranno anche quelli per le altre figure professionali». Sulla differenza tra gli emolumenti dei vecchi e nuovi assunti, il presidente ha ricordato che i nuovi contratti rispondono agli standard attuali mentre sui vecchi non si può intervenire perché si tratta di diritti acquisiti.

Sul presidio di Pronto Soccorso, Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità: «Ritengo un’anomalia che una struttura pubblica abbia un Pronto soccorso pagato dai cittadini».

Un accenno, infine, alla programmazione dei lavori: «Su questo la competenza è della Conferenza dei capigruppo. Il numero delle mozioni discusse è in linea con quanto accadeva nelle passate legislature». L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha sollecitato “uno sforzo in più dei questori affinché si porti tutto a norma. Ed è opportuno che i consiglieri non debbano più andare a pietire qualcosa dalla presidenza o dall’ufficio dei questori. E’ fuori dubbio che il palazzo a abbia bisogno di una rivisitazione, per una questione di decoro”.

L’on. Fabrizio Anedda (Misto)  ha segnalato il bisogno di “un dialogo tra i questori e i capigruppo. Possiamo farlo da subito. Per quanto riguarda i lavori urgenti del palazzo ho chiesto 2 milioni di euro per i lavoro urgenti alla commissione Bilancio. Ce n’è stato concesso uno con la promessa di un altro milione in assestamento. Ma mi pare che il problema sia far fare i lavori”.

Il Consiglio ha approvato le Entrate e le Spese del bilancio del Consiglio regionale. L’on. Pittalis ha chiesto “lumi sulla missione 99, ossia che differenza c’è tra le spese istituzionali , i servizi per conto terzi e le partite di giro” e si è rivolto all’on. Anedda.

Al termine, il bilancio è stato approvato. Il presidente Ganau ha dichiarato conclusi i lavori. L’Aula sarà riconvocata a domicilio.

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Con la costituzione del gruppo “Sinistra per la Democrazia e il Progresso2 cambia la “mappa” della rappresentanza consiliare delle forze politiche in Consiglio regionale.

Questa la nuova composizione dei gruppi:

Partito Democratico: Pietro Cocco (presidente), Alessandro Collu, Pietro Comandini, Lorenzo Cozzolino, Salvatore Demontis, Roberto Deriu, Daniele Forma, Gianfranco Ganau, Luigi Lotto, Gavino Manca, Giuseppe Meloni, Cesare Moriconi, Francesco Pigliaru, Rosella Pinna, Luigi Ruggeri, Franco Sabatini, Antonio Solinas, Gianmario Tendas;

Forza Italia: Pietro Pittalis (presidente), Ugo Cappellacci, Oscar Cherchi, Giuseppe Fasolino, Ignazio Locci, Antonello Peru, Alberto Randazzo, Marco Tedde, Edoardo Tocco, Stefano Tunis, Alessandra Zedda;

Gruppo Misto: Gaetano Ledda (presidente), Francesco Agus, Fabrizio Anedda, Annamaria Busia, Mario Floris, Giovanni Satta, Paolo Truzzu, Emilio Usula;

Partito dei Sardi: Gianfranco Congiu (presidente), Augusto Cherchi, Roberto Desini, Piermario Manca, Alessandro Unali;

Cristiani, popolari e socialisti: Zanchetta Pierfranco (presidente), Antonio Gaia, Raimondo Perra, Walter Piscedda;

Udc Sardegna: Gianluigi Rubiu (presidente), Alfonso Marras, Giorgio Oppi, Giuseppino Pinna;

Partito Sardo d’Azione: Angelo Carta (presidente), Marcello Orrù, Christian Solinas;

Riformatori Sardi liberaldemocratici: Attilio Dedoni (presidente), Michele Cossa, Luigi Crisponi;

Sinistra per la Democrazia e il Progresso: Daniele Cocco (presidente), Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Paolo Zedda.