8 May, 2024
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E’ positivo il giudizio della Cna Sardegna sulla Finanziaria 2019-2021, ma – pur promuovendo l’impianto complessivo della manovra – l’associazione artigiana chiede alla Regione Sardegna scelte più coraggiose per sostenere il mondo della produzione ed in particolare le piccole imprese. E’ quanto è emerso questa mattina durante l’audizione dei vertici dell’associazione artigiana, il presidente regionale Pierpaolo Piras ed il segretario regionale Francesco Porcu, presso la Terza Commissione Bilancio del Consiglio regionale.

«La Cna ritiene necessario marcare la manovra finanziaria con un profilo più orientato a sostenere la crescita economica e la ripresa dell’occupazione stabile – hanno spiegato Pierpaolo Piras e Francesco Porcu – questa condizione è possibile solo se si rilanciano le attività produttive

Per questo, durante l’audizione i vertici dell’associazione hanno ribadito la richiesta di utilizzare e orientare le risorse “manovrabili”, circa 100 milioni di euro, verso investimenti ad alto impatto di sviluppo, che coinvolgano soprattutto le imprese locali. La Cna sarda propone in particolare di far confluire i 40 milioni di euro non impegnati dalla Giunta e i 50 milioni destinati ad incrementare LavoRas verso un piano a regia regionale per la riqualificazione e l’efficientamento energetico delle scuole. «A questi – hanno spiegato i vertici CNA -, potrebbero aggiungersi 10 milioni stornati dagli incentivi occupazionali del Piano LavoRas, non utilizzati perché privi di “tiraggio”».

In particolare dalla Cna è arrivata, soprattutto, la richiesta di inserire nella manovra finanziaria un vero e proprio Piano 4.0 per le PMI sarde, cioè un pacchetto di misure appositamente pensate per favorire le piccole e medie imprese isolane e aiutarle a creare occupazione. Le misure proposte consistono in un rifinanziamento della legge sull’apprendistato e stanziamenti per sostenere le imprese nell’acquisizione di quei requisiti e certificazioni necessari per esercitare la loro attività e operare sul mercato, nonché per sostenere il processo di rafforzamento delle competenze degli imprenditori artigiani  e delle loro  maestranze.

«Tra le cause della crisi della minore impresa in Sardegna vi è il venir meno dei tradizionali strumenti di supporto – hanno spiegato Pierpaolo Piras e Francesco Porcu -: pensiamo alle leggi regionali di settore con il corollario di misure che le caratterizzava, sostituite da un processo di riconfigurazione degli strumenti che fin qui ha disatteso le promesse di assicurare equilibrio, pari opportunità e risorse congrue ai sistemi produttivi dell’imprenditoria minore

La Cna sarda ritiene che la manovra finanziaria 2019-2021 offra una ghiotta occasione, anche utilizzando l’importante lavoro compiuto dalla Commissione Speciale presieduta da Roberto Deriu, per mettere finalmente in campo «azioni e strumenti capaci di parlare al mondo delle piccole imprese, mitigandone il disagio ancora elevato, supportandone lo sforzo di qualificazione e crescita, in un mercato sempre più competitivo».

«Si possono, a nostro avviso, individuare misure concrete, immediatamente applicabili, dotandole di risorse certe immediatamente spendibili, capaci di offrire alle imprese un reale sostegno economico – hanno spiegato Pierpaolo Piras e Francesco Porcu illustrando alcuni provvedimenti che per l’associazione artigiana – sarebbero capaci di produrre effetti e incidere sui processi di rafforzamento delle competenze, facilitando il riposizionamento qualitativo e la crescita dimensione delle imprese artigiane sarde.»

Nel dettaglio la Cna sarda ha chiesto innanzitutto che venga rifinanziata con uno stanziamento di 2 milioni di euro all’anno la legge 12/2001 che prevede contributi in conto occupazione per l’assunzione di apprendisti. «Questa misura ha ben funzionato negli anni, sostenendo un istituto, l’apprendistato, che nel comparto è la prima e più importante via d’accesso al mondo del lavoro per i nostri giovani – hanno spiegato Pierpaolo Piras e Francesco Porcu –. Circa il 40% dei giovani che conseguono la qualifica vengono confermati in azienda e assunti a tempo indeterminato. Si tratta inoltre di un incentivo noto e apprezzato dalle imprese artigiane, al contrario del sistema di premialità sulle assunzioni previsto dal piano LavoRas che pur dotato di una ricca dotazione finanziaria, allo stato è ignorato dalle imprese».

L’associazione artigiana ha chiesto inoltre che siano previsti in Finanziaria uno stanziamento di 2 milioni di euro per le annualità 2019/20/21 per sostenere il processo di qualificazione e riposizionamento qualitativo delle imprese per l’acquisizione dei requisiti e delle certificazioni previste dalla legislazione per esercitare l’attività ed operare sul mercato, nonché uno stanziamento di un milione e mezzo, sempre per le annualità 2019/20/21, per sostenere il processo di rafforzamento delle competenze degli imprenditori artigiani e commerciali e delle loro maestranze.

Pierpaolo Piras e Francesco Porcu hanno inoltre espresso l’auspicio che nel confronto con lo Stato, sul tema degli accantonamenti, «si realizzi il più ampio fronte di unità e condivisione tra le forze politiche e sociali, condizione per affermare gli interessi della Sardegna a concorrere in maniera equa e non penalizzante al processo di risanamento dei conti pubblici nazionali».

Francesco Porcu

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Pressione fiscale, burocrazia e costo del lavoro: sono i principali fattori critici individuati dalla Commissione speciale sulla crisi di artigianato e commercio, che ha concluso i lavori con voto unanime nominando il presidente Roberto Deriu relatore per l’aula.

Il documento è stato approvato dopo sei mesi di audizioni, che hanno consentito alla commissione speciale di ascoltare le parti sociali coinvolte e di raccogliere i dati economici relativi alla grave crisi che affligge il commercio e l’artigianato sardo. 

Nel testo finale anche due emendamenti aggiuntivi dell’onorevole Gianfranco Congiu, uno dell’onorevole Eugenio Lai ed uno dell’onorevole Luigi Crisponi.

La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ha sentito questa mattina in audizione l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, sulla proposta di legge n. 553 “Misure urgenti e politiche di sistema a sostegno del commercio e dell’artigianato” predisposta dalla Commissione speciale sulla crisi del settore presieduta da Roberto Deriu. Raffaele Paci ha espresso apprezzamento per l’iniziativa. «Le piccole e medie imprese costituiscono l’ossatura del nostro sistema economico – ha affermato Raffaele Paci – per questo condivido l’obiettivo di individuare una serie di norme finalizzate al rafforzamento del settore». L’assessore è poi entrato nel merito della proposta di legge con particolare riferimento ad alcuni specifici articoli. Sul Titolo I “Misure a sostegno del tessuto economico”, Paci ha condiviso l’impostazione della Commissione: «La Giunta ha sempre ragionato in un’ottica di programmazione unitaria. Le imprese, a prescinder e dal settore in cui operano, devono tutte rispondere a criteri di sostenibilità economica per confrontarsi con il mercato. Mi fa piacere che si mantenga questo tipo di approccio. Per questo, un ruolo centrale nella programmazione deve essere affidato alla cabina di regia per la programmazione unitaria istituita dalla Regione». Sul Titolo III “Misure per il rilancio dell’edilizia privata e a sostegno del mercato interno”, Paci ha detto di condividere l’idea di attirare pensionati stranieri in Sardegna: «Potrebbe essere utile al contrasto dello spopolamento e al rilancio dell’edilizia – ha rimarcato Paci – proprio per questo sarebbe opportuno pensare a uno specifico disegno di legge». L’assessore si è poi concentrato sul Titolo IV dedicato al rilancio delle microimprese artigiane e commerciali: «E’ il cuore del provvedimento – ha sottolineato Raffaele Paci – ho sempre sostenuto la necessità di utilizzare i fondi europei, in via prioritaria, per sostenere le piccole imprese. A tal fine abbiamo cercato di semplificare il più possibile le procedure dei bandi adeguandole alla dimensione aziendale dei beneficiari. Occorre pero ammettere che sui bandi T1,T2 e T3 si sono presentate molte difficoltà per le microimprese. Credo che, mantenendo l’attuale impalcatura, si possa trovare uno spazio nella Finanziaria per individuare finanziamenti a loro dedicati e risorse adeguate per strumenti di incentivazione». Sui Confidi è stata chiarita la platea dei beneficiari con l’esclusione di quelli di secondo livello, mentre sui contributi a copertura dei costi di garanzia Paci ha suggerito di limitare l’ammontare riconosciuto: «Non può essere del 100% perché illegittimo – ha detto – con una quota del 50% sarebbe sufficiente 1 milione e mezzo di euro per garantire una copertura totale». Raffaele Paci, infine, ha confermato l’imminente approvazione di un disegno di legge sul commercio da parte della Giunta e si è detto disponibile a trovare una sintesi insieme alla Commissione per individuare le norme che si intendono finanziare. Il presidente della Commissione speciale, Roberto Deriu, ha auspicato l’attivazione di una forma di finanziamento, non presente nell’attuale sistema, che incentivi “l’animazione nei centri storici in modo da indirizzare il pubblico verso gli esercizi commerciali che vi operano. Sappiamo che ci sono altre iniziative che vanno in questa direzione ma mi auguro che la Giunta consideri la nostra proposta come aggiuntiva». Il presidente della Commissione speciale, infine, ha insistito sulla necessità di distinguere tra imprese e abusivi. Nel dibattito sono intervenuti anche i consiglieri Raimondo Cacciotto (Pd) e Fabrizio Anedda (Misto). Il primo ha evidenziato le difficoltà di accesso al credito e ai finanziamenti pubblici delle microimprese: «Sarebbe opportuno affiancare forme di incentivazione più agili – ha detto Raimondo Cacciotto – ha questo punto di vista sarebbe utile sapere quante risorse vengono spese con i bandi T1,T2 e T3». Fabrizio Anedda (Misto) ha invece segnalato la necessità di predisporre norme che vadano in aiuto delle imprese. «Attualmente non è cosi – ha detto Fabrizio Anedda – chi trae beneficio dai finanziamenti per formazione, certificazioni etc. sono le associazioni di categoria. Le imprese sono deboli, lo dimostra il fatto che l’80% delle aziende che hanno presentato domanda per il bando T1 non ha avuto risposta». Al termine dell’audizione, il presidente della Commissione “Attività produttive” Luigi Lotto ha indicato la strada da seguire per arrivare a una rapida sintesi: «Analizzeremo la proposta della Commissione speciale e il disegno di legge della Giunta – ha affermato – sarà impossibile arrivare a un testo definitivo prima dell’approvazione della Finanziaria. Per questo, insieme alla Giunta, sarà utile individuare da subito un percorso che permetta di inserire nella manovra economica misure e cifre che dovranno poi dare gambe agli interventi a sostegno dell’artigianato e del commercio».

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La Quinta Commissione del Consiglio regionale prosegue l’esame della proposta di legge per un intervento urgente a favore delle imprese artigiane e commerciali scaturita dall’attività della Commissione speciale sulla crisi del settore presieduta da Roberto Deriu.

Nel pomeriggio, l’organismo consiliare guidato da Luigi Lotto ha sentito l’assessore al Turismo, artigianato e commercio, Barbara Argiolas. L’esponente dell’esecutivo regionale ha dato una valutazione positiva sull’impianto complessivo del provvedimento che arriva proprio nel momento in cui la Giunta si appresta a presentare alcune modifiche alla legge 23 del 1998: «Vi trasmetteremo in tempi rapidi le nostre proposte che potrebbero costituire un elemento utile a rafforzare la proposta della Commissione speciale. La vecchia legge sul commercio è ormai obsoleta, per questo abbiamo pensato di intervenire con la legge di semplificazione 2018 – ha spiegato Barbara Argiolas – l’importante è evitare sovrapposizioni».

Barbara Argiolas è poi entrata nel merito della proposta di legge all’esame della Quinta Commissione. In particolare, Argiolas ha invitato a chiarire meglio il ruolo dei distretti territoriali e dei centri commerciali naturali in modo da non entrare in conflitto con le previsioni della legge n. 5/98.

L’assessore infine ha espresso qualche perplessità sul contenuto dell’articolo 7 che prevede contributi per le ristrutturazioni edilizie. «Queste agevolazioni potrebbero sparire dal prossimo anno – ha detto Barbara Argiolas – questo sembra essere l’orientamento del governo nazionale. Anche in questo caso sarebbe opportuno capire come muoversi, magari prevedendo una forma di incentivo regionale».

Il presidente della Commissione Luigi Lotto ha accolto con favore la proposta di esaminare il disegno di legge di semplificazione della Giunta in materia di Commercio: «Potremmo pensare a un Testo unico con una norma più forte a favore del settore». Martedì prossimo sarà sentito l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci.

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Da domani (martedì 9 ottobre) riprenderà il lavoro delle commissioni consiliari permanenti del Consiglio regionale.

La commissione Autonomia presieduta da Francesco Agus (Campo progressista) si riunirà martedì alle 12.00. Dopo l’elezione del vice presidente e del segretario saranno esaminate le questioni riguardanti le progressioni professionali del comparto di contrattazione regionale ed il Dl 520 sul lavoro straordinario dei dipendenti regionali in occasione delle consultazioni elettorali-Interpretazione autentica dell’art. 90 della legge regionale 7/79.

La commissione, infine, si occuperà del rinnovo dei componenti di espressione regionale della Commissione paritetica Stato-Regione.

Sempre martedì ma alle 17.30, si riunirà la commissione Bilancio presieduta da Franco Sabatini (Pd). All’ordine del giorno la discussione del Dl 549 (Disposizioni finanziarie e seconda relazione al bilancio 2018-2020); il dibattito proseguirà nei giorni successivi.

Ancora per martedì, alle 16.00, è in programma la riunione della commissione Governo del territorio presieduta da Antonio Solinas (Pd). La commissione ascolterà le relazione degli assessori dell’Urbanistica Cristiano Erriu e dell’Ambiente Donatella Spano sul Dl 542 in materia di semplificazione.

Successivamente saranno esaminati il Testo unificato sulla raccolta e commercializzazione dei funghi epigei e ipogei spontanei ed il Dl 504 sul governo idro-geologico del territorio regionale.

Ultima riunione di martedì, alle 10.00, quella della commissione Sanità e Politiche sociali presieduta da Raimondo Perra (Cps) che ascolterà una relazione dell’assessore della Sanità Luigi Arru sulle linee guida relative a requisiti, autorizzazioni ed accreditamento delle strutture sociali. A seguire l’esame del Dl 542 sulla semplificazione e delle proposte di legge per la prevenzione del gioco d’azzardo (Pl 56-280-514).

Mercoledì 10 ottobre alle 10.30 sarà la volta della commissione Attività produttive presieduta da Luigi Lotto (Pd) che proseguirà la discussione del Testo unico sulla birra artigianale.

Sempre mercoledì, con inizio alle 10.00, la commissione d’inchiesta sull’area di Ottana presieduta da Luigi Crisponi (Riformatori) sarà impegnata in una serie di audizioni: il sindaco e l’ex sindaco di Ottana ed il presidente del Consorzio industriale di Nuoro, mentre nel pomeriggio, alle 15.30, sarà ascoltato il direttore del dipartimento Arpas di Nuoro.

Giovedì, alle 10.30, infine, nuova riunione per la commissione speciale sulla grave situazione delle imprese artigiane, presieduta da Roberto Deriu (Pd). Al centro dei lavori, l’esame della proposte di legge sulle misure a sostegno del commercio e dell’artigianato e la relazione conclusiva della commissione.

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La Biblioteca Sebastiano Satta di Nuoro diventa Fondazione. La Giunta regionale nei giorni scorsi ha approvato, attraverso una delibera presentata dall’assessore della Cultura Giuseppe Dessena, il disegno di legge “Partecipazione della Regione alla costituzione, quale socio fondatore, della Fondazione per la pubblica lettura Sebastiano Satta”, alla quale aderiscono il Comune e la provincia di Nuoro. Questa mattina la conferenza stampa per la presentazione del disegno di legge alla presenza dell’assessore Giuseppe Dessena, il vicesindaco di Nuoro e assessore della Cultura Sebastian Cocco, il consigliere regionale Roberto Deriu, il commissario della Provincia Costantino Tidu, il commissario della Biblioteca Paolo Piquereddu e Giuseppe Pirisi, presidente dell’Isre.

«Dopo un lungo percorso, condiviso con gli Enti locali e il Consiglio regionale – ha detto Giuseppe Dessena – siamo arrivati ad approvare in Giunta il disegno di legge per la costituzione della Fondazione per la pubblica lettura Sebastiano Satta di Nuoro. Ci sono stati dei momenti di grande difficoltà per questo presidio culturale, che risale al 1945 ed è uno dei più datati e tra i primi a essere stati fondati in Sardegna. Tali criticità sono state tamponate in questi tre anni – 2016/2018 – con interventi straordinari da parte dell’Amministrazione: tutto questo per  superare il reale rischio di chiusura che più volte si è profilato. La nostra soddisfazione più grande è essere qui oggi e poter dire che un centro di animazione culturale fondamentale per tutto il territorio come la Biblioteca Satta può contare su uno strumento normativo adeguato alla sua gestione e al suo buon funzionamento. Attraverso la Fondazione infatti, Regione, Provincia  e Comune potranno garantire stabilità all’istituto.»

Istituito con decreto presidenziale nel 1985, ne fanno parte oltre che il Comune e la provincia di Nuoro, anche le comunità montane del Nuorese e delle Baronie per arrivare negli anni a raggiungere un totale di 30 Comuni. Gli esiti del Referendum del 4 dicembre 2016, che conferma la Provincia quale ente costitutivo della Repubblica, insieme alle ridotte capacità finanziarie degli enti consortili, hanno reso necessario l’intervento – attraverso lo stanziamento di risorse straordinarie – della Regione che, solo nel triennio 2016-2018 ha erogato la somma di 2 milioni 206mila euro. Il protrarsi della crisi finanziaria del Consorzio ha reso necessario trovare uno strumento normativo consono e un nuovo assetto istituzionale, per questo motivo nasce il disegno di legge per la costituzione della Fondazione.

«Il Comune e la provincia di Nuoro – ha precisato l’assessore Giuseppe Dessena – non sono in grado di sopportare il peso finanziario della gestione della Biblioteca, ma la loro presenza è fondamentale nella politica di governance. Sono profondamente convinto che la Fondazione sia la forma giuridico – organizzativa più adeguata nella gestione dei beni e delle attività culturali, come altre realtà ci dimostrano.»

La partecipazione della Regione alla Fondazione è senza scopo di lucro e ha dei precisi obiettivi, tra i quali l’incremento e la valorizzazione del patrimonio librario a favore della crescita culturale e sociale della comunità, la promozione del libro e della lettura, e ancora la cooperazione bibliotecaria.

La Regione finanzierà con 500mila euro all’anno la Fondazione Satta.

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Questa mattina, a Roma, il Comitato Promotore per l’insularità ha tenuto una conferenza stampa per presentare la proposta di legge di iniziativa popolare. Per la prima volta in Italia, è stata promossa la sottoscrizione di una proposta di legge di iniziativa popolare di modifica costituzionale che punta ad introdurre nella nostra Carta il principio di insularità.
«Grazie all’impegno generoso di decine e decine di volontari – si legge in una nota del Comitato promotore – è stato sfondato lo straordinario traguardo di centomila firme, oltre settantamila delle quali sono state raccolte in Sardegna. Un risultato quasi incredibile, ottenuto grazie a tutti i sardi, finalmente uniti sulla «madre di tutte le nostre battaglie» e a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che hanno sostenuto la proposta di legge.»
Le firme di sottoscrizione non sono state raccolte soltanto in Sardegna, ma in tutta Italia: con il sostegno della FASI e dell’ANCIM (associazione dei comuni delle isole minori), abbiamo voluto in questo modo sottolineare come la garanzia delle pari opportunità e dei pari diritti dei cittadini isolani sia un problema dell’intera comunità nazionale, la cui soluzione spetta a tutti gli italiani!

Questa mattina alla conferenza stampa, a Roma, hanno partecipato Pierpaolo Vargiu, Michele Cossa, Emilio Floris, Luciano Uras, Christian Solinas, Giannina Usai e Gemma Azuni in rappresentanza del Comitato promotore, mentre la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini che, da emiliana, ha fatto un appassionato intervento a sostegno delle ragioni della insularità, ha garantito, insieme ad altri senatori presenti, il massimo impegno per la rapida discussione della legge.
Il Comitato sardo per l’insularità, la FASI e l’ANCIM, da un lato, sono convinti della oggettiva centralità della “questione insularità” in tutta la progettualità dello sviluppo futuro delle Isole, dall’altro, sono consapevoli di quanto sia importante il riconoscimento del gap che produce ritardo di sviluppo sociale ed economico che spesso rende gli isolani cittadini con diritti ridotti ed affievoliti rispetto ai cittadini della terraferma.

Pierpaolo Vargiu ha ricordato che «nelle isole tutti i servizi sono più costosi a causa del “fattore trasporti”, mentre la salute diventa un elemento di spesa maggiore, da ridimensionare con conseguente taglio dei servizi. Anche i settori che potrebbero produrre eccellenza come l’ambiente, il risparmio energetico e le fonti alternative sono frenati dalle tendenze allo spopolamento. E’ per questo – ha concluso Pierpaolo Vargiu – che chiediamo che il “principio di insularità” diventi un principio costituzionale in grado di certificare la volontà dello Stato di riconoscere le peculiarità e misurare gli svantaggi delle sue Isole e degli italiani che ci vivono».
«Gli isolani, ma anche tanti italiani del continente, hanno fatto sentire la loro voce, sottoscrivendo in modo travolgente la proposta – ha detto Michele Cossa – ora tocca all’intero Parlamento di fare la sua parte, modificando l’art. 119, comma 5 della Costituzione. Da parte nostra il Comitato continuerà a lavorare insieme nella convinzione che sia arrivato il momento di proporre in Italia una vera e propria “rivoluzione copernicana” che ribalti filosofie superate, legate al vecchio concetto di “assistenza che compensa gli svantaggi” per i residenti nelle Isole, per arrivare invece ad una corretta misurazione del complesso delle opportunità – ha concluso Michele Cossa -, puntando a rimuovere le condizioni che impediscono agli isolani di confrontarsi alla pari con tutti gli italiani.»
Accanto al comitato promotore (presidente Roberto Frongia, Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, Pierpaolo Vargiu, Alessandra Zedda, Emilio Floris, Luciano Uras, Piergiorgio Massidda, Roberto Deriu, Cecilia Cherchi, Piero Comandini, Luigi Crisponi, Attilio Dedoni, il sindaco di Nuxis Pier Andrea Deias, il coordinatore dei giovani, Matteo Rocca, Pietro Pittalis, Antonello Peru, Franco Sabatini, Stefano Tunis, Giannina Usai segretaria generale dell’Ancim, Romina Mura, il sindaco di Buggerru Laura Cappelli), è nato un comitato scientifico, coordinato dalla prof.ssa Maria Antonietta Mongiu, a cui hanno dato il loro contributo:

Il prof. Paolo Savona, il dr. Gavino Sanna, il prof. Massimo Carpinelli, rettore dell’Università di Sassari, la professoressa Maria Del Zompo, la prima donna ad essere eletta Rettore nella storia dell’Università di Cagliari, il prof. Pasquale Mistretta, già rettore dell’Università di Cagliari, il dr. Ettore Angioni, già procuratore generale della Repubblica, dr.ssa Simonetta Sotgiu, Giudice della Corte di Cassazione, il prof. Gianluigi Gessa, il Giudice dott. Federico Palomba, prof. Giovanni Lobrano, ordinario di Diritto romano presso l’università di Sassari, il prof. Francesco Sitzia, Dipartimento di Giurisprudenza di Cagliari, docente di Diritto Romano e diritti dell’Antichità (è stato preside della facoltà di giurisprudenza per 5 mandati – dal 1985 al 1994 e dal 2000 al 2006), prof. Gavino Faa (medico, università di Cagliari), il dr. Paolo Fadda, storico, l’editore Carlo Delfino, il giudice dr. Enrico Altieri, il prof. Mario Sanna fondatore e direttore del Gruppo Otologico, centro riconosciuto a livello mondiale per l’Otologia, l’Implantologia uditiva e la Chirurgia della Base Cranica, punto di riferimento nel suo campo, riconosciuto a livello internazionale, il dr. Francesco Manca, già direttore generale dell’Osservatorio industriale della Sardegna, il dr. Paolo Figus, già direttore de L’Unione Sarda, l’avv. Francesca Curreli, l’avv. Rita Dedola, già presidente del Consiglio dell’Ordine Forense di Cagliari, l’avv. Stefano Altea. 

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L’associazione di promozione sociale “Progetto Giovani” e l’associazione culturale “Sardegna Al Massimo”, presentano e bandiscono la prima edizione del “Concorso di Idee per la Riqualificazione del Polo Industriale di Ottana”, un’iniziativa culturale sul tema della riqualificazione di uno dei maggiori poli industriali della Sardegna, indirizzato agli studenti iscritti ai corsi di Laurea Magistrale delle Facoltà di Ingegneria e Architettura e di quelle del polo di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche, purché residenti in Sardegna. A tale scopo, s’invitano le agenzie di stampa tutte ed i loro referenti dislocati in Sardegna, ad informare i propri lettori dell’apertura delle iscrizioni al concorso in oggetto che vanno da oggi, lunedì 1 ottobre a venerdì 19 ottobre.

Sabato 29 settembre, presso la sala polifunzionale sita in via Lussu ad Ottana, si è tenuta la cerimonia di presentazione del concorso organizzata al fine di portare alla conoscenza della popolazione e degli stakeholders del territorio, tale progetto, oltre che fornire informazioni più dettagliate a coloro che fossero interessati a parteciparvi. Per gli studenti dell’ateneo cagliaritano, è stato messo a disposizione un mezzo a titolo gratuito che gli ha permesso di arrivare ad Ottana con partenza alle ore 8.00 da via Castelfidardo a Cagliari. Alle ore 9.30, questi, sono arrivati presso l’area industriale ed hanno potuto godere di una visita guidata all’intero polo a cura del Consorzio Industriale Provinciale di Nuoro, utile per apprendere la tipologia di strutture e processi che avvenivano nel polo. La visita ha visto come guide il presidente del C.I.P. di Nuoro Piero Guiso e il Sindaco di Ottana, Franco Saba. A seguire, si son recati presso la sala nella quale si è tenuta la cerimonia di presentazione.

A tale cerimonia hanno partecipato, oltre alla delegazione di studenti e ai presidenti delle due associazioni organizzatrici (Francesco Pitirra e Alessio Siciliano), il referente didattico per l’Università di Cagliari prof. Michele Mascia, il sindaco di Ottana Franco Saba, l’amministratore straordinario della provincia di Nuoro Costantino Tidu ed il consigliere regionale Roberto Deriu, i quali sono tutti intervenuti ed hanno espresso apprezzamento per il concorso e suggerito indicazioni importanti agli studenti.

Il concorso è patrocinato gratuitamente dall’Università degli Studi di Cagliari, la quale, si è resa disponibile per mettere a disposizione elementi del proprio corpo docente per andare a formare la giuria di valutazione dei progetti presentati, la quale è costituita da quattro professori universitari, prof. Mascia (Dip. Ing. Chimica), Prof. Barbaro (Dip. Ing. Elettrica-Elettronica), prof.ssa De Gioannis (Dip. Ing. Ambientale), prof.ssa Dessì (Corso di Laurea di Economia).

In modo oneroso, è patrocinato dal Consorzio Industriale Provinciale di Nuoro, il quale, si è reso disponibile per costituire il secondo premio del concorso.

Obiettivo del concorso è promuovere idee per il rilancio dell’area industriale di Ottana, con particolare riferimento allo sviluppo di processi innovativi e sostenibili, che possano fornire nuove opportunità occupazionali alla comunità locale attraverso elaborazioni svolte da studenti universitari, i quali, potranno mettere in pratica quanto appreso durante il proprio percorso di studi, contribuendo così a far crescere in essi la consapevolezza dei propri mezzi.

Si richiede di immaginare una nuova attività industriale che rispetti i canoni delle filosofie Green; dell’Eco-sostenibilità, dell’Eco-compatibilità e dell’Economia Circolare; che sia basato per esem-pio, sull’utilizzo dei prodotti della zona e sul recupero degli scarti agricoli, dell’allevamento e delle altre attività produttive presenti in loco; che rispetti, sostenga e valorizzi le professionalità del sito industriale, le tradizioni e le peculiarità del territorio.

Si richiede, inoltre, un approccio multidisciplinare (tecnico, ambientale ed economico) e di far riferimento alle tecnologie e filosofie proprie dello Smart Manifacturing, della Total Productive Maintenance e dell’Industria 4.0 (internet of things, digital fabrication, ecc.), mantenendo sempre l’attenzione primaria alla competitività aziendale sul mercato di riferimento.

I concorrenti devono necessariamente costituirsi in gruppi, i cui componenti devono provenire da almeno tre corsi di laurea differenti, facenti parte delle Facoltà di cui sopra, in modo tale da garantire la multidisciplinarietà degli stessi.

Il gruppo indicato dalla Giuria come ideatore del miglior progetto, sarà premiato con € 2.000,00. Inoltre, è stata fatta richiesta ai vari CCS di fornire CFU agli studenti componenti i gruppi che avranno portato a termine il progetto giudicato positivamente dalla Giuria, ma la decisione è rimandata alla discrezione dei relativi consigli dei corsi di studio.

Iscrizioni aperte da oggi, lunedì 1 ottobre 2018, sino a venerdì 19 ottobre 2018. Consegna elaborati prevista per venerdì 21 dicembre 2018 ed esito del concorso comunicato entro venerdì 18 gennaio 2019. A conclusione, cerimonia di premiazione, a Ottana, entro il mese di gennaio 2019.

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Il Consiglio regionale ha approvato nella seduta di ieri, 11 settembre, il riconoscimento dei debiti fuori bilancio.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n.527/A -Giunta regionale – sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio.

Prima dell’inizio della discussione, il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ricordato che, nella seduta del 2 agosto scorso, era stato presentato dal suo gruppo un ordine del giorno di censura sull’operato dell’assessore della Sanità, e ne ha sollecitato la discussione possibilmente al termine della seduta odierna.

Il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che la decisione sulla discussione del documento sarà assunta dai capigruppo.

Congiu, affermando di voler rispettare i ruoli, ha sostenuto che a suo avviso la conferenza dei capigruppo non può calendarizzare ordini del giorno in quanto la materia è di competenza consiliare come conferma la prassi seguita in questa legislatura.

Il presidente Ganau ha ribadito che l’ordine del giorno sarà sottoposto ai capigruppo ed eventualmente potrà discutere nella prossima seduta.

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione del disegno di legge n. 527.

Il relatore Franco Sabatini (Pd) ha brevemente ripercorso l’iter del provvedimento in commissione, dove è stato approvato dalla sola maggioranza con alcune modifiche, ce nel merito si è rimesso alla relazione di accompagnamento della Giunta.

A nome dell’Esecutivo l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato che si è giunti al terzo anno di applicazione del decreto legislativo n.118 che disciplina la materia a livello nazionale. Per quanto concerne il contenuto, ha proseguito Paci, si tratta in prevalenza di debiti fuori bilancio degli assessorati, dell’ufficio ufficio legale, sentenze esecutive, ed acquisizioni di beni e servizi  per circa 2 milioni complessivi. Di tutti gli atti, ha concluso, è stata data piena informazione con procedure rigorose e relazioni puntuali.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, contrario, ha sottolineato che si tratta di spese effettuate senza copertura preventiva ed al di là dei principi contabili fissati dalla legge, una condotta che va censurata perché la verifica sugli atti fa ritenere che ci siano state gravi disfunzioni organizzative anche per attività ordinarie come forniture di energia elettrica e polizze auto, che potevano certamente essere programmate per tempo. Ne scaturisce quindi, secondo Rubiu, un deficit di programmazione pubblica che non può passare sotto silenzio anche per le sue dimensioni rilevanti.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli.

Sull’art. 1 il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, contrario, ha dichiarato che la Giunta cerca di far passare di soppiatto questo disegno di legge come un atto dovuto e necessario ma non è così, perché invece emergono una confusione inammissibile, una pletora di somma da pagare non programmate e perfino pignoramenti presso la Regione. In sostanza, ha continuato, ci sono negligenze e caos gestionale, segno di una situazione complessiva che dovrebbe essere analizzata con la massima attenzione, fermo restando che il responsabile politico di tutto ciò è l’assessore.

Subito dopo il Consiglio ha approvato sia l’art. 1 che gli altri 3 articoli della legge, oltre alla tabella ed all’allegato di variazione.

In sede di votazione finale, la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, ha criticato le affermazioni dell’assessore Raffaele Paci definite insufficienti e non condivisibili. Non può passare tutto sotto silenzio, ha aggiunto, perché i debiti fuori bilancio sono situazioni serie e non si può continuare a scaricare le colpe sul passato; ne comprendiamo alcune dinamiche ma in molti casi si potevano e dovevano evitare.

La legge, infine, è stata approvata con 29 voti favorevoli e 26 contrari.

Al termine dello scrutinio il Consiglio ha iniziato l’esame del Dl n. 528 – Giunta regionale – sempre in materia di debiti fuori bilancio di Regione, Enti locali ed organismi collegati.

Il relatore Franco Sabatini (Pd), come per il provvedimento precedente, ha ricordato le modifiche introdotte dalla commissione mentre, per il contenuto, si è rimesso alla relazione della Giunta.

Anche l’assessore Paci ha ribadito le sue ribadisco dichiarazioni precedenti precisando che gli atti riguardano in massima parte sentenze esecutive.

Successivamente sono stati approvati i 3 articoli della legge, la tabella e l’allegato. Il Consiglio ha poi approvato la legge con 30 voti favorevoli e 24 contrari.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della Proposta di legge n.456, sottoscritta da tutti i capigruppo e sottoposta all’Aula in base all’art.102 del regolamento, sulla proroga al 31 dicembre delle graduatorie relative al servizio sanitario regionale.

Nella discussione generale, il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha messo in luce che il provvedimento è in qualche modo l’emblema di quanto sta accadendo perché gli organici di tutte le strutture sanitarie sarde sono in grande sofferenza, e da ciò dipendono molti risultati negativi del servizio. Edoardo Tocco ha poi auspicato che la Regione si occupi seriamente di una sanità efficiente al servizio dei cittadini, dando spazio a chi vuole veramente impegnarsi nella professione medica, con particolare attenzione ai giovani, aumentando gli accessi alle facoltà attraverso una collaborazione più stringente con le università. I medici devono stare sui territori, ha detto ancora il consigliere, e lo stesso elisoccorso potrebbe avere migliori performances se si facesse di più, per cui la proroga deve arrivare fino al 31 dicembre senza abbandonare i vincitori e gli idonei ai concorsi.

Per il Pd la consigliera Rossella Pinna ha messo l’accento sul fatto che con la legge si parla di numeri importanti di assunzioni per circa 1200 nuovi contratti complessivi, di cui 580 di precari da stabilizzare e 619 per le mobilità esterne. Con lo scorrimento delle graduatorie pubbliche, ha osservato Rossella Pinna, contiamo di raggiungere l’obiettivo di contenere la spesa e salvaguardare le aspettative di quanti attendono da tempo di essere assunti dopo aver vinto i concorsi, dopo il blocco del turn over che ha determinato dal 2015 il ricorso a contratti flessibili ed agenzie interinali. Ora si rimedia a questa situazione di difficoltà, ha concluso, prorogando l’efficacia delle graduatorie ed alleggerendo di conseguenza i problemi degli organici del sistema, con l’auspicio di attivare quanto prima nuovi concorsi.

Ancora in rappresentanza del Pd il consigliere Luigi Ruggeri ha affermato che la legge si presta a valutazioni contraddittorie e contrapposte, perché da una parte c’è la soddisfazione di quanti hanno vinto i concorsi o sono risultati idonei, mentre dall’altra c’è il rischio di negare opportunità a quanti sono arrivati dopo per concorrere ai posti disponibili. Occorre poi evitare sperequazioni, ha ammonito Ruggeri, perché le graduatorie attive diventano valide su tutto il territorio regionale mentre secondo l’Ats sono parcellizzate azienda per azienda e questo rallenta molto le procedure. Un contrasto, ha concluso, che cercherò di sanare con alcuni emendamenti correttivi.

Ha preso poi la parola l’on. Roberto Desini (PDS),  che ha ringraziato la conferenza dei capigruppo “per la celerità della discussione in Aula del provvedimento a firma del Partito dei sardi. Il senso di questa proposta è prorogare le graduatorie in ambito sanitario. Ma non posso esimermi di fare alcune considerazioni politiche: mi sarei aspettato che fosse l’assessore alla Sanità ad anticipare i tempi ma mi rendo conto che non tutti siano capaci di anticipare i problemi. Non guardo al passato e mi assumo le mie responsabilità ma nel 2014 e nel 2015 noi eravamo in maggioranza e già chiedevamo che il personale fosse attinto dalle graduatorie. Così siamo arrivati a oggi e sono aumentati i disservizi in Sanità: si chiudono le guardie mediche estive perché non ci sono i medici disponibili, come accaduto a Valledoria e a Sorso”.

Per l’oratore “si sono calpestati i diritti chiamando a lavorare non i vincitori dei concorsi ma i lavoratori delle agenzie interinali, che magari non avevano passato nemmeno le prime prove del concorso”.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori) “basterebbe leggere i titoli dei giornali per capire cosa c’è dentro gli ospedali e in particolar modo nell’Oristanese dentro il San Martino dove mancano sei cardiologi per far funzionare il sistema giorno e notte. E così mancano i radiologi e pure gli infermieri. Noi prorogheremo queste graduatorie perché è legittimo e giusto, ma ho paura di tutto quello che manca e ho paura del sistema sanitario che avete costruito”.

Ha preso poi la parola l’on. Daniele Cocco (Sinistra), che ha parlato di “atto dovuto verso alcune persone che hanno dei veri e propri diritti acquisti. Per troppe volte si sono usate le agenzie interinali in spregio alle graduatorie vigenti”. Per l’oratore “l’assessore Arru deve vigilare perché non si faccia più uno sfregio alle graduatorie esistenti”.

Dall’Udc è intervenuto l’on. Giorgio Oppi, che ha detto: “In tutti i settori ci sono esigenze particolari, c’è carenza di anestesisti come di altre specializzazioni mediche. Eppure i concorsi nno si fanno o se ne fanno pochi, troppo pochi. Ecco perché siamo favorevoli a far slittare le graduatorie al 31 dicembre, come previsto a livello nazionale”.

Per l’on. Augusto Cherchi (Pds) “c’è poco da discutere perché stiamo allineando le graduatorie dei nostri concorsi a quelle italiane. Non voteremo invece emendamenti che modificano la legge 17, perché non è questa la sede . All’onorevole Oppi invece voglio dire che non è una speranza quella di avere dei dati ma un preciso dettato legislativo. Tutti gli anni entro il 30 giugno il direttore generale deve consegnare alla Giunta una relazione e la Giunta deve consegnarla ai consiglieri.  Ecco, in questi cinque anni io non ho mai ricevuto la relazione del direttore generale. Non sono disposto ad accettare atti contrari a quel che il Consiglio ha votato”.

L’assessore Luigi Arru ha ricordato la finalità della norma e ha aggiunto alcune notizie: “Da circa dieci anni non ci sono assunzioni e ci troviamo a dovere stabilizzare circa 509 persone a causa di fabbisogno aziendale e pensionamenti. Dal continente da ultimo sono arrivati invece in mobilità circa 100 infermieri. Penso che sia giusto indicare il termine del 31 dicembre 2018 per la proroga della validità della graduatoria. Aggiungo che dai nostri dati risulta che in questi cinque anni sia fortemente ridotto il numero degli interinali”.

Per dichiarazione di voto l’on. Marco Tedde (FI) ha detto che  “non solo dai banchi dell’opposizione ma dal Pds arrivano contro l’assessore Arru accuse molto taglienti che non hanno avuto replica. Ma noi sappiamo cosa sta accadendo nel 118 e dentro Areus, sappiamo che non avete ancora presentato il Piano per la riorganizzazione della rete ospedaliera: perché lo avete inviato al ministero?”.

Per dichiarazione di voto ha ripreso la parola l’on. Augusto Cherchi (Pds): “Visto che abbiamo a disposizione 50 nuovi medici di emergenza e urgenza, come ha appena detto l’assessore Arru, si sappia che ci sono  in Sardegna pronto soccorso con due soli medici, ormai pronti a chiudere”.

Per l’on. Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, “questa proroga nasce dalla inefficienza della Sanità sarda. Per tutto agosto nel Sulcis sono state chiuse quattro sale operatorie per consentire all’unico chirurgo di prendere le ferie”.

Favorevole anche l’on. Marcello Orrù (Fratelli di Italia).

L’Aula è poi passata all’esame degli articoli e degli emendamenti. Sull’articolo 1, il capogruppo del Pd, on. Cocco si è detto favorevole agli emendamenti 1, 2, 5.

Per l’on. Marco Tedde (FO) “sono sempre più cruente le critiche nei confronti dell’assessore Arru, che non è gradito a una buona parte della maggioranza ma ugualmente vanno imperterriti per la loro strada e non ascoltano né il Pd né il Pds”.

L’on. Pietro Cocco (capogruppo Pd) ha detto che “il senso di questa legge è molto chiaro. Ma l’occasione è buona ancora una volta per attaccare l’assessore alla Sanità. Ecco, io sfido chiunque in quest’Aula a dichiararsi innocente rispetto alla Sanità, materia sulla quale in passato si sono cimentati in tanti”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola alla capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, la quale ha chiesto all’assessore in che fase si trova l’approvazione della rete ospedaliera che il Consiglio regionale ha approvato. La consigliera ha evidenziato che questa incertezza sta creando molta confusione e comportamenti, a volte, non conformi a quanto prevede la legge di riordino.

Gianfranco Congiu (capogruppo del Partito dei Sardi) ha annunciato il voto contrario del suo partito agli emendamenti perché alterano lo spirito della legge. Gianfranco Congiu ha poi attaccato il capogruppo del Pd per le critiche mosse al suo partito. Il consigliere ha ricordato che lealtà significa alleanza non complicità e ha ribadito la sua critica all’assessore della Sanità per il trattamento riservato ai diabetici.

L’Aula ha, poi, approvato all’unanimità il testo dell’articolo 1 (Proroga  al 31 dicembre 2018 delle graduatorie dei concorsi pubblici per le assunzioni a tempo indeterminato delle aziende del sistema sanitario regionale) e con 44 voti favorevoli e 6 contrari l’emendamento aggiuntivo n.1  (Peru e più) (All’inizio del comma 1, prema delle parole “L’efficacia”, sono inserite le seguenti parole: “Al fine di sopperire al fabbisogno di personale, consentendo contestualmente il contenimento della spesa e il maggior utilizzo delle graduatorie vigenti”).

Sull’emendamento aggiuntivo n. 5 ha chiesto la parola Luigi Ruggeri (Pd), che ha voluto spiegare che l’emendamento serve soltanto a equiparare le graduatorie di tutte le aziende sanitarie della Sardegna.

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha chiesto al presidente Gianfranco Ganau una sospensione di cinque minuti.

Alla ripresa dei lavori, la consigliera Alessandra Zedda ha preso la parola per precisare che la bocciatura dell’emendamento sostitutivo parziale n.2 (Alla fine del comma 1, le parole “con scadenza al 30 settembre 2018” sono sostituite dalle seguenti: “vigenti al 31 dicembre 2016 e con scadenza entro il 30 settembre 2018”) è stata decisa non per bocciare la sostanza del testo su cui erano d’accordo, ma perché ritenuto pleonastico, in quanto il testo della legge già proroga tutte le graduatorie.

Pietro Cocco (Pd) ha accolto la spiegazione della collega, ma ha chiesto un’interpretazione autentica ai funzionari del Consiglio regionale in modo da essere sicuri di non escludere le precedenti graduatorie. Anche per Augusto Cherchi (Partito dei sardi) l’emendamento è pleonastico. Il capogruppo dei Riformatori sardi per l’Europa, Attilio Dedoni, ha annunciato il ritiro della sua firma dal provvedimento. Per Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi), invece, l’emendamento sarebbe stato discriminatorio per chi fa parte di graduatorie precedenti a quella indicata nel testo.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha ricordato la condivisione unanime per l’approvazione della proroga per tutte le graduatorie concorsuali senza ulteriori specifiche. Il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, ha ribadito la posizione del gruppo invitando il presidente del gruppo Pd ad evitare di fornire “ulteriori precisazioni”. Luigi Lotto (Pd): «Sono che certo che ciascuno vuole che siano garantite le stesse garanzie a tutti coloro che sono nelle graduatorie dei concorsi e dunque chiudiamo qui le dispute e se necessario in futuro interveniamo per le eventuali norme interpretative». Sulla stessa linea il capogruppo Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco: «L’intento dei consiglieri è prorogare tutte le graduatorie, la legge è questa chiudiamola qui». Marco Tedde (Fi): «Non comprendo alcune affermazioni della maggioranza, soprattutto di quelli che hanno voluto bacchettare i consiglieri dell’opposizione. La ratio della legge è chiaro prorogare tutte le graduatorie, il resto sono strumentalizzazioni». Roberto Deriu (Pd): «Ognuno giochi la sua partita ma su questo provvedimento c’è la pelle delle persone. C’è l’accordo unanime per la proroga di tutte le graduatorie, votiamo il provvedimento e cessiamo le dispute».

Posto in votazione l’emendamento aggiuntivo n. 5 (Ruggeri) è stato approvato con  36 a favore e 3 contrari. Con 52 favorevoli su 52 votanti è stato approvato invece l’articolo 2 “Norma finanziaria” e con il medesimo scrutinio anche l’articolo 3 (entrata in vigore).

Prima della votazione finale della legge, via libera (33 sì e 8 no) all’ordine del giorno presentato dal capogruppo Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, che impegna il presidente della Giunta e l’assessore della Sanità ad “assumere le opportune iniziative con il Governo per procedere alla proroga della validità ed efficacia delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici per le assunzioni a tempo indeterminato al 31 dicembre 2019”. Prima della votazione il consigliere del Pds, Augusto Cherchi, aveva dichiarato voto contrario: «Undici anni di proroghe sono più che sufficienti per vedere riconosciuti i diritti di chi è in graduatoria nei concorsi».

In sede di dichiarazione di voto sulla legge sono invece intervenuti a favore i consiglieri Roberto Desini (Pds) e Antonello Peru (Fi). Posta in votazione la legge che proroga al 31 dicembre 2018 le graduatorie dei concorsi pubblici è stata approvata con 50 favorevoli su 50 votanti.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha comunicato la convocazione dell’Assemblea sarda al domicilio dei consiglieri e l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo e della Terza commissione consiliare.

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Gli indennizzi statali destinati a comuni sardi gravati da servitù militari non sono ancora disponibili nelle casse comunali.

Sul problema hanno presentato un’interrogazione (in allegato) al Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, il consigliere regionale Francesco Agus (Campo Progressista Sardegna) – primo firmatario – e i consiglieri Franco Sabatini, Roberto Deriu, Pietro Cocco, Piero Comandini, Rossella Pinna, Valerio Meloni, Pierfranco Zanchetta, Antonio Gaia, Emilio Usula.

Le risorse previste per il quinquennio 2010-2014 sono ancora in attesa di essere trasferite dallo Stato, per il tramite della Regione, ai 10 comuni interessati agli indennizzi. Ma già nel corso del 2017 il problema era emerso nella sua gravità: i soldi statali non sono stati trasferiti perché non più disponibili nel bilancio statale. 

«Da anni i comuni attendono queste risorse – spiega Francesco Agus –  una manna dal cielo per i bilanci comunali delle comunità di poche migliaia di abitanti, come Arbus o Perdasdefogu. Ma non si tratta di risorse da richiedere o concordare, bensì di indennizzi, dovuti per legge, dallo Stato alle comunità che da decenni subiscono gli effetti, anche negativi, dell’elevata presenza militare nell’isola. Con questi soldi i comuni realizzano opere pubbliche e mantengono attivi servizi sociali indispensabili, perciò non è più tollerabile che lo Stato eviti di affrontare il problema.»

L’art. 300 del D.Lgs. 15/03/2010, che ha sostituito la precedente legge n. 104 del 1990, stabilisce che alle Regioni maggiormente oberate dai vincoli e dalle attività militari, comprese la dimostrazione e la sperimentazione di sistemi d’arma, individuate ogni quinquennio con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Ministro della difesa, lo Stato corrisponde un contributo annuo da destinarsi alla realizzazione di opere pubbliche e servizi sociali nei comuni nei quali le esigenze militari, compresi particolari tipi di insediamenti, incidono maggiormente sull’uso del territorio e sui programmi di sviluppo economico e sociale. La Regione Sardegna, per propria decisione, ha stabilito di trasferire direttamente queste risorse statali ai comuni.

Per i consiglieri regionali firmatari dell’interrogazione, i tempi con cui prima sono stabilite le percentuali di occupazione – nell’ultimo decreto ministeriale del 2017 alla Sardegna è stato riconosciuta un’incidenza dei vincoli e delle attività militari del 58,64% sul totale delle regioni a statuto speciale – e, successivamente, vengono trasferite le risorse dovute alle Regioni, sono troppo lunghi e non accettabili, in considerazione anche del problema, più generale, dei tagli statali agli Enti locali sardi.

«E’ evidente che il forte ritardo già accumulato per il trasferimento di tutti gli indennizzi dovuti per le servitù militari – sottolinea Francesco Agus – si aggiunge al grande problema dei tagli dello Stato alle entrate comunali su cui stiamo lavorando, anche in Consiglio regionale, con i parlamentari sardi. I comuni gravati da servitù militari hanno dovuto attendere quasi 10 anni per avere il saldo del quinquennio 2005-2009. Se consideriamo che negli stessi ultimi 10 anni, parallelamente, lo Stato ha tagliato circa 300 milioni di entrate a tutti i comuni sardi, la situazione rischia seriamente di diventare esplosiva, perché i comuni non potranno più garantire i servizi essenziali e indispensabili per le proprie comunità.»